La Prima esperienza (STORIA VERA) - CAPITOLO 1

Ciao, sono Thomas, e ho deciso di scrivere una serie di racconti in ordine cronologico che riguardano fatti che mi sono accaduti realmente. Buona lettura

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  1. CuteBitch
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    Primo giorno di nuoto, entro con mia mamma negli spogliatoi, sistema il mio borsone, mi dà l'accappatoio mentre io mi tolgo la tuta, avendo già il costume sotto. Un semplice costume comodo per nuotare per un'oretta, perciò ovviamente a Slip. Io sono piccolo fisicamente, sono sempre stato più piccolo dei miei coetanei. Basso, snello, liscissimo nonostante sia nel pieno della pubertà. Il mio corpo liscio risalta molto nel costume a Slip, soprattutto le gambe e quella parte di natiche vellutate che si intravede. Forse il sedere è la mia parte migliore, me ne sono già accorto nonostante l'inesperienza, e questa cosa mi verrà confermata molto presto anche dai ragazzi coetanei e non solo. Si sa, gli ormoni iniziano a impazzire di tanto in tanto a questa età, soprattutto quelli di chi, a differenza mia, sta già completando la fase di sviluppo fisico. Mia mamma mi saluta e torna al piano di sopra rispetto agli spogliatoi. Dagli spalti della piscina, i genitori vedono solo chi nuota. I ragazzi in attesa del loro turno sono collocati esattamente sotto agli spalti. In quei 20 minuti di attesa nessuno ti controlla. Sarebbero gli istruttori i responsabili, ma ogni istruttore sta facendo lezione ai gruppi che precedono te, perciò regna anarchia (seppur contenuta) tra i ragazzi che attendono.
    Cammino sotto agli spalti e cerco il cartello che indica il gruppo con cui farò lezione, lo trovo dopo una decina di metri e vedo solo due ragazzi che chiacchierano tranquillamente in attesa di fare lezione. Mi avvicino con fare timido e mi metto appoggiato al muro a un paio di metri da loro. Li osservo con la coda dell'occhio e mi sembrano più grandi di me di età, ma, anche se così non fosse, fisicamente sono già molto più sviluppati. Vedo addominali e bicipiti ben formati, qualche pelo su gambe e petto; mi sento subito a disagio, mi sembra di stare in gruppo con dei marziani. In tutto ciò, smettono di parlare tra loro e uno dei due si gira verso di me e mi osserva, mi giro per guardarlo negli occhi e si mette a ridacchiare. Decido di sorridere e di salutare presentandomi
    "Piacere, Thomas"
    Nessuna risposta, mi guarda e ride, penso che rida perché rispetto a lui sembro un poppante, ne sono certo e me lo conferma subito
    "I bambini sotto i 10 anni hanno già fatto lezione, hai sbagliato" e parte una risata con il suo compare. Io sorrido in modo forzato e abbasso lo sguardo facendo finta di nulla. Ho addosso il mio accappatoio e me lo stringo ancor di più per nascondere il mio corpo fanciullesco, magrolino e liscio.
    Finalmente, almeno, si presentano
    "Io sono Leonardo" dice il ragazzo che rideva di me poco prima.
    "Io Riccardo" sospira quasi scocciato l'altro.
    Ora che sono voltato verso di loro li vedo meglio e anche da più vicino. Loro l'accappatoio lo hanno già appeso, hanno entrambi il costume a boxer che li copre leggermente di più rispetto a me. Leonardo è ben piazzato fisicamente, ha delle braccia robuste, spalle larghe, ed è alto almeno 20 cm più di me. Riccardo è meno muscoloso ma è ancor più alto e slanciato.
    La cordialità delle loro presentazioni finisce all'istante.
