Bisex 03

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  1. cavallino
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    Il giorno seguente faceva un caldo bestiale, così, dopo avere pranzato, visto che sia le ragazze sia Maurizio sembravano scomparsi nel nulla, decisi di andare in spiaggia a pisolare sotto un ombrellone.
    Raggiunsi la cabina e mi liberai dei calzoncini e della maglietta, poi mi diressi verso il mare. Per abbreviare il percorso passai fra due file di cabine, anziché scegliere il passaggio centrale dei bagni: fu così che trovai Maurizio.
    Se ne stava chino in avanti, con un occhio incollato a un’asse evidentemente sconnessa di una cabina. Indossava un microscopico costumino rosso e le natiche giovani ne uscivano fuori quasi totalmente, come al solito. Il ragazzino doveva osservare qualcosa di estremamente interessante, perché vidi che si spingeva di più verso l’asse, facendosi scivolare una mano sotto i piccoli slip.
    Mi avvicinai incuriosito e lo vidi abbassarsi le mutandine davanti, liberando il sesso già in erezione che cominciò ad accarezzare adagio. Mi accostai senza fare rumore, sempre più incuriosito di scoprire cosa stesse combinando. Le possibilità di essere visti da estranei erano praticamente nulle: oltre a noi sembrava esservi il deserto.
    Maurizio ora si stava masturbando con forza, sempre con l’occhio incollato alla fessura e capii che presto sarebbe venuto perché il suo viso stava assumendo l’espressione sperduta di chi è prossimo all’orgasmo. Vidi le labbra piene aprirsi in un piccolo grido muto, mentre agitava sempre più in fretta la mano che impugnava il membro.
    Vederlo in quella posizione e osservare quello che stava facendo eccitò anche me. In un lampo mi venne in mente il suo sederino nudo e la mia mano che lo accarezzava e capii che stavo prendendo la mia prima iniziativa verso un probabile gioco erotico con una persona del mio stesso sesso. In effetti quello che avevamo combinato in macchina il giorno prima non poteva essere considerato un vero e proprio rapporto: ci eravamo infatti limitati a masturbarci insieme, traendo piacere nell’osservare l’uno l’orgasmo dell’altro, ma non ci eravamo scambiati nessuna carezza. Adesso era diverso e sapevo che se mi fossi accostato a Maurizio ci saremmo spinti più lontano e provavo nello stesso tempo attrazione e paura per quanto stavo per fare. Il fatto che fosse un adolescente efebico e quindi mentalmente accostabile a una ragazza, non cambiava la gravità della cosa, ma in quel momento non me ne importava nulla. E poi chi aveva detto che era così grave? A me sembrava solo molto desiderabile.
    Mi portai alle sue spalle e azzardai una lenta carezza su quel culetto proteso all’indietro che era una vera tentazione. Prima che si drizzasse di scatto, sorpreso, avvertii le natiche piene e soffici sotto il palmo, poi Maurizio si girò, guardandomi stralunato e capii che gli avevo bloccato un orgasmo imminente. Mi fissava impaurito perché lo avevo sorpreso, ma la sua mano non si era ancora decisa a lasciare il sesso e pensai che sarebbe comunque venuto, con l’imbarazzo della sorpresa e della vergogna dipinto sul viso, ma troppo eccitato per fermarsi. Abbassai gli occhi e vidi una bianca lacrima scaturire dal suo glande.
    Allungai una mano e gli afferrai gentilmente il pene, con l’altra gli intimai il silenzio. Non era in grado di difendersi, sconvolto ed eccitato mi guardava mentre iniziavo ad accarezzarlo adagio.
    Non fece resistenza. Stava venendo, lo sapevo, ma volevo che si trattenesse ancora un poco, così lo feci girare, incitandolo a guardare di nuovo nella fessura. Non si fece pregare e si chinò in avanti, perché il buco era più basso di lui. Mi misi alle sue spalle continuando a impugnarlo, ma senza muovere la mano. Sentivo il suo giovane membro che si impennava tra le mie dita, pronto a venire, ma non era ancora il momento. Con l’altra mano gli accarezzai le natiche, spingendo verso il basso il costume. Capì di avere il sederino nudo, ma, a parte un piccolo irrigidimento, non si mosse, però il suo uccello si inturgidì ancora di più. Gli spinsi lo slip alle caviglie e lui se ne liberò con un calcio.
    Gli guardai il culetto: era liscio e rotondo come quello di una ragazza. Lo accarezzai, insinuando adagio le mani fra le natiche. Sobbalzò quando gli toccai il buchino, ma la mia mano davanti lo stava facendo impazzire e non si negò alla carezza. Ora lo vellicavo piano, strofinando adagio il pollice sul glande inumidito, ancora senza muovere la mano con cui lo impugnavo. Non riuscì a trattenere un mugolio quando lo pressai con più insistenza e capii che quella carezza lo infiammava, così continuai, forzandogli adagio il buchino che adesso sentivo palpitare come una piccola bocca. Quando capii dai sui fremiti che era al culmine dell’eccitazione, mi liberai del costume. Avevo il sesso teso fino allo spasimo.
    Mi avvicinai alle sue anche e glielo strofinai contro. Questa volta non riuscì a trattenere un piccolo grido e cercò di girarsi, ma lo tenni fermo contro di me abbracciandolo, mentre riprendevo il ritmo della masturbazione. Si lasciò fare.
    - No...- Gemette con voce soffocata quando la punta del mio sesso gli centrò l’ano. Ricordai con quanta cura Claudia e Paolo mi avevano preparato alla penetrazione e non volli insistere, considerando anche che il mio pene adesso era di dimensioni ben maggiori di quello di Paolo, così lasciai che l’uccello gli scivolasse fra le gambe. Istintivamente le strinse, imprigionandolo. Mi mossi fra quelle cosce deliziose e lo vidi contorcersi sotto l’orgasmo imminente. A un tratto si drizzò, appoggiandosi tutto contro di me e cominciò a dondolarsi. Capii che stava venendo, che in quel modo dava un ritmo alla carezza che gli stavo facendo e nello stesso tempo mi aiutava a godere, stringendo la mia asta fra le cosce e facendola andare su e giù.
    Girò la testa verso di me con gli occhi appannati e non riuscii a trattenermi dall’accostare le labbra alle sue che si erano socchiuse in un gemito silenzioso.
