Gay Boys Reloaded

Posts written by Gotico74

  1. .
    Musica dei Dire Straits, la colonna sonora di quella notte fu questa: Sultans of the swing

    Ci eravamo conosciuti per chat e subito piaciuti. Lui un ragazzo snello, piccolino, capelli un pò ricci, biondo-ramati, gli occhi verdi. Dall'aspetto un inglesino, ma viveva in una di quelle località del Sud (nel Cilento), paesini di pescatori molto graziosi. Io ero lì per lavoro e lo raggiunsi nella notte.

    Salì in macchina e mi sorrise. Fu facile trovare il posto per liberare tutti i nostri istinti. Era inverno e il paesino era avvolto nella notte e nel vento. Molte case che si riempivano soltanto durante le vacanze d'estate erano disabitate. Ci diriggemmo verso il porticciolo, andammo oltre verso un punto a picco sul mare, dopo il fondo male asfaltato si mescolava a sabbia e grosse pietre. Lì la macchina di una coppietta era già appartata, un'altra macchina di uno stanco guardone di provincia girava alla ricerca di qualche emozione visiva.
    Puntai la macchina verso il mare e accesi le luci per godermi lo spettacolo del suo corpo di diciottenne che si denudava. Lui prevedibilmente mi chiese di spegnere la luce per continuare ad essere avvolto dal pudore dell'oscurità. Ma a parte questo, e a parte il freno a mano, non ci furono altri freni al libero sfogo del sesso.

    Lui si chinò su di me, e fece massicciamente crescere il mio pene nella sua bocca. Sapeva succhiare senza mordere, io affondavo le mie mani nei suoi ricci con un compiaciuto senso di possesso.

    La mia mano lentamente scivolava sui suoi glutei, schiaffeggiava la natica, si insinuava nel buco. Gli ordinai di girarsi e mettersi a quattro zampe: la gamba destra sul sedile del guidatore, la gamba sinistra sull'altro sedile. La macchina era abbastanza larga e i sedili completamente reclinati creavano una confortevole alcova.

    Senza troppe premure spinsi il membro nel suo culetto. Ahiiiii!
    Va bene, rallentai la penetrazione, graduandola centimetro dopo centimetro fin quando fui tutto dentro di lui. Reggeva bene all'urto e allora strinsi con le dita i suoi capezzoli,morsi il suo orecchio e il collo.
    Spinsi sempre più forte.

    Al suo primo stancarsi, approfittai per cambiare posizione e cominciare il secondo tempo. Lo misi a pancia all'aria, le sue gambe sulle mie spalle. Era piccolo grazioso e maneggevole. Delizioso il suo sorriso. Lo penetrai così guardandolo negli occhi. Con una piccola contorsione potei baciare la pianta dei suoi piedi e leccargli l'alluce.

    Anisamava lui e ansimavo anche io, quando una forte scarica di sperma invase il profilattico e venni mentre continuavo ancora a penetrarlo fin quando la verga conservava la durezza. Intanto lui era venuto garbatamente sul suo pancino.

    Ci rivestimmo, promettendoci un secondo incontro. Mentre le stelle brillavano forti e il vento soffiava sul mare d'inverno. Con cautela lo riaccompagnai al posto che mi aveva indicato evitando che i paesani si accorgessero della sua discesa da una grande macchina nera.

    Poi la macchina nera partì veloce. Vero, superava abbondantemente i limiti di velocità di quella costa tra Casalvelino, Ascea e Pisciotta.
    Correva nella notte e la colonna sonora era Sultans of the Swing.

    Lui somigliava al chitarrista biondo degli Strits
  2. .

    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    E riprendiamo il discorso dove l’avevamo lasciato (vedi parte I: https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=58676096 ) : nella stanza d’albergo con lo studente liceale in gita. Un ragazzo biondo con il viso simpatico e il corpo agile; la sua pelle bianca emanava un profumo acqua e sapone, ma il suo culo sodo si muoveva a cercare il piacere più profondo, quello che solo un maschio maturo dotato può dare.

