Gay Boys Reloaded

Votes given by dinotipia

  1. .
    No, io non mi fiderei, mi sembra pericoloso.
  2. .
    Io ho votato "solo leccare e succhiare".
  3. .
    A volte non scrivi cose che sembrano scontate.. sono perfettamente d'accordo con te su cosa e come hai scritto..io di Bologna
  4. .
    eccitante
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    scritto bene continua
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA

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    Questo è il racconto di un episodio che mi è realmente accaduto qualche anno fa.
    Eravamo all'Irish Pub e Mitch era già abbastanza alticcio. Credo si fosse fatto almeno un paio di pinte.
    Non c'era nessuno che si conoscesse.
    Si parlava dell'assenzio e in quei giorni mi avevano detto che c'era un pub in zona che aveva quello buono, mi pare si chiami superiore.
    Gli chiesi se gli andava di farci un salto, visto che neanche io l'avevo mai assaggiato.
    Insomma, dopo poco eravamo in macchina.
    Mitch ha qualche anno meno di me, è un ragazzo con i capelli medio-lunghi neri, con un fisico esile, magro e longilineo, un viso piuttosto carino e suona la chitarra.
    Per la strada si chiacchierò un po' dei vari progetti musicali. In quel periodo stavo mettendo su un gruppo con due ragazzi, un chitarrista e un cantante.
    Chiesi a Mitch se per caso voleva partecipare anche lui al progetto e, spiegandogli le cose, gli dissi che però era con due ragazzi gay.
    Non ne era affatto contento e declinò l'offerta. Cercai di spiegargli che però erano tipi "normali" e che conoscevo alcuni gay molto simpatici e non c'erano problemi di sorta. Insomma, che ero "aperto" e non mi infastidiva affatto la cosa e se voleva avrebbe potuto partecipare anche lui. In fondo era per divertirsi.
    Poi cambiammo discorso e arrivammo nelle vicinanze del pub. Parcheggiammo ed entrammo. Ordinammo due assenzio e ci mettemmo a sedere fuori anche se faceva fresco, perché dentro c'era troppo casino.
    L'assenzio piacque a tutti e due e ne ordinammo dell'altro. Era piuttosto forte e abbondante e montava lentamente.
    Anche perché faceva fresco, lui, per scaldarsi, prese anche una pinta di birra visto che per i suoi standard aveva bevuto poco ed era sempre più sbronzo.
    Aveva iniziato a farfugliare e a parlare a voce alta. Dopo un'oretta decisi di tornare a casa visto che mi sembrava un po' troppo sbronzo ma lui disse di dover prima andare in bagno a pisciare e si alzò barcollando.
    Passarono una quindicina di minuti e di lui non c'era traccia.
    Andai verso il bagno per vedere se lo trovavo.
    Fuori non lo trovai e quindi entrai nell'antibagno e bussai alla porta dei maschi. Non rispose nessuno e pensai fosse vuoto.
    Aprii la porta per controllare e lo trovai con i pantaloni e le mutande abbassate davanti al cesso, gli chiesi se andava tutto bene e lui si girò con l'uccello ritto in mano ridendo. Mi disse qualcosa tipo che doveva pisciare ma non ci riusciva.
    Era sbronzo fradicio... pensavo reggesse meglio l'alcol.
    Allora chiusi la porta a chiave per evitare che qualcuno entrasse e ci vedesse in quella situazione imbarazzante.
    Gli dissi che per forza non ci riusciva visto che ce l'aveva ritto. Lui mi rispose biascicando che aveva bisogno di sesso. Non capii bene cosa intendesse. Forse si scusava per l'erezione.
    Si reggeva a fatica in piedi e aveva le mani contro la parete di fronte per tenersi dritto.
    Gli domandai se aveva bisogno di aiuto e mi rispose quasi urlando "Magari se mi tieni dritto ci riesco".
    Mi misi dietro di lui e con il braccio destro intorno al torace cercai di tenerlo su dritto per aiutarlo a pisciare.
    La sua maglia e camicia continuavano a scivolare verso l'alto mentre lui scendeva sempre più in basso e allora gli infilai il braccio sotto la camicia, sollevandogliela involontariamente fino alle ascelle, per far presa sulla pelle ed evitare che scivolasse di nuovo.
    Mi accorsi che la mia mano gli stringeva il petto, proprio sul capezzolo e glielo sentii indurirsi. In pratica era nudo tra le mie braccia.
    Con la testa appoggiata alla sua spalla era un po' come se mi guardassi io dall'alto ma con il suo corpo nudo e dovevo guardare soprattutto l'uccello perché dovevo vedere di farlo pisciare dritto nel cesso. Anche se la situazione era indubbiamente squallida, confesso che era piuttosto eccitante.
    Aveva anche un discreto uccello in fondo, lungo sui 18 centimetri, curvato verso l'alto, con la cappella gonfia e paonazza ma proporzionata e con le palle piccole e grinzose.
    Mitch all'epoca non mi dispiaceva e il vederlo nudo e indifeso tra le mie braccia me lo fece apprezzare ancora di più. Non mi faceva certo schifo quella situazione anche se era un po' strana e non avevo mai avuto a che fare con uno così sbronzo.
    Iniziò a pisciare molto lentamente ma troppo in alto, glielo dissi ma, niente. Allora gli chiesi se potevo aiutarlo a farla dentro e non rispose.
    "Ti scoccia se te lo tengo giù?"... ancora nessuna risposta.
    Allungai la mano e con la punta delle dita glielo spinsi in basso verso il water.
    Era bello duro e dovetti spingere un po', ma sguisciava di lato e tornava su schizzando ovunque.
    Allora glielo presi col palmo della mano e glielo tenni giù con forza.
    Mai dovuto fare una cosa del genere se non alcune volte col mio uccello.
    Aveva l'uccello bollente.
    Lui stava stranamente zitto e mentre glielo tenevo in giù iniziò a muovere il bacino avanti e indietro.
    Oddio, che stava facendo? Sembrava averci preso gusto un po' troppo, ma forse non se ne rendeva neanche conto.
    L'uccello era sempre più ritto e lui stava con la testa china senza fiatare.
    Gli chiesi "Ma che vuoi, che ti faccia una sega così poi pisci?". Non diede nessuna risposta ma continuò a muovere il bacino masturbandosi nella mia mano.
    Strinsi il palmo della mano un po' di più.
    Mi sembrava evidente che volesse una sega. Anche se non sapevo come sarebbe andata a finire ormai ce l'avevo in mano e la spostai verso la cappella. Lui ansimò forte.
    Iniziai a masturbarlo prima lentamente e poi sempre più forte. Il cuore mi rimbalzava nelle orecchie, chissà come sarebbe finita quella storia. Avevo paura che poi avrebbe fatto casini, ma sembrava essere accondiscendente, anzi sembrava dirigere lui le cose.
    Lo sentivo ammorbidirsi per poi indurirsi di nuovo a ritmo del flusso sanguigno e la sua cappella, a tratti, era bella gonfia e dura.
    Gli iniziò a gocciolare, prima poco, poi sempre più abbondantemente e col pugno stretto intorno alla sua cappella girai la mano alcune volte per spalmargli il liquido per poi tornare a segarlo adesso quasi con violenza.
    Sinceramente, stava producendo molto precum, ma davvero tanto. Cosciente o meno, colava in un filamento continuo dalla mia mano. La cosa mi piacque non poco e credo anche a lui.
    Con la mano fradicia di "lubrificante" andai avanti così finché fece un verso strano di sofferenza e dopo poco mi venne in mano, spruzzando sborra tra le mie dita. Venne abbastanza da imbrattargli l'uccello, oltre la mia mano.
    Quando ebbe finito aspettai che gli si smosciasse un po' e gli dissi "Adesso piscia che ce la fai!".
    Finalmente ce la fece senza annaffiare tutto il bagno. Glielo scossi per bene con la sinistra, sempre sorreggendolo con l'altra e lo appoggiai con le spalle alla parete tenendolo puntato con la mano. Mi allungai e presi della carta igienica e glielo pulii alla meglio. Gli tirai su mutande e pantaloni, e finalmente mi disse un confuso "Adesso va meglio". Poi cercammo di uscire dal bagno.
    Non mi sono neanche potuto lavare la mano perché sarebbe potuto crollare a terra. Me la pulii come potevo in un fazzoletto nella tasca uscendo, imbrattandomi i pantaloni.
    Qualcuno mi diede un'occhiataccia a vedermi uscire dal bagno assieme a lui sbronzo.
    Tenendolo da sotto le spalle lo riportai in macchina. Non disse nulla per tutto il tragitto.
    Poi iniziò a farfugliare cose tipo "però sei un finocchio... brutto frocio". Io gli risposi che non sapevo cos'altro avrei dovuto fare in quella situazione e che, in fondo, aveva iniziato lui, ma dopo poco si addormentò in macchina.
    Lo svegliai all'arrivo e sembrava quasi non ricordare più nulla di quanto successo. Lo accompagnai fino all'ingresso dell'Irish dove vide dei suoi amici che lo avrebbero riaccompagnato a casa. Spero che non gli abbia raccontato nulla di troppo compromettente. Io risalii in macchina e continuai verso casa.
    La mano era sempre imbrattata del "sughetto" di Mitch e mi fermai al parcheggio sopra il pub che era deserto. Avevo una bottiglietta d'acqua, aprii lo sportello e ne versai un po' sulla mano per sciacquarla ma tornò estremamente scivolosa... mmmm... ero sempre in erezione e... mi sono richiuso in macchina e mi ci sono masturbato.

    Edited by Matija - 9/2/2023, 20:54
  7. .

