Gay Boys Reloaded

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Era estate, il ponte di ferragosto. I miei amici ed io, dopo un anno sparso in varie città d’Italia e d’Europa, decidevamo sempre di vederci e dedicare solo a noi una settimana. Eravamo quattro amici, di cui due gay. Tutti single, per scelta o da poco. Io avvocato ventisettenne, uno dei più giovani (e fortunati) d’Italia, Giuseppe un ballerino dal corpo perfetto, Davide un calciatore mulatto di serie C, e Francesco un cubista da sballo.
    Eravamo amici da anni, ormai, e visto che i nostri lavori ci portavano sempre fuori Milano, ogni anno ci vedevamo e decidevamo di passare una settimana insieme con i nostri rispettivi partner, se ce ne fossero stati. Quell’anno eravamo tutti single, e decidemmo una meta più o meno esotica. Trovammo una villetta con piscina in Sicilia, a pochi chilometri da Palermo: era circondata da palme ed aveva un prato all’inglese e delle siepi che evitavano che qualsiasi cosa si vedesse dall’esterno. La villetta era a due piani, con il piano di sotto con cucina, salotto ed un bagno, e poi le scale portavano ad un secondo piano, con due camere da letto, un bagnettino piccolo ed una jacuzzi. 400 euro per una settimana in quel piccolo paradiso ci parse regalato.
    Il primo giorno passammo praticamente tutto il giorno in piscina, con i costumi e certe pose che lasciavano ben poco all’immaginazione.
    “Giuseppe, la smetti di farti quelle cazzo di foto?”
    “Marco finiscila vah. Fatti un appello!”
    Giuseppe era l’unico gay oltre me nel gruppo, e ci conoscevamo da sempre.
    Il secondo giorno, forse per il caldo e per la pressione, iniziavo ad avere strane allucinazioni. Infatti dopo mezz’ora di piscina, presi il mio portatile ed andai nel soggiorno a lavorare. Volevo nascondere la mia erezione, che non passava anche solo sentendoli. Quella sera, per il caldo e le situazioni che c’erano state, rimasi alzato ed andai avanti a scrivere e bere. I pensieri mi turbavano, mi tormentavano. I tre giorni successivi passarono così, con le temperature che salivano e con me che andavo avanti così. I pensieri che facevo mi rendevano impossibile avvicinarmi ai ragazzi. Me li sarei fatti tutti, uno per uno. E dormivamo tra l’altro tutti nella stessa stanza, e la cosa mi rendeva difficile anche solo avvicinarmi al mio letto.
    Il sesto giorno era ferragosto, ed era l’ultima notte che avremmo trascorso insieme là. Ero deciso a godermi almeno quella nottata e quei due giorni a bordo piscina. La mattina, Giuseppe e Francesco andarono a fare un giro, mentre Davide restò a letto e io rimasi in piscina. Ero là a rilassarmi con il mio whisky accanto, quasi mi stavo addormentando, ma un rumore sordo mi fece trasalire. C’era Davide che si era svegliato e si era tuffato in acqua appena sveglio, tutto nudo. Ancora aveva visibile l’erezione mattutina: una cosa immensa! Saranno stati 19-20 centimetri, e non era del tutto eretto. Io arrossii a vedere quella barretta di cioccolato al latte. Lui uscì dall’acqua, si mise nella sedia sdraia accanto alla mia come nulla fosse e prese un sorso di whisky.
    “Allora, Marco, hai finito coi compiti estivi?”
    “Mah… si… direi di si” dissi io imbarazzato.
    “Beato te che non hai pressioni oltre a quelle lavorative. Io al di là del lavoro, mi sono lasciato da un mese e non mi sfogo da quando Gloria mi ha piantato”.
    “Capita, purtroppo. Ti sembra che io mi sfoghi spesso?”
    “Ti ho visto in questi giorni. Sei eccitato ed imbarazzato pure in questo momento. Ma non lo dici”
    Tacqui per la vergogna.
    “Ti vergogni? Io ho bisogno di una bella sfogata e tu fai la fichetta santa?”
    “Davide! Ma sei impazzito? Sei etero e sei mio amico”.
    “Sotto le docce non hai idea di quanti culi ho sverginato”.
    Non sapevo che dire. Intanto il mio cazzo pulsante faceva capolino dallo slip,
    “Marco, non sono gay. Però ad un bel ragazzo non dico mai di no”.
    Si alzo, mi prese di peso e mi scaraventò in piscina, poi si tuffò anche lui.
    “Avanti, non rompere le scatole, non scopo da un mese”.
    Il pudore ben presto cedette posto all’eccitazione. Lui si strusciava sul mio sedere, che ormai era scoperto, con lui che mi teneva contro un lato della piscina. Ad un certo punto mi sussurrò “Usciamo, voglio farti assaggiare il cioccolato”. Mi venne un urlo godereccio “Siiiiii!”.
    Usciti dalla piscina, si distese sul prato e, allargando le gambe, disse sontuosamente “Fammi vedere perché Giuseppe dice che fai pompini divini”. Mi chinai ed iniziai a spompinarlo pian piano, poi sempre più forte. “Figa fai piano, così mi fai sborrare subito, e voglio ancora il tuo culo”. Ma ebbe appena il tempo di dirmelo che mi inondò bocca e faccia di sborra. Proprio in quel momento stavano entrando i ragazzi.
