Gay Boys Reloaded

Posts written by luchettoxd

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
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    dopo un po' di tempo sono ritornato. spero vi piaccia e lasciate dei feedback! (ditemi ovviamente se volete il prosieguo o che termini tutto così ;) )

    la prima parte la trovate qui: https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=58505850
    la seconda parte qui: https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=58506783
    la terza parte qui: https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=58522733
    la quarta parte qui: https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=59541654

    ...Andai all'imbarco e mentre ero in fila pensai "Troia, non ho fatto pipì"

    Sull'aereo non eravamo in molti: una famigliola composta da mamma, papà e due gemelline che dormivano tra le braccia dei genitori; una coppia di fidanzati che a parte qualche carezza ogni tanto non si manifestavano chissà quale amore, io con il mio libro, una vecchia signora avvolta in una pelliccia lorda e polverosa, qualche altro personaggio di poco conto e le hostess.
    Beh, se non siete amanti della bisessualità questa parte del racconto la troverete un po' noiosa, ma fidatevi il resto vi terrà in tiro per lungo tempo.
    Il decollo normale e il sole fa capolino tra qualche nuvola illuminandomi il volto. "è proprio un bel giovanotto lei, sa?" la vecchia si era seduta vicino a me e con un sorriso dolce mi rivolgeva la parola. "sa io la conosco, non bene... ma la conosco!" ora il suo sorriso iniziava a incupirsi, ma poco mi importava. "beh, immagino che lei sia una delle tante mie fan che mi seguono in giro per il mondo allora" dico con voce scherzosa, "sia serio!" lo dice quasi gridando, cosa che porta parte dell'aereo a girarsi verso di noi; "scusi non volevo metterla in imbarazzo, ma mai avrei immaginato di rivederla qui, su questo aereo tra l'altro... le dirò due nomi e poi le spiegherò chi sono. Il primo Jasmine..."
    sentii un tonfo al cuore, Jasmine era stata una ragazza che conobbi durante i miei studi di medicina e con cui ebbi una specie di relazione. I suoi capelli neri e soffici mi ritornarono alla mente e il loro odore mi inebriò di nuovo le narici, li potevo sentire di nuovo tra le mie dita come quando ci giocavo nei nostri momenti più intimi. I suoi seni, morbidi, rosei e delicati, diventavano come plastilina al tatto e rigidi quando li baciavo, il sapore della sua pelle era di pesca e adoravo baciarla, morderla e sentirla mia. La sua immagine nuda mi ritornò alla memoria e ricordai le nostre notti insieme: adoravo leccarle la fica e sentirla gemere, giocavo spesso con il suo clitoride e ciò la eccitava tanto da farle inarcare la schiena e irrigidire tutti i muscoli, ma il momento più bello era quando entravo dentro di lei e con colpi secchi la scopavo, il suo labbro si piegava sotto la pressione dei suoi denti e strizzava gli occhi per il piacere, intanto io mi gustavo i suoi seni, mordevo i capezzoli delicati e continuavo a stantuffare con foga e forse anche amore, le sue gambe chiuse intorno ai miei fianchi e la vagina che iniziava a cedere ed allargarsi mi permetteva di regolare meglio i colpi, il suo interno era umido e caldo, mi accoglieva con gentilezza e io adoravo in quei momenti essere rude e senza grazia. Adoravo tutte le posizioni con lei, ma quando si sedeva su di me, in quei momenti rimanevo senza possibilità di comando, si muoveva sul mio corpo come nessuno ha mai fatto, sentivo le labbra vaginali toccare la base del mio cazzo per poi risalire fino alla metà dell'asta e con convinzione ritornare giù per poi riprendere il loro percorso; la rotazione del bacino mi donava una strana sensazione di delicatezza e debolezza, e in quei momenti ero totalmente a lei sottomesso. Le nostre nottate terminavano con una 69 dove lei oltre che con il mio arnese si divertiva a stuzzicare anche il mio buco e ogni volta che infilava il suo dito freddo all'interno un brivido mi percorreva la schiena e lei in quel momento strizzava leggermente i denti per farmi provare ancora più dolore; ma ero in pace così, avevo in bocca il suo fiore e facevo entra e uscire la lingua con maestria, divoravo quel momento ed ero padrone di quella piccola gioia. Entrambi godevamo fino a quando non venivamo rispettivamente nelle bocche altrui e ingoiavamo tutto.
    I miei ricordi in ogni modo furono interrotti subito dalla vecchia che continuò "... Deve sapere che è morta qualche anno fa", "Lo so, ma non mi interessa. Fu molto chiara il giorno in cui ritornò a casa, e ho sempre rispettato la sua scelta". La vecchia mi guardò perplessa, si stava sicuramente domandando come facessi a sapere della sua morte e soprattutto se sapessi che lei era la zia di quella povera fanciulla. "parole dure, ma le accetto. Il secondo nome è..." "Buongiorno è il comandante Flavio Maria Del Fante che vi parla..." le mie orecchie smisero di ascoltare... quel nome, non era possibile, quella coincidenza mi stava spiazzando. Guardai la vecchia e dissi con un po' di terrore negli occhi "sembra che sia stata anticipata dall'interfono... Quindi il fratellino è riuscito nel suo sogno noto." La vecchia sorrise "Beh non ho altro da aggiungere allora, in ogni caso credo che dobbiate parlare, soprattutto perchè ha un messaggio per lei". Iniziai a tremare "Non mi interessa, sono passati troppi anni perchè la cosa possa avere valore ormai!" Mentivo, ed era palese tanto e vero che la vecchia se ne ritornò al suo posto senza dire nulla. Chiamai l'hostess, chiesi una pillola per dormire e dopo averla ingerita crollai.
