Bisex 06

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  1. cavallino
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Qui troverete gli altri capitoli:
    Bisex 01 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44307467
    Bisex 02 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44376791
    Bisex 03 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44414127
    Bisex 04 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44430636
    Bisex 05 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44470534

    E' un capitolo un po' interlocutorio, ma serve per giustificare quelli che seguiranno

    Partimmo per sette giorni di libero campeggio la settimana successiva. I genitori di Barbara e Maurizio avevano finalmente deciso di dare il loro benestare dopo che io e Diana ci eravamo solennemente impegnati a tenerli d’occhio. E dire che non c’erano più di tre anni di differenza fra noi e loro.
    Giorgio e Lulù ci guardarono partire con rimpianto. Per tutta la settimana avevamo fatto vita in comune e i due ragazzi erano diventati sempre più decisi nelle loro manifestazioni erotiche. Giorgio poi aveva scoperto che gli piaceva moltissimo farsi fare il culetto e altrettanto farlo, soprattutto a me. Non che la cosa mi dispiacesse, ma praticamente non potevo più fare l’amore con Diana o un’altra delle ragazze senza che lui tentasse (riuscendoci, naturalmente) di godermi il sederino. Ci scambiammo comunque gli indirizzi ed essendo tutti di Milano, decidemmo di rivederci al rientro in città.
    Puntammo verso l’Argentario, in parte per cambiare completamente mare, in parte perché lo conoscevo molto bene e sapevo quanto fosse bello e in parte perché conoscevo il proprietario di un camping situato in una zona particolarmente panoramica. Non era solo per questo che avevo proposto quel campeggio: il figlio del proprietario, un bel ragazzo di ventidue anni dall’impossibile nome di Roderigo, aveva cintato un piccolo pezzo di pineta, l’aveva pavimentato con delle assi di legno e la sera invitava gli amici a sentire musica, sdraiati per terra su cuscini e materassi. Come andavano a finire quelle serate è facile immaginarlo, ma Roderigo era dotato di grande fantasia e trovava sempre il sistema per renderle diverse. Ogni anno poi c’era qualche trovata particolare e inedita per gli affezionati amici- clienti.
    Lo avevo conosciuto un paio di anni prima, quando ero andato in vacanza con i miei in un albergo vicinissimo a quel campeggio, eravamo diventati amici e avevo passato molte serate in quel rifugio. Non avevo rivelato questo aspetto del camping agli altri perché volevo fosse una sorpresa e sapevo, conoscendoli, che sarebbe stata piacevole.
    Arrivammo a pomeriggio inoltrato, dopo un viaggio buono ma caldissimo e un pranzo ottimo in una trattoria sugli Appennini.
    Andai a cercare Roderigo che non appena mi vide mi saltò quasi al collo, stringendomi in un abbraccio da orso che gli restituii cordialmente. Mi baciò anche sulla bocca, come faceva sempre, ma quando le nostre labbra si incontrarono sentii la sua linguetta tentarmi. Istintivamente risposi al bacio, poi lui si staccò, sorridendomi maliziosamente. Era stato un bacio brevissimo, ma lo guardai turbato perché ne io ne lui ci eravamo concessi giochi omosessuali nelle orgette che si svolgevano in pineta, anche se qualche volta una mano vagava dove non avrebbe dovuto. Si era fatto crescere una barba biondiccia che unita ai capelli lunghi e biondi gli dava l’aspetto di un Gesù Cristo. Glielo feci notare e lui, strizzandomi l’occhio, mi disse che conciato così faceva furore.