    “Davide! Marco! Che cazzo fate?!” irruppe Francesco.
    “Vieni a provare la boccuccia di questa troietta, è fantastica l’avvocatessa”, rispose Davide che poi, rivolgendosi a me, disse “Dai, che oggi il cioccolatino ti farà divertire”.
    Neanche il tempo di finire la frase e Giuseppe, vedendoci nudi e vedendomi ricoperto di sperma, soggiunse “Se volevi un po’ di cazzo, bastava dirlo amore”.
    Vidi Giuseppe spogliarsi del tutto col cazzo già in tiro, con Davide che era andato a spogliare Francesco ancora incredulo. Iniziai nel frattempo a limonare con Giuseppe sussurrandogli “Ho sempre sognato un momento come questo”. Nel frattempo anche Francesco iniziava a smollarsi, dietro gli incitamenti di Davide che diceva “Vai tranqui, questo qua ti farà godere più di quella troia della tua ex, parola mia”. Così mi ritrovai, ancora bianco della sborra secca in viso di Davide, a succhiare altri due cazzi, mentre Davide stava lì a guardare la scena ed a menarsi. Dopo che mi inondarono entrambi la gola di sborra che sistematicamente ingoiai, mi fecero mettere a pecorina. Ormai ero in balia loro, parlavo come se fosse una scolaretta in un porno etero con Rocco Siffredi. Appena Davide mi chiese “Sei pronta per prendere tre trapani?” io dissi senza controllo “Siii, sfondatemi, scopatemi in tutti i modi, voglio essere vostro fino a che non partiamo da qui!”
    Davide non aspettò due volte e mi inculò senza preavviso, strozzandomi un urlo in gola. Sentire i sui 23 centimetri nelle viscere mi mandava in paradiso. Col suo stantuffare mi stava facendo godere come mai prima. Nel frattempo succhiavo gli altri due siluri a Giuseppe e Francesco, coi loro cazzi che erano diventati nuovamente marmorei. Ad un certo punto vidi solo Francesco davanti a me. Mancò poco perché capissi cosa stesse per fare Giuseppe: sentii un calore ed urlai come mai prima d’ora. “Aaaaaaaaaaaaah Dio siiiiiii! Daiiiiii!”. Ne avevo due dietro, mai fatto prima. Cazzo, due ragazzi dentro di me che mi stavano sbattendo come mai prima. Ad un certo punto uscirono, Davide si mise sotto di me e mi baciò, poi vidi passare dietro Francesco. Ma non avevo idea ancora. Bastò un commento di Davide per farmi presagire il peggio: “Non c’è due senza tre, cara la nostra troietta”. Sentii tre cappelle pressare e forzarmi. Ormai ero spanato, e prima che urlassi, Davide mise una mano dietro la mia nuca e mi baciò. Avevo i miei tre amici dietro.
    Mi stantuffarono per mezz’ora così, dopo di che uscirono. Io ero sfinito, ma mi misi in ginocchio per ricevere il loro seme. E così fu: tre cazzi pieni di sborra puntati sulla mia faccia che mi inondarono. Sembravo babbo natale, ero ricoperto dalla sborra degli amici che ho sempre adorato. Giuseppe nel frattempo prese a spompinarmi per sdebitarsi, e anche lui si riempì la faccia della mia sborra, per chiudere con un bacio.
    Ero ancora estasiato, e ci tuffammo tutti nudi in acqua.
    “Brava, sarai la nostra troietta estiva d’ora in poi”, disse Davide.
    Io mi ero appena ripreso, e bracciata dopo bracciata, mi avvicinai a Davide.
    “Va benissimo, ma ora tocca a te”, gli sussurrai alle spalle prima di sbatterlo all’angolo. Il mio cazzo era appena tornato in tiro e senza farmelo ripetere due volte lo infilai dentro il buchetto di Davide, che pensavo vergine. Entrò come burro, con mia somma sorpresa!
    “Non eri etero?” gli dissi mentre me lo scopavo
    “Sotto leeee… docce capi…capita di farsi scopare… non è maaaaa…oooh…. Male”. Replicò.
    Francesco era dall’altro lato ancora shoccato ed eccitato, e Giuseppe lo vide.
    “Ora tocca a te!” Urlò Giuseppe dirigendosi su Francesco che, malgrado si dimenasse, si lasciò penetrare. Li scopammo per un po’, poi uscendo dall’acqua, li ricoprimmo della nostra sborra, per poi inginocchiarmi e sborrare loro su di noi.
    Da allora, Francesco e Davide rimasero single e ci vedemmo ogni volta che fosse possibile. Ma quella settimana divenne il nostro punto di sfogo: ogni settimana estiva programmata doveva essere solo per noi, per divertirci ed essere ognuno la troia degli altri.
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    Mmmmmm bellissimo anche io vorrei essere usato così
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    In quel periodo della mia vita ero felice con un ragazzo.
    Si, stavamo insieme, come si dice oggi.
    Uscivamo, dormivamo, facevamo anche la doccia insieme.
    I suoi genitori non sapevano di noi, non era ancora dichiarato.
