Bisex 05

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. cavallino
        Like  
     
    .

    User deleted


    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    Di seguito i link degli altri capitoli

    Bisex 01 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44307467

    Bisex 02 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44376791

    Bisex 03 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44414127

    Bisex 04 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44430636

    Quando arrivammo al campeggio eravamo tutti piuttosto stanchi. Un’intera giornata passata in riva al mare e soprattutto le acrobazie che ci eravamo concessi, mi inducevano a pensare che quella sarebbe stata una notte piuttosto casta, tuttavia l’idea di essere stato usato come uomo oggetto, anche se in maniera decisamente piacevole e di non fare nulla per rendere la pariglia, non mi andava molto a genio. Il senso di pienezza e insieme di vuoto che avvertivo fra le natiche, mi fecero ricordare che durante la giornata fra tutti solo il mio culetto era stato usato e che mi sarebbe piaciuto andare in pari con Maurizio.
    “Be’”, pensai, “prima godiamoci una bella cena, poi vedremo se ci rimarranno le forze per qualche altro giochino."
    Faceva molto caldo e non ci rivestimmo, preferendo rimanere con i nostri microscopici costumi, come del resto facevano quasi tutti.
    Preparammo un bel braciere sul barbecue piazzato vicino alla tenda e cucinammo delle succulente costate che divorammo accompagnate da un’insalata di pomodori e annaffiate con dell’ottimo Rosatello di S. Severo, poi, fatti sparire i piatti di carta e lavate le poche posate, ci sistemammo in circolo sulle sdraio. In mezzo mettemmo un mangianastri e una bottiglia di whisky.
    Il sole era tramontato, ma faceva ancora caldo e nella pineta dove aveva sede il campeggio si stava veramente bene.
    - Ma ci pensate?- Disse Barbara dopo qualche momento di silenzio, - questa notte la passeremo tutti insieme sotto la tenda. Non avrei mai creduto che i genitori di Maurizio e soprattutto i miei ci avrebbero dato il permesso di farlo e forse poi ci lasceranno partire per un’intera settimana!- Barbara, estasiata, si lasciò scivolare sulla sdraio. Nel movimento il costumino le si insinuò profondamente fra le cosce e le tenere labbra del sesso fecero capolino ai suoi lati.
    Diana la guardò maliziosamente, poi disse: - penso che sarà una notte molto casta: abbiamo completamente spompato i nostri maschietti e anche noi ci siamo strapazzate mica male, io dico che dormiremo tutti come tassi.
    - Parla per te quando parli di spompati!- Intervenne Maurizio ridendo, - se Barbara non la pianta di mettersi in mostra le salto addosso davanti a tutti.
    - Ma va là!- Lo rimbeccò la ninfetta, stuzzicandosi con un dito quanto il costumino lasciava scoperto della sua passerina, - non sei nemmeno eccitato.
    - Non ancora, ma ci manca poco,- le rispose Maurizio, continuando a fissarla fra le gambe.
    - Fammelo vedere allora,- lo sfidò Barbara.
    - Vieni dentro la tenda.
    - No, qui.
    - In mezzo alla gente?
    - Non ci possono vedere: è buio e siamo in circolo, quindi protetti e poi non ti ho chiesto di alzarti e metterti nudo, ho solo chiesto di vedere se ti sta diventando duro. In fondo io te la sto facendo vedere, no?- E così dicendo infilò un dito nell’elastico degli slip abbassandoli sulle cosce e allungandosi tutto sulla sdraio. Il suo sesso si stagliava chiaro nella debole luce: un cespuglietto biondo non ancora completamente cresciuto sotto il quale spiccava una deliziosa fessura con le labbra già turgide.
    Mi resi conto, seguendo divertito la scena, che Barbara ne aveva voglia e improvvisamente sentii un ben noto formicolio serpeggiarmi nell’inguine. Guardai Diana e vidi che anche lei sorrideva alla schermaglia fra i due ragazzini, ma vidi anche che si teneva una mano sul seno e con un ditino era scivolata sotto il reggipetto e si stava accarezzando un capezzolo. Evidentemente anche lei stava eccitandosi.
    - Be’, me lo fai vedere o no?- La voce di Barbara riportò la mia attenzione sui due.
    - Se proprio ci tieni,- borbottò Maurizio, abbassandosi gli slip sulle cosce. Il suo sesso riposava ancora fra il cespuglietto dei peli, appoggiandosi ai testicoli, aveva però una pienezza che preludeva a una imminente erezione.
    - Te lo avevo detto che non era dritto,- lo canzonò Barbara, sempre con le mutandine abbassate.
    - Abbi un po’ di pazienza e vedrai. Se poi ti accarezzi sarò pronto in un attimo.
    Barbara si portò una mano fra le cosce, facendosi scivolare un dito fra le labbra della vagina e la vedemmo socchiudere la bocca quando incominciò a masturbarsi lentamente il clitoride, mantenendo lo sguardo puntato su Maurizio.
    Anch’io osservavo il sesso del ragazzino e lo vidi ergersi a poco a poco, senza che lui lo toccasse. Si drizzò prima adagio, prendendo consistenza e sollevandosi piano dal morbido cuscino dei testicoli, quasi fosse riluttante a lasciarli, poi inturgidì sempre di più, mano a mano che la manina di Barbara aumentava il ritmo della masturbazione. Ora era quasi del tutto eretto, un piccolo gemito di Barbara gli diede il colpo di grazia e lo vidi drizzarsi turgido contro il pancino liscio, mentre la pelle del prepuzio si abbassava lasciando comparire il glande roseo, gonfio di piacere. Ancora una volta ammirai quel membro non eccessivamente grande, ma molto bello e pensai che quello stesso pomeriggio lo avevo preso proprio dappertutto.
    - Mmmmmh...- mormorò Barbara, ormai decisamente su di giri, - adesso si che mi piace. Quasi quasi me lo mangio.
    - Perché non andiamo in tenda?- Propose Maurizio, accarezzandosi adagio.
    - È presto,- gli rispose Barbara senza cessare di masturbarsi lentamente, - godiamoci ancora un poco di fresco.
    Mentre la biondina stava parlando notai un movimento sulla destra.
    Vicino alla mia tenda era spuntata da un paio di giorni una canadesina e non sapevo ancora chi la abitasse, ma potevo distinguere nella semioscurità due figure che guardavano intensamente nella nostra direzione. Non si vedeva molto bene, ma capii che erano una giovane coppia. Pensai che anche loro non ci dovevano distinguere chiaramente, ma sicuramente non potevano non notare le manovre di Barbara e lo stato di Maurizio e infatti i loro occhi erano puntati sui due adolescenti.
    Guardai Diana che, sdraiata alla mia destra, si stava accarezzando con più insistenza una tettina e aveva posato l’altra mano sull’inguine. Richiamai la sua attenzione e quando incrociai il suo sguardo ammiccai in direzione dei ragazzi che ci stavano osservando. Diana si voltò adagio, come per caso e li vide, sorrise maliziosamente e tornando a guardarmi ammiccò a sua volta, poi disse: - e tu Marco in che stato sei?
    - Per il momento in attesa,- le risposi sorridendo.
    - Non ne hai nemmeno un po’ di voglia? Io comincio a sentire qualche brividino premonitore- e così dicendo abbassò i piccoli slip, accarezzandosi l’inguine.
