Enrico 02

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. cavallino
        Like  
     
    .

    User deleted


    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    Il rpimo Enrico lo troverete qui:
    http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44662344

    Il piacere sessuale lo avevo conosciuto verso gli otto anni, ma allora non sapevo nemmeno cosa fosse un orgasmo, così non lo avevo classificato come tale. Abitavo in campagna ed era accaduto mentre lottavo accanitamente con Chico su un prato che cresceva dietro la casa in cui vivevo. Naturalmente era un gioco, ma ce la mettevamo tutta e vinceva chi riusciva a immobilizzare l’avversario. A questo punto toccarlo sull’inguine sanciva la definitiva vittoria. Eravamo due ragazzini della stessa età e della stessa corporatura, così si vinceva un po’ a turno. Quella volta vinse Chico e quando mi resi conto che non potevo più muovermi, schiacciato a terra dall’amico che mi si era messo a cavalcioni sulla pancia, girato in senso inverso al mio, mi rilassai, lasciando che mi desse l’inevitabile frugatina all’inguine.
    Quel giorno però doveva avere un’altra idea, perché le sue mani mi scivolarono sotto i pantaloncini corti e poi sotto le mutandine, strusciandosi sul mio pisellino. Con estremo imbarazzo mi accorsi che mi stava diventando duro come quando mi alzavo la mattina o anche durante il giorno, senza che ci fosse un particolare motivo. Se ne accorse anche Chico e vi strusciò sopra il palmo aperto della mano facendomelo rotolare sulla pancia. Sentii un piacere intenso e non mi mossi, anche se ormai la sua presa si era allentata e avrei potuto liberarmi. Lui continuò e il piacere divenne sempre più forte fino a che sembrò che una scarica elettrica mi attraversasse il corpo e mi contorsi contro di lui, cercando di frenare il gemito che mi stava sgorgando dalle labbra. Quando il mio pene perse la sua consistenza Chico si fermò, lasciandomi andare e guardandomi con curiosità.
    -Cosa ti è successo?- Chiese, perché non poteva non essersi accorto che era capitato qualcosa di diverso dal solito.
    -Non lo so,- risposi con voce ancora malferma.
    -Ti ho fatto male?- Si preoccupò.
    -No.
    -E allora...?
    -È stato bello, ma non so cosa sia successo. Se vuoi ti faccio provare.
    Lo voleva naturalmente, e si sdraiò subito a terra, rivolgendomi uno sguardo di attesa.
    -Forse è meglio se ti spogli,- suggerii, perché mi sembrava più semplice accarezzarlo come aveva fatto con me senza la barriera degli indumenti.
    Mi guardò un po’ dubbioso, arrossendo, ma la voglia di provare quel gioco nuovo era troppo forte e si abbassò pantaloncini e mutandine lasciandomi osservare il suo pisello già dritto, poi si sdraiò, rimanendo in attesa. Era la prima volta che vedevo un ragazzo eccitato e guardai affascinato il piccolo pene che si sollevava quasi perpendicolarmente al pancino, poi allungai timidamente una mano e glielo schiacciai contro la pancia. Cominciai a strofinargliela sopra e lo vidi cambiare espressione mano a mano che proseguivo nella carezza. Bastarono pochi minuti per portarlo al piacere e toccò a lui irrigidirsi tutto e cercare di trattenere i gemiti, poi si contorse sotto le mie dita e il suo sesso cominciò a perdere di consistenza come era successo al mio.
    -È stato bellissimo,- sospirò con voce sognante, -lo facciamo ancora?
    Lo rifacemmo, naturalmente e lo facemmo ancora molte volte in seguito, spogliandoci e traendo piacere anche dalla vista dei nostri corpicini eccitati, ma non ci masturbammo mai nella maniera tradizionale. Per noi era sufficiente strofinare i nostri piselli contro la pancia fino a che non si quietavano e fu solo a dieci anni che imparai quale fosse il sistema di masturbazione più tradizionale.
    Quando avevo nove anni i miei genitori si erano trasferiti in città e con grande rammarico avevo perso di vista Chico. Per un anno circa non ebbi contatti di un certo genere con altri ragazzini, ma divenni molto amico con Giorgio, un biondino di un anno maggiore di me che frequentava la mia stessa scuola perché io avevo cominciato con un anno di anticipo.