    I miei lo avevano accettato felicemente. Ma io?..
    Dopo sette mesi di relazione, qualcosa in me era cambiato.
    Mi piaceva stare con lui, baciarlo, scoparlo, farmi scopare, ma qualcosa in me era cambiato.
    Non riuscivo più a stare tranquillo, non riuscivo più a sentirmi me.
    E una sera mi ritrovai.
    Ero in un pub, un carissimo pub della mia città e così per divertimento e cazzeggio con un amico scaricai Grindr per vedere chi c'era nei paraggi e farci due risate.
    Caricammo qualche foto e via.
    Mi contatto un ragazzo a 20 metri da me, praticamente nel pub.
    Mi scrisse “Hei ciao, come stai?”. Com'è di norma oramai.
    “Tutto bene grazie, te?”. Rispondemmo guardandoci intorno.
    “Tutto bene, piacere Tom”. Disse.
    “Sei inglese?”. Chiesi per curiosità.
    “No, è l'abbreviativo di Tommaso”.
    “Ah capito”. Pensavo fosse finita e invece continuò.
    “Che cerchi?”. Chiese.
    Fissai il mio amico e ridendo scrissi “Una pompa o una scopata, te?”.
    “Qualcuno che si faccia annaffiare la gola con un po' di latte”.
    Guardai nuovamente il mio amico e scoppiammo a ridere.
    “Be' hai un bell'annaffiatoio?”. Chiesi, e lui mi mandò la foto del suo cazzo. Un cazzo grosso e lungo, con alla base una piccola peluria castana.
    Le vene che scorrevano per tutta la lunghezza e quella cappella violacea con una goccia luccicante sulla punta.
    “Se vuoi sono nudo sul letto a cazzo duro ora”. Continuò mandandomi un'altra foto del suo membro duro e delle sue gambe muscolose.
    Sotto sentì dei movimenti.
    Il mio amico aveva smesso di guardare e si era messo a parlare con altre persone.
    “Dove sei?”. Chiesi.
    Mi inviò la posizione, era nello stesso punto.
    “Io sono al pub sotto casa tua credo”. Dissi.
    “Portone a destra, secondo piano, porta socchiusa, sali”. Disse.
    Mi voltai verso gli altri e dissi che andavo un attimo a salutare dei miei vecchi colleghi di lavoro e sarei tornato subito.
    Esco dal pub, apro il portone, salgo le scale e apro piano la porta.
    C'era un biglietto per terra.
    “Vieni in camera, prima porta dopo la cucina”.
    Guardai avanti e trovai subito la cucina, il cuore mi batteva forte.
    Arrivato davanti alla porta sentii dei gemiti, un porno.
    Aprì piano e la forte luce mi circondò.
    Lui era li a gambe aperte col cazzo duro in mano ed un dildo che si strusciava sul buco.
    “Ciao”. Disse.
    “Ciao”. Dissi cominciando a spogliarmi.
    In due secondi ero nudo a cazzo duro davanti a lui.
    Cominciai a baciargli le gambe muscolose fino ad arrivare all'inguine, li mi fermai e lo fissai negli occhi neri.
    Le mie dita passarono prima sul suo dildo, con la punta dentro, e poi piano piano salendo verso i testicoli, che strizzai lievemente, sembrò gradire e gemette appena.
    Sempre guardandolo gli presi il grosso cazzo venoso in mano e comincia a massaggiarlo lento su e giù. Rimanemmo in quella posizione per poco. Mi prese il volto tra le mani e mi infilò il cazzo a forza.
    Aveva un sapore salato, di sperma come se fosse appena venuto.
    Avendo le mani libere presi e cominciai a scoparlo con il dildo.
    Mi lascio andare la testa e ricadde all'indietro sul letto con un urlo di godimento.
    Mi staccai dal cazzo e salì sopra di lui.
    Gli infilai la lingua in bocca e lui fece lo stesso con me. Mi girò sul letto e prese a succhiarmi il cazzo.
    Aveva una foga mai vista. Come se volesse ingoiarsi anche le palle.
    Ad un tratto lo prende tutto fino in gola e li sento la cappella sbattere contro le pareti della sua bocca. Era una sensazione strana, volevo che continuasse ma che smettesse. Si staccò e con un po' d'affanno e le lacrime agli occhi mi sorrise, ripresi a baciarlo mentre col suo cazzo puntava al mio buchetto, mentre il suo dildo, oramai, era completamente dentro di lui. Rimaneva fuori solo la base piatta che circondava il buco.
    “Sono venuto qui per farmi annaffiare la gola, non il culo”. Dissi mentre sentì la sua cappella entrare ed uscire immediatamente.
    “Allora fatti annaffiare”. Disse.
    Si alzò in piedi e mi fece cenno di mettermi in ginocchio sopra un cuscino che aveva buttato a terra.
    Mi inginocchiai e presi quel bellissimo membro in bocca.
    Le sue mani mi spingevano verso di lui, mi tenevano.
    Le mani.
    Le sue.
    Sentivo le sue dita passarmi tra i capelli. Era una sensazione spettacolare.
    La sua cappella sbatteva nella mia bocca e più saliva mettevo più lui gemeva.