    Non sognai nulla in quelle ore di volo, o almeno non ricordo nulla. Al mio risveglio mancavano 10 minuti all'inizio dell'atterraggio e ne approfittai per andare in bagno, avevo ancora la vescica piena e volevo in ogni caso sgranchirmi le gambe. L'aereo dormiva tutto, tutto tranne il giovane padre, passai accanto a lui per andare in bagno e con un fare distratto gli sfioro una spalla (tocco non voluto ma avvenuto). Arrivo in bagno, sbottono la patta e caccio il mio cazzo, barzotto e inizio una lunga pisciato, inclino la testa e faccio schioccare una vertebra cervicale. Ora stavo meglio. Apro la porta per uscire e il giovane padre mi spinge di nuovo dentro e senza chiedere nulla mi infila la lingua in bocca. Rimango pietrificato, ha l'alito che profuma di menta e si nota che è la prima volta che ci prova con un uomo perchè non ci sa fare tanto. Si stacca e mi guarda spaventato, blocco la porta e mi fiondo sulle sue labbra, sono carnose e morbide, gli faccio capire cosa voglia dire baciare un uomo; le nostre lingue si intrecciano e nel momento in cui la sua lingua entra nella mia bocca la stringo con le labbra e sento lui gemere, chiude gli occhi e si abbandona ai miei movimenti di lingua e labbra. Finisco di baciarlo, lo guardo, gli sorrido apro la porta del bagno e ritorno a sedermi.
    Atterriamo, recupero il mio bagaglio a mano e mi accingo ad uscire dall'aereo quando l'hostess al portellone dice "scusi lei era seduto al B18?" "Beh si, anche se mi sono spostato al sedile del finestrino alla fine" "Le devo consegnare questo biglietto, buon soggiorno".
    "Spero di vederti domani al bar dell'Hotel les Trois Fleurs alle 20"... era il mio hotel e non avevo programmi per la serata, quindi ci andai, ovviamente con qualche minuto di ritardo.
    Vedendolo lì seduto gelai...
  2. .

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    ciao ragazzi, ho deciso di riprendere anche questo racconto insieme alla serie Punti di sutura. Spero vi piaccia e v prego di farmi sapere il vostro parere sul racconto, lo stile ecc :)
    la prima parte la trovate a questo link: https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=58563176

    "Lascia perdere F, e smettila di rompere..."
    messaggio inviato, visualizzato e nessuna risposta. Tirai un sospiro.
    Erano le 7 e mezza di sera più o meno, ero stanco e non avevo fame; decisi che era ora di farsi un bagno, riempii la vasca mentre mi sciacquavo sotto la doccia. Per il bagno usai dei sali che il vecchio proprietario dell'appartamento, un signore di buone maniere, aveva lasciato come piccolo dono. Il vapore riempì la stanza e il profumo emanato dai sali e dal bagnoschiuma che avevo usato placarono la tensione dei miei nervi. L'acqua era bollente, tentennai a entrarci, ma quando fui dentro, dopo un piccolo brivido dato dallo sbalzo eccessivo di temperature, riuscii a rilassarmi completamente. Chiusi gli occhi e mi immersi, risalii a pelo dell'acqua e dopo quella sera sorrisi di nuovo. Ero in uno stato di calma e pace con me stesso, nulla mi toccava, ero isolato dal mondo, da solo e contento. Mi addormentai, e mi svegliai dopo un buon tre quarti d'ora. Svuotai la vasca rimanendoci all'interno e godetti del cambio di temperatura che temperò i miei muscoli facendo indurire leggermente il mio membro, lo guardavo e tentavo di capire se avessi o meno voglia di segarmi. Lo toccai un po', le natiche mi vibrarono leggermente e i muscoli dello sfintere si contrassero, gemetti: no, non ne avevo voglia.
    Uscii dalla vasca e presi un grande asciugamano di spugna e dopo essermici avvolto all'interno mi asciugai e mi misi il pigiama. Andai in camera e presi il cellulare: 3 chiamate senza risposta da mamma, un sms da papà ("probabilmente stai facendo il bagno, ma la mamma è preoccupata... dai segnali appena ritorni in vita") un buonanotte e fate i bravi fu la mia risposta, 6 messaggi di whatsapp di cui 2 di G uno dalla mia migliore amica e i restanti 3 di un gruppo. Risposi un po' a tutti e decisi di addormentarmi.
    "Ehi bastardello... svegliati stupido" aprii leggermente gli occhi e seduto accanto a me c'era F e accanto a lui G: "cazzo ci fate qui?! e come siete entrati?"
    "G lasciami solo con lui e grazie ancora per avermi accompagnato" al che G mi fa "dai amico ti restituisco la copia di chiavi che mi avevi prestato", ora ricordavo: avevo prestato a G una copia delle mie chiavi perchè gli serviva un appoggio un fine settimana che doveva fare dei lavori nel suo appartamento e io ero in vacanza in quel periodo.
    "senti sono troppo stanco pezzo di merda, se vuoi dormire qui c'è il divano in salotto, poi domani mi dici tutto quello che mi vuoi dire" F annuì, si mise in mutane e si mise sotto le mie stesse coperte e mi abbracciò... gelai e con il fiato spezzato e le lacrime agli occhi dissi: "cazzo ti prende, cosa vuoi ancora?" non so perchè ma stavo piangendo e singhiozzando come un pazzo, iniziò a baciarmi il collo e la schiena e a sussurrare "scusami, scusami", mi liberai dalla sua presa e mi alzai dal letto e ancora in lacrime, guardandolo con disprezzo, dissi: "credi che qui ci sia un cretino, un bamboccio qualsiasi, una delle tante troiette che ti fai e di cui ti vanti... non so se ricordi quello che hai, anzi mi hai fatto... io credo non lo dimenticherò facilmente... fanculo io me ne vado sul divano e non osare seguirmi. domani mattina chiariremo del tutto quello che è successo" e così fu, dormii sul divano, e realmente dormii (non credevo fosse così comodo in fin dei conti).
    La mattina dopo quando mi svegliai F era già sveglio e aveva preparato due americani e una piccola colazione, credo non avesse dormito ma continuava ad avere quello sguardo di ipocrita stampato in faccia: "ti prego di spiegarmi tutto quello che è successo l'altra sera, ho degli spezzoni in mente ma non riesco a ricollegarli".
