Gay Boys Reloaded

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Rieccoti amico mio! Siamo rimasti che ti avrei raccontato della prima vera esperienza che mi ha convinto dei miei gusti in fatto di uomini. Lo so cosa stai pensando. Fino a quel momento non ritenevo ancora di essere gay. Solo curioso. Volevo nascondermi dalla verità da ciò che realmente mi eccita e volevo evitare di dare delle spiegazioni a chi mi stava intorno.
    Quest’avventura me la ricordo davvero molto bene. Si dice sempre “La prima volta non si scorda mai!” Beh, a questa volta si collegano anche tante altre prime volte. Ma sto correndo troppo… Andiamo in ordine, come sempre.
    Era 4 anni fa circa. Ero con un amico, Joseph. Avevo conosciuto Joseph a scuola, era un ragazzo orientale e di statura media anche se poco più basso di me. Aveva un viso tipico, un piccolo naso e occhi a mandorla. Aveva un viso molto giovanile e con dei lineamenti molto delicati, quasi femminili. Capelli neri, carnagione leggermente più scura della mia e un culo da sballo!
    Decidemmo di andare in montagna insieme, a camminare. Ad entrambi piaceva la natura e la montagna. Fissammo per una domenica, la prima che arrivava. Nessun adulto, solo io e lui. Io mi ero messo i jeans corti e una canotta senza maniche. Lui, mentre ci stava accompagnando mio padre, disse che gli davano fastidio le mutande. Io, per battuta, gli dissi “Toglile, magari stai più comodo senza!”. Lui la prese seriamente e si tolse i pantaloncini sportivi. Aveva delle mutande a rete, si intravedeva tutto. Caspita, la prima volta che vedevo delle mutande strane come quelle. Se le tolse e si girò verso di me… Io, facendo finta di nulla, guardavo lui al viso, bloccando la mia curiosità. Lui mi guardava, cercando di capire cosa guardassi e se ero interessato.
    Si girò verso il finestrino dell’auto di mio padre, come per far finta di non vedermi. Io abbassai lo sguardo e vidi che il suo cazzo si stava mettendo in posizione eretta. Mi sembrò un po’ inopportuno e gli dissi: “sbrigati a rivestirti, non vorrai farti vedere?”. Lui mi rispose: “Come fa a vedere? Sta guidando! Poi è normale un’erezione, non c’è nulla di strano con un bel ragazzo accanto che mi guarda.”.
    Mi avvicinai con la bocca alle sue labbra e gli diedi una leccata sulla punta. Lui mi prese di colpo dietro il collo con una mano e mi spinse la testa verso il basso. Non me lo aspettavo e mi spinse in modo da prendere tutto il suo pisello in bocca, fino in fondo, senza nessuna resistenza. Sentii che il suo membro si faceva spazio nel mio esofago, una sensazione incredibilmente soddisfacente. Joseph trattenne il fiato, per cercare di non fare rumore. Irrigidì i muscoli e non mi lasciò andare la testa, mentre io avevo difficoltà a respirare e cercavo di tirarmi indietro.
    Appena mi liberai, Joseph mise il pisello nei pantaloncini. Avevo paura che mio padre mi scoprisse, non sapeva nulla di me, e comunque non sarebbe stato bello farlo partecipare all’esperienza sessuale.
    Arrivati al paesino di partenza, mio padre ci lasciò e ci disse di chiamarlo quando saremmo arrivati alla fine del percorso e quando saremmo stati di nuovo al paesino. Così sarebbe venuto a prenderci per tornare a casa. Io e Joseph prendemmo i nostri zaini e iniziammo il cammino. Lui stava davanti e, appena iniziata la salita, ero continuamente a osservare il movimento del suo culo. Avevo costantemente l’immagine in testa di lui senza mutande e lo immaginavo fare gli stessi movimenti con il culo ma senza nulla. Un’immagine paradisiaca, un culo sodo ma grosso. Ogni piccola salita faceva aderire i pantaloncini al culo e lo rendeva quasi come fosse trasparente.