    - Mmmmmh...- mugolò, - comincio già a bagnarmi. Vedere quei due ragazzini terribili in certi atteggiamenti mi eccita sempre - e il suo ditino cominciò a esplorare il tenero sesso racchiuso nella profondità delle cosce ancora serrate. Era favolosa la mia rossa, con il seno florido raccolto nel microscopico reggiseno e le mutandine abbassate sulle cosce a scoprire il piccolo cespuglio dell’inguine, accarezzato adagio dalla sua mano.
    Sentii che il mio affare stava decisamente drizzandosi e lo sistemai meglio negli slip. Con la coda dell’occhio mi accorsi che i due ragazzi si erano avvicinati di qualche passo e tenevano gli occhi fissi sul nostro gruppo.
    - Tu non ci fai vedere niente?- Mi chiese Diana.
    - Cosa vorresti vedere?
    - Lo sai,- rispose e per la prima volta notai una leggera esitazione nella mia rossa.
    - Dimmelo,- la sfidai.
    - Quello che nascondi negli slip.
    - Come si chiama?
    - Il pisello,- rispose piano.
    - No, non così. Dimmi veramente quello che vuoi vedere.
    La mano di Diana si schiacciò contro l'inguine.
    - Il cazzo,- disse tutto d’un fiato, - voglio vederti il cazzo...- La sua mano ora stringeva con forza il sesso e si era affondata profondamente un dito nella vagina.
    Mi abbassai anch’io il costume, liberando il pene ormai turgido e lo accarezzai adagio, facendolo ergere ancora di più e notai che Maurizio lo fissava intensamente.
    - Vi siete accorti che siamo osservati?- Chiesi soavemente.
    Le mie parole ebbero un effetto sorprendente sui ragazzini: Barbara si strinse l’inguine con la mano, come volesse difenderlo e Maurizio tentò di nascondere la sua erezione sotto gli slip, senza peraltro molto successo, perché il suo rigido affare non ne voleva sapere di restare all’interno del piccolissimo indumento. Io e Diana non ci eravamo minimamente scomposti, in quanto sapevamo già cosa stava accadendo.
    - Be’, cosa succede, ragazzi?- Chiese Diana con la sua aria più innocente, - vi siete bloccati?
    - Te lo avevo detto che ci potevano vedere,- gemette Maurizio, perseverando negli sforzi di far rientrare il suo recalcitrante uccello nel costume.
    - E allora?
    - Come allora? Non credo sia il caso.
    - Perché, ti vergogni?
    - Be’, insomma... Non lo so... Penso di si,- balbettò confuso.
    - E tu?- Chiesi rivolto a Barbara.
    - Credo di si,- rispose la ragazzina in un sussurro.
    - Però non ti dispiace, vero?
    - Forse no...- Barbara sussurrava ancora, ma notai che aveva ripreso ad accarezzarsi adagio.
    - Bene, così mi piace,- approvai. - L’unico che mi pare un po’ in imbarazzo è Maurizio e ben gli sta, così impara a trasformarmi in un manichino come ha fatto oggi pomeriggio. Secondo me adesso sarebbe giusto se fosse lui a fare lo schiavetto. Voi che ne dite, ragazze?
    - Giustissimo,- rispose Diana.
    - Giusto anche per me,- ribadì Barbara, - caro Maurizio a questo punto non ti puoi tirare indietro, pena l’ignominia.
    - Non voglio tirarmi indietro,- si difese lui, - ma non potremmo entrare in tenda?
    - Questo lo stabilirò io,- risposi, - in fondo abbiamo solo una coppia per spettatori, gli altri vicini sono tutti via.
    Era vero. Praticamente tutti i campeggiatori si erano ammassati nella discoteca all’aperto che sorgeva vicino all’ingresso del camping.
    - Rimettiti come eri prima,- ordinai.
    - E cioè?- Tentò di tergiversare il ragazzino.
    - E cioè con le braghette abbassate,- precisai.
    Con la testa bassa Maurizio eseguì e di nuovo il suo giovane sesso gli si drizzò contro la pancia.
    - Tirale giù bene,- intimai e lui si sollevò leggermente sulla sdraio facendo scivolare il culetto fuori dagli slip. Il fatto che il suo affare fosse così teso mi fece capire che, pur vergognandosi, si eccitava nel sapersi osservato.
    - Bene. Ora alzati e vai ad accendere la luce in tenda. Le mani però le devi tenere sopra la testa, come se stessi stiracchiandoti.
    - Ma...- Maurizio non riusciva a spiccicare parola.
    - Fai come ti dice, schiavetto,- gli disse sorridendo Diana, - tocca a te e devi stare al gioco.
    - Quando sarai nella tenda e avrai acceso la luce,- continuai, - accarezzati un poco, poi prendi della crema e ungiti bene il culetto, ma facendo in modo che tutto sia ben visibile. Vogliamo vedere uno spettacolino in trasparenza, tanto per intenderci. Poi torna fuori e vieni a sederti sulle mie ginocchia.
    - Ma senti...- Cercò di difendersi e anche se non lo vedevo bene avrei potuto giurare che era rosso come un peperone, - mi vedranno tutti!
    - No, non tutti. Solo quei due ragazzi, che penso riescano anche a sentirci, fra l’altro.
    - Non posso...- gemette, ma il suo pene durissimo smentiva le sue parole.
    - Si che puoi e ti piace anche,- gli risposi, - adesso esegui, schiavetto.
    Per un lungo momento Maurizio non si mosse, poi, molto adagio, si alzò. Gli slip arrotolati alti sulle cosce facevano risaltare ancora di più la violenta erezione che gli inchiodava il sesso. Si girò piano facendoci ammirare il culetto rotondo e si stiracchiò come un attore consumato, inarcandosi e spingendo il bacino in avanti. La sua verga sembrava una sfida puntata contro la notte, le natiche rotonde una tentazione del diavolo, tentazione irresistibile quando Maurizio si chinò per entrare nella tenda ed esse si schiusero un poco, facendo indovinare la piccola voragine che celavano in mezzo.
    Dopo pochi attimi si accese la luce e la figura dell'adolescente si stagliò nitida come un’ombra cinese sul leggero telo illuminato.
    Lo vedemmo impugnarsi il sesso e muovere adagio la mano sull'asta rigida, poi si piegò un poco in avanti facendo sporgere il sederino e prese un tubetto, spremendone il contenuto su un dito, infine si divaricò con una mano le natiche e portò il ditino incremato al loro centro. Vedemmo la sua silhouette aprire la bocca quando iniziò a penetrarsi e l’altra mano correre nuovamente al pene sempre più turgido, masturbandolo con forza.
    Guardai verso la coppia, notando che si erano avvicinati ancora di più. Si tenevano abbracciati e vidi che si stavano esplorando reciprocamente i sederini, le mani profondamente infilate nei costumi. Immaginai non avessero il coraggio di accarezzarsi davanti per paura di essere visti e così cercavano di fare del loro meglio per placare l’eccitazione senza mettersi in mostra. Però non perdevano di vista Maurizio che continuava i suoi armeggi.
    - Dio, se quel ragazzino non la smette vengo.- La voce arrochita dal piacere di Diana richiamò la mia attenzione. Si stava masturbando dolcemente, senza fretta, ma dalla tensione delle belle gambe allungate e leggermente divaricate, capii che avrebbe potuto raggiungere l’orgasmo in un attimo. Solo il piacere di prolungarlo la tratteneva.
    Anche io ero molto eccitato e mi liberai completamente del costume accarezzandomi piano.
    Come se l’avesse sentita, Maurizio pose fine alla sua esibizione solitaria ed emerse dalla tenda. Notai che il suo affare era se possibile ancora più teso. Entrò adagio nel nostro cerchio, sempre con le braghette a mezz’asta e venne a sedersi sulle mie ginocchia.
    Mentre osservavo il suo sederino avvicinarsi al mio inguine, spostai il membro in modo che si insinuasse fra i due globi dischiusi. Maurizio avvertì il contatto e si fermò a mezz’aria, le ginocchia flesse, mentre il mio pene si strusciava sul suo solco di pesca, poi sculettò adagio fino a che il suo buchino si appoggiò alla punta del mio glande: palpitava ed era scivoloso e già abbastanza dilatato.
