La vacanza in montagnia

Capitolo 12 Spensierato 2

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    LEGGENDA GAY

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    Capitolo 11

    Racconto inventato.


    Io e Matteo, poco dopo la cosa a quattro con Pablo e Claudio, andammo a farci un bagno.
    Per me è lui, lavarsi assieme non era un problema. Lo facevamo spesso.


    Mati, nudo e con asciugamano in mano, mi stette ad aspettare davanti alla porta della mia camera.

    - Usiamo le tue cose? Sempre se non ti dispiace?

    Mi veniva di risponderli:


    " Sì! Mi dispiace. Pure molto"

    Con quanto scrocca, era la risposta perfetta. Però, fui molto più accondiscendente:

    - Certo! Nessun problema.

    "Lasciamo perdere, la vena da consulente per interni, che quel bagno mi faceva venir fuori."

    Io e Matteo, appoggiammo l' accappatoio e l' asciugamano nel apposito gancio, alla sinistra della doccia.
    Mentre Shampoo e bagnoschiuma nel apposito ripiano. Oggi, stava pure sbilenco. Matteo, con qualche piccolo movimento lo raddrizzò.

    Non iniziammo subito con la doccia.
    Forse, perché entrambi avevamo ancora i postumi della scopata appena conclusa.
    La nostra nudità e la stretta vicinanza, ci portarono ad abbracciarci.
    Il suo corpo sodo e ricoperto da una sottile peluria bionda, accarezzava il mio glabro. Sentii pure che era appiccicoso. Nonostante ebbe tolto il grosso, tra i peli si annidava ancora della sborra.
    Mi ci strusciai contro, quasi volessi ripulirlo.
    Le mie mani, salde sul suo sodo e glabro culo. Lui con le sue mi toccava il volto.
    Il tutto, mentre stretti nel abbraccio, ci baciammo.

    Scostò il suo volto dal mio. Con i palmi, schiacciava le mie guance. Cosi facendo, le mie labbra si strinsero e alzarono, in un' espressione buffa.

    - Che roba pazzesca. Luca. Quello che abbiamo fatto.
    - Certo è stato divertente.
    - Non solo. Sai?! Te lo dico sempre.
    - Scopare! Scopare! Scopare!
    - No, non è solo quello. Non sono così riduttivo. Certo è semplice sesso, però per me è vita, è tutto. Vedere un uomo, essere attratto da lui e poter trombare o infilarsi in qualche scopata è quello che voglio.
    - A proposito e con Filippo?
    - Per lui, sento qualcosa qui!

    Il ragazzo, presa la mia mano l'appoggiò sul suo villoso petto, di pelei biondi cenere. Percepii qualche battito, oltre a sentirne i pettorali.

    - Certo, però non credi che lui questo non lo voglia? Voleva, che gli dicessi quanto e porco ma solo, per te. Lui, quello che vuoi tu, non lo cerca. Vuole solo te.
    - Per questo, devo farli capire che io sono quello che hai visto oggi e conosci. Luca! Mi è piaciuto prenderlo da te, lo rifaremo presto sperò!

    Il ragazzo si voltò, protrasse il culo sul mio molle cazzo e si strofinò. Cosi facendo, gli accarezzai le chiappe.

    - Grazie! Mati, non serve che mi lusinghi, per cambiare argomento. Dovevo parlarti di questo.
    - Ti ascolto.
    - Il piano tu e di Marco è una colossale cavolata. Una roba cosi intricata, che non ha alcun senso. Lasciamo stare che me lo sono scordato. Però non ne voglio fare parte.
    - Ok ...
    - Aspetta! Lasciami finire. Dovete lasciarlo perdere pure voi, questo assurdo piano. Parlate con Filippo, siate sincere con lui. Digli, come hai appena fatto con me.
    - Cosa?
    - Che sei un pirla! Cosa gli dovresti dire.
    - Ahahahahhahhahaah.

    Una risata, con un tono molto sarcastico, fu la risposta di Matteo. Però ci passai sopra e continuai:

    - Raccontali, della tua attrazione sessuale per ogni uomo che respira.
    - Non esagerare Luca. Ho pure io i miei limiti.
    - Molto pochi. Ih ih ih ih ih

    Gli risi in faccia da pravo pirla. Con altre tanto ricambio suo.

