La vacanza in montagna

Capitolo 9 I compagni di stanza

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    LEGGENDA GAY

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    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    Capitolo 8

    Racconto inventato


    Nella cucina c’era un gruppetto di cinque o sei ragazzi, parlavano tra loro osservando il forno; li rivolsi un saluto, lo ricambiarono frettolosamente. Il benvenuto fu’ cosi caloroso che gli lascai perdere,andai dritto verso le scale che portavano alla sala da pranzo.

    La tavola era stata preparata disponendo un kit di plastica usa e getta. La disposizione era: piatto con sopra tovagliolo a 2 veli e posate, di fronte a esso il bicchiere (uno di quelli grandi). Il tutto più o meno allineato con la seduta.
    La grande cura messa nel preparare la tavola si notava dall’assenza di una tovaglia. Non che mancasse, per comodità avevamo acquistato qualche tovaglia di plastica ( quelle che di solito si usano per le feste, riutilizzabili per qualche volta). Probabilmente qualcuno era pigro. So di non essere al ristorante, però quanto meno un minimo di rispetto per le cose non proprie.
    Ero quasi tentato di rifarla, però era occupate per più della metà e io non volevo disturbare. Avrei fatto anche la figura del rompicoglioni, ci tenevo a passare con tranquillità la vacanza e lascai correre.
    Pietro, entrò alle mie spalle e non ebbe la mia stessa tranquillità. Fece scomodare tutti, perché vengano messe le tovaglie. Tra vari mugugni, tutti i presenti collaborarono e ci volle un attimo per sistemare le tovaglie. Tutti poi tornarono ai loro posti e dialoghi.

    Filippo, era di sopra con il gruppetto che cucinava. Marco era occupato a contattare il resto del gruppo. Claudio e Matto se ne stavo seduti in un angolo e discutevano, vicino a loro non c’era posto. Axel era con altri ragazzi. Guardai in cerca di qualcuno di famigliare, non trovai nessuno che conoscevo con un posto libero vicino.
    Mancava Luigi! Chi sa dove era finito?
    Non ero molto voglioso di nuove conoscenze, mi seccava anche un po’ intrufolarmi in mezzo ad altre persone.
    Ferdinando e i suoi amici mi fecero segno di andare vicino a loro (si erano messi, nel estremità opposta del tavolo rispetto a Mati), io li ignorai.

    - Ehi , Luca. Come è andata?

    Mi voltai, era Pietro.

    - Bene ,a te?
    - Anche. Sediamoci Luca , raccontami un po’ di più dai.
    - Ok

    Trovammo posto, più o meno a metà tavolo. Ci sedemmo vicini .
    Avevo sette e presi una brocca d’acqua.

    - Sentirai che buona! Viene da una fonte qui fuori.
    - Ottima!
    - Non serve nemmeno raffreddarla.
    - No, e ghiacciata!
    - Vado a prendermi della birra, vuoi che te ne prenda un po’?
    - No, grazie.

    A disposizione c’era un barilotto di birra, appoggiato sul caminetto, ovviamente spento.

    Ormai eravamo quasi tutti a tavola, mancavano solo poche persone. Luigi non si vedeva ancora. Forse vorrà cenare con il secondo gruppo. Ci eravamo divisi in due per poter mangiare più comodi e cucinare meglio.

    Come tornò Pietro, arrivò anche la tanto attesa cena. Composta da wurstel e patate fritte, tutto cotto in forno.
    Trascorsi la cena, dialogando con il ragazzo su come avevamo passato la giornata. Omessi tutto quello che non centrava con lo snowboarder. Lascia cosi nel mio cervello mezza giornata.
    Pietro, mi raccontò della camminata che si fece e dei posti che aveva visto, gli chiesi se uno dei giorni a seguire non ci portasse pure me. Lui acconsenti.

    Matteo civettava con Claudio in un angolo del tavolo, dal suo posto Filippo lo osservava quasi geloso e Marco sembrava molto triste, dal osservare tutto questo.

    Terminata la cena, salutai Pietro e andai alla ricerca di Luigi. Non mi ci volle molto tempo per trovarlo, era nella libreria. Aveva sulle ginocchia un computer portatile ed era intento a osservarlo.

    - Ciao
    - Ciao, Luca scusami ma devo fare una cosa per lavoro, non posso parlare.

    Venni liquidato, con freddezza e velocità. Andai via, lo lascai al suo impegno.

    Presi il giubbotto, mi infilai gli scarponi e uscii.
    Mi aveva infastidito Luigi per avermi praticamente scacciato. Poi ero ancora nervoso per le cose successe in camera e quelle successe in bagno. Per farla breve, sentivo il peso di tutta la giornata; avevo bisogno di aria e del tempo per me. Usci per rilassarmi.

    All’esterno faceva freddo, non mi importava molto .
    Camminai lungo il sentiero e poi sulla neve, cosi raggiunsi la veduta sulla vallata.
    Il paesaggio notturno, appena illuminato dalla luna era stupendo. L’aria era fresca e profumava di buono. Il solo starmene li in pace era rilassante. Quelli che mi sembravano problemi vitali, scomparvero in un attimo. Ero in pace con me stesso e con il mondo intero. Non riuscivo a dar corda a nessuno dei miei pensieri. Il relax era l’unica cosa che mi circolava per la testa. O meglio ci pensavo ma non davo peso a nulla, non credevo mi potesse bastare cosi poco per rappacificarmi.
    Sia stato il posto o l’aria, stavo bene e non volevo certo rovinare quel momento rientrando. Mi misi a camminare un po’.

    Ero solo, camminavo lungo il sentiero che percorsi al mattino. Non volevo perdermi facendo strade nuove. Mi fermavo solo ad ammirare il paesaggio. Al mattino non ebbi il tempo di osservarlo e comunque non sarebbe mai stato come adesso.
    Senti, qualche rumore, come dei scricchioli. Mi voltai, non cera nulla, osservai un po’ nella vegetazione; piante innevate e null’altro riuscivo a notare c’era troppa oscurità per vedere di più.
    Sentirei quei rumori iniziai a terrorizzarmi, ancora di più. Già il buio, non era un mio amico è il chiaro di luna non mi rasserenava a sufficienza.
    Tornai indietro a osservare la valle, per calmarmi.

    Ero tento d’appoggiarmi alla staccionata di legno, evitai era piena di neve, non volevo bagnarmi. Ero a un passo dalla recinzione e osservavo in silenzio e tranquillità il splendido paesaggio innevato, non volevo abbandonare quei momenti di pace.
    Senti dei rumori, il cuore iniziò a battere come un matto. Mi voltai nella direzione dai quali venne il suono che mi agitò, mi trovai davanti Ferdinando. Il Ragazzo mi venne cosi vicino che quasi sembravo volesse venirmi sopra. Allungo le mani , io arretrai e fini contro la staccionata. Le mani del ragazzo si fermarono sulla recinzione. Mi sentii intrappolato.

    - Buonasera Luca! Splenda vista, non trovi?
    - Sì,si il paesaggio è magnifico.

    Gli risposi con voce insicura e tremolante. Feci un sospiro e ripresi parola.

    - Sarebbe ancora meglio se potessi girarmi e ammirarlo nuovamente.
    - Libero di farlo! Non ti tengo mica stretto.
    - Sarei più tranquillo se fossi libero.

