La vacanza in montagna

Capitolo 11 Spensierato uno

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    LEGGENDA GAY

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================



    Capitolo 10


    Racconto inventato


    Stavo seduto sul grande divano, nella stanza d'ingresso/soggiorno.
    Il mobile, dalla forma particolare, personalmente lo definirei a frusta
    Semplice spiegazione: non era ne retto ne ricurvo ma creava varie cappe, che alla fine creavano una specie di semi cerchio. Il colore del rivestimento era rosso, di una tonalità cosi cupa che definirei sporca. Era molto soffice e robusto nello stesso tempo.
    Il divano, circondava un grande camino rotondo, che stavo osservando. La base di quest'ultimo era fatta in pietra. Nella parte superiore, al centro la pietra era diversa e abbassata rispetto al resto. Lì si doveva mettere la legna.Nemmeno un pezzetto di legno, era stato acceso da quando eravamo li. Forse, nessuno si voleva prendere la briga di uscire a prendere la legna.
    Sulla base del camino, c'era una rientranza, era vuota. Probabilmente, serviva per mettere la scorta di legna.

    Ero in attesa di Axel, per andare insieme sulle piste.
    Per passare il tempo, mi lascai andare a vari pensieri.
    Avrei ascoltato i consigli di Ferdinando. Mi sarei concentrato sul divertimento e avrei soppresso i miei turbamenti.

    "Speriamo di riuscirci!"

    Ragionai sui:

    Il piano di Mati e Marco, era pessimo. Tanto che nemmeno me lo ricordavo, l'unica cosa che mi rimbalzava nei cassetti della memoria, io dovevo aiutarli. Visto che li servivo, avrei posto le mie idee.
    Quello che avevo pensato, non era complesso. Anzi era molto semplice.

    "Dire la verità"

    Prendere Filippo da parte, raccontargli come stanno le cose, chiedere a lui cosa preferisce.
    Lo so è difficile, parlare di certe cose. Ma era meglio del loro assurdo piano.
    Appena becco i ragazzi, avrei detto loro la mia idea. Che in ogni caso mi sarei tirato in dietro dalla loro strampalata idea.

    - Hai dato spettacolo!
    - No, nessuno spettacolo.
    - Stanno, parlando tutti di te.
    - Voci, voci
    - Non me ne vuoi parlare?
    - Dai Axel, andiamo.


    Il tempo era nuvoloso, il cielo grigio e la temperatura era gelida. Per fortuna ero ben vestito, seno mi sarei congelato.
    Come ieri, ci siamo divertiti con la tavola da snowboard nella pista più semplice prima e quella di livello successivo poi. Ha tentato pure di insegnarmi qualche trucchetto, con pessimi risultai tanto che è meglio evitare certi argomenti.
    Cosi tra un'emozione e un pessimo risultato, si fece ora di pranzo.

    Stesso posto di ieri, però all'interno. Lo stile tirolese non mi piaceva per niente, sedie, tavoli, panche, armadi, pareti. Tutto rigorosamente in legno chiaro lucido. Sopra i tavoli, apparecchiati con delle tovaglie a quadratoni bianchi e rossi.

    Axel e io prendemmo posto in un tavolino, non avendo avvistato nessuno dei nostri amici, decidemmo di pranzare da soli.
    Al nostro tavolo, poco dopo ci raggiunse la raggiante cameriera di ieri.

    - Buon giorno, come sta andando la vacanza?(Lei)
    - Bene, grazie. (Io)
    - Nulla di cui lamentarsi (Axel)
    - Oggi non c'è il vostro amico? (Lei)
    - Di quale, stai parlando? (Axel)
    - Di quello che ha baciato un altro di voi. (Lei)
    - Non lo ho visto, oggi. Tu Axel?
    - Nemmeno.
    - Ok, però se arriva l'altro è meglio. Mi ha fatto un bel ordine. (Lei)
    - Di sicuro arriverà. Prepara pure il bis di ieri. (Io)

    Ridacchiammo, tutti.

    - Oggi, vi posso portare. Antipasto della casa, Minestrone di verdure, pasta panna e zucchine, gnocchi al ragù, spezzatino, arrosto, patate al forno, spinaci e cavolfiori.
    - Per iniziare, ci puoi portare un litro d'acqua naturale. (Io)
    - Scusate, mi ero scordata di chiedervi da bere.
    - Nessun problema (Axel)
    - Per me dello spezzatino e patate al forno. (Io)

    La cameriera prese nota nel suo blocchetto, poi poso lo sguardo su Axel.

