RITROVARSI...

Il mio primo esperimento di racconto erotico

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  1. Sanson Kilian
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Ciao a Tutti, prima di tutto mi presento, sono Sanson e un un anno e mezzo fa, prima di una serie di problemi che mi hanno tarpato la mia ispirazione mi ero lanciato nello scrivere un racconto erotico in più parti. Postato in un altro forum ora lo ripropongo anche a voi, nella speranza di trovare la vena giusta di riprendere a scrivere un giorno.

    Altro motivo che mi spinge a farvelo leggere è l'ambientazione del racconto, Parigi, che voglio ricordare in questo momento di paura e tristezza come la città dell'amore e che mi ispirò a scrivere il racconto che vi apprestate a leggere. Buona lettura e mi piacerebbe conoscere i vostri pareri in merito.

    Ritrovarsi…

    Introduzione

    Kevin e Daniel, questi sono i nomi dei protagonisti di questa storia che spero piaccia chiunque si accinge a leggerla. Vorrei iniziare con una breve presentazione dei due suoi protagonisti:

    Kevin era un bellissimo ragazzo, slanciato ed atletico, non molto robusto ma dal fisico asciutto quasi completamente glabro e con i muscoli ben delineati, con un viso d’angelo che sembrava essersi fermato all’adolescenza con due occhi verdi come smeraldo e capelli leggermente ricci biondi con riflessi ramati ma soprattutto, aveva un sorriso disarmante per chiunque. Aveva un carattere solare, estroverso e spigliato con la battuta sempre pronta ma era anche di buon cuore altruista e sempre disponibile per chi ne avesse avuto bisogno. La passione di Kevin era sempre stata l’arte, in particolar modo eccelleva nel ballo e nella recitazione a cui si dedicava con tutto se stesso.

    Daniel d’altro canto non aveva nulla da invidiagli, un fisico robusto da atleta modellato dalla passione per il nuoto e tutti gli sport in generale, aveva gli occhi di un azzurro profondo come il limpido cielo estivo ed i capelli castani tagliati corti e sempre alla moda ed infine aveva un viso da modello, al contrario di Kevin, Daniel era di carattere introverso e chiuso almeno all’apparenza, una volta conosciuto e messo a suo agio dava il meglio di sé rivelando un grande carisma e forte risolutezza. Era di indole buona ed un sentimentale, alla fine un grande romantico. Fin da piccolo era stato lampante come Daniel fosse un fuoriclasse negli sport ma dava il meglio di se nel gioco di squadra ed aveva una vera e propria passione soprattutto per il calcio.

    Questi due ragazzi, apparentemente così diversi fra loro, condivisero le loro esistenze fin da piccoli, più precisamente da quando il piccolo Kevin all’età di sette anni si traferì con i genitori e Annabeth (per tutti solo Anna) la sorella diciassettenne, davanti alla casa della famiglia di Daniel suo coetaneo. Una famiglia problematica in verità quella di Daniel, i genitori litigavano furiosamente in ogni circostanza e farne le spese erano sempre Daniel ed il suo fratellino Jacky di due anni più piccolo di lui. Poco dopo il trasferimento le madri dei due ragazzi si conobbero ai giardini pubblici con i due bambini che fecero subito amicizia fra di loro, cosa stranissima per la madre di Daniel visto che il figlio normalmente socializzava solo con il fratellino ma il carattere solare di Kevin ebbe il sopravvento e Daniel capitolò dopo solo una mattinata. Dopo i primi tempi Daniel e Jacky rimanevano spesso ospiti dalla famiglia di Kevin, lasciati lì dalla madre per non dover assistere ai litigi quotidiani e sempre più furiosi con il padre, spesso lasciati alla sola supervisione di Anna in qualità di babysitter. Fu due anni dopo il primo loro incontro che il loro già idilliaco rapporto ebbe una svolta, dopo un drammatico evento che segnò Daniel profondamente: Il padre dopo lunghe dispute legali ottenne il divorzio ed i legali arbitrariamente affidandosi alle documentazioni in loro possesso e le dichiarazioni dei genitori dei bambini disposero, con disperazione dalla parte della madre, di affidare a ciascun genitore un figlio, Daniel alla madre ed il fratellino Jacky al padre. Daniel stravedeva per il fratellino, aveva un affetto morboso ed un legame simbiotico con lui e subì questa decisione chiudendosi sempre di più in se stesso. Tra l’altro il padre non perse tempo e ottenuti i permessi necessari si traferì lontano dalla moglie e dal figlio, portandosi con se il piccolo Jacky. Fu pochi giorni dopo l’abbandono che durante una notte passata a casa di Kevin il ragazzo gli fece una solenne promessa, che finché non avesse ritrovato il fratello lui ne avrebbe fatto le veci e anche se fosse tornato il fratellino lui sarebbe sempre rimasto al suo fianco e mai lo avrebbe abbandonato, legandosi per sempre l’uno all’altro tutta la vita. I due crebbero e diventarono adolescenti e per tutto il tempo non si separarono mai tenendo fede al patto, stessa scuola e stesso banco, stessa palestra e stessa squadra di calcio e anche quando perseguivano ognuno i propri interessi uno era o tra gli spalti a fare il tifo sostenendolo o in platea ad applaudire l’altro, inseparabili a tal punto che gli amici li chiamavano “i fidanzatini” anche se tra loro la scoperta di sentimenti ancora più profondi all’epoca era inimmaginabile e non perdevano occasione per scherzarci sopra. Condivisero tutto, gioie e dolori, dalla fanciullezza alla maturità. Quando alla fine giunse il momento della inevitabile separazione per inseguire i propri sogni, Daniel entrò prima in piccole squadre giovanili semi-professionali per poi finire convocato nella primavera di una importante squadra calcistica inglese, Kevin invece dopo alcuni lavori per raccogliere i fondi necessari partì per New York dove venne accettato per frequentare un rinomato actor studio per poi essere scritturato come attore a Broadway…

    ...Sono passati sette lunghi anni da quando i due si separarono non senza qualche struggente pianto, oggi Kevin è diventato primo attore in molte produzioni di Musical in teatro e scritturato per diversi ruoli secondari in televisione e Daniel è diventato giocatore titolare con un contratto pluriennale con la sua squadra ed il suo volto, ma soprattutto, il suo fisico scultoreo troneggiano su milioni di cartelloni pubblicitari per tutta l’Europa per diverse case di moda, profumi e quant’altro. I due come promesso non si persero mai di vista seguendo l’uno i progressi dell’altro in TV e sui giornali e seppur divisi da un oceano e da fusi orari completamente diversi continuarono a scriversi a vicenda quotidianamente via e-mail, Twitter o Facebook, ma non incontrandosi fisicamente più dal loro lungo addio anni prima. E da qui inizia la loro storia…

    Posterò a breve una nuova parte...
     