    Il Ragazzo non disse nulla, rimaneva li fermo immobile a scrutare il paesaggio. Seguì il consiglio di Ferdinando e mi voltai, anche se non mi stringeva ero impossibilitato a muovermi con piena libertà.
    Ora nel buio e silenzio della notte ammiravamo il paesaggio. Piano, piano mi calmai, nulla era cambiato da poco prima; anzi non ero più solo. Ferd era alle mie spalle e ne sentivo la calda presenza, nel freddo della notte. Il tempo sembrò infinito ma non credo ne fosse passato molto quando il ragazzo avvicinò le braccia hai mie fianchi, tenendo le mani in appoggio sulla ringhiera. Il suo corpo si poso sulla mie schiena. Lui poi appoggio il mento sulla mia spalla destra, mi voltai e incrociai il suo sguardo. Gli occhi di lui erano verdi, azzurri o grigi non riuscivo a capirne il colore. Con la punta del suo minuto naso mi tocco la guancia .

    - Sei gelido! Luca, meglio che rientriamo.

    Mi liberò da quella sorta di abbraccio, fece qualche passo indietro e mi parlò.

    - Torniamo dentro.
    - Ok.

    Sentivo effettivamente freddo, era giunto il momento di fare rientro. Stavamo camminando per tornare in casa, quando Ferdinando si voltò , mi bloccai e lo fissai attonito, lui guardava me.

    - Luca perché hai ignorato me ed i miei amici a cena?
    - Non vi conosco e non avevo molta voglia di stare vicino a degli sconosciuti.
    - Una volta dentro rimediamo, bevendo qualcosa di caldo.
    - Ok.

    Acconsenti, avevo voglia di prendermi una cioccolata calda e quattro chiacchiere in compagnia non erano una cattiva idea. Sembrava simpatico ed un’opportunità se la meritava.


    Rientrando, trovammo un gruppetto di ragazzi seduti in modo scomposto sul divano. Tra una chiacchiera e l’altra stavano passando il tempo in modo chiassoso, anche ascoltando musica ad un livello fastidioso. C’era anche chi giocava a carte seduto sul pavimento.
    Qualcuno di loro aveva indossava meno vestiti rispetto all’ora di cena. Forse giocavano a strip poker. Una cosa era certa. Qualcuno di loro non era più molto lucido, girava molta birra per quella stanza. Seduti sul divano notai pure gli amici di Ferdinando.

    - Dai ragazzi, unitevi a noi!

    Esclamo un ragazzo, mentre stavamo togliendo i scarponi per lasciarli all’ingresso. Ferd rispose per entrambi.

    - No
    - Dai, Ferdinando non farti pregare. Chi perde deve farsi una corsetta nudo in mezzo la neve. Sarà uno spasso vederti perdere.
    - Passo Max, io e il mio amico Luca andiamo a riscaldarci !
    - Sì, si ditte tu cosi. Polli!

    Ferd lanciò una occhiataccia raggelante a Max, il ragazzo si levo il sorriso beffardo dai occhi e disse:

    - Fate come credete.

    Io e il ragazzo ci avviamo verso la cucina, passando per la libraria.
    Luigi era ancora seduto a lavorare. Non distolse lo sguardo dalla schermo quando passammo, era completamente preso dal lavoro.
    Tra me e me pensai, chi sa se ha cenato? Mi chiesi, perché preoccuparmi tanto per lui, mi ha liquidato come nulla fosse e quello che voleva parlarmi era lui, non io.

    Entrati in cucina era un piccolo disastro, piatti usa e getta sporchi in qua e la, bicchieri vuoti o con ancora qualcosa dentro, Posate cadute a terra. Un piccolo macello, se ne dovevano occupare i ragazzi del secondo gruppo, ma probabilmente erano occupati ancora con la cena. Dalla sala pranzo si sentiva un vociare confusionato. Non mi affacciai per vedere chi fosse, mi limitai a spegnere il forno acceso e vuoto.

    Ferdinando, prese delle tazze, ci mese dentro il preparato della cioccolata caldo, aggiunse del latte e mischiò, poi le mise nel microonde. Non so come però aveva intuito cosa mi andava.

    - Piacere. Sono Ferdinando, ho 26 anni e lavoro in un negozio di articoli sportivi.

    Allungo la mano destra, facendo un sorriso che risaltava i grossi denti bianchi. Spiccavano tra le sue sottili labbra color carne, il leggero baffo biondo sembrava non ci fosse, però incorniciava perfettamente le labbra.
    Ricambiai il gesto e ci stringemmo la mano, tra le mie risate.

    - Perché ridi?
    - Trovo buffo, che ti presenti .
    - Non mi conosci?
    - Hai ragione. Ti piace il tuo lavoro?
    - Certo, non si vede?

    Be, vi devo dire da quel poco che ho notato ha un bel corpo. Questo però non vuol dire nulla.

    - Mi occupo della vendita di pesi, macchine per il fitness e tutta una serie di cose per la perfetta palestra fai da te. Quando torniamo ti faccio vedere cosa ho realizzato a casa mia.
    - Frena,frena mai andare a casa di sconosciuti!
    - Mia mamma diceva sempre mai parlare con li sconosciuti, poi però come fai a conoscere uno se non ci parli. Allora vedi che, non vuoi conoscermi.
    - Dai, non ho detto questo! Scherzavo un po’!
    - Sarà Luca, però ti ho preso sul serio.

    BIP BIP BIP

    - Sono pronte le cioccolate, che dici Luca saliamo in camera che è più tranquillo?
    - Certo, tra musica e chiacchiere, qui ti sento a fatica.

    Chi sa come riusciva a lavorare Luigi?

    Salimmo in camera, aperta la porta mi colpi l’ordine . La stanza era stata completamente sgombrata dai abiti abbandonati a terra e dall’immondizia.
    Sul letto destro, con la schiena appoggiata alla spalliera e a gambe stese stavano i due amici di Ferdinando. Parlavano tra loro, il nostro ingesso li fece azzittire, si voltarono verso di noi.
    Erano in intimo. Uno con uno con slip, si intravedevano appena la canotta li copriva, però lasciava intravedere la punta del pacco. L’intimo era grigi, perfino i calzettoni avevano la stessa tonalità.
    L’altro ragazzo indossava capi di vario colore; i calzettoni erano neri, i boxer verde pisello misto flou e la maglietta grigia.

    Il ragazzo “vestito” di grigio, dopo averci squadrato, ci disse:

    - Cosa bevete? Delle cioccolate calde! Non siete mica delle femminucce, Prendete delle birre.

    Nel pronunciarlo, il ragazzo si scostò dal letto e si chinò alla sua sinistra. Hai piedi del letto notai , una piccola borsa frigo (una di quelle che ti regalano comprando la confezione 4x330ml, se la vedevo meglio credo che potevo notarne pure il logo). L’aprì e ne prese una birra, il ragazzo poi la porse a Ferdinando.

    - No
    - Ferd. Non farti pregare. Fa l’uomo.

    Il ragazzo scattò, andò vicino all’amico, che se ne stava seduto sul letto porgendo la bevanda.

    - Ecco tieni, prendi la tua birra.

    Ferdinando continuò la sua azione, prese per la maglietta il tipo e lo sollevò. Con solo l’ausilio di una mano, prendendola più o meno dal petto. Il ragazzo fece scivolare a terra la birra ancora chiusa che rotolò a terra. Cercava un appigliò, lo trovò nella testiera del letto; nel volto non aveva il minimo segno di scomponimento anzi la sua espressione rimase inalterata.

    - Sono un uomo! Bevo quello che voglio! Quando mi va!

    Poi lasciò il ragazzo, il quale non replicò, ma si alzò. Ferdinando tornò verso di me, l’amico raccolse la birra e si sedette hai piedi del letto.

