Enrico 05

Dove Enrico perde la verginità più importante

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  1. cavallino
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Qui potrete trovare i capitoli precedenti
    Enrico 01 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44662344
    Enrico 02 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44684499
    Enrico 03 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44729046
    Enrico 04 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44776570

    Il giorno seguente Enrico si svegliò alle nove e mezzo e andò in cucina a fare colazione trovando Giu-lia e sua madre intente a prepararla. Le guardò ammi-rato e stupito, perché indossavano entrambe le sole mutandine ed erano due vere bellezze. Ricordando poi cosa le aveva viste fare il giorno prima avvertì il ben noto formicolio all’inguine e si accorse che gli si stava drizzando il pisello che era da poco rien-trando nei ranghi, perché quando si svegliava lo ave-va sempre duro. Era la prima volta che si mostravano in un abbigliamento così disinibito e lui non poteva sapere che il giorno prima si erano messe d’accordo sull’atteggiamento da tenere con i due ragazzi, in ogni caso si godette lo spettacolo delle loro perfet-te tettine e dei loro inguini depilati che traspari-vano dal tenue velo delle mutandine bianche e che le facevano sembrare due ragazzine giovanissime.
    La sera precedente avevano raccontato ai mariti quello che credevano i ragazzi avessero visto nel po-meriggio e anche loro avevano concordato che era me-glio metterli in situazioni che li portassero a capi-re quali erano i loro rapporti e ad accettarli senza problemi.
    -E se questo li spinge a combinare qualcosa fra lo-ro?- Aveva chiesto Laura al marito, dopo avergli det-to che Enrico aveva confessato di volere perdere tut-te le verginità possibili.
    -Be’, preferirei che le perdesse con Marco piutto-sto che con qualche adulto. Se ha certe idee e le di-chiara significa che è maturo per metterle in prati-ca, così è meglio che avvenga con un amico,- le aveva risposto Gianni, -in fondo io e Luigi avevamo la loro stessa età quando abbiamo avuto il nostro primo rap-porto completo.
    -Anche io e Giulia,- mormorò Laura stringendosi all’amica e osservando con un misto di piacere ed ec-citazione la Mano di Luigi, il papà di Marco, che stava accarezzando il culo di suo marito.
    Si conoscevano praticamente da sempre e avevano co-minciato a fare l’amore insieme non appena i rapporti fra le due coppie si erano consolidati e avevano avu-to modo di scambiarsi confessioni reciproche, arri-vando alla conclusione che sarebbe stato bellissimo potersi osservare in momenti piuttosto trasgressivi. Dopo averlo fatto era divenuto spontaneo e inevitabi-le formare intrecci di tutti i generi. Ora erano i loro ragazzi che avrebbero potuto trovarsi in situa-zioni simili e questo non li impensieriva tranne che per una cosa che Laura puntualizzò.
    -Che facciano l’amore fra loro non è un problema,- disse, -ma non vorrei che Enrico prendesse una sola strada. È giovanissimo e non ha mai avuto esperienze con una donna, se troverà bello e penso proprio che lo farà, un certo tipo di rapporto potrebbe saltare completamente la barricata. Non mi piacerebbe se di-ventasse solo gay.
    -Non hai torto,- approvò Luigi, -ma forse Giulia potrebbe fare qualcosa...- continuò, rivolgendo un sorrisino malizioso alla moglie.
    -Oh, si,- affermò lei, -e non sarebbe certo un sa-crificio. Enrico è un ragazzino splendido e anche molto ben dotato...
    -Be’,- concluse Gianni, -fate un po’ voi. Io e Lui-gi andiamo a occuparci di Marilù perché domani vorrei poterla usare.
    Così, dopo una notte piuttosto brava trascorsa in-sieme, i due uomini, finita la colazione, erano anda-ti al cantiere di Porto Cervo e loro avevano aspetta-to che i ragazzi si presentassero in cucina indossan-do le sole mutandine.
    -Eccoti servito,- disse Laura, porgendo al figlio una tazza fumante di caffelatte.
    In quel momento entrò anche Marco, salutando la compagnia e il suo sguardo stupito ed eccitato la disse lunga su quanto gli piacesse quello che vedeva.
    -Siete una meraviglia,- affermò e si sedette al ta-volo, inzuppando un biscotto nella tazza che sua ma-dre gli aveva offerto e osservando le due donne, ras-sicurato dal fatto che essendo seduto la sua erezione non si poteva notare.
    -Siamo contente di piacerti,- disse sua madre, - però Enrico non ha detto nulla...
    -Be’,- mormorò l’adolescente arrossendo, -non è certo perché non mi piacete. Siete bellissime,- ag-giunse più rinfrancato e i suoi occhi scivolarono sul perfetto corpicino della signora, fermandosi sull’inguine implume.
    -Meno male,- disse lei, -pensavo che ti fossi in-differente...
    -Oh no!- esclamo il ragazzino, che a quel punto a-veva abbandonato ogni imbarazzo.
    -Va bene,- intervenne Laura, -cosa avete in mente di fare oggi?
    -Marilù com’è messa?- chiese Enrico.
    -Sarà a posto per domani. Andate in esplorazione o rimanete in piscina?
    Enrico rivolse un’occhiata interrogativa a Marco.
    -Potremmo cercare qualche spiaggetta che si possa raggiungere anche con il gommone della barca,- disse.
    -Bene, noi andiamo in piscina,- decise Giulia, -anzi, questo è il momento migliore della giornata per prendere il sole e fare sparire i segni del tanga, specie sulla schiena,- continuò, facendo scivolare una manina sulle reni di Laura che si era girata e abbassandole le mutandine, scoprendo il culo perfetto che mostrava i segni delle bretelline del costume. Lei si irrigidì per un attimo, ma non fece nulla per fermare l’amica, nemmeno quando le sue dita si spin-sero fra le cosce, in basso.
    I due ragazzi rimasero a bocca aperta, poi Marco disse: -fate l’amore insieme, vero?
    -Si,- affermò Laura, arrossendo suo malgrado, -e credo anche che ci abbiate viste.
    -Ve ne siete accorte?
    -Si, vi è dispiaciuto?
    -No,- disse Enrico, guardando affascinato la mano di Giulia che, profondamente infilata fra le cosce di sua madre, ne sbucava fuori davanti stringendole il sesso, -eravate bellissime...
    -Ne siamo contente,- disse Giulia, -però non ci a-vete ancora detto quante verginità avete perso,- ag-giunse maliziosamente,- ma non è questo il momento. Finite la colazione e fate la doccia, poi decidete cosa fare. Noi saremo in piscina.
    Le due donne uscirono dalla stanza e i ragazzi os-servarono con entusiasmo il culetto nudo di Laura che non si era preoccupata di tirarsi su le mutandine ab-bassate da Giulia.
    -Sono fortissime,- sussurrò Enrico.
    -Oh, si,- approvò Marco, ma me ne hanno fatto veni-re voglia.
    -Anche a me.
    -Andiamo a fare la doccia.
    -Si,- approvò Enrico, bevendo l’ultimo sorso di caffè.
    Come la sera precedente la fecero insieme, insapo-nandosi a vicenda e regalandosi carezze sempre più intime, facendo crescere vorticosamente la loro ecci-tazione.
    -Ho voglia di baciarti,- sussurrò Enrico con la ma-no stretta sul pene dell’amico che a sua volta lo im-pugnava.
    -Anch’io,- disse Marco abbracciandolo.
    I due ragazzi si scambiarono un bacio lunghissimo, continuando ad accarezzarsi finché si staccarono, completamente privi di fiato e con i sensi in fiamme.
    -Andiamo in camera,- mormorò Marco fissando inten-samente l’adolescente.
