Il camaleonte

Parte prima

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. squaloblu87
        Like  
     
    .

    User deleted


    La mia storia inizia all’età di quttordici anni, epoca in cui scoppiò quello che io chiamai “uragano ormonale”.
    Non avevo alcuna conoscenza sul sesso e ciò che tenevo tra le gambe oltre al suo naturale servizio fisiologico non sapevo a cos’altro servisse e non mi spiegavo perchè spesso diventasse così duro.
    Figlio unico di genitori lavoratori, avevo a mia disposizione parecchio tempo dopo lo studio e m’incuriosiva moltissimo il sesso, ma non avevo a chi rivolgermi.
    E’ risaputo che ad istruire i giovani sono sempre i più grandi e quindi io rivolsi il mio interesse ad un signore che abitava nel sottoscala del mio stesso palazzo, il quale era single, aveva il triplo della mia età, mi aveva visto crescere, mi aveva insegnato ad andare in bici e ripensandoci, col senno di poi, aveva “approfittato” per toccarmi il culo con gesto “affettivo” ed alcune volte sulle scale si era “strusciato” sul mio sedere con la scusa che non erano sufficientemente larghe.
    Fino allora l’avevo frequentato poco, poiché prima dei dodici anni, ero stato affidato ad altri parenti che abitavano in un’altra parte della città, pertanto incontravo questo coinquilino talvolta nelle giornate di vacanza e soprattutto in estate.
    Proprio in questa stagione l’andavo a trovare nella sua unica stanza con annessi piccoli servizi che si trovava nel sottoscala del palazzo e prendeva luce da una gran finestra che dava sul cortile interno.
    I mobili, pochissimi ed essenziali, consistevano in un armadio con grande specchio posto di fronte il letto ed una grande e comoda poltrona, oltre ad un piccolo tavolo ed alcune sedie.
    Non faceva un determinato lavoro, sapeva riparare un po’ di tutto quindi si portava del lavoro a casa oppure si recava da chi avesse bisogno del suo intervento.
    Superati i dodici anni e quando i miei tornavano al lavoro nel pomeriggio, ero lasciato solo in casa, ritenendomi ormai responsabile ed affidabile, pertanto avevo molto tempo libero e nacque in me il desiderio di trovare compagnia presso questo signore ed esaudire al contempo, le mie curiosità sessuali.
    M’incuriosiva il suo lavoro ma in quel periodo” tempestoso” desideravo ardentemente conoscere il suo sesso, scoprire com’era fatto “il suo coso”, ecco la ragione per cui cominciai a frequentarlo con assiduità.
    Quando andavo a trovarlo, mi chiedeva spesso di andargli a comprare le sigarette ed una volta la settimana un settimanale che leggeva in quella grande e comoda poltrona.
    Conoscevo molto bene il quartiere dove abitavo costituito da tutta una serie di palazzoni alti, ero ormai pratico e sicuro della zona, inoltre andavo e tornavo ormai da solo da scuola.
    Era un piccolo servizio che svolgevo con
    Adv
    piacere per lui, forse perché ero attratto dal suo sesso, anche se fino a quel momento non avevo mai avuto attrazione per nessuno sia maschio che femmina evidentemente il mio “uragano ormonale” mi stava indirizzando verso la giusta direzione per evidenziare la mia vera indole.
    Devo affermare che ero ben fatto, magro, alto, giusto per l’età, glabro, con due bei “meloni” per sedere ed un pisellino non eccessivamente sviluppato e che non riusciva ancora a godere ma diventava sempre duro.
    Il mio “amico” era anche lui giusto d’altezza, molto magro, piuttosto trasandato nel vestire, poco curato nella persona, sembrava più rustico di quello che effettivamente era e forse per questo mi attraeva.
    Giunse finalmente l’estate e le vacanze, si andava a mare solo nel mese d’agosto, periodo di ferie dei miei, ma fino al giorno della partenza dovevo rimanere in casa.
    Conoscevo altri ragazzi del quartiere, alcuni frequentavano la stessa mia scuola, ma non mi trovavo bene con loro, desideravo frequentare “lui” e lo feci assiduamente durante le vacanze.
    A causa del suo lavoro sempre saltuario rimaneva spesso in casa sia di mattino sia nel pomeriggio ed abitando sotto casa mia avevo modo di costatarne la presenza, inoltre i miei mi “affidarono” a lui poiché rimanevo solo e ciò per me fu una gioia immensa anche se non lo diedi a capire.
    Fu proprio in una delle calde mattine di luglio che ritornando dall’edicola con il nuovo settimanale m’invitò a rimanere a casa sua per sfogliarlo insieme.
    Dopo avermi fatto chiudere la porta si sedette sulla gran poltrona invitandomi a sedere sulle sue gambe per sfogliare insieme il giornale.