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  2. Sanson Kilian
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    Inserisco anche il primo capitolo del racconto...

    Capitolo 1: Una Telefonata Inaspettata

    L’orologio segnava le 20:10 e la bellezza di 27° un caldo anomalo anche per la piena stagione estiva in Inghilterra, Daniel se ne stava steso sul suo letto nel suo appartamento di Londra a torso nudo ancora bagnato con un asciugamano intorno al collo con indosso solo i boxer, la poca luce arancione filtrava dalla finestra rivolta verso il tramonto lo illuminava e metteva ancora più in salto quel suo corpo ormai scolpito da anni di attività fisica, con la mano cercò distrattamente il telecomando e accese la TV cercando qualcosa che attirasse la sua attenzione, ricerca che ebbe poca durata, infatti dopo solo un minuto trovò un telegiornale in cui intervistavano Kevin per una sua nuova tournee teatrale. Erano giorni che non rispondeva sui social, “ma che cavolo” pensò Daniel “gli avrò scritto una miriade di messaggi, almeno un ‘ciao, come stai, sono indaffarato, scusa se non ti posso rispondere’ o qualcosa del genere lo avrebbe potuto almeno scrivere”. Era meravigliato di come la cosa lo indispettisse ed al solo vederlo in televisione sentiva un nodo allo stomaco, veramente erano mesi che succedeva e che non riuscisse a non pensare a lui ogni giorno ma di solito come capitava gli scriveva qualche scemenza su Twitter a cui lui prontamente rispondeva con qualche battuta e la cosa finiva lì, Ora però la sensazione della sua assenza si era acutizzata e con essa il suo malessere, non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo, si sentiva sempre più scivolare verso un vortice di depressione che lo riportava a tristi ricordi della sua infanzia. Avrebbe dovuto uscire con gli amici, i compagni di squadra, e distrarsi ma aveva preferito starsene a casa da solo a farsi una doccia ed ora se ne stava sdraiato a guardare il suo più caro amico parlare ad i giornalisti in TV e la cosa non lo faceva stare di certo meglio, eppure non riusciva a staccargli i suoi bellissimi occhi blu da dosso. Poi incominciò a ragionarci sopra, da quanto non sentirsi per giorni era stato un problema, anche lui prima di questa occasione specialmente durante gli allenamenti non lo aveva sentito per settimane, cosa diavolo gli stava succedendo ultimamente, non se lo riusciva proprio a spiegare. Fu in quel preciso momento che lo schermo del suo smartphone si illuminò ed incominciò a vibrare, era Derek un suo ex compagno di squadra da poco partito per oltre la Manica per giocare in Francia, “Derek bello, come butta lì a Parigi, hai fatto piangere già qualche ragazza francese e vuoi un po’ di consolazione da me” esordì Daniel “Tutto bene, bello mio, anche se veramente non sto in Francia adesso” rispose il ragazzo dall’altro capo “sono in quel di Ginevra con amici e soprattutto amiche, per un viaggetto pre-allenamenti, ad una festa, e comunque, caro il mio lamentoso, ho una sorpresa per te”. Derek aveva destato la curiosità di Daniel catturando il suo interesse “Ciao Daniel, come stai, da quanto tempo non ti sento in viva voce” disse una voce fin troppo famigliare all’altro capo del telefono. Daniel rimase per un attimo frastornato, arrivò a spegnere la televisione per capire se non fosse in errore “sono un po’ emozionato, lo sai … pronto, mi senti?” continuò la voce, Daniel rimase per qualche momento senza parole, si sentì il cuore in gola “Si, si ti sento, era che … sono rimasto un po’ sorpreso, mi hai colto alla sprovvista Kevin, io sto benone, tu come stai. Sono giorni che non ti fai vivo…”recuperò in fretta Daniel “Si hai ragione scusami, da tre giorni non mi sono fermato un momento, ho anche perso il mio cellulare e con lui tutti i miei Account e la rubrica, ero disperato non sapevo più come contattare nessuno, scusami ancora, sono mortificato” gli rispose Kevin “non fa nulla, l’importante che ora vada tutto bene…Hai risolto in qualche modo?” Daniel si sentì un idiota, credeva che Kevin lo stesse ignorando, invece l’amico era in difficoltà, “Ho recuperato quasi tutto ma mi mancavano i tuoi recapiti, disperazione nera, ancora qualche giorno e sarei corso a Londra urlando il tuo nome per strada finché non avessi trovato qualcuno che ti conoscesse…” “…o più probabilmente ti avrebbero arrestato” lo fermò ridendo Daniel “perfetto, a quel punto mi avrebbero chiesto di fare una telefonata… e allora avrei chiesto di te, problema risolto, ualà!” concluse Kevin ridendo. “Sei sempre il solito scemo, mi ero preoccupato davvero” continuò Daniel “gelosa” gli rispose Kevin. “Piuttosto, sono ancora sorpreso di sentirti, allora che ci fai a Ginevra stavo appunto sentendoti parlare i TV della tua tournee a New York…” proseguì Daniel “è il motivo per cui mi è capitato di tutto, hanno indetto una serie di date a sorpresa in Europa, pare che rimarrò nel continente per almeno tre mesi, da qui vari scali in Europa, e da qualche parte in qualche aeroporto c’è un fortunato con il mio cellulare” a Daniel non sembrava vero “ tre mesi in Europa è fantastico davvero, è una buona cosa per te, e credi che riusciremo a vederci?”. “Dovessi smuovere mari e monti contaci! è proprio per questo motivo della telefonata, mi ha lasciato il tuo numero e ora ti manderò un sms con il mio nuovo numero, del resto se non avessi trovato lui le patrie galere britanniche rimanevano l’unica alternativa! Contaci, davvero amico mio non vedo l’ora di rivederti, un bacio” Daniel si sentiva tornato bambino, come quando Kevin lo passava a chiamare per andare in palestra o da qualche parte a giocare, e prima ancora lo riempiva di baci da bambino quando aveva nove anni per non farlo piangere, sentiva quella stessa trepidazione e non vedeva l’ora di rivederlo. “Pronto, Daniel” fece Derek dall’altro capo del telefono, facendolo tornare al presente “Ehi bello questa si che è una sorpresa, grande mossa ti devo un favore amico” “un favore bello grosso direi” lo corresse Derek “contaci! Quello che vuoi” concluse Daniel “ciao bello, ci sentiamo…e chiamalo, mi raccomando, lo conosco da meno di due ore e già mi sembra un ragazzo eccezionale” “non t’immagini nemmeno quanto, ti saluto e grazie ancora” gli fece da eco Daniel, chiudendo