    Durante la camminata parlavamo di tutto, dai cinghiali a battute di sesso. Poi, quando vide un serpente, si mise ad urlare di colpo abbracciandomi stretto e forte. Io cercai di spiegargli quanto fossero innocui i serpenti della zona, mentre sentivo leggermente la punta del suo pene a riposo sfiorarmi una gamba. Lo notai e cominciai piano piano a fare confusione con le parole, mi distraevo e non completavo una frase prima di iniziarne un’altra. Ero davvero persuaso dall’idea che fosse senza mutande e che i pantaloncini fossero larghi e ultrasottili.
    Continuammo con il percorso, anche se io ebbi qualche difficoltà con la salita. Non è facile fare la salita con un’erezione che limita i propri movimenti. L’erezione mi durò per almeno dieci minuti. Ad un certo punto, chiesi di andare avanti io, così da non guardargli il culo. Funzionò, in poco tempo l’erezione si alleviò e ripresi a camminare bene.
    Arrivammo quasi alla cima del monte, dovevamo fare una piccola scalata fra le rocce per raggiungere la vetta più alta. Mi ricordo bene che Joseph scivolò all’indietro, verso di me. Lo presi con le mani dal culo e lo spinsi in avanti, per evitare che cascasse indietro. Non pensare male, mi venne spontaneo!
    Una sensazione di morbidezza e di eccitazione davvero singolari! Quel momento, anche se durato pochi istanti, mi sembrò durare diversi minuti. Di nuovo non riuscivo a muovermi liberamente, ma mancava poco. Non dovevo deconcentrarmi proprio in quel momento! Arrivammo in cima, tirammo fuori la macchina fotografica e fotografammo il bellissimo panorama.
    Joseph, per farsi fare una buona foto, si portò il cambio di vestiti. Iniziò togliendosi la maglietta, mostrando una piccola pancetta e due capezzoli duri duri. Poi toccò ai pantaloni che, una volta tolti, svelarono un’erezione in crescita. Senza nasconderlo, il mio sguardo puntò dritto su quell’immagine. Non con la faccia da ebete, come nei cartoni animati. Proprio con disinvoltura, non ci pensavo nemmeno. Era davanti a me, con l’uccello di fuori e anche in procinto di un’erezione! Sfido chiunque a non guardare!
    Stavamo parlando della cosa che era successa in macchina, di quanto fosse stato pericoloso. Mentre parlavamo, lui si avvicinò. L’erezione era sempre più evidente e, prima che me ne accorgessi, era già a contatto con le mie labbra. Guardai Joseph negli occhi, lui mi prese per la nuca e mi spinse la testa di colpo fino a farmi tossire. Mi liberai dalla presa, tossendo e pensando a come fosse piacevole sentire quella sensazione di pienezza nella gola. Era soddisfacente sentire di poter fare spazio a tutto il suo cazzo. Mi avvicinai di nuovo con la bocca, con la lingua di fuori. Puntai a una goccia di precum che avevo notato. Partii da sotto, percorsi tutta la sua lunghezza e arrivai alla punta sentendo quella goccia scorrere sulla mia lingua. Con una mano, strinsi alla base del suo pene e portai la stretta verso la punta. Vidi uscire un altro po’ di precum e approfittai per prenderne dell’altro con la punta della lingua. Il sapore era lievemente dolciastro, ma un sapore difficile da descrivere. Continuai a stimolare il precum con un dito sulla punta del glande e via via bevevo il suo nettare. Dopo qualche minuto così, che lui gemeva fra una leccata e l’altra, lui mi fece alzare e mi abbassò i pantaloni e le mutande insieme. Il mio pisello uscì di scatto con tutti i 20cm di lunghezza e lo schizzò con un po’ di precum che era sulla punta. Gli arrivò al naso, visto che si era avvicinato prima che uscisse del tutto.
    In pochi secondi eravamo in cima al monte completamente nudi e in bella vista! Ma niente sembrava preoccuparci in quel momento. Avevamo altro a cui pensare, le nostre inibizioni erano andate a farsi fottere anche loro.
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    Beh, si parte da 4 anni e mezzo fa. Più o meno quando ho avuto le prime incertezze sul mio orientamento sessuale. Ero convinto mi piacessero le ragazze. Ammiravo i loro volti, la pelle liscia e morbida, le curve e i movimenti lenti e delicati. Erano davvero un bel vedere per me, ma non ho mai riflettuto su cosa realmente mi eccitasse. Era veramente difficile capire se le desiderassi sessualmente o se fosse solo invidia per la cura che riservavano per il loro corpo.