    - Prendo il minestrone e gli spinaci. Luca cosa dici di un antipasto. Gli affettati, erano ottimi.
    - Grazie, per apprezzare l'ottima qualità dei nostri prodotti. (Lei)

    Dopo un complimento cosi, mi seccava un po' dire di no. Anche perché avevo fame.

    - Ok, uno per due.
    - Apposto cosi ragazzi?
    - Si (entrambi)

    Girò su se stessa è spari. Ritornò poco dopo con, la nostra acqua. Scusandosi, ci mise sul tavolo dei tovaglioli in stoffa, con le forchetta e coltello per me; per il mio amico aggiunse un cucchiaio.


    Passo vicino al nostro tavolo Luigi, li feci un cenno di saluto. Prosegui Dritto senza rivolgermi uno sguardo. Non rispose nemmeno a Axel.

    "Faceva l'offeso?"

    Per quale motivo poi. Fatto sta, non dovevo dare conto a lui di nulla. Comunque non ebbi modo di riflettere oltre.

    - Dopo pranzo, io vado in giro sulle piste più difficili. Non ti dispiace rimanere solo.
    - No. Vai tranquillo. Farò da solo qualcosa pure io.
    - Non provare cose strane però! Non posso essere li a tirarti su questa volta!
    - Ok ok, Starò attento.

    Seguirono, varie chiacchiere durante il pranzo. Axel, non chiese nulla sul perché Luigi ci avesse ignorato.

    Lo spezzatino era parecchio e pieno di sugo, dovetti chiedere un secondo cestino di pane. Contando quello che terminammo con l'antipasto in totale ne consumammo tre. Axel mangio appena una rondella con gli spinaci.
    Le patate al forno, non erano male, anche se preferisco quello che faccio io.

    Fui felice, di non fare incontri strani in bagno oggi. Non avevo visto il ragazzo nemmeno sulla seggiovia, forse era a fare qualche corso. L'unica cosa importante era non rivederlo. D'altro non mi interessava sul suo conto.

    Cosi dopo un abbraccio di saluto, imboccammo due strade diverse.


    Feci qualche discesa, evitando le acrobazie come mi consiglio Axel.
    A un certo punto iniziai a sentire freddo. Cosi riportai l'attrezzatura al negozio di noleggio e me tornai con calma, in solitudine alla baita.


    Lascai i dopo sci al ingresso, su di un'apposita scaffalatura e indossai le ciabatte.
    Sviluppammo tutti questa accortezza, dopo aver capito a cosa servisse lo strano supporto alla sinistra della porta. In pratica si lasciava, quello che serviva per l'esterno nel vano inferiore e si prendeva dal superiore le calzature da interno.
    Il cappotto però dovevo portarlo in camera, cosi mi diressi alla stanza. Prima di salire passai per la biblioteca e la cucina dalla quale vetrata osservai la sala pranza. Feci questo per vedere se trovavo Matteo o Marco. Però non li trovai. Notai soltanto qualche ragazzo del gruppo. C'era chi si riposava sul divano, chi leggeva nella biblioteca e chi preparava la cena.
    Oggi per cena avremmo avuto un pasto più complesso, lasagne. Salutai, chi era sveglio. Non mi trattenni con altri convenevoli, stare con il cappotto in mano era scomodo e non volevo finire a parlare per molto tempo con quel coso in mano.

    Depositato il giubbotto in camera,pensai di cercare Matteo in camera sua.
    Poche porte più in la dalla mia c'era la sua stanza. Bussai, con tre colpetti.

    - Avanti!

    Entrai.
    Nella stanza cera solo Pablo, era sul letto con la schiena sulla spalliera.

    - Scusami, credevo di trovare Matteo.
    - Credo non sia ancora tornato.

    Pronunciò il ragazzo, con marcato accento spagnolo.
    Mentre parlammo, non potevi evitare di notare un particolare.
    I pantaloni grigi di Pablo, evidenziavano un piacevole rigonfiamento.

    - Grazie, se lo vedi dilli che lo cerco.
    - Ok. Lo vuoi toccare?
    - No. Scusami per il disturbo.

    Uscii dalla stanza, feci quattro passi. Chiudendo gli occhi, vedevo solo che il rigonfiamento di Pablo o meglio la sagoma del suo cazzo, se lo vedeva tutto. Bello grosso.