    - Lui è (indico il tipo con cui aveva appena avuto un diverbio) Fabrizio. L’altro è Alessio, Les per gli amici.
    - Les bica, la nostra piccolina. (Fabrizio, ridacchiando)
    - Sono un uomo pure io! (Les)
    - Certo piccola, quando gli asini voleranno. (Fabrizio)
    - Oh, fini tela. Terminate di presentarvi a Luca. (Ferd)
    - Cos’e un colloquio di lavoro! (Fabrizio, ridendo stupidamente)
    - Normale conoscenza. (Io)

    Mi presentai a loro, parlando un po’ di quello che faccio e chi sonno. Sorseggiando la cioccolata calda. Chiesi loro:

    - Come avete saputo di questa iniziativa?
    - Sono amico di Axel, giochiamo nella stessa squadra di calicetto. Mi ha chiesto, se mi andava e ho risposto di sì. (Les)
    - Quella frocetta, che la da a tutti. Non mi vien come si chiama, ha un culo pazzesco! Dai ferd. Tu ti ricordi.(Fabrizio)
    - No! (Ferd)
    - Ma si dai, quella che chiamo per sbattermela con la scusa di compre qualche vestito. (Fabrizio)
    - Parli di Ivan (Chiesi timidamente)
    - Si proprio quella troiona. Cazzo, non sapete che sangue mi fa. La troia poi l’ultima volta, si è fatta montare dal commesso è un cliente in magazzino. Sto tipo poi lo abbiamo beccato al bar e si limonava con una, non ci crederete ma ha scambiato un’occhiata alla troietta che mi si scioglieva davanti. Mi ha portato in bagno e mi a spompinato da brava cagna, non ci credere ma sto tipo entra e ci chiama. Apriamo la porta del cesso e lascia il suo numero alla mignotta, va verso l’orinatoio inizia a pisciare, chiama a se la troia e si fa pulire prima di uscire. (Fabrizio)

    Parlò senza prendere fiato, la vene del collo li si ingrosso e pure quelle della fronte, prese pure un colorito rossastro. Bevette un sorso di birra e prese fiato.

    - Puttanella del cazzo, vedi è cosi che ti devi comportare. (Fabrizio)
    - Non sono una puttana, sono un uomo. (Les)
    - Certo, Luca non ti ho raccontato ancora come c’è lo siamo sbattuti ieri sera “l’uomo” . Ma taci troia sei! (Fabrizio)

    Con tanto di virgolette mimate in aria con le dita.

    - Luca, non credo sia interessato da questo particolare. Mi ha invitato Fabrizio. (Ferd)
    - Sì, perché cosi avevamo tante belle troie da scopare tutte per noi, non fare il santo adesso. Dovevi vederlo ieri come si inculava Alessia. (Fabrizio)
    - Alessio, mi chiamo Alessio, rincoglionito.

    Fabrizio scattò, girò su se stesso guardò Alessio e

    -Calmi, volete stare calmi. Dai Fabrizio passami una birra e presentati un pochino al nostro nuovo amico, poi vedi che si scoglie.
    - Haaaa ecco perché vecchia volpe, fai il carino per poi trombartela, Ti stai rammollendo.
    - Vedi di finirla con questi discorsi Fabrizio.
    - Dai, Ferd di cosa cazzo dobbiamo parlare, non siamo in un convento.

    Ferdinando si prese da solo la birra, si giro verso di me :

    - Ne vuoi una?
    - No, grazie
    - Tu, Alessio?
    - Sì

    Mi tornò in mente, tipo scoppio ritardato, quello che disse Fabrizio su Ivan poco prima. Si comportava come una cagna in calore, però quelle volte che ho sentito di lui era sempre un attivo, Stavamo parlando della stesa persona?

    Nel silenzio si senti l’apertura delle lattine e il lento scivolare della fresca bibita nella gola dei ragazzi.

    - Ne prendo un'altra pure io. Ma da quelle che ho messo fuori la finestra.

    Fabrizio si alzò e si prese da bere.

    Alessio, ora stava seduto al centro del letto gambe incrociate, il boxer verde pisello si scostò un attimino e notai la sagoma del cazzo, troppo poco tempo per cogliere qualche dettaglio. Mentre lo osservavo Parlava di se, stava brevemente raccontando quanto gli piacesse lo studio della psicologia e dei corsi di specializzazione che stava seguendo. Lo guardavo fisso nei occhi, erano castano chiaro però sotto la luce parevano quasi verdi. Poco sopra delle Ciglia non troppo folte.

    Osservarlo, era il modo migliore per distrarsi dal noioso discorso che aveva intrapreso con Ferdinando, meglio che risparmi a voi lettori tale noia. Tutto sommato, sembra un ragazzo serio o meglio anche troppo serioso, la prima impressione era di uno timido è taciturno ora invece parlava a ruota libera, sarà per l’argomento, chi lo sa.

    Comunque diamo modi di farvi un idea del ragazzo, Capello castano, sul biondo bruciato, a occhi si vedeva che era molto fine come spessore, sulla frangia dove li teneva più lunghi tendevano ad arricciarsi un po’, creando cosi un po’ di massa. Anche senza un goniometro, il naso avrà avuto 45°; sarebbe stato pure perfettamente dritto, peccato per il leggero scalino poco sopra la base. Zigomi gonfi e guance incavate.
    La corporatura, nella media. Da quel che si vede dalle braccia e gambe direi glabro o depilato, la carnagione chiara.

    - Che palle! Di voi due.

    Il mio sguardo si sposto su Fabrizio, che interruppe la discussione.

    - Fabrizio, 27 anni è orgogliosamente figlio di papà. Faccio quel cazzo che mi va quando mi va.

    Il ragazzo, dopo che prese la birra dal davanzale, rimase in piedi con aria scocciata a seguire la conversazione. Almeno fino a quando non sbotto, interrompendo bruscamente.

    Si chinò, pose la birra a terra. E primo uno e poi l’altro si sfilo i calzettoni. Le calze lasciarono spazio a due piedi lunghi, forse un 47 magro e asciutto. Ovviamente le calze finirono a terra, buttate un po’ dove gli pareva. Incrociando le braccia si sfilò la maglietta grigia, la lanciò hai miei piedi. Ora il suo statuario e glabro corpo era in mostra.
    Fabrizio mi guardava e sorrideva, io no gli fissavo gli occhi marroni o la folta curata barba o quella specie di alla di gabbiano bionda (tinto), che portava in testa, come capelli. No io ero perso dallo slip, sembrava scoppiasse da tanto era gonfio. Creava quella punta che mi fa sempre impazzire dalla gola. Il mio sguardo però si dovette spostare su altro.

    Il ragazzo, lascio il tempo di farmi sognare qualche istante prima di denudarsi completamente. Lanciò lo slip verso di me e lo presi al volo.

    - Ecco il fortunato vincitore! Di un giretto sul mio cazzo. Vediamo se lei è la mia troietta, tu sarai la mia vacca!
    - Fabri vacci piano!
    - Ferd non rovinarmi la festa, abbiamo già perso troppo tempo!

    Ferdinando si zitti, non replico, io cercavo qualcosa per controbattere ma quel corpo definito e credo quasi venti centimetri di cazzo non riuscivo a resistere, poteva anche darmi della vacca per quella sera.
    Mi avvicinai per ritirare il mio premio, dopo due passi Fabrizio aprì bocca dicendo:

    - No, ferma vacca, troietta! Alzati! Preparala, subito!

    Alessio non replicò, forse voleva pure lui movimentare la serata. Prepararmi, anche se ordinato non gli pareva male come idea.

    Fabrizio colse da terra la birra e si sedette sul angolo del letto.
    Alessio si alzò e con la birra in mano, si avvicinò a me. Sorseggiò un po’ della bevanda e poi mi abbracciò. Con la destra mi passo sopra la spalla sinistra, sempre reggendo la birra. Con la sinistra mi passo sotto la spalla destra, la mano finì per posarsi sul pantaloni col pollice che si insinuava al interno.
    Io lo abbracciai, passando le mani sulla sua schiena o meglio sulla maglietta grigia.
    Prese il mio labbro inferiore tra le sue labbra e lo succhio, io il suo superiore, fu qualche secondo poi terminò.
    Allungando la mano Alessio, passò la birra a Ferdinando. Quest’ultimo poi si accomodò sedendosi a bordo del letto; opposto a quello in cui si sedette poco prima Fabrizio.

