Buon Natale amore mio

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    SPLENDORE GAY

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    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Vigilia di Natale. La neve ormai è ben compatta e rende tutto più candido. Tutto. Tranne me. Ero scuro quel giorno di pomeriggio, perché tutti i miei amici si erano organizzati per passare il 25 dicembre insieme, e mi hanno detto tutto all’ultimo rendendomi impossibile, di fatto, di andare con loro. “Begli amici!” ho pensato. Mia madre e mio padre sapevano che qualcosa bolleva in pentola come ogni Natale, e li ho lasciati sognare (sognando un po’ anch’io). Il pomeriggio loro hanno iniziato a preparare per il pranzo di Natale con tutti i parenti, e mia madre mi chiese se stavo con loro o andavo coi miei amici. “Mamma, che domande fai? Certo che sono coi miei amici! Devo solo vedermi con loro per sapere se ci vediamo già da stanotte o direttamente domani”, le risposi. Ecco, mi ero messo in un bel guaio. Mia madre non si aspettava altra risposta, ed io avevo detto una stronzata. Va bene, pensai, ora vedo di trovarmi un alloggio. Al massimo mi invento un’altra stronzata e domani mattina resto a casa. Va beh, meglio uscire. Andai in un bar vicino l’università. “Hei Dany! Dammi una Peroni da 66”, dissi al barista. “Subito signore!”, sentii dire dal bancone. Era una voce diversa, non era quella di Daniele, il solito barista. Guardai meglio: era un ragazzo più o meno della mia età, sui ventidue anni, occhioni da cerbiatto, capelli castano chiaro con una lieve riga sulla mia destra, t shirt rossa satura e grembiule. Stavo s-venendo. Bevo sta birra e parlo col ragazzo.
    -Come ti chiami?
    -Giovanni, tu?
    -Luca, per gli amici succhiotto
    -Perché succhiotto?
    “Eh sapessi”, pensai… “Ma non posso dirtelo… mi levi il saluto”.
    -Niente, un soprannome idiota dato dai miei amici
    Woo, mi sono salvato in calcio d’angolo. Parliamo del più e del meno. Scopro che è un fuori sede rimasto in città perché hanno interrotto i trasporti, e quindi è a casa solo. “Eh, se vuoi ti faccio compagnia io”, pensai.
    -Senti Luca, hai da fare per stanotte? Domani immagino in famiglia…
    Oh Dio, me l’ha chiesto per davvero!
    -Veramente sono libero domani. Per stasera dovrei solo prendere il pigiama a casa.
    -Ok, allora vieni da me? Non ho voglia di passare il Natale solo… magari con un amico è meglio!
    -Va bene, basta che sei accollativo.
    -Certo!
    -Allora ok!
    Si fanno le otto meno dieci. Giovanni deve chiudere il locale. Afferra due birre da 66 e chiude il locale. Gli do un passaggio in macchina. Prima ci fermiamo da me e prendo il cambio per l’indomani. “Per la notte?” pensai. “Evitiamo. Mi porto solo l’intimo. Preservativi? Nah, secondo me non ci sta”. Basta prendo un paio di boxer, un jeans una tshirt e scendo. Andiamo a fare un po’ di spesa: due fette di carne per stasera, due per domani, tre bottiglie di vodka, due sestetti di lattine di birra. Dritti a casa sua. Entriamo, accendiamo il riscaldamento a palla, prepariamo, mangiamo. Ok, si fanno le dieci e mezza e lui mi chiede:
    -Ti dispiace se mi porto avanti con la doccia? Non voglio festeggiare il Natale ancora sudato.
    -Ok, no problem.
    -Dopo la fai anche tu, così siamo ben puliti per il Natale.
    “Te la faccio io la festa di natale”, ho pensato tra me e me. Lui va a farsi la doccia, ma lascia la porta aperta. Io con la scusa di fare pipì entro in bagno mentre lui si sta infilando in doccia. Ma che bel culo! Qualcosa di meraviglioso! Anche il cazzo niente male! Un bel ragazzo. Mentre entra, cerco di nascondere la mia erezione. Inizia a farsi la doccia e canta Britney Spears. “Work bitch? Troppo da cliché, non può essere vero” penso. Finisce la doccia, esce con un asciugamano che non gli nascondeva molto, tutto nudo e mi dice:
    -La doccia è tutta tua.