    Le mani…
    Le sue mani mi possedevano, ero suo, solo suo in quel momento.
    Cominciai a tirarmi una sega e lui continuava a sbattermelo in gola. E la cosa mi piaceva.
    Mi tirava i capelli, mi trattava come nessuno mi trattava da tempo e come io non trattavo da tempo.
    Li, in quell'istante, capii cosa non mi rendeva più me.
    Il sesso. Il sesso con quel ragazzo era diventato noioso, senza fantasia, senza sapori…
    In quell'istante ritrovai me stesso.
    Si, posso dire che è stata una cosa egoistica. Posso dire che è una cosa idiota ed egocentrica.
    Posso dire che molto probabilmente non era quello giusto.
    Sentì un urlo, un urlo molto forte e un ondata di sapore mi riempì la bocca.
    Le mani mi spinsero al suo corpo ed un'altra ondata mi riempì. In quel momento venni anche io e fu una cosa stupenda. Non ricordo quanto schizzai, ma furono degli schizzi lunghi, e molti. Come non mi succedeva da mesi.
    Si buttò sul letto ed io mi buttai a terra poggiando la testa al materasso.
    Lui ansimava ancora a cazzo duro disteso con le gambe penzolanti dal letto.
    “Sei una forza”. Disse.
    Mi alzai e gli salì sull'addome, cominciai a baciarlo e gli passai la sua venuta. Lui poi la ripassò a me e così per qualche minuto fino a che non la finimmo tutta ingoiandola.
    Mi staccai da lui e i suoi occhi scuri mi fissarono. La sua bocca si aprì in un sorriso e mi diete un altro bacio.
    Le sue mani mi accarezzarono il corpo.
    Le mani…
    Le sue…
    Pensiero stupendo...



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    Vigilia di Natale. La neve ormai è ben compatta e rende tutto più candido. Tutto. Tranne me. Ero scuro quel giorno di pomeriggio, perché tutti i miei amici si erano organizzati per passare il 25 dicembre insieme, e mi hanno detto tutto all’ultimo rendendomi impossibile, di fatto, di andare con loro. “Begli amici!” ho pensato. Mia madre e mio padre sapevano che qualcosa bolleva in pentola come ogni Natale, e li ho lasciati sognare (sognando un po’ anch’io). Il pomeriggio loro hanno iniziato a preparare per il pranzo di Natale con tutti i parenti, e mia madre mi chiese se stavo con loro o andavo coi miei amici. “Mamma, che domande fai? Certo che sono coi miei amici! Devo solo vedermi con loro per sapere se ci vediamo già da stanotte o direttamente domani”, le risposi. Ecco, mi ero messo in un bel guaio. Mia madre non si aspettava altra risposta, ed io avevo detto una stronzata. Va bene, pensai, ora vedo di trovarmi un alloggio. Al massimo mi invento un’altra stronzata e domani mattina resto a casa. Va beh, meglio uscire. Andai in un bar vicino l’università. “Hei Dany! Dammi una Peroni da 66”, dissi al barista. “Subito signore!”, sentii dire dal bancone. Era una voce diversa, non era quella di Daniele, il solito barista. Guardai meglio: era un ragazzo più o meno della mia età, sui ventidue anni, occhioni da cerbiatto, capelli castano chiaro con una lieve riga sulla mia destra, t shirt rossa satura e grembiule. Stavo s-venendo. Bevo sta birra e parlo col ragazzo.
    -Come ti chiami?
    -Giovanni, tu?
    -Luca, per gli amici succhiotto
    -Perché succhiotto?
    “Eh sapessi”, pensai… “Ma non posso dirtelo… mi levi il saluto”.
    -Niente, un soprannome idiota dato dai miei amici
    Woo, mi sono salvato in calcio d’angolo. Parliamo del più e del meno. Scopro che è un fuori sede rimasto in città perché hanno interrotto i trasporti, e quindi è a casa solo. “Eh, se vuoi ti faccio compagnia io”, pensai.
    -Senti Luca, hai da fare per stanotte? Domani immagino in famiglia…
    Oh Dio, me l’ha chiesto per davvero!
    -Veramente sono libero domani. Per stasera dovrei solo prendere il pigiama a casa.
    -Ok, allora vieni da me? Non ho voglia di passare il Natale solo… magari con un amico è meglio!
    -Va bene, basta che sei accollativo.
    -Certo!
    -Allora ok!
    Si fanno le otto meno dieci. Giovanni deve chiudere il locale. Afferra due birre da 66 e chiude il locale. Gli do un passaggio in macchina. Prima ci fermiamo da me e prendo il cambio per l’indomani. “Per la notte?” pensai. “Evitiamo. Mi porto solo l’intimo. Preservativi? Nah, secondo me non ci sta”. Basta prendo un paio di boxer, un jeans una tshirt e scendo. Andiamo a fare un po’ di spesa: due fette di carne per stasera, due per domani, tre bottiglie di vodka, due sestetti di lattine di birra. Dritti a casa sua. Entriamo, accendiamo il riscaldamento a palla, prepariamo, mangiamo. Ok, si fanno le dieci e mezza e lui mi chiede:
    -Ti dispiace se mi porto avanti con la doccia? Non voglio festeggiare il Natale ancora sudato.