    - Oooooh...- sospirò, quando lo afferrai per i fianchi spingendolo adagio contro di me.
    - Siiiii...!!!- gemette mentre gli forzavo dolcemente l’ano. Lo fermai, accorgendomi che cercava di sedersi su di me per accogliermi tutto, poi spinsi ancora un poco. Sentivo il suo piccolo anello aprirsi sempre più, mentre entravo in lui con una lentezza esasperante e il ragazzino si agitava sopra di me chiedendo una penetrazione più completa.
    Superai la barriera elastica del muscolo, penetrando nel segreto del suo corpo e Maurizio si lasciò sfuggire un lamento più profondo. Udii ansimare le due ragazze, mi voltai e vidi che si erano avvicinate abbracciandosi.
    - Tesoro,- sussurrò Barbara affannata, - ti sta entrando dentro... È bellissimo... sembri una ragazzina che si fa scopare.
    - È una ragazzina,- la voce di Diana era roca e piena di libidine. - Vero che sei la sua ragazzina? Gli stai dando il culetto e ti senti la sua ragazzina.
    - Si...- Maurizio ormai capiva poco: voleva solo essere preso fino in fondo, ma io non glielo permettevo, non ancora. Stavo penetrando nel suo corpo millimetro dopo millimetro, facendolo godere come un matto e sentendo il suo ano palpitare e contrarsi attorno al mio pene.
    Spinsi ancora un poco facendolo quasi gridare.
    - È dentro?- Gli chiese Diana, - ti senti la sua donna in questo momento?
    - Non so...
    - Dillo, tesoro, dillo!
    - Si, siiiii! Sono la tua donna Marco,- gemette, perso in un mare di piacere, sculettando per spingermi a prenderlo fino in fondo, - sono la tua ragazzina e ti voglio sentire tutto dentro... Sto per venire senza nemmeno toccarmi... ma voglio che tu mi prenda tutta... subito...
    Maurizio era completamente in orbita e sentirlo parlare di se stesso al femminile mi eccitò ancora di più. Gli misi le mani sui fianchi e me lo tirai contro, scivolando in lui fino a che il suo culetto si schiacciò contro il mio inguine e lui si agitò per aumentare il contatto intimo e profondo che ci univa.
    - Aaaaah...- Rantolò sentendosi riempire fino in fondo, - che bello... ti sento tutto dentro... Mi sembra di scoppiare, sto godendo Marco... mi fai godere tutta...- e dal suo membro turgidissimo sprizzò un unico, lungo getto di seme che non ne pregiudicò minimamente l’erezione.
    Notai del movimento vicino a noi e alzando la testa vidi che la coppia che ci stava osservando era entrata nel nostro cerchio. Lei era una morettina di circa vent’anni, lui un bel ragazzo della stessa età. Entrambi avevano i costumi abbassati sulle cosce e si accarezzavano reciprocamente. La libidine doveva averli travolti al punto da spingerli a venirci vicino, infischiandosene delle conseguenze.
    Incontrai gli occhi della ragazza che guardava affascinata quello che stavamo facendo io e Maurizio.
    - Aiutalo,- le dissi, mentre Barbara e Diana si stringevano a noi accarezzandosi.
    Senza una parola la brunetta si avvicinò a Maurizio liberandolo dal costume che ancora aveva arrotolato alle caviglie. Il ragazzino approfittò della maggiore libertà concessagli per aprire le gambe e dimenarsi con più forza. Si alzava e si abbassava sul mio pene facendoselo scivolare profondamente nel corpo e il suo culetto rotondo si agitava in una danza continua che lo stava portando verso l’orgasmo. Non si toccava e nemmeno io l’accarezzavo. Il suo sesso dritto e duro come una sbarra non aveva bisogno di nulla: quello che il mio gli stava facendo fra le natiche era sufficiente per farlo godere.
    La brunetta, sempre in silenzio, si sciolse dall’abbraccio del compagno e si inginocchiò fra le cosce di Maurizio. Non glielo prese in bocca, si limito ad accostare le labbra al glande e aspettare. Evidentemente anche lei aveva capito che per venire non aveva bisogno di aiuto e voleva ricevere il seme del ragazzo, ma senza succhiarlo.
    Il compagno si portò alle sue spalle, accarezzandole i fianchi protesi all’indietro, poi, con un movimento deciso, le affondò dentro e cominciò il divino su e giù. La brunetta singhiozzò, ondulando e spingendosi verso di lui per chiedere una penetrazione più profonda, resistendo alla tentazione di imboccare il membro di Maurizio che si drizzava selvaggiamente fra le sue labbra socchiuse.
    Quello che vedevo mi stava facendo impazzire e impazzite dovevano essere anche Diana e Barbara, che si stavano accarezzando disperatamente vicino a noi. Diana aveva anche messo una manina fra le gambe della bruna e quando le trovò il clitoride lei si lasciò sfuggire un gemito che mi sembrò un misto di piacere, sorpresa e imbarazzo.
    Non ne potevo più e lo dissi a Maurizio.
    - Muoviti più forte Maurizio, più forte,- gemetti, - sto godendo... Ti sto venendo nel culo... prendilo tutto...
    - Si!- gridò altalenando sul mio sesso, - si... vengo anch’io Marco, vengo mentre mi scopi... Dio, non ho mai goduto tanto. Prendimi tutta fino in fondo, ecco, ecco...!!!- E venne il ragazzino, godette singhiozzando, gridando forte e sculettando disperatamente sul mio uccello che lo faceva impazzire. Vidi i fiotti del suo giovane seme schizzare dal sesso che non era mai stato toccato e finire fra le labbra e sul viso della brunetta che lo bevve gemendo, aggrappandosi ai suoi fianchi, muovendolo contro di me. Sentii l’orgasmo salire imperioso e mi svuotai in quel buchino che si contraeva spasmodicamente riempiendolo con un diluvio di seme, mentre sentivo Diana e Barbara che gridavano in preda a un orgasmo interminabile.
    In un attimo di lucidità pensai che tutto il camping doveva averci sentiti, ma non me ne importava niente: l’unica cosa di cui mi importava in quel momento era scaricarmi in quel sederino delizioso.
    Quando tutto fu finito rimanemmo ansanti a riposare. Maurizio si era accasciato fra le mie braccia, senza che il mio membro, rimasto discretamente rigido, lo abbandonasse. Aveva una espressione beata il ragazzino, mentre la brunetta gli lambiva dal sesso le ultime gocce perlacee di piacere.
    - Potremmo anche presentarci.- La voce di Diana mi distolse dal torpore in cui ero caduto. - Io mi chiamo Diana,- proseguì la mia rossa, - e questa è Barbara. Quel ragazzino terribile che sta ancora godendo con il sederino è Maurizio, mentre l’altro è Marco, il mio ragazzo.
    - Io mi chiamo Lulù,- le rispose la brunetta, staccando la bocca dall’inguine di Maurizio e mostrando così come il ragazzino si stesse rapidamente riprendendo. Però mi accorsi che anch’io non ero del tutto spompato e rimanevo saldamente infilato nel suo culetto.
    - Quello che si sta occupando di me,- proseguì Lulù, - è Giorgio.
    - Salve a tutti,- disse quest’ultimo, muovendosi adagio contro i fianchi della ragazza. Evidentemente non era ancora venuto.
    - Cosa ne direste di entrare in tenda?- Proposi, - rischiare è divertente, ma dare spettacolo così a lungo è piuttosto pericoloso.
    - Per di più non ci pagano!- Esclamò Barbara. - Hai ragione Marco, andiamo dentro, sempre che Maurizio si decida a privarsi del tuo affare.