la telefonata. Daniel era al settimo cielo, eccitato some un ragazzino, si sarebbe messo a saltare sul letto dalla felicità. Poi ripensò a Kevin, sentiva il cuore battere all’impazzata, si girò verso lo specchio guardandosi negli occhi “che diavolo mi sta succedendo, non sono più un bambino …già e nemmeno lui…” pensò alle ultime esibizioni di Kevin, un vero fusto, pensò tra se e se, si scosse la testa ci concedette un ultimo liberatorio sorriso di soddisfazione “coraggio e meglio dormirci su” si ripeté da solo, abbandonò l’asciugamano sullo schienale di una sedia e gettò sul letto a faccia in giù, nel vano tentativo di prendere sonno. Faceva caldo e nonostante si fosse lasciato solo i boxer addosso e dormisse senza coperte ne lenzuola, continuava ad agitarsi e rigirarsi nel sonno, i suoi muscoli erano diventati lucidi ed imperlati di goccioline di sudore, l’elastico dei boxer era zuppo mentre al centro era bagnato da un’altra sostanza più viscosa ...Stava chiaramente sognando… Era in un teatro, nella platea c’era solo lui al buio e sul palco un unico riflettore illuminava Kevin che recitava e danzava, coperto solo da una aderentissima calzamaglia nera dalla cintola in giù che poco o nulla lasciava all’immaginazione. Quei suoi movimenti sinuosi e fluidi seguivano il ritmo di un violino il cui suono pervadeva l’aria, Kevin si avvicinò ad un corpo disteso su di un letto coperto da un bianco lenzuolo, era il balletto della Bella Addormentata, realizzo Daniel e Kevin quindi interpreta il principe Filippo, che dopo innumerevoli traversie ora si accingeva a svegliare la bella principessa Aurora con il bacio del vero amore. La situazione lo conturbava, Kevin era perfetto, un corpo statuario, ad ogni movimento ed ad ogni giravolta la luce delineava quella sua perfetta muscolatura in tensione imperlata di piccole goccioline di sudore ed era talmente sensuale nel modo di ballare che anche l’idea che stesse per baciare qualcuno con atteggiamento romantico lo eccitava. Gli occhi erano fissi su di lui frementi ed ecco la stava per baciare, quando si di colpo ritrovò egli stesso li disteso a riceve quel bacio ed era nudo per giunta il lenzuolo era svanito, alzò lo sguardo ed anche Kevin era nudo anche la calzamaglia era sparita permettendo a Daniel di ammirare il pene eretto di Kevin incorniciato tra i suoi peli pubici biondi non aveva parole per descriverlo, cercò di fiatare ma un nuovo bacio, stavolta passionale, sentì la lingua dell’amico farsi prepotentemente strada nella sua bocca in cerca della sua di lingua, lo bloccò prima che riuscisse a proferire parola, sussultò mentre Kevin si fece strada sul letto, mettendo un ginocchio in mezzo alle sue gambe, puntandogli contro il suo brando e flettendo il corpo verso l’alto con le braccia tese sopra le spalle di Daniel e fissandolo con quei suoi occhi di smeraldo e leccandosi le rosse labbra che si erano appena staccate dalle sue. Si distese sul fianco destro ed incominciò ad accarezzare l’amico partendo dal viso, al collo, ogni singolo solco dei suoi pettorali prima, addominali poi, per alla fine arrivare al membro di Daniel, in piena erezione. Prima una dolce carezza e poi lo impugnò saldamente, a quella stretta un brivido gli percorse la schiena e riaprì gli occhi, trovandosi completante sudato e con una potente erezione che spuntava da sotto i boxer, solo sul suo letto. Cosa diavolo succedeva, da quando sognava uomini nudi e da quando la cosa lo eccitava, era nel panico, per giunta nelle sue fantasie erotiche era Kevin il suo principale oggetto. Corse in bagno, si sciacquò la faccia e mentre si si asciugava si rese conto che questo non bastava. Si tolse i boxer sporchi di liquido pre-spermatico lasciandoli a terra e si ficcò sotto la doccia, cosa diavolo gli stava succedendo ultimamente, pensava tra se e se mentre se ne stava con la testa china poggiata sulla parete della doccia e lasciava che l’acqua gli si riversasse sulle sue spalle curvate in avanti e gli scivolasse a piccoli rivoli tra le curvature dei suoi muscoli, con lo sguardo guadava il suo pene ormai completamente eretto e scappellato e gocciolante, ne era sempre stato fiero anche con i compagni di squadra, che gli combinava adesso. Ma non era lui il problema, era la testa si ripeteva sbattendola, senza troppa forza, sulla parete ed intanto l’erezione non accennava a diminuire, così abbandonò ogni altro tentativo e con la mano afferrò il suo cazzo, incominciando il lento movimento che lo avrebbe liberato da quella situazione. Chiuse gli occhi cercando di pensare qualcosa di diverso che lo aiutasse nella sua pratica auto erotica, ma fu sempre il volto di Kevin a balzargli in mente, con i suoi capelli d’oro e gli occhi di smeraldo che lo fissavano e con le labbra socchiuse mentre si accingeva a baciarlo, il suo corpo nudo sudato con i suoi muscoli guizzanti e la sua pelle glabra liscia come seta, a quel momento, la mano andò accelerando da sola, il respiro si fece affannoso piccole gocce di sudore incominciarono a scivolargli sul volto e nuvolette di vapore acqueo si formavano fuori dalla bocca di Daniel socchiusa in un silenzioso gemito di piacere. Possibile che il desiderio nei confronti di Kevin fosse così forte, a tal punto era possibile che si fosse così perdutamente innamorato di quel ragazzo con passare del tempo, questi furono i suoi ultimi pensieri prima che il suo pene con un fremito eruttasse un fiume di sperma sul muro della doccia ed una smorfia di piacere gli si formasse sul volto. Rimase un minuto guardando l’acqua che portava via il suo sperma lungo lo scarico ,riprendendo un attimo fiato per poi finire di lavarsi, chiuse l’acqua prese un nuovo asciugamano e se lo mise sulle spalle avvicinandosi allo specchio, con una mano tolse il vapore acqueo depositatosi sulla superfice, e fissandosi negli occhi si ripeté “ma guarda te che idiota, proprio di lui mi dovevo innamorare” scosse la testa e legandosi l’asciugamano in vita, si avviò verso la camera da letto. Neanche il tempo di aprire il cassetto della biancheria che il cellulare lasciato sul comodino riprese ad illuminarsi e a vibrare, guardò l’ora erano le quattro e mezza del mattino, “chi diavolo chiama a quest’ora” pensò Daniel afferrando l’apparecchio, non credeva ai suoi occhi quando vide chi era…