    -Ok, no problem.
    -Dopo la fai anche tu, così siamo ben puliti per il Natale.
    “Te la faccio io la festa di natale”, ho pensato tra me e me. Lui va a farsi la doccia, ma lascia la porta aperta. Io con la scusa di fare pipì entro in bagno mentre lui si sta infilando in doccia. Ma che bel culo! Qualcosa di meraviglioso! Anche il cazzo niente male! Un bel ragazzo. Mentre entra, cerco di nascondere la mia erezione. Inizia a farsi la doccia e canta Britney Spears. “Work bitch? Troppo da cliché, non può essere vero” penso. Finisce la doccia, esce con un asciugamano che non gli nascondeva molto, tutto nudo e mi dice:
    -La doccia è tutta tua.
    Faccio la doccia e penso. Magari me lo faccio. Anche violentemente. No dai, seriamente. Finisco, mi asciugo e mi metto subito i miei boxer. Esco dal bagno ancora umidiccio con solo i boxer addosso e vedo lui che era in slippini e nient’altro. “O mio Dio”, mi è passato per la testa. Era là seduto sul divano a iniziare la maratona di Teen Wolf.
    -Vieni qui, dai!
    -Un attimo prendo la vodka. Quale vuoi? Caramello, menta o anice?
    -Prendi caramello e menta.
    -Cazzo, bevi parecchio?
    -Sapessi
    Ok, quel sapessi non me l’aspettavo. Prendo la vodka dal freezer, due bicchieri e mi siedo. Iniziamo la maratona insieme. Ogni tanto beviamo un po’, poi lui arriva e si abbraccia a me. Siamo solo al terzo episodio.
    -Guarda quanto sono felici
    -Eh si, vedrai che troverai la ragazza giusta anche tu- gli dico io.
    Si ammutolisce, si stacca e mi dice:
    -Guarda che non mi interessano le ragazze…
    -Che vuoi dire?
    -Che ho voglia di un ragazzo…
    -Ah beh, e allora?
    -Vorrei che quel ragazzo sia tu.
    Si ferma e mi bacia. Ok, questo non me l’aspettavo.
    -Ma sei sicuro?
    -Dai si, sei gay pure tu no? Ti prego, non scarto un pacco regalo da anni ormai…
    Ok, ora sta salendo la temperatura. Mi tocca il pacco carezzandolo dai boxer scivolando fino alla gamba. Riprende a baciarmi, ed io lo abbraccio e lo bacio a mia volta. Ecco, ora siamo uno tra le braccia dell’altro, in un bacio che non sembra avere fine. Ad un certo punto si stacca, mi urta testa contro testa e mi sussurra:
    -Fammi vedere se sei abbastanza perverso per stare con me.
    Ok, vuoi vedere la perversione, ti faccio provare io la perversione tesoro! Gli sorrido, lo spingo schiena sulla seduta del divano, mi porto in avanti e gli strofino il pacco sulla faccia. Lui quasi da schiavetta le lecca e morde. Me le vuole strappare di dosso a morsi. Ad un certo punto coi denti strappa i miei boxer e scoppia fuori il mio cazzo in erezione. Ci adagiò la bocca per iniziare un pompino, ma io preso dall’eccitazione del momento, gli tengo fermo la testa ed inizio a scoparlo in bocca. Fino in gola. Mi guardava tra lacrime e sorriso mentre lo scopavo fino alle tonsille. Poi ho estratto il mio cazzo che era diventato enorme e pulsante.
    -Ora mostrami perché ti chiamano succhiotto.
    Gli sfilo gli slip. Aveva un cazzo turgido meraviglioso. Sarà stato di ventidue o ventitrè centimetri. Mi sono bastati due minuti, forse tre. È venuto immediatamente, ed ha sborrato tanto, nei capelli, in faccia, in bocca, un po’ su di se’.
    -Ora tocca a me divertirmi
    Lo prendo per le gambe e me lo avvicino al cazzo. Ci sputo sopra ed entro di colpo. Giovanni grida. Grida come un ossesso
    -Siiiiiiiiiiiiiii! Oddio dai, scopami come se fossi il tuo primo ed ultimo ragazzo!
    Lo prendo come un ordine. Inizio a scopare a colpi ritmici sempre più calzanti. Ad un certo punto sono uscito, ed ho iniziato ad infilarci le dita. Prima una, poi due , poi tre. Infine il pugno. Poi rinfilo il cazzo. Entravano pure le palle adesso. Scopo in continuazione. Adesso si sono sincronizzati i nostri ansimi, e sento il suo battito cardiaco accelerato. Sto per venire. Esco, lui si adagia con la bocca, ma schizzo ovunque su di lui: capelli, viso, bocca, occhi, orecchio, un po’ sul collo. Alla fine mi ripulisce il cazzo con la lingua, mi avvicina e mi dice:
    -Buon Natale amore mio
    Siamo rimasti abbracciati in quel modo tutta la notte, tutti sporchi di sperma e felici. Da quel natale io e Giovanni stiamo insieme.




    Spero che questo racconto di fantasia vi sia piaciuto. Fatemi sapere cosa ne pensate <3
  5. .