    - Andiamo,- mormorò il ragazzino e avrei giurato che era rosso come un peperone. Si alzò adagio e lo sentii sospirare quando scivolai fuori dal suo culetto. Anche Giorgio e Lulù si erano separati e mi accorsi che erano più giovani di quanto mi fosse sembrato in un primo momento. Non dovevano avere più di diciotto anni e Giorgio ostentava un rigidissimo membro di rispettabili dimensioni. Anche Lulù si era sollevata e vidi con meraviglia e un brivido di eccitazione che aveva l’inguine completamente depilato. Lo notò anche Barbara e si avvicinò alla ragazza allungando una manina in una lunga carezza che la fece fremere.
    - Mmmmmh...- Si estasiò, - nemmeno un pelino e morbida morbida, sei proprio tutta da mangiare- e intrufolò un ditino fra quelle labbra gonfie di eccitazione.
    - No...- sussurrò la brunetta ritraendosi e mi resi conto che probabilmente non aveva mai fatto giochi lesbici. Lo capì anche Diana che le si avvicinò circondandole dolcemente i fianchi con un braccio.
    - Non sei mai stata accarezzata da una donna, vero?- Le chiese.
    - No...- La voce di Lulù non era molto ferma.
    - Vieni, andiamo dentro, penso che ti piacerà.
    - No... Non so, a me piacciono gli uomini,- sussurrò ancora, lasciandosi però guidare verso la tenda.
    Quando entrammo trovammo Maurizio che si era già sdraiato in uno dei due materassi matrimoniali, con il culetto abbronzato un po’ sollevato, quasi in atteggiamento provocatorio. Evidentemente il ragazzino non ne aveva avuto ancora abbastanza.
    - E tu?- Chiese Diana a Giorgio, osservandolo fissare il sederino di Maurizio, - non hai mai fatto l’amore con un ragazzo?
    - No...- Anche Giorgio sussurrava ed era arrossito, ma non riusciva a distogliere lo sguardo dai fianchi dell'adolescente. Non mi sentii di dargli torto perché sembravano un vero invito alla violenza carnale.
    - Ma insomma, ragazzi,- li rimproverò dolcemente Diana, insistendo ad accarezzare Lulù sul seno con molta dolcezza, - siete praticamente vergini. Mi domando come abbiate trovato il coraggio di unirvi ai nostri giochi.
    - Non lo so,- rispose Lulù, - è stato qualcosa più forte di noi.
    - Non ne dubito,- sorrise Diana, - soprattutto vedendo come si amavano i due ragazzi e noi due, vero?- Le sue mani scorrevano lievi sul corpo della brunetta che fremette e abbassò la testa senza rispondere, ma la vidi sussultare quando di Diana si intrufolò fra le sue cosce, accarezzandola con più decisione.
    - Marco, perché non insegni qualcosa a Giorgio?- Chiese la mia rossa. Capii che voleva farsi la ragazzina e desiderava che ne distraessi l’amico, ma nemmeno a me dispiaceva cercare di sedurre quel bel ragazzo e sapere che era vergine me lo faceva desiderare ancora di più.
    - Ne hai voglia Giorgio?- Gli chiesi avvicinandomi. I nostri sessi quasi si toccavano ora e glielo presi gentilmente in mano guardandolo negli occhi. Lo sentii impennarsi, mentre lui mancava un respiro.
    - No...- mi pregò, ma non cercò di allontanarmi la mano.
    - Non lo hai mai fatto?
    - No... A me piacciono le donne.- Era turbato, ma non si negava alla carezza.
    Iniziai ad masturbarlo adagio, scorrendo su tutta l’asta che sentivo gonfiarsi sempre di più.
    - Anche a me piacciono le donne,- gli risposi, - però ho scoperto che anche l’amore fra ragazzi può essere bellissimo.- Continuai a guardarlo negli occhi mentre mi accostavo maggiormente. Sentii il suo pancino contrarsi quando venne a contatto con il mio sesso. Non lo avevo ancora completamente rigido, ma sapevo che sarei tornato in forma presto, perché l'idea di sedurlo mi riempiva di libidine.
    - Non ti allontanare,- lo prevenni, - toccami anche tu, vedrai come è bello....- Gli presi una mano e la portai fra i nostri inguini ormai a contatto, continuando ad accarezzarlo adagio e mi accorsi che il suo pene si era inumidito in punta. La sua mano sfiorò appena il mio, senza però spingersi ad accarezzarmi come facevo con lui, ma questo bastò per farlo ulteriormente ingrossare. Udii un gemito al nostro fianco e il rumore di corpi che si muovevano, con la coda dell’occhio vidi Lulù sdraiata sull’altro materasso con Diana che la stava baciando sulla bocca e Barbara che con la bocca le aveva trovato l'inforcatura. Anche Giorgio aveva visto e lo sentii fremere mentre spingeva in avanti il bacino per cercare un contatto più intimo.
    - Hai visto?- Gli sussurrai, - anche Lulù ha capito che è bello.
    Aveva la bocca socchiusa e il respiro cominciava a farsi un poco affannoso. Avvicinai il viso al suo e gli sfiorai le labbra, non si mosse. Gli accarezzai la nuca con una mano e lo attirai verso di me. Quando le nostre bocche si incontrarono lo sentii irrigidirsi, ma non si sottrasse al bacio. Feci scivolare la lingua fra le sue labbra appena dischiuse e cominciai a stuzzicarlo, Giorgio mugolò irrigidendosi ancora di più, poi si lasciò andare contro di me rispondendo al bacio. Sentii il suo braccio circondarmi la vita e l’altra mano che mi impugnava finalmente il membro portandolo a una erezione completa. Cominciò a ondulare i fianchi, continuando a baciarmi mentre il suo sesso mi guizzava nel palmo, segno che l’orgasmo era vicino. Me lo puntai contro l'inforcatura e lui istintivamente spinse il bacino in avanti, scivolandomi fra le cosce che avevo dischiuse. Le serrai nuovamente e lui prese ad altalenarvi in mezzo in un simulacro di scopata.
    Non avevo mai assunto una posizione del genere con un ragazzo, anche se lo avevo fatto con Maurizio mentre mi volgeva le spalle. Mi ero offerto in quel modo a Giorgio per fare si che si sciogliesse del tutto, ma cominciavo a provare piacere nel sentire quel membro turgido scorrermi fra le cosce, arrivando anche a intrufolarsi fra le natiche, in basso, molto vicino al buchino improvvisamente vivo.
    Giorgio mi appoggiò una mano sulle natiche accarezzandomi adagio e anch’io gli percorsi le reni incontrando il culetto rotondo e sodo. Gemette nella mia bocca quando lo frugai nel solco e mancò un respiro quando gli trovai l'ano e lo tentai. Appena si sentì penetrare un poco godette, spingendo il bacino contro di me e bagnandomi con lunghi schizzi di seme.
    Mi mossi contro di lui, aiutandolo a svuotarsi completamente, mentre mi abbracciava singhiozzando e dimenando il sederino per cercare di essere penetrato più a fondo. Si placò adagio, scosso ancora da piccoli sussulti e dovetti sorregerlo, perché le gambe si rifiutavano di sostenerlo.
    Ci sdraiammo vicino a Maurizio che ci aveva osservati in silenzio. Il suo sesso non era affatto a riposo e come sempre mi meravigliai delle sue capacità di ripresa. Io non ero venuto mentre Giorgio mi accarezzava ed ero decisamente su di giri e guardai affascinato le ragazze vicino a noi che sembravano completamente in orbita. Avevano formato un cerchio e si leccavano reciprocamente con accanimento: Barbara si occupava di Diana tutta intenta a baciare Lulù che godeva come una pazza con il visetto affondato fra le cosce della ninfetta. La morettina si agitava come un’anguilla, spingendo l’inguine depilato contro la bocca di Diana e mugolando di piacere nella passera di Barbara. Evidentemente aveva scoperto un nuovo mondo.
    - Ti è piaciuto?- Chiesi a Giorgio, che non riusciva a staccare gli occhi dal gruppo delle ragazze.
    - Si,- mi rispose piano, arrossendo.
    Gli accarezzai dolcemente il sesso che giaceva morbido sul cuscino dei testicoli.
    - Eravate molto belli,- disse Maurizio avvicinandosi.