    - Come andiamo a posti tenda?- Gli chiesi.
    - Dipende dai punti di vista,- rise, - per me benissimo: siamo al gran completo.
    - Ahi, ahi e dove ci sistemiamo noi?
    - Prima di tutto presentami i tuoi amici, sei un vero cafone- e così dicendo baciò e abbracciò a turno Diana, Barbara e Maurizio, lasciandoli senza fiato. Il bacio, naturalmente, fu sulla bocca e il suo abbraccio decisamente potente.
    - Bene!- Esclamò poi soddisfatto, - le presentazioni sono fatte. Adesso occupiamoci della vostra sistemazione. Mi fa piacere che tu ti sia finalmente deciso a fare campeggio, ma questa volta non starete in tenda, anche se avete fatto un sacco di chilometri portandovela dietro. Ho un bungalow libero che tengo per gli amici e che non vi costerà una lira in più del posto tenda. È nuovissimo, nemmeno tu lo hai mai visto, Marco e sono pronto a scommettere che vi piacerà un mondo.
    Senza darci il tempo di replicare, ci fece cenno di seguirlo con la macchina e salito in sella a un motorino si diresse verso la spiaggia.
    - Tipo simpatico,- disse Diana, - ma a momenti mi rompeva le ossa.
    - È proprio un bel ragazzo,- commentò Barbara.
    - Ha il sedere di fuori,- notò Maurizio.
    Roderigo infatti indossava un microscopico costume nero che, sedendo in sella al motorino, gli si era profondamente incastrato fra le natiche, lasciandogli il sedere praticamente nudo.
    - Ti piace?- Chiesi a Maurizio e allungai una mano verso il suo inguine. Il sesso del ragazzo non era in erezione, ma nemmeno completamente a riposo e lo sentii fremere alla carezza sotto la leggera stoffa dei pantaloncini corti.
    - Mmmmmh...- continua, - mi incitò, sdraiandosi un poco sul sedile per offrirsi meglio.
    - Questo bambino è insaziabile,- dissi rivolto alle ragazze, - guardate qui- e così dicendo infilai una mano sotto i suoi calzoncini facendone sgusciare fuori il pene ormai completamente eretto.
    - E non porta le mutandine,- notai abbastanza stupito.
    - Da quando le hai abolite?- Si informò maliziosamente Diana.
    - Da oggi,- le rispose il ragazzino, agitandosi sotto le mie dita, - mi sembravano inutili...
    - Sei un porcellino,- commentai ridendo.
    - Colpa tua che gli hai insegnato cose proibite,- disse Barbara, guardando l’inguine di Maurizio, poi aggiunse: - però, mica male il mio ometto. È sempre pronto!
    - Ehi, siamo arrivati,- ci avvertì Diana.
    Fermai la macchina vicino a Roderigo, di fronte a un bungalow costruito in parte in muratura e in parte in canne di bambù, con il tetto di paglia intrecciata. Mi parve di dimensioni ragguardevoli per una costruzione destinata a essere smontata ogni fine stagione, ma Roderigo spiegò la cosa dicendo: - l’ho fatto costruire parzialmente in muratura in modo da renderlo praticamente permanente. In inverno mi limiterò a mettergli una protezione di teli di plastica, così me lo potrò godere in qualche bella giornata. Come vedi l’ho sistemato vicinissimo alla Siepe.
    La Siepe era il pezzo di pineta cintato e si chiamava così in virtù di una fittissima siepe di oleandri che circondava la pavimentazione in legno, rendendo non solo impossibile per chiunque entrare, ma anche sbirciare all’interno. La Siepe, tuttavia, non aveva tetto: anche questo era voluto, non erano pochi infatti, quelli che si avventuravano sugli alberi vicini per osservare ciò che vi succedeva dentro; ma questo, visto che i guardoni erano tenuti a rispettosa distanza, per gli occupanti del posto andava bene, anzi, era gradito, perché sapere di essere osservati aggiungeva una nota eccitante ai giochi che facevano all'interno.