    Nella sua camera d’albergo, prenotata dalla produzione dello spettacolo, Kevin si stava allenando facendo un po’ di stretching, era fondamentale per la sua professione avere una grande elasticità più che la robustezza per poter eseguire molti dei passi più complessi di danza, aveva gettato a terra i vestiti appena rientrato dalla festa, restando in slip non aveva ne tempo ne voglia di mettersi la tuta ed i Jeans e camicia non erano di certo l’ideale per quegli esercizi. Si sentiva agitato, carico e pieno di energie, aveva pensato che un po’ di esercizio lo avrebbe stancato abbastanza per riuscire a prendere sonno, anche se per poco, ma nulla passo due ore a saltare, contorcersi su se stesso e flettersi in ogni modo e posizione possibile, alla fine aveva tutti i muscoli doloranti, ma di sonno nemmeno l’ombra. Se ne stava sdraiato seminudo e completamente zuppo sulla moquette davanti alla finestra, gambe stese leggermente divaricate ed il busto arcuato verso l’alto sorretto dalle sue braccia tese dietro le spalle, i biondi capelli di norma un po’ ricci se ne stavano lisci e bagnati lungo il volto ed il suo respiro era lento e affannato, sentiva ogni muscolo quasi contorcersi per il sovra allenamento. Non voleva alzarsi, aveva esagerato, voleva solo rimanere sdraiato lì ancora un poco per riprendere fiato e concedere un po’ di tregua ai suoi muscoli doloranti, lanciò il suo sguardo oltre i suoi jeans buttati a terra, verso lo sgabello su cui aveva poggiato il cellulare, lo fissò per qualche minuto e poi facendosi forza, si alzò e dopo aver titubato qualche altro minuto si diresse verso il bagno, non senza prima essersi liberato del suo ultimo indumento rimasto. Varcata la soglia del bagno si soffermò un momento verso il grande specchio angolare che lo rifletteva nella sua interezza, non gli capitava spesso di vedersi così agitato scrutò il suo corpo, molti lo invidiavano e molti lo desideravano in tanti gli avevano fatto avance anche disperate per ottenere i suoi favori ma lui non era molto ben disposto nei rapporti romantici, aveva ricevuto molte critiche per questo motivo ma lui non gli dava importanza anzi ci scherzava sopra diceva che amava solo il suo fisico, nel pensarci si accarezzò quasi involontariamente il braccio provando piacere nel lieve contatto con la sua pelle liscia come seta, si soffermò sui pettorali ben delineati e poi gli addominali ben visibili che si muovevano al ritmo del suo respiro, “forse alla fine è vero” pensò “amo il mio corpo, prima di chiunque altro” continuò con le carezze scendendo verso il pube, incominciò a giocare con i riccioli dei suo peli pubici, gli unici peli in tutto il suo corpo mentre osservava le sue gambe slanciate e dalle cosce leggermente affusolate, osservò il profilo del suo sedere curvo perfettamente rotondo e sodo, alcuni lo definivano quasi da donna ma più lo fissava più non riusciva a capirne il perché. “Non capiscono niente” ripeté a bassa voce, se lo avessero conosciuto in gioventù avrebbero capito ma per gli altri a volte lui era solo vuoto gossip, un’immagine e niente altro, ne volevano che fosse altro. Scivolò sotto la doccia e aprì l’acqua sotto il quale mise la testa quasi a volersi lavare via tutti i suoi tristi pensieri, incominciò ad insaponarsi mentre con la mente tornò a vagare… Aveva lasciato gli amici, la famiglia e la sua stessa casa per i suoi sogni, gli sembrava quasi di essere un serpente che avesse cambiato pelle di essersi trasformato come nel fisico anche nell’animo. Era pieno di amici ma spesso si sentiva solo anche in mezzo alla folla, ma c’era qualcosa a cui non avrebbe mai potuto rinunciare, un unico punto contatto tra i vari pezzi della sua vita e quella persona era proprio Daniel, quel ragazzino in lacrime a cui fece la più solenne delle promesse. Il volto gli si illuminò con un sorriso e le nubi di pensieri si diradarono lasciando lo spazio ai ricordi felici. Finito di sciacquare via il sapone, chiuse l’acqua uscì dalla doccia e si mise l’accappatoio lasciandolo aperto sul davanti, si tirò su il cappuccio e si diresse fuori dal bagno. Andò diretto verso il cellulare, lo agguantò e incominciò a scorrerne la rubrica fino a trovare quel nome, quello di Daniel accennò un sorriso poi guardò l’orologio, erano le quattro del mattino, cosa voleva fare spaventarlo pensò non era proprio il caso. Prese a camminare avanti e indietro per la stanza a piedi nudi con l’accappatoio aperto mentre l’acqua sul suo corpo gocciolava sulla moquette, guardando di tanto in tanto l’orologio e cercando una scusa, era da quando lo aveva sentito parlare al telefono che non riuscì più a calmarsi, era la persona più importante della sua vita e si erano allontanati, non credeva tanto nei rapporti a distanza ma con lui ce la aveva messa tutta non voleva che finisse quella preziosissima amicizia e ora finalmente si erano riavvicinati, anche se erano a tre o quattro nazioni di distanza sentiva quasi si potessero toccare, e soprattutto si sarebbero potuti sentire tutte le volte che volessero… Ma questo a Kevin non bastava, voleva vederlo, voleva un contatto fisico da così tanto tempo che fremeva per dirglielo non aveva neanche molto tempo, dopo aver lanciato un’ultima occhiata all’orologio che imperterrito segnava ancora le quattro e mezza del mattino, si gettò all’indietro sulla poltroncina vicino al letto quando nel silenzio della stanza si sentirono sommessi i toni di telefono che squillava, a quel punto si rese conto, involontariamente aveva premuto il tasto chiama, stava per riattaccare quando una sentì una voce dall’altra parte, un voce che disse “…pronto”…