    Con le mani libere il ragazzo pian piano mi tolse gli abiti. Pure io come lui, rimasi solo con l’intimo addosso.
    I miei abiti erano sparsi per la stanza, non soli. Ferd si levò gli abiti e non solo, il ragazzo ora era nudo seduto a sorseggiare birra come faceva l’amico. Credo che finita la sua lattina passo a quello di Alessio.
    Non seguivo molto ciò che accadeva in torno a me, giocavo con le labbra di Les , lui con le miei. Poi iniziammo a giocare con le lingue, le facevamo accarezzare l’una con l’altra.
    Nello stesso tempo le nostre mani, si muovevano sotto le magliette del’altro. Poco dopo ogni uno levò la sua, per poi tornare ad aggrovigliare le lingue dentro e fuori le nostre bocche.

    - Guarda! Come si sbaciucchiano, queste due troiette. (Fabrizio)
    - Son proprio presi. (Ferd)
    - No, prese! Son le nostre donne per stasera. (Fabrizio)

    I due risero, gli scappò anche qualche rutto e poi tornarono a ridere come dei maiali.

    Le mani di lui finirono dentro ai miei boxer, sulle mie chiappe e le strusciava su di esse dolcemente. Baci e qualche respiro, facevano da contorno. Non badavamo a cosa ci dicevano gli altri due, eravamo troppo presi da noi.

    Il corpo mio e del ragazzo con cuoi stavo giocando non erano molto diverso. Ossa più sottili lo facevano sembrare magro, però anche lui aveva un filo di pancia.

    Un colpo e lo lascai senza mutande, il suo cazzo in tiro mi si punto sulla coscia destra. Lui ricambio il gesto ora i nostri cazzi si toccavano e strusciavano tra loro.
    Una fremito, come fosse una scossa mi percorreva il corpo.
    Le mani incontrollate si muovevano accarezzando ovunque. Le lingue sussultavano, prima nella mia bocca poi nella sua.

    Sentivo il bisogno di avere di più, volevo il suo cazzo, sentirlo tra le mie labbra, nella mia bocca e nel mio culo.
    Mi staccai, rimando vicino ad Alessio. Ci fu uno scambio di sguardi e capii, anche lui bramava di più.

    - Non vorrete divertivi solo tra voi!?
    - Già, Ferd ha ragione, siete le nostre troie, occupatevi di noi, adesso!

    L’intimità che si era creata tra me e Les venne interrotta.

    - Vacca! Vieni da me!

    Fabrizio si rivolse a me, mentre seduto sul angolo del letto mi chiamava a se con la mano sinistra appoggiata sulla cosca e con le dita mi indicava e diceva vieni, vieni da me. Sulla cosca destra, teneva appoggiata la lattina di birra, reggendola con la mano.

    - Sbrigati, stupida vacca.

    Il ragazzo, continuava ad insultarmi ma a me non importava. Era seduto a gambe divaricate,l’apertura era cosi ampia che toccava terra solo con i talloni. Nel mezzo spiccava il cazzo all’insù, 19 o 20 cm che mi chiamava a se con piccoli balzelli.

    - Ho detto vacca, non troietta.

    Alessio si era avvicinato a Fabrizio, quest’ultimo cosi parlando lo rifiutò.

    - Vedi di renderti utile, prendi una birra che quelle della borsa frigo son finite.

    Nel pronunciare ciò Fabrizio, che aveva appena finito di bere ingurgitando l’ultimo sorso di birra, scagliò la lattina vuota addosso al ragazzo.

    Tra la cena, il dopo e li in stanza non so quanta birra possa aver bevuto, non solo lui ma anche gli altri due. Non era un mio, interesse scoprirlo.

    Mi misi in ginocchio e a gattoni raggiunsi Fabrizio. Non riuscivo a togliere lo sguardo, dalla pianta del piede. Mi abbassai, ero col peto e la faccia a terra ma col culo sollevato.
    Presi di mira il suo piede o meglio la pianta destra, ed iniziai a leccare dal tallone al alluce con la punta della lingua. Sapevano di pulito. Continuai avido a leccare.

    Fissavo con cura il piede e dove dirigevo la leccata però con la coda del occhio notai Alessio, passo una birra ai due e poi prese su lo slip grigio di Fabrizio, lo indossò raccolse la mia felpa, le calze di non ricordo chi e fece per uscire, comunicandoci che prendeva altre birre erano finite.

    - Troia ora sei più utile qui! Ferd puoi occupartene tu?
    - Mi lasci la tua troia?
    - No, delle birre! Si puoi prendertela, non vedi c’è già chi pensa a me.

    Per un ragazzo che si spoglia, un altro si veste. No, vi sbagliate non andò cosi, Les si denudo ma Ferdinando usci nudo e col cazzo duro fuori dalla stanza, 17 cm di cazzo e altre tanti in circonferenza, anzi credo di più.

    - Traoietta, dai porta qui le sigarette.

    Ora, Fabrizio si fumava una sigaretta e sorseggiava birra, mentre io mi occupavo del piede. Les, beveva la birra lasciata da Ferd.

    Ero come rapito da quella pianta, la leccavo tutta, ora a piena lingua, la facevo scorrere su e giù.
    Avido passai al’altro piede, non poteva rimanere inerme al mio attacco.
    Mi sedetti sulle cosce e lo presi tra le mani, sollevai la sua gamba, così iniziai a leccare il tallone, a succhiarlo e baciare la pianta fino all’alluce.
    Con la coda del occhio, vedevo Fabrizio che fumava e la cosa mi eccitava, il mio cazzo pulsava a mille.

    Presi tra le labbra, il grande dito e iniziai a succhiare. Il ragazzo mi pose in faccia l’altro piede. Finito con l’alluce passai a succhiare una a una le altre dita. Poi mi spostai sul piede opposto, qui passai la lingua sugli spazzi tra le varie dita. Strusciando le labbra, sulla gamba iniziai a salire.

    Rientrò Ferdinando, mise fuori dalla finestra le birre e altre nella borsa frigo e ne tenne una per se. Poi si mise dietro di me. Io ero nuovamente col culo all’aria, il ragazzo ne approfittò per mettere una mano sul mio culo; con l’altra teneva e beva birra.

    Io dopo questa breve distrazione, da un lato venivo sapientemente toccato e dall’altra finalmente avevo raggiunto le palle di Fabrizio. Leccai, sembravano belle sode e non resistetti a succhiarle, prima una e poi l’altra. Mi alternavo un po’ su una e un po’ sull’altra.

    Ferd, chiamo a se Alessio che era seduto in disparte a segarsi il cazzo, un 15 cm e di normale grossezza. Si mise in piedi al mio lato sinistro. Ferdinando posò un piede sul mio culo, perché con la mano ora accarezzava il petto di Les. Quest’ultimo con la mano libera dalla lattina si teneva sul collo di Ferd e lo limonava.

    Io osservavo in silenzio mentre segavo il cazzo di Fabrizio che emanava il suo maschio aroma. Un odore che copriva la sigaretta, fantastico.
    Ero in estesi, rapito dal profumo, il veder fumare e anche il baciarsi dei altri due ragazzi. A farmi impazzire era anche il lieve contatto che c’era tra noi, percepivo l’ardente calore corporeo di tutti. Presi tra le labbra la cappella di Fabrizio e pian piano c’è le strusciai su roteando, dando anche qualche colpetto con la lingua.