    In seguito mi stupii di avere trovato il coraggio di farlo, perché non avevo mai baciato un ragazzo, ma fu un gesto quasi inconscio e del tutto naturale. In quel momento non pensai che stavo baciando un maschietto, né che era un sesso maschile quello che stringevo fra le dita: vidi solo la bella bocca di un essere umano in amore che chiedeva di essere baciata. Gli feci scivolare la lingua fra le labbra sentendolo trattenere il respiro e poi rispondere al bacio furiosamente e le sue mani, tutte e due, cercarono il mio pene. Aveva leggermente allargato le gambe e se lo spingeva contro l’inforcatura, accarezzandolo con passione.
    Mentre ci baciavamo lo sentii venire, mugolando forte nella mia bocca e anch’io ruppi gli argini, fiottando il mio seme contro le sue cosce e i suoi testicoli, mentre lui si svuotava nella mia mano con lunghi schizzi che colpirono la parete della cabina.
    Rimanemmo a lungo fermi, ansanti, le mani ancora sui sessi a trarne gli ultimi sussulti, poi ci staccammo.
    Adesso si vergognava.
    Il costumino scalciato lontano non gli consentiva di ricoprirsi e quello che aveva appena fatto lo riempiva di imbarazzo.
    - Ciao,- lo salutai, mettendogli gentilmente una mano sotto il mento e costringendolo ad alzare la testa. Non rispose e mi guardò con gli occhi azzurri ancora appannati dal piacere appena vissuto, ma anche preoccupati, impauriti.
    - Non avere paura,- gli dissi, - è stato bello, vero?
    - Si...- Ammise in un soffio.
    - E allora di cosa ti preoccupi?
    - Ma non si deve...- sussurrò, ma nemmeno lui credeva alle sue parole.
    - Sapevi che prima o poi sarebbe successo, dopo ieri mattina. Non è così?
    - Si, credo di si...- rispose e gli tremava la voce, - però non si dovrebbe ugualmente.
    - E chi lo dice?
    Non rispose. Lo attirai a me: oppose una debole resistenza, poi mi venne vicino. Lo abbracciai e gli feci di nuovo alzare la testa. Mi guardò spaurito.
    Ora sentivo una grande tenerezza per quel ragazzino giovane e l’idea di baciarlo non era più così terribile, anzi, era molto naturale.
    Lo feci adagio, forzandogli a poco a poco le labbra e i denti fino a che non dischiuse la bocca e la sua lingua non toccò la mia, dapprima timidamente, poi con forza sempre crescente, mentre con le braccia mi circondava le spalle, stringendomi quasi con disperazione.
    Insinuai un ginocchio fra le sue cosce che si schiusero come quelle di una donna. Sempre baciandolo iniziai ad accarezzarlo sulle spalle, la schiena, la vita sottile, fino ad arrivare alle natiche piene. Sentivo il suo membro indurirsi contro la mia pancia e anche lui aveva iniziato ad accarezzarmi la schiena, non trovando però il coraggio di spingersi più giù.
    Ci staccammo, rimanendo abbracciati. Lo guardai negli occhi passandogli le dita nel solco e sfiorandogli il buchino, lui spinse il bacino verso di me, schiacciando il pene fra i nostri corpi. Anche il mio sesso si era di nuovo inturgidito e glielo feci sentire contro il pancino, poi avvertii le sue dita sulle natiche. Adagio, quasi con paura, stava ripetendo i gesti che facevo su di lui. Premetti con dolcezza sul piccolo ano, sempre fissandolo e lo sentii contrarsi, mentre le sue labbra si aprivano in un grido silenzioso. Spinsi ancora e questa volta gemette piano, agitando il culetto e spingendo l’uccello contro di me con più forza, poi le sue mani mi cercarono come facevo io. Le avvertii sul buchino e mi rilassai, offrendomi meglio, acutamente conscio del mio pene che si tendeva sempre di più sotto quella carezza proibita ed esaltante. Continuai a guardarlo e spinsi adagio il dito dentro di lui; mi imitò, cercando anch’egli di rilassarsi, ma quando si sentì penetrare non riuscì a trattenere un gemito. Voleva chiudere gli occhi, ma continuò a fissarmi, trovando il coraggio di penetrarmi a sua volta. Ora stava entrando adagio nel mio corpo e mi leggeva negli occhi quello che io leggevo nei suoi. Quando mi sentì gemere sorrise.
    - Ti piace?- Sussurrai, iniziando a muovere adagio il dito.
    - Si,- rispose in un soffio, imitandomi, - e a te?
    - È bellissimo, mi piace guardarti mentre sono dentro di te.
    - Anche a me.
    Andai a cercargli il sesso con la mano libera: era duro e teso. Anche lui mi toccò, dapprima timidamente, poi con forza. Capii che non avrei resistito a lungo alla carezza di quelle mani giovani che mi rovistavano dietro e davanti.
    - Voglio guardarti quando vieni,- gli dissi, mentre accentuavo il ritmo della masturbazione e muovevo più velocemente il dito nel suo culetto ormai ben dilatato.
    - Anch’io,- sussurrò, - anch’io voglio vederti godere.
    Continuammo a masturbarci con i sederini riempiti dalle nostre dita e i sessi stretti nel pugno.
    - Mi fai venire...- gemette Maurizio.
    - Anche tu,- sospirai, sentendo l’eccitazione crescere vorticosamente, - vorrei prenderti, ma non con un dito, vorrei entrare dentro al tuo culetto e farti godere come un matto...
    - Non l’ho mai fatto,- sussurrò, - ma credo che mi piacerebbe. Sentirti dentro deve essere bellissimo. Ma vorrei prenderti anch’io e venirti dentro e... Oddio Marco...!
    La sua non fu un’esclamazione di piacere, ma di sorpresa e sentendolo irrigidirsi seguii la direzione del suo sguardo.
    Diana e Barbara ci stavano osservando.
    Erano entrambe in costume da bagno, Barbara con un piccolissimo bikini celeste che conteneva a stento le tettine e con le anche che sgusciavano fuori dal minuscolo slip che aderiva strettamente all’inguine. Notai che fra le gambe, dove la stoffa seguiva fedelmente i contorni del sesso, era umida. Diana indossava come al solito il tanga e i seni avevano i capezzoli talmente irrigiditi che le areole erano quasi scomparse, anche lei era umida all’inguine e la stoffa sottile del costume le disegnava perfettamente la passerina, penetrando fra le labbra turgide.
    Incrociai i suoi occhi verdi che mi fissavano e mi resi conto che dovevano essere lì da un po’ e che avevano assistito alle effusioni che ci eravamo scambiati fino a pochi attimi prima. Mi accorsi anche che eravamo ancora praticamente abbracciati e mi scostai dal ragazzino, acutamente conscio degli occhi delle due ragazze fissi sui nostri sessi eretti, ma che stavano rientrando nei ranghi a causa della loro improvvisa comparsa. Mi sentivo un po’ frustrato perché ero stato bruscamente interrotto pochi istanti prima di venire e pensai che anche Maurizio doveva provare la stessa sensazione.
