in quel tempo remoto

questo racconto è autobiografico,i fatti narrati si riferiscono a tantissimi anni fa oggi ,ricordandoli ,la realtà si confonde con la fantasia,prendetelo come un mix di entrambe.

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  1. untempo
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ADRIANO.
    Erano i lontani anni 70, allora ero un ragazzino poco più che 12enne completamente ignaro di qualsiasi circostanza avesse a che fare con il sesso e la sessualità.
    All’ epoca abitavo con i miei genitori in un appartamento di un piccolo condominio,tutti anziani signori,tranne una giovane coppia di sposi nella casa al piano di sopra.
    Io frequentavo la scuola media,avevo qualche amichetto,giocavo le partitelle a calcio dopo scuola e facevo giretti con la bici,una vita tranquilla in una cittadina di provincia,questo almeno fino a quando un giorno non sentii dei forti dolori alla parte bassa della schiena che si irradiavano al basso ventre.
    Mi preoccupai tantissimo e mi convinsi che sarei morto per quello ma,non dissi niente a mia mamma per non darle altri pensieri oltre a quelli che già aveva con mio padre sempre lontano per motivi di lavoro.
    Passò un po’ di tempo e i dolori si attenuarono fino a scomparire del tutto,in compenso una strana e,mai provata prima,sensazione di turbamento ,iniziò a farsi strada sempre più forte in me.
    Non capivo cosa fosse ,era come una smania interiore qualcosa come un prurito che non riesci a placare perchè non ne trovi l’origine.
    Passai l’estate da solo con mia madre in un piccolo paesino isolato dove mio padre avrebbe dovuto restare per la sua attività e durante quelle lunghe ed oziose giornate,spesso,quella strana smania mi prese e mi sconvolse.
    Non capivo cosa fosse ma,avevo notato che si accentuava ogni qualvolta dovevo spogliarmi per fare il bagno o più semplicemente per sedermi al wc.
    Al mio rientro a casa riuscii a distrarmi di più e la strana emozione sembrava sparita, fino a quando un giorno…..
    Scesi in garage per prendere la bici e notai mio padre che parlava con lo sposino del piano di sopra,sapevo che si chiamava Adriano,ed era un bel ragazzo, scuro di capelli e con un fisico davvero ben fatto tanto che spesso mi auguravo di potergli assomigliare da grande,anche io ero moro e con gli occhi scuri.
    Quando mi videro arrivare ebbero un attimo di imbarazzo,Adriano si affrettò ad arrotolare un giornalino che teneva fra le mani in modo che non se ne vedesse il contenuto,io presi in fretta la mia bici,salutai timidamente e partii.
    Al ritorno mio padre non cera più ed Adriano lavorava a qualcosa nel suo box.
    Posai la bici e mi avviai verso il portone quando sentii la voce del vicino chiamarmi.
    Hei!!! vieni un momento qui tu,mi disse sorridendo.
    Io non avevo molta confidenza con lui,lo salutavo solo sulle scale e quindi questa richiesta mi imbarazzò un pochino.
    Entrai nel garage,Adriano socchiuse la porta,poi aprì un cassetto e ne estrasse un giornalino.
    Tieni mi disse,ormai sei grandicello ed è ora che cominci a saperne di più.
    Mi raccomando è merce che scotta, tienilo ben segreto se ci scoprono sono guai per tutti e due.
    A quel punto mi infilò il giornalino in tasca ,riaprì la porta e quasi mi spinse fuori.
    Mossi alcuni passi verso il portone di ingresso,dire che fossi stupito è nulla,sentivo nella tasca dei pantaloni il peso e l’ingombro di quel giornalino ma,nonostante la curiosità immensa non trovavo il coraggio di estrarlo per scoprirne il contenuto.