    - Hooo, grandissima!

    Mi si sfilò dalle labbra il prepuzio di Fabrizio. Il ragazzo si alzò di scatto, creando trambusto nel groviglio dei nostri corpi, alla fine cademmo tutti su Fab, il suo bene pulsava sulla mia fronte e dietro di me si adagiarono Alessio e Ferdinando. Poco dopo il trambusto ci mettemmo tutti in piedi. Fortunatamente la birra e la sigaretta non fecero danni.

    - Ho si mi ero dimenticato, mi si sono attaccati al cazzo, prima che sono uscito. (Ferd)
    - Non volevi farci entrare però (Ivan)
    - Aspettavo il momento giusto(Ferd)

    Entrano Ivan, Simone e Max.

    - Sperò non vi dispiaccia? Della compagnia in più. (Ferd)
    - No, anzi molto piacevole! Cosi ragioni ancora bene vecchio mio. ( Fabrizio)
    - Non dubitare mai di me. (Ferd)

    Fabrizio si avvicinò,scrutò da capo a piede i tre nuovi entrati. Gli grido, con tono imperativo.

    - Spogliatevi!

    I ragazzi scattarono. Dopò un volare di felpe, pantaloni, calze e mutande, che caddero un po’ ovunque gli ultimi arrivati rimasero nudi. Fabrizio, gli ispeziono nuovamente, toccò i corpi, con leggeri movimenti di mano, sfiorando i pettorali di ogni uno di loro. Poi si sposto alle spalle dei tre, dai movimenti dovette aver toccato pure le chiappe. Poi si rimise frontalmente a loro, mi toccava vedermi i suoi sodi e possenti glutei e dorsali scolpiti.

    - Ok, belle mie. Siete tante belle vacche. (Fabrizio)
    - Vacci piano! (coretto di voci, dei nuovi entrati)
    - Oggi, bel maschione mio, mi vedrai sotto un'altra luce. (Ivan)
    - Tu sei la mia prediletta, ma oggi ho carne fresca! (Fabrizio)

    Nel pronunciare questa su ultima frase il ragazzo si trovava ad un passo da Ivan (Si, si trattava del stesso ragazzo che conoscevo io) e dopo averlo guardato un istante, precisamente quando si riferì a lui. Al termine del riferimento alla carne fresco, la lingua di Fabrizio si trovava gia conficcata nella gola di Simone. Avreste dovuto vedere, il movimento repentino con cui gli prese i capelli e li piego all’indietro la testa e gli si fiondo sulla bocca. Fabrizio, poco dopo lo lasciò libero dalla sua presa.

    - Birra? (Fabrizio)
    - Si! (Risposero in coretto)
    - Se si potesse avere anche una sigaretta? (Simone)
    - Certo. (Fabrizio)
    - Pure per me! (Max)
    - Alessia! Favorisci le tue amiche, da brava. (Fabrizio)
    - Io, prendo le birre . (Ferd)

    Il ragazzo andò a prendere le birre messe sul balcone.

    Max, Simone e Fabrizio si sedettero hai piedi del letto; Fab spense la sigaretta nel portacenere collocato poco dietro alla sua schiena. Alessio, diete una sigaretta a ciascuno dei tre, poi prese l’accendino e dopo qualche tentativo riuscì a farlo funzionare. I fumatori si avvicinarono alla fiamma nello stesso istante e attizzarono le sigarette. Dopo una bella inalata, i tre rilasciarono il fumo si creò una nube che percorse e risalì il corpo di Alessio.

    Ivan si era seduto su bordo del altro letto e mi fissava, sembrava dicesse “Dai! Vieni qui! Divertiamoci!”, con il passaggio di Ferdinando questa comunicazione cesso.

    Dopo, aver passato le birre che egli stesso aprì agli amici Ferd prese per mano Alessio e lo porto con se vicino a Ivan, loro due rimasero in piedi. Alessio dava la schiena al ragazzo seduto, Ferdinando si mise di fronte a Les. I due erano abbastanza vicini, tanto che Ferdinando dopo aver preso un sorso di birra diede un bacio in bocca all’amico, notai un leggero rivola di birra colare sul petto del ragazzo, solo il repentino intervento di Ivan che lecco il corpo di Alessio fermò la discesa della birra.

    Io, mi avviai per raggiungere questo gruppetto, quando ricevetti un sgambetto e per poco cadevo. Segui la gamba del mio aggressore, il percorso finì sul volto annebbiato dal fumo appena espirato nella mia direzione.

    - Vacca! Servi me e chi voglio io! Ora succhiamelo!

    Mi rimisi in piedi, dope essere quasi caduto per lo sgambetto subito. Nel mie intenzioni c’era di proseguire verso gli altri ma Fabrizio alzatosi in piedi mi fermo prendendomi per mano e tirandomi a se . Mi teneva stretto a se con una sola mano, la mia schiena premeva sul suo scultoreo corpo. Il mio braccio premeva con il gomito sul petto e con la mano sulla faccia. La mano di lui si era agguantata sul mio polso e mi teneva stretto.
    Mi voltai verso di lui, con la sigaretta in bocca, tenuta tra le labbra mi disse:

    - Sei la mia vacca! Devi ubbidirmi!

    Con voce scarsa, per via della stretta presa gli risposi:

    - Siamo un gruppo di amici che si vuole divertire, lasciami!
    - No, tu ora ti metti in ginocchio.

    Nel dirlo mi spinse a terra. Mentre recuperavo il fiato, mi sbatte sul naso la sua grossa cappella il suo odore mi inebrio, iniziai a passare una mano sui suoi testicoli accarezzandoli, prima uno poi l’altro. Con l’altra iniziai a segarli il cazzo che con la punta mi si strusciava sullo zigomo.

    - Brava, datti da fare

    Il ragazzo poi si sedette nuovamente sul letto, al centro dei due amici. Io lo segui in ginocchio .Con la lingua iniziai a leccare le glabre palle, con il naso li sfioravo il pube, mi appoggiai con la guancia destra sulla sua coscia. Socchiusi gli occhi e continuai a leccare.
    Presi in mano il cazzo di Fabrizio, sollevai il volto e gli segai delicatamente i 20 cm di maschia carne che portava attaccati a se. Lui sorseggio birra, inspirò e poi espiro il fumo, che fini verso di me.

    Nel altro letto, Alessio era steso sopra a Ivan in un 69, Ferdinando leccava il culo di Les che stava sospeso a mezza aria. Ivan con una mano accarezzava la coscia sinistra di Ferd. E immagino con le dita le palle ma erano messi in modo che non vedessi molto bene.

    Max si avvicinò con il volto al cazzo di Fabrizio, scaricò il fumo che aveva inalato. Per un istante sembrò sparire nella nebbia quel pregiato membro, poi quando la nube si diradò rividi la mia mano e il cazzone. Il ragazzo continuo a espirare sul pene del amico. Vedere il fumo , risalire verso l’alto intrecciando si nell’aria e scontrandosi con le nubi provocate dai altri due ragazzi mi eccitava. Il mio cazzo pulsava contro lo stinco di Fabrizio. Quest’ultimo poi mi guardava compiaciuto, riversandomi addosso il suo fumo e bevendo birra.

    Finirono di fumare, si accesero una nuova sigaretta. Max, fece da inserviente.

    Max, si avvicino a me poso a terra la lattina di birra, mi espiro in faccia e poi baci, senza che mi accorgessi del suo arrivò, il fumo mi fece socchiudere gli occhi. Il sapore del tabacco era orribile, l’eccitazione però era forte, ci scambiammo un bacio fino a quando non mi staccai e presi in bocca la cappella di Fabrizio. Allungai una mano e presi il cazzo a Max e iniziai a massaggiarli i 22 cm che non si mostravano ancora nella sua pienezza.