    -Si,- approvò Enrico rendendogli lo sguardo con oc-chi torbidi, perché aveva capito le sue intenzioni.
    Si asciugarono sommariamente e raggiunsero la came-ra da letto di Enrico e non appena furono sdraiati sul lettone si abbracciarono riprendendo a baciarsi. Enrico sentì l’uccello di Marco premere contro il suo, poi il ragazzo glielo puntò fra le cosce e lui istintivamente sollevò una gamba, lasciando che vi scivolasse in mezzo, strusciando nel solco delle na-tiche.
    -Ti desidero,- sussurrò Marco accarezzandogli i fianchi.
    -Anch’io.
    -Adesso?
    -Si...
    Il ragazzo si alzò e andò in bagno e quando dopo pochi secondi fece ritorno aveva in mano un vasetto di crema per la pelle.
    -Girati,- sussurrò all’amico che lo guardava con occhi torbidi e pieni di desiderio. Docilmente Enrico si mise su un fianco, volgendogli la schiena e fre-mette quando le mani di Marco gli accarezzarono il culetto. Guardò nel grande specchio che aveva di fronte e come spesso gli accadeva quando si trovava in situazioni intime che viveva per la prima volta si sentì sdoppiare e osservò affascinato i due ragazzi stesi sul letto. Erano bellissimi e indecenti e quan-do Marco gli aprì i perfetti globi delle natiche si vide arrossire, perché provava ancora vergogna nel lasciare che gli occhi dell’amico indugiassero sul suo buchino completamente esposto. La vergogna però aumentò la sua eccitazione e socchiuse le palpebre quando il dito di Marco intriso di crema vi si appog-giò sopra, rilassandosi e permettendogli di affondare in lui.
    La penetrazione gli procurò un po’ di bruciore e si contrasse per poi rilassarsi di nuovo, perché il pic-colo dolore scomparve rapidamente e quando Marco mos-se un poco il dito provò quel piacere ambiguo e non ben definibile che aveva già sperimentato e rimase immobile lasciando che l’amico lo preparasse a un rapporto che adesso cominciava a desiderare fisica-mente e non solo perché voleva sperimentare tutte le possibili forme d’amore.
    Marco fissò affascinato il suo dito affondare nel culetto dell’adolescente che rimaneva in silenzio, ma non si negava e quando lo mosse un poco lo sentì trattenere il fiato. Gli cercò il sesso e lo trovò rigidissimo, segno che quello che gli stava facendo gli piaceva, ma non insistette ad accarezzarlo, per-ché temeva che venisse troppo in fretta. Adesso desi-derava intensamente possedere quel ragazzino giova-nissimo che gli si offriva in maniera così totale, lasciandolo libero di fare quello che voleva, ma ca-piva che doveva usare molte precauzioni prima di prenderlo. Quella loro prima volta doveva essere bel-lissima per entrambi, così sfilò il dito dal sederino sempre più ricettivo dell’amico e usò altra crema per ammorbidirlo. Adesso poteva scorrere liberamente in lui e volle provare a penetrarlo con due dita.
    Enrico sentì quello che stava facendo e si rilassò al massimo e quando il secondo dito gli scivolò den-tro gli sfuggì un sospiro. Non aveva provato dolore, non molto almeno, ma gli sembrava di contenere il mondo intero e che il suo culo fosse fin troppo pie-no, però quell’indefinibile forma di piacere che pro-vava andava via via crescendo. “Cosa accadrà quando mi metterà dentro il suo affare?” Si chiese con un misto di paura e di aspettativa, “è certamente più grosso delle dita.” Ma mentre pensava a queste cose sentiva che il suo ano adesso era molto dilatato e si rese conto di essere pronto a farsi prendere, così quando Marco gli mise un cuscino sotto la pancia sol-levò spontaneamente i fianchi, acutamente conscio de-gli occhi dell’amico puntati sul sul buchino dal qua-le aveva sfilato le dita.
    Lo guardò con un misto di apprensione, aspettativa e desiderio quando si alzò e gli si mise a cavalcioni delle gambe che teneva socchiuse, poi le sue mani gli divaricarono le natiche e il glande si appoggiò al buchino.
    Marco sentì la pelle dell’amico vibrare come se fosse percorsa da una leggera corrente elettrica e fissò affascinato il suo pene che premeva contro il piccolo ano.
    Enrico viveva in una specie di sogno dove le sue percezioni venivano acuite fino alla spasimo e guar-dando fra gli occhi socchiusi i ragazzi riflessi nel-lo specchio si chiese se la grossa verga del maggiore sarebbe riuscita a penetrare fra le natiche del gio-vane efebo che si offriva come in un rito sacrifica-le. Lo sentì affondare un poco e provò una fitta di dolore, ma cercò comunque di rilassarsi e spingere come gli aveva insegnato Marco. Sentì un piccolo scatto nell’ano e il dolore aumentò, strappandogli un grido e il membro si ritrasse un poco.
    -Ti ho fatto male?- Chiese Marco con voce alterata.
    -Si,- sussurrò.
    -Vuoi che mi fermi?
    -No... continua, prova di nuovo.
    Sapeva che sarebbe stato doloroso, ma quel sesso maschile che premeva fra le sue natiche gli dava sen-sazioni ambigue e sconosciute che lo spingevano ad andare avanti e a portare fino in fondo quel loro rapporto così particolare e trasgressivo. “Chissà se riuscirò a godere,” pensò guardando il suo faccino riflesso nello specchio. Lo vide contratto in una piccola smorfia e pensò che anche le ragazze che sta-vano per perdere la verginità dovevano avere un’espressione simile.
    Marco lo pressò di nuovo e lui sentì ancora male, ma ormai il ragazzo non poteva più fermarsi e la sua spinta si fece più decisa, anche se non violenta.
    -Ahi!!!- Si lamentò Enrico perché aveva sentito il buchino cedere e improvvisamente il grosso pene vinse completamente la sua resistenza scivolandogli dentro fino in fondo e facendolo gridare forte perché gli sembrava lo stesse squartando. I due ragazzi adesso erano strettamente uniti e il maggiore rimase immobi-le per permettere al culetto vergine dell’amico di abituarsi alla sua presenza.
    Enrico, completamente privo di fiato, tremava e sentiva un forte bruciore nell’ano, un bruciore che gli aveva annullato l’erezione e lo lasciava comple-tamente in balia di Marco, impedendogli di fare qual-siasi movimento. “mi ha sverginato,” pensò, fissando il suo viso contratto nello specchio, “me lo ha messo tutto nel culo, ma fa male... fa un male cane...” Ma a poco a poco il dolore cominciò a diminuire, sosti-tuito da una strana sensazione di pienezza che gli faceva pensare che il suo ano contenesse il mondo in-tero e che fosse più dilatato di quanto potesse sop-portare. Poi, improvvisamente, cominciò a provare piacere. Un piacere sconosciuto e ambiguo che lo stu-pì e che crebbe rapidamente strappandogli un lungo sospiro mentre le natiche che erano rimaste contratte dopo la penetrazione si rilassavano.
    Marco si accorse del cambiamento e si mosse adagio, guardando affascinato il proprio pene uscire un poco dal buchino completamente dilatato dell’amico per poi rituffarvisi dentro. Enrico mancò ancora un respiro, ma questa volta non provò dolore e il piacere conti-nuò ad aumentare mano a mano che l’amico iniziava ad altalenare dolcemente fra le sue natiche.
    “È bello,” pensò all’improvviso e il suo pene si drizzò, premendo contro la pancia mentre lui osserva-va nello specchio il suo faccino ora rilassato e con un’espressione torbida e piena di godimento. Una mano di Marco venne a cercalo sull’inguine e lui istinti-vamente inarcò i fianchi e quando lo impugnò, affon-dando con forza dentro di lui, una grossa goccia di seme scaturì dal suo membro.
