La vacanza in montagna

Capitolo 15

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    LEGGENDA GAY

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Capitolo 14

    Racconto Inventato


    Avevo appena terminato un intensa seduta di sesso. Durate la quale ero stato il centro dell'attenzione di un piccolo gruppetto di ragazzi.
    Tutti avevano rilasciato il loro caldo nettare sul mio corpo. Io preso più che non mai, lo spalmai su tutto il mio petto, come fosse una crema.
    Ero sul punto di leccarmi le dita, da tanto era elevata l'eccitazione. Con le dita piene del prelibato succo d'uomo, ero ad un passo dal farlo.
    Quando Ferdinando, mi interruppe. Confinandomi in bagno a lavarmi via il tutto di dosso.
    Ora, lo sperma dei miei amici, era finito nel tubo di scarico. Anche la mia voglia aveva fatto una brutta fine. Essere richiamato come un cane mi aveva smontato.
    Cosi, mi docciai senza nemmeno farmi una sega, per espellere il colpo che sentivo in canna.

    Ferd. essenzialmente mi passò il mio astuccio e non altro. Quando mi cacciò mandandomi a fare una doccia. Cosi fui costretto a fare ritorno nudo. Almeno era meno imbarazzante dell'andata, avevo il petto pieno di sperma. Dove non lo avevo ben spalmato, iniziò a colarmi giù lungo il corpo.
    Poteva essere eccitante ma l'imbarazzo di essere beccato in quello stato mi pietrificava a ogni passo. Altro motivo, che sgasò le mie più strane voglie.

    A ogni modo, il tutto era passato senza che nessuno mi beccasse. Ora, ero contento di essere in camera.
    Anche perché, bagnato e senza nulla per coprirmi mi stavo congelando. La prima cosa che feci fu avvolgermi nel accappatoio. Un vero attimo di piacere, assaporare il tepore che quel indumento mi stava dando.

    La stanza era vuota, cosi dopo essermi vestito in solitudine scesi per la colazione.

    In cucina, trovai Alessio, Ferdinando e il resto della gruppetto.
    - Come va? (Simone)
    - Bene (Io)
    - Non ti brucia il culo? ( Claudio)
    - Che dire, faccio tanta ginnastica. (Io)

    Risata generale.

    - Battuta a parte. Lo sento arioso, meglio lo tenga a riposo. Alessio, attento ti tengo nel mirino. (Io)

    Battei, la mano sul mio pacco. Senti le mie palle gonfie e anche doloranti. Piene di quel colpo ancora da rilasciare.

    - Luca, per te quando vuoi.

    Il ragazzo si voltò, abbasso i pantaloni e si mise a novanta. Allargando le chiappe.

    - Dai Luca! Vai! (Ferd)
    - Si! Vai Luca! (Claudio)
    - Luca! Luca! Luca! (Gruppetto)
    - Ragazzi,non ho il profilattico. (Io)
    - Nemmeno io (Les)

    Spostando lo sguardo, sui altri. Non c'è ne fù uno che scosse la testa in segno di assenso.

    - Tocca rimandare Les. (Io)

    Il ragazzo, si tirò su e rivesti.

    - Meglio, cosi. (Io)
    - Luca, ti ricordo il discorsetto. (Ferd.)
    - Certo. Però... (Io)
    - Luca! (Ferd.)
    - Quale discorso? (Claudio)
    - Nulla, che vi riguarda. ( Ferd.)
    - Ferdinando, volevo dire. Che cosi, posso fare colazione e recupere le energie. Mi sta girando la testa. (Io)
    -Luca, allora lascia che ti serva. Ti preparo del the e delle fette biscottate con della crema alle nocciole. Tu vatti a sedere.

    Disse Ferd con gentilezza.

    -Ok, grazie Ferdinando.
    - Luca, fammi un piacere. Chiamami Ferd. Ferdinando, non mi chiama nemmeno mia madre.
    - Ok, Ferd Inando!

    Con una linguaccia finale.
    Ridemmo, un po' tutti.


    Alessio mi volle accompagnare in biblioteca. Avevano paura potessi cadere.
    Io lo tranquillizzai, dicendoli che mi sentivo solo spossato.
    Però non sentì ragioni. Non avevo nemmeno le forse per protestare Les mi prese il braccio destro, lo mise intono al suo collo e mi portò nell'altra stanza.