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    Rieccoti amico mio! Siamo rimasti che ti avrei raccontato della prima vera esperienza che mi ha convinto dei miei gusti in fatto di uomini. Lo so cosa stai pensando. Fino a quel momento non ritenevo ancora di essere gay. Solo curioso. Volevo nascondermi dalla verità da ciò che realmente mi eccita e volevo evitare di dare delle spiegazioni a chi mi stava intorno.
    Quest’avventura me la ricordo davvero molto bene. Si dice sempre “La prima volta non si scorda mai!” Beh, a questa volta si collegano anche tante altre prime volte. Ma sto correndo troppo… Andiamo in ordine, come sempre.
    Era 4 anni fa circa. Ero con un amico, Joseph. Avevo conosciuto Joseph a scuola, era un ragazzo orientale e di statura media anche se poco più basso di me. Aveva un viso tipico, un piccolo naso e occhi a mandorla. Aveva un viso molto giovanile e con dei lineamenti molto delicati, quasi femminili. Capelli neri, carnagione leggermente più scura della mia e un culo da sballo!
    Decidemmo di andare in montagna insieme, a camminare. Ad entrambi piaceva la natura e la montagna. Fissammo per una domenica, la prima che arrivava. Nessun adulto, solo io e lui. Io mi ero messo i jeans corti e una canotta senza maniche. Lui, mentre ci stava accompagnando mio padre, disse che gli davano fastidio le mutande. Io, per battuta, gli dissi “Toglile, magari stai più comodo senza!”. Lui la prese seriamente e si tolse i pantaloncini sportivi. Aveva delle mutande a rete, si intravedeva tutto. Caspita, la prima volta che vedevo delle mutande strane come quelle. Se le tolse e si girò verso di me… Io, facendo finta di nulla, guardavo lui al viso, bloccando la mia curiosità. Lui mi guardava, cercando di capire cosa guardassi e se ero interessato.
    Si girò verso il finestrino dell’auto di mio padre, come per far finta di non vedermi. Io abbassai lo sguardo e vidi che il suo cazzo si stava mettendo in posizione eretta. Mi sembrò un po’ inopportuno e gli dissi: “sbrigati a rivestirti, non vorrai farti vedere?”. Lui mi rispose: “Come fa a vedere? Sta guidando! Poi è normale un’erezione, non c’è nulla di strano con un bel ragazzo accanto che mi guarda.”.
    Mi avvicinai con la bocca alle sue labbra e gli diedi una leccata sulla punta. Lui mi prese di colpo dietro il collo con una mano e mi spinse la testa verso il basso. Non me lo aspettavo e mi spinse in modo da prendere tutto il suo pisello in bocca, fino in fondo, senza nessuna resistenza. Sentii che il suo membro si faceva spazio nel mio esofago, una sensazione incredibilmente soddisfacente. Joseph trattenne il fiato, per cercare di non fare rumore. Irrigidì i muscoli e non mi lasciò andare la testa, mentre io avevo difficoltà a respirare e cercavo di tirarmi indietro.
    Appena mi liberai, Joseph mise il pisello nei pantaloncini. Avevo paura che mio padre mi scoprisse, non sapeva nulla di me, e comunque non sarebbe stato bello farlo partecipare all’esperienza sessuale.
    Arrivati al paesino di partenza, mio padre ci lasciò e ci disse di chiamarlo quando saremmo arrivati alla fine del percorso e quando saremmo stati di nuovo al paesino. Così sarebbe venuto a prenderci per tornare a casa. Io e Joseph prendemmo i nostri zaini e iniziammo il cammino. Lui stava davanti e, appena iniziata la salita, ero continuamente a osservare il movimento del suo culo. Avevo costantemente l’immagine in testa di lui senza mutande e lo immaginavo fare gli stessi movimenti con il culo ma senza nulla. Un’immagine paradisiaca, un culo sodo ma grosso. Ogni piccola salita faceva aderire i pantaloncini al culo e lo rendeva quasi come fosse trasparente.
    Durante la camminata parlavamo di tutto, dai cinghiali a battute di sesso. Poi, quando vide un serpente, si mise ad urlare di colpo abbracciandomi stretto e forte. Io cercai di spiegargli quanto fossero innocui i serpenti della zona, mentre sentivo leggermente la punta del suo pene a riposo sfiorarmi una gamba. Lo notai e cominciai piano piano a fare confusione con le parole, mi distraevo e non completavo una frase prima di iniziarne un’altra. Ero davvero persuaso dall’idea che fosse senza mutande e che i pantaloncini fossero larghi e ultrasottili.
    Continuammo con il percorso, anche se io ebbi qualche difficoltà con la salita. Non è facile fare la salita con un’erezione che limita i propri movimenti. L’erezione mi durò per almeno dieci minuti. Ad un certo punto, chiesi di andare avanti io, così da non guardargli il culo. Funzionò, in poco tempo l’erezione si alleviò e ripresi a camminare bene.
    Arrivammo quasi alla cima del monte, dovevamo fare una piccola scalata fra le rocce per raggiungere la vetta più alta. Mi ricordo bene che Joseph scivolò all’indietro, verso di me. Lo presi con le mani dal culo e lo spinsi in avanti, per evitare che cascasse indietro. Non pensare male, mi venne spontaneo!
    Una sensazione di morbidezza e di eccitazione davvero singolari! Quel momento, anche se durato pochi istanti, mi sembrò durare diversi minuti. Di nuovo non riuscivo a muovermi liberamente, ma mancava poco. Non dovevo deconcentrarmi proprio in quel momento! Arrivammo in cima, tirammo fuori la macchina fotografica e fotografammo il bellissimo panorama.
    Joseph, per farsi fare una buona foto, si portò il cambio di vestiti. Iniziò togliendosi la maglietta, mostrando una piccola pancetta e due capezzoli duri duri. Poi toccò ai pantaloni che, una volta tolti, svelarono un’erezione in crescita. Senza nasconderlo, il mio sguardo puntò dritto su quell’immagine. Non con la faccia da ebete, come nei cartoni animati. Proprio con disinvoltura, non ci pensavo nemmeno. Era davanti a me, con l’uccello di fuori e anche in procinto di un’erezione! Sfido chiunque a non guardare!
    Stavamo parlando della cosa che era successa in macchina, di quanto fosse stato pericoloso. Mentre parlavamo, lui si avvicinò. L’erezione era sempre più evidente e, prima che me ne accorgessi, era già a contatto con le mie labbra. Guardai Joseph negli occhi, lui mi prese per la nuca e mi spinse la testa di colpo fino a farmi tossire. Mi liberai dalla presa, tossendo e pensando a come fosse piacevole sentire quella sensazione di pienezza nella gola. Era soddisfacente sentire di poter fare spazio a tutto il suo cazzo. Mi avvicinai di nuovo con la bocca, con la lingua di fuori. Puntai a una goccia di precum che avevo notato. Partii da sotto, percorsi tutta la sua lunghezza e arrivai alla punta sentendo quella goccia scorrere sulla mia lingua. Con una mano, strinsi alla base del suo pene e portai la stretta verso la punta. Vidi uscire un altro po’ di precum e approfittai per prenderne dell’altro con la punta della lingua. Il sapore era lievemente dolciastro, ma un sapore difficile da descrivere. Continuai a stimolare il precum con un dito sulla punta del glande e via via bevevo il suo nettare. Dopo qualche minuto così, che lui gemeva fra una leccata e l’altra, lui mi fece alzare e mi abbassò i pantaloni e le mutande insieme. Il mio pisello uscì di scatto con tutti i 20cm di lunghezza e lo schizzò con un po’ di precum che era sulla punta. Gli arrivò al naso, visto che si era avvicinato prima che uscisse del tutto.
    In pochi secondi eravamo in cima al monte completamente nudi e in bella vista! Ma niente sembrava preoccuparci in quel momento. Avevamo altro a cui pensare, le nostre inibizioni erano andate a farsi fottere anche loro.
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    Ciao, è tanto che non ci vediamo! Ho così tante cose da raccontarti! Ho vissuto delle esperienze che neanche ti immagini. Lo so, ora starai pensando: “Chissà che cavolate vuole rifilarmi adesso”. Non sono cavolate, è la pura realtà! Non sono più quello che inventa storie, non mi interessa. Ora voglio solo raccontarti quello che ho vissuto, perché siamo amici e gli amici condividono i successi e i dolori.
    Cazzo! Da dove inizio? Potrei parlarti di quella volta che ho conosciuto un vip televisivo e ho scoperto anche che i pregiudizi sulle dimensioni degli orientali sono false. Oppure potrei raccontarti di come sono riuscito ad entrare in un concerto gratis e ho conosciuto di persona il cantante. Altrimenti di quando un ragazzo ad un ristorante mi ha offerto la cena solo perché gli ho chiesto se potevo unirmi a lui, vedendolo solo come me. Uffa! Questo è quello che succede a non sentirci per anni!
    Hai ragione, rischio di fare confusione raccontando a vanvera senza collegamenti temporali… Partiamo dal primo!
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    Erano settimane che il mio ragazzo mi chiedeva di andare a Milano a trovare suo fratello che si era trasferito lì per lavoro. Io però avevo sempre fatto muro perché non mi andava particolarmente, soprattutto perché sapevo che viveva in casa con altre persone in un eterno viavai di gente. Certo, la cosa stuzzicava un po’ la mia fantasia: con il mio ragazzo insieme a suo fratello, forse un po’ di tempo per fare la troietta in giro per la città più gay-friendly d’Italia lo avrei trovato. Poi però ritornavo con i piedi per terra, e mi rendevo conto che la cosa non era fattibile. Fatto sta che comunque una sera, proprio mentre io e Roberto (il mio ragazzo) stiamo andando al cinema, lui riceve una telefonata dal fratello, che gli fa una proposta inaspettata.
    “Oh fra’, vedi che ‘sto fine settimana c’ho la casa libera perché i miei coinquilini tornano ai loro paesi e quindi ho pensato di fare un bel weekend a quattro. Io, Valentina (la sua ragazza) e voi due checche. Ci state?”.
    Sapendo però anche che io tifavo Milan, per convincermi mi propose di andare soli io e lui allo stadio a vedere il derby. A quel “da soli” scattò in me qualcosa, e dissi di sì.

    Partimmo da Catanzaro il venerdì intorno a mezzogiorno, ma visto lo stato pietoso di certe linee ferroviarie nella mia zona ci volle quasi più tempo per arrivare a Napoli (dove avremmo fatto il cambio) che non per andare da Napoli a Milano. Comunque, quando arrivammo la sera, eravamo stremati. Arrivammo a casa di Filippo intorno alle 8 di sera, e l’impatto fu di quelli forti.
    Venne ad aprirci lui la porta e… mamma mia! Stavo per avere un infarto quando lo vidi lì, davanti a noi, in mutande, col cazzo ancora mezzo gonfio nelle mutande. Non si fece problemi a dirci che aveva da poco finito di “unirsi carnalmente” con la ragazza, che infatti poco dopo uscì da una stanza un po’ più coperta. Ci fece sistemare nella nostra camera, ma io ormai ero rapito dalla visione che avevo avuto. Non era bellissimo, per carità, ma dotato di quell’aria da ragazzo ribelle e anti-convenzionale che a me eccitava da morire. E poi quel bel fisichetto non palestrato, ma comunque tonico, non era affatto male. Senza dimenticare quel cazzo che lasciava ben sperare in quanto a larghezza… sì, ormai era chiaro, se proprio dovevo troieggiare lì a Milano, era con il fratello del mio ragazzo che dovevo farlo! Dovevo solo fargli capire – senza rischiare troppo – di essere disposto a prendere il suo uccello. D’altra parte, io e il mio ragazzo sospettavamo da tempo che lui non fosse proprio fedele alla fidanzata, ma non avevamo motivi fondati per pensarlo. Mentre ragionavo di queste cose e tiravo fuori le cose dalla valigia, ecco arrivare il primo imprevisto: “Fatevi una doccia veloce, andiamo a mangiare fuori”.