    Naturalmente pensavo spesso a quello che facevamo con Chico e tutte le volte che lo facevo sentivo il mio pisello drizzarsi. Un giorno, quando avevo ormai nove anni e mezzo, mi capitò mentre facevo la doccia e quando mia madre entrò in bagno portandomi un accappatoio diventai rosso come un peperone, perché il mio sesso non era affatto rientrato nei ranghi.
    -Ehi, hai il fratellino sull’attenti,- scherzò mia madre che era una biondina bellissima e molto giovane con la quale ero in grande confidenza. In casa non eravamo affatto pudichi, ma nuda l’avevo vista solo un paio di volte, mentre vederla girare con le sole mutandine era quasi una regola, specie alla mattina.
    La guardai pieno di imbarazzo, ma lei non si scompose e con la punta dell’indice mi toccò la sommità del pene, sorridendo maliziosamente.
    -E adesso come farai a fargli riabbassare la testa?- Mi chiese.
    La guardai e dovevo essere diventato di brage, perché mi rivolse un sorriso cordiale e mi incitò a uscire, avvolgendomi nell’accappatoio, poi cominciò a strofinarmi come faceva spesso per asciugarmi. Sentii le sue mani sulla schiena, sul torace, sul culetto e poi anche sull’inguine, dove il mio pisello continuava a essere dritto. Lei parve non accorgersene e continuò a strofinarmi, solo che con una mano indugiò a lungo sull’inguine, mentre con l’altra mi asciugava la schiena e le natiche, sembrava quasi un gioco, un gioco che però faceva aumentare vorticosamente la mia eccitazione e sentii un grande calore invadermi come quando ci accarezzavamo con Chico. Bastò pochissimo tempo per farmi godere e mi abbandonai fra le sue braccia, lasciando che mi portasse alla naturale conclusione di quella strana masturbazione. Non dissi nulla e anche lei tacque, continuando ad accarezzarmi e stringendo a volte il mio rigidissimo affare, ma quando fui scosso da un lungo brivido e mi abbandonai fra le sue braccia mentre il mio sesso perdeva la sua terribile erezione mi sostenne ancora un poco, allontanando la mano dal mio inguine e stringendomi a sé, poi mi diede una scrollatina.
    -Dai, stai dritto,- mi spronò, -non credevo che sentirti asciugare ti facesse perdere tutte le forze- e mi rivolse un’occhiatina impertinente e carica di affetto.
    Passarono alcuni mesi e la mia amicizia con Giorgio si andò sempre più rafforzando e cominciammo a parlare delle ragazzine che conoscevamo e di come ci sarebbe piaciuto vederle nude. Entrambi conoscevamo bene la differenza dei sessi perché, come in casa mia, anche da lui non vi erano molti pudori e aveva avuto occasione di vedere la mamma nuda e anche la sorellina, che però aveva solo otto anni.
    Una successiva scoperta in campo sessuale mi capitò quando mio padre dovette assentarsi per una settimana, naturalmente chiesi e ottenni il permesso della mamma di dormire nel lettone con lei e quando lo facemmo la guardai trasognato mentre si infilava nuda sotto le lenzuola. Anch’io dormivo nudo e per di più era estate e faceva molto caldo, così eravamo coperti solo dal lenzuolo e il mio pisello, improvvisamente dritto, lo faceva sollevare come una tendina. Mi affrettai a girarmi su un fianco sotto lo sguardo malizioso di mia madre e come dio volle mi addormentai.
    Quando mi svegliai ero su un fianco, il lenzuolo era arrotolato ai piedi del letto e sentivo il mio pisello, che al mattino è sempre bello dritto, premere contro qualcosa di morbido. Mia madre dormiva anche lei su un fianco ed era contro il suo sederino che premeva il mio uccellotto. Quasi senza rendermene conto spinsi in avanti il bacino e scivolai fra le sue natiche. Ero emozionatissimo, ma ancora non mi rendevo bene conto di ciò che stavo facendo.
    La mamma mugolò, prossima a svegliarsi e per un attimo i suoi fianchi mi vennero incontro, facendomi affondare ancora di più fra le sue cosce, poi si svegliò completamente e si accorse di quanto stava accadendo. Non si ritrasse di scatto, ma si mise supina, lasciandomi vedere il cespuglietto biondo del pube e le tettine che avevano i capezzoli irrigiditi e sembravano piccole bacche.
    -Non invadere lo spazio altrui,- mi redarguì, ma sorrideva e vidi i suoi occhi dilatarsi quando scivolarono sul mio membro eretto. Mi spostai subito sull’altro lato del letto, ma non riuscii a staccare gli occhi dal suo corpo mentre si alzava e andava in bagno.
    Non mi capitò più di svegliarmi a quel modo, ma continuai a pensarci e ogni volta che lo facevo mi eccitavo.