    Raccontai tutto e lui sgranò gli occhi: "non è possibile... non credevo di aver fatto tutto ciò! ok Bastardel" battei un pugno sul tavolo e dissi "chiamami ancora così in casa ma e giuro che non ne esci vivo"... "ok scusa, comunque... sarò sincero, non so cosa mi sia preso, ma credo che mi piaccia l'idea di scoparti, Dio nemmeno l'ho detto e già ce l'ho in tiro" "mi fai schifo" replicai. il silenzio invase la cucina. "Ho troppa voglia, sarà il nostro segreto e non puoi rifiutarti, quando uno dei due starà in necessità l'altro volente o nolente ci sarà", si alzò e si avvicinò a me, ero pietrificato "... e poi i tuoi capezzoli, più belli di quelli di una donna, spogliati... ora!" lo guardavo sconvolto e disgustato, "va be' ho capito" disse e mi iniziò a sbottonare la camicia del pigiama "sarò più dolce prometto" apertami la camicia iniziò a toccare e stimolare il petto e l'addome e poi si avvicinò con la bocca ai capezzoli, sentii il suo alito caldo far dilatare la chiara e la lingua iniziare a giocare con la punta, un brivido mi percorse la schiena e una strana sensazione di godimento mi prese. I suoi denti affondarono nel mio petto e con la lingua emise uno schiocco, si staccò lasciando un segno violaceo sul mio petto "ora sei marchiato Bastardello, e non puoi dirmi nulla perchè ora sei mio" ero inerme.
    Si sfilò le mutande e decise che io sarei stato solo una marionetta nelle sue mani e così fu, soprattutto perchè mi sentivo vuoto e incapace di reazione "su mia bella troietta, dammi il tuo bel buchetto", mi alzò di forza mi girò e mi piegò sul tavolo e dopo avermi abbassato i pantaloni a molla del pigiama penetrò in un solo colpo, senza lubrificare e senza protezione. "sei proprio una troietta e sanguini come una troietta" mentre diceva questo sentivo un dolore atroce al culo e gocce di sangue denso scendere giù per lo scroto. iniziò a battere subito con forza e urlava sempre più forte io piangevo e tentavo di dire qualcosa ma lui mi schiacciava la testa sul tavolo rendendomi impossibile l'emissione di qualsiasi parola. al 12 colpo uscì dal mio sedere e disse "guarda che schifo hai combinato, direi che devi pulire, vero?" mi girò e mi fece entrare il suo cazzo in bocca, sentii un misto di sangue precum e umori anali invadermi la bocca e i conati di vomito arrivarono immediatamente: "godi piccolo, lo so che ti piace, sei un bravo succhia cazzi" e mentre diceva tutto ciò iniziava a scoparmi la bocca con aggressività e desiderio. Ci prese gusto e continuò a farlo per un buon 10 minuti, facendomi prendere ogni tanto aria, quel minimo che bastasse affinchè non soffocassi. "è ora che un vero uomo ti prenda in braccio" e così fu, mi prese in braccio e mi schiacciò contro una parete e inizio a spingere il suo cazzo dentro di me, fu molto più doloroso anche se lui era lubrificato a sufficienza, il mio sedere era ancora dolorante e tentava di rimanere stretto per paura e dolore, lui rideva e io iniziavo finalmente a godere e lo notò sfortunatamente. Rise e mi afferrò il cazzo e lo strinse forte, delle goccioline di precum uscirono dalla punta del pene e le raccolse e me le fece assaggiare, intanto continuava a scoparmi e dopo aver stretto con forza il mio cazzo inizio una sega violenta e dolorosa, venni in poco tempo e si divertì a giocare con il mio sperma e farmelo bere. erano passati un 5/10 minuti e ormai era stanco della posizione nonché pronto a esplodere, doveva decidere solo dove, e lo fece in poco tempo "bastardello prendimi un bicchiere muoviti" obbedii, camminai zoppicando fino alla credenza e presi un bicchiere e glielo portai, mi ordinò di sedermi e osservarlo senza potermi toccare, iniziò a masturbarsi, fu una delle seghe più belle che abbia mai visto (era incapace a farle agli altri, o almeno a me, ma con il suo membro ci sapeva fare) tornai in tiro in pochi secondi, il suo fiato era corto ed esplose nel bicchiere "ora alzati e vieni qui; camminai a fatica sia per l'erezione che per il dolore "non toccarti, e bevi lasciandomene un po'" eseguii i suoi comandi e dopo aver fatto quello che mi aveva detto gli ridiedi il bicchiere (il suo sperma aveva un buon sapore, non troppo forte e un po' acidulo), raccolse quello che avevo lasciato e lo mise sul mio cazzo per poi prenderlo tutto in bocca e succhiare fino a che non venni (un pompino spettacolare, sapeva giocare con la lingua negli spazi di solito coperti dal prepuzio e molto delicati), mantenne in bocca lo sperma e decise che non ero ancora degno di un bacio e sorridendo ingoiò.
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    la prima parte la trovate qui: https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=58505850
    la seconda parte qui: https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=58506783
    la terza parte qui: https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=58522733

    scesi dal letto e chiusomi in bagno mi buttai sotto la doccia.
    L'acqua calda aveva appannato i vetri della doccia, i miei muscoli fino a poco prima contratti andavano distendendosi mentre la mia mente ripercorreva tutto quello che avevo fatto. Sentivo lo sperma colare giù per le natiche facendosi strada sulle gambe per atterrare in una piccola pozza densa sul piatto della doccia. Sorrisi e mi lavai.
    Uscito dalla doccia con un panno pulii lo specchio del lavabo e decisi che era il momento di aggiustare la barba. Stetti un tre quarti d'ora abbondanti in bagno, quando uscì la casa era nel silenzio più totale, un filo d'aria fredda mi giunse ai piedi. Mi diressi verso la stanza da cui proveniva e vidi quel ragazzo perfetto nudo al balcone che osservava delle lucciole pronte ad andare a dormire. Andai in cucina e preparai del caffè americano, glielo portai e dopo il primo sorso sorridendo gli dissi: "noto che non ti riesce di lasciare in pace quella ferita. quando finisci il tuo caffè raggiungimi nello studio che ti sistemo per un'ultima volta". Voltandomi mi diressi verso lo studio e sentì la tazza infrangersi al suolo e una voce flebile "come... come un'ultima volta".
    Lo aspettai nello studio, aveva indossato delle mie mutande e il mio pantalone del pigiama, con un panno morbido tamponava il taglio in modo da non macchiare i miei indumenti, si distese e senza dire una parola attese che iniziassi il mio lavoro. Fui veloce, preciso, ma anche un po' sadico; lui tuttavia non mi diede molte soddisfazioni, terminato il mio lavoro gli fasciai l'addome e andai dietro la scrivania per leggere alcuni documenti.