    Roderigo aprì la porta e ci fece entrare, dentro era molto bello e, meraviglia delle meraviglie, c’era anche un bagno con tanto di doccia e acqua calda. Il rimanente spazio era tutto soggiorno; in un angolo, sollevato di due gradini, c’era un letto, uno solo. Era composto da quattro grandi materassi, coperti da un enorme lenzuolo fissato agli angoli e quattro cuscini erano sparsi sul lenzuolo. Su una parete era sistemato il vano cucina, diviso dal soggiorno da un basso muretto bianco. Tutto l’arredamento era fatto di bambù e vimini.
    - Vi piace?- Chiese Roderigo, visibilmente orgoglioso del suo gioiello.
    - È bellissimo,- disse Barbara.
    - Non ho messo coperte perché generalmente i campeggiatori hanno le proprie e ho fatto fare solo un grande letto perché mi è sembrato più simpatico.
    - Certo,- approvai.
    - Magnifico,- disse Maurizio e si gettò di schiena sul lettone a braccia e gambe allargate. Il rigonfiamento del sesso ancora piuttosto teso era ben visibile sotto gli short, come era visibile il sacchettino dei testicoli che faceva capolino dal cavallo piuttosto largo dei pantaloncini, rendendo ancora più evidente l'assenza degli slip.
    - Il ragazzino vi ha battuti sul tempo,- sghignazzò Roderigo, sbirciandogli l'inguine liscio. - Bene, ora vi lascio. Sistematevi e riposatevi, ci vedremo domani in spiaggia. Ricordatevi però che domani sera sarete miei ospiti nella Siepe.
    Stava per uscire quando si voltò e, sorridendo furbescamente, riprese: - dimenticavo di dirvi che siete gli ultimi arrivati per questo mese: non ho più nemmeno il posto per sistemare una pulce, così toccherà a voi fare gli onori di casa- e se ne andò ridacchiando.
    - Cosa ha voluto dire?- Chiese Diana - e cosa è la Siepe?
    - Ogni cosa a suo tempo,- le risposi, - consideratela una sorpresa. Una sorpresa decisamente piacevole.
    - Uffa!- Sospirò Barbara, sgusciando fuori dai vestiti come un’anguilla, - una bella doccia e un po’ di riposo ci faranno bene prima di cena. Che ore sono?
    - Le sei,- risposi, mentre lei, coperta solo da un minuscolo paio di mutandine, si lasciava cadere sul lettone.
    - Chi mi lava la schiena?- chiese Diana, iniziando a spogliarsi.
    - Io,- rispose subito Maurizio, sfilandosi maglietta e calzoncini e dirigendosi verso il bagno. Il suo culetto sodo e abbronzato avrebbe tentato un vescovo ottuagenario.
    Mentre mi passava vicino gli assestai una sonora pacca sulle chiappette invitanti.
    - Ahia!- Si lamentò, massaggiandosi la parte offesa con entrambe le mani.
    - Bel colpo,- approvò Diana, - i bambini dovrebbero andare in giro sempre nudi, per il piacere di tutti.
    - Vieni?- La sollecitò Maurizio, che nel frattempo aveva aperto l’acqua.
    - Arrivo,- gli rispose, strizzandomi l’occhio e sfilandosi con un gesto pieno di grazia i minuscoli slip.
    Anch’io ero rimasto in mutandine e mi buttai a pancia in giù sul letto, in attesa che il bagno fosse libero.
    - Dopo ti lavo la schiena,- dissi a Barbara.
    - Si,- mi rispose avvicinandosi, - sei stanco?
    - Non troppo, solo un po’ indolenzito. Sei ore seduto in macchina non sono l’ideale per sgranchire i muscoli.
    - Ti faccio un massaggio, però devi toglierti le mutandine.
    - Troppa fatica. Fallo tu.
    - Pigrone!- Rise, poi le sue mani fresche si infilarono sotto l’elastico dei miei slip e me li sfilarono adagio.