    Roba che scotta diceva Adriano….mentre salivo la rampa di scale che portava al mio appartamento cominciai ad interrogarmi ,è vero che spesso avevo espresso delle simpatie politiche per la sinistra che allora era rappresentata dal p.c.ma,che qualcuno, al di fuori dei miei compagni di quartiere, sapesse questa cosa mi pareva improbabile,è vero anche che non potevo immaginare null’altro ed alla fine mi convinsi che il mio vicino fosse una sorta di attivista politico e che stesse cercando di annoverarmi tra le fila dei rivoluzionari.
    Rincuorato e un po’ più sereno varcai la soglia di casa con una curiosità frenetica che mi porto a salutare appena i mie genitori ed a fiondarmi nel bagno dove, finalmente, potei vedere cosa mai contenesse il giornalino segreto.
    Ricordo la scena;ero seduto sul wc con i pantaloni abbassati ,allungai la mano verso la tasca ed estrassi la rivista ,lo srotolai e…. voilà subito in prima pagina la foto di una donna completamente nuda,con le gambe ben allargate….. altro che politica.
    Subito la strana sensazione che avevo provato in quel periodo, e che sembrava essersi sopita,tornò prepotente ad impossessarsi di me,sfogliavo le pagine quasi ipnotizzato mentre una improvvisa impressione di caldo mi avvolgeva tutto facendomi imperlare la fronte di sudore.
    Non ebbi erezioni,oppure non me ne accorsi ,quello che provai ,da subito, fu la voglia tremenda di essere al posto delle donne ritratte su quelle pagine, nude,spalancate,in posizioni oscene e …penetrate.
    Rimisi il giornalino in tasca ,non potevo rimanere troppo a lungo nel bagno,altro che roba che scotta ,in quelle pagine cera un mondo nuovo,sconvolgente e perverso,per me tutto da scoprire.
    Da quando avevo sfogliato le pagine di quel piccolo giornalino porno non avevo più pace,una maniacale ossessione mi diceva che dovevo assolutamente emulare le gesta di quelle attrici,l’unico luogo dove avrei potuto farlo senza problemi era il garage,mio padre sarebbe ripartito presto ed a quel punto avrei avuto campo libero,li avrei potuto spogliarmi completamente e finalmente dare sfogo alle mie fantasie.
    Con del cartoncino che colorai mi costruii una sorta di triangolo che aveva lo scopo di coprirmi il pene e simulare i peli della fica,dovevo sembrare donna a tutti i costi.
    Finalmente arrivò l’occasione, mi infilai nel box e senza preoccuparmi di chiudere la porta di accesso al corridoio interno,mi accinsi a spogliarmi,quando fui finalmente nudo,attaccai con dello scotch il triangolino in mezzo alle gambe e comincia ad atteggiarmi nelle pose più oscene immaginando un ipotetico fotografo davanti a me.
    Mi eccitai in modo spaventoso e dovetti smettere per permettere al cuore di rallentare un po’,le pose che più mi esaltavano mi vedevano sempre con il culetto sporgente ed offerto.
    La cosa si protrasse per diversi giorni e ,nel frattempo,Adriano non lo vidi per un po’ se non casualmente sulle scale ,avevo notato però,o almeno mi sembrava,che mi guardasse in modo diverso dal solito.
    A scuola contavo le ore che mi separavano dal mio rifugio e dalle mie solitarie esibizioni.
    C’era qualcosa però che mi mancava,era si vero che raggiungevo una eccitazione straordinaria nello spogliarmi ed atteggiarmi ma, questa rimaneva come imprigionata dentro di me senza trovare il giusto sfogo,la liberatoria esplosione,insomma non ne uscivo mai appagato ma solo esausto ed ancora voglioso.
    Un giorno,mentre cercavo , disperatamente, di appagarmi, sentii un rumore provenire dal corridoio delle cantine,mi sollevai impaurito dalla posizione che avevo assunto, sdraiato sul pavimento a gambe larghe ma, non feci in tempo ad arrivare alla porta perché questa sia aprì e davanti ai mie occhi comparve Adriano.