    “È bellissimo,” pensò di nuovo, completamente perso in un mare di piacere, “è fantastico sentire Marco muoversi dentro di me... vorrei gridarlo a tutto il mondo...” e mosse i fianchi, andando incontro alle spinte dell’amico. Marco si sfilò quasi completamente dal suo culetto poi vi affondò dentro con forza e quando Enrico si sentì invadere fino in fondo dalle labbra gli sfuggì il suo primo gemito d’amore. A quello ne seguirono altri e l’adolescente scoprì che era bello gridare mentre si amavano e capì che i suoi singhiozzi eccitavano anche l’amico perché lo inculò con più intensità.
    -Ti piace?, Gli sussurrò Marco.
    -Oh si, adesso è bello... E a te?
    -Si è bellissimo...
    -Fammelo più forte.
    -Si,- gemette Marco altalenandogli dentro con più vigore, -ma vorrei sentirti dire che ti piace... Vor-rei sentirti gridare come faccio io.
    -Lo sto facendo Marco,- singhiozzò il ragazzino an-dando incontro ai suoi colpi, -è fantastico fare l’amore così e sentirti dentro di me. Mi stai facendo venire...
    “Ho sverginato un ragazzo...” pensò Marco altale-nando sempre più in fretta fra le natiche completa-mente offerte dell’adolescente, “ed è bellissimo sen-tirlo godere sotto di me...” Anche lui si lasciò sfuggire dei gemiti in risposta a quelli di Enrico e i due giovani si avvicinarono sempre di più al momen-to finale di quella loro prima, splendida, volta.
    -Sto per venire Enrico,- singhiozzò Marco, -sto per goderti nel culo...
    -Si,- gemette il ragazzino, -anch’io sto venen-do...- e si mise in ginocchio per offrirsi fino in fondo a quel sesso maschile che lo faceva impazzire di piacere, poi portò una mano sui fianchi dell’amico, accarezzandoli e stringendolo forte a sé, seguendone gli ondeggiamenti fino a quando sentì le sue natiche contrarsi e capì che stava per godere.
    Marco gridò forte e affondò in lui mentre un lungo fiotto di seme gli zampillava dal membro sovreccita-to. Enrico lo ricevette con un lamento, perché non era mai stato goduto così e sentire quel getto caldo perdersi nelle sue viscere gli scatenò l’orgasmo e si sciolse gridando e fiottando un numero di volte molto superiore a quello che era riuscito a fare fino a quel momento. Non si rese nemmeno conto che Marco non lo stava più accarezzando da tempo e che stava goden-do solo per quello che il ragazzo gli faceva fra le natiche. Marco venne a lungo ed Enrico ricevette tut-ti i suoi getti con altrettanti gemiti, svuotandosi a sua volta con la faccia affondata nel cuscino e il culo che si muoveva contro l’inguine dell’amico quasi volesse spremerne tutto il seme. Infine giacquero an-santi, ancora strettamente uniti con il corpo di Mar-co che copriva quello dell’adolescente.
    -Oddio...- sussurrò Marco quando riuscì a recupera-re il respiro.
    -Si, proprio oddio,- mormorò Enrico, acutamente conscio del membro dell’amico ancora profondamente conficcato nel suo corpo. -Sei ancora dentro di me.
    -Ti faccio male?
    -No.
    -Vuoi che esca?
    -Oh no! Mi piace sentirti. Non avrei mai pensato che potesse essere così bello fare l’amore in questo modo.
    -Nemmeno io, però è stato fantastico, ma se ti ri-mango dentro me ne verrà voglia di nuovo.
    -Anche a me,- sussurrò Enrico muovendo i fianchi e sentendo il suo uccello che iniziava a irrigidirsi.
    Marco lo fece girare su un fianco, non volendo gra-vargli sopra, ma non lo abbandonò e lui, avendo riac-quistato una certa libertà di movimenti, sculettò a-dagio contro il suo inguine sentendo con emozione il membro che lo penetrava tendersi e tornare a riempir-lo in maniera sconvolgente e deliziosa.
    -Mi hai sverginato,- mormorò, improvvisamente se-rio, girando la testa verso di lui e accarezzandogli i fianchi, -mi hai fatto il culetto ed è stato bel-lissimo. È stato fantastico anche sentirti godere dentro mi me. Sembrava volessi allagarmi... Riuscire-sti a farlo ancora?
    -Certo,- disse Marco con convinzione, -anzi, penso proprio di non poterne fare a meno.
    Anche parlare come facevano era eccitante e adesso Enrico capiva che le parole avevano un loro peso in un rapporto d’amore e che scambiarsi quelle confiden-ze non faceva che rinfocolare il loro desiderio, por-tandoli a iniziare una nuova cavalcata.
    -Mi stai scopando di nuovo,- sussurrò, sculettando adagio sul membro che lo impalava e godendo della sua presenza, -chissà se le donne provano quello che sto provando io...
    -Cosa stai provando?
    -Piacere... Ti sento dentro fino in fondo e mi sem-bra che il tuo uccello mi arrivi in gola. Avevo ra-gione a voler provare è bellissimo sentire il culetto tutto pieno.
    -Prima sono venuto senza bisogno di toccarmi, suc-cede anche alle donne?- Chiese dopo un attimo di si-lenzio Enrico che aveva cessato di provare imbarazzo nel parlare così liberamente di quel loro modo tanto trasgressivo di amarsi e le confessioni che si scam-biavano gli infiammavano i sensi, anche se provava ancora un fondo di vergogna nel lasciarsi andare così completamente a un rapporto omosessuale e forse era proprio questa miscela di sensazioni che faceva au-mentare vorticosamente la sua eccitazione..
    -Si, quando si fanno fare il culetto,- rispose Mar-co, -e penso che provino le stesse sensazioni che provi tu. Ti fai scopare in maniera fantastica...
    -Davvero ti piace tanto?- chiese con una punta di civetteria.
    -Oh si, sei un ragazzino splendido e hai un culo morbido come il burro e bellissimo: sembra nato per fare l’amore.
    -Anche il tuo è molto bello,- sussurrò l’adolescente portandogli una mano sulle natiche e cercandolo nel solco. Gli trovò il buchino e lo sentì fremere quando vi premette contro e desiderò di pote-re entrare anche lui nel sederino dell’amico. Quando lo penetrò un poco il sesso di Marco reagì impennan-dosi dentro di lui e il ragazzo cominciò a scoparlo con più intensità, spingendolo a mettersi di nuovo in ginocchio per poterlo cavalcare più facilmente.
    -Scommetto che stai pensando di provare anche tu a fare l’amore così,- sussurrò Enrico sculettandogli contro.
    -Forse si,- ammise Marco scopandolo con più forza.
    Di nuovo in orbita i due ragazzi diedero libero sfogo ai gemiti d’amore che sapevano strapparsi l’un l’altro e continuarono ad amarsi a lungo, perché l’orgasmo appena vissuto permetteva loro di procra-stinare il secondo, ma inevitabilmente arrivarono al-la fine della loro cavalcata. Fu Enrico il primo a cedere e si svuotò gemendo senza che il suo uccellot-to fosse mai stato toccato, poi rimase ansante, anco-ra inginocchiato mentre Marco lo inculava con foga, pronto a godere.
    Sentirsi scavare dal pene dell’amico mentre non era più pieno di eccitazione piacque al ragazzino, che percepiva acutamente i movimenti del sesso che scor-reva dentro di lui. Guardò lo specchio e vide un gio-vanissimo efebo inginocchiato con i fianchi protesi all’indietro e un’espressione completamente arresa sul viso che riceveva gli assalti di un ragazzo, con-cedendosi fino in fondo a quel modo tanto trasgressi-vo di fare l’amore. Marco gemette e si piantò in lui che avvertì li primo getto di seme che lo allagava. A quello ne seguirono altri e lui li ricevetti con pic-coli gemiti di piacere, sculettando contro l’amico per farlo godere fino in fondo e lasciando che si quietasse a poco a poco, rimanendo ancora incastrato nel suo sederino.
