La fava di Mitch

Storia vera

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    NEW ENTRY GAY

    Group
    Member
    Posts
    4
    Reputation
    0
    Location
    Bled

    Status
    Offline

    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA

    ========================================================



    Questo è il racconto di un episodio che mi è realmente accaduto qualche anno fa.
    Eravamo all'Irish Pub e Mitch era già abbastanza alticcio. Credo si fosse fatto almeno un paio di pinte.
    Non c'era nessuno che si conoscesse.
    Si parlava dell'assenzio e in quei giorni mi avevano detto che c'era un pub in zona che aveva quello buono, mi pare si chiami superiore.
    Gli chiesi se gli andava di farci un salto, visto che neanche io l'avevo mai assaggiato.
    Insomma, dopo poco eravamo in macchina.
    Mitch ha qualche anno meno di me, è un ragazzo con i capelli medio-lunghi neri, con un fisico esile, magro e longilineo, un viso piuttosto carino e suona la chitarra.
    Per la strada si chiacchierò un po' dei vari progetti musicali. In quel periodo stavo mettendo su un gruppo con due ragazzi, un chitarrista e un cantante.
    Chiesi a Mitch se per caso voleva partecipare anche lui al progetto e, spiegandogli le cose, gli dissi che però era con due ragazzi gay.
    Non ne era affatto contento e declinò l'offerta. Cercai di spiegargli che però erano tipi "normali" e che conoscevo alcuni gay molto simpatici e non c'erano problemi di sorta. Insomma, che ero "aperto" e non mi infastidiva affatto la cosa e se voleva avrebbe potuto partecipare anche lui. In fondo era per divertirsi.
    Poi cambiammo discorso e arrivammo nelle vicinanze del pub. Parcheggiammo ed entrammo. Ordinammo due assenzio e ci mettemmo a sedere fuori anche se faceva fresco, perché dentro c'era troppo casino.
    L'assenzio piacque a tutti e due e ne ordinammo dell'altro. Era piuttosto forte e abbondante e montava lentamente.
    Anche perché faceva fresco, lui, per scaldarsi, prese anche una pinta di birra visto che per i suoi standard aveva bevuto poco ed era sempre più sbronzo.
    Aveva iniziato a farfugliare e a parlare a voce alta. Dopo un'oretta decisi di tornare a casa visto che mi sembrava un po' troppo sbronzo ma lui disse di dover prima andare in bagno a pisciare e si alzò barcollando.
    Passarono una quindicina di minuti e di lui non c'era traccia.
    Andai verso il bagno per vedere se lo trovavo.
    Fuori non lo trovai e quindi entrai nell'antibagno e bussai alla porta dei maschi. Non rispose nessuno e pensai fosse vuoto.
    Aprii la porta per controllare e lo trovai con i pantaloni e le mutande abbassate davanti al cesso, gli chiesi se andava tutto bene e lui si girò con l'uccello ritto in mano ridendo. Mi disse qualcosa tipo che doveva pisciare ma non ci riusciva.
    Era sbronzo fradicio... pensavo reggesse meglio l'alcol.
    Allora chiusi la porta a chiave per evitare che qualcuno entrasse e ci vedesse in quella situazione imbarazzante.
    Gli dissi che per forza non ci riusciva visto che ce l'aveva ritto. Lui mi rispose biascicando che aveva bisogno di sesso. Non capii bene cosa intendesse. Forse si scusava per l'erezione.
    Si reggeva a fatica in piedi e aveva le mani contro la parete di fronte per tenersi dritto.
    Gli domandai se aveva bisogno di aiuto e mi rispose quasi urlando "Magari se mi tieni dritto ci riesco".
    Mi misi dietro di lui e con il braccio destro intorno al torace cercai di tenerlo su dritto per aiutarlo a pisciare.
    La sua maglia e camicia continuavano a scivolare verso l'alto mentre lui scendeva sempre più in basso e allora gli infilai il braccio sotto la camicia, sollevandogliela involontariamente fino alle ascelle, per far presa sulla pelle ed evitare che scivolasse di nuovo.
    Mi accorsi che la mia mano gli stringeva il petto, proprio sul capezzolo e glielo sentii indurirsi. In pratica era nudo tra le mie braccia.
    Con la testa appoggiata alla sua spalla era un po' come se mi guardassi io dall'alto ma con il suo corpo nudo e dovevo guardare soprattutto l'uccello perché dovevo vedere di farlo pisciare dritto nel cesso. Anche se la situazione era indubbiamente squallida, confesso che era piuttosto eccitante.
    Aveva anche un discreto uccello in fondo, lungo sui 18 centimetri, curvato verso l'alto, con la cappella gonfia e paonazza ma proporzionata e con le palle piccole e grinzose.