    Ero sopra di lui in quella stanza d’albergo. Lui era steso lungo sul letto io avevo sparso abbondante lubrificante, ma il pene faticava ad entrare tutto nella galleria dell’amore. Lui gemeva ed era ancora più il dolore che non il piacere.
    Necessario dunque cambiare posizione. Il ragazzo si pone a quattro zampe sul letto, io gli appoggio delicatamente la mano sui fianchi e cerco di prolungare il più possibile i tempi della penetrazione: il pene entra lentamente centimetro dopo centimetro. Adesso il dolore è più sopportabile i sospiri di piacere cominciano ad essere più frequenti, qualche gridolino di dolore solo ogni tanto, quando – risvegliandosi in me l’istinto primordiale del maschio – affondo qualche colpo più brutale e diretto, senza alcuna compassione per la delicatezza del giovanissimo partner.

    “Ah, a proposito – fa lui – non ho 18 anni come ho detto alla reception dell’albergo, ne ho 17”.

    Lo guardo, affondo il mio viso nei suoi occhi azzurri efebici e a quel punto l’anagrafe non ha più alcuna importanza.

    La mia carne dura a questo punto si è amalgamata con la sua carne soda. Posso aumentare il ritmo. Con la mano gli accarezzo tutta la schiena, scendo verso il fondoschiena spingendolo in basso, quindi tiro i suoi glutei verso di me per una penetrazione più profonda possibile.

    Ora è il momento di godere, in tutte le posizioni, con tutta la fantasia.
    Mi stendo sul letto e lui si mette a cavalcioni su di me. Il suo culetto bianco scende sul mio palo, il suo viso è rivolto verso di me, quindi con la mano posso accarezzargli i capezzoli, scendere verso il suo pisello che ballonzola come un puledrino senza freno.
    Gli dico di girarsi: ora lui è impalato su di me, ma mi volge le spalle.
    Lo spettacolo meraviglioso dei suoi glutei adolescenziali mi rapisce. Non resisto alla tentazione: piazzo tre sonori schiaffoni sulle chiappe. Uno a destra, uno a sinistra e ancora uno a destra. Poi delicatamente gli accarezzo i piedini mentre lui si impegna a fare su e giù sul mio pene.

    Ora lo voglio di nuovo sotto di me. Lui mi asseconda nei movimenti io gli accarezzo i bei capelli biondi.

    A un certo punto mi ricordo che c’è un terzo personaggio in commedia. È il portiere d’albergo, simpatica vecchia zia, che da quando ci ha visti ha desiderato partecipare sia pure da spettatore al nostro amplesso.
    Dopo averci portato in camera, temporeggiava per vedere se cominciavamo a scioglierci ed io senza alcun pudore avevo messo la mano sul culetto del ragazzo, gli avevo abbassato la tuta e gli avevo detto: guarda che bel culo ha questo ragazzo.
    Poi lui era andato a prenderci gli asciugamani, lasciando maliziosamente la porta socchiusa ed io – per accontentare il guardone – avevo spinto in basso le spalle del ragazzo in modo che cadesse in ginocchio e sbottonando il pantalone gli avevo messo in bocca il pene che subito si era gonfiato tra le sue labbra.
    Fu così che ci trovò il guardone: il ragazzo in ginocchio che succhiava e io che affondavo la mano sinistra nei suoi cappelli lisci e con la mano destra gli premevo la nuca o gli accarezzavo l’orecchio.
    Avrebbe voluto assistere sin da subito al nostro amplesso e per tutta la sua durata, ma io dopo esserci spogliati e messi sul letto gli avevo detto: dai esci e lasciaci godere la nostra intimità, poi ti chiameremo e potrai vedere tutto…


    E così è stato. Dopo aver goduto per un bel po’ nel corpo del ragazzo, decido di incominciare il divertente gioco dell’esibizionismo.