    Andammo in un pub molto carino e accogliente, nonostante l’inevitabile folla del venerdì sera. A tavola il clima è piacevole, ma tra una chiacchiera e un’altra si scivola sul gossip. Si parla proprio di tradimenti, ma io e Filippo restiamo zitti gran parte del tempo. Ogni tanto interveniamo, ma senza dire niente di che. Il mio silenzio, però, evidentemente deve essere stato notato in qualche modo, perché ad un tratto mi sento dare un pizzicotto sulla coscia proprio da Filippo! Poco dopo il telefono vibra e leggo nell’anteprima:
    “Quanti cazzi hai preso oltre a quello di mio fratello?” con tanto di faccina diabolica.
    Cazzo, Filippo mi aveva scoperto. All’improvviso il mio umore cambiò, e mi precipitai immediatamente nei bagni. Non sapendo che fare, risposi a quel messaggio negando, poi entrai in un bagno senza chiudere la porta e mi sedetti sulla tazza a fissare il telefono. Filippo aveva visualizzato senza rispondere, stavo quasi avendo le palpitazioni. Passano interminabili secondi quando sento bussare alla porta. Io rispondo che è occupato, ma proprio in quel momento entra lui. Filippo, il fratello del mio ragazzo, era lì nel bagno con me! Appena entrato, chiude bene la porta e mi fa segno di stare zitto. Ha già la patta abbassata, quando si avvicina a me e mi fa sentire il cazzo durissimo sul mio volto. Senza provare ad oppormi, libero la bestia da quella gabbia e la tengo in mano. Inizio a segarlo lentamente, ma lui subito me lo spinge in bocca. Puzza leggermente di sudore, ma me lo ciuccio comunque volentieri. In quel ruolo di troia cornificatrice ci sto benissimo e lui lo sa, è evidente che apparteniamo alla stessa specie. Vado avanti per qualche secondo, giusto il tempo di giocare un po’ con la lingua sulla sua cappella. Forse avrei anche continuato se lui non mi avesse fermato sollevandomi. Io capisco che vuole il mio culo e istintivamente mi giro per darglielo, ma lui si alza mutande e pantaloni e mi spinge delicatamente verso il muro. Si appoggia alla mia schiena facendomi sentire perfettamente una certa presenza tra le chiappe, poi si avvicina all’orecchio e mi sussurra: “Io sono un puttaniere e tu sei una troietta. Siamo due bastardi che se la spassano in giro. Teniamoci questo segreto e domani la palla allo stadio non sarà l’unica che vedrai”. Incredulo e arrapato, gli tocco il cazzo con un’avidità che lo sorprende. Gli leggo negli occhi che si farebbe fare un pompino subito, ma ci fermiamo per non destare sospetti nelle nostre dolci metà. Ci ricomponiamo e a distanza di un paio minuti l’uno dall’altro ritorniamo al tavolo e la serata scorre via tranquilla.

    Arriviamo a casa e ci prepariamo per andare a letto, quando ricevo un altro messaggio da Filippo sul telefono: “Vuoi vedere come ti faccio arrapare davanti a mio fratello senza toccarti?”. Alla mia (scontata) risposta positiva, si presenta in mutande in camera. Dice che purtroppo i biglietti per la partita sono già esauriti e che quindi dovremo vedere la partita a casa, “ma Roberto e Valentina se ne possono andare in giro a fare shopping e poi andiamo a mangiare di nuovo fuori”. Accettiamo la proposta quando Filippo, rivolgendosi al fratello, se ne esce con un inaspettato “Bravo Fra, togliti di mezzo così domani posso scoparmi il tuo fidanzato”, accompagnandolo con una risata da vero attore. Non potevo crederci, Filippo stava dicendo al fratello tutta la verità facendogli pure credere che fosse uno scherzo! Un grande!

    Comunque poi la notte passò, e così pure la mattinata. Arrivate le 18, l’ora della partita, come previsto Roberto e Valentina erano ormai pronti a scendere. Quando io e Filippo restammo soli e la partita iniziò, non scattò subito la passione come si potrebbe credere. Anzi, pur avendogli messo una mano sulla coscia come segno della mia voglia, ci chiediamo se sia davvero la cosa giusta da fare.
    “Forse non dovremmo, ma abbiamo già tradito tutti e due altre volte. Stavolta capirai, almeno resta tutto in famiglia” disse lui per sdrammatizzare.
    “Già… e poi mi hai già messo il cazzo in bocca ieri sera, ormai è fatta” gli feci io portando la mano verso l’interno coscia.
    “Sei proprio una zoccola, e a me le zoccole fanno arrapare. Le devo sfondare”
    Non finì neanche di dirlo che subito m afferrò la testa e me la spinse tra le sue gambe. Mi inginocchiai mentre lui continuava a premere la mia testa sui suoi pantaloni. Se li eri già slacciati senza che me ne accorgessi e poi mi portò una mano sul suo cazzo. Era caldo e ruvido al tatto, ma soprattutto già duro. Mentre pian piano liberavo il suo arnese per gustarmelo meglio, lui si china un attimo per liberare il mio! Lui dovette notare il mio stupore perché poi disse “Sei una troia, ma voglio vederti godere. Se non godi pure tu, non c’è sfizio”. Me lo toccò per un secondo, giusto per rendersi delle dimensioni, poi si trasformò nel padrone etero su cui tanto avevo fantasticato per anni. Calati pantaloni e mutande, non era lui a scopare la mia bocca ma la sua mano sulla mia testa mi costringeva a fare su e giù lungo quella bellissima asta. Era un cazzo bellissimo, molto di più di quello del fratello. Lungo nella media, ma molto grosso, di quelli che ti soddisfano a pieno. Succhiavo e sentivo quell’odore da macho, con la partita in sottofondo, sul divano su cui di solito lo faceva con la ragazza. Mi sentivo così troia, e questo mi eccitava da morire. Lo guardai per un attimo e lo vidi godere con gli occhi chiusi, sentii una grande soddisfazione. Leccavo ogni centimetro, ma amavo soprattutto segarlo mentre gli leccavo le palle. I suoi gemiti, alternati a frasi come “ma io voglio scoparti altre cento volte”, mi facevano godere. Ad un tratto, sentii che stava per venire e preparai la bocca per accogliere una sborrata che si annunciava copiosa. Invece no, avvertii la sua mano introdursi scivolare lungo la schiena verso il culo, penetrato bruscamente da un dito. All’inizio sentii dolore e bruciore, era entrato forte e senza preavviso. Poi le dita divennero due, e anche il dolore pian piano diventava piacere. Mi alzai, ero pronto per l’inculata. Ma ecco all’improvviso suonare il campanello: erano Valentina e Roberto! Presi alla sprovvista, io corsi subito in bagno mentre Filippo si rivestì e andò ad aprire. In quel momento, il timore di essere scoperti era altissimo, anche perché Roberto chiese di me e Valentina chiese perché tutto quel tempo per aprire la porta. Filippo se la cavò alla grande con le risposte, diede alla ragazza il suo telefono (ecco perché erano tornati) e poi, appena chiuse la porta, venne a prendermi dal bagno. Con la forza mi tirò per un braccio e mi portò fino alla stanza dove dormivo con Roberto: “Devo sfondarti il culo nello stesso letto dove farai l’amore con mio fratello”. Quella profanazione era tremendamente eccitante che nemmeno l’urlo del telecronista ci fermò. Eravamo entrambi infoiati. Al diavolo Inter e Milan, in quel momento per me esisteva solo il suo cazzo e per lui solo il mio culo. Mi girai a pancia in giù, mi sentii allargare le chiappe con le mani e dopo un istante avvertii la sua lingua sul mio buchetto. Sentii il suo cazzo entrare tra le mie chiappe come fosse in ferro rovente, con la sue palle che subito iniziarono a sbattere sulle mie. Mi bloccò le mani con i fianchi per controllarmi e usarmi a suo piacimento. Le spinte si fecero subito più decise, tanto che iniziai a urlare come mai avevo fatto con Roberto.
    “Filì, rallenta o sborro subito”
    “Permettiti pure, brutta troia, e ti rompo il culo ancora più forte”
    Volevo rispondere, ma mi tappò la bocca con una mano. Dovevo godere e soffrire in silenzio, lui era il padrone e aveva deciso così. Più andava forte, più io ansimavo, ma lui cercava di coprire anche quello. Allentò un po’ la presa quando anche lui iniziò ad ansimare, sferrando dei colpi così potenti da farmi sentire il suo glande nell’intestino. All’improvviso, persi del tutto il controllo e venni, urlando di piacere e stimolando Filippo, che soddisfatto della sua opera urlò a sua volta e mi riversò dentro una quantità di sperma enorme. Sentii un calore bellissimo, e mentre me lo godevo presi il suo cazzo per ripulirlo.

    Poi ci pulimmo e ci ricomponemmo. Ritornammo in salotto per vedere la partita. All’intervallo la sua Inter vinceva 1-0 contro il mio Milan.
    “Visto? Ho fatto bene a scoparti, grazie al tuo Milan avresti dovuto comunque pagare pegno” disse lui.
    “Dillo che volevi il mio culo a prescindere”.
    “Zitta troia pompinara, che dopo ti concedo il bis anche se vincete voi”.
    Sguardo d’intesa, brindisi con la birra e rutto libero. Ero ufficialmente diventato la troia del fratello del mio fidanzato.
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    Ciao a tutti, nel mio precedente racconto (La patta gonfia del mio amico) ho citato la mia prima volta con mio cugino…..ve la racconto ora:


    Avevo 15 anni quando ho fatto sesso la prima volta…Lui ne aveva 17 ed era mio cugino Alberto...
    Io e Alberto siamo praticamente cresciuti insieme, mio padre e suo padre sono fratelli e le nostre case sono poste al primo e al secondo piano di una villetta che nostro nonno aveva fatto costruire per i due figli…
    Si può dire quindi che vivevamo praticamente nella stessa casa…
    A quei tempi non pensavo molto al sesso, non mi sfiorava nemmeno l’idea di scopare con una ragazza o un ragazzo, certo c’erano ragazze carine che mi piacevano ma non le guardavo ancora in quel modo lì….per quanto riguarda i maschi poi, per me era naturale averli come amici e basta…
    Alberto era più grande di me di 2 anni, frequentava il mio stasso Liceo ed era un grande appassionato di calcio, giocava praticamente tutte le sere ed era anche molto bravo…
    Ero molto legato a lui, per me era il mio fratello maggiore, uscivo spesso con lui e i suoi amici e andavo sempre a vedere le sue partite di calcetto…
    Era veramente un bel ragazzo alto, fisico tonico, bei pettorali e ovviamente gambe da calciatore…
    Aveva qualche pelo sul petto e intorno all’ombellico che lo rendeva molto maschio, i suoi capelli erano neri e folti…
    Anche io avevo un bel fisico, andavo in palestra, ero magro e non avevo ancora nemmeno la barba…
    Un pomeriggio andai a casa sua per chiedergli se voleva farmi vedere un esercizio di matematica che non capivo…
    Lui mi disse di si e ci mettemmo a studiare in cucina.
    Oltre a lui quel giorno c’era solo mia zia in casa mentre mio zio lavorava fino a tardi e mia cugina (sorella maggiore di Alberto) era in Inghilterra per l’Erasmus.
    Ad un certo punto mia zia ci dice che doveva andare dal parrucchiere e non sarebbe tornata almeno per un paio d’ore…
    “Io vado ragazzi, c’è della nutella nella dispensa, magari fatevi una pausa dopo”
    “Ok ciao mamma”
    “Ciao zia, grazie”
    La zia esce di casa e noi continuiamo a studiare. Alberto era bravo in matematica e sapeva spiegare bene gli esercizi, infatti li capii subito e li feci tutti…
    Finito i compiti Alberto mi fa:
    “Hei Marco che dici ce le facciamo un paio di fette di pancarrè con la nutella??”
    “Certo, ottima idea”
    Si alza e inizia a preparare la nostra merenda, quando ad un certo punto mi dice:
    “Marco hai mai guardato una videocassetta porno?”
    “Beh si una volta me la prestò un mio amico”
    “La guardaste insieme?”
    “No, la guardai da solo ma nemmeno tutta a dire la verità, avevo il terrore che potesse entrare all’improvviso mia madre”
    “Io ne ho una, me l’ha prestata un mio amico stamattina a scuola dice che è una bomba, che dici ce la vediamo?”
    Io incuriosito: “Ok vediamola”
    Alberto finisce di preparare il pancarrè con la nutella, andiamo nel salone dove ci sediamo sul divano…
    Alberto accende il videoregistratore, inserisce la videocassetta e fa partire il filmato…
    E’ un film di Mario Salieri ambientato nelle campagne del napoletano negli anni 50 con Francesco Malcom…
    Dopo una parte recitata inizia la prima scopata…
    Lei e lui si baciano, poi lei gli prende il cazzo e lo spompina, poi inizia lui a leccarle la figa e poi se la scopa…
    Alla vista di quella scena non resto indifferente, inizio ad avvertite una certa eccitazione che mi fa indurire il cazzo, ma mi vergogno, allora accavallo le gambe per nascondere ad Alberto la mia erezione…
    Al contrario lui allarga le gambe e inizia a toccarsi il pacco…
    Sembra concentrato sulla scena che vede in TV….inizia a tastarsi e il suo cazzo fa gonfiare la patta dei pantaloni e la fa tendere come se potesse esplodere da un momento all’altro…
    Lo inizio a guardare…ad un certo punto non guardo più il film ma guardo la sua mano masturbarsi quel cazzo che immaginavo enorme da sopra i jeans…
    Anche io allargo le gambe e inizio a toccarmi….ma…non so perché…non guardo il video…guardo lui…
    Mi piace come si tocca, non avevo mai provato un’eccitazione del genere…sono così coinvolto nelle forti sensazioni che provo che non riesco a realizzare nemmeno il fatto che invece di arraparmi alla vista della figa dell’attrice che Malcom si sta scopando, mi arrapo alla vista del pacco duro di mio cugino Alberto…
    Il peggio però è che non mi accorgo che lui mi stava guardando…
    “Hei Marco…”
    Si tasta il pacco e me lo indica…
    “Ti piace?...”
    Credo che in quel preciso istante il mio viso sia diventato rosso come un peperone dalla vergogna, il timore di una figuraccia con Alberto mi pervade le mente, ma stranamente noto che lui non mi guarda con tono di rimprovero ma quasi di gioco, sembra che gli faccia piacere…
    “Perché dici questo Alberto?”…non so nemmeno io quello che dico…
    “Beh perché vedo che lo stai guardando…non hai mai visto un cazzo diverso dal tuo?”
    “Beh in palestra si ma diciamo che duro così non l’ho mai visto”
    “Lo vorresti vedere?”
    Io imbarazzatissimo…..non so che rispondere…
    “Dai Marco di che ti vergogni, io a volte mi masturbo con i miei amici davanti ai porno, è una cosa normale…tra maschi si fa…”
    “Ok allora, se lo dici tu…”
    Mi fa un sorriso, si alza col bacino, si sfila jeans e mutande in un sol colpo ed ecco che svetta in mezzo alle sue gambe alquanto pelose un cazzone duro di almeno 19-20 cm con una cappella rossa enorme….non avevo mai visto un cazzo duro così da vicino….non sapevo cosa dire ma ero sicuro di una cosa: mi piaceva…
    “Ti piace il mio cazzo Marco?”
    Mi fa Alberto mentre se lo tocca e lo punta in alto a mò di cambio…
    “Beh devo dire che non è male…..complimenti”
    Gli dico io cercando di assumere un tono disinteressato……..ma nella realtà ero interessato eccome a quel cazzo bellissimo che mio cugino mi stava mostrando…e il bello era che lui lo percepiva…e la cosa lo stava intrigando…
    “Mmmm ti piace allora………perché non lo tocchi? Vuoi sentire come è duro?”
    “No Alberto non fare così, non mi piacciono queste cose…”
    “Hei Marco, guarda che è una cosa normale scoprire il sesso con altri maschi, non è una cosa da ricchione….anche gli antichi romani lo facevano…..nell’adolescenza si tende a fare certe esperienze tra ragazzi per poi approcciarsi alle donne…..è normale credimi…”
    Non sapevo cosa gli stesse prendendo, non avevo mai visto Alberto in quel modo……però non riuscivo a resistere, non so perché ma quel cazzo mi attirava tantissimo……..poi stavo iniziando a pensare anche io che potesse essere una cosa normale…….ufffff non ce la facevo più a resistere……lo desideravo…..
    A questo punto, mi faccio forza e tendo la mano verso la nerchia dura di Alberto…
    Gli sto toccando il cazzo….è durissimo….impugno l’asta e faccio su e giù, lo masturbo dolcemente e lui inizia a mugugnare…
    “Ah Marco che massaggio che mi stai facendo……mmmmm….non ti fermare…..mmmmm”
    Non immaginavo nemmeno lontanamente che potesse essere bello anche masturbare un altro cazzo……mi stava piacendo…
    “Marco perché non ti inginocchi in mezzo alle mie gambe, così stai scomodo” mi fa lui…
    Io ormai ero talmente concentrato a segare il cazzo di mio cugino che feci quello che mi suggerì in un modo naturale…
    Mi inginocchio e inizio a massaggiare quel bel cazzo con due mani, toccando ogni tanto anche le belle palle che aveva….
    Continuo per qualche minuto mentre sento il mio cazzo in tiro che vuole esplodere e i gemiti di Alberto che aumentano sempre di più….mmmmm……ahhhhhh…vai Marco così……mmmmm.
    Ad un certo punto mi fa:
    “Hei Marco dimmi la verità ti piace il mio cazzo?”
    “Si Alberto si” gli sorrido, non posso più nascondere che mi stava piacendo…”
    “Ti andrebbe di prenderlo un po’ in bocca Marco……se non ti piace lasci subito, ti va di provare?”
    Oddio….ormai ero totalmente rapito dai suoi sorrisi sornioni e la sua voce rassicurante, e soprattutto terribilmente prigioniero del suo cazzo…..
    “Ok ci provo…”
    “Bravo Marco bravo……sono sicuro che ti piacerà”
    Apro la bocca, accosto la lingua alla sua cappella e la lecco un po’……è umida dagli umori dovuti alla sega che gli stavo facendo prima….mi piace il suio sapore….
    Avvicino il naso per sentire l’odore delle intimità di mio cugino…..un profumo di cazzo, maschio e pulito mi invade le narici…..scendo con il naso nella piccola ma fitta e riccia foresta del suo pube….mmmmm….scendo alle palle…..inizio da quelle….apro la bocca e le succhio…..sono mie….wow mi piace il sapore dei coglioni di mio cugino…..
    Alzo lo sguardo e lo vedo…vedo la sua bocca aperta….ansima….gode……
    Lascio le palle e punto la bocca dritto alla cappella….affondo e prendo il suo cazzo tutto in gola….
    Ho la bocca e la gola piena, mi piace…..faccio su e giù con la bocca e pompo….pompo….pompo….mmmm….mi perdo nelle sukkiate……è bellissimo come si possa godere con la bocca….wow…
    Lui è letteralmente estasiato….lascia cadere la sua testa sullo schienale del divano, si rilassa e diventa praticamente prigioniero del mio pompino, e geme, e gode…..mmmmm Marco….se…i…g..ran…deeeee…..sei…sicuro di non averlo mai fat…toooo ahhhhh mmmmm ahhhhh uhhhhh sei un tal…en…toooooo ahhh Marco vai sukkia sukkia sukkiaaaaaaa…..
    Con entrambe le mani mi prende la testa e spinge….mi aiuta a sukkiare il suo pisello e intanto inizia a roteare il bacino….mi sta kiavando la gola….
    Era veramente il mio primo pompino, non immaginavo nemmeno che potessi farne uno ma ora ero sicuro che quella era solo la prima volta ma non poteva essere l’ultima….avevo scoperto una nuova passione…..sukkiare il cazzo……wowwww……
    Mentre le mie sukkiate proseguono la voce ansimante di Alberto mi arriva alle orecchie e mi dice:
    “Marco ti prego……dammi il culo…..ti voglio”
    Non immaginavo arrivasse a chiedermelo, non sapevo che dire….ma ormai c’ero dentro…
    Allontano la bocca dal cazzo e lo guardo….
    “Va bene ma promettimi che non mi farai male e che non lo dirai a nessuno ok?”
    “Certo cugino, sarà il nostro segreto…”
    Mi alzo, mi spoglio e mi stendo sul divano a pancia sotto…lui mi mette un cuscino sotto la pancia per alzarmi il bacino….ora il mio culo è a sua disposizione….
    Si spoglia completamente e va in cucina….
    Torna con in mano un bicchierino di plastica con dell’olio d’oliva…ne prende un po’ con due dira e mi inizia a massaggiare l’ano….
    Sento una bella sensazione, le sue dita iniziano a ruotare intorno alla rosa del mio culetto e a massaggiarlo….poi pian piano iniziano a penetrare, si fanno largo….l’olio facilita l’apertura del culo….
    Ora le due dita di Alberto sono dentro….non avverto dolore solo una sensazione che non so spiegare ma so che mi sta piacendo….
    Ora le dita diventano tre e scavano….
    Lui mi penetra con le dita con una dolcezza incredibile…..mi piace….
    Ho la testa appoggiata al bracciolo del divano e mi godo questo sconosciuto massaggio….
    Ora le due dita lasciano il mio culo…avverto un po’ di fresco sull’ano…lo sento un po’ più aperto….
    Ecco….la sua cappella ora è appoggiata all’interno delle mie chiappe…piccole spinte alternate a rotazioni mi fanno sentire la capocchia di Alberto all’ingresso del mio foro anale…
    Ora le spinte diventano un po’ più profonde…ahhhh….sento un po’ di dolore ma non mi dà fastidio…
    Ora un solo colpo…aaaaahhhhh…do un urlo secco…è entrato…
    Arriva fino in fondo Alberto e si ferma per qualche secondo, sento le sue palle sulle mie natiche, sento il mio culo pieno del suo cazzo….
    Ora si muove, fa su e giù….ahhhh…mmmm…le prime spinte mi fanno un po’ male ma poi ogni spinta mi piace sempre di più….Ahhh Albe..r..to…ahhhhh…mmmmm
    “Ti faccio male Marco?...ti piace?...”
    “Continua ti prego….mi piace…ahhhh….”
    “E’ dolcissimo…sta mantenendo la prima promessa….non mi fa male…..anzi mi fa godere…..”
    Spinge Alberto e mi abbraccia…è letteralmente sopra di me…sento il suo fiato ansimante sul collo e sulle orecchie……mi fa impazzire….
    Mi inizia a baciare il collo….è la prima volta che mi bacia Alberto….mi piace…..
    Sono letteralmente travolto dal piacere che mio cugino mi sta donando,…..sono in paradiso….
    I suoi colpi diventano forti e decisi….mi scopaaaaa….e io godoooooo…..
    I miei gemiti si uniscono ai suoi in un’armonia di piacere….stiamo godendo….
    Ora i suoi colpi diventano più frequenti….sento il suo cazzo pulsare dentro di me….
    Sfila all’improvviso il cazzo dal mio culo….una sensazione di freddo mi prende l’interno dell’ano….ormai era diventato perte di me, e, ne avverto la mancanza….
    Dal fresco che sento realizzo che il mio culo è stato ormai violato da mio cugino…
    Si alza, mi fa girare e mi punta il cazzo in faccia…
    “Prova a bere Marco…se non ti piace sputi ok???”
    Sembravo un bambino, gli feci si con la bocca….ero totalmente preso da lui….
    Inizia a masturbarsi velocemente…urla di piacere aaaahhhhhhh ahhhhhh ahhhhhhhh….
    Anche io mi masturbo e sborro sul mio ventre…ahhh che goduria….sentivo un piacere maggiore rispetto a quando mi masturbavo da solo, e, devo dire che questa differenza l’ho sempre avvertita, ogni volto che sborro dopo essere stato scopato il mio orgasmo è più lingo e piacevole…
    A questo punto arriva anche lui…
    Fiotti di sperma escono dal suo cazzo…io apro la bocca e lui avvicina la cappella…bevo…ciuccio come un bambino dalla tetta….non immaginavo fosse così buono….mi piace…ciuccio e bevo….
    Lui si rilassa e sorride….
    Ho lo sperma in gola e in faccia, lui si alza, si riveste e mi dice:
    “Grazie Marco è stato bellissimo”
    Si avvicina a me e mi fa:
    “Sarà il nostro piacevole segreto…..anche in futuro ok?”
    Io sorrido: “Ok Alberto”
    E così è stato…..aha sempre mantenuto anche la seconda promessa……..abbiamo scopato tantissimo, almento tre volte al mese, per un paio d’anni, ogni scusa era buona per restare soli e scopare…
    Tutto questo è durato fino a quando lui si è fidanzato e poi anche io e abbiamo vissuto le nostre vite normalmente….
    Ora lui è sposato e ha un bambino e vive a Milano….non l’abbiamo più fatto e non ci pensiamo mai quando ci vediamo….
    Con lui ho scoperto la mia passione per il cazzo, gli voglio bene…
    Tutto qui….un abbraccio a tutti….