    - Davvero non avevi mai combinato qualcosa con un maschietto?- Gli chiesi.
    - No, a parte qualche gioco da bambino... Questa è la prima volta che un ragazzo mi ha fatto venire.
    - Però dovevi averci pensato e anche Lulù, se no non vi sareste uniti a noi.
    - È vero,- ammise arrossendo di nuovo, - ne abbiamo parlato abbastanza spesso, ma non ci era mai capitata l'occasione giusta...
    - Adesso non puoi più dirlo...- dissi sorridendo.
    - Già,- ammise, - restituendomi il sorriso.
    - Ti è piaciuto anche quando ti ho accarezzato dietro?- Chiesi ancora.
    - Credo di si,- rispose avvampando di nuovo.
    - Certo che gli è piaciuto,- asserì Maurizio, facendo scivolare una mano sulle natiche di Giorgio e accarezzandolo piano. - Piace a tutti essere toccati qui e tu sei venuto proprio quando ti sei sentito penetrare un poco.- La sua mano si insinuò profondamente nel solco del ragazzo e il suo pene fremette nella mia quando gli trovò il buchino, cominciando a inturgidirsi. Potevo sentire nella mano con cui gli stringevo il sesso ciò che Maurizio gli stava facendo dietro e potevo leggerglielo negli occhi. Il suo arnese si ingrossava sempre più, mentre lo sguardo gli si intorbidiva. Aprì la bocca lasciandosi sfuggire un lamento quando Maurizio lo cercò con più insistenza e gemette di nuovo quando un dito del ragazzino lo penetrò.
    - Ti desidero,- gli sussurrai, - vorrei fare l'amore con te...
    - Non l'ho mai fatto,- sospirò, ma non poté impedirsi di agitare i fianchi sul dito di Maurizio.
    - È bellissimo,- lo tentai, - è fantastico sentire qualcosa di vivo che ti entra dentro.
    - Tu lo hai fatto?
    - Si e mi è piaciuto da matti,- confessai, accarezzandogli il sesso con più decisione e sentendolo tendersi, - ma adesso è il tuo sederino che desidero e credo che Maurizio ti stia facendo capire quanto sia bello farsi godere così...
    Non mi rispose, ma lo vidi socchiudere gli occhi quando il dito del ragazzino cominciò ad altalenare nel suo corpo e le labbra gli si schiusero in un gemito silenzioso.
    Il suo membro adesso era rigido e Giorgio allungò una mano a cercare il mio. La sua carezza era più decisa di prima, più determinata: me lo aveva accolto tutto nel palmo e con il pollice mi strofinava adagio il glande in una carezza leggera e corrosiva che mi fece mancare il fiato. Maurizio si insinuò fra noi e mi scivolò sul corpo, mettendosi a cavalcioni sopra di me e accostò la bocca al mio sesso ancora nella mano di Giorgio, avvicinando il suo al mio viso. Con gentilezza spostò la mano del ragazzo e sentii due labbra fresche che si posavano sulla mia asta. Gemendo di piacere gli strinsi il pene e me lo puntai sulle labbra. Eravamo nella classica posizione del 69 e anche quella era una cosa nuova per noi. Mentre il suo sesso mi scivolava in bocca vidi Giorgio che ci osservava con gli occhi appannati, le mani perse sul culetto del ragazzino.
    Maurizio mugolò quando gli tentò il buchino e gemette forte quando un dito del ragazzo lo penetrò fino in fondo. Allungai una mano per cercare il sesso di Giorgio e lo trovai duro come il ferro. Lui si spostò, inginocchiandosi dietro le natiche di Maurizio. Capii cosa desiderava e lo aiutai, allargando con le mani quei due globi di carne perfettamente rotondi e facendo schiudere il forellino che celavano in mezzo.
    - Siiiii...- gridò Maurizio quando sentì il glande di Giorgio tentarlo dietro, - oh, si, si...!!!
    Il membro del ragazzo era a pochi centimetri dai miei occhi e lo fissai affascinato mentre dilatava adagio l’ano dell'adolescente. Lo vedevo sparire a poco a poco nel suo corpo e più affondava dentro di lui, più il suo uccello vibrava e si ingrossava nella mia bocca.
    Con un’ultima spinta Giorgio lo inculò a fondo e Maurizio singhiozzò forte, mentre una grossa goccia di seme scaturiva dal suo uccello sovreccitato allagandomi la bocca.
    Il piacere di sentirsi prendere era tale che smise di baciarmi e anche io lo lasciai: desideravo vedere se era ancora in grado di godere solo con il culetto e poi avevo anche un altro desiderio...
    Scivolai via dall’abbraccio di Maurizio che si accomodò meglio, flettendo le ginocchia contro il petto e spingendo le anche verso Giorgio. Le braccia erano allungate in avanti in un gesto di estremo abbandono: sembrava stesse pregando e tutto il suo atteggiamento dimostrava una offerta e una resa totali, con il culo abbronzato e perfetto che si sollevava sempre più in alto per cercare una penetrazione più profonda e rispondeva colpo su colpo alle stoccate di Giorgio.
    Il ragazzo si fermò un momento e Maurizio singhiozzò, sculettando sul membro che lo impalava e anche Giorgio gemette, riprendendo a danzare sui suoi fianchi. Il pene del ragazzino era puntato in avanti, parallelo alla pancia e ogni volta che Giorgio affondava un colpo reagiva impennandosi, quasi come se una mano invisibile lo stesse masturbando. Capii che sarebbe venuto di nuovo come prima, senza essere toccato.
    Mi portai alle spalle di Giorgio.
    Aveva un sederino molto bello e abbronzato, liscio come quello di una ragazza. Il ritmo della scopata lo portava a contrarsi e dilatarsi e potevo vedergli il buchino quando le natiche si schiudevano. Presi il tubetto della crema che aveva usato prima Maurizio e mi avvicinai a quella meraviglia.
    Udii gemere forte le tre ragazze e poi gridare. Chi gridava era Lulù, che stava vivendo gli ultimi attimi di un orgasmo eccezionale, agitando il sederino sul dito di Diana che la stava impalando senza smettere un attimo di leccarla. Finalmente i suoi sussulti si quietarono e le tre ragazze giacquero sfinite sul materasso, rimanendo abbracciate.
    Accarezzai il culetto di Giorgio e insinuai le dita fra le sue natiche sode. Si irrigidì quando lo centrai, ma poi riprese a scopare Maurizio che ormai singhiozzava di piacere senza interruzione. Evidentemente Giorgio stava godendo troppo per riuscire a difendere la sua verginità e forse di difenderla non aveva nemmeno molta voglia. Il culo di Maurizio lo stava facendo impazzire e l’idea di essere preso a sua volta doveva averlo infiammato ancora di più.
    Misi un poco’ di crema sul dito e lo cercai profondamente, quando lo penetrai si lasciò sfuggire un lungo gemito.
    Lulù si era avvicinata e ci stava osservando, ma i suoi occhi non riuscivano a staccarsi dalle natiche offerte del suo ragazzo e dalle mie dita che le frugavano. Trattenne il fiato sentendolo gemere e mi si strinse contro, afferrandomi il pene in una stretta quasi dolorosa.
    - Lo vuoi prendere, vero?- Mi sussurrò.
    - Si.
    - Voglio vedervi, deve essere bellissimo, solo stai attento, Giorgio è ancora vergine li.
    - Lo so.
    - La prima volta deve essere bella.
    - Lo sarà, anche lui mi desidera.
    - Si, credo di si. È quasi pronto per te.
    Giorgio infatti ora spingeva indietro il culetto per cercare un contatto più profondo. Aveva smesso di muoversi nel corpo di Maurizio e restava fermo, in attesa che facessi qualcosa.
    Lo accarezzai ancora a lungo, perché volevo che la sua prima volta fosse bella come lo era stata per me e per Maurizio e mentre altalenavo adagio in quel buchino già morbido lo sentii rilassarsi sempre di più e potei penetrarlo con un secondo dito. Giorgio lo accolse con un singhiozzo e i suoi fianchi si animarono spingendosi verso le mie dita per poi ritrarsi mentre riprendeva a scopare il ragazzino.