    “Vai, va a chiamare il portiere…” gli dico

    E Raffaello, così si chiama il ragazzo milanese, si alza dal letto e mi sorprende per la sua assoluta innocenza… senza coprirsi, senza rinunciare a nulla della sua nudità apre la porta e si avvia nel corridoio buio dell’albergo del sesso.
    I suoi piedini scalzi calcano la moquette, i suoi glutei si muovono rapidi, ed ecco che appare come un angelo biondo davanti al portiere che strabuzza gli occhi.
    In un attimo sono nella stanza: il biondino senza pudore e il vecchio satiro alle sue spalle.

    Io mi godo la scena seduto sul ciglio del letto, Raffaello si accoccola tra le mie braccia sedendosi sulle mie gambe. Il portiere si inginocchia e per qualche secondo succhia il pene del ragazzo.

    Ma presto capisco quale è il desiderio più profondo del guardone: è quello di sapere, di carpire le emozioni del ragazzo passivo, quasi per immedesimarsi nella sua posizione, nel suo ruolo, nella sua età, nel suo doloroso piacere.
    Ed è così che quando lui è di nuovo steso sotto di me e io torno a penetrarlo facendo violenza al suo culetto che si era un pochino richiuso, il guardone comincia a tempestare il ragazzo di domande:

    “Ti piace? Lo senti? Lo senti forte? E ti sta facendo male?”

    A me pareva surreale che il ragazzino dovesse subire questa interrogatorio mentre io lo stantuffavo forte. E lui prendendo fiato tra una botta e l’altra trovava la forza di rispondere a monosillabi. E poi dicono che i ragazzi di oggi sono maleducati!

    Al vertice della passione non ci fu più spazio per domande e per risposte. Sentendo che lo champagne stava uscendo dalla bottiglia, estrassi il pene dal culetto del ragazzo, sfilai il profilattico e postomi sul corpo del baby lasciai esplodere l’eiaculazione sul petto, sul collo, sul viso, sui biondi capelli del mio amore in gita scolastica.

    Soddisfazione completa. Pace. Nettarsi di tutto quel latte vischioso. Quindi un abbraccio rilassato tra di noi.

    Il guardone era uscito al momento della conclusione del rapporto. Aveva visto il suo film, senza neppure pagare il biglietto.

    Il mio pene era ormai estenuato dalla prova eppure mentre accarezzavo il culetto meraviglioso di Raffale, pure riprese un medio turgore e quella larghezza che – fortuna mia - lo contraddistingue. Lo appoggio al culo per un rapido, caldissimo contatto a pelle e gli dico:

    “Adesso non è più duro come prima?”

    Lui carinissimo risponde: “No, no, lo sento, lo sento”.

    Il portiere rientra in camera e ci trova di nuovo così: lui a quattro zampe, io abbandonato su di lui, come un cavaliere che dopo una lunga cavalcata si addormenti sicuro in groppa al suo fidato cavallo.

    Ma ormai è tempo di saluti.

    Vedo lo splendido liceale rivestirsi, sotto gli occhi ancora voluttuosi del portiere guardone.
    Scendiamo le scale dell’albergo ad ore per raggiungere rapidamente in macchina l’albergo dove alloggia il ragazzo con la sua scuola in gita napoletana.

    Mentre scende dalla macchina per intrufolarsi furtivamente nel suo albergo guardo con struggimento la sua figura che svolazza nell’aria dolce della primavera napoletana come un piccolo Mercurio, creatura alata.
  3. .
    hahah l'è de Milaan
  4. .
    "-Quanto è largo?- chiesi -quattordici centimetri l'ho misurato col metro da sarta- disse ridendo. Basta amavo questo ragazzo"

    questa frase è top :lol:
  5. .
    sei credente, ma non praticante....


    se fossimo vicini mi offrirei per il rito di iniziazione
  6. .
    in verità anche fare la parte dell'attivo è stato abbastanza interessante...
  7. .
    più che il seguito ci vorrebbe un prequel
    dai ci racconti come è che ti sei fatto questi scopamichetti la prima volta?
  8. .
    hahah solo ricevuto in dono dalla natura una grossa dotazione :lol:
  9. .
    accetto pienamente il consiglio, hai ragione

    ho di tempo la seconda parte per recuperare...

    nel frattempo scrivo al twink per sapere cosa ha provato :lol: :lol: :lol: :lol:
  10. .