    - E io?

    Chiese Simone, che si sentiva escluso, alzatosi e messosi in piedi alla mia destra mi premeva sulla guancia la sua rosea e gonfia cappella, sembrava un fungo. Il suo cazzo avrà avuto 17 cm di lunghezza, nulla in confronto a cosa stavo maneggiando, ma era molto più grosso, duro e venoso.
    Iniziai a leccare le due cappelle, prima una e poi l’altra, scappava anche qualche succhiatina il tutto mentre Max, espirava sui cazzi il fumo. Facevo una capatina anche a leccare la cappella di Max, tanto per non farlo sentire isolato dal gioco di bocca.

    Volevo di più. Avidamente mi precipitai sul cazzo di Fabrizio e lo succhia sino dove riuscivo, senti posarsi sulla nuca una mano era quella del proletario della mazza di 20 cm situata nella mia bocca, iniziò a guidarmi con dei movimenti lenti. Socchiusi gli occhi e mi lascai condurre.Poco dopo il ritmo aumento.
    I altri due ragazzi, mi presero una mano a testa e la portarono verso i loro cazzi, Iniziai cosi a segare due mostruosi cazzi. Alla mia sinistra 22cm di lunghezza, il mostro di Max; mentre alla mia sinistra quello di Simone uno fra i cazzi più grossi che abbia mai toccato. Le vene erano grosse e pulsanti, le sentivo allo scorre su e giù della mia mano. Fabrizio aumento il ritmo, il suo lungo cazzo era faticoso succhiarlo senza riprendere fiato.

    Tossi, tossi e tossi ma il ragazzo non demordeva dal farmi succhiare, fino a quando non mollo la presa, ho meglio Ferdinando gli fece togliere la mano. Mi voltai, il ragazzo era dietro di me, alla sua sinistra Alessio alla destra Ivan. Non capivo nulla, ero come stordito, il troppo su è giù sulla mazza di Fab. Mi aveva confuso un po’.
    Ripresomi, no non era un miraggio i ragazzi mi avevano circondato. Guardavo con un occhio Ferd l’altro Fabrizio, quest’ ultimo era mezzo irritato.

    - Occupati di me adesso!

    Ferdinando lo disse, mentre fissava me con un occhio e con l’altro teneva buono l’amico.
    Guardai, Fab in cerca del suo consenso, con un movimento della mano con cui fumava, diede la sua approvazione, anche se in volto sembrava avere qualche risentimento.

    Anche il cazzo di Ferdinando era grosso, anche se meno di Simone. Con la sinistra lo presi in mano , diedi qualche colpetto di mano e avvicinai la faccia, un altro saporito aroma si maschio mi inebrio la serata.
    Allungai la lingua, iniziai a leccare la cappella mentre lo segavo, facevo dei movimenti circolatori prima sulla punta e poi scendevo lungo il frenulo, risalivo e così via. Poco dopo passai ad applicare una pompa al cazzo del ragazzo, mentre con le mani libere agguantai Ivan e Alessio. Passai a succhiare Les e poi Ivan sempre segando chi rimaneva scoperto dalla mia bocca.

    Dovevate sentire come si divincolava di piacere Ferdinando, se per una pompa si agitava cosi, Alessio invece dopo qualche sbocchinata iniziò a gemere come un matto.

    - Mmmmmmm
    - Haaaaaa mmmmm

    La cantilena che il ragazzo dedicava al passaggio di bocca. Mi rendeva orgoglioso sentire che gli piaceva. Ivan era più modesto, non emetteva suoni e nemmeno si agitava, però portava le mani dietro le spalle e aspirava nella bocca tutto il labbro inferiore.

    Mi senti toccare le spalle, era Max che si era alzato in piedi e messo dietro di me, non era il solo anche gli altri ragazzi si erano messi in piedi alle mie spalle. Avevano terminato la sigaretta e anche la birra, quindi avevano le mani libere.

    Io ero l’unico a terra in ginocchio , circondato da cazzi lunghi, corti, grossi e sottili, una grande selezione. Ero in estasi, non ero mai finito immerso in mezzo a cosi tante maschie banane. Mi sentivo come un bambino in un negozio di dolciumi, non sapevo da che parte iniziare. L’unica cosa che ricordo di quel momento e che mi alternai tra succhiate, leccate e doppi seghe. Saltavo da un palo della goduria al altro anche rapidamente o mi soffermavo parecchio. Quel magico momento però dovette aver fine.

    Suono un cellulare, Simone scattò per rispondere e poi uscii dalla stanza con in mano i suoi vestiti.

    Fabrizio mi prese per mano mi tirò su e baciò, le nostre lingue si scambiarono i sapori. Io gli passai quello più maschio ed intimo di ogni ragazzo presente (certo lo so, tranne il mio) , il suo era prevalentemente di tabacco. Nel baciarmi mi teneva stretto a se, e con le mani mi allargava le chiappe.
    Senti qualcosa di umido toccarmi il sedere, notai con la coda del occhio Alessio, si inginocchio per leccarmi il culo. Sentivo lo scorrere della umida lingua attorno al mio buco, sempre più avvicinandosi al centro, per poi allontanarsi nuovamente.
    Poco dopo mi ritrovai steso sul letto, girato pancia su, lanciato da Fabrizio. Lì il ragazzo si mise dietro di me e fece lo stesso giochetto di lingua di Les. Ivan Sali sul letto, si mise in ginocchio e mi premette il cazzo sulla faccia, io iniziai a leccare le palle per passare poi sull’asta, con la lingua scorrevo i 15 cm del maschio pezzo di carne che spuntava tra le gambe al ragazzo.

    Senti, qualcosa colpirmi il fianco sinistro. Guardai con la coda del occhio, notai una manciata di profilattici sparsa sul letto, vidi Alessio che poi getto un sacco a terra. Probabilmente li tirò lui sul letto.

    Ora Ivan mi tenette la faccia ferma con le sue mani, avvicinò il suo volto al mio e ci scambiammo un intenso bacio. Il ragazzo poi lascò il letto e si diresse verso gli altri.
    Erano tutti in piedi, poco distanti dai piedi del letto. Tutti impegnati a segarsi il proprio cazzo.

    Fabrizio salì sul letto e a cavalcioni, si mise sul mio petto. Inarcandosi in avanti piazzò il suo lungo membro sulle mie labbra poi disse:

    - Apri vacca!

    Segui il comando, il ragazzo pio fece entrare il suo pene nella mia bocca. Senti la cappella accarezzarmi prima il labbro e poi la lingua ed in fine toccarmi la gola. La saporita e maschia carne così entrava e usciva dalla mia bocca; mentre il ragazzo dava i colpetti delicati stando sopra di me. I ginocchi di lui premevano conto le mie ascelle glabre e sentivo che vi sbattevano contro ad ogni suo affondo.

    - Ti, piace succhiare? Vacca!
    Rispondi al tuo toro.
    Haahahhahahahahah
    Sei troppo piena di me per rispondermi. Se sei piena ti piace, vedo che non lo rifiuti.

    Senti nuovamente qualcosa di umido sul buco del mio culo, notai che era Ferdinando, cercava di insinuare la lingua in esso. Mi solleticava poco sotto le pale, mentre faceva questo giochetto.
    Alessio mi toccò la mano e disse:

    - Preparati.

    Poi prese un profilattico e lo indossò. Ferd smise di leccare e poco dopo sentì prendermi per i piedi. Les, li sollevò e li posò sulle sue spalle. Fatto questo, il ragazzo riuscì agevolmente ad insinuare la sua cappella nel mio culo. Con dei colpetti infilava e sfilava la parte iniziale del suo membro.
    Ora ero attaccato nel culo e nella bocca da del maschio piacere.
    Alessio, piano, piano iniziò ad affondare nelle mie viscere, i suoi 15 cm che usava con estrema bravura. Non lo sfilava tutto, ne fece entrare una parte ed uscire un po’ oppure sfilava quasi tutto e ne faceva entrare un po’. Si divertiva ad alternare diverse tipologie di affondo. Non mancava poi la sua cantilena.