    Il silenzio stava durando troppo. O dicevano qualcosa o avrebbero dovuto andarsene perché io non avevo nessuna intenzione di fare la prima mossa: toccava a loro che ci avevano sorpresi e osservati fino a quel momento.
    Fu la rossa a parlare.
    - Divertiti?- Chiese, cercando di dare alla voce un tono leggermente canzonatorio, ma era roca, come chi tenta di parlare con la gola asciutta e gli occhi le si erano intorbiditi.
    - E voi?- Risposi, accorgendomi che neppure io ero molto brillante in fatto di corde vocali.
    - Ti rendi conto che il fanciullo è minorenne?- Il tono era diventato un poco più fermo e sentii un brivido corrermi lungo la schiena. Uno scandalo non sarebbe certo stato piacevole, sapendo cosa ne pensava mio padre di certe faccende. Istintivamente cercai con lo sguardo il costume da bagno e lo vidi sulla sabbia ad alcuni metri di distanza. Stavo spostandomi per andarlo a prendere quando Maurizio intervenne, la sua voce, anche se un po’ incrinata, era abbastanza decisa.
    - Barbara ha la mia stessa età.
    - E allora?- La rossa si fece improvvisamente attenta.
    - Be’, allora tu corri gli stessi rischi. Vi ho viste nella cabina e non stavate certamente leggendo romanzi rosa!
    Osservando la biondina la vidi arrossire violentemente e capii così cosa stava guardando Maurizio quando lo avevo sorpreso con l’occhio incollato alla fessura delle assi e la mano negli slippini. Mi sentii meglio e mi congratulai mentalmente con lui per la prontezza di spirito. Anche Diana si mostrò all’altezza della situazione: guardò Maurizio rimanendo per un momento allibita, poi scoppiò in una allegra risata che me la fece sembrare ancora più desiderabile.
    - Bene,- disse, - allora siamo pari. Anche voi vi siete goduti il nostro spettacolino. Vi siamo piaciute almeno?
    - Molto,- rispose Maurizio e vidi i suoi occhi perdersi un attimo dietro alle immagini di ciò che le ragazze dovevano avergli offerto, poi, cominciando anche lui a divertirsi, chiese: - e noi vi siamo piaciuti?
    - Si,- rispose la rossa guardandomi negli occhi, - stavo quasi per saltare di nuovo addosso a Barbara, qui, all’aperto, ma spero che tu non ti limiti ai ragazzini.
    - No!- La rassicurai, facendo scivolare lo sguardo sui seni duri e più giù, sui fianchi rotondi fino a fermarlo sul triangolino umido di stoffa che le ricopriva il pube. - No, decisamente. Però ho scoperto che mi piace tutto del sesso.
    - Ne sono lieta, la penso anch’io così.- Anche il suo sguardo mi valutò. Sostenni con indifferenza l’esame, come aveva fatto lei e sentii il mio uccello tendersi lentamente. Non feci nulla per nascondermi e vidi i suoi occhi dilatarsi quando raggiunse una completa erezione.
    - Vi abbiamo interrotto sul più bello, vero?- Mi chiese maliziosamente.
    - Direi proprio di si,- ammisi.
    - Mi dispiace...- poi i suoi occhi si intorbidirono e sussurrò: - non avevo mai visto due ragazzi accarezzarsi, eravate molto belli e avrei voluto che arrivaste fino in fondo.
    - Nemmeno io ho mai visto due ragazze fare l’amore, ma mi piacerebbe molto,- le risposi fissandola negli occhi. La situazione era cambiata e allo shock dell’improvvisa sorpresa stava subentrando una sottile eccitazione che ci spingeva a parlare e che faceva sì che non mi vergognassi più della mia nudità che le ragazze vedevano per la prima volta, ma che traessi piacere nel mostrarmi con il sesso dritto e sentissi acutamente i loro occhi che ci fissavano gli inguini.
    - Noi ci hai viste,- disse con voce turbata, arrossendo.
    - Non io, solo Maurizio,- sorrisi, guardando il ragazzino che non aveva più aperto bocca, ma che, come me, era di nuovo in erezione.
    - Nella tua cabina c’è un bagno?- Le chiesi.
    - Si.
    - Potremmo usarlo?
    - Certo,- rise, - credo che ne abbiate proprio bisogno!
    Si girò per farci strada, passando un braccio intorno alla vita della biondina che non aveva ancora detto una parola. La piccola bretella del tanga spariva fra le natiche tonde e sode e per l’ennesima volta pensai che aveva un culetto fantastico.
    Maurizio e io le seguimmo dentro una cabina molto spaziosa, con un grande divano e i soliti attaccapanni alle pareti. Un lato era piastrellato e fornito di doccia e lavandino.
    Aprii l’acqua e mi ci cacciai sotto, rabbrividendo perché non era ancora sufficientemente calda. Feci un cenno a Maurizio e anche lui entrò sotto il getto.
    - Perché non venite anche voi?- Chiesi, - penso che al punto in cui siamo il pudore sia inutile e poi una doccia vi farebbe bene...- e guardai sorridendo l’inguine della biondina. Istintivamente lei si toccò con una mano e, sentendosi umida, arrossì violentemente.
    Diana, vedendo l’imbarazzo di Barbara, scoppiò a ridere.
    - Hai ragione, ne abbiamo bisogno anche noi,- esclamò. - Forza Barbara, uniamoci all’allegra compagnia.
    In un lampo fu nuda e ci raggiunse ridendo.
    - Sai che mi piaci, Diana?- Le dissi quando mi fu addosso, spingendomi per rimanere sotto il getto dell’acqua.
    - Ne sono contenta, pensavo ti dedicassi solo ai ragazzini,- rispose con una risatina.
    - Ti ho già detto che ho scoperto che il sesso mi piace in tutte le sue manifestazioni. Prima lo pensavo, adesso ne sono sicuro.
    - È stata la prima volta?
    - Si... Se si eccettuano i giochi da bambini. Sai, quelli del dottore, ma allora non dovevo avere più di dieci anni.- Non mi pareva proprio il caso di confidarle la mia avventura di adolescente, non in quel momento almeno.
    - Allora bisogna festeggiarla questa prima volta. Penso lo sia stata anche per Maurizio.
    - Credo proprio di si.
    - Anche tu mi piaci,- disse dopo un attimo di silenzio, facendosi seria e accostandosi a me. Sentivo i suoi capezzoli sfiorarmi il petto, Diana era alta e il mio pene poggiava contro il suo pancino appena al di sopra dei riccioli di rame che le ornavano il pube. Rimanemmo fermi un attimo, guardandoci, poi fummo spinti da una Barbara finalmente scioltasi che, nuda e bellissima, cercava di intrufolarsi sotto il getto.