    Leonardo si avvicina di scatto a me e, senza alcun senso apparente, mi afferra il braccio e mi intima "Togliti l'accappatoio, femminuccia", ma non mi lascia il tempo di dire nulla: anche Riccardo si avvicina e me lo sfilano con maniere poco buone, buttandolo anche per terra. Non dico niente, è nella mia indole, resto pacato e timido come solito e mi piego per raccoglierlo. Mentre sono piegato mi arriva uno schiaffo molto forte sul sedere, mi limito ad un verso di dolore molto contenuto, cercando di trattenermi. Sento le natiche che formicolano, sicuramente ho già il segno rosso della mano, ma mi viene presto confermato il dubbio. Infatti in tempo zero, trovo Riccardo di fronte a me che mi "abbraccia forte" per immobilizzarmi, dando le spalle (e soprattutto il sedere) a Leonardo. I due ragazzi ridono, io sto fermo, non cerco di ribellarmi. Leonardo, senza opposizione, grazie all'amico che mi tiene fermo, mi abbassa il costume (solo dietro) e mette in piena vista il mio sedere. Inizia a ridere "Hai la chiappa destra con la mia mano tatuata sopra", ma non contento, con il mio culetto nudo a sua disposizione, decide di tirare una sculacciata ben assestata anche alla natica sinistra. Provo a saltare in aria dal dolore, ma la stretta da Anaconda di Riccardo non mi permette neanche di urlare. Finalmente molla la presa ma, mentre sto per mettere le mani dietro nel tentativo di rialzare il costume, Leonardo ha la gentile idea di rimetterlo a posto... A modo suo. Improvvisamente afferra la parte di elastico dello slip e tira verso l'alto con tutta la forza. Mi esce dalla bocca un gemito e un sospiro. È la prima volta che percepisco una sorta di eccitazione improvvisa in questo modo. Dall'essere con il sedere nudo mi ritrovo il costumino in mezzo alle natiche come fosse un perizoma. La strana sensazione scompare subito, ma ce l'ho bene in mente. Ho percepito come una sensazione di lieve piacere nel momento in cui il costume ha aperto leggermente il mio sedere mentre veniva tirato con forza su da Leonardo. Alla fine i due mascalzoni mi lasciano stare e posso risistemare il costume. Leonardo, che ride ancora di me sotto ai baffi, mi guarda e mi dice "Con te mi voglio divertire". Come sospettavo, la mossa di non ribellarsi e restare indifferenti anche al dolore, stimolerà i due ragazzi a continuare anche in maniera molto peggiore a perseguitarmi. Lo immaginavo, sono la vittima perfetta per due ragazzi in preda ai loro ormoni scoppiettanti. Certo, anche io so già molte cose, però non sono al loro punto, questo mette loro in condizione di trovare in me la vittima perfetta per le loro vessazioni e molestie.
    Il primo incontro finisce lì, veniamo aggregati con altri due gruppi con pochi ragazzi e facciamo la prima lezione.
    Mi aspetta un anno molto movimentato.

    CAPITOLO 2.

    Due giorni dopo è il momento della seconda lezione. Solito ingresso negli spogliatoi con mamma che mi aiuta a prepararmi e torna al piano di sopra. Il percorso che faccio verso il mio gruppo è strano. Da un lato sono timoroso di essere umiliato ancora, d'altro canto ho qualche vibrazione positiva, come se fossi soddisfatto di ricevere attenzioni così evidenti dai due ragazzi. Mi avvicino, loro sono già lì, mi hanno scrutato in tutti i secondi in cui mi dirigevo verso di loro. Quando arrivo a un paio di metri, Leonardo esordisce in punta di fioretto "Ciao puttanella". Cominciamo molto bene direi. La prendo comunque con ironia e saluto sorridendo, dopodiché mi appoggio al muro, come due giorni prima e inizio a fissare il vuoto e a fare finta di essere indaffarato in qualcosa, come per esempio sistemare il laccio che serve ad allacciare l'accappatoio. Lo tolgo, lo rimetto, e via così. Per il momento mi lasciano stare, parlano tra loro e mi ignorano
    "Meglio così" penso tra me e me. Tutto procede tranquillamente, finché sento che una frase di Leonardo termina con "facciamogliene due a questa puttanella". Gelo totale, non mi giro verso di lui, non li guardo, fingo di non essere neanche lì con loro. "TU VIENI CON NOI ORA" mi dice in modo molto minaccioso Leonardo. Non ho il tempo di realizzare nulla. Riccardo a destra, Leonardo a sinistra e le mie braccia tenute ferme. Non mi portano via in maniera evidente, non vogliono dare nell'occhio perciò mi fanno camminare quasi normalmente, solo con qualche strattonata e spintone. Mi portano nello spogliatoio, in quell'esatto momento, normalmente, è totalmente vuoto. I primi gruppi sono verso la fine della lezione e i nuovi gruppi, tra cui noi, siamo in attesa di iniziare. Ci sono solo cabinette per cambiarsi, dei gabinetti e le docce. Di esseri umani neanche l'ombra. Questa volta, un po' impaurito, parlo e provo a sussurrare "Perché mi avete portato qua?"