    Riapri la porta.
    Lo beccai che si stava calando i pantaloni.

    - L'offerta è ancora valida?
    - Sì


    Come mi ero ripromesso, pensavo solo a divertirmi.
    Questa era una buona occasione da non perdere.
    Per fortuna il ragazzo non mi a respinto.


    Mi avvicinai a Pablo, mi sedetti al bordo del letto. Allungai la mano e presi nella sua morsa il grosso carnoso cazzo del ragazzo. Iniziai con dei movimenti su,giu.su.giu. su e giu.
    L'odore di maschio che emanava, piano piano mi riempiva le narici e mi estasiava. Io inizia a massaggiare il mio da sopra i pantaloni.
    Aumentavo il ritmo, del lavoro svolto sul membro di lui. Estasiato dal particolare aroma.

    Pablo si mordicchiava di continuo il grosso labro inferiore. Socchiudeva le palpebre, facendo evidenziare le lunghe e folte ciglia nere.

    Io, avvicinai il mio volto, alla fonte del odore ipnotico; continuando a segarlo.
    Osservavo da vicino, la mia mano scendere e salire, lungo l'asta ora in piena erezione.

    Saranno stai 20cm e molto grosso o forse ero cosi inebriato dal odore del suo cazzo che mi sembrava essere lunghissimo.

    Soffiavo sulla cappella e lo segavo.

    Mentre osservavo le sue grosse e carnose labbra, non resistetti.
    Mi alzai, lascia scivolare il cazzo dalla mia mano e lo bacai, succhiando le sue morbide labbra.

    Aggrovigliati, in un continuo scambio di baci, con le mani che scorrevano libere su Pablo, poco dopo ci trovammo nudi ad osservarci.
    Mi trovavo danti a un bel ragazzo, il dettaglio che mi colpiva di più erano i pettorali definiti, con dei grossi e grandi capezzoli.
    Scivolando, con lo sguardo, notai una striscia di peli. Erano piccoli, folti, sottili e neri. Partivano dal ombelico e più scendevano verso il pube, la striscia si allargava, coprendo alla fine l'intera area. Qui il pelo cambiava un po', era più lungo e spesso. Palle e asta del pene, erano senza peli.
    Probabile che Pablo usasse radersi.

    Un dettaglio che non mi piaceva, le sopra ciglia. Erano folte e nere, se corrugava tropo il volto, poteva sembrare un mono ciglio.
    A esaltarle, i capelli biondo ossigenato.
    Un taglio corto 5 o 6 mm, con una leggera ricrescita, faceva notare un cappello che naturalmente sarebbe nero.


    Lasciando perdere questi particolari, volevo solo riconcentrami sulle grosse e carnose labbra. le quali erano circondate da una leggera barba rada nera.

    Presi posizione difronte a Pablo, per mia fortuna era alto come me, ci potevamo fissare nei occhi senza fatica, Color marrone per entrambi.
    Ora però, non era il momento di perdersi negli sguardi.
    Presi l'iniziativa e mi misi a succhiarli le labbra, una per volta e alternandomi tra di esse, per non farle ingelosire. Più che altro per non consentire a Pablo di far qualcosa. Doveva essere un momento mio, dovevo godermi le sue grosse labbra. Aspiravo, rilasciavo l'inferiore e poi lo stesso sul labbro superiore.
    Pablo, non sembrava contrariato e si limitava a far scorre le sue mani sui miei fianchi. Io tenevo le mie fisse, toccava le sue morbide chiappe. I nostri corpi erano molto vicini, tanto che i suoi presunti 20 cm mi accarezzavano l'ombelico con la cappella umida. Il mio cazzo, ancora ricoperto dal prepuzio si solleticava sui peli di lui.

    Portai le mani, sulle sue spalle. Riuscivo a sentire le ossa sotto stanti.
    Smisi di succhiarli i labri, insinuai nella sua bocca la mia lingua, per giocare con quella di lui.
    Ora eravamo cosi stretti, un al altro che percepivo la durezza del suo umido cazzo. I nostri peni erano vicini, si sentivano ma non si toccavano.

    La lingua di lui, ora cercava la mia. Mente con le mani mi tastava le chiappe, sembrava le volesse spremere. Per mia fortuna era un movimento delicato.