    Cacchio! Mi viene da ridere se ripenso alla prima ragazza che ho avuto. Era bellissima, la più bella della classe! Era bionda, pienamente sviluppata anche se precocemente. Lei aveva davvero un fantastico viso, quel tipo di viso che ti sussurra agli occhi “guarda quanto mi illumino, questa è la mia innocenza”. Vogliamo parlare del suo modo di parlare? Era fantastica, pura come un fiore appena sbocciato, ancora non notato dalle api. Con lei sono stato per 4 mesi, senza mai dubitare del nostro “amore”. Ci tenevamo per mano, ci baciavamo in pubblico, uscivamo spesso da soli. Non c’era niente fra noi due che facesse credere che fosse solo una cotta momentanea.
    Tutto cambiò al cinema, una sera di febbraio. Avevo 16 anni e mezzo, ero un cretino e pieno di ormoni che mi pregavano di sfogare le mie pulsioni sessuali! Ma per qualche motivo, anche se lei mi piaceva, non ho mai teso un solo dito alle sue parti più intime. Certo, le occasioni non sono mancate, ma non sentivo la pulsione che mi dicesse “Fallo ora! Non ti vergognare e non esitare!”. Lei si che ci provava a volte, ma ogni volta la bloccavo con un bacio e mi mettevo seduto sopra di lei senza concludere niente. Davvero ridicolo, non credi? Smetti di ridere, mi metti in imbarazzo! Che stronzo! Però fa ridere anche me a ripensarci.
    In quella notte di febbraio, durante il film, un film rosa con alcune scene un po’ spinte per dei sedicenni, avevo bisogno di andare in bagno con una certa urgenza. Dissi alla mia ragazza che sarei tornato subito e lei, ovviamente presa dal film, mi ha chiesto di accompagnarmi. Io le risposi di non sprecare il biglietto e di godersi il film, ci avrei messo 2 minuti al massimo. In bagno ci arrivai di corsa. I WC erano tutti guasti, c’era solo il pisciatoio, quello al muro. Io odiavo quelli, mi vergognavo a tirarlo fuori in pubblico. Quella sera ne funzionavano solo 2, uno accanto all’altro. Andai al primo, attaccato al muro. Ero leggermente girato verso il muro, per non far vedere nulla a nessuno, nel caso in cui qualcuno entrasse. Il caso volle che un ragazzo più grande entrò poco dopo. Mi gelò il sangue a sapere che non avevo finito e che lui sarebbe venuto a quello accanto a me a pisciare. Mi disse “Mi fai un po’ di spazio? Così ne occupi 2”. Mi sentii talmente in colpa da girarmi di colpo spaventato e pisciare un po’ di fuori per un attimo. Lui mi guardò e cominciò a pisciare. Mi disse “come mai così nervoso? Ti faccio paura?”. Io mi inventai qualcosa del tipo “No, è solo che non sono abituato a pisciare in pubblico! Scusami!”. Lui mi sorrise e mi disse “senti, perché non mi guardi nemmeno quando parli? Mi metti a disagio…”. Io mi giro per scusarmi e, per istinto, la prima cosa che guardo è la sua verga in tutta la sua erezione. Mi bloccai per qualche secondo con lo sguardo fisso verso il suo enorme pisello. Quando mi ripresi, accorgendomi che mi stava guardando, dissi “Scusami tanto!”, presi il mio pisello e lo rimisi apposto.