    Leonardo mi prende per i capelli e mi tira la testa all'indietro verso di lui
    "Non ti ho detto che puoi parlare" mi dice in modo secco. Li guardo, li osservo pochissimi secondi. Noto che hanno in mano qualcosa, guardo subito meglio e capisco, sono i lacci dei loro accappatoi, uno a testa. Vengo scaraventato in una cabina per cambiarsi, entrano entrambi con me e bloccano da dentro l'apertura. È abbastanza stretta, ma ci stiamo senza problemi. Io sono zitto, inerme, anche questa volta decido senza dubbi di mettermi a loro disposizione senza fiatare. Già, senza fiatare, neanche volendo. Riccardo mi sfila di colpo il costume a slip, resto nudo in un istante, davanti a loro. Mi salva solo il fatto che nella cabinetta chiusa ci sia più ombra che luce, magra consolazione. Riccardo appallottola il mio costume e cerca di infilarlo in bocca, mi tappano il naso e, quando apro la bocca, lo posizionano. Leonardo, prontamente usa uno dei due lacci dell'accappatoio per completare il bavaglio, lo fa passare sulla mia bocca per tenere dentro il costume. Impossibile fiatare così, posso solo fare versi, e neanche forti.
    Leonardo e Riccardo mi posizionano in una sorta di posizione a pecorina, con il sedere nudo in fuori rivolto verso l'alto. Mi sento umiliato totalmente, sento il culetto aperto, con il mio buco in bella vista. Non so cosa aspettarmi, ma temo il peggio... Invece, forse, succede la cosa meno grave che potesse accadermi in quella posizione. Leonardo decide di utilizzare l'altro laccio dell'accappatoio come frustino. Iniziano a frustarmi le natiche a ripetizione, con colpi secchi, non fortissimi, ma molto dolorosi, da far bruciare il sedere immediatamente. Sento che si danno il cambio con il frustino, io ormai ad ogni colpo sento un formicolio in più, sento il sedere andare a fuoco, ogni colpo che subisco posso solo fare "MMPPH". Un gemito che ormai sembra sempre più rassegnato. Ad ogni gemito che faccio, i due bulli infieriscono
    "Senti come gode, che troia" dice Leonardo
    "Godi puttana, facci sentire che godi" sussurra Riccardo continuando a colpirmi a ripetizione con il laccio sulle natiche. È a tutti gli effetti una punizione oltre che un'umiliazione. Sono stato denudato, imbavagliato, tenuto fermo e frustato a turno. Ma non soddisfa neanche questo a loro due. Leonardo, che ora mi tiene ferme le braccia mentre Riccardo frusta, è davanti a me e, nella penombra, vedo bene sotto il suo costume una protuberanza significativa. Il suo cazzo è duro, molto duro e, tra l'altro è a pochi centimetri dal mio viso angelico e innocente. Leonardo si decide, rompe il ghiaccio definitivamente e tira fuori il suo pisello dal costume. Un pisello... Direi un pisellone. Dimensioni veramente incredibili, uno sviluppo del suo corpo avvenuto già in maniera impeccabile direi. Inizia a segarsi senza fare complimenti tant'è che mi trovo con le braccia libere. Cerco quanto meno di darmi forza per allontanare il viso dal suo cazzo, che si trova veramente troppo vicino, ma Riccardo decide di infierire a sua volta. Il laccio dell'accappatoio viene usato per un secondo scopo, ovvero come corda per legare. Un paio di nodi stretti e mi trovo i polsi legati dietro alla schiena. Ora sono a pancia in giù sulla mini panchina della cabina, nudo, un laccio in bocca con il mio stesso costume come bavaglio e ora pure con le braccia legate. Per di più con un cazzo duro davanti al viso. Ah no, anche Riccardo tira fuori dal costume la sua belva, un po' meno grande di quello di Leonardo, ma molto dignitoso. Bene, ora sono due cazzi duri. Si segano senza sosta e ansimano come porci, io aspetto, so già cosa succederà, mi faranno una piccola doccia bianca, inizio a farmene una ragione e attendo. Leonardo prosegue la sua masturbazione, ma comincia ad alternarla a degli schiaffi che mi dà sulle guance e sulla testa usando proprio il pisello duro. Riccardo, prendendo spunto dall'amico, inizia a schiaffeggiarmi il sedere con il suo cazzo mentre continua a segarsi velocemente. Percepisco che stanno raggiungendo l'orgasmo, ho il viso umido per le pisellate di Leonardo, ma è niente in confronto all'umidità che sto per ricevere. 