    Risucchiai il labbro inferiore di lui, lo rilasciai. Prosegui accarezzandolo con il mio labbro inferiore, non mi fermai e dopo che il labbrone di lui mi rimbalzò sul naso.
    Allontanavo di poco il mio volto dal suo. Con il mio umido labbro continuai a scendere. Passai poi per la ruvida barba del mento, a quella del sotto mento e al liscio collo. La discesa non si fermò, continuai fino al suo grosso capezzolo sinistro.
    Qui feci scorre il labbro su di esso, scendendo e salendo. Poi con la lingua, inizia a girarci a intorno.
    Era duro.
    Passai a succhiarlo. Bacai anche quella particolare parte del corpo.

    Lui mi lascava fare indisturbato, mentre mi solleticava la schiena.

    La punta della mia lingua scorreva, girando e rigirando a trono al capezzolo destro.
    Nemmeno un piccolo pelo disturbava il mio lavoro.

    I suoi, erano i più grandi capezzoli che abbia mai visto.
    Era molto bello poterci giocare, lui ne sembrava contento, non riuscivo a cogliere lo sguardo. Però ogni tanto, sentivo dei sospiri caldi arrivarmi sul collo, mi piaceva immaginarlo come un silenzio segno di approvazione.

    - Bravo. Ora lascia fare a me.

    Dispiaciuto mi sollevai.
    Però prima dieti un ultima risucchiata al suo duro capezzolo.

    Lui mi guardava, non dicava e faceva nulla.
    Poi si inginocchiò, mi baciò sopra l'ombelico e con tanti leggerei bacetti arrivò al mio pube. Ogni passo era un solletichio. e non per la sua barba, ma per il tocco delle sue labbra.
    Mentre rimase fermo, nel punto del ultimo bacio. Con la mano destra, agguantò il mio cazzo è lo scappellò. Poi, sempre senza cambiare posizione, iniziò a tamburellare indice e medio sulla mia cappella. Inseguito uso quelle dita per praticarmi una sega. Sentivo percorrermi il cazzo dalle sue sottili dita, una leggere è piacevole pressione.
    Un sue è giù che mi scappellava e rincappucciava leggermente il pene.
    Scosto il viso, rivolse uno sguardo verso l'alto, sembrava cercare approvazione.
    Io gli sorrisi.
    Lui , diresse lo sguardo al cazzo, lo prese saldamente in mano avvicinò il volto a esso apri la bocca.
    La mia cappella ne sentiva il calore.

    - Haaaa haaaa

    Riuscì a strapparmi un lamento. Mi guardò con un ghigno in volto.
    Era risuscitò a farmela.
    Credevo, volesse spompinarmi, invece iniziò a segarmi a un ritmo folle e in modo improvviso.
    Era un continuo e violento su e giù.
    Io, mi lamentavo a ogni movimento. Mi faceva male il cazzo, però mi piaceva e come se mi piaceva.
    Lui però si fermò.
    Rivolse lo sguardo, su di me e si alzò.

    - Ti va un 69?
    - Certo, mi devi raffreddare il cazzo, sta andando a fuoco?

    Ridacchiò.

    Ci stendemmo sul letto.
    Pablo lato cuscino e io all'opposto.
    Appoggiai la testa sulla sua coscia e lui sulla mia.
    Sguardi sui cazzi, che ci richiamavano a essi.

    Percepii le labbra di lui avvolgermi la cappella e tenerla stretta fra di esse.
    Non, resistetti nemmeno io e agguantai anche io la sua.
    Un momento magico, praticare un 69 è fantastico.
    Nessuno dei due, rilasciava la cappella del altro, ma le reggevamo stratta tra le labbra, percependone i fremiti.
    Sguardo concentrato, sul lavoro che si stava facendo.

    Le mani, per entrambi una era sotto la gamba sulla quale avevamo appoggiato il volto.
    L'altra, almeno per me a mezz'aria sopra di lui, lo passava, senza toccarlo per potermi reggere sul materasso.
    Quella di lui non la vedevo, non mi importava dove fosse mi bastava succhiare la sua calda e pulsante cappella, inebriandomi del suo maschio odore.

    - Dai Claudio, uniamoci pure noi!

    Io e Pablo sussultammo.
    Staccatoci, da quel fantastico 69, vidi Matteo e Claudio. I due erano, appena entrati in stanza e ci avevano beccati in flagrante.

    - Certo! Unitevi a noi.

    Disse, senza esitazione Pablo.