    Per qualche motivo, si stava allungando. Lui, prima che lo rimisi nelle mutande, lo guardò crescere quel poco per capire che era un’erezione. Mi guardò negli occhi e mi si avvicino con il pisello ancora fuori, ormai finito di pisciare. Mi arrivò ad un centimetro di distanza, il mio pisello stava premendo contro i pantaloni, nel tentativo di trovare una fuga verso la libertà. Lui mi era arrivato col viso a una distanza tale da dubitare che non mi stesse già toccando. Mi sussurrò “ora ti abbassi i pantaloni e mi fai vedere cosa nascondi”. Io, scioccato, feci finta di non capire. Lui mi abbassò a forza i pantaloni, strappando il bottone dei miei jeans. Le mutande non riuscivano a nascondere tutto il mio tesoro. Spuntava sulla destra la punta del mio pisello, ovviamente al massimo della sua erezione. Lui lo osservò per qualche secondo, senza dire nulla. Mi teneva con una mano attaccato con le spalle al muro. Si abbassò per osservarlo meglio, senza toccarlo. Si rialzò piano piano e mi disse “Ti vergogni perché sei circonciso? È per questo che hai paura a farlo vedere?” Io, imbarazzato come mai, lo spinsi con forza. Gli risposi “Ti piace così tanto guardarmi il cazzo? Eccolo!” Mi abbassai le mutande e il mio pisello si librò verso l’alto, rimbalzando sul mio addome. Lui, a bocca aperta, mi rispose “Non devi vergognarti di una opera d’arte come questa!” Io, a quel punto eccitato come uno che non avesse scopato da una vita e che stesse scoppiando di voglia, gli saltai addosso. Lo buttai a terra con uno sgambetto e gli misi il mio pisello sulla faccia. Lui, bloccato alle braccia e alle gambe, avvicinò la bocca e allungò la lingua. Io, non sapendo cosa stessi facendo rimasi fermo finché un gemito non uscì dalla mia stessa bocca, senza neanche esserne cosciente. Mi alzai di colpo, con uno scatto rapido e mi rivestii subito. Scappai di corsa dal bagno e tornai alla sala dove c’era la mia bellissima ragazza. Era lei Quella che io volevo, non uno sconosciuto succhia cazzi. La mia ragazza, venendomi incontro con un’aria strana, mi tirò uno schiaffo e disse “Che cazzo hai fatto per tutto il film? Ormai è finito e tu non sei ancora tornato! Con chi te la spassavi?”. Io provai a pensare a cosa dire, non sapendo nemmeno io che cazzo fosse successo! Provai a dire “Non ho fatto null…” “Stai zitto! Non ti voglio più vedere! Mi hai tradito, ci scommetto! Sei come tutti gli altri! Sei uno stronzo!”. Io rimasi come un ebete davanti a tutti gli spettatori del nostro film rosa e la lasciai andare via. Per tutta la notte non feci altro che pensare a quel bagno, con un’erezione perenne che non aveva intenzione di darmi tregua. Non stavo affatto pensando alla mia ex, che diceva che l’avevo tradita. Stavo pensando al ragazzo del bagno, a quando si avvicino, a quando mi ruppe il bottone e soprattutto a quella sensazione strana sul mio cazzo. È proprio vero quello che disse Fabrizio Caramagna: “E’ di notte che si percepisce meglio il frastuono del cuore, il ticchettio dell’ansia, il brusio dell’impossibile e il silenzio del mondo.”
    Ma ti rendi conto? Da lì è partito il mio primo dubbio su cosa mi piacesse, anche se l’idea mi schifasse. Aspetta di sentire la seconda storia, non hai idea delle esperienze che ho passato in questi anni!
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    Ciao, è tanto che non ci vediamo! Ho così tante cose da raccontarti! Ho vissuto delle esperienze che neanche ti immagini. Lo so, ora starai pensando: “Chissà che cavolate vuole rifilarmi adesso”. Non sono cavolate, è la pura realtà! Non sono più quello che inventa storie, non mi interessa. Ora voglio solo raccontarti quello che ho vissuto, perché siamo amici e gli amici condividono i successi e i dolori.
    Cazzo! Da dove inizio? Potrei parlarti di quella volta che ho conosciuto un vip televisivo e ho scoperto anche che i pregiudizi sulle dimensioni degli orientali sono false. Oppure potrei raccontarti di come sono riuscito ad entrare in un concerto gratis e ho conosciuto di persona il cantante. Altrimenti di quando un ragazzo ad un ristorante mi ha offerto la cena solo perché gli ho chiesto se potevo unirmi a lui, vedendolo solo come me. Uffa! Questo è quello che succede a non sentirci per anni!
    Hai ragione, rischio di fare confusione raccontando a vanvera senza collegamenti temporali… Partiamo dal primo!
3 replies since 12/8/2020
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