    …Era Kevin, provò sorpresa mista ad imbarazzo per quello che era appena accaduto, cercò di farsi coraggio e rispose al telefono “…pronto” fu l’unica parola che gli uscì titubante dalla bocca, come se l’amico all’atro capo dell’apparecchio sapesse quello che era successo, “Ciao Daniel, scusa ti ho svegliato? Non volevo” gli rispose Kevin “no figurati, mi ero appena fatto una doccia con questo caldo, ancora mi devo mettere qualcosa addosso” si interruppe chiedendosi come diavolo gli fosse venuto in mente di uscirsene in quella maniera, diventò rosso come un peperone voleva nascondersi sotto terra per l’imbarazzo. “Che coincidenza! Anche io non riuscivo a dormire e mi sono fatto una bella doccia” meno male, pensò Daniel, ha sorvolato sul fatto che fossi nudo “in verità, non riuscivo a dormire a causa tua” continuò l’amico e Daniel trasalì “Ero talmente eccitato per averti parlato dopo così tanto tempo, che non ce la facevo ad aspettare. Me ne stavo qui con cellulare in mano aspettando un orario decente per chiamarti e parlare in privato, senza il sottofondo di quel casino di festa …poi però mi è partita la chiamata, non ci sono ancora abituato con questo nuovo apparecchio. Spero proprio di non averti disturbato, Dio dovrò sembrarti uno stalker!” Kevin andò avanti tutto di un fiato, Daniel capì che anche lui dovesse sentirsi in imbarazzo, anche se per motivi completamente diversi dai suoi, “Tranquillo anche io non facevo che pensare a te…” si interruppe di colpo “…cioè al fatto di averti sentito e sapere che sei in Europa, intendevo dire” si corresse, che diavolo gli stava succedendo era in subbuglio, ancora un po’ e avrebbe detto qualcosa di seriamente sconveniente. Doveva chiudere la telefonata il prima possibile, ma una parte di se non voleva, quella che voleva invece insaziabile ancora sentire la voce dell’amico, approfittando della pausa Kevin prese la parola “Senti, non resisto voglio vederti, il prima possibile che dici quando potremmo…” “Dopodomani” proruppe Daniel “sempre se puoi e per te vada bene …Io parto con gli allenamenti tra una settimana, quindi se vuoi sono libero” aveva il cuore in gola, non stava nella pelle aspettando la risposta di Kevin che non tardò ad arrivare “è perfetto per me, io inizio le prove non prima che tra dieci giorni, prima sono solo incontri con i giornalisti e per un po’ li posso pure evitare, ma dove dobbiamo fare” a Daniel balenò per la testa un’idea folle “a metà strada mi sembra logico, a Parigi che ne dici?” Daniel incrociò le dita e pregò “…mmh, molto romantico mi piace e poi non l’ho mai visitata per bene e soprattutto per conto mio.” Non che nella mente di Daniel avesse molta idea di mostrargli la città, anzi, “ma non sarà un problema trovare un posto in cui stare con un solo giorno di preavviso?” Daniel sorrise sforzandosi di non gridare dalla gioia “Tu non ti preoccupare, lascia fare tutto al sottoscritto, pensa solo a trovare un modo di venire domani sera da Vienna per Parigi per il resto considera tutto già pronto.” “Mi sembri molto sicuro di te, mi hai convinto, bene ci sto, anzi non vedo l’ora. Vado a mettermi qualcosa addosso anche io che è quasi mattina e cerco subito un biglietto, ci vediamo dopodomani a Parigi, lo dico e ancora non ci credo.” “Ci vediamo a Parigi” si limitò a rispondergli Daniel. Come chiuse il telefono Daniel fece una piroetta e si buttò sul letto, aveva un sorriso che arrivava da un orecchio all’altro ed il cuore che gli batteva all’impazzata. Continuando a stare steso sul letto alzò il braccio e fece partire una chiamata “Ma che cazzo vuoi, sei scemo! Sono le quattro e mezza del mattino Cristo Santo…”gli rispose Derek spazientito e chiaramente ancora mezzo addormentato “Senti, ti ricordi che ti devo un favore?” gli ricordò Daniel “e con questo?” gli fece l’amico ancora poco lucido per il brusco risveglio “Facciamo che invece te ne devo due..” “Visto che tu stai a Vienna, sarebbe disponibile quel tuo spettacolare attico a Parigi per, diciamo, il prossimo fine settimana?” gli rispose Daniel con il sorriso che si allargava sempre di più…
     
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    SPLENDORE GAY

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    ciao
    spero che ti venga presto la vena giusta per continuare il racconto
    ti ho letto anche sull'altro sito
    consiglio a tutti di leggere questo racconto pieno di romanticismo,erotismo e di momenti anche più introspettivi
    racconto scritto stupendamente
     
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  4. Sanson Kilian
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    CITAZIONE (Crazyswimmer93 @ 23/11/2015, 16:49) 
    ciao
    spero che ti venga presto la vena giusta per continuare il racconto
    ti ho letto anche sull'altro sito
    consiglio a tutti di leggere questo racconto pieno di romanticismo,erotismo e di momenti anche più introspettivi
    racconto scritto stupendamente

    Grazie caro Crazyswimmer93 sei molto gentile, spero davvero di trovare l'ispirazione per dare un seguito a questo racconto. Grazie ancora per il tuo supporto.

    Posto qui di seguito il secondo capitolo del racconto...

