La prima vacanza con mio padre - 2^ parte

La scoperta prende una piega inaspettata

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    L'Amore con la A maiuscola, non guarda al sesso dell'amato, ma negli occhi per perdersi nella sua anima, fondendosi in un universo perfetto ed armonico, attraverso la donazione di sè

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ======================================================

    Quì la prima parte del racconto, per chi fosse interessato a leggerla:

    https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=53053543

    Posto ora la seconda parte. Aspetto di vedere se continua a raccogliere il vostro interesse, prima di proseguire con la terza.
    Buona lettura e... Aspetto commenti.
    COMMENTATE GENTE, COMMENTATE!!! ^_^


    Quando mi sentì aprire la porta Paolo spense di scatto il televisore e, sempre dandomi le spalle, lo vidi armeggiare con qualcosa all’altezza della cinta. Intuii che, probabilmente, aveva beccato un qualche canale porno e che si stava trastullando un po’. Sorrisi dentro di me al pensiero di mio padre che si masturbava di fronte ad un pornazzo, ma, d’altro canto, aveva pur sempre 31 anni e, da quanto mi era dato sapere, nella sua vita, dopo mia madre, non c’era più stata nessuna. A dire il vero credo che Paolo fosse, ancora, profondamente innamorato di lei.
    Cercai di stemperare l’imbarazzo che leggevo nel suo viso, così decisi di incitarlo a prepararsi.
    - Non vai a docciarti? Guarda che il ristorante è già aperto. Ed io ho un certo languorino
    - Sì, hai ragione, scusami.
    Lo osservai mentre, con foga, si sfilava il maglione e la camicia gettandoli, con pochissima grazia, sopra il letto. Furono ben presto seguiti dai jeans mentre calze e scarpe ebbero la più triste sorte di venir abbandonate sulla moquette. Fui incuriosito da quel corpo seminudo.
    I pettorali, perfettamente forgiati dal pesante lavoro che faceva (era carpentiere) guizzavano glabri e tonici. Fui catturato dai capezzoli, grandi e, a prima vista, duri. Il ventre, piatto e anch’esso glabro, era perfettamente ornato da un ombellico a dir poco favoloso, la perfetta forma di tortellino. Le braccia, forti e muscolose, erano le uniche cose, a parte le gambe, sulle quali si potessero scorgere peli biondicci. Mi soffermai a guardare il suo pacco, e notai il rigonfiamento, decisamente molto evidente e mi visualizzai, per un istante, a saggiarne la consistenza, soppesandolo e tastando la bianca stoffa che lo celova allo sguardo.
    Mi ripresi immediatamente. Cazzo, era mio padre quel ragazzo di fronte a me. Un uomo favoloso, ma pur sempre mio padre. Cercai di ricacciare l’immagine che mi si era focalizzata, spostando la mia attenzione sulle gambe. E li una delle mie convinzioni, perse, immediatamente, ragione di esistere. Fino ad allora, infatti, avevo sempre ritenuto che le gambe storte dessero, a chi le aveva, un aria impacciata e goffa, quasi ridicola. Ma su Paolo l’effetto era totalmente diverso. Lo rendevano estremamente virile e affascinante. Lo vidi sparire e, da dietro, l’effetto non fu certo deludente. La schiena era levigata, con le scapole ben delineate e spalle forti. La vita era sottile e, quasi fosse opera di uno scultore, si incurvava per disegnare due magnifiche colline, sode e perfettamente sagomate.
    Avvertii il mio uccello cominciare la sua opera di inturgidimento e mi strinsi, quanto più potevo, nel mio accappatoio.
    La porta si richiuse dietro Paolo e, con sollievo, tornai a respirare.
    Mi alzai ed osservai la stanza.
    I miei abiti, ordinatamente poggiati sul letto, davano l’idea di un piccolo lord inglese, perfettino e snob. Mi accorsi che questa immagine non mi piaceva affatto. Sperai, con tutto me stesso, di non diventare mai quel tipo di persona. Poi osservai gli abiti di mio padre, gettati un po’ alla rinfusa e abbandonati a se stessi. Chiaro segnale di un uomo che, delle apparenze, non si creava alcuna preoccupazione. Un uomo essenziale, semplice e limpido. Ciò che si vede è ciò che è. Lo adorai per questo.
    Mentre contemplavo questo, pensai che, se qualcuno fosse stato lì con noi, a fatica avrebbe creduto che fossimo amici, figurarsi padre e figlio. Eravamo, realmente, due mondi opposti.
    Ripresi a vestirmi con calma e, una volta pronto, mi avvicinai al televisore. Ero curioso di vedere cosa avesse eccitato mio padre. Presi in mano il telecomando ma avvertii lo scroscio dell’acqua della doccia arrestarsi proprio in quel momento. Posai quindi il telecomando e mi diressi verso il letto per sedermi ed attendere l’uscita di Paolo.
    Lo vidi rientrare nella stanza, un asciugamano cinto attorno ai fianchi, e uno con il quale si stava frizionando i capelli.
    Ad ogni frizione era tutto un guizzare di muscoli. La pelle, ancora imperlata di gocce d’acqua, riluceva per opera del prezioso lampadario che pendeva su di noi. Sembrava uno di quei modelli che, tante volte, rivestono, attraverso le pubblicità, le strade delle nostre città.
    - Abbi ancora un attimo di pazienza Giacomo. Finisco di asciugarmi, mi vesto e scendiamo.
    - Fai pure con calma. Ce la faccio ad aspettare ancora un po’
    Continuai a guardare quel corpo seminudo strofinarsi l’asciugamano su tutto il corpo, si chinò per armeggiare nella valigia e l’asciugamano stretto attorno alla vita, cedette ricadendo sulle sue gambe. Fu questione di una frazione di secondo, prima che Paolo si coprisse con l’asciugamano che stringeva in mano, ma ebbi la visione di quel ben di dio che gli slip prima celavano. La cosa mi sconvolse al punto che sentii le guance avvampare.
    - Scusami, devo andare al bagno. - Dissi cercando di fuggire da quella situazione divenuta particolarmente strana.
    - Fai pure, intanto io finisco di vestirmi.
    Richiusi la porta alle mie spalle, mi poggiai al lavandino ed osservai il mio viso congestionato dal rossore. Lasciai trascorrere qualche secondo, poi aprii il getto dell’acqua fredda e mi rinfrescai il viso. Lasciai trascorrere ancora qualche secondo per cercare di riprendere il mio solito colorito, quindi mi girai su me stesso e uscii incontro a mio padre.
    Lo trovai vicino alla porta ad aspettarmi, mi avvicinai e percepii il profumo dolce del bagnoschiuma che aveva appena usato. Aprì la porta e mi fece cenno di precederlo.