    -Mamma...- gemette Marco quando ebbe ripreso fiato, -è proprio la fine del mondo...
    -No!- Si lamentò Enrico sentendolo scivolare fuori e rimase inginocchiato, con la testa appoggiata alle braccia, lasciando che gli occhi dell’amico lo fru-gassero fra le natiche aperte.
    -Lo vuoi sempre dentro?- Chiese Marco maliziosamen-te.
    -Forse,- mormorò Enrico, sentendosi arrossire.
    -Sei quasi un laghetto,- lo informò l’amico osser-vandogli il buchino ancora molto dilatato dal quale sgorgava un poco del seme che vi aveva versato den-tro.
    -Sei tu che mi hai allagato,- sussurrò Enrico, ros-so come un peperone, lasciandosi andare sul letto. –Dovrò andare a lavarmi.
    I due ragazzi filarono in bagno e si rinfrescarono, poi rientrarono nella stanza ed Enrico sentì gli oc-chi di Marco fissi sul suo sederino.
    -Ti piace sempre?- gli chiese maliziosamente inar-cando i fianchi e rendendosi conto che stava civet-tando sfacciatamente.
    -È una meraviglia,- rispose con assoluta sincerità il ragazzo, posandogli una mano sulle sue perfette rotondità e spingendolo sul letto dove si stesero te-nendosi abbracciati.
    -Mi hai sverginato,- mormorò Enrico guardando con occhi nuovi Marco e lui lesse nel suo sguardo una lu-ce simile a quella che aveva visto in quelli di Lilli la prima volta che avevano fatto l’amore.
    -È stato fantastico,- affermò.
    -Si è stato tutto fantastico a parte il primo mo-mento di dolore... Anche sentirti venire dentro di me è stato bello, sembrava che non dovessi finire più,- ridacchiò Enrico, girandosi su un fianco e appoggian-do le natiche contro l’amico. Si sentì arrossire per quel gesto, ma era piacevole concedersi senza proble-mi atteggiamenti che molti avrebbero considerato ri-provevoli o, peggio ancora, osceni. Si sentiva deli-ziosamente bene e appagato e gli sembrava che il suo ano fosse qualcosa di vivo che conservava ancora il ricordo della penetrazione subita.
    -È un’offerta?- Chiese maliziosamente Marco, facen-do combaciare l’inguine con il suo culetto.
    -Potrebbe anche essere, ma credo che per il momento non ne avremmo la forza,- rise Enrico, muovendo i fianchi e sentendo il sesso di Marco contro il solco. Non era dritto, ma nemmeno completamente a riposo.
    -Non subito almeno, ma se fai così potrebbe ritor-narmi molto presto.
    -Anche a me,- sussurrò l’adolescente continuando a sculettare sul suo inguine.
    Poi chiese: -è più bello farlo con una donna o con un ragazzo?
    -Be’, le donne hanno la passerina...
    -Non parlavo di quella, non hai mai fatto il culet-to a Lilli?
    -Si, ammise Marco, -ma non credo si possano fare paragoni, sono due cose completamente diverse.
    -Ma quale è più bella?- Insistette il ragazzino.
    Marco ci pensò un poco prima di parlare, perché nemmeno lui sapeva bene cosa rispondere, però quando iniziò capì che quello che stava per dire era ciò che pensava realmente.
    -Fare il culetto a una ragazza è abbastanza normale e mentre lo fai puoi accarezzarle i seni e la fighet-ta come quando la scopi, con un ragazzo è diverso. Se gli tocchi l’inguine trovi un uccello come il tuo e bello dritto anche, almeno nel tuo caso, ma non ho altre esperienze del genere con dei maschietti e poi non hanno seni, anche se a quanto pare i nostri ca-pezzoli sono molto sensibili. Così diventa tutto più trasgressivo e forse anche più intrigante perché è un’azione considerata proibita e condannabile, anche se non ne capisco il motivo. Se si prova tanto piace-re in un rapporto omosessuale non mi sembra proprio che sia da condannare, però è così e anche questo può fare crescere l’eccitazione. Infine quando le donne godono si bagnano tutta la vagina e a volte possono anche fingere un orgasmo senza che tu sia in grado di accorgertene, mentre quello di un ragazzo è molto vi-sibile ed è bello vederlo godere mentre lo scopi, pe-rò è una cosa diversa e non penso che si possano fare paragoni. Sono entrambe ugualmente molto belle e pia-cevoli,- concluse ed Enrico rimase in silenzio, ma continuò a muovere i fianchi contro il suo inguine in una danza lenta e sensuale che rinfocolava l’eccitazione di entrambi.
    Marco gli posò un braccio sul petto e gli accarezzò le tettine, stuzzicando un capezzolo che subito si erse ed Enrico sospirò avvertendo il ben noto brivi-dino premonitore all’inguine. Nello stesso tempo sen-tì il sesso di Marco inturgidirsi fra le sue natiche e sculettò di nuovo. Il ragazzo glielo puntò nel cen-tro e con emozione Enrico lo sentì appoggiarsi al bu-chino e sollevò istintivamente una gamba per render-gli la strada più facile. Non era del tutto eretto, ma la sua consistenza era tale da farglielo percepire molto bene e si trovò a desiderare di essere nuova-mente penetrato.
    -Ma che posizione stuzzicante per due ragazzini!- L’allegra voce di Giulia li colse di sorpresa e si staccarono precipitosamente, portando istintivamente le mani agli inguini per coprire i sessi piuttosto tesi.
    -Eh, si,- questa volta fu Laura a intervenire con altrettanta allegria, -sono proprio due cuccioli mol-to trasgressivi.
    -Mamma... noi...- entrambi i ragazzi parlarono all’unisono, rossi come peperoni, guardando con occhi pieni di turbamento le due donne, ma non poterono fa-re a meno di spostare lo sguardo dai loro volti ai loro corpi, perché erano nude e non facevano nulla per nascondersi.
    -Oh, be’, non credo sia successo nulla di drammati-co,- disse Laura, sorridendo al figlio.
    -Siamo arrivate prima o dopo?- Chiese Giulia, ri-volgendo un sorriso malizioso ai due che continuavano a rimanere muti, ma che avevano allontanato le mani dagli inguini e si lasciavano osservare i piselli che la sorpresa aveva fatto rientrare nei ranghi.
    -Mmmh... Penso proprio che siamo arrivate dopo e che qualche verginità sia andata perduta,- mormorò Laura, guardando il figlio con occhi improvvisamente torbidi.
    I due ragazzi non riuscivano a spiccicare parola e i loro volti erano ancora di brage.
    -Andiamo,- disse Giulia rivolta a entrambi, -abbiamo già detto che non è successo nulla di grave. Se avessimo saputo che stavate facendo l’amore non saremmo entrate, ma avevate lasciato la porta aperta e non sapevamo che fine aveste fatto. Siete scomparsi da più di due ore.
    -Avete fatto l’amore anche voi?- Chiese Marco, ri-trovando la voce.
    -Oh, si,- affermò sua madre stringendo a se l’amica che le si appoggiò morbidamente contro, -ma solo un poco...
    -Volevamo sapere cosa avevate intenzione di fare,- disse Laura, abbracciando a sua volta Giulia e facen-dole una lunga carezza sulle natiche, -è quasi mezzo-giorno.
    -Non so,- rispose Marco, -potremmo mangiare qualco-sa qui e poi andare al mare.