    Mati, non sembrava aspettasse altro. Si scaraventò sul ragazzo.
    Claudio si avvicinò, mise un mano dietro la mia nuca e mi portò il viso contro il suo paco.
    Le mie labbra strusciavano sul ruvido jeans, che il ragazzo indossava.
    La mia bocca veniva premuta in corrispondenza della sagoma del cazzo. Così percepivo la sua forma, dalla consistenza però doveva ancora indurirsi del tutto.

    - Mmmm quanto mi piace, questo cazzo!
    - Torna a succhiare da bravo.

    Pablo, con il suoi inconfondibile accento spagnolo, rimise in riga Matteo.
    Non potevo vederli ma solo sentire i commenti.
    Il secondo era in adorazione, del succulento pezzo di carne del primo.
    Cazzo, che era stato sottratto dalle mie cure.

    Ora però, ne avevo un alto a portata di mano. Il quale, non meritava di stare rinchiuso in quel stringente jeans.

    Posai le mani sui fianchi di Claudio, le feci scorre piano verso la patta.
    Il ragazzo capì cosa volevo fare e mollò la presa dalla mia nuca.
    Libero di muovermi, riuscii a aprire il bottone e a calare la zip. Con delicatezza portai le mani hai fianchi di Claudio e con un po' di forza spingevo verso il basso il jeans.
    Faticavo a farli scivolare giù. Credevo di esse un impedito, non si muovevano. Dopo qualche energica spinta, iniziarono lentamente a calare.
    Ruzzolo fuori, quasi improvvisamente il cazzo borzato di Claudio.
    I jeans erano cosi attillati che scivolò via anche l'intimo. L'odore d'uomo, che il suo cazzo emanava era eccezionale.

    Più potente di Pablo. Lo percepivo persino da sopra i pantaloni. Credevo, si trattaste di un postumo di Pablo, invece no.
    Inebriava la mente, tanto che non so come, lo presi in bocca e iniziai a succhiarlo.

    Avere il membro borzato di Claudio in bocca era fantastico, per due motivi:
    Il primo, più lo lavoravo e più lo sentito gonfiarsi e indurirsi.
    Il secondo, ne odoravo la irresistibile fragranza maschia.

    Non mi fermavo, continuavo a praticare un pompino, ero preso.
    Il suo pene, crebbe. Ora era duro ed eretto. Poteva essere stato sui 18cm.

    - Hooo siii. Succhiaaa vaii. Hooo!

    Era Claudio che mi incitava a continuare, mentre si lasciava andare a qualche gemito.

    - Haaaa dai contiuaaaa, bravooo

    Commenti simili, giungevano alle mie orecchie ma rivolti a Matteo.


    Sollevai lo sguardo, notai Claudio era estasiato, mentre con una mano si scosta la lunga frangia.
    I capelli di lui, sono castani e mossi. Li porta lunghi sulla frangia e poi sempre più corti sulla nuca. La lunga frangia, anche se tenuta di lato si scostava spesso, costringendolo a spostarla nuovamente con una passata di mano.


    Presi in mano il cazzo di Claudio. Sì, era sui 18cm senza dubbio.
    Lo strinsi nella mia mano, pulsava e la cappella si faceva più rosea.

    Affondai le narici nelle su grosse e pendetti palle, volevo inebriarmi della sua maschia fragranza.
    Riuscivo, con la lingua, ad accarezzare le sue palle nello stesso tempo.
    Lisce, rimbalzavano al mio passaggio da un'all'altra. Con la mano, praticavo una delicata sega a Claudio.


    Osservai Mati, era in ginocchio, si segava mentre spompinava Pablo.
    Quest'ultimo, era disteso sul letto che esalava piccoli gementi e incitamenti.

    Claudio mi toccò la spalla, lo guardai, mi fece un cenno con lo guardo.
    Cappi, voleva che mi alzassi.
    Diedi una profonda annusata e mi alzai.

    Sguardo fisso, nei suoi occhi marroni.
    Le sottili labbra si mossero:

    - Matteo, alzati anche tu?

    Mi voltai, il ragazzo eseguì, si alzò anche Pablo. I due poi si avvicinarono a noi.

    - Dai più vicini, abbracciamoci ragazzi! (Claudio)

    Ci trovavamo cosi stretti ad abbracciarci.
    Difronte avevo Claudio, sinistra Mati e alla destra Pablo.
    I nostri cazzi si strusciavano uno contro l'altro.
    Non erano i soli ad essere accarezzati. Le nostre mani, toccavano le schiene, le spalle dei altri, le mani e le braccia. Non capendo bene chi si toccava.
    A sfiorarsi tra loro, c'erano anche le punte delle nostre lingue.

