La prima vacanza con mio padre - 15^ parte

Situazione magica

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    L'Amore con la A maiuscola, non guarda al sesso dell'amato, ma negli occhi per perdersi nella sua anima, fondendosi in un universo perfetto ed armonico, attraverso la donazione di sè

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    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ======================================================



    Proseguiamo la storia di questo strano rapporto ;)
    Spero vi possa piacere.

    Quel giorno visitammo il caotico mercatino delle pulci di Portobello Road. Era veramente meraviglioso. Una vera e propria esplosione di luci e colori. Un viavai di gente vociante e spensierata che girava incuriosita da una bancarella all’altra contrattando e discutendo in modo più o meno animato. Complice la serenità totale che ci accompagnava in quella calda e soleggiata mattinata, tutto questo sciamare e vociare ci riempiva di un’ilarità e di una gioia di vivere incontenibili.
    Ci avvicinammo ad una bancarella ricolma di abiti e capellini e giocammo un po’, sotto lo sguardo tra il perplesso ed il divertito del padrone, a provarci cappelli e sciarpe buffe. Ridevamo come due bambini al luna park e ci rincorrevamo tra la gente che, tra lo scocciato e lo stupito, ci osservava al nostro passare.
    Trovata una panchina all’uscita del grande mercato , ci lasciammo cadere sopra, respirando affannosamente ma sempre ricolmi di quell’euforia di poc’anzi.
    Nulla, in quel momento, poteva rovinare la magia che ci legava.
    Paolo si fermò, mi guardò con una strana luce negli occhi. Mi attirò a sé e mi baciò, alla luce del giorno, sotto gli occhi della gente che ci passava dinnanzi. Mi aspettavo lapidazioni e sguardi schifati, ma, a parte qualche eccezione (probabilmente qualche turista italiano di passaggio) la gente ci sfilava accanto come se stesse assistendo alla cosa più naturale del mondo.
    Nel frattempo un senso di soddisfazione mi pervase l’animo, alimentato dalla consapevolezza che un altro tabù era appena stato abbattuto.
    Ci alzammo e, mano nella mano, ci avviammo verso la metropolitana per dirigerci a visitare l’ingresso di Buckingham Palace, dove, come di routine, ci facemmo fotografare all’ingresso della maestosa cancellata. Poi ci fermammo nei paraggi attendendo l’ora del tradizionale cambio della guardia. Rimasi a bocca aperta nell’ammirare la perfetta sincronia dei movimenti, l’impeccabilità delle divise e la coreograficità della parata. Sembrava incredibile che una marcia militare potesse essere così teatralmente armoniosa e bella.
    Poi, essendo ormai mezzogiorno, ci avviammo a pranzare presso un piccolo ristorantino nei pressi dell’abazia di Westminster. Il pomeriggio lo trascorremmo tra le visite all’abazia, il rilassarsi nel suo ampio parco e il passeggiare spensieratamente lungo le rive del Tamigi.
    Arrivata sera rientrammo, stremati per il caldo e l’intensità della giornata appena trascorsa. Ci infilammo assieme nella doccia e, poi ci lasciammo ricadere, nudi, sul letto, rilassandoci un po’ prima della cena. Ci addormentammo per un’ora buona. Il primo a svegliarsi fui io che, appena aperti gli ochhi, cercai il corpo di Paolo. Mi strinsi a lui, il capo abbandonato sul suo petto, forte ed accogliente, restando in contemplazione del suo respiro. Era profondo e rilassato, mi trasmetteva pace e serenità. Chiusi gli occhi e, quasi senza accorgermene, imitai il ritmo del suo respiro. Credo che finii per addormentarmi, perché, d’improvviso mi svegliai con la mano di Paolo che mi accarezzava la testa e giocava con i miei capelli. Rimasi così, steso su di lui, abbandonandomi totalmente a quelle carezze. Mi sentivo realmente amato. Teneramente e profondamente. E mi sentivo protetto. Una sensazione che, fino ad ora, mi era sempre mancata.
    Sì, è vero che mia madre è sempre stata presente, con la sua dolcezza e la sua “accoglienza”. Ma mi mancava terribilmente l’abbraccio di un padre. Ed ora era quì, per me. Non mi sembrava vero.
    - Tesoro, ti va se scendiamo a cenare? Sai, tutto questo girovagare di oggi mi ha messo appetito.
    TESORO, mi aveva chiamato tesoro. Era la prima volta che mi chiamava così! E ne fui felicissimo.
    - Papà, grazie. Grazie per tutto quello che mi stai dando. Sento che in questi pochi giorni, stiamo recuperando tutti gli anni in cui sono, anzi siamo, stati privati l’uno dell’altro. Sei il padre migliore che potessi desiderare.

