Quel ragazzino sfuggente

Quinta parte

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    Crescere significa anche assumerci la responsabilità delle nostre scelte e dei nostri errori. Ma crescere significa anche puntare a migliorare ogni giorno, fosse anche di poco...

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    Scusate se ho lasciato la mia "opera" incompiuta, ora posterò il seguito per chi gradisse leggerlo. Spero vi piaccia...

    Vi lascio anche le parti precedenti!
    PRIMA PARTE
    SECONDA PARTE
    TERZA PARTE
    QUARTA PARTE



    Ora ecco a voi la quinta... Buona lettura. :lol:


    All'improvvisso i miei pensieri furono interrotti dal suono del campanello. Tentai di riordinare i miei pensieri, per quanto ci potessi riuscire. Scesi giù per le scale e aprii la porta.



    Aprii entusiasta la porta e subito riconobbi i capelli che apparvero ai miei occhi. Poi solo dolore.

    In un attimo mi trovai a terra, con la pelle a contatto con il freddo pavimento che inquesta occasione sembrava ghiaccio siberiano.

    Dopo il dolore e il freddo la prima cosa che sentii fu la porta chiudersi con un tonfo. Una sagoma ai miei piedi.

    In pochi secondi tornai di nuovo lucido e incominciai a comprendere la situazione in cui mi trovavo. Mi aveva preso alla sprovvista e in aggiunta io non avevo mai fatto a botte prima d’ora.

    La cosa però non mi impedì in quel momento di reagire. Tirai un calcio, forse a vuoto, ma lo tirai e con mia grande gioia colpii qualcosa o meglio, qualcuno. Velocemente mi rialzai in piedi e senza tante paranoie gli tirai un secondo calcio mentre lui era ancora concentrato sul dolore del primo.

    Non ebbe l’effetto desiderato: questa volta era consapevole di cosa avrei potuto fare e fermò abbastanza facilmente la mia gamba. In men che non si dica mi ritrovai di nuovo a terra e questa volta avevo un peso addosso. Era su di me e mi teneva i polsi incollati a terra perchè non mi potessi muovere.


    “Chi sei?!” la domanda mi esce spontanea, non che la risposta potesse cambiare la situazione in cui mi trovavo.

    Tutto quello che ottenni fu solo un ghigno o una specie di grugnito, non so, e subito dopo un pugno in pieno volto. Incominciai a respirare più affannosamente, ero in iperventilazione. Ero scosso. Ero in panico. Non sapevo cosa stesse succedendo e avevo paura.

    “Lascia stare mio fratello...”

    La voce che sentii era ferma, tranquilla ma allo stesso tempo autorevole. Non sembrava alterato dalla situazione in cui eravamo, poteva essere una persona qualsiasi che mi chiedeva un’informazione per strada.

    Sentii nuovamente la porta chiudersi, questa volta più delicatamente. Poi il più completo silenzio infranto solo da qualche singhiozzo che non riuscii a trattenere.

    Rimasi a terra ancora per qualche minuto, penso.

    Poi, ancora scosso, tra un singhiozzo e l’altro, mi rialzai, chiusi la porta a chiave e tornai di sopra, in camera mia. In quel momento era il posto più sicuro che potessi trovare o così mi sembrava e la porta chiusa a chiave beh, non cambiava molto visto che per entare si doveva aprire con una chiave o dall’interno ma anche quel gesto mi dette un po’ di sicurezza in più.

    Mi coricai nel letto, afflitto e tempestato di pensieri: non sapevo chi quella persona potesse essere, tanto meno suo fratello! Cosa potevo aver fatto, a chi avevo fatto un torto in quel piccolo paese dove conoscevo tutti? Ho sempre avuto un buon rapporto con tutti, non mi sembrava di aver fatto nulla di male.

    Tante domande, molta insicurezza e nessuna risposta. Poi di nuovo il suono del campanello. Cadetti nuovamente in panico, di nuovo non riuscivo a respirare bene, ero nuovamente affannato e avevo il terrore al solo pensiero di dover scendere nuovamente ad aprire quella porta. Pensai di non fare nulla e rimanere tranquillo nel mio letto, nel mio nido sicuro.