    - Mmmmmmmm
    Haaaaa, aaaaaa!
    Haaaaaaaaaaaaaa!

    Fabrizio sfilò il suo cazzo dalla mia bocca, per mia fortuna giocò con una parte del suo lungo membro, cosi non mi senti soffocare.
    Diede, uno spintone ad Alessio che cadete a terra, i miei piedi scivolarono sbattendo sulla spalliera del letto e in contra colpo mi sollevai.
    Fab, era già sceso così fu l’unico a non subire nulla.

    - Tu sei una troia! Non puoi fare certe cose. Solo tori come me e Ferdinando possiamo scopare culi.
    - Stattene zitto Fabrizio, a Luca piace.
    - Si a me piaceva, anzi se..
    - Zitta vacca! Non ti ho interpellata.
    - Lasciaci in pace, non ci stiamo divertendo.
    - Ma se sei senza fiato, ti senti come parli! Un vero toro come me, mentre e dopo che ha scopato a fiato nei polmoni per umiliare la sua troia.

    Poi Fabrizio fu un fulmine. Prese e indossò il profilattico, mi girò e inculò. Un unico colpo e mi infilzò con i suoi 20cm.

    - Haaaaaaaa aaaaaaaaaa
    Aaaaaaa!

    Urlai dal dolore.

    - Alessia, senti ora è una vacca felice.
    - Testa di cazzo.

    Ero steso sul letto con il cazzo che premeva su bordo del materasso, strusciando su di esso a ogni movimento di Fabrizio.Il ragazzo, mi scopava profondo e forte, ero abituato a Luigi ma quest’ultimo era più dolce nei modi.

    - Dai prendilo tutto vacca!
    Si che ti piace. Proprio una squallida vacca.
    Cosi scopa un vero maschio! Ragazzi.

    Ivan si avvicinò a Fabrizio, allungo una mano e l’appoggio sulla mia schiena, l’altra sulla spalla del scopatore e poi lo bacio. I affondi si fecero sempre meno energici fino a cessare. Avevo 20cm fermi nel mio culo.
    Poco dopo Ivan sollevò la mano appoggiata su di me e prendendo per mano Fabrizio lo trascinò via. Il mio buco ora era liberò e sentivo una sensazione di vuoto.

    Mi alzai e sedetti sul bordo del letto. Sul letto di fronte, Fabrizio era seduto e mezzo steso, si teneva appena sollevato reggendosi con gli avambracci. Osservava il suo prediletto Ivan mentre li praticava un pompino, con sguardo estasiato mi guardava.

    -Tu si che ci sai fare, tesoro.
    - Fabrizio! Faccela provare! (Les)
    - Tu sei troia, noi puoi permetterti una cosi brava che ti tocchi.

    Segui una stupida risata del ragazzo.

    Alessio , mi si avvicinò e mi pose una mano sulla testa, indirizzandomi verso i suoi 15 cm. Io mi stoppai, lo fissai nei occhi, poi mi aizzai e gli diedi un bacio in bocca. Portai tuta la mia lingua nella sua cavità orale, lui poi ricambio, in un continuo muovere di lingue. Le nostre mani si strusciavano sulle nostre schiene e chiappe.
    Ci buttammo sul letto, stessi uno di fronte al’altro, con sguardi compiaciuti. Lui mi accarezzava il fianco, io il capezzolo e il petto. Ci scambiammo nuovamente un bacio e poi cambiammo posizione.

    Ora eravamo impegnati in un 69. I nostri normalissimi cazzi venivano insalivati e cedevano maschio aroma nella bocca dell’altro. Po Mentre i miei 14 cm venivano succhiati, rilascia i 15 cm di lui e con la lingua risali dolcemente sino al suo culo.

    Inizia a scorre i bordi del buco con la lingua. Con le mani mi aiutavo aprendo bene le chiappe. Piano, piano affioro il suo buchetto, piccolo e tondo. Inizia a tamburarlo con la lingua, lui iniziò a gemere ma i muggiti erano strozzati del mio ciuccio. Ora la punta della lingua, la tenevi stabilmente dentro, facendo dei piccoli movimenti semicircolari, muovendo la faccia e sbattendo il naso tra le chiappe.

    Mi fermai, allungai la mano e presi un profilattico. Diedi un colpetto sulla chiappa a Alessio, aprì gli occhi e mi guardo, sfilo il cazzo di bocca.

    - Ok!

    Si sedette sul letto. Con una mano si menava e allungò l’altra per prendere il profilattico che avevo in mano.

    - Guarda che io voglio scopare te. Ti va?
    - Ok Luca.

    Me lo menai un po’, nel frattempo Alessio si sistemo a quattro zampe al centro del letto. Indossai con fare al quanto ridicolo, come mio solito, il preservativo.
    Max si stese, sul letto e portò l a testa di Alessio al suo cazzo, così iniziò a spampinarlo. I 20 cm di Fabrizio erano sempre spompinati da Ivan e Ferdinando osserva tutti toccandosi i suoi 17cm con delicatezza, anche strusciando vistosamente le palle
    Pronto per iniziare, mi misi in ginocchio Dietro Alessio.

    - No! Le vacche e le troie non possono scopare, devono solo essere sfondate, basta con questo abominio!

    Mi voltai di scatto come senti, no. Parlo come sempre l’incruento Fabrizio, che scanso via Ivan, facendole sbattere contro al comodino, il ragazzo fece un ok che stava bene e si sedette sul letto un momento.
    Fabrizio, non si lascio fermare dall’accaduto e dopo aver fatto cadere l’amico continuò imperterrito. Sbuffava come un toro furioso, gli occhi parevano uscirgli dalle orbite. Stava per prendermi e non so cosa voleva farmi, io ero terrorizzato e ne risenti la mia erezione che perse di prestanza.

    - Fermo! Smettila, lasciali che si divertano.

    Tuonò, Ferdinando che con uno sguardo raggelante provoco l’immediata calma della bestia, che si sedette tornado a leccarsi le ferite. Non ne capì il perché, però ascolto l’amico in silenzio e non contro batte con fare da idiota come fece tutta la sera.

    Ritrovata la calma, un po’ tutti tornammo sulle nostre posizioni, tranne Ivan che si allontanò da Fabrizio per segarsi a vicenda con Ferdinando.

    Ora, con il cazzo eretto e ben protetto potevo finalmente concertarmi sul Alessio. Appoggiai La cappella sul incavo del culo di Alessio, lui apri le chiappe con le sue mani. Cosi facendo la punta del mio cazzo sfiorò il buco di lui, presi il mio pene con le dita e lo indirizzai meglio. La mia cappella pulsava all’ esterno del suo buco e con un piccolo colpetto iniziò a pulsare dentro di lui. Les nel momento in cui, iniziai a penetrarlo face una smorfia di dolore, mentre era occupato a succhiare il lungo pene di Max. Io mi fermai, estrassi la cappella ci sputai sopra e poi lo feci anche sul buco del culo e infilai nuovamente, il ragazzo rifece la stessa smorfia. Insalivai ancora e poi ripresi e nuovamente srividi quella espressione.

    - Vai tranquillo è uno spasmo. (Ferd)

    Insalivai, sputacchiando come prima. Poi con decisione inserì metà del mio cazzo dentro di lui. E diedi qualche movimento avanti e in dietro.

    - Haaaaa! Aaaaaaaa! Aaaaaaaa! Oooooo!