    - Ehi! Ci sono anch’io!- Gridò, avvicinandosi a Maurizio.
    - Quei due si sono già scordati di noi,- proseguì, - i grandi non li si può lasciare soli un attimo che subito ti dimenticano.
    Non mi ero quasi accorto che io e Diana, spinti dall’accorrente Barbara, eravamo praticamente uno tra le braccia dell’altra e non cercavamo minimamente di separarci. Aveva i seni schiacciati sul mio petto e il pube spingeva contro il mio inguine. Le misi le mani sulle spalle, lei mi pose le sue sulle anche. Stavamo fermi così, guardandoci negli occhi, quando qualcosa scattò fra noi. L’attirai a me e la baciai: le sue labbra si schiusero subito e la sua lingua cominciò a giocare con la mia. Fu un bacio quasi casto, dove le nostre linguette impararono a conoscersi, esplorando le bocche, alimentando adagio il desiderio che ci serpeggiava nei fianchi. Quando ci staccammo ci guardammo negli occhi e capii che era successo qualcosa, che fra me e quella rossa meravigliosa era scoccata una certa scintilla. A volte capita, non molto spesso, ma capita.
    - Ehi,- sussurrò, muovendo il pancino contro il mio sesso rigidissimo, - devi averne una voglia matta dopo la forzata interruzione.
    - Si,- le sorrisi, - ma non abbiamo fretta, abbiamo tutto il tempo che vogliamo.
    - Si,- disse seria, - tutto il tempo che vogliamo.
    Un gemito ci indusse a voltarci, era di Maurizio. La biondina lo stava baciando appassionatamente, stringendogli nel piccolo pugno il membro turgidissimo mentre lui la frugava fra le cosce..
    - Forse è meglio trasferirci,- proposi.
    Diana approvò e ci lasciammo cadere, ancora fradici, sul divano. Barbara e Maurizio ci raggiunsero strettamente abbracciati: evidentemente anche fra loro si era abbattuto un fulmine del tutto particolare.
    Si sdraiarono in terra, sul legno caldo, e Barbara prese fra le labbra il pene del ragazzo. Diana si era allungata sul divano, appoggiando la testa alle mie cosce e mi guardava, mentre con una manina aveva cominciato ad accarezzarmi l’inguine. Le sfiorai il pancino, scendendo lentamente verso il suo cespuglietto ramato, lei mi prese la mano e se la schiacciò un attimo contro il sesso, poi la tolse.
    - Aspetta,- disse, - lascia fare a me. Tu stai fermo.
    Sempre guardandomi cominciò ad accarezzarmi il membro, baciandolo lievemente alla radice, leccandolo appena, come volesse abituarsi al mio sapore. Teneva le labbra socchiuse e dardeggiava la lingua sul glande con brevi, rapidi colpi che mi facevano impazzire. I suoi grandi occhi verdi continuavano a fissarmi, offuscati dalla passione. Quando se lo fece scivolare tutto in bocca, cominciando a succhiare, non potei trattenere un gemito. Un singhiozzo ancora più forte ci distrasse. Maurizio, sdraiato su Barbara, l’aveva penetrata e le belle gambe della ragazzina gli circondavano la schiena. Era stata Barbara a gridare e continuava a farlo, mentre Maurizio si muoveva dentro di lei.
    - Guarda come sono belli,- disse Diana, - sembra quasi che non abbiano un sesso definito, potrebbero essere due maschi o due femmine indifferentemente.
    Aveva ragione. I piccoli seni di Barbara, schiacciati contro Maurizio, non si vedevano e la bionda zazzera tagliata corta avrebbe potuto essere quella di un ragazzo che si concedeva a un amico, mentre il sederino rotondo e liscio di Maurizio che si agitava sopra di lei, lo faceva assomigliare a una ragazzina intenta a strofinare l’inguine contro quello di una compagna di giochi.
    Diana vide il mio sguardo.
    - Ti piace?- Chiese con voce turbata.
    - Si.
    - Hai ragione. È molto bello, mi piacerebbe vedervi fare l’amore.
    - Ci hai già visti.
    - Si, ma non intendevo così. Lo sai quello che mi piacerebbe vedervi fare.
    - Voglio te ora,- le risposi, ma anche io mi sentivo turbato da quel culetto - e poi non so se sarei capace di prendere un’iniziativa simile con un uomo.
    - Non un uomo, un ragazzino. È molto diverso, forse tu potresti essere accarezzato e magari anche sedotto da un uomo, ma perché sia tu a prendere l’iniziativa ci vuole un ragazzino. La differenza di età è molto importante e il ruolo femminile lo fa sempre il più giovane, almeno la prima volta, anche se poi può prendersi le sue rivincite.- Aveva più ragione di quanto non credesse, ma non potevo certo dirglielo.
    - Noi abbiamo molto tempo,- continuò baciandomi, - adesso aspetta qui e lascia che lo prepari.
    Si sciolse dalle mie braccia e si avvicinò ai due giovani, accarezzando lievemente le natiche di Maurizio. Lui si voltò e mi parve di cogliere una lievissima ombra di disappunto quando si accorse che era Diana ad accarezzarlo, ma quanto gli stava facendo era troppo bello e l’adolescente gemette, irrigidendosi dentro Barbara, mentre Diana gli divaricava le natiche e tuffava il viso nel suo solco. Si impennò come un puledro quando la lingua gli lambì il buchino e Barbara gridò sentendo il ragazzo ingrossare dentro di lei. La rossa forzò il tenero orifizio leccandolo a lungo, finché vidi il viso di Maurizio intenerirsi sotto la carezza, le natiche si rilassarono e lui sollevò il culetto verso la ragazza per farsi baciare più a fondo.
    Mi sembrò di rivedermi quando, ancora più giovane di Maurizio, venivo sedotto da Claudia e Paolo e desiderai intensamente penetrare quella delizia di ragazzino che sculettava contro il viso di Diana.
    - Ecco,- disse lei, sollevandosi un poco - vieni, è quasi pronto per te.
    Gli aprì le natiche e potei vedere il piccolo ano umido che palpitava, Diana lo forzò con un dito cosparso di crema scivolandogli dolcemente dentro.
    - Oh, si...- Sospirò Maurizio, inarcandosi e muovendosi dentro Barbara. La ragazzina ruppe gli argini sentendo il membro riempirla sempre di più e godette, dimenandosi sotto di lui che non era ancora pronto a venire: quello che gli stava facendo Diana gli piaceva troppo e tutti i suoi sensi erano concentrati sulle carezze che riceveva dietro riuscendo così a ritardare il momento dell'orgasmo.