    Capitolo 2: Una Romantica Giornata A Parigi

    Era una splendida giornata di mezza estate, il cielo era terso si rifletteva sulle tranquille acque della Senna, il sole brillava sopra la Tour Eiffel, Daniel ammirava quello splendido panorama appoggiato sul parapetto del Ponte di Mirabeau godendosi una piacevole brezza mattutina che leniva il caldo torrido di quei giorni. Era vestito con una magliettina nera aderente elasticizzata a mezze maniche che metteva in risalto i suoi muscoli, un paio di pantaloncini jeans sempre neri che gli arrivavano poco sopra le ginocchia ed un paio di scarpe Nike nere con finiture bianche, infine nel vano tentativo di passare inosservato ad eventuali tifosi o giornalisti si era infilato un paio di Ray-ban con lenti a specchio ed un berretto con visiera. Inspirò profondamente, adorava l’aria di Parigi secondo lui profumava d’amore, accennò ad un sorriso mentre lanciava un altro sguardo oltre il ponte verso quel magnifico paesaggio, era pienamente soddisfatto di sé, Parigi sarebbe stata una perfetta cornice al suo incontro d’amore, era tutto perfetto. Certo Kevin non aveva idea che questo fosse un incontro tra innamorati, ma questo era un dettaglio che Daniel avrebbe presto risolto, in un modo od un altro, ci stava ancora pensando, guardò di nuovo l’orologio erano le otto e un quarto, l’appuntamento era per le nove sul ponte, Daniel era un po’ in anticipo, ma del resto non aveva neanche dormito … Era arrivato a Parigi la sera prima, era andato di corsa a ritirare le chiavi dell’attico – loft di Derek che il ragazzo gli aveva fatto pervenire, era andato a sistemare il bagaglio e ad improntare tutto per accogliere Kevin ne migliore dei modi, pulire la casa, riempito il frigorifero, comprato champagne, svariate bottiglie di vino ed era già l’alba, si controllò bene, l’abbronzatura perfetta, la pelle liscia appena depilata (non voleva essere da meno di Kevin) si fece almeno tre docce, profumato si vestì inforcò gli occhiali e uscì di corsa per arrivare in perfetto orario all’appuntamento … Guardò di nuovo l’ora, erano ancora le otto e mezza, di questo passo sarebbe impazzito. Alzò lo sguardo al cielo per poi notare un ragazzo sorridente alla sua sinistra con i capelli biondi e ricci che indossava occhiali da sole verdi con montatura dorata ,una camicia larga di lino color panna con le maniche arrotolate fino al gomito e molto generosamente aperta sul davanti mettendo i mostra un bel paio di lisci pettorali ed un paio di pantaloncini beige che arrivavano al polpaccio infine un paio di sandali di cuoio aperti senza calze, la pelle color bronzo era messa in risalto dai colori più chiari del suoi vestiti, al suo fianco aveva un trolley grigio e nero. Daniel fece appena in tempo a realizzare chi era che il ragazzo gli saltò al collo per abbracciarlo con tale foga che per poco non lo buttava a terra, “Non ci posso credere, e bellissimo vederti …mi sei mancato tantissimo” gli fece Kevin ancora stretto nel suo abbraccio, con la testa appoggiata sulla spalla di Daniel “anche per me è bellissimo” si limitò a rispondere, accarezzandogli dolcemente la schiena. Daniel realizzò solo in quel momento quanto gli era mancata questa sua esuberanza, ora stretto i quell’abbraccio si sentiva al settimo cielo, felice e con un senso di completezza che da troppo non provava. Kevin si staccò da lui, non prima di averlo baciato sulla guancia “non dobbiamo separarci mai più, non così a lungo intendo, mai…” gli sussurrò dopo il bacio, Daniel lo strinse per la cintola e lo allontanò leggermente da se, abbastanza per poterlo rimirare per intero “ma guardati, che gran bel pezzo di ragazzo che ti sei fatto. Certo in TV fai la tua figura, ma dal vivo sei moolto meglio. Lasciatelo dire” gli disse cingendolo ancora per i fianchi. Kevin non poteva non notare l’aria trasognante e radiosa di Daniel e ne gioiva anche lui era al settimo cielo “beh, tu non potevi migliorare eri già perfetto allora, anzi ti trovo con un aria più matura …e forse più abbronzato” gli rispose sorridendo e allungò le mani verso il viso dell’amico per togliergli gli occhiali, voleva rivedere quegli splendili occhi blu che da troppo tempo non aveva più fissato se non in foto o in televisione, ma il ragazzo, appena realizzò le sue intenzioni lo bloccò afferrandogli le mani “aspetta! Non qui, se mi riconoscono è la fine del nostro tranquillo week-end” gli spiegò Daniel “e abbiamo dato già abbastanza spettacolo fino ad ora” aggiunse, in effetti guardandosi attorno videro che molti dei passanti si erano già fermati ad osservarli per le loro effusioni, ma fortunatamente ancora non li avevano riconosciuti. I due ragazzi si misero a ridere, “vieni con me, andiamo a liberarci di quel trolley, così ti faccio vedere casa e poi ci facciamo un altro giro…” disse Daniel porgendo la mano a Kevin, che per risposta gliela strinse ed afferrò con l’altra il bagaglio “andiamo, sono curioso di vedere dove ci hai sistemato” ed i due si incamminarono mano nella mano.

    L’attico di Derek era in realtà un gigantesco loft openspace distribuito su gli ultimi due piani di una palazzina di cinque piani nel lussuoso cuore della Champs-Elysées di Parigi, varcata la porta d’ingresso ci si ritrovava in un vasto salone con pavimento a parquet su cui si affacciava con un’ampia balconata il piano rialzato raggiungibile da una scala a chiocciola sul muro verso destra, il salone era arredato con due set completi di divani e poltrone in pelle bianca con tavolinetti laccati in nero annessi il tutto in stile moderno e di gran classe, sospeso sotto la balconata e agganciato ad esso con cavi in acciaio c’era un gigantesco schermo al plasma che sembrava fluttuare davanti ai comodi divanetti, mentre sulla parete d’ingresso subito a sinistra della porta era situata una enorme console di video e fono riproduzione con diffusione audio per tutto l’appartamento. Alle spalle del televisore e sotto la balconata c’era un grosso spazio adibito a sala da pranzo con mobili a scomparsa per le vettovaglie ed un gigantesco tavolo di vetro a cui avrebbero potuto mangiare comode dodici persone, alle spalle di esso sulla parete opposta all’ingresso incassato in una rientranza c’era un mobile bar sempre in cristallo e un mixer per aperitivi. Lungo tutta la parete alla sinistra dell’ingesso a partire dal salone fino alla stanza da pranzo si apriva un’enorme terrazza assolata da cui si accedeva da due grandi porte a vetro scorrevoli nella quale ci aveva addirittura ricavato una piscina da interno e in fondo un casotto in legno con funzione di sauna per finire alla destra rispetto all’ingresso leggermente obliqua e semi nascosta c’era la cucina con annesso stanzino e ripostiglio. Poi c’era il piano rialzato, da cui si saliva dalla scala, in pratica un’unica sala da letto con attrezzature da palestra annesse e con due cabine armadio sulla destra ed in mezzo tra le due cabine l’ingresso di un lussuoso bagno completo di ogni accessorio e comodità piastrellato con mattonelle color grigio fumo, ma la cosa più eccentrica era la veranda sulla sinistra della camera da letto che si affacciava sulla terrazza sottostante attrezzata con una vasca idromassaggio e dietro un paravento con telaio in metallo cromato nero e foderato di pelle tinta di grigio c’era persino un tavolo da massaggi molto professionale.