    Rimanemmo, aggrovigliati cosi per un po'.

    Claudio, si stacco.
    Il ragazzo si spoglio, gettando alla rinfusa prima la felpa e per ultimi i calzetti.
    Il suo corpo, esile e glabro. Carnagione bianco latte, al minimo sforzo però li si arrosavano le guance.

    - Mati, dai spogliati anche tu?

    Il ragazzo, però era preso dal baciarsi con Pablo e non ascoltò l'amico.
    Claudio, si avvicinò ai due, prese Matteo per un braccio e lo trascinò a se e lo bacio.
    Non si limitò a questo, lentamente lo spogliava. Scivolo la zip della felpa, infilo una mano al disotto del indumento e sopra la spalla e con delicatezza lo levo, replico il procedimento sul lato opposto.
    La felpa di Mati penzolava dalle sue mani, il ragazzo con un gesto se la tolse.

    Non continuai a osservare.
    Pablo mi disse:

    - Riprendiamo dove ci hanno interrotto?

    Ci ristendemmo sul letto come in precedenza.
    Occupammo, le bocche con la cappella dell'altro, riprendendo il 69 interrotto.
    Ora percepivo anche la saliva di Matteo, che se lo succhiava fino a un attimo fa.

    Il letto, si mosse e poi sentì appoggiarmi qualcosa sulla schiena, poi sulla guancia.
    L'odore era inconfondibile, Claudio.
    Apri gli occhi, si era posto sopra di me e con la cappella mi toccava la guancia.
    Vicino a me trovai anche il volto di Mati, lascai a lui il cazzo di Pablo e io mi presi quello di Claudio.


    Eravamo un po' stretti ma ci stavamo divertendo, nel dare e ricevere piacere.


    Cambiammo posizione.
    Io e Pablo ci stendemmo, lungo il letto.
    Sopra di me sali Claudio e Matteo sormontò l'altro. In quella posizione, succhiavo meglio l'odoroso e grosso cazzo, mentre con le mano destra accarezzavo e mungevo le glabre pendenti palle di lui.
    Claudio invece mi dilato le natiche con le mani e iniziò a leccarmi l'orlo del buco con la punta della lingua. Praticava giri in senso orario e anti orario, alterandoli con piccoli bacetti.

    Probabile, che un trattamento simile lo stesse ricevendo pure Mati.
    I suoi gemiti, strozzati dal succhiare il cazzo di Pablo me lo lasciavano intuire.

    Ci fu un altro cambio, io ero sempre disteso. Ma sopra di me arrivò Mati. Io inizialmente succhiavo la su cappella, poi scivolai sempre più verso le sue palle. L'asta di Matteo era pelosa, come pube e palle, sentivo i peli solleticarmi la lingua mentre procedevo la pompa.

    Il mio buon amico, trattava sapientemente il mio cazzo. Sapevamo entrambi dove andare a tastare, ci conoscevamo bene.


    Decisi, che dovevo cambiare. Ero rapito dal succhiare, però volevo altro.
    Allargai le chiappe di lui e iniziai a solleticare l'ano con la punta della lingua.

    - Mmmm mmmm

    I suoi gemiti, soffocati dalla pompa che mi praticava. Per me era un ottimo complimento, lo tastavo nei punti giusti.

    Osservai Pablo, steso al mio fianco, si faceva inumidire il buco dalla morbida lingua di Claudio.
    Mentre lui lo spompinava, con risucchiate rapide e decisi.

    Tornai a concentrami, sul culo di Matteo, il quale in precedenza era sta inumidito da Pablo. Ne percepivo il retro gusto.
    Con la punta della lingua, picchiettavo il buco, nel quale ci entrava benissimo e senza fatica.

    Ero, eccitatissimo dalla situazione.
    Il mio corpo fremeva.

    Mati, era in estasi, però a lui basta pochissimo per non capire più nulla.

    Mi godevo perfettamente il momento.



    Senti muoversi il letto, però non mi persi a vedere che accadeva.
    Continuavo il mio lavoretto, alterando leccata di culo a succhiate di cazzo.

    Matteo spompinavà soltanto, la cosa mi andava benissimo.

    Qualcosa di seghettato mi tocco il dorso della mano, guardai, un profilattico. Seguì il braccio, dai lunghi radi e fini peli neri, capii essere Pablo.
    Infatti era lui.