    Marco.

    P.S. Mi raccomando se qualcuno a Roma mi vuole conoscere da vicino si faccia avanti….
    Cerco un amico che sia anche uno scopamico…
    Ciaooooooo

    [email protected]

    Edited by Elchicoloco - 19/6/2014, 18:48
  11. .
    Non feci neanche in tempo a cominciare a mangiare che...

    Stavo per prendere forchetta e coltello quando dalla porta della mensa entrò una ragazza.
    Aveva lunghi capelli platino e due occhi color metallo; aveva un paio di jeans a cavallo basso e un paio di scarpe con tacco nere con una maglia viola e la borsa firmata LV.
    La ragazza percorse tutta la mensa fino ad arrivare al mio tavolo sotto gli occhi dei nuovi arrivati:
    "Ciao Arcadia, come stai? Mi sei mancata tantissimo i queste vacanze. Vedo con piacere che diventi sempre piu bella ogni volta che ti vedo" dissi io alzandomi e abbracciandola.
    "Ciao Mar! Io sto alla grande come sempre, tu invece? Com'è andato il primo giorno di scuola?" chiese Arcadia incuriosita "grazie del complimento, sei sempre così carino"
    Arcadia era una bella ragazza, di statura media, con un fisico da modella; simpatica, intelligente, una ragazza d'oro che fa ingelosire tutti e tutte. L'ho conosciuta anche lei a scuola, il primo giorno; ci siamo parlati per la prima volta alla macchinetta del caffè perché a lei mancavano dieci centesimi per il caffè. Da quel momento eravamo il punto di riferimento dell'altro anche se in classi diverse (era in classe con Chris). Io, Drag, Arcadia e Chris eravamo un gruppo molto unito; eravamo sempre insieme.
    "Arcadia, ti fermi a mangiare con noi?" chiesi.
    "Mar, mi dispiace ma c'è fuori Chris che mi aveva chiesto se andavamo a bere qualcosa al bar. Beh, tanto noi ci vediamo più tardi alla solita riunione del convitto che come ogni anno Martina (la segretaria) deve fare. Noi torniamo su per l'una e mezza, ti mando un messaggio quando siamo qui così ci raggiungete per la sigaretta." disse lei prima di andarsene.
    "Perfetto, allora buon appetito e scrivimi quando avete finito"
    Mi sedetti di nuovo osservando Arcadia lasciare la mensa osservata da tutti; ricominciai a mangiare la mia pizza discutendo con Dragan.
    Finimmo di mangiare e decidemmo di prenderci un caffè alle macchinette prima di uscire a fumare una sigaretta.
    Fuori era ancora caldo, c'era ancora il sole che riscaldava, il vento ancora estivo che ti rinfrescava; ci sedemmo in mezzo al prato dietro la scuola per crogiolarci al sole come le lucertole sorteggiando del caffè e fumando una sigaretta tra risate per via degli episodi imbarazzanti successi durante l'estate.
    Era una sensazione bellissima aver ritrovato i miei amici che non vedevo da ormai tre mesi, era come ritrovare una parte di me.
    Mi squillò il cellulare, segno che era arrivato un messaggio: era Arcadia che mi informava che stavano ritornando e quindi decisi di avvertirla che l'avremmo aspettata di fuori.
    Dopo una decina di minuti Arcadia e Chris arrivarono e si sedettero anche loro li con noi; mi resi conto che stavo bene, sorridevo, ridevo... Mi serviva proprio ritrovare i miei amici, ma in particolar modo loro.
    Controllai, per caso l'orologio:
    "Ragazzi, dobbiamo andare in convitto; sono sia le 13.55 e tra cinque minuti inizia la riunione e sinceramente non voglio vedere Martina arrabbiata per il nostro ritardo" dissi raccogliendo da terra la mia borsa
    "Hai ragione, non voglio sentirla urlare" rispose Drag
    Ci avviammo tutti in convitto, più in fretta che mai.
    Arrivammo giusti giusti, pochi attimi prima che Martina fece irruzione in convitto. Ci sistemammo nei divani in fondo, tutti e quattro vicini sentendo, ormai per la quarta volta, il solito regolamento.
    Dopo la riunione decidemmo di trovarci tutti in camera mia e di Drag per ascoltare musica e raccontarti nei minimi dettagli l'estate appena passata.
    Si erano, ormai, fatte le 17.00 senza che nessuno di noi se ne rendesse conto; decidemmo, quindi, di andare al bar per festeggiare il nostro ritrovo e il nostro ritorno a scuola.
    Si fecero le 18.30 ed era ora di ritornare in convitto per andare in mensa per la cena: questa sera le cuoche avevano preparato l'insalata di riso e dei filetti di pesce.
    Finimmo di mangiare e, dopo aver fumato una sigaretta, salutammo Arcadia e io, Drag e Chris ci trovammo in serata per guardarci un bel film tutti e tre insieme. Il film durò circa un'oretta e mezza e, una volta finito, decidemmo di andare a letto.
    Mi cambiai, mi misi in pigiama e mi fiondai sotto le coperte al calduccio seguito a ruota da Dragan.

    La sveglio suonò e segnalò che si erano fatte le 7.15. Mi alzai alquanto lentamente dal letto, andai in bagno per lavarmi la faccia e per cambiarmi. Aspettai che Drag fosse pronto e ci dirigemmo in mensa per far colazione: una tazza di latte e cereali con una fetta di pane e nutella.
    Dopo colazione tornammo in camera per preparare la borsa e, prima di andare in classe, andammo a fumare una sigaretta fino a che...



    Grazie mille Roby per i tuoi meravigliosi commenti (: fammi sapere cosa ne pensi (:
  12. .
    Rimisi il mio giga accendino viola in tasca quando il mio iPhone cominciò a suonare e a vibrare nella mia tasca...