    Mitch all'epoca non mi dispiaceva e il vederlo nudo e indifeso tra le mie braccia me lo fece apprezzare ancora di più. Non mi faceva certo schifo quella situazione anche se era un po' strana e non avevo mai avuto a che fare con uno così sbronzo.
    Iniziò a pisciare molto lentamente ma troppo in alto, glielo dissi ma, niente. Allora gli chiesi se potevo aiutarlo a farla dentro e non rispose.
    "Ti scoccia se te lo tengo giù?"... ancora nessuna risposta.
    Allungai la mano e con la punta delle dita glielo spinsi in basso verso il water.
    Era bello duro e dovetti spingere un po', ma sguisciava di lato e tornava su schizzando ovunque.
    Allora glielo presi col palmo della mano e glielo tenni giù con forza.
    Mai dovuto fare una cosa del genere se non alcune volte col mio uccello.
    Aveva l'uccello bollente.
    Lui stava stranamente zitto e mentre glielo tenevo in giù iniziò a muovere il bacino avanti e indietro.
    Oddio, che stava facendo? Sembrava averci preso gusto un po' troppo, ma forse non se ne rendeva neanche conto.
    L'uccello era sempre più ritto e lui stava con la testa china senza fiatare.
    Gli chiesi "Ma che vuoi, che ti faccia una sega così poi pisci?". Non diede nessuna risposta ma continuò a muovere il bacino masturbandosi nella mia mano.
    Strinsi il palmo della mano un po' di più.
    Mi sembrava evidente che volesse una sega. Anche se non sapevo come sarebbe andata a finire ormai ce l'avevo in mano e la spostai verso la cappella. Lui ansimò forte.
    Iniziai a masturbarlo prima lentamente e poi sempre più forte. Il cuore mi rimbalzava nelle orecchie, chissà come sarebbe finita quella storia. Avevo paura che poi avrebbe fatto casini, ma sembrava essere accondiscendente, anzi sembrava dirigere lui le cose.
    Lo sentivo ammorbidirsi per poi indurirsi di nuovo a ritmo del flusso sanguigno e la sua cappella, a tratti, era bella gonfia e dura.
    Gli iniziò a gocciolare, prima poco, poi sempre più abbondantemente e col pugno stretto intorno alla sua cappella girai la mano alcune volte per spalmargli il liquido per poi tornare a segarlo adesso quasi con violenza.
    Sinceramente, stava producendo molto precum, ma davvero tanto. Cosciente o meno, colava in un filamento continuo dalla mia mano. La cosa mi piacque non poco e credo anche a lui.
    Con la mano fradicia di "lubrificante" andai avanti così finché fece un verso strano di sofferenza e dopo poco mi venne in mano, spruzzando sborra tra le mie dita. Venne abbastanza da imbrattargli l'uccello, oltre la mia mano.
    Quando ebbe finito aspettai che gli si smosciasse un po' e gli dissi "Adesso piscia che ce la fai!".
    Finalmente ce la fece senza annaffiare tutto il bagno. Glielo scossi per bene con la sinistra, sempre sorreggendolo con l'altra e lo appoggiai con le spalle alla parete tenendolo puntato con la mano. Mi allungai e presi della carta igienica e glielo pulii alla meglio. Gli tirai su mutande e pantaloni, e finalmente mi disse un confuso "Adesso va meglio". Poi cercammo di uscire dal bagno.
    Non mi sono neanche potuto lavare la mano perché sarebbe potuto crollare a terra. Me la pulii come potevo in un fazzoletto nella tasca uscendo, imbrattandomi i pantaloni.
    Qualcuno mi diede un'occhiataccia a vedermi uscire dal bagno assieme a lui sbronzo.
    Tenendolo da sotto le spalle lo riportai in macchina. Non disse nulla per tutto il tragitto.
    Poi iniziò a farfugliare cose tipo "però sei un finocchio... brutto frocio". Io gli risposi che non sapevo cos'altro avrei dovuto fare in quella situazione e che, in fondo, aveva iniziato lui, ma dopo poco si addormentò in macchina.
    Lo svegliai all'arrivo e sembrava quasi non ricordare più nulla di quanto successo. Lo accompagnai fino all'ingresso dell'Irish dove vide dei suoi amici che lo avrebbero riaccompagnato a casa. Spero che non gli abbia raccontato nulla di troppo compromettente. Io risalii in macchina e continuai verso casa.
    La mano era sempre imbrattata del "sughetto" di Mitch e mi fermai al parcheggio sopra il pub che era deserto. Avevo una bottiglietta d'acqua, aprii lo sportello e ne versai un po' sulla mano per sciacquarla ma tornò estremamente scivolosa... mmmm... ero sempre in erezione e... mi sono richiuso in macchina e mi ci sono masturbato.

    Edited by Matija - 9/2/2023, 20:54
     
    .
0 replies since 9/2/2023, 09:25   1224 views
  Share  
.