    Ecco il link alla terza parte:

    https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=53058596

    BUONA LETTURA -_-

    Edited by Elchicoloco - 19/6/2014, 18:28
     
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    Bene, bene :)
     
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  3. Clod94
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    Hai un modo di scrivere molto pulito ed elegante, nonostante non usi termini ricercati dai una certa compostezza al racconto... che sta diventando sempre più intrigante ^_^
     
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    Ragazzi, la terza parte è già pronta, basta che mi diate il via e la posto.
    Fatemi sapere se può interessare. Anche perchè, le cose, cominciano ad animarsi.
     
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  5. Clod94
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    -Chi siamo noi?
    - I lettori!
    -Cosa vogliamo?
    -La terza parte!
    -Quando la vogliamo?
    -Ora!!
     
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  6. oldmanny
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    decisamente carino e molto intrigante il crescendo che si sviluppa ad ogni riga. Corro subito a leggere il seguito
     
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    Neanche avessi già letto il mio consiglio precedente ^_^ . Questa parte è perfetta, non vedo come si potrebbe descriverla meglio.
     
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    Crescere significa anche assumerci la responsabilità delle nostre scelte e dei nostri errori. Ma crescere significa anche puntare a migliorare ogni giorno, fosse anche di poco...

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    E la storia prende una strada intrigante!! :D:D mi piace mi piace :lol:
     
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    Bellissimo tenera e avvincente continua così
     
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  10. bonoxcam
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    Non vedo l'ora di scoprire cosa succede poi!!! mmmmmmmm
     
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