    Il pomeriggio del quinto giorno mi diressi verso la camera da letto dei miei in cerca della mamma che non vedevo da più di mezz’ora. La porta era socchiusa e mentre la stavo aprendo sentii dei sospiri provenire dalla stanza. Non mi sembrava fossero i sospiri di una persona che stesse male, così, incuriosito, cercai di sbirciare attraverso la fessura della porta.
    La mia mammina era nuda e sdraiata sul lettone in una posizione che le rendeva quasi impossibile vedere la porta della stanza, nonostante il grande specchio che ricopriva quasi interamente la parete di fronte al letto, così potei osservarla senza che se ne accorgesse. Teneva le gambe aperte e con una mano si accarezzava la passerina mentre con l’altra si pizzicava i capezzoli che pareva volessero schizzare fuori dalle tettine tanto erano dritti. I suoi sospiri si fecero sempre più frequenti e a un tratto cominciò a gemere rocamente, sollevando il bacino e permettendomi di vedere le sue dita che si muovevano con forza sulla passerina, massaggiandola nella parte superiore. Quasi senza rendermene conto spinsi la porta ed entrai nella stanza proprio mentre l’orgasmo le esplodeva dentro facendola gridare e scuotere, con il corpo teso come un arco che sussultava contro le sue dita. Infine si lasciò cadere ansante sul letto e solo allora si accorse di me che la fissavo affascinato.
    Le sue mani, che giacevano abbandonate lungo il corpo si sollevarono di scatto andando a proteggere l’inguine e le tettine mentre il volto le si imporporava. Rimanemmo così per un tempo mi parve lunghissimo, poi fu lei a rompere quella specie di stallo in cui eravamo caduti. Un lungo sospiro le uscì dalle labbra mentre allontanava le mani, lasciandosi osservare meravigliosamente nuda e con le gambe ancora piuttosto divaricate, poi mi guardò maliziosamente, ma era ancora rossa in volto.
    -Be’, bisogna dire che mi hai proprio beccata,- disse.
    -Mamma, io...- mormorai, chinando la testa confuso e senza trovare nessuna parola da dirle.
    -Oh, dai, non è morto nessuno e non è successo nulla di grave. Colpa mia che non ho chiuso la porta. Sai cosa stavo facendo?
    -Ti accarezzavi là...
    -Si, mi accarezzavo la passerina,- ammise, -tuo padre è via da quattro giorni e a me era venuta voglia di fare l’amore. Mi è successo quello che succede a te quando ti diventa dritto il fratellino, te lo sei mai accarezzato?
    -No...
    -Be’, quando sarà il momento imparerai e forse sarò io a sorprenderti... Consideralo una specie di regalo di compleanno,- aggiunse, visto che mancavano pochi giorni al mio decimo anno, -Adesso però è ora di preparare la cena,- concluse allegramente, alzandosi e infilandosi le mutandine, dandomi così modo di guardarle il culetto.
    Con Giorgio eravamo diventati ormai amici intimi e poiché anche le nostre famiglie si conoscevano bene spesso studiavamo a casa mia o sua, a seconda di come ci eravamo messi d’accordo e questo era facilitato dal fatto che abitavamo nello stesso stabile e per raggiungere le nostre case era sufficiente attraversare il giardino interno che le divideva.
    Festeggiammo il mio compleanno insieme, con le famiglie riunite e un buon numero di amichetti che saccheggiarono tutto quanto mia madre aveva preparato e il giorno dopo andai a trovare l’amico.
    Mi venne ad aprire sua madre e mi invitò a entrare. Lo feci un po’ trasognato perché la signora indossava solo mutandine e reggiseno: erano entrambi bianchi e molto trasparenti, così potevo vedere benissimo i pelini scuri dell’inguine e i capezzoli delle tettine. Solo in un’altra occasione mi era successo di vederla così, ma era stato solo per un attimo, quando era uscita dal bagno e aveva attraversato il corridoio per entrare in camera da letto.
    -Be’, non hai mai visto una donna in biancheria intima?- Mi chiese maliziosamente.
    -Si,- mormorai, senza riuscire a togliere gli occhi dal suo inguine. Era una donna molto bella e molto giovane, ma mentre mia madre era bionda lei aveva i capelli rossi e non erano tinti, pensai, continuando a osservarle il cespuglietto dell’inguine.
    -Giorgio sta facendo la doccia,- mi informò, -io devo uscire con tua madre, così cercate di studiare e non fate i birichini,- mi ammonì con un’occhiatina maliziosa, poi sparì in camera da letto.