    Io accettai di buon grado e com’era logico poggiai il mio sedere sul suo baricentro e poco dopo cominciai a sentire “qualcosa” che cominciava a prendere forma e consistenza, ma feci finta di nulla perché era ciò che desideravo e così pure lui, anche se i desideri di entrambi non erano palesi.
    La posizione cominciò ad essere scomoda e mi fece spostare su una sua gamba, mentre lui con indifferenza si sistemava in mezzo al pube e guardandomi con malizia mi disse: ”Tutto ciò che fai e vedi in casa mia non dovrai mai riferirlo ad anima viva, se accetti questo patto vedrai che ci divertiremo entrambi”.
    Al mio assenso aggiunse: ”Hai mai visto un cazzo? Sai com’è fatto il cazzo di un uomo?
    Sai come godono gli uomini? A me piacerebbe tanto farti conoscere il mio ed istruirti sul sesso”.
    Io accettai la sua proposta con un assenso del capo e lui prese la mia mano destra e la poggiò sulla sua patta dove notai una certa consistenza: ”Stringi la mano e senti quant’è duro, è da tanto che aspetto questo momento”.
    Io non mi feci pregare, strinsi la mano e sentii qualcosa di tanto duro e grosso da sembrarmi un tubo di ferro.
    Non contento di ciò m’invitò ad estrarlo dai pantaloni, ed io con goffi ed insicuri movimenti intrufolai la mano dentro e potei finalmente sentire “quel coso” ovvero l’oggetto dei miei sogni e dei miei desideri.
    Com’era liscia e calda la pelle e la mia curiosità aumentò ancora di più facendo anche salire al massimo la mia eccitazione; desideravo ardentemente stringerlo nella mia mano e guardare com’era fatto perché al tatto m’era sembrato enorme.
    Lo estrassi fuori e …. meraviglia …. vidi per la prima volta un lungo e grosso cazzo in tutta la sua potenza e maestosità.
    “Vedi quant’è lungo il mio cazzo, è esattamente venticinque centimetri” e per confermare la lunghezza si alzò e vi stese sopra il palmo aperto dall’indice che poggiò alla base del cazzo, al pollice che andò a poggiare sulla cappella, facendomi notare che il palmo della sua mano non era suffiente per coprirne l’intera lunghezza dalla radice alla punta.
    Dopo strinse il pollice e l’indice intorno al suo cazzo facendomi vedere che le due dita non si toccavano, tanto era grosso; infine tirò indietro la pelle mettendo ben in mostra un glande maestosamente grosso, rosso e scolpito a regola d’arte.
    M’invitò a stringere quel magnifico cazzo con le mie mani e m’insegnò a fargli una sega.
    Prima umettò con della saliva la rossa e turgida cappella, com’egli chiamava il glande, nome che a me piacque e continuai sempre a chiamarlo così, poi impose un ritmo d’andirivieni su tutto il cazzo; di tanto in tanto aggiungeva altra saliva per fare scivolare meglio la mia mano su quella magnifica e superba asta.
    Io eseguii con sommo piacere quanto lui mi diceva di fare, e mentre svolgevo tale mansione lui si dilettava a palparmi il culo e scivolando nel solco, si soffermava con un dito nel mio buchetto che cercava di trapanare nonostante i pantaloni ed io acconsentivo perché mi piaceva ciò che io facevo a lui e ciò che lui faceva a me.
    Passati alcuni minuti lo sentii irrigidirsi e parlò con una voce strana, affaticata come se avesse fatto uno sforzo:
    “Sto per venire, sono sul punto di godere, adesso vedrai schizzare la mia sborra e conoscerai come gode l’uomo”.
    Infatti, passarono pochi secondi che dal forellino della cappella uscì un violento schizzo di un liquido biancastro seguito da altri che andarono a sparpagliarsi sul pavimento; subito dopo lui si riprese il suo cazzo cui impresse dei violenti movimenti seguiti subito dopo da altre gocce di sborra, poi pulitosi che ebbe la cappella ancora umida, si sedette soddisfatto sulla poltrona.
    Io ero soddisfatto di tutto ciò e lui m’illustrò tutto sul cazzo, sull’erezione e sulla sborrata, mi disse anche che oltre la sega si potevano fare dei pompini succhiando il cazzo con la bocca e che lo stesso quando era ben duro ed eretto si poteva infilare nel culo con sommo godimento di entrambi.
    Io lì per lì compresi ben poco di tutti questi discorsi, ma quando ritornai a casa mia a meditare, pensavo ad un cazzo in bocca da succhiare e ad un cazzo infilato nel culo: “Chissà come sarà?”.
    Tutti questi quesiti aumentarono ancora di più la mia fantasia ed il mio desiderio che unito al mio eccitamento non facevano altro che aumentare il desiderio di incontrarlo per poter finalmente esaudire tutti i miei sogni che a poco a poco divennero realtà.

    (...continua...) Clicca qui per la seconda parte Seconda parte
     
    .
0 replies since 21/1/2009, 08:31   3907 views
  Share  
.