    Si alzò dal lettino: "io..." lo interruppi: "io credo che tu debba andare via, ti ho preparato dei vestiti in bagno... ti consiglierei di prenderti una settimana di riposo da qualsiasi attività, poi dovresti riprendere più energico di prima. medicinali non sono solito prescriverne, ma se ne vuoi qualcuno basta chiedere"; tutto ciò senza distogliere lo sguardo dai documenti che analizzavo. sentì i suoi piedi nudi girare sul pavimento e camminare fino al bagno. dopo una decina di minuti sentì la porta di casa chiudersi, solo in quel momento alzai lo sguardo dalle carte e asciugai due lacrime spuntate per lo scarico della tensione.
    Decisi che era ora di prendermi una pausa e prenotai un volo per un paesino della Francia. sarei partito l'indomani con il primo volo e quindi decisi di preparare la valigia.
    Alle 6 chiamai un taxi affinché mi portasse in aeroporto, arrivai ai controlli di sicurezza troppo in anticipo, c'erano solo due ragazzi ai controlli: uno grassottello intento a mangiare la sua colazione, un altro alto ma insignificante. passai i controlli senza problemi, e non essendo il gate ancora visibile decisi di attendere su una panchina a una decina di metri dai controlli. Presi dalla borsa che avevo con me un libro e lo iniziai a leggere. Una macchiolina di tè su una pagina mi ricordò dove avessi preso quel libro e iniziai a ridere ricordando tutto l'accaduto. "deve essere molto divertente il libro; almeno più del mio turno credo" a parlare era la seconda guardia, l'altra era ancora presa dalla sua colazione. "certe volte non è ciò che si legge, ma come lo si legge che fa ridere; tutto qui".
    L'aeroporto era desolato e lui, come mi disse, avrebbe staccato in un 15 minuti più o meno e gli avrebbe fatto piacere chiaccherare un po' con me. Acconsentii, dopotutto mi volevo conservare il libro per il volo. Lo aspettai all'unico bar del dutyfree dove mi permisero di fumare una sigaretta. Quando arrivò non era più vestito da guardia giurata ma come un ragazzo di buona famiglia: camicia e maglioncino, pantalone taglio classico ma il tessuto era economico e un paio di scarpe nike. Finii la sigaretta e iniziammo a parlare un po'.
    una mezz'oretta prima dell'imbarco decisi di andare in bagno per liberare la vescica, il ragazzino mi seguì ed entrato in bagno con me iniziò a palparmi, decisi di cogliere l'occasione: mi sbottonai il pantalone e tirai fuori il mio membro ancora molle e lui senza dire nulla si chinò e lo prese tutto in bocca, era delicato e dolce, mi annoiai e decisi di essere più rude, spinsi il mio membro completamente nella sua gola, fino a sentire il suo naso immerso nei miei peli pubici. iniziai a dargli colpi veloci e assestati e sentii i suoi gemiti misti ai conati di vomito che gli procuravo; ora godevo. intanto anche lui aveva cacciato il suo membro, di buone dimensioni, circonciso e con la cappella rossiccia per l'eccitazione; se lo menava con forza e desiderio, godeva come un matto. Il suo respiro si fece più pesante e iniziai a sentire i suoi denti sul mio cazzo, capii che stava venendo e dopo pochi secondi lo fece, macchiando gran parte del pavimento. decisi di venirgli sul volto, appena uscii dalla sua bocca riprese a respirare a pieni polmoni e con fatica, gli alzai il viso e gli dissi di cacciare la lingua, obbedii. ben 8 flutti gli colpirono capelli occhi naso labbra e lingua, decise di pulire il mio arnese senza che gli chiedessi nulla. risistemai il mio pene nei pantaloni e raccolsi un po' del suo sperma sul pavimento e glielo feci leccare... "sei stato una brava troietta" dissi scompigliandogli i capelli.
    Andai all'imbarco e mentre ero in fila pensai "Troia, non ho fatto pipì"

    Se volete sapere come continua la storia, e siete soprattutto curiosi di sapere cosa succederà al pugile, fatemelo sapere :)
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    si parlava da un po' di ragazze e il cavallo del pantalone di tutti era diventato fin troppo stretto e aderente. scusate non mi sono presentato, chiamatemi N; sono un ragazzo di 20 anni e passa, non mi descriverò. quella che sto per raccontarvi è ciò che vissi una sera in compagnia del mio gruppo di amici, ma non credo che loro lo ricordino.
    dicevamo... ah sì, F descriveva minuziosamente i capezzoli di questa puledrona mentre faceva qualche tiro; L era pronto a crollare per via della bottiglia e mezza di vino mandata giù; G stava già al terzo spinello e io, N, sobrio e lucido li guardavo e ascoltavo. credo che tutti sappiate che di solito si sceglie il guidatore della serata, ebbene nel mio gruppo sono sempre io, e la cosa non mi dispiace sinceramente (odio la puzza d'erba e la bocca pastosa per l'alcol); in ogni caso F aveva abbandonato i capezzoli per passare ad altro, non ricordo con precisione cosa, ma ricordo che quando stava per spiegare come l'aveva montata sentimmo un tonfo; iniziammo a ridere subito: L era caduto per terra e aveva iniziato a russare. G mi chiese di aiutarlo a portarlo in macchina (la macchina di G era un vecchio furgoncino che aveva adibito per questo tipo di serate e altre con un paio di materassi e qualche coperta). messo a dormire L ritornai da solo da F; in quanto G aveva deciso che avrebbe riposato un po' anche lui.
    mi sedetti al mio posto e aspettai che F riprendesse il suo racconto, ma ci guardavamo senza che nessuna parola riempisse l'aria; ruppi il silenzio "lo so che lo sai" "cosa?" fu la sua risposta anche se i suoi occhi non abbandonavano i miei e i suoi denti avorio si intravedevano da delle labbra perfette. "dai cazzo, lo so che lo sai quello che starà facendo G a L; e sai che io non posso fermarlo... cazzo lo starà stuprando in un modo schifoso, vallo a interrompere" "perché dovrei?! entrambi lo vogliono". calò di nuovo il silenzio. mi alzai, ma lui continuava a fissarmi e disse "lo so che lo sai" "troia se lo so... te l'ho appena detto io!" dissi inferocito, "nah bastardello (mi chiamava così in quanto figlio di un secondo matrimonio), lo so che lo sai che quei capezzoli non erano di J" "ma che me ne fotte di chi fossero, e ti ho ripetuto mille volte che non sono un bastardo" iniziavo a infastidirmi come non mai. "ah ah bastardello ti dovrebbe interessare di chi sono"; mi sedetti e fu lui ad alzarsi e dopo avermi dato un pugno sul braccio andò in bagno, credo. lo odiavo, ma era il migliore amico di G e dovevo sopportarlo.