3, 2, 1 e Riccardo sborra copiosamente sul mio sedere, sento tutto caldo e bagnato sulle mie natiche. Passano appena 15 secondi e anche Leonardo raggiunge l'orgasmo, però in pieno viso. Uno, due, tre,.... SEI schizzi sostanziosi di sperma caldo sulla mia faccia, e sui miei capelli. La sento colare, scende sul laccio che mi fa da bavaglio, passa anche sotto, la sento sul costume che ho in bocca. L'odore di sesso è forte nella cabinetta. Riccardo e Leonardo si ricompongono alla svelta e mi slegano i polsi, tolgono anche il laccio che ho in bocca e se ne vanno correndo al punto di attesa dei gruppi. Io, che sono stato lasciato come spazzatura nella cabinetta mi alzo, sputo letteralmente il mio stesso costume dalla bocca e lo raccolgo: è molto sporco di sperma, lo sento anche in bocca, mi cola sugli occhi, e pure il mio sedere è inzuppato. Mi precipito sotto alla prima doccia che vedo, e mi sciacquo totalmente, pulisco bene il costume e lo indosso di nuovo. Torno anche io al punto di attesa, dove prendo io mio accappatoio e mi asciugo. In tutto ciò sono calmo, tranquillo, sono sollevato soprattutto perché avevo temuto fortemente di essere penetrato in qualche modo analmente. Leonardo e Riccardo mi guardano, ma non ridono, sono timorosi dai loro sguardi, temono ripercussioni, temono che io possa dire a qualcuno cosa è accaduto. La lezione inizia e tutto fila liscio. Alla fine della lezione, usciamo dalla vasca olimpionica e, nel breve percorso per indossare le ciabatte, sento i due bulli che borbottano qualcosa tra loro. Nella strada per entrare negli spogliatoi si avvicinano di soppiatto senza destare sospetti. Leonardo mi cinge con un braccio sulla spalla e mi strattona prepotentemente verso di lui, si avvicina con la bocca al mio orecchio e mi minaccia sussurrando
    "Se parli ti spacco la faccia" e se ne va accellerando il passo. Mi bastano quelle parole, io ero già convinto di non dire niente a nessuno, soprattutto per vergogna, però con quella minaccia ora ero sicurissimo.

    La lezione successiva torno tranquillo, sono quasi sicuro che succederà poco o nulla, ho il sospetto che non vogliano più rischiare delle porcate simili con il rischio che io possa parlare a qualcuno della situazione. Penso che sia stato l'apice raggiunto e che non si raggiungerà più.
    Questa speranza viene spezzata subito. Appena arrivo mi tolgo l'accappatoio e lo appendo vicino ai loro. Leonardo non si fa attendere, mi si avvicina ed esclama "Ah, oggi ti spogli da solo?" e cerca una risata di approvazione da Riccardo che non si fa attendere.
    "Abbiamo una ventina di minuti prima della lezione, ci fai sborrare piccoletto?"
    Per l'ennesima volta il gelo totale, provo ad oppormi timidamente sussurrando
    "No dai, anche oggi no, vi prego" ma sono parole al vento. Leonardo mi afferra come suo solito, in maniera irruente, e mi dice "Non fare storie, muoviti"
    Mi fanno camminare fianco a fianco con loro come la volta scorsa. Tento qualche frenata improvvisa ma serve solo a farmi minacciare di essere picchiato. Lascio stare, mi lascio a loro di nuovo quasi a peso morto, non so cosa succederà questa volta. I lacci dell'accappatoio li hanno, ne hanno 3 questa volta, hanno preso pure il mio. Mi invitano, toccandomi fianchi e capelli, ad entrare nella cabina senza fare storie. Entro
    "Mettiti in ginocchio" ordina Leonardo
    Eseguo subito, mi abbasso e, in ginocchio, guardo verso l'alto le loro facce con i loro sorrisi maliziosi. Riccardo mi lega di nuovo le braccia dietro alla schiena, Mentre Leonardo si assenta un paio di minuti dalla cabina. In quei 2 minuti, Riccardo mi accarezza la testa, e struscia il cazzo, ancora dentro al costume, sulla mia faccia. Io resto fermo con la testa, ma al contatto faccio una faccia schifata, forse un po' falsa. Forse ormai sono dentro al gioco. Forse, anzi, senza questo forse, io sono già pienamente complice di queste molestie, le accetto con serenità.