    Kevin rimase a bocca aperta quando lo vide, “Cavolo, è bellissimo, ma si può sapere quanti soldi ha Derek, non me lo immaginavo nemmeno” esclamò meravigliato “è nel giro da molto più tempo di me, e la sua famiglia era già ricca prima che sfondasse come calciatore e comunque credo che l’intera palazzina sia di suo padre” spiegò Daniel mentre si toglieva cappello ed occhiali poggiandoli su di uno dei tanti tavolinetti. “…Allora, poggia il trolley dove vuoi e poi andiamo, ho prenotato un tavolo ad un bel ristorantino per il pranzo” continuò Daniel ma quando si girò si trovò Kevin a pochi centimetri di dosso, che prendendolo di contropiede gli cinse il viso tra le mani e lo osservò con un sorriso “vai sempre di corsa, rilassati, abbiamo tutto il tempo non sono nemmeno le dieci e mezza del mattino sei troppo su di giri” Kevin sapeva che in realtà aveva cercato una scusa per incrociare quei i bellissimi occhi azzurri che tanto gli erano mancati, e adesso ricambiare quello sguardo era una gioia indescrivibile. Assecondato questo suo desiderio per un minuto riprese la parola “…e poi avrei proprio bisogno di una doccia, tu stai al meglio ma io ho bisogno di darmi una rinfrescata dopo il viaggio, che dici allora c’è l’ho il tempo?”. Daniel gli accarezzò le mani e ricambiò il sorriso “certamente, scusami, hai tutto il tempo che vuoi vai pure, ti aspetto qui” come gli lasciò le mani Kevin afferrò il trolley e corse al piano di sopra. Daniel si concesse questa pausa in solitudine per riflettere, andava tutto per il meglio Kevin era dolce con lui come sempre, una dolcezza che però in questo frangente lo turbava non poco. Lui si era accorto finalmente di amare Kevin e questo modo di fare era diventato per lui equivoco, non riusciva più a capire i sentimenti di Kevin più profondi. Da piccolo era abituato a tutto questo e durante l’adolescenza erano troppo esuberanti e ricchi di testosterone per preoccuparsi di risvolti più romantici e intimistici del loro modo di fare reciproco, si passava dalle carezze alle provocazioni sessuali, dagli scherzi goliardici a momenti di melensa dolcezza non a caso erano ‘”i fidanzatini”. Ma oggi non riusciva più ad interpretare bene quei gesti, temeva di fraintenderli e soprattutto di rispondere non in maniera sbagliata quelli stimoli, stava diventando matto e allo stesso tempo era la persona più felice del mondo, nell’attesa decise di distrarsi preparando un paio di drink analcolici alla frutta, per lui e per Kevin.

    Kevin pensava a Daniel mentre si faceva la doccia, mentre il suo corpo si rilassava sotto l’effetto del doccia schiuma la sua mente si arrovellava riguardo all’amico. Si era accorto dagli sguardi di Daniel di una crescente tensione nascosta sotto la sincera felicità di rivederlo, si chiedeva se i suoi atteggiamenti troppo espansivi lo avessero in qualche modo turbato, lui agiva d’istinto come sempre aveva fatto, almeno con lui, fin da piccolo ma si erano separati per sette anni, un periodo lunghissimo di tempo e forse per Daniel qualcosa poteva essere cambiato, si ma cosa però? Si continuava chiedere mentre l’acqua faceva scivolare via le ultime tracce del sapone dal suo corpo, chiudendo il getto d’acqua della doccia Kevin prese la sua decisione: sarebbe rimasto coerente con se stesso, glielo doveva, e se mai avesse trovato qualcosa di strano in Daniel glielo avrebbe chiesto direttamente, con spirito rinvigorito ed il corpo ritemprato dalla benefica doccia afferrò un accappatoio se lo allacciò e scese con passo deciso al piano inferiore. Mentre scendeva le scale vide Daniel in fondo alla sala da pranzo alle prese con il mobile bar “aah, ci voleva proprio una bella doccia, mi sento molto meglio adesso” esordì avvicinandosi all’amico “senti, non ho potuto fare a meno di notare che c’è una sola camera da letto in tutto l’appartamento, come mi dovrei sistemare secondo te?” gli chiese con tono sarcastico “pensavo che avremmo potuto condividere il letto, se per te va bene, ovvio” gli rispose con tono altrettanto sardonico Daniel, il discorso stava prendendo una piega goliardica e Kevin non si tirò certo indietro, anzi, “figurati che problema c’è, abbiamo condiviso giacigli ben più angusti come al campeggio estivo, se ben ricordo abbiamo diviso persino il sacco a pelo” gli rispose, ma Daniel non fu da meno ed alzò il tiro “ricordo bene, è vero, ma eravamo ragazzi all’epoca e ora almeno io ho altre abitudini, come dormire nudo quando fa caldo…” “…e oggi fa molto caldo, un caldo afoso direi” puntualizzò “allora, continua a non essere un problema o e meglio che mi cerchi un pigiama per la notte, che mi rispondi?” concluse, con una vena di eccitazione in corpo. “Problema? Ma quale problema…” Kevin non gliela voleva lasciare vinta, doveva avere sempre l’ultima parola “…anche io amo dormire nudo, anzi, ti dirò di notte io non so controllarmi, e l’amico qui..” si indicò con entrambe le mani l’inguine “…ogni tanto si sveglia e non da cenno di addormentarsi poi, chi è quindi che dovrebbe fare più attenzione tra noi due secondo te? Eh, dimmi?” concluse con tono provocatorio e con un sorrisetto malizioso su quel volto da ragazzino che si ritrovava. L’eccitazione di Daniel era a vertici mai raggiunti, ma grazie al cielo la situazione era così surreale che scoppiò a ridere “mi sa che stavolta hai proprio scapocciato non credi?” disse asciugandosi le lacrime che venivano giù per le risate “mi sa che hai ragione, ho un po’ esagerato stavolta” rispose ridendo Kevin accennando ad un inchino al vincitore della sfida verbale “comunque, cazzate a parte, dividere il letto va bene tranquillo, anzi credo proprio che ci sarà da sbellicarsi dalle risate” aggiunse sedendosi sullo sgabello davanti al bar, “Sarà, ma con tutta l’ansia di questo viaggio mi sa che stanotte crollerò dal sonno, poco mi sarebbe fregato delle tue minacce” disse smorzando un po’ i toni Daniel ed esibendosi in un numero da barman acrobatico non da poco. Kevin ne rimase meravigliato, “e questo da dove lo hai imparato?” gli chiese incuriosito “ci sono tante cose di me che i giornali non dicono” rispose Daniel con un filo di orgoglio mentre serviva all’amico un cocktail di frutti, “però, è squisito…” disse Kevin sorseggiandolo “…e cosa altro non dicono i giornali di te?” continuò “Bhe, che hai davanti a te un dottore davanti a te, ad esempio” Kevin rimase un attimo basito “Dottore, davvero tu? Accidenti…” “…con laurea abilitazione e tutto” lo interruppe “Complimenti, davvero sono basito e in quale specializzazione?” “In ortopedia” gli rispose Daniel tronfio. In sette anni ne succedono di cose pensò Kevin e le cose cambiano davvero, era orgoglioso di Daniel come solo un fratello lo sarebbe, aveva davanti un uomo maturo, adulto e con un bagaglio culturale invidiabile “alla salute tua, allora, dottore” disse alzando il bicchiere “no, a noi due, insieme ora sempre e per sempre” lo corresse Daniel, Kevin si sentì commosso “sempre e per sempre” gli fece da eco e i due ingurgitarono il cocktail fino all’ultima goccia. “Dai, ora vatti a vestire o faremo davvero tardi” disse Daniel scompigliandogli i biondi capelli ancora umidi per la doccia, Kevin sorrise scese dallo sgabello e si diresse verso il piano superiore, lanciandogli prima un altro sguardo con i suoi verdi occhioni con aria da bimbetto. Ora anche Daniel si sentiva rasserenato, la vicinanza con l’amico aveva davvero un effetto fortificante per lui e lo aveva sempre avuto e adesso più che mai si fece coraggio, gli avrebbe confessato tutti suoi turbamenti, stasera ma prima doveva pensare al pranzo si diresse verso l’ingresso, recuperò gli occhiali, berretto e chiavi e urlò “Dai sbrigati, ma quanto ci metti” sorridendo di cuore.