    - Vieni,- mi ordinò Diana, - vieni qui.
    Mi incastrai fra le gambe dell'adolescente e lei si fece scivolare in bocca il mio pene inumidendolo di saliva, poi glielo puntò contro il buchino che appariva dilatato e pronto per essere preso.
    Cominciai a spingere.
    - No...- gemette Maurizio quando sentì che cercavo di penetrarlo, ma rimase immobile, con il corpo che vibrava come se fosse percorso da una leggere corrente elettrica.
    - Si,- gli risposi, - lo vuoi, vero?- E continuai a premere sull'anellino di muscoli che cominciò a palpitare, pronto ad arrendersi.
    - Si, dammelo...- sussurrò quasi con disperazione mentre mi facevo strada dentro di lui.
    - Dio come diventi grosso,- sospirò Barbara, aprendosi ancora di più, - ti sta prendendo, vero?
    - Si...
    - Lo sento. Mi godi e ti fai godere. È Bellissimo, sei il mio uomo e la sua donna...- La sua manina si spostò sulle natiche del biondino fino a incontrare il mio pene che stava lentamente aprendosi un varco.
    - Sta entrando,- disse guardandolo, - ti leggo negli occhi quello che ti sta facendo.
    Maurizio gridò quando il suo ano cedette e affondai completamente in lui, sverginandolo.
    Doveva provare dolore, come era successo a me, ma non cercò di sottrarsi e il suo culetto rimase schiacciato contro il mio inguine. Lo sentivo tremare e rimasi immobile perché si abituasse alla mia presenza e lui a poco a poco si rilassò e il suo ano si fece sempre più morbido e ricettivo. Il gemito che gli sfuggì quando iniziai a muovermi adagio dentro di lui fu un gemito di piacere.
    - Ecco...- sospirò Barbara con la voce arrochita, - ora sei suo e io tua...- . Sentire quella ragazzina parlare a quel modo mi faceva impazzire di libidine.
    - Stai venendo,- sussurrò ancora, - lo sento. Ti piace, vero?
    - Si...- singhiozzò il ragazzo, - è bellissimo...
    “Ho sverginato un maschietto,” pensai con la mente in fiamme, guardando il mio membro affondare nel culo rotondo di Maurizio, “lo sto trattando come una femmina e a lui piace da impazzire, ma anche a me è piaciuto da matti quando Paolo me lo ha fatto e ho continuato a comportarmi da uomo con Claudia, proprio come sta facendo lui con Barbara.
    Ondeggiai con più forza contro quelle natiche rotonde e Maurizio mi assecondò, seguendo con i fianchi le mie spinte e affondando nel ventre di Barbara quando mi ritraevo dal suo corpo. La ragazzina gemette di nuovo, mentre un secondo orgasmo le esplodeva dentro e anche Maurizio non riuscì più a trattenere i singhiozzi di piacere che gli salivano alle labbra. Con il culetto riempito dal mio membro che vi scorreva dentro e il suo imprigionato nella vagina di Barbara, stava raggiungendo un parossismo di godimento quale certamente non aveva mai provato.
    Diana mi baciò, mentre inginocchiato tra le gambe del ragazzino lo cavalcavo sempre più forte.
    - È fantastico,- disse, - non ho mai visto nulla di più bello. Maurizio e Barbara sono completamente partiti.
    - E tu?- Chiesi con voce rotta. Capivo che non avrei potuto trattenermi ancora per molto: il sederino di Maurizio era stretto e mi sembrava di avere il pene in un mare di fuoco.
    - Dopo toccherà a me. Ora godi dentro questo maschietto che si fa prendere come una donna.
    Aveva la voce roca e le sue mani mi accarezzarono dietro, nel solco, indugiando sul buchino. Stavo per godere e avevo voglia di urlarlo a tutto il mondo.
    - Siiiii...!!!- Gridai, - vengo Maurizio, vengo dentro di te...- e mi spinsi ancora di più contro il ragazzino che singhiozzò forte che era troppo, che non aveva mai provato tanto piacere in vita sua e sculettò forte sul mio membro che lo faceva impazzire.
    Quando Diana mi penetrò con un ditino mi sentii sciogliere e mentre fiottavo gemendo nel culo del ragazzino il suo ano si contrasse più volte, facendomi capire che anche lui stava godendo e i suoi gemiti si unirono a quelli di Barbara che passava ormai da un orgasmo all’altro senza interruzione.
    Durò a lungo e rimasi accasciato sulla schiena dell’adolescente, sentendolo sussultare sul corpo tremante di Barbara, poi a poco a poco ci placammo, rimanendo abbracciati.
    La prima a districarsi fu la biondina e le facilitammo il compito rotolando su un fianco. Rimasi conficcato nel culetto di Maurizio, perché l’orgasmo non mi aveva del tutto annullato l’erezione. Gli stimoli mentali erano stati tali che rimanevo ancora presente fra le sue natiche e lui non faceva nulla per sottrarsi alla presa. Giaceva fra le mie braccia respirando con affanno, gli occhi chiusi, il sederino che ancora palpitava, schiacciato contro il mio inguine e il sesso semirigido che sembrava chiedere nuove carezze.
    - Guarda come sono belli.- La voce di Diana mi riscosse da quella specie di torpore in cui ero caduto.
    - No, fermati.- Diana si era rivolta a Maurizio che aveva cominciato a muoversi per staccarsi da me.
    - Ce l’hai ancora dentro,- disse, fissandolo con occhi torbidi.
    - Si...- sussurrò, diventando di brage..
    - Ti piace?
    - Si...- Maurizio ora teneva gli occhi bassi.
    - È stata la prima volta?- Gli chiese ancora la rossa, accarezzandolo dolcemente sull’inguine.
    - Si...- sussurrò di nuovo. Anche adesso, come prima, provava vergogna per avere fatto cose proibite, soprattutto di fronte alle due ragazze.
    - Ti ha fatto male?
    - Un poco, quando l’ho sentito entrare, ma è passato subito...- Mi accorsi che si stava sciogliendo e che riusciva a parlare senza imbarazzo di quanto era accaduto.
    - Ti piace sentirlo così?
    - Si... è molto bello,- ammise con un sorrisino.
    - Muoviti, fagli venire ancora voglia.
    Maurizio arrossì di nuovo, ma sculettò adagio contro la mia pancia e gli sfuggì un gemito quando sentì il mio membro agitarsi dentro di lui.
    - Apriti, fatti vedere,- disse Diana, rivolgendogli uno sguardo torbido.