    Ci fu un lungo ed interminabile momento di panico da parte mia e sicuramente di imbarazzo dalla sua ma, lui fu svelto ad uscirne e cercando di mettermi tranquillo mi disse;non preoccuparti sono un uomo anch’io ….so come siamo fatti.
    Diciamo che mi tranquillizzai un pochino,mi sedetti sulla sedia e cercai subito i vestiti,Adriano aspettò che rimettessi le mutandine poi, con il tipico atteggiamento del vecchio amico, mi chiese se mi fosse piaciuto il giornalino porno.
    Non so perché ma ,mi sentii subito a mio agio con lui,era poco più vecchio di me ma ,aveva ,ai miei occhi,l’esperienza dell’uomo adulto,insomma il mix ideale di cui potersi fidare.
    Finalmente potevo parlare con qualcuno dei miei turbamenti.. ehh si….il giornalino non solo mi era piaciuto ma mi stava sconvolgendo la vita.
    Gli parlai della voglia di emulare le pornodive e fu allora che lui mi fece una proposta che fu per me il più grande regalo da quando avessi ricordi di averne ricevuti.
    In sostanza Adriano mi confessò di possedere una macchinetta fotografica Polaroid,merce rara e preziosa a quel tempo,e mi propose di fare lui la parte del fotografo in quei pomeriggi che definire pornografici è un eufemismo.
    Non sapevo se potessi fidarmi pienamente di lui ma,la voglia di fare la puttanella, nuda, davanti alla macchina fotografica ebbe il soppravvento ed accettai.
    L’appuntamento era per il giorno dopo ed è inutile che vi racconti in quale stato di eccitazione e agitazione mi ci accinsi.
    Avevo fatto la doccia e mi ero profumato per bene, quel giorno non avrei indossato il triangolo di cartoncino,lui mi aveva detto che stavo meglio senza,scesi le scale verso la cantina con il cuore che batteva forte nel petto,entrai nel corridoi delle cantine e lo vidi dentro al suo garage,aveva la macchina fotografica a tracolla,mi si avvicinò e mi sfiorò la guancia sussurrandomi all’orecchio….andiamo.
    Entrammo nel mio box e questa volta chiudemmo bene la porta,attimi di imbarazzo…poi lui,sempre avvicinandosi all’orecchio,mi disse ….spogliati dai.
    Malizioso, inizio a spogliarmi rimanendo prima a petto nudo,Adriano mi ferma….resta così mi dice facciamo una foto , andiamo per gradi.
    La luce del flasch è potente e mi abbaglia per un istante ,poi un lungo fischio e la pellicola che esce.
    Mi sfilo i calzoni e parte un'altra foto,le mutandine me le fa togliere gradualmente fotografandomi mentre le tengo a mezza coscia.
    Comincia a far caldo,vedo Adriano togliersi la maglietta e non posso fare a meno di notare il suo torace completamente cosparso di peli nerissimi.
    Non ti dispiace se mi spoglio un pochino mi disse,fa un caldo qui,figurati risposi timidamente.
    Oramai ero completamente nudo,iniziai la sequenza delle pose, l’eccitazione stava toccando vette parossistiche ,Adriano scattava senza posa fermandosi solo a cambiare il rullino poi,mi disse ok,per oggi basta così ora vediamo come sono venute.
    Passammo un bel po’ di tempo a riguardare le foto,si decisamente mi piacevo,il mio corpo non ancora modellato dagli ormoni maschili era tondo e formoso ,senza l’ombra di peli e con un culetto decisamente invitante.
    Avevo capito,guardando la rivista l’importanza che le natiche avevano nella sessualità ed accorgermi di avere un bel culo fu per me motivo di grande piacere.
    Mentre sfogliavamo le pose non potei fare a meno di notare che Adriano si passava spesso la mano in mezzo alle gambe,lui era seduto ed io in piedi al suo fianco,ancora seminudo e con le sole mutandine addosso,il suo torace villoso a pochi centimetri dal mio ventre.