    Misi immediatamente la mano in tasca e preso il mio iPhone che, ormai, cominciava a disturbare tutti:
    "Pronto?" dissi io espirando il fumo
    "Ciao Mar, sono Michele. Come stai?"
    "Michele?! Ciao carissimo! Quanto tempo che non ci sentiamo. Io sto benissimo e tu invece?" dissi stupito
    "Anche io bene! È vero, è tantissimo che non ci sentiamo; quest'estate ho dovuto lavorare e quindi non avevo un momento libero per chiamarti. Sei già a scuola?"
    "Anche io ho lavorato! Si, già a scuola. Oggi si ricomincia! Tu invece?" chiesi incuriosito.
    "Anche io a scuola, tra una decina di minuti si comincia. Adesso sto fumando una sigaretta... Anche tu vero?" chiese.
    "Mi conosci troppo bene!" dissi ridendo "Miki, possiamo sentirci questa sera? Adesso devo andare in classe." dissi io dispiaciuto.
    "Certamente, non c'è problema. Allora buona giornata e un bacione, a più tardi Mar... Ah e salutami Drag!"
    "A più tardi e buona giornata anche a te! Ti saluta anche lui. Ciao ciao"
    Chiusi la chiamata. Ero veramente contento di aver risentito dopo tanto tempo il mio migliore amico. Purtroppo l'anno scorso ha dovuto cambiare scuola per via del convitto e quindi ha deciso di andare vicino a casa così da ritornare finita scuola. In fin dei conti il lago di Garda non era neanche tanto lontano dalla mia scuola e avrei fatto un pensierino per andare a trovarlo.
    Guardai l'ora: erano già le 8.15; meglio andare in classe. Entrai di nuovo a scuola seguito da Drag e da Chris; io e Drag ci separammo da Chris nel piano della segreteria perchè noi avevamo la classe in quel piano mentre lui l'aveva al piano superiore.
    Io e Drag entrammo in classe aspettando, di li a poco, l'entrata dei nostri compagni. Due minuti più tardi i nostri amici entrarono dalla porta iniziando a gridare per la felicità d esserci ritrovati tutti.
    Tutti si abbracciavano, si baciavano; eravamo molto uniti come classe e tra di noi, non avevamo vergogna di nulla. Poco più tardi entrò in classe la prof di ginnastica:
    "Buongiorno e bentornati ragazzi! Per cominciare al meglio l'anno avete due ore con me oggi, contenti" chiese
    "Salve prof; che bello! Cominciano molto tranquillamente quest'anno!" dissi contento "e ovviamente per iniziare al meglio non possiamo far altro che una partita a pallavolo"
    Ci dirigemmo in palestra urlando per i corridoi come se nulla fosse, alla fine era il primo giorno quindi potevamo approfittarne.
    Arrivammo in palestra più carichi che mai e cominciammo subito a stabilire le squadre: fortunatamente eravamo in dodici e quindi risultavano due squadre perfette; ci sistemammo in campo... La partita ebbe inizio.
    Eravamo carichi, felici; niente poteva rovinarci la giornata. Le due ore di ginnastica passarono in fretta e, rientrati in classe, ci trovammo davanti il prof di religione. Parlammo un pó delle nostre vacanze, del lavoro estivo e di altre cose fino al suono della Campanella che segnalava la ricreazione.
    Drag e io fummo i primi a lanciarci fuori dalla porta della classe e i primi ad uscire da scuola per la sigaretta di metà mattina. Appena usciti ci raggiunse anche Chris.
    I dieci minuti passarono veloci ed era già ora di ritornare in classe per le ultime due ore: chimica e matematica. Passarono relativamente in fretta perché parlammo solamente delle vacanze e niente di piu. L'ultima Campanella suonò segnalando la fine della giornata. Salutai tutti i miei compagni e mi fiondai davanti alla porta della mensa per andare a mangiare seguito a ruota da Dragan.
    Aprii la porta della mensa e subito sentii l'inconfondibile profumo della pizza. A me e a Drag parti un sorriso enorme a sentire quel profumo. Presi un vassoio, coltello, forchetta e tovagliolo e cominciai a fare la fila.
    Appoggiai il vassoio sui rulli e salutai le cuoche;
    "Patty, Katia. Come state?" chiesi abbracciandole.
    "Ciao Mar" dissero in coro "noi benissimo. Non vedevamo l'ora di ricominciare a lavorare!"
    "E io non vedevo l'ora di ritornare in convitto." dissi.
    Presi il piatto con la pizza e, insieme a Drag andammo a sederci sul nostro tavolo. Mi sedetti al solito posto e Drag fece lo stesso.
    Non feci neanche in tempo a cominciare a mangiare che...
  13. .
    Ciao a tutti; dopo tantissimo tempo sono ritornato a scrivere perchè sto passando un brutto periodo e, con la scrittura, posso staccare dalla realtà ed entrare nel mio mondo.

    Questo nuovo capitolo è un nuovo inizio per Marco; Mar conosce nuove persone, ha nuovi amici e conosce Max in un'altra situazione, in un altro luogo. Vi avverto fin da subito che molti elementi sono stat presi dalla mia altra racconta di storie. Spero che questo non dia fastidio ai lettori che magari hanno gia letto gli altri (se volete leggere gli altri racconti contattatemi che vi mando il link oppure cercate in questa sezione. Ho cambiato il nick, quello vecchio è Shagwell The Jester.) Riuscirò, comunque, ad inserire altri particolari nuovi.

    Per chi non conoscesse il mio stile posso dire che troverete pochissime, o inesistenti, scene di sesso. Io scrivo racconti che in qualche modo rispecchiano quello che vorrei ma sono anche racconti in qualche modo romantici. Spero che questo genere piaccia.

    Vi lascio alla prima parte del racconto; fatemi sapere cosa ne pensate.
    PS: è una parte introduttiva quindi non succede niente di speciale (:




    Mi svegliai di colpo sentendo la sveglia suonare a volume altissimo. Allungai la mano verso il comodino e, dopo diversi tentativi, presi il mio iPhone e bloccai la sveglia che mi aveva fatto cambiare umore in pochi istanti.
    Mi alzai molto lentamente dal letto ancora con gli occhi socchiusi e cercai di trovare la porta del bagno che, fortunatamente, trovai senza sbattere da qualche parte. Accesi la luce delle piccole lampadine sopra lo specchio aprendo gli occhi un po' alla volta per paura di rimanere accecato da quella luce ormai troppo forte.
    Aprii l'acqua calda e, mentre aspettavo che l'acqua diventasse per lo meno tiepida, cominciai a vestirmi; per quel giorno avrei indossato dei jeans leggeri con il cavallo basso, le superga bianche e blu con una maglietta, anch'essa bianca e blu. Consideravo il primo giorno di scuola come un giorno 'magico' in cui potevo ritrovare tutti i miei amici lasciati all'inizio delle vacanze estive; ritrovare tutti, i miei compagni di classi, la mia 'famiglia' del convitto. Mi vestii, mi lavai la faccia e cominciai a piastrarmi i capelli.
    Uscii dal bagno ed andai in cucina per preparami la colazione: una bella tazza di latte e cereali. Me la gustai appieno; avevo fame! Finita la colazione presi la mia borsa dell'Adidas, la valigia e uno scatolone pieno di quaderni e altre cose da portare in convitto. Chiusi la porta a chiave e raggiunsi l'appartamento dei miei genitori per salutare mia mamma e poi andai in garage dove mio papà mi stava aspettando: caricai tutto in macchina e partimmo alla volta della scuola.
    Durante il viaggio ascoltai le canzoni che avevo scaricato la sera precedente guardando fuori dal finestrino il paesaggio che scorreva. Ci fermammo in un autogrill per fare colazione e per fumarci una sigaretta.
    Continuammo il viaggio e, dopo circa una mezz'oretta arrivammo a scuola; presi tutto dalla macchina, salutai mio papà che parti subito per andare al lavoro e mi diressi verso la mia camera. Salii le scale con tutto quel peso con lo sguardo rivolto a terra per non inciampare in qualcosa. Risalita la prima rampa di scale sentii che il peso era diminuito; mi voltai per capire quello che era successo e vidi Dragan:
    "Ciao Drag, come stai?" chiesi io sorpreso di vederlo.
    Nel frattempo prese la mia valigia:
    "Ciao Mar, io bene dai. Aspetta che ti di una mano. Tu invece? Come hai passato le vacanze?"
    "Grazie, mi serviva proprio una mano. Questo scatolone pesa tantissimo; ho tutti i poster e le altre cose per la camera" dissi sorridendo "comunque le vacanze sono andate bene, non mi lamento. Poi ho fatto anche il mio primo tatuaggio.
    "Perfetto.. Hai portato vero i poster di Gaga, vero? Ho visto le foto del tatuaggio su Twitter, mi piace tantissimo" disse Dragan.
    Dragan è stato il mio migliore amico dal primo giorno di scuola; ci siamo conosciuti in classe e siamo diventati subito amici. In convitto abbiamo cambiato entrambi camera per stare insieme e siamo diventati inseparabili; è un ragazzo dolcissimo e gentilissimo con profondi occhi azzurri che mi rapiscono ogni volta che lo guardo; è un bel ragazzo con un fisico molto curato, facendo palestra. Dragan è stata, insieme a Michele, una delle prime persone a cui ho confessato la mia omosessualità perchè sentivo di potermi fidare e di questo ne sono felici: tra noi non è cambiato niente, anzi, siamo diventati ancora piu amici di prima. Michele è un'altro dei miei migliori amici che, sfortunatamente, ha dovuto cambiare scuola.
    "Sbrighiamoci ad andare in camera che non ce la faccio piu a reggere queste cose... Pesano tantissimo!" dissi con il fiatone.
    Arrivammo davanti alla porta antincendio del nostro convitto, aprii la porta e sentii subito il profumo che usa Kri, il nostro assistente.
    Sapevo gia dove andare per la mia camera, l'avevo prenotato prima della fine della scuola, è stata la mia camera dal secondo anno e ho sempre voluto quella, l'unica camera con il bagno, la nostra camera.
    Percorsi il corridoio e passai accanto alle porte delle altre camere per leggere i nomi dei nuovi arrivati fino ad arrivare alla nostra camera. Aprii la porta e trovai il mio letto, la mia scrivania e la scritta che avevo lasciato sul muro in ricordo dei due anni passati li. Appoggiai la valigia sul letto e Dragan lo scatolone sulla scrivania.
    Dragan aveva gia sistemato tutto quindi decisi anche io di cominciare, perlomeno.
    Presi il cellulare e lo collegai alle casse che Dragan aveva, come ogni anni, portato: selezione la canzone, la nostra canzone, Born This Way. Alzai al massimo il volume e cominciai a disfare la valigia sistemando tutti i vestiti e le scarpe nell'armadio in modo impeccabile, quasi maniacale. Sistemi bene il letto mettendo sotto al cuscino il mio pigiama di Homer Simpson. Sistemai anche tutti i libri e i quaderni nella scrivania e misi un blocco degli appunti in borsa anche se sapevo che non sarebbe servito a niente.
    Dragan e io cantavamo a squarciagola, sorridendo. Ero al settimo cielo al pensiero di essere ritornato nella mia seconda casa, di aver ritrovato il mio amico.
    Decidemmo di cominciare ad andare in classe; staccai il cellulare dalle casse, presi lo zaino e la giacca e ci dirigemmo verso l'uscita del convitto. Stavamo parlando, io e Dragan, quando una persona dietro di noi cominciò a correrci incontro; c'era casino e mi girai per vedere chi era che faceva tutto quel baccano:
    "Ma chi cazzo è che fa tutta questa confu--"
    Non feci in tempo a finite la frase che Christian mi saltò al collo.
    "Ciao Mar, che felice che sono di vederti. Come stai" chiese Chris stringendomi forte.
    "Ciao caro, io bene! Tu invece? Dio se mi sei mancato da morire queste vacanze!" dissi rispondendo all'abbraccio.
    "Anche voi mi siete mancati! Disse Chris rivolgendosi a me e a Drag.
    "Dai ragazzi, andiamo che prima di entrare in classe voglio fumarmi una sigaretta" disse Drag spingendoci verso la porta "avrete tempo di parlare dopo".
    Scendemmo le scale continuando a parlare e, nell'uscire dalla porta sul retro, trovammo la prof di italiano che entrava.
    "Prooooooof!" cominciai ad urlare "come sta? Ha passato delle belle vacanze?"
    "Ciao Mar, io sto benissimo e le vacanze, per fortuna sono passate in un lampo; non vedevo l'ora di rivedervi tutti quanti" rispose " ragazzi, ci vediamo dopo in classe. Adesso devo andare subito in aula insegnanti, a dopo"
    "A dopo prof!" dissi sorridendole.
    Uscimmo, finalmente, da scuola; con grande sorpresa mi ritrovai il resto dei miei professori e dei ragazzi della scuola. Salutai tutti mentre mi accesi la mia Lucky Blu.
    Rimisi il mio giga accendino viola in tasca quando il mio iPhone cominciò a suonare e a vibrare nella mia tasca...
  14. .
    Ciao a tutti, mi presento sono Raùl ho 21 ann e sono gay dichiarato da poco, mi sono iscritto da poco in questo forum, ho sempre letto molti racconti e tanti di questi mi hanno fatto emozionare, anche perchè il sentimento prevalente è l'amore e non l'eccitazione nella maggior parte...
    In particolare volevo raccontarvi la prima volta che ho avuto l'opportunità di fare qualcosa con un ragazzo (purtroppo finita male).
    Quest'estate verso il 25 Agosto ero in Spagna a casa di mio Fratello e la sua ragazza, quella sera non avevo sonno e ho iniziato a cercare una chat gay per conoscere qualcuno e parlare un po (sono di origini Argentine) dopo un'ora di ricerca avendo parlato con infoiati che chiedevano solo le dimensioni del pene e se ero da solo a casa mi si presentò un ragazzo della mia stessa età (21) che guarda caso si chiamava come me, Raùl. Preso bene iniziai a parlare del più e del meno senza sorvolare l'argomento "sex" dopo un po di chiacchiere sulla vita privata dell'uno e dell'altro, gli chiedo dove vive e con mio enorme stupore mi accorgo che vive proprio di fronte a casa mia cosicchè gli chiedo di vederci un giorno di questi, ma lui mi dice che nessuno conosce la sua Bisessualità e che non gli va di farsi vederee in giro con un ragazzo...
    Allora un po scoraggiato gli chiedo se gli va di sentirci su msn, lui acconsente e accendiamo anche le cam, io non sono molto bello e lo dico senza problemi, il mio è un problema di peso, cmq lui è molto bello, capelli neri, magro con un accenno di muscoli okki castano scuro e portava un paio di occhiali da lettura che secondo me gli stavano divinamente, dopo un'ora di chiacchiere scopro che gli piaccio (come faccio a piacergli davvero non so, penso che vuole solo svuotare le palle, ma a questo ci arrivo dopo), dopo avergli detto quanto per me lui fosse bello mi dice che i suoi genitori fanno il turno di notte e che se avessi voluto sarei poturo andare da lui per "parlare un altro po". Pensai "WOW Eccone uno che non vuole solo sesso" (Seeee, come no....), mi precipitai letteralmente fuori da casa di mio fratello accurandomi di non fare il benchè minimo rumore e in meno di 20 secondi ero davanti a casa sua, lui mi apre con un sorriso malizioso che diceva subito dove voleva andare a parare forse anche aiutato dall'abbiglliamento: pantaloncini da calcio blu elettrico e cannottiera nera che lasciava in evidenza i muscoli delle braccia non molti ma fantastici!! Io entro a casa sua ma non vedo molto poichè è buio e il fratello maggiore dorme (Il fratello l'ho visto il giorno dopo, bello esattamente come il primo solo con due anni in più), mi porta sul cortiletto dietro casa e ci sediamo su una panchina, dopo 20 minuti di chiacchiere alquanto inutili mi chiede cosa voglio fare, essendo vergine, avevo un po di paura pensando a cosa avesse in mente per me... gli rispondo che per me è uguale, e lui di tutta risposta si abbassa i pantaloncini da calcio e lo tira fuori semi-eretto, la mia faccia dev'essere stata quella di uno che ha preso una botta in testa, lui mi guarda e mi fa "Que te pasa tio?" (cos'hai?) io gli rispondo che non sono sicuro di quello che vuole e lui con un movimento di braccio mi cinge la testa e mi spinge verso il suo cazzo, non so perchè ma mi sento totalmente comandato da lui e quello che voglio è dargli piacere, mi lascio guidare dal suo movimento di braccio e bacino, mentre lecco tutta l'asta vengo pian piano preso dall'eccitazione e glielo prendo in mano, lui stacca la sua dalla mia testa e le porta entrambe dietro la sua di testa, mentre continuo a succhiare quel capolavoro di verga sento i gemiti provenire dalle sue labbra che mi dicono che sto facendo un buon lavoro, dopo un po di su e giu mi stacca dal lavoretto che gli sto facendo e mi guarda come per dire "che stai facendo?" io perplesso cerco di riagguantare il suo cazzo ma lui mi tira via la mano e si rialza i pantaloni, io a questo punto mi alzo imbarazzatissimo e gli chiedo cos'ha che non va... lui mi risponde che non gli piace che un altro maschio gli faccia un pompino e che la cosa non si sarebbe mai più ripetuta, io con faccia ancora più afflitta gli dico che va bene e che se voleva potevamo parlare ancora (inutile dire che la mia eccitazione era svanita del tutto) ma lui mi riaccompagna fuori da casa sua, ma prima di lasciarmi riesco a stampargli un bacio in bocca... fatto sta che dopo il bacio non l'ho mai più sentito e mi ha pure cancellato da msn, quella sera mi sono addormentato con le lacrime agli occhi, ma spero di trovare anche io il ragazzo della mia vita.