    - No...- mormorò, rosso come un peperone, ma non fece resistenza quando lei gli sollevò una gamba.
    - Guarda, Barbara,- sussurrò con voce carica di libidine, - guarda come è pieno.
    La posizione di Maurizio, piuttosto oscena, permetteva alle due ragazze di vedere chiaramente il suo buchino dilatato dal mio sesso che vi affondava dentro fino alla radice. Il ragazzo gemette ancora, mentre iniziavo nuovamente a scoparlo e il suo pene cominciò a gonfiarsi.
    - E no!- Esclamò Diana, - adesso tocca a me! Non voglio che tu venga di nuovo dentro questo meraviglioso ragazzino, se no rimarrò a bocca asciutta.
    Inserì le mani fra i nostri corpi e gentilmente, ma con decisione, sfilò il mio membro dal culetto di Maurizio.
    - No!- Sussurrò Il ragazzino quando mi sentì scivolare fuori.
    - Ingordo,- lo rimproverò Barbara accarezzandolo.
    Maurizio, ancora una volta di brage per essersi lasciato sfuggire quel piccolo monosillabo, ci rivolse un sorrisino e si stiracchiò portandosi una mano sul culetto.
    - Adesso fa un po’ male,- si lamentò
    - Aspetta,- disse la biondina alzandosi e prendendo da un armadietto un tubo di crema.
    - Girati,- ordinò e quando Maurizio fu in posizione, con il culetto all’aria, gli unse il buchino dolorante.
    - Non avrei mai pensato di incremare un ragazzo perché ha male dopo essersi fatto sverginare il sederino,- affermò ridendo, - però non mi dispiace, forse perché mi ha fatta godere come una matta. Eravamo un trio formidabile, sai? Ecco fatto!- Continuò poi, appioppando una pacca sulle natiche sollevate di Maurizio, - sei come nuovo.
    - Ahi!- Si lamentò lui, rotolando sul pavimento di legno, - anche le pacche, dopo quello che mi ha fatto quel bruto!
    - Quel bruto ti ha fatto godere come un riccio,- lo rimbeccò Barbara.
    - È vero,- rise Maurizio, abbracciandomi allegramente, ormai del tutto senza vergogna.
    - Ed io cosa ci faccio qui?- Gemette Diana, - voi avete goduto come mandrilli mentre io mi sono dovuta accontentare di qualche carezzina!
    - Un attimo e sono da te,- la rassicurai, dirigendomi verso la doccia, - non ti avevo vista mentre ti accarezzavi.
    - Eri troppo occupato a goderti quel ragazzino terribile,- sospirò, - però eravate bellissimi.


    Diana mi seguì sotto la doccia e la abbracciai sorridendo, i suoi seni sodi spingevano contro il mio petto e lei ondulava il pancino, strofinandosi sul mio sesso che il culetto di Maurizio aveva fatto ritornare abbastanza in forma.
    - Ne hai voglia?- Le chiesi, accarezzandole le natiche e stringendomela contro.
    - Un sacco,- rispose fissandomi. Poi prese una spugna, vi versò sopra del sapone liquido e cominciò a strofinarmi tutto il corpo.
    La imitai. Procedevamo lentamente, accarezzandoci centimetro per centimetro. Diana aveva gli occhi socchiusi e quando le passai la spugna fra le gambe sospirò, ondulando i fianchi, poi riprese a insaponarmi, avvolgendomi l’uccello di morbida schiuma, spingendosi fra le natiche e scorrendo lungo il solco.
    - Ti ho fatto male prima?- Chiese, mentre con una manina mi sfiorava il buchino.
    - No, è stato bellissimo.
    - Ti hanno già preso qui?- Sussurrò, tentandomi con un dito.
    - No...- Di nuovo l’inevitabile bugia.
    - Hai voglia di provare?
    - Non lo so... Forse, se trovassi la persona giusta...- tergiversai mentre giocavo con i pelini del suo inguine. Le scivolai fra le cosce, trovai il bottoncino di carne eretto e lo accarezzai facendola sospirare.
    - L’amore con i ragazzi però ti piace,- affermò stringendosi a me. Aveva insinuato una mano fra i nostri corpi e le sue dita mi procuravano continui brividi di piacere.
    - Pare di si,- risposi continuando ad accarezzarla, - per il momento però le donne restano ancora il mio piatto forte.
    - Hai detto “per il momento”?- Mi chiese maliziosamente, inarcando un sopracciglio.
    - Fino a pochi giorni fa non mi sarei mai immaginato fra le braccia di un ragazzo, quindi come posso ipotecare il futuro? Ora però è te che voglio,- le sussurrai all’orecchio, continuando a fare scivolare la mano nella sua fessura.
    - Anch’io,- gemette Diana, - mi stai facendo venire, qui, sotto la doccia.
    Continuai ad accarezzarla con più intensità. Con una mano le masturbavo la passerina tutta intrisa di umori e con l’altra le ero scivolato dietro, nel delizioso solco del culetto. Incontrai il buchino fra le natiche sode e lo tentai.
    - No...- gemette, stringendomi il sesso fino a farmi male, - non voglio venire così... Ti voglio dentro...
    - Perché non qui?- Sussurrai, - sei bellissima e voglio che tu goda adesso, subito.
    Mi inginocchiai di fronte a lei, riempiendomi le mani con le sue natiche e stringendola a me, poi le tuffai il viso fra le cosce incollando la bocca al suo inguine. Mi rispose con un lungo singhiozzo e le sue gambe si aprirono. Le succhiai il clitoride, rigido come un piccolo pene e le trovai l'ano, stuzzicandolo con un dito e poi penetrandolo fino in fondo.
    - Siiiii...- gridò dimenandosi e le sue mani si posarono sulla mia testa schiacciandomi il viso contro il suo sesso in amore, - così, anche dietro... Ti sento da tutte le parti. Continua, continua... Sto per venire...
    Si scosse tutta contro di me in preda a un orgasmo vulcanico e continuai a baciarla come un affamato, godendo delle grida di piacere che riuscivo a strapparle. Venne a lungo, singhiozzando con voce da bambina che mi amava, che la facevo impazzire, che mi aveva desiderato da sempre e che quando ci aveva sorpresi, me e Maurizio, mentre ci accarezzavamo, avrebbe voluto farsi scopare subito, lì, sulla sabbia. Poi giacque molle tra le mie braccia, respirando affannosamente.
    La sollevai e la deposi a terra, sulle calde assi di quella bellissima cabina e le baciai il seno, arrotolandole i capezzoli fra le labbra, sentendoli fiorire nella mia bocca. Scesi e la baciai tutta, centimetro per centimetro. Quando raggiunsi il suo triangolino ramato Diana ondulava i fianchi, di nuovo in preda al desiderio.