    Belle ,anzi stupende commentò lui, ora però ti ci vuole un partner,nelle foto sarebbe bello che tu avessi a che fare con un uccello in modo da diventare una vera pornodiva,domani mi procuro un cavalletto e ,se ti va,potremmo fare delle pose in cui sei alle prese con un pene,che naturalmente sarebbe il mio,che ne dici?
    Per fortuna cera poca luce e non si notava il mio rossore,una improvvisa ondata di calore mi avvolse il volto e poi tutto il resto del corpo ma, quella maledetta sensazione di voglia insoddisfatta mi tormentava ancora e mi spingeva ad essere sempre più audace nel tentativo di appagarla,certo risposi mi piacerebbe eccome.
    Quella sera, da solo nella mia cameretta, tornai con la mente alla esperienza vissuta nel pomeriggio e mi pareva quasi di aver vissuto un sogno,tanto irreale ed inconsueta era stata tutta la situazione che io ed Adriano avevamo inscenato in garage.
    Ma il senso di irrequietezza continuava ad essere padrone di me,a letto mi scoprii e tenendo il cuscino sotto la pancia mi calai i pantaloni del pigiama,con le mani aprii le natiche mostrando al mio ipotetico fotografo il forellino anale,come avevo visto fare nelle foto della rivista ,così mi addormentai avendo in parte soddisfatto la mia voglia di essere puttana.
    La mattina seguente non andai a scuola,era previsto uno sciopero con manifestazione e mia madre preferì che rimanessi a casa ,ebbi cosi modo di riflette meglio su quanto accaduto il giorno prima,perché mi prestavo a quelle esibizioni tutto nudo ed osceno di fronte ad uno quasi sconosciuto?
    Perchè avevo addirittura accettato,ieri pomeriggio,di esibirmi oggi in uno spettacolo ancora più audace con la partecipazione attiva anche di lui, nudo e con il membro in tiro?
    Ragionevolmente non lo sapevo,ma quella smania interiore che non mi dava tregua mi portava ,come una corrente impetuosa,a fare quelle cose nella speranza,finora vana,che si chetasse un pochino.
    La mia eccitazione aumentava mano a mano che si avvicinava l’ora dell’incontro,nella rivista le donne alle prese con il membro maschile ,spesso ,lo prendevano in mano ed in bocca e poi lo facevano sparire in mezzo alle gambe,se avessi voluto emularle del tutto avrei anche io dovuto ingoiare il membro di Adriano?e poi cos’altro?
    Alle tre in punto scendevo le scale verso la cantina,con tutto il corpo in preda al solito tormento e la convinzione che nulla e nessuno avrebbe potuto fermarmi.
    Adriano mi aspettava in garage,questa volta indossava solo dei pantaloncini corti,aveva acceso la stufetta elettrica,sulla sedia la macchina fotografica ed una boccetta con del liquido trasparente.
    Ci salutammo e mi spogliai senza che me lo chiedesse,ora la mia eccitazione era quasi insopportabile ,per uno strano motivo, che non sapevo spiegarmi, il mio ano iniziò ad avere delle contrazioni.
    Adriano sistemò la macchina sul cavalletto ,poi mi spiegò che avremmo copiato delle pose dalla rivista ….te la senti?guarda che se dici di si dovrò entrarti con il pene nella bocca ed anche nell’ano ho portato apposta la vasellina,la uso anche con mia moglie e funziona alla grande.
    Avete presente quando un temporale illumina la notte?ebbene le parole di Adriano ebbero ,su di me, lo stesso effetto,da una parte la voglia che spingeva come un treno e dall’altra la paura di diventare frocio o meglio culattone ,come dicevamo fra maschietti a scuola deridendoli,a me non interessavano gli uomini ,volevo solo fare la puttana esibizionista.
    Allora che facciamo?incalzò Adriano….ok facciamolo dissi e sentii mancarmi le ginocchia.