    Io mi vergognavo ad aver ricevuto un simile trattamento. Stavo male ma non ero in condizioni cosi pessime.
    Mi aiuto persino nel sedermi.

    Sotto, sotto, alla fine credo fece bene. Soprattutto nel 'ultima accortezza. Stavo quasi per cadere. Anche se, forse poteva essere colpa del fatto che non sapevo come muovermi con lui che mi reggeva.

    Alla fine l'importante era che stavo seduto tranquillo.

    - Luca, guarda che poi ...
    - Certo Les
    - Magari, una cosa tra me e te.
    - Se ne hai piacere.
    - Certo. Un pò io un pò tutto.
    - Ok. Più tardi allora.
    - Ottimo.

    Il ragazzo tornò, felice in cucina.

    Guardavo la composizione di bambù sul tavolino e le foto dei paesaggi mentre aspettavo la colazione.
    Sentii un rumore alle mie spalle. Mi voltai.
    La prima cosa che vidi, risaldando con la vista. Dal scuro e lucido parquet, furono dei bei piedi scalzi. Dita ben separate tra loro e piata affusolata, ben proporzionata. Caviglia sottile. Polpacci e cosce toniche.
    Uno slip blu, che dalla grossezza del pacco. Racchiudeva molta roba.
    Addome e perorali definiti.
    Poi, arrivai al volto.

    Occhi azzurri, mi fissavano. Non lasciavano trapassare alcuna emozione.

    Luigi, appoggiato con la spalla destra sul varco nel muro. Sembrava creare, una curva.
    Il ragazzo, in silenzio mi osserva. Poi si mosse, mi passò accanto e si sedette sulla poltrona vicina.

    Ci si fissava a vicenda.
    Lui si allungò, verso di me. Sfiorò le mie labbra con le sue.
    Un attimo dopo si ritrasse e osservò il muro difronte a lui.

    -Luca, come stai?
    - Bene, dai. Tu Luigi, tutto ok?
    - Si.

    Con un piatto in mano e nell'altra il the Ferdinando, mi portò la colazione.

    - Ecco, qua! Vedi, di magnare tutto. Cosi poi ti rimetti in forze per Alessio.

    Parlò porgendomi il piatto di plastica, con 4 fette biscottate piene di crema alle nocciole. Inseguito mi allungò la tazza con il the.

    Mettendo le mani sui braccioli, Luigi si alzò di scatto.
    Balzato in piedi, poi sparì come un lampo.

    - Ho interrotto, qualcosa?
    -No. Luigi è soltanto strano.
    - Scusa. Ora devo scappare pure io mi aspettano.
    - Ok

    Mentre, facevo tranquillo colazione, mi raggiunse Axel.
    ragazzo, era pronto per uscire.

    - Eccoti, senti io esco e vado con il gruppetto di ieri pomeriggio. Se vuoi puoi aggiungerti pure tu. Credo sei pronto.
    - No, vai pure tranquillo.
    - Mi dispiacete lasciarti solo, Luca.
    - Vai tranquillo. Finito, ti avrei cercato per dirti che oggi, non venivo.
    - Stai male?
    -No, solo un po' affaticato.
    - Dovevi metterlo in conto, troppo movimento per un poltronaro .
    -Ehi!
    - Scusa, ma è vero o no che ti muovi poco?
    - Si. Ma...
    - Quindi, dovresti andarci piano. Poi non ti tiri nemmeno in dietro difronte a delle buone scopate.
    - Parla il santo.

    Ridemmo.

    - Se vuoi posso restare a farti compagnia.
    -No, vai e divertiti. Vedo di raggiungerti per pranzo.
    -Ok. Solito posto.

    Finita, la colazione portai piatto e tazza in cucina.
    Li trovai un gruppetto di ragazzi.

    - Ciao

    Nessuno, mi rispose.
    Probabilmente distratti dalle loro conversazioni.

    Mi colpì la presenza di Luigi. Era in piedi, vicino a dei ragazzi con i quali parlava. Più che la sua presenza, il particolare era un accessorio. Per essere più preciso, il ragazzo li stava appiccicato addosso pendendo da lui come una tracola. Ogni tanto si lasciva andare in qualche strusciata e leccata dove gli capitava.
    Quest'Ultimo tutto nudo. Con una corporatura esile e minuta.
    Non mi persi molto a osservarlo. In quanto ero più preso dallo squallore delle scena.