    - Ah ah ah ah ah ah
    - Battute a parte. Tu e Marco, fate questo. Raccontateli cosa provate e cosa potete offrirgli, senza stramberei non se lo merita.
    - Ne parlò con Marco più tardi. Ti farò sapere, cosa ne pensa.
    - Ora sbrighiamoci a lavarci.

    Partita l'acqua, un getto gelido, prese entrambi. Sussultammo, espirando profondamente.

    "Ok, dovevamo fare in fretta. Ma, almeno aspettare l'acqua che venisse più tiepida, prima di bagnarci potevamo farlo? No, eravamo rimbecilliti entrambi. "

    Dopo aver inumidito i nostri corpi, presi il bagnoschiuma e ne versai un po' da spalla a spalla a Matteo. Replicai su di me. Appoggia nuovamente sulla mensola il prodotto. Con le mani libere iniziammo a insaponarci a vicenda.
    Le sue mani calde, passavano sulle spalle, il collo scendendo sul petto e sul addome. In continui passaggi.
    Io sfregavo sul suo petto, in modo da eliminare le tracce di sborra, nascoste nei suoi peli. Il vantaggio di questa operazione? Sentire i suoi pettorali e addominali sodi, al mio energico passaggio.
    Il mio cazzo, reagiva svegliandosi pian piano.
    Il petto di Mati, era un insieme di peli e schiumo ora.

    Il ragazzo, si accortosi del mio cazzo borzato iniziò a strofinarlo, per pulirlo. In realtà mi segava. Massaggiò anche le palle, sempre per una pulizia accurata. Però, era concentrato sul pulirmi il cazzo. Che ora era bello duro.

    - Mati, credo che sia pulito!
    - Paura si consumi!
    -Ahahhahhahhhahahhaha

    Scoppio, un goliardica risata da entrambi.

    - Dai mi giro, cosi mi lavi la schiena.
    - Lasciami, finire.
    - No! Ti abitui male.

    Mi girai, un po' sofferente. Matteo, era bravo nelle seghe.
    Nella testa però, mi balenava l'idea di ripetere la serata precedente con i altri. Quindi, come dire mi volevo conservare. Dopo la straordinari performance di prima, non so se avrei potuto fare un terzo colpo. Quindi meglio tersi buoni quello che avevo in canna.

    Dopo di lui, tocco a me insaponarli la schiena.
    Poi, il resto ognuno pensò a se. Cosi dopo un bel risciacquo, indossai l'accappatoio e Matteo si legò alla vita l'asciugamano.
    Presi le mie cose, le riposi nel astuccio.
    Un abbraccio a Mati, di quelli con pacche sulla schiena e ci congedammo per il momento.

    Dopo una sosta in camere, per riporre astuccio e accappatoio. Oltre che indossare qualcosa, scesi.
    Entrato nella biblioteca, trovai Luigi. Come ieri sera, era con portatile sulle ginocchia. Volevo parlargli, alla fine dovevamo ancora farlo da ieri.
    Feci, un millimetro di passo nella sua direzione. I suoi occhi azzurri, balzarono dallo schermo su di me. Incrociai il suo sguardo, ne fui raggelato.

    Clock

    Un rumore, secco.
    Lugi chiuse il portatile e sparì, verso il salotto/ingresso. Io lo seguii con lo sguardo, fui tentato di raggiungerlo ma:

    - Luca, vieni!

    Mi voltai, Pietro mi stava guardando.

    - Eccomi, arrivo.

    Lascai perdere Luigi, anche se il suo comportamento era strano. Prima mi voleva parlare, adesso mi evitava. Non era momento di perdersi, così mi concentrai su Pietro.
    Poco da fare con lui, uno dei pochi etero convinti del gruppo. Anche se veramente un bel ragazzo, con il quale avresti voluto far di tutto. Comunque mi bastava la sua compagnia.

    - Ci sediamo, vicini anche oggi?
    - Certo.