    Bussai alla porta del bagno e Giorgio mi gridò di entrare. Lo feci mentre si stava sciacquando. Non lo avevo mai visto nudo e quasi senza accorgermene gli fissai il pisello e vidi che non era del tutto a riposo. Lui continuò a sciacquarsi, passandosi una mano sul culetto, fra le natiche e poi davanti, sull’inguine e quando lo fece il suo sesso si tese di più, raggiungendo un’erezione quasi completa e pensai che lo aveva grosso come il mio, poi cominciai a sentire un formicolio giù in basso e mi resi conto che anch’io mi stavo eccitando. Giorgio si accorse che gli fissavo l’inguine, ma non fece nulla per coprirsi, anzi, continuò a passarsi le mani sul pisello fissandomi con occhi improvvisamente torbidi fino a che non fu completamente eretto. Mi accorsi che anche il mio era duro e che il rigonfio che formava sotto i pantaloni aderenti era piuttosto visibile.
    In quel momento sua madre entrò in bagno perfettamente vestita e lanciò un’occhiata maliziosa al figlio che non aveva fatto nulla per nascondere la sua erezione.
    -Io esco,- annunciò, -e voi cercate di fare i bravi e di limitarvi a studiare...- aggiunse, scoccandoci una nuova occhiatina.
    Giorgio uscì dall’acqua e prese un accappatoio mentre sentivamo la porta d’ingresso chiudersi. Si asciugò energicamente, poi se lo tolse, dirigendosi verso la porta del bagno. Pensai che volesse andare nella sua camera per vestirsi, ma quando mi fu di fronte si fermò, con il pisello dritto che quasi mi toccava la pancia.
    -Io non ti ho mai visto nudo,- sussurrò.
    -Non è mai capitato...- risposi a bassa voce, senza riuscire a distogliere gli occhi dal suo pene, conscio che fra noi si stava creando un’atmosfera diversa da tutte quelle che avevamo vissuto prima.
    -Ne ho voglia,- disse, fissandomi, -è venuta anche a te?
    -Non so...- risposi, perché non avevo ancora ben focalizzato che l’irrigidimento del pisello corrispondeva a una eccitazione sessuale. Per me era ancora una sensazione piacevole, a volte anche fastidiosa perché non sapevo bene come farla cessare.
    -È venuto duro anche a te?- Insistette Giorgio.
    -Si,- ammisi.
    -Allora vuole dire che ne hai voglia. Ti sei mai accarezzato?
    -No...
    -Nemmeno con qualche amico?
    -Be’, forse...
    -Come forse?
    Gli raccontai di quello che avevo combinato con Chico e lui mi sorrise maliziosamente.
    -Vuol dire che non sai bene come si fa ad accarezzarsi,- disse, -se vuoi te lo insegno.
    Non risposi, ma era molto intrigato dalla proposta e lui, che lo aveva capito benissimo, mi condusse nella sua camera.
    -Bisogna spogliarsi per farlo,- sussurrò e portò le mani alla cintura dei miei pantaloni. Lo lasciai fare, sentendo un piccolo fremito percorrermi la schiena e quando me li abbassò, insieme alle mutandine, mi sentii arrossire perché il mio pisello adesso era nudo e dritto come il suo.
    -Vedi che anche tu ne hai voglia?,- sussurrò, facendomi scendere gli indumenti sulle cosce. Mi fece sedere su una poltrona e si sedette a sua volta al mio fianco, poi si impugnò il pisello fissandomi intensamente.
    -Bisogna fare così per godere,- disse iniziando a muovere la mano su e giù. Quella cosa non l’avevo mai fatta e lo fissai affascinato, vedendo i suoi occhi socchiudersi per il piacere.
    -Adesso ti insegno,- disse con voce non molto ferma e prima che potessi impedirglielo mi impugnò e cominciò a muovere la mano come faceva prima con il suo. Il piacere che provai fu immediato e molto forte e senza quasi rendermene conto sollevai il bacino per concedermi meglio alla carezza.
    -Vedi com’è bello?- Sussurrò Giorgio senza smettere di masturbarmi, -dai fallo anche a me, quando ci si accarezza insieme è ancora più bello...- e mi prese una mano portandosela sul sesso. Glielo strinsi e cominciai a muoverla su e giù, perché quello che mi stava facendo era bellissimo e mi sembrava giusto rendergli la carezza. Mentre lo facevo però mi resi conto che era bello anche sentire il suo pene fra le dita e leggergli negli occhi il piacere che gli davo. Lui si offrì di più e anch’io lo feci, sentendo continui fremiti percorrermi il corpo. Capii che avrei di nuovo raggiunto quella forma di piacere che conoscevo bene, ma che non avevo ancora riconosciuto come orgasmo e intensificai i movimenti della mano. Giorgio mi imitò, poi lo vidi chiudere gli occhi e irrigidirsi tutto.