    - Hai un culetto meraviglioso,- sussurrò accarezzandomi le natiche, - te l’ho già detto molte volte, ma non importa perché è vero.- Ora mi toccava con più forza, impastando i muscoli, scendendo verso la fessura senza tuttavia spingersi in profondità.
    - Quando te lo fai fare sei bellissimo, vorrei essere un maschietto e penetrarti piano, aprendoti a poco a poco, entrando tutto dentro di te; invece posso solo guardare quando la fai con Maurizio o con Giorgio, ma anche quello è molto bello.
    Quella ragazzina terribile era in grado di eccitarmi come un mandrillo solo parlando come faceva, se a questo poi si aggiungevano anche quelle manine invadenti che adesso mi cercavano sempre più giù, be’, per me diventava troppo.
    - Non dovevi massaggiarmi?- Mugolai, alzando un poco la pancia per permettere al mio affare ormai duro di prendere una posizione più comoda.
    - E tu non muovere il culetto,- mi rispose, - se no cedo alla tentazione e te lo faccio. Anzi, penso di avere già ceduto...- aggiunse piano.
    - Non hai l'attrezzatura giusta,- risi.
    - È vero, però ho sempre le dita,- sussurrò.
    Con una mano mi aprì le natiche e con un dito premette sul buchino che, lo sentivo, cominciava a palpitare. MI accorsi che era impregnato di crema. Non riuscivo a capire come avesse fatto a prenderla, ma lo aveva fatto e ora mi stava ammorbidendo l'ano rendendolo sempre più disponibile e ricettivo.
    - Dio, com’è bello,- sospirò la ragazzina, - sembra una cosa viva. Capisco come tu possa godere tanto quando ti fai prendere, è come se avessi un sesso di donna fra le natiche.
    - Basta...- gemetti, sentendo il suo dito farsi strada adagio nel mio corpo, - fra poco toccherà a noi fare la doccia.
    - Da quanto posso capire dai rumorini che fanno, quei due ne avranno per un bel pezzo,- rise Barbara.
    - Oooooh...- mugolai, quando il suo ditino mi scivolò tutto dentro.
    - Che meraviglia!- Ansimò lei, - sono dentro di te. Ti sto facendo il culetto, Marco, te lo sto prendendo tutto.
    Girai un poco la testa e vidi che si stava accarezzando fra le cosce. Aveva gli occhi chiusi e il respiro sempre più frequente. Cercai di girarmi, ma mi fermò, facendo altalenare il dito che mi penetrava.
    - Rimani così,- sussurrò con voce rotta, - lasciati godere. Voglio venire in questo modo, da sola, mentre ti accarezzo dietro, mentre ti inculo... Lo senti il mio dito? Ti prego, dimmi che lo senti...
    - S...- gemetti, - lo sento muoversi dentro...
    - Ti piace)
    - È bellissimo,- sospirai, concedendomi sempre di più e sentendo l'ano pulsare su quel dito terribile che non cessava di muoversi su e giù, - ma se continui mi farai venire...
    - Mi piacerebbe da matti vederti godere mentre ti faccio il culo...
    Ora Barbara si lamentava con una vocina sottile e sentii che aggiungeva un altro dito a quello che già mi penetrava, cominciando a scoparmi prima adagio e poi più forte a mano a mano che si accorgeva che mi dilatavo e la accoglievo sempre più profondamente.
    - Vengo Marco...- gridò all’improvviso, - oh, vengo... è bello... è bellissimo... Aaaaah...!!!- L’ultimo suono fu un lamento prolungato, mentre si abbatteva sulla mia schiena contorcendosi negli spasimi di un lunghissimo orgasmo, le dita ancora saldamente piantate nel mio culo, ma ormai immobili.