    Faccio la doccia e penso. Magari me lo faccio. Anche violentemente. No dai, seriamente. Finisco, mi asciugo e mi metto subito i miei boxer. Esco dal bagno ancora umidiccio con solo i boxer addosso e vedo lui che era in slippini e nient’altro. “O mio Dio”, mi è passato per la testa. Era là seduto sul divano a iniziare la maratona di Teen Wolf.
    -Vieni qui, dai!
    -Un attimo prendo la vodka. Quale vuoi? Caramello, menta o anice?
    -Prendi caramello e menta.
    -Cazzo, bevi parecchio?
    -Sapessi
    Ok, quel sapessi non me l’aspettavo. Prendo la vodka dal freezer, due bicchieri e mi siedo. Iniziamo la maratona insieme. Ogni tanto beviamo un po’, poi lui arriva e si abbraccia a me. Siamo solo al terzo episodio.
    -Guarda quanto sono felici
    -Eh si, vedrai che troverai la ragazza giusta anche tu- gli dico io.
    Si ammutolisce, si stacca e mi dice:
    -Guarda che non mi interessano le ragazze…
    -Che vuoi dire?
    -Che ho voglia di un ragazzo…
    -Ah beh, e allora?
    -Vorrei che quel ragazzo sia tu.
    Si ferma e mi bacia. Ok, questo non me l’aspettavo.
    -Ma sei sicuro?
    -Dai si, sei gay pure tu no? Ti prego, non scarto un pacco regalo da anni ormai…
    Ok, ora sta salendo la temperatura. Mi tocca il pacco carezzandolo dai boxer scivolando fino alla gamba. Riprende a baciarmi, ed io lo abbraccio e lo bacio a mia volta. Ecco, ora siamo uno tra le braccia dell’altro, in un bacio che non sembra avere fine. Ad un certo punto si stacca, mi urta testa contro testa e mi sussurra:
    -Fammi vedere se sei abbastanza perverso per stare con me.
    Ok, vuoi vedere la perversione, ti faccio provare io la perversione tesoro! Gli sorrido, lo spingo schiena sulla seduta del divano, mi porto in avanti e gli strofino il pacco sulla faccia. Lui quasi da schiavetta le lecca e morde. Me le vuole strappare di dosso a morsi. Ad un certo punto coi denti strappa i miei boxer e scoppia fuori il mio cazzo in erezione. Ci adagiò la bocca per iniziare un pompino, ma io preso dall’eccitazione del momento, gli tengo fermo la testa ed inizio a scoparlo in bocca. Fino in gola. Mi guardava tra lacrime e sorriso mentre lo scopavo fino alle tonsille. Poi ho estratto il mio cazzo che era diventato enorme e pulsante.
    -Ora mostrami perché ti chiamano succhiotto.
    Gli sfilo gli slip. Aveva un cazzo turgido meraviglioso. Sarà stato di ventidue o ventitrè centimetri. Mi sono bastati due minuti, forse tre. È venuto immediatamente, ed ha sborrato tanto, nei capelli, in faccia, in bocca, un po’ su di se’.
    -Ora tocca a me divertirmi
    Lo prendo per le gambe e me lo avvicino al cazzo. Ci sputo sopra ed entro di colpo. Giovanni grida. Grida come un ossesso
    -Siiiiiiiiiiiiiii! Oddio dai, scopami come se fossi il tuo primo ed ultimo ragazzo!
    Lo prendo come un ordine. Inizio a scopare a colpi ritmici sempre più calzanti. Ad un certo punto sono uscito, ed ho iniziato ad infilarci le dita. Prima una, poi due , poi tre. Infine il pugno. Poi rinfilo il cazzo. Entravano pure le palle adesso. Scopo in continuazione. Adesso si sono sincronizzati i nostri ansimi, e sento il suo battito cardiaco accelerato. Sto per venire. Esco, lui si adagia con la bocca, ma schizzo ovunque su di lui: capelli, viso, bocca, occhi, orecchio, un po’ sul collo. Alla fine mi ripulisce il cazzo con la lingua, mi avvicina e mi dice:
    -Buon Natale amore mio
    Siamo rimasti abbracciati in quel modo tutta la notte, tutti sporchi di sperma e felici. Da quel natale io e Giovanni stiamo insieme.




    Spero che questo racconto di fantasia vi sia piaciuto. Fatemi sapere cosa ne pensate <3
     
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  2. Hakushin
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    E' molto carino anche se un po' breve... Se ci fosse un seguito sarebbe perfetto.
    Complimenti!
     
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    stefanoroma

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    bel racconto
     
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