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    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
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    "Questo è un racconto di fantasia. Ogni riferimento a persone, cose o fatti realmente accaduti è puramente casuale".

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    È un lunedì pomeriggio e in un intervallo di lavoro accendo planetromeo per vedere le novità. Tra i nuovi profili scorgo quello di un ragazzo di 18 anni: alto snello, capelli biondi, ha la faccia di un adolescente inglese o comunque di un twink nordeuropeo.
    Non perdo tempo e lo contatto con una frase molto esplicita: “ciao bello ti va incontro”, e gli mostro le mie foto consuete: una in camicia e cravatta; un paio di foto del mio pene abbastanza robusto; un’altra foto in cui si vede un ragazzo che si impala sopra di me nella posizione del cow boy o meglio: si vedono le natiche sode e tonde mentre si infilzano sul mio palo.
    Il boy rimane impressionato dalla sagoma xxl del mio pene e mi chiede quanti centimetri è. Nello stesso tempo mi manda le sue foto xxx: il suo culetto sodo, paffuto, senza peli, bianchissimo. Bel culetto di diciottenne che evidentemente già ha avuto le sue esperienze. In una foto lui è piegato a novanta gradi su una scrivania; in un’altra è steso in una vasca da bagno, il culo in bella evidenza, le gambe sollevate, i talloni all’aria.

    Mi dice che è uno studente. È di Milano. Ma il giorno dopo sarà a Napoli in gita con la scuola e che tra un museo, una chiesa e una visita guidata nel centro di Napoli vorrebbe anche fare sesso.
    La cosa risulta da subito difficile: uno studente gay che vuole fare sesso in gita è sempre un po’ come un carcerato che cerca l’occasione buona per evadere. L’occasione può venire o non venire. Ma il gioco vale la candela e bisogna essere pronti a coglierla al volo.
    Ci scambiamo numero di whatsapp ma sinceramente non penso che la cosa sia realisticamente fattibile. Ricordo le mie gite di tanti anni fa, quando i professori ci marcavano a vista e il programma era rigidamente determinato…

    E infatti, come volevasi dimostrare, il giorno dopo il bravo studente mi scrive su whatsapp dicendomi che non ci sono molte possibilità di incontro. Va bene, nel frattempo mi aveva contattato un mio ex partner: era tanto tempo che non lo rivedevo e mi invita a casa sua. L’incontro è piacevole, lui è molto simpatico e garbato, mi offre anche una pizza, ma non scatta più come ai vecchi tempi la scintilla dell’attrazione erotica, “l’amore che strappa i capelli” per dirla con una canzone di De Andrè.
    Tutto sommato contento per una serata con un vecchio amico che si è conclusa con un pompino, qualche altra pomiciata e un’ottima pizza napoletana me ne ritorno a casa verso le dieci e mezzo. Ma mentre sono in strada non rinuncio a dare una sbirciatina su grindr. Contatto un ragazzo… non l’avevo riconosciuto, ma lui mi dice: guarda, sono lo studente milanese. Sono in albergo.

    - Non puoi tentare di uscire dall’albergo? Posso passarti a prendere e ti porto in un posto sicuro dove finalmente possiamo fare sesso.

    - Guarda è ancora presto, ci sono i prof che ci controllano. Magari verso mezzanotte posso uscire.

    - Va bene, posso aspettarti. Ma dimmi dove sei con l’albergo?

    Mi manda la posizione su whatsapp e mi avvicino all’albergo. Mi posiziono con la macchina proprio nella piazza antistante l’albergo.

    - We allora puoi?

    - Guarda i professori sono piazzati davanti alla hall dell’albergo. Ma…

    - Ma?

    - Provo ad uscire dall’uscita di emergenza.

    - Perfetto!