    Luigi non sembrava disprezzare questo tipo che li si strusciava addosso. Non chiedetemi, come ma mi fece pensare a un cane.

    "Si lo so, sono i gatti a strusciarsi."

    Però guardandandolo, pensavo solo a un chihuahua. Qui cani piccolo che stanno dentro una borsa.
    Questa associazione, dovuta alla su fisicità e al pendere da Luigi come una borsa; mi fece elaborare un soprannome per il ragazzo a me sconosciuto. D'ora in poi per me sarebbe stato Cagnetto.

    Luigi, mi notò.
    Prese Cagnetto, lo mise davanti a se. Iniziò a strusciare il possente pacco tra le natiche del ragazzo.
    Potendo vedere meglio Cagnetto, per qualche istante. Capii essere il ragazzo, che lo chiamò durante la notte.

    - Si lo voglio! Dai! Dammelo !
    - Luigi, dai accontentalo.

    Disse uno dei amici che aveva attorno.

    - Dai si, come ieri sera, andiamo.

    Disse quello al fianco opposto.
    I cinque mi passarono a fianco e spariranno.

    Luigi, si voltò lanciandomi un occhiataccia e facendo un sorrisetto. Che nel insieme li diedero un' aria malefica.

    - Dai andiamo anche noi.

    Senti una voce alle mie spalle. Era Matteo.

    - Ciao
    - Ciao, Luca. Ti presento i mie due fidanzati.

    Io guardai stranito Mati, pure Filippo e Marco.

    - Cosa? (Io)
    -Abbiamo, parlato con Filippo. Come ci hai consigliato. (Mati)
    -Grazie, di averlo fatto Luca. Cosi ho..(Filippo)
    - Cosi lui .. (Marco)
    - Ragazzi! Vorrei capire! (Io)
    - Ho detto loro, che se stiamo tutti e tre assieme. Saremmo un giusto equilibrio. (Filippo)
    - Oooook. Farò finta di aver capito. (io)
    - Luca. è tutto semplice. (Marco)
    - Io metto, il pepe. (Matteo)
    - Io il romanticismo. (Marco)
    -Io li tengo insieme (Filippo)
    - Certo, il ragionamento non fa una grinza. (Io)

    Complesso, la cosa a me non piace. Però, loro ne sembrano entusiasti.

    - Luca, mi fa piacere che sei il primo al quale abbiamo dato la notizia. Informeremo tutti, nel pomeriggio vogliamo fare un orgia party. ( Matteo)
    - Tu. (Marco)
    - No, noi. (Filippo)

    Quest'ultimo amava follemente Matteo. Come a potuto concepire una cosa simile. Pure adesso, si vede che non reggerà.
    Forse, crede veramente di poter essere un collante. Cosi da cogliere le pazzie da uno e la normalità dall'altro.


    "Va be Luca. Non pensarci troppo."

    -Quindi? (Io)
    - Facciamo, un orgia party. (Filippo)
    - Pomeriggio, se vuoi presentati nudo in salotto. Anzi, Luca tu non puoi mancare. (Mati)
    - Be... (Io)
    - No, no. Tu come mio miglio amico ci devi essere. (Mati)
    - Ok (Io)

    Dissi rassegnato.

    - Ora, raggiungiamo quei ragazzi dai! (Mati)
    - No, ora facciamo colazione. Meglio noi tre soli. (Marco)
    - Ha ragione. (Filippo)

    Si come collante poteva reggere. Però, quanto Mati e Marco si sopporteranno? Non lo so.

    - Luca a dopo. (Marco)


    Capitolo 16


    Edited by Jak-91 - 15/9/2019, 12:19
     
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    Spero continui... qua c'è poco 😇
     
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    No no, l'altro giorno mi è preso un colpo. Non mi partiva la chiavetta dove o scritto il seguito.
    Tanto per informare, la mia versione personale del racconto e più avanti.
    Terminato, il lungo e frammentato capitolo che ho messo in piedi. Vedo di pubblicare qualcosa che manca qui.

    Vi chiedo scusa per le attese. Però tante volete non mi piace quello che scrivo, cestino e rifaccio anche cose a dietro. Cerco di stare attento a non fare disastri. Anche se, credo che un po' di confusione salterà fuori.
     
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