    -Va bene, mangeremo in piscina,- decise Laura, -vado a preparare qualche panino.
    I quattro si ritrovarono riuniti sotto un ombrello-ne e le due donne osservarono di sottecchi i ragazzi che mangiavano con buon appetito, ma continuavano a rimanere silenziosi, ancora troppo scossi da quanto era accaduto. Erano nudi, naturalmente e si accorsero che gli sguardi degli adolescenti indugiavano sui lo-ro corpi.
    -Certa ginnastica fa venire un sano appetito,- dis-se Giulia guardandoli maliziosamente e facendoli ar-rossire, -almeno a me fa questo effetto,- aggiunse addentando un panino.
    -Anche a me,- dichiarò Laura, poi guardò affettuo-samente i ragazzi che erano ancora rossi come pepero-ni e non riuscivano a spiccicare una parola. –Adesso però basta con il mutismo,- continuò, -abbiamo appu-rato che ci piace un certo tipo di amore e ci siamo anche osservati in momenti piuttosto intimi, anche se siamo state noi quelle a offrire uno spettacolino più completo, così non vedo il motivo di tanto imbarazzo, in fondo non abbiamo fatto nulla di male, anzi ci siamo dati piacere...
    -È vero,- convenne Marco, terminando il suo panino e bevendo un bicchiere di birra, -però è stato una specie di schok...
    -Quella di farlo o di farvi sorprendere?
    -Di farci sorprendere, credo,- disse sorridendo, mentre la tensione cominciava ad allentarsi –e anche quello di sorprendere voi...
    -Vi è piaciuto?- Chiese Giulia, sedendosi vicina all’amica che si era stesa al sole.
    -Be’...- Marco non riuscì a proseguire e divenne di nuovo rosso e nemmeno Enrico disse nulla.
    -Oh, insomma, credo proprio sia ora di smetterla di sentirci in imbarazzo,- disse Giulia, -e l’unico modo per farlo è questo,- e posò le mani sui seni di Lau-ra, accarezzandole lievemente i capezzoli. Lei arros-sì, ma non si negò e quando una mano dell’amica si abbassò sul suo pube aprì un poco le gambe in un ta-cito invito.
    I due ragazzi guardarono affascinati Giulia che a-desso solleticava piano il clitoride di Laura e vide-ro i suoi capezzoli tendersi sempre di più.
    -Sdraiti accanto alla mamma,- sussurrò Giulia a En-rico e il ragazzino lo fece, senza staccare gli occhi dalla mano che masturbava delicatamente sua madre.
    -Accarezzalo,- disse ancora Giulia, questa volta rivolta al figlio, -fai come faccio io e abbandoniamo una volta per tutte le nostre remore,- poi avvicinò le labbra a quelle dell’amica e le due donne si scam-biarono un lungo bacio sotto gli occhi sempre più ec-citati dei due giovani.
    Marco, fissando sua madre, allungò lentamente una mano e la strinse sul sesso di Enrico già piuttosto dritto. Il ragazzino sospirò sollevando il bacino in un inequivocabile invito e il suo pene si irrigidì completamente nel pugno dell’amico che cominciò a muoversi adagio su e giù. Enrico lo cercò a sua vol-ta, trovandogli il sesso già completamente eretto e ricambiò la carezza senza distogliere gli occhi dalle due donne. Anche sua madre adesso stava accarezzando Giusi e a lui sembrò di impazzire dall’eccitazione sentendo il primo gemito sfuggirle dalle labbra.
    I quattro si accarezzarono ancora un poco in un si-lenzio rotto solo dai loro sospiri, poi Giulia, sen-tendo un flusso più abbondante di umori allagare la vagina di Laura capì che se avessero continuato non sarebbero più state capaci di fermarsi e non sarebbe-ro quindi riuscite a mettere in pratica quanto aveva-no deciso.
    -Basta per ora,- sussurrò con voce non del tutto ferma, staccando la mano dal grembo dell’amica, -avremo ancora modo di vederci insieme, ma non è que-sto il momento per spingerci più avanti.
    Anche i ragazzi si fermarono e sorrisero alle due donne.
    -Peccato,- disse Enrico, -mi sarebbe piaciuto ve-dervi fare l’amore fino in fondo.
    -Anche a me,- affermò Marco, la cui mano indugiava ancora sull’inguine dell’amico.
    -Potrebbe anche succedere,- disse Laura, -ma quello che è già successo è che vi siete finalmente sciol-ti...- aggiunse, guardandoli maliziosamente.
    -È vero,- disse Enrico.
    -Direi proprio di si,- si aggregò Marco.
    -Bene, allora potrete finalmente dirci quante ver-ginità avete perso,- rise Giulia.
    -Be, quelle della bocca,- sussurrò Marco, sentendo-si suo malgrado arrossire.
    -E quella del culotto?- Chiese Laura fissando il figlio con occhi torbidi.
    -Si.- mormorò Enrico diventando di brage.
    -Solo tu?
    -Si...
    -È stato bello?
    -Molto,- ammise il ragazzino vincendo il suo imba-razzo.
    -Bene è così che deve essere quando si fanno certe cose per la prima volta e poi è giusto che sia il più giovane a offrirsi per primo, anche se poi può pren-dersi le sue rivincite. Anche a noi piacerebbe osser-varvi mentre fate l’amore,- aggiunse, guardando i ra-gazzi con occhi di nuovo torbidi.
    -Andiamo al mare?- Propose Marco dopo un momento di silenzio rivolto a Enrico che non riusciva a disto-gliere gli occhi dalle mani di Giulia che indugiavano ancora sui seni della mamma.
    -Se volete, però mi piacerebbe cambiare per una volta,- disse Laura.
    -Come?
    -Be’, vorrei provare la tua moto. Mi accompagnere-sti in una delle spiaggette che avete trovato?
    -Certo.
    -Benissimo,- intervenne Giulia, -noi vi aspetteremo qui, solo non fate troppo tardi Gianni e Luigi hanno detto che ci aspetteranno al porto per andare a man-giare fuori.
    Enrico e Giulia guardarono i due che si incammina-vano verso casa.
    -Certo che hanno entrambi dei culetti molto belli,- disse la donna che aveva visto la direzione dello sguardo di Enrico.
    -Oh si,- le rispose il ragazzino, -ma anche il tuo è bellissimo.
    -Grazie e visto che siamo in vena di complimenti dirò che il tuo è praticamente perfetto. Riesce anche a godere molto?
    -Credo di si,- mormorò l’adolescente arrossendo, ma senza più provare troppo imbarazzo.
    -Ti fa male?
    -No... non proprio.
    -Dopo la prima volta brucia un po’,- disse la don-na, -ti sei dato della crema?
    -Prima?
    -Prima certamente si,- rise lei, -ma bisogna usarla anche dopo,- e prese un flacone di crema emolliente dal tavolo sotto l’ombrellone. –Girati,- lo invitò.
    Enrico la guardò imbarazzato, ma fece come aveva chiesto.
    -Hai proprio un sederino fantastico,- disse Giulia fissando le abbronzate rotondità dell’adolescente, -adesso rimani rilassato,- e raccolse un poco di crema con un dito, posandogli una mano sul culetto.
    Lo senti irrigidirsi un attimo, ma poi si abbando-nò, permettendo alla sua mano di divaricargli le na-tiche, scoprendo l’ano. Era disteso e appena arrossa-to e lei vi appoggiò sopra il dito pieno di crema.
    -Hai un buchino bellissimo,- sussurrò, spingendo piano e affondando un poco nel corpo del ragazzino che rimaneva abbandonato, lasciandola fare e godendo di quella carezza così intima. –Si sente che non è più vergine,- aggiunse quasi a se stessa, poi spinse più forte e affondò in lui facendogli mancare il fia-to.