    Le allargai le cosce e la cercai di nuovo con la lingua. Quando le presi fra le labbra il clitoride si lasciò sfuggire un piccolo gemito e continuai a lambirla fino a che i suoi gemiti divennero un lamento lungo e modulato di femmina in amore.
    - Ti voglio...- singhiozzò, aprendosi tutta per accogliermi - ti voglio subito...- La presi adagio, guardandola in quei suoi incredibili occhi verdi che si incupivano quando la passione cresceva. Quando l’ebbi penetrata completamente le sue gambe mi avvilupparono la schiena e il bacino mi venne incontro in lunghe onde rotonde, assecondando il movimento dell’amore.
    - Sei tutta mia ora,- le dissi, fissandola e leggendole sul viso l’orgasmo imminente. - Tutta mia e tutta aperta per me.
    - Si, tesoro, ti sento dentro fino in fondo, mi stai chiavando amore e io vengo... Oddio, godo ancora... Adesso...!!
    Si agitò, stringendomi nella morsa delle cosce e venne. Godette baciandomi, gridando e ridendo, lasciandosi andare a un orgasmo travolgente che mi fece sentire un dio, perché ero riuscito a far godere tanto una ragazza così bella e così mia.
    Rimise a fuoco gli occhi che non aveva chiuso e mi guardò con una gioia e un affetto che non avevo mai visto negli occhi di nessuna donna.
    - Che meraviglia,- sospirò, muovendo leggermente il pancino contro il mio sesso ancora saldamente presente nel suo corpo. I due orgasmi vissuti rendevano la mia erezione stabile e potevo dominare il piacere che sentivo serpeggiarmi nei lombi. Stavo vivendo un momento magico in cui il cervello comandava ai sensi, mantenendo una ferrea erezione al mio pene e impedendomi contemporaneamente di esplodere in un ulteriore orgasmo che mi avrebbe messo definitivamente fuori combattimento.
    Mi mossi adagio dentro di lei, guardando i suoi occhioni verdi.
    - Ne hai ancora voglia, vero?
    - Si, mi piace stare così.
    - Così tutta aperta?
    - E piena di te. È bellissimo. Mi hai fatta godere come una matta e ne ho ancora voglia, ma adesso ho più tempo, adesso posso sentirti di più. Con il cervello intendo.
    - E con lei no?- Le chiesi maliziosamente, inginocchiandomi fra le sue cosce, sollevandole le ginocchia fino alle spalle e iniziando un lentissimo su e giù in quella meraviglia di fighetta che potevo vedere tutta aperta pulsare sul mio sesso che le scorreva dentro. Le mancò il respiro per un attimo quando affondai con forza nel suo inguine.
    - Vigliacco,- si lamentò, - se continui così mi fai godere subito.
    - Sei già pronta a venire ancora?- La fresca voce di Barbara ci riportò alla realtà, perché avevamo completamente dimenticato i due ragazzi che ci stavano osservando. La biondina venne ad accucciarsi vicino a Diana e le mise una mano sul seno.
    - Mmmmmh... non li ho mai sentiti così duri,- disse stuzzicandole lievemente i capezzoli e strappandole un gemito.
    - Ti piace essere accarezzata da Barbara, vero?- Le chiesi. Non mi rispose, ma guardò l’amica con gli occhi socchiusi. Barbara avvicinò il visetto al suo e la baciò e lei rispose al bacio con passione. Le mani della ninfetta continuavano ad accarezzarle il seno e una si spinse più giù, fino a raggiungere l’inguine, giocando con i riccioli del pube, insinuandosi sempre più in profondità e introducendole un ditino nella vagina. Lo sentii scorrere contro la mia asta e dilatare ancora di più le tenere pareti.
    Non avevo mai visto due ragazze fare l’amore e quelle carezze lesbiche che si scambiavano sotto i miei occhi mi stavano facendo impazzire.
    Diana emise un gemito roco, scuotendo più forte i fianchi mentre duellava con la lingua di Barbara che non aveva cessato di baciarla, poi le cercò l’inguine e la biondina gemette forte sulla sua bocca quando la penetrò con un dito. Era inginocchiata vicino a noi e il suo sederino era sollevato. Lo accarezzai adagio, scendendo fra le cosce fino a incontrare il ditino di Diana, poi risalii fino al forellino nascosto fra le natiche e lo tentai. Barbara mugolò inarcandosi quando sentì che stavo penetrandola e girò la testa verso di me. La baciai mentre le affondavo il dito dentro e la sua lingua impazzì contro la mia, poi si staccò con il respiro mozzo quando cominciai a muoverlo nel suo corpo.
    - Aaaaah...!- Singhiozzò, - mi state prendendo tutta...
    Il mio dito era affondato nel piccolo ano e potevo percepire quello di Diana che si muoveva davanti, masturbandole la vagina. Mi agitai contro la mia rossa, scopandola con più forza e lei mi assecondò, venendomi incontro con il bacino e allargando al massimo le cosce. Fu in quel momento, mentre stavo quasi per venire, che avvertii una lunga carezza sulle natiche.
    Mi ero quasi scordato di Maurizio, preso com’ero dalle due ragazze. L'adolescente si era avvicinato e girandomi al tocco delle sue mani vidi che aveva il sesso durissimo: evidentemente lo spettacolo che gli stavamo offrendo doveva averlo eccitato parecchio.
    In un lampo ripensai a Paolo e al piacere che avevo provato sentendomi godere dietro e lo lasciai fare. Al punto in cui ero desideravo anche lui, desideravo tutto il mondo. Le dimensioni del suo pene non erano tali da farmi temere danni e poi lo volevo e al diavolo tutte le mie paure.
    Mi girai ancora verso Diana baciandola mentre le mani di Maurizio mi accarezzavano più profondamente. Quando mi toccò il buchino sussultai e mi lasciai sfuggire un gemito.
    Diana mi fissò, abbandonando l’inguine di Barbara.
    - Ti sta accarezzando?- Mi chiese con voce rotta, facendomi capire che era di nuovo molto vicina all’orgasmo.
    - Si,- risposi, poi mi sfuggì un mugolio perché ora Maurizio mi stava passando della crema fra le natiche, premendo adagio sull’ano. Era una sensazione bellissima essere toccati lì e nello stesso tempo avere una bella ragazza che impazziva sotto di me.
    - Vuole prenderti,- sussurrò Diana guardandomi.
    - Credo di si.
    - Lo lascerai fare?
    - Si.