    La prima foto prevedeva che gli impugnassi il membro con la mano,la facemmo ed io potei constatare quanto quell’uccello fosse caldo,rigido e morbido contemporaneamente.
    Nella foto successiva era previsto che lo imboccassi,ora apri bene la bocca ,disse lui e cerca di non farmi sentire i denti.
    Tirai un bel respiro aprii la bocca e mi misi in posa per la foto,non gli feci un bocchino vero e proprio ma, solo una istantanea di esso,sentii comunque in bocca il sapore del membro di un uomo e non mi dispiacque per nulla, intanto l’ano continuava a contrarsi sempre più spesso.
    Ora viene il bello disse lui ,se vuoi essere una puttanella del tutto devi farti fare una foto col membro nel culo….te la senti?
    Avrei potuto immaginare molte cose in quel momento della mia vita ma non quello che sarebbe successo di li a poco.
    Le mie contrazioni anali continuavano,erano come dei lunghi brividi che dapprima attribuii al freddo,ora però faceva anche troppo caldo ma ,i brividi non accennavano a smettere.
    Si Adriano me la sento ma,tu prometti di non farmi troppo male.
    Un pochino di dolore lo sentirai mi disse ma ,solo all’inizio ,poi quando sarò dentro, il tuo buco si allargherà e non sentirai più fastidio,facciamo la foto e se ti darà troppi problemi te lo toglierò immediatamente.
    Assunsi la posizione che era quella della pecorina ,lui prese la boccetta con la vasellina e si spalmò bene l’uccello ,poi con la mano a cucchiaio si avvicino al mio culetto mi divaricò le chiappe e mi spalmo l’ano.
    Avete presente quella sensazione che si prova quando avete prurito ma non riuscite ad individuare la fonte del vostro fastidio per grattarvi?ebbene io finora mi ero sentito così ,un grande sconvolgimento che ,in seguito, scoprii chiamarsi voglia, mi pervadeva oramai da mesi senza sapere come risolverlo.
    Quando Adriano introdusse il dito medio nel mio buchetto anale fu come se qualcuno avesse toccato l’interruttore del paradiso, finalmente individuai la fonte di tutta la mia agitazione,era li che prudeva ed era da li che doveva arrivare il sollievo, mi sfuggì un leggero lamento ,l’ano si contrasse forte sul dito di lui che temendo di avermi fatto male si ritrasse veloce,no ti prego continua ,avrei voluto dirgli ma tacqui perché sapevo che ora sarebbe arrivato ciò che inconsciamente attendevo da sempre,il suo uccello ristoratore.
    Non mi importava se mi avrebbe fatto male o se fossi diventato un culattone,oramai avevo capito,per calmare e placare la mia voglia avrei dovuto agire li,li era il fulcro ,la fonte della mia smania e da li sarebbe dovuto arrivare il sollievo, dovevo essere penetrato analmente,non lo avevo mai nemmeno immaginato ma, ora lo sapevo ed ero certo di volerlo con tutto me stesso, almeno cosi pensavo in quel momento.
    Il rischio che la mia sessualità ,non ancora sbocciata del tutto,prendesse una deriva non etero ma gay ,in quel momento, era altissimo,io stavo identificando la fonte del piacere e del ristoro della mia neonata voglia con la zona anale,del resto non avevo ,fino ad ora,mai avuto una erezione e nessuno,tranne alcuni racconti favoleggianti su seghe e litri di sborra fattomi dai compagni di scuola,mi aveva spiegato che il desiderio di un uomo viene soddisfatto dal massaggio del pene.
    Le immagini del giornalino erano statiche,ed in buona sostanza io non sapevo di preciso cosa avvenisse dopo la penetrazione,ma quando Adriano ,per lubrificarmi il sedere,inizio a muovere il dito dentro e fuori ,il mio istinto mi fece subito capire che il bello era ottenuto dal movimento.