    Grazie per l'attenzione, se vi è piaciuto lasciate un commento, sennò lasciate perdere... un bacio a tutti quanti i lettori.

  15. .
    Tutto nacque e rimase come un gioco ... allora ero poco più che 19enne e per qualche tempo fui “la preda” di alcuni uomini conosciuti in occasioni diverse grazie alla sapiente orchestra di un mio parente che per primo posò le sue mani e attenzioni su di me ... lui 45enne prestante e deciso ogni tanto mi chiedeva d'aiutarlo con qualche lavoretto nella casa in campagna in cambio di qualche spicciolo o con una birrozza al bar, finché un giorno mentre andavamo (eravamo ancora in auto) cominciò a toccarmi le spalle (una pacca) poi il viso (come una carezza sfiorata) e via via sempre più giù fino alle gambe ... rimasi confuso e per un attimo immobile, lui approfittò del mio disagio e cominciò a palparmi con più decisione provocandomi brividi intensi di eccitazione sconosciuta (mi si indurì l'uccello e lui se ne accorse subito) ma anche grande sconcerto tramutato in balbettio inutile e poco deciso...sono sempre stato ( e lo sono tuttora) un po’ timido e remissivo a forte personalità, allora poi subivo la presenza di quell’uomo che non sapevo come affrontare perchè anche parente e più adulto di me (senso del rispetto??!!)

    ... i miei tentativi di resistenza si frantumarono all'arrivo in casa ... il cancello si aprì automaticamente (non sapevo che l'aveva istallato e comunque le altre volte sempre eravamo scesi per aprirlo) e all'improvviso capì che qualcosa stava x succedere.

    Feci finta di cambiare discorso scendendo dall'altro lato dell'auto ma lui in un attimo mi fu addosso con le sue mani che questa volta mi cingevano d'assedio ... erano mani rudi e maschie, forti e decise, le sentì scorrere sul mio corpo ... mi palpeggiava dappertutto, mi toccava i fianchi poi le natiche poi ancora in mezzo alle gambe fino a farmi sentire completamente in balia della sua foga ... ansimava di piacere e continuava a toccarmi mentre cercavo inutilmente di sottrarmi alla sua presa ... mi aveva costretto immobile sull'auto e si strusciava sempre di più su di me ... le sue mani erano una morsa, mi trovai con le gambe aperte e col suo pene rigonfio che sentivo sbattere sul mio basso ventre ... volevo resistergli, svincolarmi e fuggire ma non sapevo come...tentai di dirgli “che stai facendo?” ma il suono della mia voce tradì la mia complice eccitazione mentre sudavo gocce d'emozioni e di piaceri proibiti.

    Poi stringendomi il braccio mi portò a seguirlo in casa e appena dentro mi trovai di nuovo il suo respiro eccitato sul collo mentre le sue mani cominciavano a rovistare nei miei vestiti ... un paio di jeans ed una t-shirt che offirono poche speranze di resistenza mentre anch'io cominciavo a restare coinvolto dal suo focoso erotismo ... mi dimenavo di meno, lasciavo scorrere con più partecipazione le sue mani sul mio corpo e con sorpresa senti il mio cazzo duro fino ad esplodere ... e mentre continuava a toccarmi e “provocarmi” venni contorcendomi di piacere ed emettendo degli inequivocabili mugoli di piacere .... ora ero completamente suo, sapevo e sentivo che non mi avrebbe lasciato andare e che ora sarebbe stato il suo turno, certamente anche lui avrebbe voluto godere ... e infatti senza proferire parola continuò a lavorarmi con le sue mani e pian piano cominciò a spogliarmi finché non rimasi completamente nudo davanti a lui ... sorpreso anch'io di quella situazione ma ora proteso come un ubriaco guarda con avidità la sua bottiglia ancora piena ... mi sentivo attratto e quel suo fare mi turbava tanto da volerne ancora ... come a provare altre emozioni e nuovi limiti da superare .... il suo fare divenne deciso ed energico, le sue mani ora erano libere di correre sulla mia pelle nuda e di insinuarsi in ogni angolo ... continuò a toccarmi dappertutto facendomi girare e rigirare sul letto dove mi aveva “costretto” ... ero infine la sua preda e si divertiva a stuzzicarmi consapevole della mia totale sottomissione e passività (partecipe).

    Giocò in quel modo ancora un po’, le sue mani callose sapevano ormai ogni mio segreto .... mi avevano palpeggiato i capezzoli con ferma determinazione, poi erano scivolate sui fianchi delineando il mio corpo come quello di una donna, avevano stropicciato il mio sesso ancora bagnato e avvolto con forza (ma senza violenza) le mie palle in un massaggio che provocò di nuovo eccitazione e indurimento .... e poi con maestria si erano insinuate tra le natiche, aprendole e chiudendole come un libro consumato e senza segreti ... ne avevano sfiorato inizialmente l'ano e poi con maggior decisone lo avevano provocato e stuzzicato una e un'altra volta ... quelle mani la facevano d padrone sul mio corpo .... mi lasciò a pancia in giù con le gambe aperte, si mise in ginocchio dietro di me e cominciò a masturbarsi, fino a venirmi sulla spalla nuda e sui glutei sudati ... mischiando il mio sudore col nettare intenso del suo piacere ... mentre il suo corpo si accasciava sul mio ... per un attimo interminabile senti il suo sesso umido cercare conforto nel mio culetto vergine ... non ne ebbi paura ma rimasi immobile ... anche lui non fece di più né disse niente ... si rialzò, andò a sciacquarsi un po’ in bagno e tornato in camera cominciò a rivestirsi mentre ero ancora immobile su quel letto ... “è il nostro segreto” mi disse, mi alzai anch'io e dopo un po’ lo raggiunsi in giardino con i miei jeans e la maglietta densa di sudore.