    Il ragazzo di colpo urlo, facendo scappare di bocca il cazzo di Max. Inoltre mollo le chiappe e uso le mani per reggersi al letto. Era teso sentivo schiacciarmi il cazzo dentro di lui.

    - Rilassati Les, sono e sarò delicato, stai tranquillo.
    - Mmmmaaaaa soonooo riilaaa!Satoo
    - Allora dillo al tuo culo, di tranquillizzarsi.
    - Daiii contiii!Nuaaaa aaaa! Siiii! Cosiii! Daiii Auu!Meneeenta!Aaaaaa
    - Sicuro?
    - Si!iiiiii

    Rassicurato, dal ragazzo ripresi ad affondare il mio cazzo nelle sue carni.
    Max, per azzittire Alessio li rimise i sui 22 maschi cm in bocca, i suoi gemiti calarono di tono ma da gli spasmi che dava il ragazzo godeva da matti.

    Ero occupato, come richiesto in dei affondi decisi e sicuri, Emi divertivo come un pazzo. Quando sentì, affondarmi nel culo. Cosi preso dal mio stantuffare che non mi accorsi di Ivan, il ragazzo si era messo dietro di me e iniziò a scoparmi. Mi voltai e Ferdinando salì in piedi sul letto. Ferd, portò il suo cazzo alle mie labbra e iniziò affondare la cappella in esse.
    Max e Ivan si invertirono e per un attimo i mugugni di Alessio furono liberi.

    Siiiiii! Cooooo!Siii oooooo mmmmiiiipiiiaaace!

    Eravamo tutti presi in un groviglio di piacere, ci stavamo divertendo. Max è il suo lungo maschio pezzo di carne, si affondavano con delicatezza nel mio culo facendomi impazzire dalla goduria. Fui io, in un secondo momento a auto impalarmi. Con i movimenti avanti e in dietro, infilzavo i miei 14cm e mi auto flagellavo con 22cm nello stesso momento. Era però una cosa piacevolissima.

    Poco dopo io e Alessio ci scambiamo di posizione. Per contenere i gemiti di Les, Ferdinando gli teneva la testa ferma con le mani e mezzo cazzo in bocca, per farselo succhiare.
    Sentivo agitarsi all’impazzata dietro di me il mio inculatore, probabilmente era anche lui prede dal dare e ricevere, muovendosi semplicemente avanti e indietro; come era successo a me poco prima.
    Seguì un ennesimo cambio, così ora Ivan scopava Alessio e io succhiavo Il cazzone di Max.

    - Che cazzo, e io! Sono stufo di menarlo! Sono un toro da monta! Sono stato anche troppo in punizione. (Fabrizio)
    - Certo, puoi unirti a noi se non fai lo stronzo. (Ferdinado)
    - Ivanuccia, mi prendo il tuo bel culetto. (Fab)

    Ivan, tolse il suo cazzo da Alessio, sfilò il preservativo gettandolo a terra. Il pavimento era pieno di profilattici usati e delle loro custodie. A ogni cambio di partner si sostituiva anche la protezione.
    Puntando un dito sul scolpito petto di Fabrizio gli disse:

    - Non ti do il culo, te l’ho detto prima.
    - Ok, allora mi prendo Alessia.

    Alessio mi sfilò il cazzo dal culo, si tolse di bocca il cazzo di Ferdinando e indietreggiò. Mi girai, così potei vedere meglio cosa succedeva. Alzatosi dal letto Les, levò il profilattico avvicinò a Fabrizio, reggendosi faticosamente in piedi, perché preso da fremiti di piacere. Trovò appoggio sulle spalle sculture del ragazzo e:

    - Ooooo! Oooooo! O!

    Sborro copiosamente. Dopo 7 grossi schizzi con i quali imbratto la muscolosa coscia di Fabrizio si distese sfinito sul letto, contundo dolcemente a toccarselo.

    - Come hai osato! Troia!

    Les non rispose a voce ma li fece il medio.

    Noi tutti scoppiamo a ridere, ovviamente tranne Fabrizio, il ragazzo era visibilmente arrabbiato. Prese una maglia da terra e si ripulì dalla bianca e densa sborra di Alessio. Guardando Ivan disse:

    - Cosi, impari a non darmi il culo.

    Poi il ragazzo mi prese per una gamba e tirò a se, strusciai sul letto fino a raggiunge le sue gambe con le chiappe.

    - No! Cosi non ti ho già preso prima. Alzati!

    Mi alzai, poi lui mi prese e mi mise a 90 divaricandomi con la sua soda gamba destra le mie.
    Piegato in avanti, avevo lui che si teneva con i miei fianchi.

    - Ora prendo un profilattico e poi vedi come ti scopo.

    Mi sussurro al orecchio. Mi si sbianco il volto, credo. Perché Ferdinando disse:

    - Si buono.
    - Sempre rovinarmi la festa. Ok, ok sarò delicato. Guarda te se uno non può mai scopare come vuole. Anche ieri, hai tratto con guanti bianchi Alessia.
    - Finiscila.

    Nel pronunciare ciò Ferdinando, punto il dito come una minaccia sul ragazzo. Fabrizio morsosi un labbro si trattene dal replicare.

    Ancora una volta un comportamento strano.

    Ora Fab era molto più dolce nel scoparmi, e la cosa era di mio gusto. Era energico ma con la giusta moderazione. Con sapienza usava i suoi 20cm per stantuffarmi.
    Ivan si mise un profilattico e prese di mira il stanco Alessio che non riusciva nemmeno a gemere con vigore, non gli serviva la museruola era come in modalità sotto tono; gli segava pure il cazzo. Max lo imitò ed iniziarono a fare sfila e infila nel culo del amico.
    Ferdinando volle far provare lo stesso piacere a me così, messosi un profilattico cominciarono ad alterarsi prima uno e poi l’altro nel mio culo. Un grosso cazzo da 17cm usciva e uno di 20 cm entrava.
    Scopavamo da parecchio, io ero stanco e in più la mia resistenza era al limite. Comunicai loro il mio stato. Fab aveva il volto contrariato nel sentire Ferd rassicurarmi che avremmo concluso a breve ma non disse nulla.
    Poco dopo, mi trovai steso sul letto vicino ad Alessio. Tutti ci segavamo il proprio cazzo e quasi al unisono ci fu’ un gemito liberatorio.

    - Hoooo! Oooooo!

    Gli schizzi finirono sparsi tra il mio corpo e quello di Les, eravamo pieni di sborra, selezionata tra bianca, densa cremosa fino alla liquida e trasparente. Ivan era il più produttivo 12 schizzi , seguito da Fabrizio11, Ferdinando e Max 10 pari merito, io 7 e Les alla fine con 5, però era alla seconda. I nostri addomi e petti erano bagnati fradici. Mi addormenti, senza ripulirmi.
    Prima di cedere al sonno, abbracciai Allesso passandoli la mano destra attorno al collo.




    Capitolo 10

    Edited by Jak-91 - 19/4/2019, 00:28
     
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    A quando il prossimo?
     
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    C'è da pazientare ancora, chiedo scusa.
    Mi sono accorto, volendo dare un senso quasi compiuto dovevo principalmente occuparmi nel creare una scaletta sui eventi e poi sviluppare il resto. (Lo so è la base, dovevo partire da questa)

    Finita, mi metto a lavorare sul capitolo successivo.

    Pensavo con il capitolo successivo, di pubblicare i capitoli futuri a piccoli frammenti. Cosa ne pensate?
     
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  4. 19mark95
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    Cosa ti fa ridere di bello ?
     
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    SPLENDORE GAY

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    Il decimo è sparito?
     
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    Chiedo scusa, non ho aggiunto il collegamento.
     
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