    Cera un punto in particolare ,appena subito dopo l’entrata dell’ano che aveva una sensibilità estrema,quando lui vi arrivò con il dito,una specie di asse di godimento si stabilì tra il mio ano ed il pisellino che,per la prima volta si irrigidì facendomi prendere quasi paura.
    Lo dissi ad Adriano e lui sorrise sornione,vedrai cos’altro ti combinerà il tuo amichetto mi disse,ora rilassati che proviamo a metterlo dentro,poi facciamo le foto.
    Inizierà ora il racconto, molto dettagliato, in cui cercherò di descrivere tutte le sensazioni che provai,di un momento della mia vita,che seppur dimenticato nel tempo,ebbe una importanza fondamentale nei futuri rapporti sessuali ,esso è carico di una emozione che non riprovai mai più nemmeno scopando per la prima volta con una donna,il sapore di proibito e clandestino che questa esperienza seppe creare in me mi accompagnò per molto tempo a venire ed è probabile che a livello inconscio ancora oggi lo faccia ma,andiamo per ordine.

    Adriano si sistemò, nudo e bello come un dio greco, in piedi dietro di me,io ero inginocchiato sulla sedia ,proteso in avanti con il busto e ,la parte bassa della schiena era alla altezza del suo pene,lui mi appoggio una mano sulla pancia, con l’altra indirizzò il pene sul mio forellino…contatto,calore ,emozione fortissima,forte contrazione anale….,poi iniziò a muoversi in maniera impercettibile avanti e indietro ed ad ogni spinta premeva più forte.
    Rilassati,mi disse,spingi sul buchino come se dovessi andare in bagno,lo feci accompagnando la spinta ad un gemito, come alle volte si fa in bagno, lui capì che era il momento giusto e premette forte ,sentii subito il culo allargarsi…..fitta fortissima ,dolore e contrazione,un ….Haiii.. spontaneo che esce dalla bocca.
    Adriano si ferma,sento il suo cuore pulsare attraverso il pene,stiamo sudando,ed il nostro odore inizia a diffondersi nel garage,in quel momento emaniamo un profumo di bestie in calore,di uccello,di sudore ehh….si anche di culo che sta per essere aperto.
    Rimaniamo fermi qualche istante,la mia fitta si attenua,lui ha conquistato un poco di spazio dentro di me,il mio piccolo uccellino è per ora ,forse a causa del dolore provato,è dormiente, Adriano invece è prossimo all’esplosione.
    Non so se riesco a mettertelo ora mi fa,ho paura di venire prima,sono troppo eccitato.
    Venire?cosa vuol dire venire gli chiedo,vuol dire godere mi risponde,esce il seme ,la sborra dall’uccello che poi si affloscia fino alla prossima erezione ma,non sai proprio nulla del sesso povero il mio piccolino.
    No non sapevo quasi nulla ma ,penso proprio che quel giorno recuperai molto terreno.
    Adriano si calmò un pochino,disse che stava con gli occhi chiusi per non guardarmi e pensava a cose tristi per non “venire”subito.
    Dai rifai come prima…spingi come per cagare..mhhhhh…zac….lui entra forte,altra fitta ma meno violenta,il buco cede lo sento allargarsi,ora si rompe penso e morirò ma,no la vasellina fa il suo dovere,scivola dentro ed arriva al punto focale.

    Quando la cappella incontra il mio ano interno,succede qualcosa di inimmaginabile,una parte mai conosciuta e da sempre silente del mio corpo si attiva per la prima volta in maniera travolgente,cercherò di descriverla per quanto possibile.
    Una sorta di scarica elettrica parte dall’ano,si diffonde ,da un lato verso la schiena ,raggiunge la nuca ed esplode nella parte alta del mio corpo,dall’altro scende dalle cosce e raggiunge i polpacci ma,la parte più importante crea un asse ano/pene,sento come se mi scappasse la pipì ma,non riesco a controllarla,qualcosa esce dal mio piccolo pistolino che ,ora mi accorgo essere in tiro pazzesco,mentre il mio corpo e squassato da un tremito violento,dalla bocca mi escono lamenti che non posso controllare.