    Mi feci scivolare fuori quelle ditine terribili e la abbracciai, coprendola con il mio corpo. Si aprì con un gemito, invitandomi a prenderla, cercando con il pube il mio membro con una urgenza che mi fece capire quanto grande fosse il suo desiderio. Le scivolai dentro facilmente perché era fradicia di umori e lei gridò forte, poi mi avvinghiò le gambe alla schiena e gridò ancora. La baciai e giocai con la sua lingua adagio, così come il mio pene giocava adagio con sua vagina. Le feci scivolare una mano sotto le natiche sode e aperte e trovai facilmente il buchino, entrai anche lì sentendolo fremere e dilatarsi a poco a poco. Aprì le labbra in un grido muto quando la penetrai a fondo e urlò quando cominciai a muovermi dentro di lei.
    Capii che non avrei resistito ancora a lungo: Barbara mi aveva eccitato troppo perché potessi farlo, ma anche lei stava venendo e voleva sentirsi allagare dal mio seme. Me lo disse con voce acuta, mentre il piacere la faceva gridare per la seconda volta. Godetti, singhiozzando che era bellissimo, affondando prepotentemente nel suo inguine morbido e penetrando fino in fondo con il dito nel suo culetto che sentivo contrarsi. Venni con getti lunghi e profondi che mi lasciarono vuoto e felice, completamente appagato fra le sue braccia.
    - Ehi,- sospirò Barbara, strofinandosi contro di me come una gattina, - non saranno per caso annegati quei due?
    Erano passati circa cinque minuti da che avevamo finito di fare l’amore e la doccia aveva continuato a scrosciare imperturbabile, ma i gemiti che uscivano dalla stanza da bagno erano inequivocabili.
    - No, non credo siano annegati,- risi, - comunque direi che è ora di dargli la sveglia. Anche noi abbiamo diritto alla nostra doccia.
    - Ben detto,- approvò alzandosi, - a questo punto direi che ne ho urgenza...- e mi rivolse un sorrisino imbarazzato, stringendosi l'inguine con la mano per impedire al mio seme di fuoriuscire, - mi hai praticamente allagata...
    Seguii il suo culetto nudo e provocante che ancheggiava verso la stanza da bagno e mi affacciai con lei alla porta.
    Diana era inginocchiata davanti a Maurizio che singhiozzava forte con il membro duro fino allo spasimo che spariva completamente fra le labbra della mia rossa, per poi riemergere, lucido di saliva. Le mani della ragazza avvinghiate alle sue natiche ne spiegavano gli ondeggiamenti: Maurizio la stava infatti scopando in bocca e quando usciva dalle sue labbra si impalava sul suo dito. Lei era completamente immobile e lasciava che fosse l'adolescente a scegliere il ritmo, offrendogli una bocca dolce e calda e un dito rigido che lo scavava profondamente dietro.
    - Come sono belli!- Sospirò la biondina e si avvicinò a Diana facendole una lunga carezza fra le cosce. Lei non si mosse, ma spinse in fuori il culetto per farsi raggiungere meglio.
    - Diana è già venuta,- sussurrò Barbara, - ormai conosco molto bene questa micina, ma è pronta per un altro orgasmo. Quando Maurizio le godrà in bocca verrà anche lei.-
    Barbara approfondì le carezze cercando il clitoride dell’amica, accarezzandolo con dita sicure e facendola gemere sordamente mentre Maurizio aumentava il ritmo delle spinte, singhiozzando che veniva, che non aveva mai trovato una bocca così meravigliosa dove scaricare tutto il suo piacere.
    Il sesso del ragazzino sussultò mentre usciva dalla bocca di Diana e capii che stava godendo. Vidi la mia rossa deglutire il liquido che le veniva donato, mentre il suo inguine si muoveva freneticamente contro le dita di Barbara e le sue mani, contratte sulle natiche di Maurizio, se lo stringevano addosso affinché le si scaricasse profondamente in gola. Poi entrambi scivolarono al suolo, respirando affannati mentre l’acqua tiepida li accarezzava.