    -Ecco...- sussurrò e il suo membro si impennò fra le mie dita mentre lui si abbandonava al piacere senza cessare di masturbarmi. Ero arrivato al limite anch’io e godetti come non mi era mai successo, provando piacere anche nell’osservare l’orgasmo dell’amico. Non riuscivamo ancora a emettere seme, ma godevamo molto e molto a lungo e continuammo ad accarezzarci fino a che tutti i fremiti dei nostri corpicini si quietarono.
    -È bellissimo,- sussurrò con voce ancora rotta quando riprendemmo fiato.
    -Oh si,- approvai con entusiasmo.
    -Non lo avevi mai fatto così?
    -No...
    -Lo rifacciamo?
    -Certo acconsentii,- glielo presi di nuovo in mano, e mi piacque molto sentirlo tendersi sotto le mie dita.
    -Perché non ti spogli anche tu?- Mi chiese, -è più bello.
    Lo feci anche se provavo ancora imbarazzo e quando fui nudo ci guardammo, facendo scivolare lo sguardo sui piselli di nuovo eretti.
    -Sei bello,- sussurrò Giorgio.
    -Anche tu,- risposi, perché era vero. Aveva un fisico più maturo del mio, perché alla nostra età un anno voleva dire molto, però anche lui era ancora un preadolescente, con un corpicino asciutto e un culetto tondo e prominente, proprio come il mio e come il mio inguine anche il suo non aveva nemmeno un pelino. I nostri uccellotti erano più o meno uguali, ma mi ero accorto che quando erano a riposo il mio sembrava più piccolo, mentre in erezione era uguale al suo e forse addirittura più grosso.
    -Vieni, andiamo sul letto,- mi invitò.
    Lo facemmo e cominciammo subito ad accarezzarci, ma questa volta ce la prendemmo più calma e Giorgio mi insegnò a moderare le carezze per fare durare più a lungo il piacere. Mi insegnò anche che le tettine potevano dare sensazioni deliziose se accarezzate, specie i capezzoli e che anche il culetto era un posto molto eccitante da toccare e farsi toccare.
    -Ce li hai belli grossi,- disse Giorgio, stuzzicandomi un capezzolo che si era inturgidito. In effetti i suoi, anche se si drizzavano subito toccandoli, erano più piccoli dei miei, ma sembrava che fossero altrettanto sensibili.
    Quando sentii le sue dita sulle natiche volli imitarlo e mi spinsi profondamente nel solco fino a toccargli l’ano.
    -Che bello...- mormorò, socchiudendo gli occhi, poi toccò a me sospirare quando mi rese la carezza e sentirlo premere adagio sul buchino mi procurò un piacere vivissimo e fui quasi pronto a venire.
    -Sto venendo...- sussurrò Giorgio sdraiandosi e offrendosi tutto alla mia mano.
    -Anch’io,- risposi, poi non dicemmo più nulla e ci masturbammo forte fino a che raggiungemmo l’orgasmo quasi insieme, poi ci abbandonammo sul letto con le mani che ancora indugiavano sui piselli rientrati finalmente nei ranghi.
    Il giorno successivo mi svegliai con la mente ancora piena delle immagini del mio incontro con Giorgio e il pisello dritto, come mi accade invariabilmente al risveglio. Andai in bagno a fare pipì, ma questo non attenuò per nulla la mia erezione, tanto che dovetti sedermi sulla tazza per riuscire a farla dentro. Rientrai in stanza sempre più eccitato e mi sdraiai sul letto.
    La mia mano si mosse quasi da sola e mi impugnai il pene cominciando a masturbarmi adagio, pensando a quello che avevo fatto con Giorgio e desiderando che l’amico fosse ancora con me per poterlo fare insieme. Era la prima volta che mi masturbavo da solo, ma il piacere che provavo era quasi uguale a quello che mi aveva dato Giorgio. Solo quasi però, perché mi resi conto che era più bello se te lo faceva un altro.
    Capii che stavo godendo e intensificai la carezza e quando l’orgasmo mi esplose dentro sollevai il bacino masturbandomi con forza fino a che non mi sentii completamente soddisfatto e mi abbandonai sul letto con il respiro ancora affannato. Solo allora mi accorsi che la mamma mi stava osservando e che sorrideva. Come aveva fatto lei qualche tempo prima mi coprii l’inguine con una mano e sentii le guance avvampare.
    -Adesso sono stata io a beccarti,- sorrise, accorgendosi del mio imbarazzo e volendo sdrammatizzare la cosa. –Ti avevo detto che prima o poi sarebbe successo... Dai, adesso alzati,- aggiunse con un sorriso, -è ora di fare colazione.