    Mi guardò da sopra una spalla con gli occhi torbidi e pieni di desiderio. - Fallo,- sussurrò, - prendimi adesso...
    Usai la crema rimastami sulla mano per ungermi il pene, poi mi insinuai fra le cosce del ragazzo.
    Fu Lulù a dirigermi il pene contro il forellino che le mie carezze avevano fatto schiudere e che palpitava come una piccola bocca.
    - No...- sussurrò quando sentì il glande centrarlo. Aveva atteso quel momento, però ora ne aveva paura.
    - Si, tesoro,- lo esortò Lulù, - lasciati andare, vedrai, è bellissimo.
    La voce della ragazza che spingeva il suo uomo a farsi possedere mi diede una sferzata di libidine e spinsi con più decisione.
    - Oooooh...- gemette e il suo buchino cominciò a palpitare, poi si dilatò un poco, permettendo al mio pene di superare l'anellino di muscoli e Giorgio gridò perché doveva avere provato una fitta di dolore. Sapevo che non dovevo fermarmi e spinsi ancora, sentendosi l'ano arrendersi completamente e Giorgio gridò ancora, inarcandosi quando affondai in lui, sverginandolo.
    Rimasi fermo, sentendolo vibrare contro di me con il fiato mozzo, per permettergli di abituarsi a una presenza che sapevo essere sconvolgente e me lo strinsi contro, cercandogli i capezzoli e stuzzicandoli dolcemente. Si inturgidirono sotto le mie dita e Giorgio sospirò forte mentre la tensione lo abbandonava a poco a poco.
    Mi mossi adagio e lui gemette, ma questa volta di piacere, così cominciai a scoparlo con più intensità.
    - Mi fai godere,- singhiozzò a un tratto e il suo ano si contrasse più volte sul mio pene. Capii che i miei movimenti gli avevano procurato uno spasimo di piacere misto a dolore e lui aveva fiottato nel culetto di Maurizio. Era successo spesso anche a noi e sembrava che sentirsi invadere così intimamente favorisse l’eiaculazione. Non era un orgasmo vero e proprio e infatti Giorgio era rimasto teso nel corpo del ragazzino, pronto a godere di nuovo in maniera più completa.
    Evidentemente non gli avevo procurato molto dolore e adesso sentivo le sue natiche sode strofinarsi contro il mio pancino.
    - È bello vero, tesoro?- Gli sussurrò Lulù.
    - Si...- singhiozzò Giorgio, sculettando più forte.
    - Dio, come sei diventato grosso,- sospirò Maurizio, - lo hai preso anche tu, come me, ma io voglio vedere, voglio vedervi mentre facciamo l’amore.
    Sgusciò fuori dal nostro gruppo, girandosi sulla schiena, poi alzò le ginocchia e allargò le gambe, offrendosi di nuovo a Giorgio, con il membro teso fino allo spasimo.
    Afferrai l’asta durissima del ragazzo e la guidai tra le sue cosce divaricate. Affondò senza fatica nel buchino già ben dilatato e di nuovo Maurizio gridò di piacere durante la penetrazione.
    Cominciai a scopare Giorgio adagio, sentendomi pericolosamente vicino all’orgasmo. Quel culetto stretto e vergine mi faceva impazzire e i gemiti sordi del ragazzo a ogni mio affondo mi eccitavano ancora di più.
    - Vengo...- gridò a un tratto Maurizio. Giaceva con le braccia allargate sul materasso e vedevo il suo pene vibrare sotto i colpi che riceveva dietro. - Dio com’è bello godere così, sentendoti tutto dentro di me. Ecco...- singhiozzò e lo vidi fiottare lunghi getti di seme contorcendosi sul membro che lo penetrava.
    Anche Giorgio stava godendo. Lo capii dai suoi gemiti più profondi, dai colpi sempre più frenetici che dava al culetto di Maurizio e da come inarcava a intervalli le reni per farsi possedere meglio. Sentii l’orgasmo arrivare e intensificai il ritmo della scopata, poi, con un colpo più forte, mi piantai profondamente nel suo culo e li rimasi, scaricandomi dentro di lui in lunghi getti.
    - Aaaaah...!!!- Gridò il ragazzo sentendosi allagare dal mio seme, - è bellissimo sentirti così... mi fai venire Marco... ecco... adesso...!
    Sculettò furiosamente, fiottando nel corpo di Maurizio che gli si era avvinghiato ancora di più per farsi godere meglio, mentre il suo ano pulsava violentemente sul mio pene che ancora lo penetrava. Fu una specie di apoteosi che ci lasciò stremati sul materasso senza più un briciolo di forza, ancora avvinti in un groviglio inestricabile e bellissimo.
    - Ti è piaciuto?- Gli sussurrai all'orecchio quando recuperammo il respiro. Eravamo ancora abbracciati e il suo culetto rimaneva schiacciato contro il mio inguine. Come mi succedeva spesso l'orgasmo non mi aveva annullato l'erezione, così riuscivo ancora a penetrarlo e lui sembrava gradire la mia presenza.
    - Si...- mormorò con un filo di voce.
    - Vorrei baciarti.
    Volse il capo verso di me cercando di non farsi scivolare fuori dal sederino il mio sesso. Aveva gli occhi torbidi e le labbra socchiuse e quando vi appoggiai contro le mie rispose subito al bacio, duellando con la mia lingua e facendomi penetrare profondamente in bocca la sua. Gli strinsi un capezzolo e lo sentii inturgidirsi sotto le dita, poi scivolai più in basso e quando gli accarezzai il sesso iniziò ad inturgidirsi di nuovo.
    Evidentemente lui e Lulù non avevano avuto una giornata intensa come la nostra ed era pronto a ricominciare. Io no però, perché l'ultimo orgasmo, pur lasciandomi l'uccello semirigido, mi aveva fatto capire che per quel giorno ero arrivato al capolinea.
    - Sono bellissimi i ragazzi quando fanno l'amore.- La voce di Diana ci indusse a staccarci e guardai la mia rossa che ci fissava con una lucina maliziosa negli occhi.
    - Oh, si,- approvò Lulù con entusiasmo, accoccolandosi accanto a noi e accarezzando il sesso eretto del suo ragazzo.
    - Ce l'hai ancora dentro?- Gli chiese rivolgendogli uno sguardo torbido.
    - Si...- confesso Giorgio arrossendo.
    - È bello?
    - Non lo avrei mai pensato,- sussurrò, - ma è stato bellissimo.
    - Anch'io non avrei mai creduto che baciare e farsi baciare la passerina da una ragazza potesse essere tanto bello, ma lo è stato... Fammi vedere il tuo culetto,- aggiunse con voce roca, spingendolo a sollevare una gamba.
    - No,- cercò di difendersi Giorgio, rosso come un peperone, ma lasciò che Lulù lo divaricasse e gli guardasse il buchino invaso dal mio pene.
    - Sei bello così,- sussurrò la ragazza, accarezzandogli l'ano dilatato e il membro sempre più dritto.
    - Oddio Lulù,- gemette Giorgio, - ne ho ancora voglia...
    - È tu godi ragazzino,- sussurrò lei, - godi con il culetto e con il cazzo,- poi si chinò e si fece scivolare il pene in bocca iniziando a succhiare.
    Giorgio gemette e sculettò contro il mio inguine e mi stupii di riuscire ancora a penetrarlo, ma anche se l'orgasmo era lontanissimo sembrava che il mio uccello non avesse alcuna intenzione di abbassare la testa.
    I sospiri di Giorgio divennero sempre più frequenti e girò il viso verso di me che adesso riuscivo anche a scoparlo. Ci baciammo e mentre le nostre linguette duellavano lo sentii venire, mugolando sordamente e muovendo il bacino in avanti per affondare nella bocca della sua ragazza e indietro per sentirsi riempire dal mio sesso.
    Finalmente calmi ci sciogliemmo e ci concedemmo una doccia corroborante, poi andammo a letto. Tutti insieme, naturalmente.