    Leonardo torna, entra e richiude la cabina. Ha in mano qualcosa, me le mette sotto al naso, hanno un fortissimo odore di cazzo, inconfondibile, sono delle mutande, o meglio ancora, sono le SUE mutande. Le apre e me le struscia per bene sulla faccia, io ho tutto quell'odore forte e acre nel naso. Si ferma e decide di metterle come fosse un elmetto o un cappellino, in testa con la parte odorosa di cazzo rivolta sul mio naso lasciando libera la bocca. Le lascia così e tira subito fuori il cazzo dal costume, lo ha già durissimo. Io inerme, come sempre, in ginocchio, legato. Almeno questa volta mi hanno lasciato il costume.
    Come non detto, Riccardo me lo sfila un po' giusto per lasciare il culetto liscio scoperto. Lo palpa un po' e sfila anche lui il cazzo dal costume. Leonardo è immediatamente categorico
    "Apri la bocca, muoviti che non abbiamo tanto tempo"
    Io tentenno un attimo, non so se sono pronto a farlo, ma non vogliono aspettare. Leonardo mi molla un ceffone e mi rinvita ad aprire velocemente la bocca. Lo faccio subito.
    Sento subito la cappella grossa di Leonardo sulle labbra, spinge dentro, ora sento l'asta dura, è dentro forse metà ma mi sento già strozzare. Ho un primo conato, lui lo toglie. Prendo il respiro, per fortuna riesco a respirare anche dal naso nonostante le mutande che ho sulla faccia. Leonardo ordina ancora di aprire la bocca e questa volta entra convinto. Mi dice di succhiare. Io so cos'è un pompino, ho visto tanti video porno in cui lo fanno, quindi provo ad emularli. Inizio a succhiare. I rumori sono molto molesti, si sente qualcosa simile ad un "Glo glo glo glo" provenire dalla mia gola.
    Riccardo mi afferra i capelli e inizia a spingere avanti e indietro la mia testa sul cazzo di Leonardo finché i due non fanno cambio. Ora Leonardo mi spinge verso il cazzo di Riccardo. Fanno a turni, ogni tanto sento una mano che mi tocca il culo oppure uno dei loro cazzi che mi viene spalmato su tutto il viso. Vanno avanti così una decina di minuti, finché si percepisce nuovamente l'orgasmo imminente. Leonardo è il primo, soliti 5/6 schizzi sostanziosi, sulle mie labbra e sulle guance. Riccardo gira la mia faccia verso di lui, infila il cazzo nella mia bocca e nel giro di pochi secondi decide di sborrare sulla lingua e sul mio palato.
    Leonardo coglie l'occasione e, vedendo la mia faccia schifata, mi ordina di ingoiare
    "non provare a sputare, manda giù tutto"
    Io ci provo ma qualcosa mi cola per terra e la cosa non piace a loro. Leonardo, con i soliti modi prepotenti, mi prende la testa e mi striscia la faccia per terra.
    "Lecca tutto quello che è caduto, lecca!"
    Non posso fare niente, decido di non complicare le cose e tiro fuori la mia linguetta, raccogliendo tutto lo sperma che trovo e che sento. Come ultimo ordine, i due si fanno pulire per bene il cazzo a turno con la mia lingua, dopodiché mi slegano e se ne vanno.
    Mi ricompongo, mi sciacquo la faccia e la bocca e mi preparo ad una nuova lezione di nuoto, consapevole di essere ormai, a tutti gli effetti, destinato a prendere cazzi per tutta la vita. Ma in fondo, probabilmente non mi dispiacerà troppo.
     
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    Wow..continua il racconto..
     
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