    "ehi bastardello, avranno finito secondo te?" non gli volevo rispondere. ero semi disteso sul divano con le gambe aperte che fissavo il vuoto, lui provò a chiamarmi un altro paio di volte, ma non gli volevo rispondere. mi si sedette sulle ginocchia e mi diede uno schiaffo in pieno viso, forte da lasciarmi un piccolo alone per qualche secondo ma non tanto da farmi male e richiamare la mia attenzione. "bastardello noto che sei più fatto di me, hai lo sguardo da puttanella proprio"; "disse colui che per natura ce lo ha stampato in faccia ogni giorno, succhiacazzi" (spesso avvenivano questi discorsi tra di noi). stavo aspettando la sua risposta e portai la testa all'indietro come per stiracchiare il collo e chiusi gli occhi. sentì una leggera pressione sui pantaloni e una mano fredda entrarmi nelle mutande. "cazzo fai?" urlai buttandolo a terra. ero allibito, era il più grande donnaiolo che avessi conosciuto. "te hai fumato troppo, andiamo in macchina che vi riaccompagno a casa"; mi abbottonai i pantaloni e allungai una mano per farlo alzare, la strinse forte e mi butto giù accanto a lui, mi salì sul petto e mi ficcò la lingua in gola, solo 2 secondi; mi sputò in piena faccia e raccolse lo sputo, mi aveva bloccato le mani e iniziava a mancarmi il fiato; lo sentì mordicchiarmi il collo e giocare con la mia pelle.
    "vaffanculo troia" dissi con pochissima voce... "oh no, no bastardello; qui la troietta sei tu"; mi diede un pugno sul costato in modo che non avessi la forza di reagire e mi girò. sentì il suo coltellino svizzero passare per la schiena fino al pantalone e arrivato lì affondare nel tessuto e aprirlo come burro. "sei più fornito di altre ragazze bastardello, chissà se tanta carne è buona o indigesta", mi mancava ancora il fiato e avevo le lacrime agli occhi. sentì il suo cazzo caldo attraversarmi le natiche e cercare il buco, lo trovò troppo facilmente, ma non fu così facile entrarci; ebbe bisogno di tre tentativi. ero inerme e stranamente godevo per questo.
    bene al terzo tentativo era dentro e inizio a scoparmi, ma sentivo i suoi occhi puntati sul mio viso. mi asciugò la lacrima e mi disse "è solo per divertirci bastardello" annuì, non avrei potuto fare altro. godeva, lo sentivo; ansimava e tentava di contenersi; il suo cazzo era grosso e gonfio, sentivo i muscoli dell'ano cedere ai suoi movimenti. a un certo punto sentì un dolo straziante ma bellissimo: si era girato, senza uscire da me; mi ritrovai i suoi piedi in faccia e iniziai ad annusarli; avevano un buon odore, era forte ma non fastidioso. girò di nuovo e uscì dal mio buco. si sedette sul divano e mi fece segno di mettermi in braccio. lo feci, entrò di nuovo; mi sbottonò il pantalone e rimise le mani nelle mutande iniziando una sega. poi infilò una mano sotto la mia maglietta e salì fino ai capezzoli e iniziò a stringere forte "ti avevo detto che ti avresti dovuto interessarti della mia descrizione, te li osservo da un po'" disse ridendo; il suo fiato ormai era corto e io stavo per venire nelle mutande per la sua sega (non è bravo a farle se vi può interessare); venni. cacciò la sua mano dalle mie mutande e me la passò tra i capelli pulendosi per bene; gli sputai in faccia "me lo dovevo aspettare, basterdello." raccolse con la mano la mia saliva e l'assaggiò, poi mi infilò tre dita in bocca (sapevano di sperma e differenti salive, era disgustoso) e si divertì a farmi venire i conati e a "scoparmi la bocca".
    abbandonò la bocca e mi strappò la maglietta; iniziò a leccarmi i capezzoli mentre con due dita tentava di allargarmi ancora di più il culo (fortunatamente non ci riuscì questa volta).
    era sul punto di scoppiare, me lo sentivo; avevo abbastanza forze, quindi mi alzai e zoppicando un po' mi allontanai; rimase sconvolto e con il cazzo pronto a eruttare "fai da te, ora hai un buon motivo per chiamarmi bastardello". credo che abbia finito di liberarsi nel culo di L.
    li riaccompagnai tutti a casa e tornai da me; buttai i panni, mi feci una doccia e mi misi nel letto. il giorno dopo i tre mi chiesero di raccontare quello che era accaduto la sera prima L non ricordava nulla per via dell'alcol, F e G invece per via di qualche sostanza aggiunta da G negli spinelli; dissi che erano crollati tutti come dei bambini e che li avevo riaccompagnati a casa con qualche difficoltà nel metterli a letto. F mentre dicevo questa balla mi guardava con uno sguardo abbastanza interrogativo, forse non si ricordava realmente cosa fosse successo, ma sapeva che non era andata come avevo detto io.

    è inutile dire che mi farebbe piacere leggere i vostri commenti ed avere i vostri suggerimenti :)
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    grazie mille :) comunque non so se continuare questo o iniziare un nuovo racconto :|
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    la prima parte la trovate qui: https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=58505850
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    lo fermai...