    Il mattino seguente mi svegliai che il sole era già molto alto.
    Non riuscii a capire subito dove mi trovavo perché la tenda mi sembrava un po’ troppo affollata, poi i ricordi dell’ammucchiata della sera precedente mi tornarono vivi e capii anche cosa mi aveva svegliato. Ero sdraiato con la testa sulle cosce di Barbara, che a sua volta era appoggiata a quelle di Maurizio. Girai un poco il capo e vidi Diana e Lulù che dormivano abbracciate, con una manina reciprocamente appoggiata sugli inguini. Giorgio era dietro di me e era stato proprio lui a svegliarmi. Non sapevo se il ragazzo dormisse o meno, sentivo però la sua virilità eccitata premermi nel solco delle natiche.
    La presenza viva di Giorgio e la passerina di Barbara a pochi centimetri dalla mia bocca, scacciarono del tutto il sonno. Il mio uccello, come sempre al mattino, era bello dritto. Allungai una mano facendo una lunga carezza sull'inguine della ninfetta che continuò a dormire, ma dischiuse un poco le gambe. Mossi appena i fianchi contro Giorgio e capii che era sveglio, perché trattenne il fiato e spinse il bacino contro di me.
    Con le dita aprii adagio il sesso della ragazzina, poi avvicinai il viso e cominciai a baciarla pigramente. La mano che Giorgio mi teneva sul fianco scivolò verso il mio inguine, sfiorandomi adagio i testicoli e fermandosi sul sesso turgido. Iniziò ad accarezzarmi piano, dandomi piccoli baci umidi sulla schiena e mi agitai contro di lui, sentendo crescere l’eccitazione e lo assecondai quando mi spinse a sollevare una gamba. La sua asta mi scivolò nel solco e quando avvertii la punta contro i testicoli richiusi le gambe, imprigionandola fra le cosce. Giorgio cominciò a ondulare i fianchi in un simulacro di scopata con il pene incastrato fra le mie natiche, stringendosi a me e accarezzandomi con più intensità davanti.
    L’eccitazione mi cresceva dentro e affondai il viso con forza nell’inguine di Barbara. Udii la biondina sospirare mentre si divaricava e capii che anche lei era sveglia. Il suo bacino ondulò contro il mio viso e Barbara emise un gemito più forte, girandosi verso il grembo di Maurizio sulle cui cosce ancora posava la testa. Strofinò la guancia sul sesso del ragazzino ancora mezzo addormentato, ma già in erezione e cominciò a baciarlo piano, allungando la linguetta sul glande e su tutta l’asta senza smettere di spingere il bacino verso di me. Maurizio si mosse un poco sotto i baci di Barbara e aprì gli occhi ancora pieni di sonno. La vista della testolina bionda china sul suo sesso lo svegliò completamente e sollevò il bacino verso quella bocca che cominciò a succhiarlo con più decisione. Il ragazzino mugolò, allargando le gambe per permettere a Barbara una maggiore libertà di movimento e gemette più forte quando una manina di lei gli si intrufolò fra le natiche. Potevo vedere il suo giovane membro impennarsi nella bocca della biondina mano a mano che le sue dita procedevano nell’esplorazione.
    Anch’io cercai Barbara fra le natiche ora ben divaricate e incontrai subito il buchino che palpitò quando lo tentai con un dito. Barbara soffocò un lamento, sollevando il sederino per chiedere un contatto più profondo e io la penetrai strappandole un gridolino di piacere.
    Nemmeno io riuscivo a tacere. Giorgio mi accarezzava con dita leggere, solleticandomi i testicoli, raccogliendoli nel palmo per poi tornare sull’asta, sul prepuzio, che mi vellicava dolcemente facendomi venire voglia di gridare. Il suo pene che scivolava su e giù fra le mie cosce aggiungeva piacere al piacere.
    Il ragazzo mi spinse a sdraiarmi sulla pancia e si inginocchiò sopra di me. Non riuscii a trattenere un mugolio quando mi fece scivolare un ditino nel solco, fermandosi sull’ano e forzandolo adagio, per poi ritirarsi e continuare in quella carezza meravigliosa. Affondai la faccia fra le cosce di Barbara, leccandola con più vigore e le mie natiche si rilassarono lasciando a Giorgio maggiore libertà di movimento. Lui ne approfittò e mi accarezzò con più forza, penetrandomi con il dito prima leggermente, poi con più decisione. Quasi senza rendermene conto aprii le gambe e gemetti quando mi scivolò dentro, sollevando il culetto per andargli incontro.
    Sentii il fresco della crema che mi stava spalmando per ammorbidirmi ancora di più. Sapevo che mi voleva e anch’io lo desideravo, però ebbi un attimo di paura quando il suo membro mi cercò nel solco. Giorgio aveva un pene più grosso di quello di Maurizio e temevo mi facesse male.
    - No,- mi implorò il ragazzo quando contrassi le natiche, - lasciati andare. Ti desidero Marco, ti voglio prendere come tu hai fatto con me.
    - Fallo Marco.- La voce di Barbara mi colse di sorpresa e alzando gli occhi vidi che la ragazzina aveva sollevato il capo dal sesso turgidissimo di Maurizio e mi guardava. - Daglielo tutto. Hai un culetto meraviglioso e è fantastico vedere Giorgio dietro di te e sapere che sta per prenderti.
    - Si...- gemetti, perché le parole di quella ragazzina terribile mi infiammavano di libidine. Giorgio tentò di nuovo di farsi strada e mi inarcai, rilassandomi e lasciando che il mio forellino cedesse a quel grosso pene che lo voleva.
    Mi aveva messo entrambe le mani sul culo, con i pollici affondati nel solco, vicino al buchino e mi aveva divaricato le natiche, aiutandomi così a rilassarmi. Per un attimo mi sembrò di essere Giorgio e vidi il mio culetto aperto e pronto per essere preso che fremeva sotto di lui, con l’ano dilatato e il membro che vi affondava dentro a poco a poco. Fui percorso da un brivido di libidine e mi offrii di più, arrendendomi completamente alla componente femminile che era in me e che desiderava intensamente quella penetrazione.
    Avvertivo acutamente il pene del ragazzo entrarmi sempre più dentro, ma piano, forzando a poco a poco le tenere pareti dell’ano per non farmi male, per farmi solo godere. Mentre mi sentivo prendere gridai come non mi era mai successo: sembrava che Giorgio mi dovesse squartare, ma provavo solo un grande piacere mentre quella carne calda invadeva il mio culo, mi penetrava, mi riempiva tutto.
    Il mio sesso impazzito premeva sul materasso e io divoravo con foga crescente l’inguine di Barbara. Capii che sarei venuto così, senza che nessuno mi toccasse davanti, come aveva fatto Maurizio il giorno prima.
    - Aaaaah... singhiozzò Giorgio dando un’ultima spinta.