    - Con questo vi divertirete meglio! (Pablo)

    Matteo fece uscire il mio cazzo dalla bocca, lo prese in mano e guardando a cosa si riferiva Pablo aggiunse:

    - Dai Luca, facciamolo!
    - Ok!

    Presi il preservativo.
    Mi sentivo un po' un impedito, facendo poco l'attivo per me è sempre un litigio indossarlo. Anche l'aver osservato Claudio indossarlo, non servi molto. Alla fine però ci riuscii.

    Mati, steso al fianco di Pablo. Quest'ultimo, dietro di lui c'era Claudio che strusciava la cappella sul buco del ragazzo.

    - Forza Luca, che diamo il primo colpo insieme.

    Mi avvicinai a Matteo, feci qualche carezza al buco pure io.

    - Luca al mio zero, un colpo secco. ( Claudio)
    - Certo! ( Io)
    - Dai Luca, lo voglio tutto in un colpo! (Mati)
    - No, no. Vacci piano Claudio, lo prendo poco, mi faresti male. (Pablo)
    - Ti ho insalivato bene, hai il culo che è come il burro. (Claudio)

    Brevi incitamenti e rassicurazioni, con qualche menata di cazzo, per non farli perdere l'erezione.

    - Cinque, quattro, tre
    - Haaaaaa Haaaaaa
    - Mmmmmmm Mmmm

    Claudio mi fece l'occhiolino, attirata la mia attenzione, sollevo il palmo destro in aria e mi mimò il movimento dell'inculata.
    Compreso cosa volesse fare, gli feci un occhiolino e prima che dica due, gli avevamo inculati con un colpo secco entrambi.

    - Due

    Io e Claudio, ci lasciamo a una piccola risatina.

    Poi ci concentrammo sul inculare a pecora i nostri amici, che gemevano di piacere sotto i nostri colpi.

    - Mmmm Mmmmmmmmm
    -Aaaaaaah Aaaah
    - Mmmmmmmmmm Mmm
    -Aaaaah Aaaaaaaaaaah

    Sentivo il mio fiato, farsi più corto.
    Affondavo i miei 14cm nel confortevole culo di Mati, mentre tenevo aperte le sue natiche con le mani.
    I suoi gemiti erano un incitamento ad affondare con più foga.

    Claudio, più stantuffa il culo di Pablo e più il suo volto si arrosava, con i capelli che continuavano ad andargli davanti hai occhi però non si preoccupava di spostarli.
    Vidi Pablo, sollevarsi dal letto senza che Claudio si staccasse da lui. Anzi quest'ultimo lo teneva per i fianchi. Prese uno dei profilattici, che aveva buttato sul letto e lo indossò.
    Si staccarono.

    Pablo vene dietro di me.
    Aiutato da Claudio che con il volto sopra le mie allargò, Pablo sputò sul mio buco e spalmò con le dita la saliva. Poi indirizzò la cappella e tac la insinuo nel mio culo.

    - Aaaaaah

    Un breve sussulto, nel sentire la cappella di Pablo, insinuarsi nel mio culo.
    Claudio, sputò sopra il cazzo di Pablo e poco vicino al mio buco.

    Io davo il ritmo, inculavo Matteo e lo prendevo a mia volta dall'altro ragazzo.

    Claudio dopo un po' si alzò, per mettersi dietro al amico. Con ancora addosso il profilattico, era pronto per tornare a inculare Pablo.
    Io mi ero fermato dal movimento, avanti e indietro, che stava dando piacere a tutti i coinvolti.
    Per agevolare l'arrivo di Claudio inoltre mi ero steso sopra alla schiena di Matteo. Si inarcò, verso di me pure chi mi stava penetrando.

    - Aaaah ahh

    Questo, fu' il segnale sonoro. Un tremolio quello tattile. Caudio, aveva nuovamente inculato Pablo.
    Da come mi teneva, era però Pablo a dettare il ritmo del inculata.
    Con il suo dolce andirivieni, la grossa cappella, si insinuava dentro di me provocandomi piccoli spasmi di piacere. Li scaricavo nel inculare e strusciandomi sulla schiena del mio amico.

    Il calore del corpo di Matteo era sorprendete, ogni volta mi stupiva da quanto potesse essere utile per scaldarsi e in quel momento era eccitantissimo.