    Adriano mi sorregge altrimenti cadrei dalla sedia,bravo piccolino hai sborrato anche tu,e mi mostra la mano piena di un succo trasparente,ora però tocca a me.
    Io riesco appena a sentire le sue parole,avverto che si sta muovendo dentro di me avanti e indietro,mi piace un sacco,la parte interna dell’ano continua a trasmettermi sensazioni di piacere ad ondate concentriche,non sento dolore ,solo un lieve bruciore ma,appena di sottofondo,lui mi tiene saldamente per i fianchi,ogni tanto mi accarezza il seno, stacca le mani da me scatta qualche foto,ora è più calmo,non ha fretta di sborrarmi dentro mi incula ,ora dolcemente ,ora con più foga ,io lo sento dentro ,spesso stringo il culo per gustarlo meglio,lui mugugna e mi chiama troietta infida….mi piace.
    Poi mi attanaglia il pancino con una mano….ti riempio….e mi sborra nel culetto.
    Ahhh che sensazione di pace,Adriano esce dal mio buco trascinando con se tutta la sborra che mi ha sparato dentro è che ho sentito distintamente,finalmente quella sensazione di smania è passata ora sono appagato e felice,mi brucia il culetto ed il pene è tutto impiastricciato,lui si sdraia per terra è sfinito ,sudato,il viso quasi stravolto dall’orgasmo,siamo due bestie in calore che hanno appena soddisfatto il loro istinto animale.
    Appena si riprende mi accarezza e mi bacia,ora che ti ho sverginato sarai mio per sempre mi dice,da domani scopiamo nel lettone a casa mia,al pomeriggio mia moglie non c’è ed è tutto per noi.
    Dopo questa prima esperienza il mio rapporto con Adriano divenne quotidiano, si saltavano solo i week end,mi scopava nel letto matrimoniale come fossi sua moglie,con il tempo acquisimmo in audacia e ci spingemmo ad esplorare i territori del bondage e dell’enema ,gli piaceva sculacciarmi ed alle volte usò anche il frustino,il mio ano aveva assunto una forma allungata ,me lo guardavo con lo specchio da trucco di mia madre e pareva proprio una piccola figa.
    Naturalmente imparai a giocare col mio pene ,durante la penetrazione,ed a dosare con sapienza il piacere tra davanti e didietro,avevo degli orgasmi puramente anali ed altri che definirei misti fra ano e pene.
    Io continuavo ad essere comunque un ragazzo etero, mi piacevano le coetanee e cercavo una fidanzata,quella storia con Adriano viveva in una dimensione parallela della mia esistenza.
    Due anni dopo i miei acquistarono una casetta e vi ci trasferimmo,ero ormai quasi sedicenne ,il mio corpo si stava trasformando in adulto,l’Interesse di Adriano per me andò scemando,ci vedemmo ancora un paio di volte poi io trovai la fidanzata e ,complice la lontananza ,non ci vedemmo mai più.
    Non so quanto quel periodo della vita influenzò i mie rapporti sessuali futuri,mi rimase una attenzione importante verso quelli anali ma ,solo con le donne ed a ruolo attivo , cercai sempre di ottenere ,con molta difficoltà ,anche da mia moglie, penetrazioni anali,oggi che sono più che maturo e quasi anziano,quando la spinta degli ormoni maschili si è fortemente attenuata, è riemerso il desiderio di farmi penetrare analmente, anche quando il pene fa le bizze e non vuole rizzarsi,nonostante la voglia,mi basta stimolarmi l’ano ed arrivare a quello interno per avere erezioni superbe.
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    SPLENDORE GAY

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    Bella storia. Mi è piaciuta.
    Certo che se si prova quello che hai provato tu... poi non se ne può fare più a meno!
     
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