    Non potevo. Magari era qualcosa di importante, magari era successo qualcosa o magari potevano essere altre botte, un altro brutto episodio che non volevo provare nuovamente sulla mia pelle.

    Alla fine, dopo un lungo e profondo sospiro, decisi di scendere.

    Il campanello suonò di nuovo.
    Nel frattempo io avevo già raggiunto le scale e stavo scendendo al piano inferiore. Arrivai davanti alla porta. Un altro sospiro e aprii. Era lui questa volta! Alla sua vista ricomincia a singhiozzare e cadetti tra le sue braccia, alla ricerca di un abbraccio di supporto di una persona a me vicina, alla ricerca di sicurezza. Domenico non fece domande e semplicemente mi cinse a se. Ora stavo bene, avevo lui accanto a me. Era arrivato a salvarmi, come un faro nel mezzo di una tempesta.

    Dopo quella che a me parve una piacevole eternità mi sciolsi dall’abbraccio e lo feci entrare.

    Salimmo al piano superiore entrambi in silenzio, non aveva ancora detto una parola e io nemmeno. Nell’aria percepivo un non so che di imbarazzante e a quel punto decisi di rompere il silenzio.

    “Scusa per l’abbr....”
    Non ebbi il tempo di finire la frase perchè mi interruppe prima: mi stava baciando.

    Ancora una volta ero stato colto di sorpresa. All’inizio non lo rifiutai e ricambia con molto piacere ma poi un pensiero mi fulminò la mente e lo spinsi via, lontano da me.

    Mi guardò con uno sguardo cupo, spento, pieno di delusione, penso. I suoi bellissimi occhi mi rapirono, come il giorno prima, in quel vuoto infinito che sembravano racchiudere. Mi sentii quasi di nuovo perso e non solo per il suo sguardo, non era solo per come mi stava guardando.

    Dopotutto, non avevo mai baciato un ragazzo prima di allora, non avevo mai nemmeno pensato alla possibilità di poterlo fare. Ero nuovamente in un vortice di pensieri che ormai non riuscivo nemmeno più a distinguere: pensavo a cosa i miei genitori avrebbero potuto pensare, a come avrebbero potuto reagire, a cosa avrebbero potuto fare. Per non parlare poi dei miei amici! Cosa avrebbero pensato loro invece? Li avrei persi tutti? Alcuni li conosco sin dalle elementari, altri addirittura dall’asilo. Con loro sono cresciuto, non potevo nemmeno immaginare che esistesse la possibilità di perderli. E poi io? Cosa volevo? Cosa stavo facendo? Perchè lo stavo facendo? Non avevo nuovamente alcuna risposta e le emozioni si contorcevano dentro di me, rigirandomi lo stomaco.

    Senza che me ne accorgessi Domenico si stava avvicinando a me, di nuovo per baciarmi.

    Non feci nulla questa volta. Rimasi li fermo e accettai quel bacio che mi svuotò la mente e ricambiai con ardore mentre lo abbracciavo e toccavo il suo corpo.
    Ero preso da una strana foga, un istinto che non riuscivo a frenare e che mi attraeva a lui. Non avevo nessun altro pensiero in testa se non quello di stare accanto a lui, di abbracciarlo, di baciarlo e di non lasciare che si potesse allontare più da me.














    TO BE CONTINUED...



    Edited by Elchicoloco - 16/6/2014, 19:24
     
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    FIGO GAY

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    Stupendo dopo 2 anni fantastico continua ora non lasciarci più nell'oblio continua!!!!!!
     
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    ahahaha scusate!! :gnamgnam.png: :gnamgnam.png: :gnamgnam.png: vmq non sono proprio due anni dai! XD nel fine settimana dovrei pubblicare il resto... sperooo!
     
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    Ehi! ce l'ho fatta!! (diaciamo)
    di seguito il "continuo" de 'Il ragazzino sfuggente'

    ciaooo

    QUI
     
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3 replies since 23/1/2014, 23:41   3471 views
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