    Il tutto si fermò, Pablo volle fare cambio con me.
    Nuovi profilattici e via.
    Ora ero io che dettavo il movimento, ero dolce proprio come lo era stato Pablo.
    Insinuavo i mie 14 cm nel suo culo, era stretto rispetto a quello di Mati. Anche se, il grosso cazzo di Claudio lo aveva allargato, cosi da facilitare la mia strada.
    Ora a prendere il grande cazzo di Claudio ero io, 18 cm che mi scorrevano nel culo a mio comando.
    Non li prendevo tutti però, ne assaporavo una piccola parte.

    Ero, cosi preso eccitato e anche sudato.
    La situazione, era cosi movimenta e calda che non ero il solo a essere traslucido per il sudore.
    Il ragazzo dietro di me, mi leccava il collo cosi facendo assaporava anche il mio sudore.

    Claudio, mi fece un cenno, cosi tolsi il mio cazzo dal stretto culo di Pablo e lo appoggia sopra le sue chiappe.

    - Mmmm M M M Mmmm M M M M

    I gemiti, del mio amico mi fecero capire che Pablo iniziò a darci dentro.
    Nel infilare avanti e in dietro il suo grosso e lungo cazzo, che a vista mi sembrava sui 20cm ma realisticamente saranno stati di meno, credo anche lui sui 18. Più piccolo ma mica di poco.

    Anche nel mio culo ora, entravano e uscivano tutti i 18 cm di Claudio che sapientemente si muoveva fuori e dentro. Le grosse e pendenti palle di lui sbattevano contro di me, quasi toccando le mie.

    -Wow, ragazzi! (Claudio)
    - Mmmmmm (Mati)
    - Fantastico, però ci sono ( Pablo)
    - Mmm MM mmmmm (Mati)
    - Pure io! ( Io)
    - Mmmmm MMMMMM Mmmmm (Mati)
    - Se ci siete tutti, vedo di concludere pure io! ( Claudio)
    - Mmmmmm Siiiì mmmmm Daiiiì mmm Sboooo oooo raaaa ttteeee miiii aaaaa addoooo sooooo (Mati)

    Cosi, le inculate finirono.
    I profilatici volarono via.
    E Mati si mise a terra, noi ci mettemmo attorno al ragazzo, mentre si masturbava.
    Anche noi praticavamo una sega, con la mano destra il cazzo di quello vicino. Io segavo, quello di Claudio lui a Pablo e quest'ultimo a me.

    Il 18 cm che tenevo tra le mano, rilasciavano il loro inconfondibile profumo mentre il pezzo di carne maschia iniziava a pulsarmi sempre più tra le mani e la cappella di lui si faceva rossa.

    I miei 14 cm, pulsavano sempre più e fu' un attimo che dieci possenti schizzi colpirono il petto di Mati.
    Non era un record per me, però la situazione mi aveva preso tantissimo che mi stupì del risultato comunque.

    - Aaaaah aaaaah ooooraaaa! Aaaaaah aaaaah! Aaaaaaa (Pablo)

    Che con otto schizzi, colpi il petto e la spalla destra di Matteo.

    - Farcitimi di sborra, che mi piace! (Mati)

    Dopo poco anche lui, venne rilasciano quattro schizzi che li colpirono l'addome.

    Claudio, con un fremito che pervase tutto il suo corpo sborrò per ultimo. Inondando Matteo con quattrodici schizzi, i suoi furono i più bianchi e densi di tutti.
    un ultima goccia, sbrodolo sulla mia mano.
    La ripulì, strusciandola sulle palle del ragazzo.
    Lui mi guardò, si avvicino e mi bacio. Senti l'umida cappella di sborra accarezzarmi
    la pancia. Il mio cazzo già floscio si strusciò sulla sua coscia.

    Staccata la sua lingua dalla mia bocca disse:

    - Ripetiamo!
    - No. Devo riprendere fiato ( Pablo)

    Io mi ero diretto ai miei pantaloni, presi il cellulare e fotografai Matteo, con il petto caramellato di sborra.

    - Voi?

    Disse Claudio, con aria speranzosa rivolgendosi a me e Mati.
    Il quale con dei fazzoletti stava pulendo lui e il pavimento.

    - Cer... (Mati)
    - Per me e Matteo, sarà un piacere ma un altra volta. Ora dobbiamo parlare in privato. (Io)
    - Ok ( Claudio)

    Il ragazzo mi sembrò deluso, mi dispiaceva pure. Però, se continuavamo cosi non avrei parlato con Matteo.



    Capitolo 12

    Edited by Jak-91 - 25/9/2019, 16:08
     
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