    "cosa ti prende ora? credevo che anche tu volessi"; non era la prima volta che un paziente ci provava con me, ma con lui era diverso: qualcosa mi bloccava. "prendi la tua zuppa, dopo ne riparliamo" gli passai il piatto e andai in bagno per sciacquarmi; la mia faccia era rossa e le mie orecchie molto calde, perché quel bamboccio mi faceva quell'effetto? era agitato tanto che l'acqua che avevo tra le mani cadde più a terra che sul mio volto. presi uno strofinaccio, asciugai e mi spogliai, ero in tiro. chiusi la porta del bagno e iniziai a segarmi ripensando alle sue mani che mi palpavano nel mio ufficio, riuscivo a sentire di nuovo i suoi calli muoversi sulle mie natiche, e la sua lingua muoversi delicatamente sul mio collo (mi guardai allo specchio e vidi il segno violaceo di quel succhiotto) velocizzai la sega, mi venne da ansimare e lo feci senza problemi.mi fermai prima di venire, avevo iniziato a sudare quindi decisi di buttarmi sotto al getto della doccia fredda e in quel momento calò la bandiera. uscì dal bagno ancora bagnato e solo con l'accappatoio un po' aperto sul petto, ma ben serrato sulla vita. andai nella stanza dove lo avevo lasciato; dormiva, il suo viso era angelico e per una volta sorridente mi avvicinai e lo coprì con una coperta che usavo solitamente nelle sere in cui decidevo di stare con il camino spento. notai che a contatto con la coperta il suo pene fremette e la cosa mi fece sorridere. lo baciai, un bacio a stampo, ma pur sempre un bacio; gli accarezzai il volto e andai nella mia stanza. mi buttai sul letto senza cambiarmi e ancora piuttosto bagnato, credo di essermi addormentato dopo pochissimi minuti. mi risvegliai alle 4 del mattino, era domenica credo e fuori diluviava mi alzai dal letto e andai nell'ingresso. era seduto sul divano e osservava il fuoco da lui acceso che brillava nel camino, era ancora nudo e il suo membro toccava con la punta la pelle del divano poggiando con tutta l'asta sulle palle piuttosto gonfie. lasciai cadere l'accappatoio e mi distesi accanto a lui poggiando la testa sulla sua gamba e iniziai a osservarlo. il suo volto aveva perso la serenità di prima, le labbra erano serrate come sempre e gli occhi rapiti dallo spettacolo delle fiamme. mi prese ad accarezzare la testa, allungai una mano verso la sua guancia al tocco era umida, almeno mi sembrò poiché scostò subito la testa e dicendo: "non credevo ti saresti svegliato prima delle otto", non riuscivo a parlare, ero troppo estasiato dal suo volto e dalla luce che lo colpiva secondo l'ondulare delle fiamme. continuò "la tua governante ha lasciato un messaggio in segreteria dicendo che oggi non verrà e che tutto quello di cui ha bisogno sa dov'è" riuscì a parlare dicendo "non è carino ascoltare messaggi destinati ad altri lo sia? comunque meglio così" "come non è carino baciare una persona che dorme" scattai su sconvolto dalla sua affermazione e lo guardai con gli occhi sbarrati, ora riuscivo a vedere il percorso umido percorso dalle sue lacrime: "ti ha fatto male la cucitura?" "no, è tesa piuttosto bene, quindi il dolore è sopportabile" "grazie per il complimento" volevo alzarmi dal divano, ma mi tirò giù per le spalle e mi baciò, ma questa volta fu più deciso e la sua lingua si unì alla mia senza che potessi fare nulla, le sue mani mi stringevano, ma le sue labbra erano più forti. rimasi immobile con lui che faceva tutto. allentò la presa delle mani e inizio a palparmi e a giocare con i miei capezzoli. mi lasciò "come mai non sei ancora scappato? come hai fatto sempre dopotutto" mi alzai e andai in camera, mi distesi sul letto e lo aspettai. arrivò dopo un'ora "il fuoco si è spento e ho freddo" gli feci segno di venire accanto a me. si distese facendo un po' di fatica, lo baciai a stampo di nuovo "ora sei sveglio" e posai la testa sul suo petto, riuscivo a sentire il battito cardiaco, era tranquillo. io no. "sono stanco di aspettare" disse e con movimenti molto veloci si distese su di me e bloccandomi mani e gambe iniziò a baciarmi ovunque, ora era eccitato e sentivo la sua precum sul mio addome, anche io ero eccitato e lui se ne accorse perché abbandonò la stretta e inghiottì il mio cazzo in un solo boccone, mi teneva le gambe aperte e solleticava la spaccatura delle natiche. venni dopo poco, sputò quello che gli era rimasto in bocca creando una macchia biancastra sul mio letto. la sua asta pulsava e la precum colava a fiotti, la usò per lubrificarsi e senza che io facessi niente mi penetrò con rabbia e foga, ma prima di farlo mi sussurrò in un orecchio "ci piacerà" e dopo aver morso un po' il lobo mi ritrovai con le nostre lingue intrecciate. il dolore fu atroce. sentì la sua asta completamente dentro, il mio corpo si contrasse tutto e sbarrai gli occhi. i suoi occhi erano chiusi e il suo viso emanava soddisfazione dai pori, non riuscivo a vederlo bene dato che non smetteva di gustarsi le mie labbra, ma dai giochi della sua lingua riuscivo a capire che stava godendo e io pure. i suoi colpi erano sempre forti e decisi, credo di aver sanguinato ma non me ne curavo, sentivo i muscoli dell'ano contrarsi e dilatarsi e le sue palle sbattere contro la mia pelle. si staccò e mi girò senza che potessi dire nulla. "quando scopo lo faccio come se stessi sul ring" mi spinse il volto sul cuscino e si rifece spazio tra le mie natiche. ora i suoi colpi erano più forti e ritmati non mi riusciva di urlare, sentivo solo le lacrime scendermi sulle guance e la sua lingua leccarle. credo che la cucitura gli facesse un po' male, i colpi erano meno forti. mi alzò il bacino e mi tirò su strattonandomi per i capelli, continuava senza sosta facendomi incurvare la schiena fino al massimo, ero di nuovo in tiro e se ne accorse perché iniziò a segarmi, ma con violenza, mi stringeva talmente forte che da uno specchio vidi i muscoli del suo braccio completamente contratti, stavo per venire quando si fermò. si distese e capì che mi dovevo sedere su di lui, e così feci, ma questa volta non ebbe il tempo di muoversi: iniziai a muovermi velocemente su di lui stringendo il più possibile i muscoli dello sfintere che ormai erano esausti. stava per dire qualcosa ma gli tappai la bocca infilandoci due dita che iniziò a succhiare con molto desiderio. mi accarezzava il sedere mentre io continuavo con i miei movimenti, lui aveva iniziato a mordicchiare le mie dita quando sentì sei fiotti uscire dal suo cazzo, ma io non mi fermai. iniziò a gemere ma godeva, ora mi aiutava con i movimenti e continuava a leccarmi le dita. mi alzai e mi svuotai su di lui... scesi dal letto e chiusomi in bagno mi buttai sotto la doccia.