    Mi eri mancato.... giusto un pochetto......
  6. .
    Trovato :P in DOWNLOAD e presto disponibile sul forum!
  7. .
    Bello mi piace ...aspetto il seguito...
  8. .
    The Naked Archer
    alistair88
    sto scrivendo il secondo capitolo, cercherò di caricarlo il prima possibile! ;)
  9. .
    Grazie :)
  10. .

    ATTENZIONE
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    10.45
    5 minuti di ritardo.
    tic toc …
    bip bip bip
    Il treno è pieno di gente.
    Fa caldo.
    Sudo anche se ho indosso solo una sottilissima maglietta in cotone, quasi trasparente.
    Mi si appiccica tutta al corpo.
    «Signora, potrei passare?»
    Un posticino libero sulle scale.
    Ho sempre più caldo e non solo per la massa di gente in uno spazio così stretto.
    Sono agitato.
    Zzz Zzz Zzz
    SMS: “sono un po’ in ritardo, tu però aspettami fuori dalla stazione. Ti trovo io!”
    Il cuore mi batte sempre più forte.
    Che caldo insopportabile!
    Cerco di leggere il libro che mi sono portato dietro, ma non serve a niente.
    Troppo distratto.
    Mi guardo intorno. Un sacco di ragazzi che chiacchierano, ridono, leggono, ascoltano musica.
    Io però penso solo a lui.
    Marco.
    L’ho conosciuto su una chat. Alto, biondo, fisico atletico. Ama fare sport, stare nella natura e girare nudo per casa. Chattiamo ormai da 6 mesi. So molto di lui. Ha frequentato l’università a Roma, ma l’ha abbandonata prestissimo, si annoiava. Quello che voleva fare era il personal trainer. I suoi non erano d’accordo con lui. Ha dovuto quindi lavorare come cameriere per potersi pagare il corso. Poi appena ha potuto si è acquistato un piccolo rudere in mezzo ai boschi tra le colline laziali. Alcuni suoi amici gli hanno dato una mano a rimetterlo in sesto e adesso vive lì. Ci vogliono almeno 40 min. di macchina per raggiungere il paesino sottostante, un’ora e mezza con la mountain bike. Lì gestisce un centro sportivo e la cosa gli piace tanto.
    Noi ci capiamo al volo. Abbiamo le stesse passioni. Più di tutto però abbiamo gli stessi gusti sessuali. Ci divertiamo a raccontarci quello che ci eccita e le nostre esperienze sessuali. Lui è stato con altri ragazzi. Da poco è uscito da una relazione seria e ora vuole solo divertirsi.
    Mi ha mandato alcune sue foto. Lui è semplicemente perfetto, con un corpo ben definito, senza neanche un pelo. La sua pelle è ambrata per tutte le ore che sta al sole. I suoi occhi sono azzurri, molto profondi. Le sue labbra carnose, tanto che ogni volta che le vedo vorrei mordergliele.
    Anche io gli ho mandato qualche mia foto. Ho un fisico abbastanza definito dalla palestra, pelle chiara, occhi marroni e capelli castani. Non sono bello quanto lui, ma a lui non da fastidio. Anzi dice che lo eccito.
    Lui sicuramente mi eccita. Quante volte mi sono segato con le foto del suo bel culetto sodo, per non parlare del suo cazz…
    Devo calmarmi. Il mio cazzo si sta risvegliando e inizia a farsi vedere sotto i pantaloncini. Per fortuna nessuno mi sta guardando.
    Ancora tre fermate
    due
    una …
    La stazione è piuttosto piccola, eppure affollatissima. Marco mi ha scritto di aspettarlo in un baretto subito fuori la stazione. L’aria fresca mi da un po’ di sollievo dal calore estivo, eppure non può raffreddare quello che ho dentro. Camminare mi aiuta a rilassarmi. Quando sono nervoso lo faccio sempre, a volte anche per ore. Senza meta, cammino senza pensare. Ecco il bar. Esattamente come me lo aveva descritto lui.
    Prendo un tavolino e mi libero dal pesante zaino. Mentre lo aspetto mi faccio portare un tè freddo.
    Lo sorseggio con calma quando sento sfrecciare dietro di me una macchina. Mi scompiglia tutti i capelli. Della polvere mi arriva persino negli occhi. Un Jeep Cheeroke verde, un modello un po’ datato. Il conducente fa una lunga frenata e lo abbandona per metà sul marciapiede.
    Lo sportello del guidatore si apre. Ne scende un ragazzo alto, biondo, capelli corti sbarazzini. Maglietta nera con scollo a V ben aderente al suo corpo, per non nascondere niente. Pantaloncini jeans poco sopra il ginocchio avvolgono le sue gambe muscolose.
    “Oh mio Dio!” …
    “È lui”…
    “Marco”
    Il cazzo mi torna immediatamente duro!


    Il racconto è dedicato a ... beh lui lo sa (ihihihihi)

    Se volete che la storia continui fatemelo sapere! ;)
  11. .
    ..Nenno, benvenuto a San Michele



    Come si dice? Paccau!!
  12. .
    Ahahahah (qualcuno potrebbe frustarci per questo - ho sentito dire che qui si usa così - ma magari mi piace, quindi...)