    -Sembra nato per essere goduto,- mormorò e fece al-talenare adagio il dito strappandogli un sospiro. –Sei riuscito a godere senza toccarti davanti?- Gli sussurrò.
    -Si, mmmmmh...- sospirò Enrico e i suoi fianchi si sollevarono quasi da soli, chiedendo una penetrazione più profonda. Giusi gli spinse il dito nel culo fino in fondo e di nuovo Enrico mancò un respiro e allargò quasi senza rendersene conto un braccio, posandoglie-lo su una coscia.
    Improvvisamente si rese conto che Giusi stava fa-cendo qualcosa di più che ungergli il sederino e si chiese se non potesse permettersi anche lui qualche approccio. Lentamente fece scivolare la mano verso l’alto e fu con emozione che arrivò alla piega dell’inguine. Giusi era inginocchiata al suo fianco e teneva le gambe divaricate, così non gli fu difficile raggiungere le morbide labbra del sesso. Sempre più emozionato l’adolescente azzardò una lenta carezza senza incontrare nessuna resistenza e poté infine fa-re scivolare un dito nella vagina umida della donna che lo accolse con un sospiro. Ricordò come Lolli, la sorellina di Giorgio, gli aveva insegnato ad accarez-zarla e le cercò il clitoride trovandolo turgido e molto più grosso di quello della bambina. Vi strusciò sopra le dita e Giulia mugolò di piacere.
    -Sei bravo,- sussurrò con voce roca, continuando a fare altalenare il dito nel suo culetto, –chi ti ha insegnato ad accarezzare una donna?
    -Una amichetta,- confessò, felice che i suoi maneg-gi facessero piacere a Giusi e intensificando la ca-rezza.
    -Vuoi provare a perdere qualche altra verginità?- Lo tentò.
    -Oh, si,- rispose con entusiasmo il ragazzino che ormai aveva capito che stava per fare la sua prima esperienza completa con una donna.
    Giusi gli sfilò dolcemente il dito dal sederino e gli sussurrò, -girati.
    Enrico lo fece e non potè impedirsi di arrossire quando i suoi occhi gli fissarono il pene eretto, ma anche lui le guardò l’inguine che aveva ripreso a frugare con una mano.
    -Mi stai facendo venire una voglia matta,- sospirò Giulia, spingendo in avanti il bacino e mancando un respiro quando la penetrò con due dita.
    -Anche a tu a me...- disse Enrico, poi avvertì un fiotto più abbondante di succhi irrorarle la vagina. –Ti stai bagnando...,- sussurrò, ricordando quello che gli aveva detto Marco sull’orgasmo femminile.
    -Quando un ragazzo si eccita gli si irrigidisce il pisello, una donna invece si bagna dove tu mi stai toccando,- disse Giulia con voce incrinata, -aspetta,- continuò trattenendo un singhiozzo, -non accarezzarmi così forte o mi farai venire...
    -Non vuoi?
    -Oh, si, ma non troppo in fretta. Quante volte lo hai fatto oggi?
    -Due...
    -Bene, così potrai trattenerti più a lungo, adesso fermati,- continuò, strappandogli la mano dal grembo, poi abbassò la testa ed Enrico seguì affascinato il suo viso che si chinava sul suo inguine e quando glielo prese in bocca non riuscì a trattenere un ge-mito.
    -È bello vero?- Mormorò Giulia fissandolo con occhi torbidi, -vuoi provare anche tu?
    -A baciartela?- Chiese un emozionatissimo Enrico.
    -Si.
    -Certo,- affermò con entusiasmo.
    Giulia si sdraiò e gli fece accostare il volto alla passerina.
    -È qui che devi baciarmela,- sussurrò, -allargando delicatamente le labbra lisce del sesso e facendo fiorire il clitoride, -dove prima mi accarezzavi.
    Enrico non se lo fece ripetere, ma prima volle os-servare quel sesso femminile che vedeva per la prima volta così da vicino e così aperto e fissò affascina-to le pieghe umide del suo interno e il clitoride in-turgidito che sembrava un minuscolo pene.
    -Me la stai guardando tutta,- mormorò Giulia che sentiva quasi fisicamente gli occhi del ragazzino che le frugavano il sesso, -ti piace?
    -Da matti,- le rispose con entusiasmo Enrico e ac-costò la bocca a quella ferita aperta inebriandosi del suo profumo che sentiva per la prima volta, poi allungò la lingua e la passò sul clitoride turgido come una piccola bacca strappando un gemito a Giulia, infine schiacciò le labbra sul sesso della donna e cominciò a leccarla con forza, godendo dei suoi gemi-ti e della rugiada che cominciava a sgorgare sempre più copiosa dalla vagina in amore.
    Giulia aveva i sensi in fiamme. Sapere che l’adolescente che la leccava era alla sua prima espe-rienza la eccitava fino allo spasimo e improvvisamen-te capì che non sarebbe più riuscita a trattenersi e avrebbe goduto sulle sue labbra.
    -Più forte,- singhiozzò, -fammelo più forte Enrico, mi stai facendo venire. Ecco adesso, Oooooh...!!!- la sua ultima parola fu un vero grido e si divaricò tut-ta, offrendosi alla bocca del ragazzino che non aveva cessato nemmeno per un attimo di baciarla e scio-gliendosi sulla sua lingua gridando di piacere.
    Enrico fu quasi colto di sorpresa da quel vulcanico orgasmo, ma si aggrappò ai suoi fianchi rimanendo con la bocca schiacciata contro l’inguine e bevendo i succhi che gli regalava fino a quando tutti i suoi sussulti si furono quietati e lei giacque abbandonata al suolo, ancora ansante. Solo allora sollevò il viso a guardarla e lei aprì gli occhi ancora annebbiati.
    -Sei stato fantastico,- sussurrò con voce rotta, -farai la fortuna di tutte le donne che bacerai in questo modo...
    -Davvero ti è piaciuto?- Sorrise lui, lusingato da quel complimento.
    -Non te ne sei accorto?
    -Ti ho sentita venire... È stato molto bello.
    -Anche per me, ma adesso devi essere tu a provare la bocca di una donna,- e accostò di nuovo il volto al suo inguine, facendosi scivolare il pene fra le labbra fino a che il suo nasino non venne a contatto con i peli che gli spruzzavano il pube.
    -Oooooh, che bello,- gemette Enrico quando cominciò a muovere la testa e la sua lingua si avviluppò come un serpentello al membro, poi le rituffò il viso fra le cosce.
    I mugolii di piacere del ragazzino infiammarono nuovamente i sensi di Giulia che aveva vissuto un or-gasmo molto intenso, ma troppo rapido e ben presto fu di nuovo pronta a godere.
    “Sto facendo il mio primo 69 con una donna,” pensò Enrico sentendo la vagina che baciava allagarsi di nuovo, “non avevo mai sentito il sapore di una fi-ghetta, ma è bellissimo ed è fantastico anche quello che lei mi sta facendo.” L’adolescente era perso in un mare di godimento, ma come aveva previsto Giulia, dopo due orgasmi poteva trattenersi a lungo e fu pro-prio lei la prima ad accorgersi che stava per la-sciarsi andare una seconda volta, ma adesso non era così che voleva venire.
    Si staccò dal ragazzino, sdraiandosi e tirandoselo addosso.
    -Ti desidero,- sussurrò, aprendo le gambe e senten-do con emozione il giovane membro che la cercava fra le cosce. Lo impugnò puntandoselo contro la vagina e bastò una piccola spinta di Enrico perché le affon-dasse completamente dentro strappandole un lamento, mentre lui si sentiva scivolare in un nido morbido e caldo che lo avviluppò come un guanto.