    Per oltre un anno io e Giorgio, ormai divenuti inseparabili, continuammo a darci piacere ogni volta che era possibile, il che voleva dire quasi tutti i giorni perché studiavamo sempre insieme in casa dell’uno o dell’altro e spesso le nostre mamme ci lasciavano soli. Imparammo a farlo in maniera sempre più raffinata e spesso ci capitava di masturbarci a turno, perché anche osservarci mentre eravamo in preda all’orgasmo era bello. Quando le nostre mamme erano in casa ci chiudevamo nella sua o nella mia stanza e ci accarezzavamo senza spogliarci, ma facendo solo sgusciare il pisello fuori dai pantaloncini. Lo facevamo così spesso che un paio di volte accadde l’inevitabile e cioè fummo sorpresi. La prima a sorprenderci fu Lolli, la sorellina di Giorgio. Avevamo inavvertitamente lasciato la porta socchiusa e lei entrò mentre ci stavamo masturbando con foga. Non lo faceva mai quando chiudevamo la porta, anche se a volte la sentivamo camminare nel corridoio e preferiva restare in camera sua, specie quando c’era Marina, la sua amica del cuore. Questa volta però, avendo visto che era aperta, aveva creduto di poter entrare senza problemi.
    A quel tempo avevo compiuto undici anni, Lolli quindi ne aveva dieci ed era una splendida biondina con grandi occhi azzurri. Spesso avevo desiderato di poterla vedere nuda, ma non avrei mai creduto che sarebbe stata lei a osservarmi in stato adamitico per prima e per di più mentre stavo accarezzando suo fratello.
    Ci staccammo precipitosamente e la fissammo senza riuscire a dire una parola, ma lei, passato il primo momento di sbalordimento, non sembrò particolarmente scioccata.
    -State giocando ai dottori?- Chiese con una vocina carica di sottintesi.
    -Be’...- fu l’unico suono che mi riuscì di emettere, ma lei continuò imperterrita: -immaginavo che anche i ragazzi lo facessero, ma non avevo idea di come potessero fare.
    -Lo fai con le tue amiche?- Osai chiedere, perché quella ragazzina sembrava che considerasse del tutto naturali i nostri giochi. In effetti lo sembrava anche a me e non mi passava nemmeno per la testa che fossero cose da omosessuali, o proibite o roba simile, tuttavia non avevo mai pensato di trovarmi di fronte a una bambina proprio mentre lo stavo facendo.
    -Lo dirai alla mamma?- Chiese Giorgio con voce abbastanza ferma.
    -Certo che no,- affermò lei convinta, -queste sono cose riservate solo a noi e gli adulti non devono entrarci.
    Mentalmente tirai un sospiro di sollievo e vidi che anche Giorgio si stava rilassando, ma sembrava che Lolli non avesse nessuna intenzione di andarsene.
    -Perché non continuate?- Ci chiese infatti.
    -Mi vergogno a farlo di fronte a te,- sussurrò Giorgio.
    -Forse se ti spogliassi anche tu...- suggerii, perché cominciavo a credere che fosse possibile coinvolgerla nei nostri giochi.
    -Mi vergogno,- sussurrò a sua volta, diventando di brage.
    -Allora esci,- intervenne Giorgio, -non riusciremo a fare niente se tu te ne starai li a guardarci rimando vestita.
    -Ha ragione,- rincarai io.
    -Se lo faccio voi mi farete vedere come fanno i maschietti ad accarezzarsi?
    -Penso di si,- risposi, guardando l’amico che fece un cenno di assenso.
    -Va bene,- capitolò Lolli, portandosi le mani alla cintura dei calzoncini corti che indossava.
    Fu nuda in un baleno ed ebbe un attimo di esitazione solo quando iniziò ad abbassarsi le mutandine, ma fu un’esitazione brevissima e finalmente ci guardò del tutto nuda, rossa come un peperone, ma senza cercare di coprirsi l’inguine.
    Una donna nuda l’avevo già vista, ma era mia madre e il cespuglietto ben curato che le ornava l’inguine mi aveva impedito di vederle bene il sesso. Anche quando l’avevo sorpresa a masturbarsi avevo avuto solo una parziale visione delle sue parti intime perché erano coperte dalla sua mano, adesso invece fissai affascinato il perfetto taglio che divideva l’inguine implume di Lolli e il mio pisello che era rientrato nei ranghi cominciò di nuovo a drizzarsi.
    Lolli continuava a guardarci ed entrambi raggiungendo un’erezione completa sotto i suoi occhi curiosi.
    -Vi sono diventati di nuovo dritti,- sussurrò, portandosi quasi senza rendersene conto una manina sull’inguine.
    -Ne ho di nuovo voglia,- ammisi.
    -Allora fatemi vedere come vi accarezzate...
    -Lo farai anche tu?
    -Forse si...
    La mano di Giorgio mi circondò il pene e anch’io glielo strinsi, poi cominciammo a masturbarci adagio sotto gli occhi torbidi di Lolli.
    -Ne hai voglia anche tu?- le chiesi, socchiudendo le palpebre sotto la carezza di Giorgio.
    -Si...- la sua voce era turbata, ma non si rifiutava di rispondere.
    -Come si fa ad accorgersi quando una ragazzina ne ha voglia?
    -Non lo so,- sorrise, -con voi è più facile...
    -Riesci a farlo da sola?
    -Si.
    -Fallo,- la spronai, -anche noi vogliamo vedere come fa una ragazza ad accarezzarsi.
    Lei non rispose, ma si inginocchiò accanto a noi e cominciando a toccarsi la fessurina che le si apriva fra le gambe.
    -Che bello...- sospirò senza cessare di osservarci.
    Anche noi la guardavamo e improvvisamente mi venne in mente la mamma mentre si dava piacere, anche lei si accarezzava come Lolli e pensai che forse ne sarei stato capace anch’io.