    Quella sera cenammo in una piccola trattoria dove si mangiava dell’ottimo pesce e andammo a letto presto. Il viaggio e la ginnastica amatoria del pomeriggio ci avevano stancati, così facemmo una dormita faraonica e fu solo per colpa di una tonda tettina di Diana che minacciava di soffocarmi che mi svegliai all’alba delle undici. Aprii la bocca per respirare e un roseo capezzolo mi scivolò fra le labbra. Respirai, sospirai e leccai un poco quella puntina impertinente.
    - Mmmmmh...- mugolò Diana, aprendo un occhione ancora assonnato, - che modo delizioso di svegliarsi.
    - Già,- borbottai con la bocca piena, - a momenti mi soffocavi, - non ho praticamente potuto farne a meno.
    - Be’, a me sta bene ugualmente,- sospirò stiracchiandosi.
    Dai movimenti che sentivo intorno capii che anche gli altri stavano emergendo dal letargo, così decisi che, tutto sommato, potevo anche alzarmi.
    Dalle provviste che ci eravamo portati presi il caffè e preparai la caffettiera offerta dalla pregiata ditta Roderigo. Pochi minuti dopo un bel profumino si spandeva per la stanza, spingendo gli altri ad alzarsi.
    Passammo tutto il giorno al mare fra le meravigliose rocce del monte Argentario. Fu una giornata casta. Maurizio, per la verità, aveva tentato alcuni approcci sia con Barbara sia con me, durante la siesta all’ombra, dopo che avevamo divorato alcuni panini, ma lo avevo fermamente dissuaso dall’andare oltre.
    - Perché?- Mi aveva chiesto sinceramente stupito, mentre con una mano mi stava ancora accarezzando l’inguine, cercando di scivolare sotto il costume da bagno, - sei diventato improvvisamente casto?
    - No,- lo rassicurai, - ma penso che faremo bene a conservarci in forma per questa sera. Vedrai che avremo bisogno di tutte le nostre risorse- e gli strizzai l’occhio.
    - Si può sapere cosa succederà?- Chiese Diana, alla quale un interludio amoroso non sarebbe affatto dispiaciuto.
    - Abbi pazienza,- le risposi, - se te lo dico perdi la sorpresa e sono sicuro che ti farà piacere.
    - Va be’,- si rassegnò, - aspettiamo e vedremo. Ti avviso però che se non sarà di mio gusto ti farò fare l’amore tutta la notte, come penitenza.
    - Abbi fede,- la esortai, mentre si girava sul materassino mostrandoci un fondo schiena assolutamente perfetto. - Abbi fede e vedrai che avrai la tua notte brava.
    Poi mi girai anch’io e diedi una pacca sul sedere di Maurizio quando una delle sue manine mi scivolò sotto lo slip, intrufolandosi nel solco delle natiche.
    - Ahi!- Si lamentò il ragazzino levando la mano, - negriero!
    Sospirai e chiusi gli occhi, assaporando il piacere che mi era rimasto sulla pelle dopo la carezza.
    Quella sera cenammo in casa, cucinando degli ottimi cefali sul barbecue costruito in muratura contro il muro esterno del bungalow e innaffiandoli con dell’eccellente vino Etrusco bianco.
    Avevamo finito di mangiare da poco e ci stavamo gustando un bicchiere di whisky con ghiaccio, quando Roderigo fece irruzione, sfoderando un sorriso a ventisette carati. Indossava un paio di short blu scuro, lucidi, tipo quelli dei giocatori di basket, solo che erano di diverse misure troppo piccoli. Sul davanti infatti contenevano a stento il sesso e dietro si insinuavano profondamente fra le natiche, lasciandogli il sedere quasi nudo. L’abbigliamento era completato da una maglietta girocollo bianca che metteva in evidenza le braccia muscolose e abbronzate. La cosa più interessante però era la splendida ragazza che lo accompagnava. Non dimostrava più di venti anni e aveva una folta chioma castana e due stupendi occhioni neri. Indossava un paio di calzoncini uguali a quelli di Roderigo, ma bianchi, anche loro estremamente ridotti e alcuni pelini sbucavano dalla sottile striscia di tessuto che le ricopriva l’inguine, mentre il sederino, perfettamente abbronzato, esplodeva quasi dalla stoffa completamente affondata fra le natiche rotonde. Sopra indossava un bolerino cortissimo, anch’esso bianco, che scopriva la parte inferiore dei seni. Il tessuto lucido era abbastanza trasparente da lasciar vedere le ombre scure dei capezzoli e del pube. Evidentemente entrambi non portavano mutandine.
    - Salute a tutti,- esclamò Roderigo, - questa è Monica. Monica, ti presento Marco e i suoi amici.
    - Ciao, Marco,- disse Monica, con una bella voce melodiosa dal leggerissimo accento romano, - Rod mi ha parlato di te e di come vi siete divertiti gli anni scorsi.
    - Salve ragazzi,- aggiunse poi rivolgendosi agli altri, - spero che questa sera faremo amicizia.