    -Scopami forte,- gemette Giulia mettendogli le mani sulle natiche e suggerendogli come fare. –Oddio che bello... Ti sento dentro fino in fondo...
    -È bellissimo,- singhiozzò lui, cavalcandola con foga e sentendo la vagina bagnarsi sempre di più.
    “Sto scopando la mamma di Marco,” pensò con i sensi in fiamme, “lo sto facendo nello stesso giorno in cui ho fatto l’amore con lui... solo che con Marco ero io a fare la parte della femmina, mentre adesso faccio quella del maschio e mi piace da impazzire sentire una donna godere sotto di me...”
    Giulia gli prese il volto fra le mani leggendogli negli occhi lo stesso piacere che lui leggeva nei suoi, poi lo attirò vicino e si unirono in un bacio lunghissimo sentendo l’orgasmo arrivare come un ci-clone inarrestabile.
    -Vengo,- gridò Giulia, andando incontro ai colpi sempre più frequenti che gli portava, -mi fai godere tutta...- e gli posò di nuovo le mani sulle natiche, stringendolo a se e affondandogli le dita nel solco. Quando lo penetrò Emilio gemette e la scopò con maggiore forza fino a che lei diede libero sfogo a vere grida d’amore, lasciandosi andare a un orgasmo vulcanico. Vedendo la donna abbandonarsi con tanta intensità al piacere e sentire la vagina pulsare come un cuore attorno alla sua carne fece rompere gli ar-gini anche all’adolescente che si sciolse gemendo nel suo ventre dolcissimo, allagandola con un piccolo torrente di seme che lei accolse con singhiozzi sem-pre più alti. Finalmente si calmarono ed Enrico si abbandonò sopra il corpo di Giulia ancora scosso dagli ultimi fremiti.
    -Se questa è stata la tua prima volta,- mormorò lei stringendolo a sé, -quando avrai un po’ più di espe-rienza farai impazzire tutte le donne con cui farai l’amore. Mi hai fatta morire...
    -Anche tu,- disse Enrico, rotolando su un fianco per non gravarle troppo addosso e guardandola con oc-chi pieni di allegria.
    -Cosa ti è piaciuto di più?- Gli chiese maliziosa-mente.
    -Fra cosa?
    -Fra farti fare il culetto e fare l’amore con me.
    -Be’,- rifletté Enrico sentendosi suo malgrado ar-rossire, -tutte e due, anche se in maniera diversa, solo che con Marco ho sentito anche male.
    -Molto?
    -All’inizio si...
    -Ne sentirai sempre meno se ci riproverai,- sorrise Giulia, -ma hai ragione, sono entrambe belle ed è ma-gnifico potersele concedere.
    -Pensi che anche Marco e la mamma faranno l’amore?
    -Mi stupirei molto se non lo facessero. Ti da fa-stidio?- Aggiunse Giulia, fissandolo intensamente.
    -No,- sorrise Enrico, -ma mi sarebbe piaciuto se si fossero fermati e l’avessimo fatto insieme,- aggiunse arrossendo.
    -Sei un porcellino, però potrebbe anche capitare,- mormorò Giulia scoccandogli un’occhiatina maliziosa e sdraiandosi al sole.
    -Se succederà sarà fantastico,- affermò l’adolescente imitandola.

    Quando Laura e Marco uscirono dal cancello della villa, la donna pose le mani sulle cosce del ragazzo, molto in alto, lasciando che le dita scivolassero ap-pena sotto i cortissimi calzoncini che indossava. Co-me aveva immaginato dopo pochi minuti il suo pene i-niziò a inturgidirsi e lei lo sentì contro la punta delle dita. Contrariamente a quanto aveva fatto Enri-co che, non essendo sicuro delle reazioni dell’amico, non aveva osato spingersi troppo lontano, lei gli fe-ce scivolare le mani sotto i calzoncini, premendo-gliene una sul sesso che ingrossò ancora di più.
    -Mmmmmh...- mormorò appoggiando la testa contro la schiena di Marco, dispiaciuta che il casco non le permettesse un contatto più intimo e strinse adagio quanto le stava crescendo sotto le dita. Marco sem-brava impassibile e lei ne ammirò l’autocontrollo du-rante la guida che però eseguiva a bassissima veloci-tà. Volle proseguire nel suo giocò e scivolò sotto i piccoli slip, schiacciandogli il membro ora del tutto eretto fra il palmo e l’addome e Marco reagì spingen-do in avanti il bacino per quanto gli consentiva la posizione di guida.
    Lei strinse le dita su quel tronchetto di carne calda che aveva iniziato a pulsare, ma non accennò a masturbarlo, accontentandosi di farlo sgusciare fuori dagli slip e dal cavallo dei calzoncini. Furono supe-rati da uno spider con due ragazze a bordo che, ac-corgendosi di quanto faceva rallentarono, affiancan-dosi a loro e suonarono allegramente il clacson fa-cendo cenni di incoraggiamento. Per tutta risposta Laura abbassò la mano sulla radice del pene, lascian-dole libere di guardare il grosso sesso del ragazzo. Non andarono oltre, perché la stradina che dovevano prendere era a pochi metri e Marco girò mentre la spider proseguiva.
    Il ragazzo era molto eccitato ed essendo più esper-to di Emilio si rendeva perfettamente conto che quan-to Laura gli stava facendo era un chiaro invito e che presto avrebbero fatto l’amore. Quando mostrò il suo pene nudo alle ragazze si sentì il volto in fiamme, ma la sua eccitazione crebbe vorticosamente e pensò che era una donna davvero disinibita e pronta a con-cedersi tutti i piaceri possibili. “Proprio come Lil-li,” si trovò a pensare, perché anche se non si erano mai trovati in situazioni che coinvolgessero altre persone, era certo che le sarebbe piaciuto moltissimo concedersi un certo tipo di trasgressioni.
    Il dialogo con i caschi era quasi impossibile e ri-masero in silenzio, ma Marco si sentì autorizzato ad allungare una mano dietro, facendola scivolare sulla coscia di Laura fino a incontrare il fragile baluardo del piccolo tanga. Sgusciò sotto la stoffa e accarez-zò adagio l’inguine depilato, strusciando un dito sulla fessura e trovando il clitoride già eretto. Lo accarezzò sentendo la vagina inumidirsi e Laura gli strinse più forte il pene.
    Erano diretti verso la spiaggetta che i due ragazzi avevano trovato il giorno precedente e Marco fermò la moto nello stesso posto. Scesero e il ragazzo si rese più presentabile, poi si diressero verso il mare, constatando con piacere che la spiaggia era deserta.
    -Possiamo fare i nudisti,- propose Laura, levandosi il corto copricostume e rimanendo con il solo tanga.
    -Certo,- approvò Marco guardandole con ammirazione i seni e togliendosi la maglietta e i calzoncini. A-veva cercato di rimettere il pisello nel piccolissimo slip, ma minacciava di sgusciarne fuori ad ogni i-stante. –Però sono eccitato,- aggiunse, arrossendo.
    -Mi meraviglierei del contrario,- mormorò Giulia guardandolo con occhi torbidi.
    -Lo sei anche tu?
    -Si.
    Marco tacque e si tolse gli slip, lasciando che Laura gli fissasse il pene eretto e guardando a sua volta la passerina depilata che lei aveva messo in mostra sfilandosi il costume.
    -Sei bello,- disse la donna.
    -Anche tu.
    Laura si avvicinò e glielo prese di nuovo in mano, lasciando che le sue dita le frugassero l’inguine e si insinuassero adagio nella vagina umida. Quando le accarezzò il clitoride mancò un respiro e il ragazzo sentì che si bagnava di nuovo.
    -Ti desidero,- disse.