    commentate per favore :) sono curioso dei vostri pareri e se secondo voi potrei continuare o chiuderla qui ahahahaha
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    rimasi chiuso in quel posto più o meno per un'altra ora, se non di più: il libro mi aveva preso e una cameriera belloccia mi aveva offerto dell'altro tè. in ogni caso quando uscì aveva smesso di piovere e poche stelle facevano capolino da qualche buco di cielo rimasto visibile in quella coltre grigia di nuvole. adoravo quelle sere, il freddo pungente, il rumore delle scarpe sul pavimento bagnato e il profumo di aria pulita che riempiva la città. decisi di allungare per il parco così da godermi tutto ciò che mi circondava. il parco non è un posto tanto carino a quell'ora del giorno, e mi erano giunte voci di rapine stupri e qualche leggendario omicidio, ma non mi interessava più di tanto. ero a metà del parco e decisi di sedermi su una panchina ad osservare dell'acqua che cadeva giù per le foglie di un albero secolare e soprattutto perché mi sentivo seguito; rimasi lì seduto per un 10 minuti, nessuno si fece avanti; mi rialzai e ripresi la mia strada, il mio passo era deciso e il mio atteggiamento fiero, credo sia stato questo a incuriosire due barboni che avevano appena lasciato il senno nelle mani di Bacco; mi si avvicinarono con disinvoltura, videro la mia valigetta e mi salutarono così: "oh mio caro eccellentissimo dottore, cosa la spinge a far visita a noi, due barboni pronti alla morte a quest'ora della sera", come mia abitudine sorrisi e continuai a camminare. indispettiti continuarono a seguirmi urlando: "aspetti, e non ci guarda nemmeno? sa un tempo avrebbe pregato di visitarci, eravamo due grandissimi signori. le vogliamo concedere quest'onore, non si tiri indietro". "mi spiace, ma non posso curar Lei e il suo amico, son bravo solo a pulire e cucire", "la sua borsa di pelle rifinita a mano dice tutt'altro; comunque se non ci vuol visitare ci darà alt..." sentì questa parola strozzarsi in gola del barbone e un tonfo accompagnato dal rumore dell'acqua che schizza, mi giro e vedo il secondo barbone dare un pugno all'addome di un ragazzo incappucciato per poi essere steso con un colpo secco alla nuca. il ragazzo ovviamente lo conoscevo, e credo abbiate capito chi sia, in ogni caso noto subito una macchia di sangue spandersi sulla felpa. con sguardo freddo analizzo la situazione, può camminare, ma non per molto, l'ospedale è troppo lontano e nella valigetta mi mancano delle cose che credo di avere a casa. girandomi e riprendendo a camminare dico "mi fai lavorare doppio così, cammina e seguimi che siamo quasi arrivati" sento i suoi passi seguirmi e il suo fiato affaticarsi per il dolore "non avresti dovuto, so difendermi anche da solo; in ogni caso grazie... premi questo sulla ferita e tenta di stare rilassato" dicendo questo mi sfilo un fazzoletto di stoffa doppia dalla tasca e glielo lancio. arrivo davanti al portone apro e mi incammino per le scale dell'androne, non lo sento salire "non credere che ti porterò in braccio, sali, muoviti!" le sue scarpe iniziano a fare rumore sulle scale e la ringhiera tramava al peso del ragazzo affaticato. entrai in casa lasciando la porta aperta, la governante aveva lasciato il camino acceso e la casa era ben riscaldata, tolsi il giaccone e mi avviai nello studio; lui entrò, chiuse la porta dietro di se e svenne sul pavimento “ti avevo detto che non volevo portarti in braccio” pensai. ritornai nell’ingresso e lo portai nello studio lo spogliai e lo lavai tutto con una spugna soffice e acqua tiepida, iniziai dal viso che era violaceo, passai al collo che presentava delle piccole chiazze bluastre, poi i pettorali e capezzoli che si dilatarono non appena l’acqua calda li toccò, ora erano rosei e di una forma perfettamente circolare; scesi all’addome e arrivato alla ferita gemette e mi strinse una spalla rimanendo privo di sensi; toccò al cazzo che era già leggermente in tiro, emanava un buon odore (un misto di sudore, piscio e sperma ma erano ben mescolati e non pungenti); continuai giù per le gambe che erano perfette e i piedi. Sterilizzai l’ago e presi il filo; disinfettai la ferita molto dolcemente (emise solo un gemito, nulla di più) purtroppo con il filo fui più rude, infatti appena iniziai a cucire emise un urlo atroce e sbarrò gli occhi “quante mosse piccolo, dai che questo è nulla, dopo ti dovrò amputare un arto” dissi scherzando ma con tono molto serio, iniziò a dimenarsi e a piangere non voleva essere amputato; iniziai a ridere come avevo fatto prima nella caffetteria e gli chiesi gentilmente di calmarsi che dovevo finire il mio lavoro. si calmò e iniziò a fissarmi di nuovo come aveva fatto prima, “non mi hai coperto questa volta” mi disse con la voce ancora singhiozzante; “e perdermi tanto spettacolo?! qui non sono più il professionista, questa è casa mia faccio ciò che mi pare” dissi con voce tranquilla anche se sentivo le mie guance diventare rossicce. “non ti capisco… e non capisco neppure cosa mi fai.” “ti sto ricucendo quello che ti sei fatto riaprire e non mi devi capire per forza” “non intendevo questo, tu mi ecci…AHIA…” avevo iniziato a cucire con un certo nervosismo e avevo tirato il filo con un po’ di foga in più. “ti ho già detto che devi stare rilassato altrimenti è peggio, ora taci dopo avrai tutto il tempo di parlare; spero trovi comodo questo lettino perché qui dormirai sta notte” “credo che tornerò a casa, grazie comunque. ora mi rilasso…” e come in precedenza si addormentò di nuovo. finì e andai a farmi un bagno caldo, gli preparai una zuppa calda e lo svegliai “devi mangiare, ti sta salendo la febbre” “ci credo, sono nudo” “non mi dispiace” “mi puoi aiutare a mangiare? non riesco a stare alzato” posai il piatto sulla scrivania e mi avvicinai al lettino per alzarglielo, ma non appena fui vicino mi tirò a sé e mi baciò il collo; risi “non hai il coraggio neppure di bac…” mi ritrovai la sua lingua nella mia bocca ed era calda e dolce, come se chiedesse il permesso per entrare, mi accarezzava le spalle e voleva sfilarmi la maglia. lo fermai...