    - Questo è per voi,- disse Roderigo lanciandomi un pacco, - vi avevo detto che avreste fatto gli onori di casa, così vi ho portato la tenuta adatta. Ciao a tutti, ho un sacco di cose da preparare, ci vediamo alle dieci e mezzo precise. Mi raccomando, siate puntuali!
    - Cos’hai in mente?- Gli chiesi, - le altre volte questa messa in scena non c’era.
    - Sai che ogni anno escogito delle novità e questa ti assicuro che è una bomba, certamente la meglio riuscita. Per quanto riguarda l’abbigliamento ricordati: azzurro per i maschietti e bianco per le signorine.
    Roderigo uscì ridendo allegramente e si diresse verso l’ingresso della Siepe.
    - Misterioso il tuo amico,- disse Barbara.
    - Però simpatico,- le rispose Diana.
    - Anche la ragazza mi è sembrata simpatica,- affermò Maurizio, - anche se non ha praticamente aperto bocca.
    - Be’, vediamo cosa contiene il pacco,- proposi, cominciando a stracciare la carta.
    Ne uscirono fuori quattro tunichette, due bianche e due azzurre, di un sottilissimo jersey lucido e con una sola spallina, alla moda degli antichi romani.
    - Che belle!- Si entusiasmò Barbara.
    Ci spogliammo e ci infilammo nelle tunichette. Scoprii che la mia arrivava a non più di quattro dita sotto l’inguine, vedendo gli altri però, mi resi conto che il vecchio Roderigo mi aveva usato un occhio di riguardo. Le loro tunichette infatti nascondevano a mala pena il sesso e a ogni movimento questo si vedeva baluginare, in compenso erano molto ampie e cadevano morbidamente intorno ai fianchi. Il seno delle ragazze e il triangolo del pube erano chiaramente visibili in trasparenza. Quando Diana si girò mi accorsi che il sederino era appena coperto e anche se stava dritta da sotto la tunica facevano capolino due piccoli spicchi di natiche. Anche Barbara e Maurizio erano nelle stesse condizioni e guardandomi nello specchio che faceva da tastiera al letto, vidi che anche la mia tunica era molto corta dietro e che se solo provavo a chinarmi un poco il mio culetto spuntava fuori da sotto la stoffa. Evidentemente quelle tunichette erano state fatte più lunghe davanti che dietro.
    - Simpatiche,- disse Barbara, - ma sarà meglio mettere un paio di mutandine.
    - Come vuoi,- le risposi.
    - Tu non le metti?
    - Penso proprio di no.
    - Ti presenti così in mezzo a gente che ancora non hai mai visto?
    - Oh, penso che siano tutti simpatici, se conosco bene Roderigo e poi credo che si aspettino proprio questo da noi.
    - Be’,- decise Barbara, - io comunque le metto. Farò sempre in tempo a toglierle.
    - Anch’io farò così,- si unì Maurizio.
    - Io invece seguirò l’esempio di Marco,- disse Diana.
    - Penso non sia necessario,- le risposi, - è meglio se ci presentiamo tutti nella stessa tenuta. Il reggiseno però lo sconsiglio decisamente.
    - Quello non lo abbiamo nemmeno portato!- Si offese Barbara, facendomi una boccaccia.
    - Be’,- proposi, - mettiamoci comodi e aspettiamo l’ora dell’appuntamento.

    Edited by Elchicoloco - 20/6/2014, 23:27
     
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  2. JessyJames
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    Mi è piaciuto tantissimo....mi fa fatto rimanere in tiro tutto il tempo :blush:
     
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  3. sex_agrigento92
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    bellissimo.... !!! image
     
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  4. manu the beast
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    CITAZIONE (JessyJames @ 16/3/2011, 15:27) 
    Mi è piaciuto tantissimo....mi fa fatto rimanere in tiro tutto il tempo :blush:

    Vale lo stesso per me
     
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  5. menezlove
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    pero'!!! fantastico!!!
     
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  6. cavallino
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    Hei, Jessie, sei rimasto solo in tiro o sei arrivato a una conclusione?
    E' dura restare con le palle piene! :D
     
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  7. JessyJames
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    ho concluso prima di finire il racconto...... :sbav:
     
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    FIGO GAY

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    Bellissimo stupendo spero che il seguito non tradisca le attese
     
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