    Una lacrima di commozione rigò il volto di Paolo che, teneramente, mi prese tra le mani il volto, mi posò un bacio delicato sulle labbra e disse.
    - Grazie a te, per avermi insegnato a vivere la vita, assaporando, fino in fondo, la forza dei sentimenti. E grazie per farmi sentire amato e apprezzato come padre.
    Restammo abbracciati ancora per qualche istante, contemplando in silenzio i nostri occhi. Poi mi scossi e affermai ridendo:
    - Mi sa che, se non ci diamo una bella mossa, stasera saltiamo la cena.
    Ci vestimmo in velocità e scendemmo nella lussuosa sala da pranzo. Quella sera cenammo in silenzio, guardandoci, di tanto in tanto, per scambiarci un sorriso. Terminata la cena, e rinvigoriti nel corpo, decidemmo di uscire a fare una passeggiata. Erano le dieci passate ed era ormai buio, e decidemmo di fare una passeggiata all’interno del Regent’s Park deserto. Ci accertammo che non ci fosse nessuno nei paraggi e saltammo il basso cancelletto che chiudeva l’ingresso pedonale. Ci addentrammo nel boschetto del parco, illuminati solo dal chiarore della meravigliosa luna che, quella sera, sembrava splendere alta nel cielo solo per noi. Arrivati che fummo in una piccola radura, ci fermammo a sdraiarsi sulla fresca erba del giardino. Ci mettemmo a parlare un po’, lo sguardo perso nell’immensità del cielo stellato. Improvvisamente Paolo si mise seduto, le braccia conserte sulle ginocchia piegate.
    - Sai – prese a dirmi Paolo – questo momento mi ricorda tanto la notte che feci l’amore con tua madre.
    Lo guardai incuriosito, aveva negli occhi una luce tra il commosso e il malinconico. Era particolarmente bello e dolce, con quel suo meraviglioso profilo stagliato contro il blu del cielo.
    - Eravamo così felici quella sera, e così terribilmente vicini, come lo siamo io te ora.
    Si voltò a guardarmi abbozzando un sorriso. Mi faceva una tenerezza enorme. Potevo leggere tutto l’amore che ancora nutriva per mia madre e, al contempo, il forte dolore per la lontananza a cui erano costretti. Avrei voluto poterlo aiutare in quel momento. Mi sollevai e lo abbracciai forte. Scoppiò a piangere e lasciai che si sfogasse un po’. Quando si riprese mi guardò e scusandosi mi ringraziò.
    - Non ti preoccupare. Anzi, grazie per aver condiviso con me questa tua emozione. Sono felice che ami ancora la mamma e ti confesso che, anche io, sogno spesso di riavervi assieme. E chissà, magari, un giorno, potremo tornare ad essere una famiglia felice ed unita. Ora però viviamo, quanto più serenamente, i momenti che ci è concesso di trascorrere assieme.
    - Sai, sono sempre più orgoglioso di te. Sei molto saggio e coscienzioso. E sei un confidente meraviglioso.
    Mi sorrise mentre mi diceva questo e io sentii un tuffo al cuore. Quanto era bello sentirsi apprezzati da una persona così speciale. Mi appoggia con la testa alla sua spalla e rimasi, nuovamente, a fissare il vuoto. Poi lo guardai e gli dissi
    - Ho voglia di fare l’amore con te. Ora e in questa atmosfera magica
    - Ma, e se arriva qualcuno?
    - Non arriverà nessuno, lo sento. E poi se così fosse, non mi importa. E’ un rischio che sono più che disposto a correre.
    Paolo mi prese per le spalle e mi attirò a sé. Una luce nuova, carica di passione e desiderio, brillava nei suo meravigliosi occhi verdi. Mi baciò con un ardore rinnovato ed mi ritrovai, per l’ennesima volta, abbandonato tra quelle braccia forti e tenere allo stesso tempo. Ci ritrovammo a rotolare sull’erba, ancora avvinti in un caldo abbraccio. Ben presto Paolo mi sfilò la maglietta lasciando la mia pelle libera di essere accarezzata dalle fresca brezza di quella meravigliosa serata. E nel mentre, i suoi baci, sempre più caldi e passionali, presero a posarsi su ogni lembo scoperto del mio petto e del mio ventre. Ansimavo per il desiderio di essere suo. Agognavo di sentire ancora dentro di me quel pezzo di carne caldo e pulsante. Mi rizzai in ginocchio e, sospinto dal desiderio, ormai incontenibile, di essere posseduto da Paolo, lo spogliai della maglia e presi a succhiare i suoi capezzoli, già turgidi per il piacere. Nel frattempo, le mie mani, presero ad armeggiare con la cinta dei pantaloni, la aprii e sbottonai i jeans. Li feci scorrere lungo le cosce marmoree e, aiutato da Paolo, li sfilai completamente. Poi mi fiondai su quegli slip, già rigonfi di desiderio, affondandone il viso e inebriandomi dell’intenso profumo di maschio che ne veniva emanato.
    Presi a percorrere, con le labbra serrate, tutta la lunghezza di quel pene che, intrappolato da quella stoffa bianca, pulsava cercando disperatamente un pertugio per esplodere, finalmente, in tutta la sua maestosità. Alla fine, l’elastico, sollecitato dalla continua spinta dell’uccello di Paolo e, contestualmente, dalla foga del mio assalto, cedette, lasciando fuggire la testa di quell’asta tesa e gonfia.
    Subito mi precipitai ad imboccarla, facendo fremere tutto il corpo di mio padre. Con le mani, mi infilai sotto la stoffa per cercare le sue natiche sode e favorire, così, il mio pompino, spingendo ritmicamente il bacino di Paolo contro il mio viso. Gemiti sempre più intensi mi indicavano l’alto livello di godimento di mio padre che, presto, mi afferrò la testa fermandomi.
    - Se continui così – disse – vengo subito.
    Mi sollevò e mi fece spogliare. Poi, mentre i nostri corpi si lasciavano cadere sul verde prato, prese, nuovamente, a baciarmi con passione e tenerezza in tutto il corpo. Poi si spostò e, mentre imboccava il mio membro pulsante e dolorante per il desiderio, mi presentò il suo affinché potessi proseguire a gustarne i copiosi umori che ne fuoriuscivano. Improvvisamente, l’attenzione di Paolo si spostò dal mio uccello alla delicata rosa del mio sfintere. Fremetti, pregustando il piacere di quanto, di lì a poco, sarebbe accaduto. Infatti, quando si rese conto che il mio buco era pronto ad accoglierlo, si staccò da me. Io lo invitai a sdraiarsi e mi sedetti su quel palo bollente. Lentamente, ma non per paura del dolore, ma per il desiderio di assaporare ogni singolo istante in cui Paolo si faceva strada nelle mie carni, mi impalai su quel cazzo da favola. E cominciai la mia danza dell’amore. Muovevo il mio bacino, con ritmo crescente, alternando un movimento ondulatorio con uno rotatorio. Questo fino a che non avvertii la passione di Paolo crescere fino a stantuffarmi, con intensa energia, le viscere.
    Abbandonai allora il mio corpo sul suo, lasciando che fosse lui a dare il ritmo. Sentivo il suo membro entrare ed uscire da me con vigoria sempre maggiore, a tratti, quasi violenta.
    Al contrario i suoi baci, dispensati con generosità su tutto il mio viso, erano delicati e adoranti.
    Improvvisamente lo sentii irrigidirsi in me, e potenti getti di caldo sperma inondarono il mio intestino. Quando, anche l’ultimo spasmo di quel corpo meraviglioso che mi aveva posseduto, si placò, ci lasciammo cadere l’uno accanto all’altro, stremati ma felici.