    Non li chiamo così, in realtà li chiamo mamma e babbo, ma quando stavo scrivendo la risposta al tuo post "Considera che io devo..." mi è tornata in mente la polemica su quella proposta di legge per sostituire madre e padre sui moduli con genitore uno e genitore due (per non discriminare i bambini con un solo genitore o con genitori dello stesso sesso) e personalmente trovo la cosa tristissima XD

    Quindi per ridere ieri ho scritto così riferendomi ai tuoi genitori e poi l'ho riscritto ora riferito ai miei..

    In conclusione per me sui moduli ci deve essere scritto padre e madre, padre e padre, madre e madre, solo madre o solo padre. Ta daaaa!! Che fatica questa spiegazione.. Uahuahuahuah

    P.S. Ci siamo fatti portare a casa la pizza per cena e ho bevuto tipo 4 bottigliette di birra - considerando che non bevo quasi mai, e comunque non birra - sono ubriaco XD
  13. .
    Ciao..
    Figo il ghetto dei sardi, mi piace..

    C'è un tema o posso dare libero sfogo ai miei istinti barbaricini? XDXD

  14. .
    Sono Roberto un 42enne, della provincia friulana, infatti abito a Udine. Posso essere considerato ancora un bell’uomo, alto un metro e ottanta per 75 kg di peso, corporatura normale, leggermente brizzolato, sposato felicemente. Nell’ultimo periodo coltivo fantasie bisex.
    Il motivo principale che mi frena dal realizzare queste fantasie è la paura di non trovare la persona giusta. Riservata e seria.
    Comunque comincio a frequentare siti di annunci bisex e gay, pubblicando alcuni annunci. Contatto alcuni inserzionisti e vengo contattato da altri, ma non si crea quel rapporto di fiducia che per me è indispensabile.
    Un giorno, vengo contattato da Luca che mi scrive:
    “Ho visto le tue foto, sono un 38 enne della bassa friulana, mi piacerebbe incontrarti, ma voglio mettere in chiaro che esigo, come garantisco la massima discrezione, perché sono sposato ed occupo una posizione di rilievo nella società. Quindi ci si conosce solo nell’ambito di questi incontri, altrimenti io non conosco te e tu non conosci me. Io sono passivo. Come sono lo vedi dalla foto allegata. Se ti va fatti sentire.”
    Non potevo credere ai miei occhi, una persona che la pensa come me.
    Rispondo immediatamente:
    “Sono contento della tua mail e ti posso garantire che la pensiamo esattamente allo stesso modo. Se puoi anche ospitare ci possiamo incontrare, magari di mattino o al pomeriggio.”
    Rimango in attesa di una sua risposta. Passano alcuni giorni e non vedo nulla. Dopo una settimana esatta, controllando la casella di posta, finalmente trovo un suo messaggio.
    “Scusa se ti rispondo solo ora, ma sono stato occupato. Se ti va possiamo vederci lunedì prossimo alle 09.00 a casa mia. Io abito ad A…….. in via G………… . E’ una villetta con la facciata ricoperta di rampicanti.”
    A mia volta rispondo immediatamente:
    “Sarò puntuale.”
    Non faccio a tempo ad inviare la mail che già mi arriva la sua risposta:
    “Ti aspetto con ansia”.
    Oggi è venerdì. Devo aspettare lunedì per realizzare le mie fantasie. Non sto nella pelle.
    Mi sono organizzato, ho chiesto un permesso al lavoro.
    Finalmente arriva lunedì.
    Sono super eccitato, arrivo all’appuntamento con 10 minuti di anticipo. Mi fermo in auto ad aspettare, ma dopo alcuni minuti non ce la faccio più e suono al campanello.
    Il cancello si apre e la voce al citofono mi dice “Vieni avanti è aperta anche la porta”.
    Percorro velocemente il vialetto e mi trovo alla porta d’ingresso. E’ socchiusa. La spingo ed entro nell’ampio ingresso. Appena richiusa la porta, mi compare davanti Luca completamente nudo.
    E’ Proprio un bell’uomo, alto quasi quanto me, ha una leggera pancetta, poco pelo, bel culo un bel cazzo duro.
    Mi saluta appoggiandomi la sua mano sul mio pacco duro. Mi dice che per evitare menate imbarazzanti ha preferito togliersi subito il problema. Gli dico che sono d’accordo. Mi fa accomodare in salotto, sul divano, davanti ad un tv dove stanno scorrendo le immagini di un bel film porno a tema gay.
    Nel tragitto fino al divano mi spoglio aiutato dalle sue mani curiose.
    Ora siamo nudi tutti e due seduti a fianco uno all’altro.
    L’eccitazione dell’incontro e chiara a tutti e due e si vede nei rispettivi cazzi, duri all’inverosimile.
    Luca prende in mano il mio cazzo che non è grandissimo, ma con i suoi 18 centimetri di lunghezza e i 4 ½ di diametro fa la sua figura, ed inizia un lento massaggio. Anche Luca ha un bel cazzo, sui 20 centimetri, ma meno grosso del mio. Allungo la mia mano a stringere quel cazzo. Ci stiamo masturbando a vicenda ed è piacevolissimo.