    - Quando sarà dentro di te verrò. Spero di non godere prima, spero di non venire mentre ti prende perché voglio sentirti, voglio sentirti e guardarti. Oooooh... Com’è bello, scopami piano, ti prego, stai diventando più grosso, sempre più grosso...
    Iniziai un lento su e giù e lei gridò forte, mentre Barbara le baciava i capezzoli turgidissimi, poi Maurizio si insinuò fra le mie cosce. Sentii il suo sesso centrarmi fra le natiche e mi irrigidii, ma era bellissimo.
    - No, aiutalo...- mi esortò con voce rotta, attirando il mio viso sul suo. In quella posizione il mio culetto era sollevato e offerto e lei mi portò le mani sulle natiche e le divaricò ancora di più perché Maurizio trovasse meglio la strada.
    Sentii il glande del ragazzo premere leggermente sul mio forellino e sospirai, inarcandomi per offrirmi meglio e affondando il viso nel collo di Diana.
    - Oh, tesoro,- ansimò lei, - stai per prenderlo, ma io voglio guardarti, voglio leggerti negli occhi quello che ti sta facendo...- e mi prese il volto fra le mani, costringendomi a fissarla.
    - Ecco... ora sta spingendo, sta entrando dentro di te...
    - Si...- gemetti, mentre il membro del biondino si faceva strada nel mio corpo. Mi rilassai, scoprendo che non avevo dimenticato come fare e il mio ano si schiuse, permettendo al sesso di Maurizio di superare l’anellino di muscoli e scivolarmi tutto dentro con una spinta fluida e irresistibile che mi fece gridare, ma non mi procurò quasi nessun dolore. Il suo pancino si appoggiò alle mie natiche e il suo pene divenne una presenza viva dentro di me, una presenza che mi riempiva completamente e ingrossava sempre più. Gemetti di nuovo con il fiato mozzo e quando me lo sentii dentro fino in fondo non riuscii a trattenere uno zampillo di seme che però non tolse nulla alla erezione del mio membro sovreccitato. Anche Diana gridò, senza cessare di guardarmi.
    - Come sei diventato grosso! Ti ha preso tutto... ti stai facendo inculare... Adesso anche tu puoi capire cosa prova una donna... Oh amore, dammelo forte che godo tutta...
    Maurizio gemeva sulla mia schiena, muovendosi con foga e io assecondavo le sue spinte cavalcando a mia volta Diana che pareva passare da un orgasmo all’altro senza interruzione.
    Anch’io stato godendo, perso in un mare di libidine. Maurizio era il secondo ragazzo che mi possedeva in quel modo così trasgressivo e avevo quasi dimenticato quanto fosse bello e coinvolgente sentirsi scavare da un sesso maschile, ma mentre sculettavo contro l’inguine dell’adolescente per farmi penetrare più a fondo, ritrovai tutte le sensazioni di un tempo e mi sentii perfetto. Godevo infatti da uomo nel ventre infuocato di Diana e dietro mi concedevo come una fanciulla, provando un piacere uguale ma di segno opposto nel sentirmi scorrere dentro quel pene eccitato che aveva reso il mio ano un piccolo centro infuocato di godimento.
    - Dio com’è bello, Marco,- singhiozzò il ragazzino.
    - Si è bellissimo,- risposi ansimando, - sto per venire Maurizio, sto per godere dentro Diana.
    - Anch’io Marco, anch’io sto per venirti dentro... Ecco... Ecco...!!
    Il ragazzino gridò incollandosi alle mie anche e il suo membro si impennò fiottando lunghi getti di seme. Ritrovai l'esaltante sensazione di essere allagato da un orgasmo maschile e ruppi gli argini, gemendo e sculettando contro Maurizio e sciogliendomi nel ventre della mia meravigliosa rossa che ormai rantolava distrutta fra le mie braccia. La riempii di crema e la sentii singhiozzare di gioia, poi finalmente ci placammo e rimanemmo abbracciati a riprendere fiato.
    Si staccò per primo Maurizio e il suo giovane pene scivolò via dal mio sederino lasciandomi una sensazione di vuoto, poi io e Diana rotolammo su un fianco e ci baciammo pigramente, mentre il mio sesso si ritirava adagio dal suo corpo.
    - Che peccato!- Si lamentò con voce da bambina.
    - Cosa?
    - Che sia diventato piccolo e mi abbia abbandonata.
    - Lo vorresti sempre dentro?
    - Si, sempre,- mi guardava seria ora, - vorrei poterti sentire sempre dentro di me. È bellissimo.
    - Si,- le risposi, - è bellissimo- e la baciai di nuovo.
    Si sciolse dal mio abbraccio e corse agilmente verso la doccia, prese una grossa spugna umida e mi venne di nuovo vicino. Mi pulì la verga ridendo, poi disse: - girati.
    Feci come mi aveva ordinato.
    - No, non così sdraiato. Alza il sederino.
    Sollevai il culetto e lei mi passò la spugna fra le natiche.
    - Guarda com’è ancora dilatato, poverino,- disse, accarezzandomi con un dito. Poi prese un po’ di crema e me la spalmò nel solco, insinuando appena il dito dentro di me. Era piacevole.
    - Basta così,- decise dopo qualche attimo, accarezzandomi le natiche, - se no finisce che ci eccitiamo di nuovo.
    - E no!- Protestai, - per oggi basta e avanza.
    - Anche per me,- ribadì Maurizio.
    - Poveri i nostri maschietti,- ridacchiò Barbara, - sono proprio Ko.... Cara Diana, se ci vengono delle fantasie dovremo arrangiarci da sole.
    - Perché, ne hai ancora voglia?- Chiese Diana allibita, - per il momento sono distrutta anch’io, sai.
    - Be’, adesso proprio voglia no, ma fra un po’ potrei ricominciare.
    - Meglio andare a fare il bagno prima che questa ninfetta scatenata ci distrugga tutti,- proposi.
    - Ottima idea,- mi appoggiò Diana alzandosi.
    Poco dopo, dignitosamente vestiti dei nostri microscopici costumi, ci gettavamo allegramente in acqua.

    Edited by Elchicoloco - 20/6/2014, 23:27
     
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    FIGO GAY

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    Bellissimo racconto mi fosse capitato anche a me a 18 anni
     
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  3. andy93SA
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    bellissimo...oserei dire, il + bel racconto che abbia mai letto...è frutto di fantasia o reale?
     
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  4. cavallino
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    come ho già detto è un mix.
    Ciò che racconto è realmente avvenuto, ma, ovviamente i personaggi hanno altri nomi, così come le situazioni sono state un poco addomedsticate.
    Al prossimo capitolo...
     
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3 replies since 11/3/2011, 17:14   1210 views
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