    La sua verga mi penetrò fino alla radice e per un attimo mi sembrò di non poterlo sopportare. Mi sentivo pieno, saturo: il mio culo era ricolmo di tutto ciò che poteva contenere e stavo godendo come un matto. Sentii una stilettata di piacere e mi resi conto di avere eiaculato, ma il godimento che provavo era ancora sconvolgente.
    - Muoviti Giorgio, - gemetti con la testa in fiamme, - voglio sentirti tutto...
    Giorgio cominciò a scoparmi adagio: mi penetrava profondamente per poi ritirarsi quasi del tutto e tornare ad affondare e ogni volta il mio uccello si impennava fino a che mi accorsi che stavo venendo, che non ce l’avrei fatta a trattenermi nemmeno per un secondo ancora.
    - Vengo,- singhiozzai, - dammelo forte che mi fai godere... Ecco... ecco...!!!
    Mi sentii sciogliere, mentre anche Barbara gridava in preda all’orgasmo, singhiozzando che non aveva mai visto niente di più eccitante e che guardare due ragazzi in amore era la cosa bella del mondo. Mi scaricai in lunghi schizzi che bagnarono il materasso, spingendo i fianchi verso Giorgio per cercare una penetrazione più profonda, per sentirmi sempre più invaso da quel grosso pene che mi faceva impazzire. Mi placai adagio, mentre Giorgio rimaneva ancora piantato fra le mie natiche, fermo, aspettando che mi riprendessi un poco per continuare a scoparmi, per farmi godere un’altra volta. Quell'orgasmo rapido e violento che mi aveva colto quasi di sorpresa non aveva infatti placato i miei sensi e mi sentivo pronto a continuare quel nostro fantastico e trasgressivo rapporto.
    Di fianco a me udii gemere e vidi Diana e Lulù avvinghiate in un travolgente sessantanove con le linguette che frugavano gli inguini e le mani affondate nei culetti, i corpi strettamente allacciati che vibravano in preda a una successione ininterrotta di orgasmi.
    Giorgio si mosse adagio e di nuovo fui cosciente della sua presenza e il mio sesso reagì a quella serie di colpi che avvertiva dall’interno.
    Afferrai Barbara per la vita e me la tirai contro, sollevandomi sulle ginocchia e facendola scivolare sotto il mio corpo. Il membro di Giorgio mi sembrò ancora più grosso in quella posizione e udii il ragazzo respirare affannosamente mentre danzava contro le mie natiche. Barbara si girò, prendendomelo in bocca per aiutarmi a riprendere forza e di nuovo schiacciai le labbra sul suo inguine. Maurizio si alzò e si diresse verso Giorgio che lo accarezzò fra le natiche e se lo tirò vicino. La vista della sua virilità violentemente eretta a pochi centimetri dal volto dovette dargli una sferzata di libidine, perché chiuse gli occhi e accostò le labbra all’asta, baciandola adagio, poi, con un piccolo gemito, se la fece scivolare tutta in bocca. Rimase un momento così, immobile, come per abituarsi a un sapore fino a quel momento sconosciuto, poi prese timidamente ad andare su e giù con la testa. Io sentivo il suo membro ingrossare dentro di me, segno che ciò che stava facendo gli piaceva.
    Le labbra di Barbara nel frattempo avevano ridato completa efficienza al mio uccello e la ragazzina se lo tolse di bocca, facendoselo rotolare sulle guance.
    - È bellissimo,- sospirò, - è bellissimo vedere il tuo culetto con un cazzo dentro. Hai un culo più bello del mio e te lo fai fare in modo fantastico. Ti fai scopare meglio di una donna, se fossi un uomo vorrei starti sempre dentro.
    Ero eccitatissimo adesso e anche la mia parte maschile si era risvegliata.
    La costrinsi a girarsi, anche se protestò un poco perché desiderava continuare a osservarmi mentre mi facevo inculare. La cosa non mi dispiaceva: sapermi guardato da quella ragazzina così da vicino in una situazione tanto intima e trasgressiva mi eccitava da morire, ma adesso era lei che volevo, così la feci girare.
    Anche Barbara era molto eccitata, anzi, credo fosse prossima all’orgasmo, così quando sentì che la cercavo allargò le gambe e si offrì, gemendo con quella sua voce infantile che preludeva al piacere.
    - Prendimi tutta...- balbettò, - così, più dentro, sempre più dentro... Dio, come sei grosso, come ti sento forte. Mi scopi e ti fai inculare... È bellissimo... Sto godendo Marco... sto godendo...
    Barbara si tese come un arco con le gambe che vibravano impazzite, poi si torse e gridò il suo piacere sulla mia bocca, godendo in lunghe ondate che la squassarono come un temporale.
    Le risposero i singhiozzi di Maurizio, che si stava svuotando nella bocca di Giorgio, che continuò a succhiarlo fino a che il ragazzino non si accasciò sfinito sul materasso.
    Stavo venendo di nuovo dentro quella passerina meravigliosa e sentivo Giorgio che respirava affannosamente artigliandomi i fianchi, mentre i suoi colpi diventavano sempre più frequenti.
    - Te lo do tutto Marco,- singhiozzò, - muovi il culo che mi fai venire, mi fai godere come un matto....
    Il suo membro mi scavava come fuoco, poi lo sentii impennarsi e il ragazzo si piantò profondamente fra le mie natiche allagandomi con un primo, lungo getto di seme. Non resistetti più e mi lasciai andare all’orgasmo. Avviluppato da quella meravigliosa fighetta e penetrato da quel membro splendido attorno al quale il mio ano pulsava violentemente, venni gridando tutto il mio piacere, facendo di nuovo singhiozzare Barbara e Giorgio che si accasciò sulle mie spalle senza fiato, abbracciandomi forte, come io abbracciavo forte Barbara e come lei abbracciava forte noi due insieme.

    Potrei continuare ancora un poco, ma mi sembra che l'accoglienza sia stata un poco tiepida... :(

    Edited by Elchicoloco - 20/6/2014, 23:27
     
    .
  2. JessyJames
        Like  
     
    .

    User deleted


    Magnifico!!!!!!!!!!! Non osare smettere per favore............... :o:
     
    .
  3. manu the beast
        Like  
     
    .

    User deleted


    No ti prego di non smettere stò leggendo ogni singlolo racconto della collana e questi racconti son pieni di una libidine assurdamente esagerata ...come pochi altri!!!
    Continua dai che sei bravo
     
    .
  4. marco333
        Like  
     
    .

    User deleted


    bellissimo!!! congratulazione! sai descrivere tutti i particolari
     
    .
  5. max_96
        Like  
     
    .

    User deleted


    Molto eccitanti!! Continua ti prego!!
     
    .
  6. prez92
        Like  
     
    .

    User deleted


    bellissimo!
     
    .
5 replies since 14/3/2011, 14:50   1218 views
  Share  
.