    -Anch’io,- sussurrò Laura guardandolo intensamente, poi aggiunse: -stabilirai un record facendoti madre e figlio a distanza di poche ore...- poi lo abbracciò offrendogli le labbra. Si baciarono a lungo e quando si staccarono avevano i sensi in fiamme.
    -Subito?- mormorò Marco.
    -Si,- disse Laura, sdraiandosi su un telo e aprendo le gambe quando lui le fu sopra.
    Erano entrambi troppo eccitati per indugiare in preliminari e Laura singhiozzò quando si sentì inva-dere dalla grossa verga del ragazzo. Con la mente persa in un mare di libidine pensò che era lo stesso membro che poche ore prima aveva sverginato suo fi-glio quello che la stava scopando e sentì l’orgasmo esploderle nel cervello prima ancora che nella vagi-na.
    Come era successo a Enrico, il fatto di essere ve-nuto due volte poche ore prima permetteva a Marco una lunga resistenza e fece godere Laura una prima volta, beandosi dei suoi gemiti d’amore e continuando a in-calzarla. Lei gli intrecciò le gambe sulla schiena, rispondendo colpo su colpo ai suoi affondo e conce-dendosi completamente a quel ragazzo che la scopava in modo meraviglioso.
    -Mi stai facendo impazzire,- gemette ritrovando la voce dopo il primo orgasmo.
    -Anche tu,- singhiozzò il ragazzo, -ti fai scopare in maniera fantastica...
    Le loro bocche si unirono in un bacio interminabile e poco dopo Laura gridava di nuovo, pronta a lasciar-si andare una seconda volta.
    Marco si sentiva inesauribile e scavava la donna con lunghe spinte che lo portavano a uscire per inte-ro dal suo corpo per poi rituffarvisi dentro e ogni volta che lo faceva Laura gemeva di piacere. “Sto scopando la mamma di Enrico,” si trovò a pensare, “proprio nello stesso giorno in cui l’ho svergina-to... È fantastico sentirla gridare che le piace e ritrovare nella sua voce i gemiti che sono riuscito a strappare a lui...”
    Si sollevò, guardando i loro sessi strettamente congiunti e il suo pene che altalenava nella vagina di Laura che, depilata e giovane com’era, gli sembra-va più una coetanea che non una donna di quattordici anni maggiore.
    -Me la stai guardando...- sussurrò lei fissandolo con occhi luccicanti.
    -Si, è bellissimo vederti così tutta aperta...- Sussurrò Marco, felice che anche a lei piacesse par-lare in un certo modo mentre faceva l’amore.
    -Mi stai scopando tutta...
    -No.
    -Cosa allora?
    -Dillo bene,- la sfidò
    -Mi stai chiavando,- mormorò Laura rivolgendogli uno sguardo torbido e pieno di libidine e leggendogli negli occhi lo stesso suo piacere, -mi stai chiavando tutta...
    -Lo senti il mio cazzo?
    -Si...
    -Io sento la tua figa che si sta bagnando...
    -Stai per venire?
    -Si... Vorrei goderti dentro, posso...?
    -Si,- sussurrò Giulia, felice che sapesse mantenere così bene il suo autocontrollo, -anch’io sto per go-dere...
    -Ti guarderò mentre lo fai.
    -Ti guarderò anch’io... è bello vedere le persone in amore.
    -Si e tu ti fai chiavare in maniera fantastica.
    -Era così anche Enrico?- Gemette Laura con voce rotta, perché ormai non riusciva più a trattenersi e solo quel loro dialogo così eccitante e trasgressivo le aveva permesso di ritardare un poco l’ormai inevi-tabile esplosione del piacere.
    -Si, anche lui si è fatto prendere come stai facen-do tu...
    -Ha gridato?
    -Si e credo che lo abbia fatto per la prima vol-ta... Oddio Laura,- singhiozzò a un tratto il ragaz-zo, -non resisto più... St per venire...
    -Fallo allora,- gemette lei, -chiavami forte che sto venendo anch’io... Ecco, adesso...!- L’ultima pa-rola fu un lungo lamento e Laura si tese, arcuando il corpo fino a che si appoggiò al terreno solo con le spalle e i talloni, offrendosi fino in fondo all’incalzare del giovane che, inginocchiato fra le sue cosce, la cavalcava come un torello.
    Le loro grida si fusero e quando la donna sentì il primo getto di seme allagarla lanciò un vero grido e godette, roteando il bacino e sussultando contro il membro di Marco che la faceva impazzire di piacere.
    -È stato bellissimo,- sussurrò quando ebbero ripre-so fiato. -Hai un uccello bello grosso,- continuò ac-cogliendogli nella mano il pene che conservava ancora un certo turgore. –Enrico deve avere sentito male quando gli hai preso il culetto...
    -Solo all’inizio,- disse Marco arrossendo, -poi ha provato solo piacere...
    -Tu non lo hai mai fatto?
    -Farmi prendere... dietro?- Chiese Marco e non poté impedirsi di arrossire di nuovo.
    -Si.
    -No.
    -Non ci hai nemmeno pensato?
    -Fino a ieri no.
    -E adesso?
    -Adesso non lo so...
    -Girati,- sussurrò la donna con occhi improvvisa-mente torbidi.
    Marco la guardò stupito, ma si mise prono lasciando che lei gli guardasse il culo.
    -Hai un sederino bellissimo,- disse Laura appog-giandogli le mani sulle natiche, -è un delitto che tu non abbia provato a fartelo fare...- Gli divaricò i due perfetti globi che sentiva fremere sotto le dita e gli fece fiorire l’ano, poi prese un flacone di o-lio solare e ne fece gocciolare un poco nel solco del ragazzo che rabbrividì, ma rimase fermo. Con un dito gli tentò il buchino, poi spinse affondando in lui e sentendolo mancare un respiro quando lo invase fino in fondo.
    -Ti piace, vero?- sussurrò –è bello essere accarez-zati così.
    -Si,- mormorò Marco che aveva appoggiato la testa fra le braccia e non si negava alla carezza.
    -Dovrai provare anche tu, adesso credo che lo desi-deri... Se ti vedesse mio marito in questa posizione ti salterebbe addosso,- aggiunse maliziosamente.
    -Fate l’amore insieme con i miei, vero?- Sussurrò il ragazzo e non poté impedirsi di ondulare i fianchi sotto l’azione di quella carezza corrosiva.
    -Si.
    -Anche i nostri papà...?
    -Si, qualche volta lo fanno anche fra loro. È bel-lissimo essere così liberi e privi di tabù e sembra che anche tu ed Enrico stiate prendendo la stessa strada. Mi sarebbe piaciuto molto guardarvi mentre vi amavate.
    -Forse adesso sta scopando con la mamma.
    -Credo proprio di si,- sussurrò Laura, guardando il suo dito che altalenava adagio nel culetto del ragaz-zo. Era un sederino che sembrava chiedere di essere goduto, ma lei non aveva l’attrezzatura giusta per farlo, così tolse delicatamente il dito da quel buchino sempre più arreso e si sdraiò accanto a Marco che era rimasto immobile, quasi chiedendo che continuasse nella carezza.

    Edited by Elchicoloco - 20/6/2014, 23:30
     
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    Ragazzo non fermarti propio adesso sono fantastici i tuoi racconti almeno fino a che Enrico non faccia perdere la verginità anale a Marco .Scrivi da dio con una sensualità che è come vivere quello che stai raccontando.Scusa sei tu lo scrittore ma arrivassi a scrivere un rapporto a 6 con i padri che hanno un rapporto anale con il figlio dell'altro e le madri che fanno un 69 davanti a loro 4.ma sta a te scrivere io ho dato solo i miei pareri.
     
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1 replies since 2/4/2011, 00:51   1433 views
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