    -Posso fartelo io?- Chiesi, ma non le diedi il tempo di rispondere, perché la mia mano le aveva già raggiunto l’inguine sostituendosi alla sua e massaggiandola all’inizio della fessura. Era tutta umida e il mio dito scorreva facilmente in quella specie di ferita che le si apriva fra le cosce. Non ebbe la forza di allontanarmi e si sdraiò di più sul letto, aprendo le gambe per rendermi più facile la carezza. Vidi i suoi occhi socchiudersi e rovesciarsi all’indietro mentre si concedeva sempre più alla mia mano che evidentemente la toccava nel modo giusto e raccolto tutto il coraggio che avevo le presi una manina facendo si che mi impugnasse il pisello. Non si tirò indietro e cominciò a muoverla come aveva visto fare da Giorgio. Mi sembrava di morire dal piacere e continuai ad accarezzarle la passerina mentre con l’altro mano masturbavo il fratello.
    Non ci mettemmo molto a godere, ma la prima fu Lolli perché anche Giorgio aveva cominciato a toccarla e la vedemmo abbandonarsi al piacere in mezzo a noi, sollecitata dalle nostre mani che l’accarezzavano dappertutto. Al contrario di quanto facevamo noi era piuttosto rumorosa mentre godeva e sentimmo i suoi sospiri farsi sempre più frequenti, intervallati da gemiti e quando si abbandonò completamente al piacere dalle labbra le sfuggì un vero grido che portò al massimo la nostra eccitazione. Quando riprese fiato ci guardò un po’ stupita, come se non riuscisse a credere a quello che era successo, ma poi sorrise.
    -È stato molto bello,- sospirò soddisfatta e me lo prese spontaneamente in mano, riprendendo a masturbarmi.
    La facemmo sdraiare in mezzo a noi, in senso inverso e mentre ci accarezzava entrambi le nostre dita si incontrarono sulla sua fessurina e poco dopo Lolli riprese a gemere. Lo avrei voluto fare anch’io, ma anche se ne avevo voglia non riuscii proprio a dire nulla mentre venivo: mi vergognavo a dare libero sfogo ai gemiti che pure mi salivano alle labbra, così godevo in silenzio, ma non per questo il mio orgasmo era meno intenso.
    Anche Giorgio venne silenziosamente e quando ci fummo quietati riprendemmo ad accarezzare Lolli, facendola quasi gridare quando godette per la seconda volta. Vedere la ragazzina lasciarsi andare così liberamente al piacere, con le manine strette sui nostri piselli, rinfocolò la nostra eccitazione e quando si abbandonò con un sorriso soddisfatto sul letto eravamo di nuovo pronti a ricominciare.
    -Sarà meglio rivestirci,- disse saggiamente lei, guardando con un sorrisino il mio pisello dritto che ancora stringeva fra le dita, -la mamma sarà qui fra poco... Però è stato molto bello,- aggiunse, muovendo un poco la mano e facendomi socchiudere gli occhi per il piacere.
    Aveva ragione naturalmente e ci separammo. Avevamo appena finito di rivestirci quando sentimmo la porta di casa aprirsi e poco dopo la signora Luisa fece il suo ingresso nella stanza, trovandoci alla scrivania, compostamente intenti a studiare.
    La seconda volta che venimmo sorpresi accadde la settimana successiva e fu proprio la signora Luisa a farlo. Eravamo da Giorgio e fortunatamente Lolli era andata a casa di Marina, perché in caso contrario sarebbe stata con noi e non so proprio come sarebbe andata a finire. Ci eravamo accarezzati insieme ancora una volta e sembrava che la bambina si divertisse moltissimo con noi ed era arrivata persino a dire che forse avrebbe convinto la sua amica ad unirsi ai nostri giochi.
    In ogni caso quel giorno eravamo soli, nudi e molto eccitati e mentre ci accarezzavamo non ci accorgemmo dell’arrivo della signora che era rientrata con molto anticipo rispetto al previsto. Entrò in stanza mentre stavamo quasi per godere e passò qualche istante prima che ci accorgessimo della sua presenza, ma quando lo facemmo ci staccammo di colpo, cercando di nascondere gli uccelli irrigiditi che la sorpresa non aveva fatto ancora rientrare nei ranghi.
    Le ci guardò sbalordita, ma la scenata che avevamo temuto non venne e vedemmo le sue labbra schiudersi in un lieve sorriso.
    -Vi avevo detto di non fare i birichini,- ci ammonì.
    -Mamma, noi...- sussurrò Giorgio, rosso come un peperone.
    -Be’, non facciamone un dramma,- sospirò la signora, -è inevitabile che due bambini che si trovano spesso soli in casa finiscano prima o poi per giocare ai dottori e accarezzarsi... Mi spiace di avervi sorpresi,- aggiunse sorridendo, -se lo avessi saputo vi avrei lasciati in pace. Adesso finirà che starete male se non riuscirete a sfogarvi.
    La guardammo un po’ stravolti, non solo perché non aveva fatto nessuna scenata, né si era mostrata scandalizzata da quanto aveva visto, ma soprattutto perché aveva detto di capirci. I nostri piselli non erano più tesi, ma sotto lo sguardo della signora sentii il ben noto formicolio all’inguine e mi accorsi con vergogna che stavo eccitandomi di nuovo. Sbirciai Giorgio e vidi che anche il suo sesso stava alzando la testa.
    -Non potete rimanere così,- disse la signora, guardando i nostri uccellotti sempre più dritti, -però non metteteci troppo, perché sta tornando a casa anche Lolli e non voglio che capisca cosa state facendo.- Poi uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
    Io e Giorgio ci guardammo ancora allibiti e increduli di quanto stava succedendo, poi lui fece un mezzo sorriso e disse: -meno male che Lolli non c’era, non credo che sarebbe filato tutto così liscio se anche lei fosse stata con noi...
    -Eh, no,- convenni, -adesso però abbiamo avuto una specie di permesso ufficiale...- e allungai una mano stringendola sul suo uccellotto.
    Riprendemmo da dove eravamo stati interrotti e non ci fermammo fino a che non vivemmo un orgasmo bellissimo e liberatorio, poi ci vestimmo e uscimmo dalla camera.
    -Bene,- disse la signora Luisa uscendo dalla sua stanza con le sole mutandine addosso, -immagino che adesso vi sentirete meglio...- Poi si accorse dei nostri occhi fissi sul suo splendido corpo e sorrise, -non credo ci possano essere più troppi pudori fra noi,- disse, -non dopo avervi sorpresi in certi atteggiamenti... Ma adesso venite a fare merenda.