    Aveva preso della birra fresca e me la offrì, la presi ringraziandolo e dopo un po’ ripartimmo per fare ritorno in città. Non fu l'unica nell'ultima volta con lui, andammo avanti in quel gioco per qualche tempo ... quando mi cercava sapevo bene quale erano le sue intenzioni ma non mi sottraevo alle sue attenzioni e ai suoi desideri ... con quel trattamento rude ma anche sapiente e attento (se sapeva che mi serviva qualcosa faceva in modo che la trovassi o di tanto in tanto mi pagava la pizza o il cine..) mi “costrinse” a sperimentare altri giochi ... cominciai dapprima a masturbarlo facendomi venire sul corpo, poi a prenderlo in bocca dapprima con esitazione impacciata e poi con maggiore foga ed eccitazione fino a farmi venire in bocca o sulle labbra e sul viso .... l'odore acre del suo godimento m'inebriava ogni volta di più e non riuscivo mai a resistere alle “tentazioni” che le sue mani producevano su me ... mi lasciavo guidare senza dire niente pronto a soddisfare ogni suo desiderio ... e quelle mani mi condussero ancora a godere, mi sapeva prendere ma anche “costringere”, come quando stringendomi per i capelli mi ordinò di prenderglielo per la prima volta in bocca o come quando spingendomi a pancia in giù sul letto e spalancandomi le gambe alla “pecorina” cominciò a violare il mio buchetto roseo con degli oggetti fallici fino a farmi godere di quello stantuffare!!!

    Mai mi scopò direttamente, mai me lo infilò dentro seppure credo fossi ormai pronto a riceverlo...si limitava a “prepararlo” con quegli oggetti o a bagnarlo godendomi addosso...Poi successe quello che alla fine fece concludere quel nostro segreto incontrarci...un giorno che ci ritrovammo ancora mentre entravamo in casa, un vicino si fece incontro e salutò ... si fermò e scese a scambiare due chiacchiere chiedendomi di portare dentro l'auto; parcheggiato all'ombra lo attesi un po’ sorseggiando una birra fresca finché lo vidi arrivare insieme all'uomo del campanello (il vicino incontrato) ed un altro accompagnante in tuta da lavoro dall'aspetto massiccio e completamente sudato. Pensai che avevano qualcosa da fare, del lavoro da completare e non ci badai più di tanto, anche il sudore dell'uomo in tuta mi parve naturale nell'afa estiva e non feci caso al fatto che non aveva strumenti da lavoro né una maglietta sotto quell'indumento. Mentre si avvicinavano parlottavano tra loro in modo apparentemente naturale e innocente, come si fa tra vicini discutendo di qualcosa ... o di qualcuno!!! Continuavo a sorseggiare la mia birra non curante di loro finché non li vidi arrivare nella veranda antistante l'entrata in casa dove anch'io mi trovavo. Mi chiamò presentandomi agli amici, li salutai con un breve cenno e qualche convenevolo commentando il gran caldo, anche loro annuirono e volendo trovare refrigerio all'arsura lo zio propose a tutti di entrare dentro a prendere tutti un altra birra “col ventilatore acceso”. Continuavo a pensare che l'incontro tra loro era per questioni di lavori in casa e li precedetti nel salotto accendendo la ventola del lampadario; lui annunciò che prendeva le bevande dal frigo, rimasi nella sala con gli altri due ed in modo naturale li pregai di accomodarsi, cosa che fecero sedendosi ai due lati del divano; lo spazio centrale rimase vuoto, il tavolino era anch'esso al centro dello spazio usato ed anch'io con loro. Mi chiesero che facevo, se studiavo e cosa, il caldo, il mare vicino e la facilità di farci un salto per rinfrescarsi...tante belle ragazze che ci sono, bei corpi, sensuali e altri apprezzamenti detti e non detti come accade tra amici ... partecipavo alla discussione con mezze frasi e cmq convinto che da lì a poco quelle persone dovessero andare via ... poi quello in tuta cominciò a chiedermi come mai mi trovavo in casa con lo zio, se non avevo amiche con cui uscire e altre insinuazioni apparentemente innocenti ... che comunque mi davano fastidio causandomi non poco imbarazzo e nervosismo...certo gli amici e le amiche, ma ogni tanto qualche aiuto ai parenti non si nega dicevo, e quello incalzandomi ancora su quanto dovesse essere gratificante un nipote così amabile e simpatico, che invece di divertirsi aiuta lo zio nei lavori, e poi con quel bel fisico che deve essere certamente atletico ... anche l'altro annuiva a quelle che avevano tutta l'aria di essere delle avances!!!
    cominciai davvero a essere imbarazzato, quei due nella sala mi creavano disagio, sudavo e arrossivo non sapendo che pesci prendere ... i due continuavano con il loro “esame” ridacchiando e insieme scambiandosi occhiate d'intesa, lo zio non tornava dalla cucina e improvvisamente mi sentivo perso ... il tipo della tuta continuò dicendo che con lo zio erano vecchi amici e anche l'altro si disse conoscente di vecchia data, tra i primi a costruire in quella zona quando c'erano ancora quattro case ed era ritrovo di coppiette o di sveltine “con qualche puttanella disponibile”.

    Quell'affondo così esplicito non mi sembrò più casuale, i due parlavano con sicurezza come se sapessero dei nostri incontri tra quelle mura ... finsi di non capire, cercai qualcosa da leggere sul tavolo sperando che la porta della cucina si aprisse per rompere quell'assedio ... rimase invece chiusa, attimi di esitazione infinita mi assillavano. L'uomo in tuta si alzò e si avvicinò ... la sua massiccia corporatura mi sovrastava ... cercai di evitarlo fingendo disinteresse ma lui anticipò il mio movimento mostrandomi la mano ruvida e callosa da muratore, poi sussurrò “certo sono forti, ma ogni tanto anche loro vorrebbero una ricompensa ...” quasi contemporaneamente arrivò lo zio con una bottiglia di vino e dei bicchieri che poggiò sul tavolino, prese una sedia e si sedette anche lui mentre giustificò il ritardo e la bottiglia con un “niente birra, brindiamo con questo”. L'uomo della tuta tornò al suo posto e anche l'altro si accomodò di nuovo ... il posto in mezzo al divano era sempre vuoto ... vieni Tony, mi disse facciamoci un sorso di vino fresco e nel dirlo riempì i 4 bicchieri sul tavolo ... dissi che avevo già la birra e poi a stomaco vuoto in mattina magari mi faceva pure male ... insistette e con lui anche gli altri due ridacchiando un po’, dai cosa vuoi che sia! Accettai con rassegnazione ma con la segreta speranza che la presenza del mio parente avesse scoraggiato i due da ulteriori avances e ammiccamenti .. mi avvicinai a prendere il bicchiere e mentre così facevo l'uomo della tuta mi mollò un leggero schiaffetto sulle natiche dicendo “bravo Tony, così si fa” guardai incredulo mio zio, che fece finta di non vedere niente e che anzi ridacchiando disse “una bella bevuta e via!!!”

    Che significava? forse tutto finiva con quel brindisi mi rincuorai, ora forse vanno via pensai ... bevvi il vino del mio bicchiere sbirciando di sott'occhio i due intrusi poi lo posai sul tavolino .. .l'uomo in tuta si alzò di nuovo prese la bottiglia e riempì nuovamente i bicchieri, un altro giro dai! esclamò e mi porse il bicchiere mentre anche lo zio e l'altro uomo prendevano il bicchiere. Dissi che non ero abituato a bere molto vino ma lui insistette posandomi la mano sulla spalla e con decisione e fermezza mi strinse a sé ... salute dissero, l'uomo continuava a stringermi e invitarmi a bere ... vuotai il bicchiere in un fiato, erano ancora tutti li che mi guardavano ... senza dire più nessuna parola l'uomo della tuta cominciò a toccarmi, la mano rimasta sulla spalla scese sui fianchì, poi utilizzò anche l'altra .. la sua presa era energica e decisa, sentivo i fumi dell'alcol annebbiarmi i sensi e la voglia di fuggire confondersi con la vista degli altri due uomini (il mio parente ed il suo vicino) che si sfregavano la patta ... quello in tuta continuava a toccarmi dappertutto costringendomi a subire le sue attenzioni, “dai stronzetto che ora ci divertiamo tutti” mi sussurrò e mentre lo diceva mi infilò la lingua ruvida nell'orecchio in un movimento che improvvisamente mi fece fremere tutto .... mi sollevò di peso mentre ancora cercavo di sottrarmi con poche speranze al suo dominio .... mi portò sul divano in quello spazio vuoto al centro ... appena mi posò anche l'altro uomo cominciò a palparmi e così fece anche il mio parente ... sentì nuovamente le prime sensazioni provate nei primi incontri con lo zio ... un mix di stupore, incapacità di reagire, voglia di divincolarmi da quelle mani, tentativi di resistenza inutile ma anche piacevole sensazione di sottomissione, appagante “costrizione” che quegli uomini esercitavano su di me, eccitamento partecipe che quella situazione mi stava producendo .... balbettavo inutili espressioni, cercavo forze che non c'erano per sottrarmi a quei tre ma ero cosciente che quel che stava succedendo non mi dispiaceva nonostante tutto ... mi ritrovai a pensare che quegli sconosciuti in fondo erano conoscenti di mio zio, che non avrei avuto nulla da temere, che in fondo le loro attenzioni e le loro mani sul mio corpo cominciavano a farmi vibrare di piacere ... ero eccitato, con loro e forse più di loro .... cominciai a cedere, allentai i muscoli del mio corpo, e sentì quelle mani farsi strada senza incontrare difesa su tutto il mio corpo ... quando si resero conto della mia rassegnazione impotente cominciarono a denudarmi ... mi tennero ferme le mani e slacciandomi i pantaloni me li sfilarono e con loro anche gli slip volarono via ... la camicia già mezza sbottonata spari quasi all'improvviso ... restai nudo sul divano con quelle mani che ora si muovevano senza inibizioni né limiti sul mio copro sudato e disponibile ... mi alzarono in piedi sballottandomi tra di loro, facendomi sentire ognuno il suo copro ed il suo membro eretto ... erano in cerchio intorno a me e ognuno mi guardava come un prelibato piatto da gustare ... l'uomo in tuta mi prese per i capelli e mi spinse giù facendomi sedere sul divano ... mi sbatte i suoi pantaloni in faccia e mi ordinò di prenderglielo in bocca come fanno le troiette ... eseguì senza indugiò e infilando la mano nei suoi pantaloni tirai fuori il suo cazzo nerboruto e tosto ... l'odore era intenso e forte, il sudore del suo corpo rendeva quel membro lucido e duro come il marmo .... cominciai a slinguarlo fino a sentirlo entrare e uscire ritmicamente dalla mia bocca mentre con le mani mi teneva ferma la testa .... mi stava scopando in bocca ... ero letteralmente perso in quelle sensazioni, tanto perso che venni mentre lo stavo sbocchinando ... anche gli altri due ora volevano giocare con me ... uno di loro si avvicinò prese la mia mano e la guidò fino a farmi incontrare il suo arnese, anche l'altro fece lo stesso ... ero seduto sul divano con un cazzo in bocca e due nelle mani .... godevo e godevano di me .... il gioco e le parti si alternarono varie volte finché non li feci godere tutti e tre .. .mi vennero in mano, in faccia, in bocca e su tutto il corpo ... lo facemmo ancora due o tre volte nell'arco di qualche settimana ... poi tutto fini com'era cominciato ...quei due scomparvero e anche mio zio poco a poco raffreddò quel nostro segreto rapporto.

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