    Sullo schermo intanto i protagonisti si esibiscono in un pompino.
    Luca mi guarda sorridendo e si abbassa ed avvicina la faccia al mio cazzo. Comincia a farmi un magnifico pompino. Lecca tutta l'asta, poi mi titilla l'uretra, poi tutto il glande e infine lo mette tutto in bocca, con la lingua mi carezza lo scroto e pian piano sale verso l'ano stimolando la zona intorno.
    Si stacca, si alza e va a posizionarsi in mezzo alle mie gambe e ricomincia a spompinarmi. Fantastico. Si muove velocemente ingoiando tutta l’asta fino alle palle, rimanendo fermo così con il cazzo in gola per alcuni istanti, poi ricomincia. Va avanti in questo modo per dieci minuti abbondanti. Sono prossimo all’orgasmo e glielo dico. Lui dice che non vuole farmi ancora venire, quindi smette e alzandomi le gambe mi lecca la zona anale provocandomi piaceri inattesi.
    Sulla TV i due protagonisti sono impegnati in un bel 69. Lo faccio notare a Luca, il quale felice si alza assieme a me e si stende sul divano supino. Mi inginocchio a lato della sua testa e lui mi riprende il cazzo in bocca ricominciando con il suo magnifico lavoro.
    Mi abbasso scivolando con le mani sul suo corpo, arrivo al suo cazzo. Comincio a baciare e leccare le palle e poi salendo lentamente su lo scappellai e poggiai la mia lingua calda sulla cappella, lo sento fremere. Dischiusi le labbra e feci lo scivolare in bocca, era caldo e bagnato del liquido precoitale. Cominciai a fare un bel pompino godurioso. Devo dire che mi piace farlo. Lui di tanto in tanto assecondava i miei movimenti, scopandomi quasi in bocca, ed affondando di tanto in tanto fino alla gola come facevo anch’io.
    Sento il suo cazzo sul punto di esplodere, ed anche il mio è nelle stesse condizioni, gli dico che sto venendo e lui si ficca il mio cazzo in gola, nel mentre esplode in una copiosa sborrata. Lancio un urlo di godimento. Devo dire che non avevo mai avuto un’orgasmo così con un pompino. Lui continua a succhiare il mio cazzo. Io voglio rendergli il favore e pur non avendolo mai fatto, ingoio completamente il suo cazzo che mi riempie la gola di sborra. Ingoio tutto. Ha un sapore particolare, ma non mi spiace.
    Glielo ripulisco leccandolo per bene, mentre Luca sta facendo altrettanto.
    Luca sta proprio lavorando con impegno, il mio cazzo è tornato bello duro. Mi dice:
    “Ora lo voglio provare in culo. Però fai piano, è la prima volta.”
    Lo faccio spostare e lo metto seduto, gli alzo le gambe scoprendo il suo culo.
    Comincio a leccare e baciare il suo buchetto voglioso del mio cazzo, battendo con la lingua sul buchetto. Luca era eccitato al massimo ed il suo cazzo è tornato in tiro! Continuo ad accarezzargli le gambe, le palle e il cazzo e la cosa lo rendeva molto felice, si vedeva dalla sua faccia.
    Luca mi dice che lo vuole adesso dentro. Lui prese dal cassetto del portalampade a fianco del divano il lubrificante a base acquosa e un profilattico e me li passa. Comincio ad umettare ed entrare con un dito nel suo buchetto. Faccio scorrere il dito su e giù, ora inserisco due dita e comincio a stantuffare ruotando le dita nel suo culo. Luca sta gemendo di piacere. Ora ho tre dita infilate nel suo culo che vanno su e giù ruotando, facendolo inarcare del piacere.
    Quindi prendo il profilattico srotolandolo sul cazzo che era diventato molto duro.
    Ero pronto! Luca rimase nella posizione allargandosi le chiappe con le mani.
    Prendo il cazzo in mano e lo appoggio al suo sfintere ben lubrificato, e comincio a fare entrare lentamente la cappella, lo vedo fare una smorfia di dolore, mi fermo per lasciarlo adattare. Mi dice di continuare. Spingo facendolo scivolare tutto dentro, attendendo un po’ per far passare la sensazione di bruciore. Comincio a fare su e giù sempre più velocemente e Luca mi dice che è bellissimo. Che bella sensazione lo stavo impalando e Luca apprezzava dicendomi che non avevA provato mai sensazioni così.
    Comincio a stantuffare sempre più velocemente, qualche volta to toglievo del tutto e rimettevo dentro fino in fondo ( manovra che Luca apprezzava tantissimo) per farsi allargare il buco sempre più, e mentre lo scopavo gli accarezzavo il cazzo. Stavo per venire un’altra volta e anche Luca. Aumento il ritmo della scopata e anche della segna che gli stavo tirando, raggiungendo l’orgasmo in simultanea a urlando tutti e due.
    Sfinito mi siedo al suo fianco, ma Luca non domo, mi toglie il profilattico e avvolge con la sua bocca, il mio cazzo ripulendolo perfettamente.
    Dopo una buona mezzora ci rivestiamo, e ci salutiamo ripromettendoci di rivederci quanto prima.
    Ma questa è un’altra storia.
14 replies since 24/12/2015
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