    Che fessacchiotti questi prof del terzo millennio che passano la nottata a sorvegliare l’uscita principale dell’albergo, mentre i ragazzini birichini di 18 anni scappano dalle uscite di emergenza, volano verso la notte napoletana. Verso una notte di sesso con uno sconosciuto quarantaduenne beccato poche ore prima in chat.

    Raffaello (si chiama così il ragazzo, nome da angioletto) esce e mi appare subito nella sua bellezza nordica. Alto, snello, sportivo. Il ciuffo biondo, gli occhi chiari. Sorriso accattivante. Sale in macchina con assoluta disinvoltura. Ci sorridiamo: pregusto il sesso di mezzanotte con lo studente in fuga.

    Corre la mia macchina verso il mio alberghetto di fiducia. Già in macchina sbottono la patta e lui sente crescere il mio uccellino nel nido delle sue mani. Quando è diventato palo lui si china e mi fa una pompa mentre la mia macchina corre per le strade di Napoli insolitamente vuote. E’ mezzanotte.

    Ci avviciniamo all’albergo. Gruppetti di africani parlano e ridono. In una macchina una donna (o un trans?) solleva e abbassa freneticamente la testa per un pompino.
    Busso al citofono dell’albergo a ore e si affaccia dalla finestra il consueto signore della reception: un tipo gentile e un po’ gaio, con capelli bianchi e la pancetta. Mentre salgo le scale gli dico che ho sempre avuto il sospetto che il receptionist dell’albergo fosse finocchio e che guardasse i partner che portavo col segreto desiderio di vedere cosa facessimo in camera. Mentre penso questo un’idea mi balena nella mente.

    Saliamo al piano della pensioncina. Pago per la camera. Quindi il signore ci accompagna alla stanza ventisei.

    Entriamo in camera e lui indugia. Io a quel punto dico: guarda che bel ragazzino ho portato? E affondo la mano nella tuta del ragazzo. Sento un culo fresco e caldo. Sodo e paffuto. Il mio cazzo ormai non ci sta più nei pantaloni, tiro fuori il palo e lui con assoluta disinvoltura si siede sul letto e affoga tutto nella sua bocca.

    Il signore dell’albergo guarda con gli occhi di fuori. Gli faccio capire che se vuole tra qualche minuto, dopo un primo tempo di intimità tra noi, lui può godersi lo spettacolo. Per natura sono esibizionista e il ragazzo non è un timido….

    Il signore esce (ma probabilmente rimane dietro la porta a origliare) ora siamo soli, su un letto davanti a un grande armadio con specchio. Lo spoglio rapidamente. Lui si stende. Gli prendo il piede e lo bacio, gli succhio l’alluce. Quindi pongo il mio pene tra i suoi due piedi e mi faccio fare una sega con i piedi.

    Lo bacio profondamente. Il suo corpo bianco, fresco, formoso è in mio assoluto possesso. Sento il suo odore sotto le ascelle: pulitissimo e profumato. Succhio il suo capezzolo e mi faccio ancora succhiare il pene.

    Però basta petting! Lo giro e affondo le mia labbra nel suo culo senza peli. La mia lingua entra e bagna il suo santuario divino.

    Metto il profilattico e pianto il mio palo tre le sue due colline. Ma è troppo largo, un fremito attraversa le sue membra in un attimo di sofferenza. La saliva non basta a lubrificare e allora spremo abbondante liquido di lubrificante nel solco delle sue natiche…


    1. continua

    Edited by Gotico74 - 17/3/2016, 23:37
  11. .
    si spesso

    hai avuto un partner africano?
  12. .
    moltissimo
    ma è da parecchio tempo che purtroppo non riescono più a farmi paura...


    ti piacciono i video porn-gay-twlight?
  13. .
    no ma mi piace leccarlo

    ti piace leggere romanzi Fantasy?
  14. .
    no con una scusa mai, in autobus si : ho palpato e sono stato palpato


    ti piace se ti leccano i piedi?
  15. .
    si ma poi si finisce sempre a fare sesso

    ti piace la vasca idromassaggio?
357 replies since 9/8/2014
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