    Attendo commenti.
    Ci sarebbe una sedicesima parte, che sono quasi obbligato a dover postare (lo devo ad un certo Queerboy) poi sarete voi a decidere se mi devo fermare o se questa strana coppia avrà ancora qualche cosa da dire a voi del forum.




    Edited by Elchicoloco - 19/6/2014, 18:29
     
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    DOLCE GAY

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    Molto bello!! Ben scritto e anche estremamente romantico. Secondo me devi continuare anche nell'ipotesi in cui ci siano pochi commenti, infatti molti leggono ma pochi recensiscono. Aspetto il continuo :D
     
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    Nel tardo pomeriggio posterò la sedicesima parte, che, per il momento, sarà anche l'ultimo.
    Ho infatti in mente una nuova storia che vorrei elaborare e poi sottoporre al vostro giudizio.
     
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  4. KronT
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    bello =)
     
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  5. bonoxcam
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    Bellissimo come sempre.. Adoro Paolo! Lo voglio anche io come Giacomo!!
    Cmq penso che dovresti a questo punto finire questa vacanza a Londra e poi casomai raccontare cosa succede dopo il ritorno a casa.. Cambierà qualcosa oppure no?? Tu continua così e non ci deluderai, e soprattutto, non ci annoierai mai!!
    Aspetto anche la tua nuova storia!!
     
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    CITAZIONE (bonoxcam @ 17/7/2013, 22:23) 
    Bellissimo come sempre.. Adoro Paolo! Lo voglio anche io come Giacomo!!
    Cmq penso che dovresti a questo punto finire questa vacanza a Londra e poi casomai raccontare cosa succede dopo il ritorno a casa.. Cambierà qualcosa oppure no?? Tu continua così e non ci deluderai, e soprattutto, non ci annoierai mai!!
    Aspetto anche la tua nuova storia!!

    Guarda, quello che io pensavo era di spendere, al massimo, ancora un paio di capitoli sul soggiorno a Londra.
    Per quanto riguarda il ritorno... Beh, sì, le cose cambiano. Ma deve essere una sorpresa. :P
    A presto con il nuovo racconto.
    (Non è ancora pronto, ma ci sto lavorando su...)
     
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5 replies since 28/6/2013, 14:29   4273 views
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