    continuo?
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    è data tanto che non scrivo, quindi siate clementi e fatemi sapere cosa ne pensate

    aveva una cicatrice sul sopracciglio sinistro: "questa a quale incontro risale?" "due mesi fa, Roma; ogni volta che la vedo ricordo la sconfitta agli italiani"; "quest'altra?" gli chiedo indicandogli un taglio obliquo di poco superiore al capezzolo destro "rissa in strada, fui salvato dal mio allenatore, è il mio start, per via di questa ho iniziato questo sport"; "stringi questo straccio, devo rimettere apposto queste ossa" "non ne ho bisogno grazie" "come vuoi": due rumori secchi provennero dal suo ginocchio in seguito alla mia manovra, lui non fiatò nemmeno, anzi si rimise subito in piedi. "non puoi stare in piedi, caro... il ginocchio non è abbastanza stabile ora" fece un salto per provarmi il contrario; "in ogni caso siediti perché devo finire la medicazione al sotto addome...", aveva un ematoma grande quanto una pallina da tennis che si estendeva fin sotto l'ombelico. inizio a tamponare quando a un certo punto uno schizzo di sangue nero come la pece schizza fuori da un vecchio taglio che non avevo notato fino a quel momento. prendo tutto l'occorrente per la sutura e con la solita razionalità gli chiedo anche quel taglio... "non mi va di parlarne" è la prima volta che sento una certa emozione nelle sue parole, il suo sguardo è basso e vedo una lacrima scivolargli sulla guancia; "non ti credevo capace di piangere", alza lo sguardo e tenta di assestarmi un pugno sul volto, lo schivo unicamente perché il dolore della ferita appena riaperta era oggettivamente devastante; "non sei stato bravo a richiuderla e a pulirla, rischiavi grosso; sei stato fortunato che sia esplosa davanti a me; ah un'altra cosa, non ti conviene colpirmi per il momento, aspetta almeno che abbia finito la medicazione" gli dico con un sorriso molto genuino stampato sul volto. le sue labbra violacee si contraggono, il volto e lo sguardo si abbassano di nuovo facendo cadere qualche ciocca riccia davanti la fronte. "ora distenditi, devo cucire; dimmi solo di quanto è vecchio questo taglio e da dove parte". alza lo sguardo, si porta le mani al naso e con un colpo deciso lo raddrizza "ora respiro meglio, il taglio puoi vederlo benissimo tu da dove inizia, e comunque sono un paio di giorni che mi fa compagnia" si toglie i pantaloncini e rimane nudo; il taglio contornava la V del suo addome, ma era profonda solo all'inizio, quindi era abbastanza semplice da pulire e cucire. gli getto un asciugamano sul pene, che era ancora in stato di riposo al momento: "ti da fastidio avere un cazzo troppo vicino alla faccia?" "no, una volta ho dovuto chiudere d'urgenza un taglio proprio lì; è solo che non sapete mai controllarvi quando cucio" detto questo inizio a pulire la ferita in modo preciso, ma il più rudemente possibile; sento le sue urla strozzarsi in gola "smettila di gemere come una femminuccia, mi togli concentrazione", realmente smise; sentivo che mi osservava, era senza parole, i suoi occhi verdi passavano dal suo addome ben definito alla mia testa china su quel taglio, stava per aprire bocca quando gli dissi "ti potrai segare quando avrò finito, i tuoi muscoli devono rimanere rilassati ora" e alzai lo sguardo, lessi il terrore nei suoi occhi "ti stai chiedendo come faccia a sapere quello che volevi dire? bene, faccio questo da fin troppo tempo e potrei schedare ogni singolo paziente che entra solo osservandolo, ti basti sapere questo" chinò la testa sul lettino e credo si addormentò. un tre quarti d'ora dopo finito ciò che dovevo fare, gli diedi uno schiaffo sulla coscia e togliendogli l'asciugamano dal linguine iniziai a sistemare le mie cose "sei abbastanza pronto per la tua sega" non rispose. sentì i suoi piedi nudi toccare il pavimento e i suoi passi zoppicanti avvicinarsi a me "indovina?" mi sentì sussurrare all'orecchio mentre mi palpava il sedere da sopra i pantaloni. senza smettere le mie occupazioni lo lasciai fare, chiusi la valigetta, mi girai e lo salutai. rimase pietrificato, senza parole. andai a mangiare qualcosa, ero stanco, iniziò a piovere quindi mi gettai in una vecchia caffetteria della zona e con una tazza di tè bollente iniziai a leggere un vecchio libro trovato lì; allungai la mano in cerca della tazza, ma non la trovai, alzai lo sguardo e due labbra violacee sorseggiavano il mio tè. iniziai a ridere, i pochi clienti si girarono ad osservarmi, posò la tazza sul tavolino e quasi offeso si alzò e andò fuori. bevvi dallo stesso punto in cui aveva bevuto lui e continuai la mia lettura.

    continuerà? dipende da voi :)
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    Mi piace come lo stai impostando! Continuaaaa ahahahahah
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    É bellissimo il tuo stile, soprattutto perché metti in mostra ciò che tutti proviamo/abbiamo provato/proveremo. Complimenti e non abbandonare la produzione di testi erotici e non, perché sarebbe un vero peccato
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    Bellissimo!! Voglio sapere come continua *-*
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    Interessante... Sono curioso di sapere come andrà tra i due
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    grazie nuovamente :P
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    sono curioso, anzi voglio il sequel :P
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    Grazie per i complimenti :P Firescorpio terrò a mente i tuoi consigli per il prossimo racconto ;)
46 replies since 29/12/2013
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