    Edited by Elchicoloco - 20/6/2014, 23:28
     
    .
  2. manu the beast
        Like  
     
    .

    User deleted


    Oddio bella,eccitante,ma inverosimile
     
    .
  3. cavallino
        Like  
     
    .

    User deleted


    Perché inverosimile? Sono cose che succedono abbastanza normalmente e se ti riferisce alla reazione della mamma di Giorgio, ti dirò che non tutti i genitori sono isterici: ci sono anche quelli che sanno capire e glissare.
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    FIGO GAY

    Group
    Member
    Posts
    4,453
    Reputation
    +1
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Beh bel racconto spero che ci sia un seguito perchè questa educazione al sesso tra maschi è linfa nuova per le nuove generazioni e se qualche genitore leggesse questi racconti credo che il mondo intero iniezierebbe ad accorgersi che l'approccio innocente al sesso non è solo etero ma anche omosessuale.Comunque bellissimo ormai ci hai abituato a una lettura romantica sentimentale ingenua ed eccitante continua così.
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    GAY VIP

    Group
    Member
    Posts
    1,041
    Reputation
    0
    Location
    roma

    Status
    Offline
    uno dei migliori che ho letto

    complimenti
     
    .
4 replies since 25/3/2011, 23:48   1781 views
  Share  
.