L'APPARENZA INGANNA

Ospitalità

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    L'Amore con la A maiuscola, non guarda al sesso dell'amato, ma negli occhi per perdersi nella sua anima, fondendosi in un universo perfetto ed armonico, attraverso la donazione di sè

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    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ======================================================


    Come promesso, di seguito trovate la terza parte. L'ultima soft. Dalla prossima le cose si animeranno ;)
    Buona lettura:

    Da dietro lo spettacolo era altrettanto meraviglioso. Le spalle erano ben scolpite e ben si intravedevano attraverso la stoffa aderente della camicia. I fianchi erano sottili e, nel complesso, la curva che delineava la schiena, era armoniosa. Infine i glutei, fasciati con sapienza nei stretti jeans estivi, erano un capolavoro di perfezione. Tondi e sodi, si alternavano in una danza sensuale ad ogni passo di Enrico.
    Il ragazzo spinse con le spalle una porta e si ritrovarono in un grazioso parco interno, con tanto di piscina e un paio di eleganti fontane. Appena uscito Saverio inspirò profondamente. L’aria della sera era frizzante e fresca, nonostante la discoteca si trovasse a due passi dalla zona industriale. Non si sentivano più gli odori di fumo talcato misto a sudore ed odore di birra e alcool. Enrico lo guidò fino ad un piccolo gazebo, dove i due presero posto, l’uno di fronte all’altro.
    - Come mai eri tutto solo al banco del bar? – chiese Enrico incuriosito.
    - E’ una lunga storia. Il fatto è che sono venuto con un amico, ma, come al solito, lui ha rimorchiato subito ed io mi sono trovato ad essere il terzo incomodo.
    - E tu, non hai rimorchiato nessuno? – disse Enrico con un sorriso che, in quel momento, Saverio interpretò come di scherno.
    - Non sono, evidentemente, un ragazzo che desta particolare interesse. – Rispose con una punta di risentimento.
    - Dici? Io ti trovo molto carino. E sembri un tipo a posto.
    - Figurati, chissà quanti bei ragazzi vedrai ogni sera. Ed io so perfettamente di non essere un adone. Tu invece, sei un ragazzo così bello che, ancora adesso, mi chiedo perché tu stia sprecando il tuo tempo con me.
    - Ma io non sta sprecando proprio nulla. Te l’ho già detto. Mi piaci. E credo di piacerti anche io. Almeno mi è sembrato di vedere che mi guardassi stasera.
    - Io???
    - Ti prego, non mi dire che non è vero.
    - Non riesco a capire… Aspetta. No, non può essere. Tu non puoi essere il ragazzo che ballava sul cubo.
    - Perché ti stupisci tanto?
    - Perché pensavo che, ragazzi come te, stessero solo assieme a dei figoni usciti da agenzie di modelli… Non certo che dessero confidenza ad uno come me.
    - Ma perché continui a buttarti giù in questo modo? Io ti trovo veramente carino. Hai degli occhi meravigliosi, lucenti e puliti. Mi sembri anche molto giovane. Strano che ti abbiano fatto entrare.
    - Beh, ho 18 anni compiuti… quindi.
    - Avrei etto meno. Ma dimmi. Come ti chiami? Ancora non so il tuo nome. E’ una vergogna.
    - Hai ragione, scusami. Io mi chiamo Saverio.
    I due ragazzi continuarono a parlare a lungo, il tempo sembrava non aver fine. Erano così persi, l’uno nelle parole dell’altro, che non si accorsero che la discoteca, un po’ alla volta, si era svuotata e che, nel cielo, delicati sprazzi di luce cominciavano a fendere l’oscurità della notte.
    - O mio dio – disse Saverio appena si rese conto del tempo trascorso. – il treno. Credo di aver perso il treno. E per oggi c’era uno sciopero. Bel casino. Ed ora come trono a casa?
    - Di dove sei?
    - Della provincia di Belluno.
    - Caspita, da così lontano? Ti accompagnerei volentieri, ma a quest’ora, mettermi in macchina per fare tutti quei kilometri… Ascolta, che ne dici se andiamo a riposare un po’ da me. Poi, quando ci svegliamo, prendo la macchina e ti porto a casa. Che ne dici?
    - Non vorrei disturbarti… E poi. Non lo so. A casa tua. Con te. Il fatto è che, comunque, non credo di avere molte altre alternative.
    - Tranquillo, non intendo violentarti.
    - Non è di quello che ho paura.
    - E di cosa.
    - Di me. Delle mie emozioni. Non sono mai stato con un ragazzo, e mi piacerebbe da matti sapere com’è. Ma tu sei troppo per me. Nemmeno nei miei sogni più proibiti avrei mai potuto immaginare tanto.
    Enrico sorrise. Era così tenero quel ragazzo. Lo faceva sentire così pieno di potere, eppure, al contempo, così in difficoltà. Era la prima volta che si trovava in questa situazione. Di solito, gli altri uomini e ragazzi che incontrava in discoteca, davano per scontato il fatto che, essendo ballerino, fosse una botta sicura. Tante volte si era trovato ad allontanare in malo modo ragazzi che, con troppa esuberanza, allungavano le mani per palpeggiarlo o che si strusciavano su di lui per fargli sentire l’erezione. Ed ora, aveva di fronte un ragazzo con il quale avrebbe volentieri trascorso una notte di passione, e si ritrovava a lottare con se stesso. Perché aveva paura di deluderne le aspettative. Temeva di fargli del male. Non tanto fisicamente, quando intimamente. Sentiva su di sé un grande responsabilità. Forse era stato avventato nell’invitarlo a casa. Ma ormai, il dado era stato tratto, e non poteva certo tirarsi indietro.
    Uscirono assieme e salirono in macchina. Saverio armeggiò con l’iPod per avvisare casa che sarebbe rientrato solo nel tardo pomeriggio. Sottolineò di stare bene e di non preoccuparsi. Poi rimasero in silenzio fino a casa di Enrico. Scesero ed entrarono nell’androne della vecchia palazzina. Salirono un paio di rampe di scale ed Enrico prese dalla tasca un mazzo di chiavi. Aprì la porta e fece cenno a Saverio di entrare. Il ragazzo rimase, per un attimo, fermo sulla soglia. Dentro di lui sapeva che, una volta varcata quella linea, nulla sarebbe stato più come prima, inspirò profondamente ed entrò.

    Ecco il link della quarta parte, buona lettura ;)



    Edited by Elchicoloco - 19/6/2014, 18:24
     
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  2. Hallen
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    Auhhh!
    L'immaginazione mi sta facendo troppo desiderare il seguito della storia! Forza forza, l'aspetto con ansia!
     
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    bellooooooo! stupendo!
     
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  4. MXXX4
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    ma il suo nome Saverio non lo aveva detto nel secondo racconto?
     
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    L'Amore con la A maiuscola, non guarda al sesso dell'amato, ma negli occhi per perdersi nella sua anima, fondendosi in un universo perfetto ed armonico, attraverso la donazione di sè

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    ;)
    CITAZIONE (MXXX4 @ 2/8/2013, 02:05) 
    ma il suo nome Saverio non lo aveva detto nel secondo racconto?

    Hai perfettamente ragione, scusami per la distrazione :disapointed.png:
    Beh, potermmo far finta che, a causa del volume troppo alto della musica e delle continue distrazioni che ci possono essere in una discoteca, ad Enrico fosse sfuggito il nome di Saverio :P

    Comunque grazie per l'appunto.
    Le critiche costruttive sono sempre ben gradite.
     
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4 replies since 23/7/2013, 14:09   1730 views
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