    La sala da pranzo, oggi era apparecchiata a dovere. Certo, sempre stoviglie usa e getta però disposte a dovere sopra la tovaglia. Sul tavolo c'era posto per broche d'acqua di fonte, fusto di birra e qualche bibita. La sua bella, comparse la fece pure il pane fresco.
    Io e Pietro, non potemmo fare a meno, di sgranocchiare qualche rondella di pane, una volta seduti a tavola.

    Io raccontai della mia mattinata passata in pista, tra una prova e l'altra di qualche evoluzione. Ma più che altro fu la cronaca delle mie cadute.
    Tra una chiacchiera è l'altra, arrivò il pasticcio. Un bel pezzone, ci venne servito da Erik aiutato da Ivan. Quest'ultimo reggeva la teglia, mentre l'altro con l'ausilio di una spatola metteva una fetta sul piatto.

    Si susseguirono mano a mano, che la gente iniziò a mangiare, vari complimenti hai cuochi. Ci fu chi si lasciò andare a fischi e subito dopo apprezzare il cibo, con fare molto goliardico.

    Osservai la tavolata. Notai Matteo e Marco, erano seduti vicini.
    Chi sa? Se Mati, raccontò quanto doveva dirgli. In caso avrei indagato dopo.
    Ferdinando e gli altri, facevano il solito gruppetto confusionato, tra risate chiassose e bicchieri di birra.

    Pietro, mi raccontò delle sue escursioni. Il ragazzo, stava seguendo la flora e la fauna locali. Tra le altre cose, disse che mi avrebbe fatto fare una bella passeggiato, però prima doveva finire la sua ricerca. Io lo ringraziai, aggiungendo che avrei aspettato sue indicazioni.

    Poi Pietro:

    - Tutti scopano e tu no? C'è tutto un giro di ormoni. Io sono etero ma te, dovresti essere eccitato!

    Mi fece ridere di gusto, poi preso fiato risposi:

    - Non credevo, ti interessasse in quanto etero.
    - In effetti, no.

    Rise.

    - Però, sono curioso. La prossima volta dimmi se concludi qualcosa.

    Il ragazzo si alzò dal tavolo. Pose le sue mani sulle mie spalle e inseguito con la destro mi diede qualche pacca sul petto, dicendo:

    - Luca, ti saluto mi rintano con i altri etero a giocare a carte. Se vuoi unirti a noi, per qualche partita vieni pure nella mia stanza.

    - Grazie, del invito. Però credo cercherò Luigi.
    - Ok. Notte.
    - Notte a te.


    "Si, avevo voglia di cercare Luigi. Dovevamo parlare. "

    Mi alzai dal tavolo e cercando in tutte le sale comuni, non lo trovai. Decisi di uscire. Mente indossavo le scarpe, vennero vicino a me Matteo e Marco.

    - Luca, ho detto quello che sai a Marco (Mati)
    - Bene, ottimo (Io)
    - Ora, vieni a passeggio con noi? Si aggiunge pure Filippo! Cosi, gli diciamo tutto. (Marco)
    - Ragazzi, siete in due. Vi darete sostengo a vicenda, io sarei solo d'intralcio. (Io)

    Uscii, senza lasciare loro possibilità di replica.


    Il paesaggio, era sempre un bel vedere. Però dopo un po', fa freddo.
    Così, perlustrai la zona in cerca di Luigi rientrai. Non era nemmeno nella sua auto.
    L'unica cosa viva, che notai all'esterno, i miei tre amici che incrocia quando risalii dalla staccionata.
    Luogo in cui è incantevole vedere la luna, però c'era nuvolo.
    Nulla da fare, rientrai.
    Perlustrai nuovamente tutte le stanze comuni, chiesi anche a qualcuno se lo avesse visto ma di Luigi non c'era traccia.

    Arreso, andai in camera. Una bella orgia mi avrebbe fatto bene.
    Contro le mie aspettative, non c'era nessuno.
    Mi buttai sul letto e mi addormentai, quasi subito. Non riuscii nemmeno a perdermi nei miei pensieri per qualche attimo.


    Capitolo 13

    Edited by Jak-91 - 11/6/2019, 20:16
     
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