    Daniel aveva scelto per il pranzo un romantico ristorante con una bellissima veranda adornata da piante di gelsomino dai profumatissimi fiori bianchi che si affacciava sulla Senna da cui si poteva ammirare la Tour Eiffel oltre il fiume, uno spettacolo mozzafiato. In particolare aveva prenotato un tavolo con separé di vimini ad angolo della terrazza da dove i due avrebbero potuto mangiare tranquillamente senza essere notati mentre se ne stavano riparati sotto un grande ombrellone di tela per ripararsi dal caldo sole di mezzogiorno si sarebbero goduti la brezza che soffia sopra il fiume ed il panorama. Kevin era colpito dai dettagli e dalla cura maniacale che il compagno aveva impiegato per organizzare questo improvviso incontro e la cosa non gli dispiaceva anche se incominciava ad insospettirlo riguardo alle reali intenzioni di Daniel, messi da parte gli scrupoli si accomodò al tavolo adornato con un vasetto rotondo di cristallo con dentro dei bellissimi gigli bianchi, con già su di esso una brocca di vetro con acqua e ghiaccio ed un paio di bicchieri per lenire la sete e il caldo afoso di quei giorni “però che lusso! Questo posto è meraviglioso” si concesse Kevin sedendosi, Daniel si limitò a rispondergli con un sorriso sedendosi anche lui. Per qualche minuto si concessero qualche scambio di sguardi, finché non sopraggiunse un giovane cameriere in divisa, di bell’aspetto capelli biondi corti pettinati con un filo di gel occhi azzurri e non più di vent’anni a loro giudizio, in silenzio poggiò un trespolo d’acciaio placcato al fianco del tavolo con sopra un secchiello dello stesso materiali ricolmo di ghiaccio, sempre senza proferire parola si girò prese da un carrello una bottiglia di Champagne che mostrò a Daniel che per risposta annuì con la testa in segno di approvazione, a quel gesto prese un apri bottiglia e la stappò riponendola nel secchiello per poi porgere ai due commensali un flute ciascuno. A quel punto, mentre il cameriere si dedicava ad apparecchiare i coperti Daniel prese la parola “Allora, Kevin, prima a casa abbiamo parlato un po’ di me, ma tu invece che mi racconti, c’è qualcosa di te che i giornali non dicono? Sono curioso…” si prese un momento per fare mente locale e poi Kevin rispose “Beh, il teatro e la scuola per attori in cui insegno prendono parecchio del mio tempo, in più qualche piccolo ruolo pubblicitario o da comparsa in qualche produzione per la televisione … non c’è molto altro da dire, che ne so ora come ora non mi viene in mente altro…” “parlami della tua scuola, deve essere bello insegnare ad altri tutto quello che sai” lo interruppe Daniel, mentre a Kevin si illuminarono gli occhi “è bellissimo, quei ragazzi sono la mia vita e in un certo qual modo il mio lascito, se potessi li prenderei tutti come figli miei” disse ridendo. Quel sentimento che provava e il modo in cui ne parlava erano sinceri e genuini, Daniel lo capiva bene, per quanto il suo di rapporto con lui fosse di gran lunga il più privilegiato, quello con i suoi studenti era quasi figliare, quei ragazzi lo assorbivano completamente e non faceva fatica a credere che quello per Kevin fosse la cosa più importante che avesse mai fatto in questi sette anni, forse anche di più del suo successo personale. “Sei proprio una persona di animo buono e gentile non c’è che dire” gli disse a cuore aperto Daniel “Sarà, ma spesso i giornalisti mi tacciano come un misogino e narcisista che ama nessun altro al di fuori del suo stesso corpo” gli obbiettò Kevin “questa è una gigantesca cazzata, lasciatelo dire da me che ti conosco da una vita …e credo meglio di chiunque altro, tu sei troppo gentile per dare spettacolo dei tuoi sentimenti e questo per quegli emeriti imbecilli è inaccettabile, così inventano storie o peggio, li odio quando fanno così…” Daniel era furioso, prendersela con il suo Kevin per poi un evidente errore di giudizio, era imperdonabile. Ma quando alzò lo sguardo ed incrociò quello di Kevin che gli sorrideva, quasi si sciolse sulla sedia, arrossì e distolse per un attimo lo sguardo schiarendosi la voce, nel mentre arrivarono i primi piatti e i due iniziarono a mangiare. “Cambiando discorso, come sta la tua famiglia, sai mi sono mancati anche loro sai ho sentito solo tua madre un paio di mesi fa ma da allora nulla” chiese Daniel, “mamma e papà stanno bene li ho sentiti proprio l’altro ieri, hanno detto che verranno a vedermi a Vienna la settimana prossima anche loro erano contentissimi che fossi tornato in Europa…” gli rispose Kevin tra un boccone e l’altro “…Anna invece l’ho lasciata quando sono partito da New York non più di una settimana fa” aggiunse. Daniel aveva quasi dimenticato che anche la sorella aveva seguito Kevin in America dopo la laurea, e lì ora insegnava didattica e pedagogia, “e lei come l’ha preso il fatto che sei tornato qui? E come sta quella piccola peste di suo figlio?” approfittò di domandare all’amico “bene, tutto sommato, lei è più libera di me di viaggiare, ne approfitterà anche per venire a trovare mamma e papà, e anche te a questo punto, riguardo a Mark…” Kevin scosse la testa “…non si è per nulla tranquillizzato crescendo, è diventato una quattordicenne testa calda che tu nemmeno ti immagini, ha rischiato persino l’arresto un paio di volte” concluse “cavolo, non l’avrei mai creduto, era vivace si, ma un teppista, non ce lo vedo proprio” gli fece in risposta Daniel “altroché, è diventato un incubo per la madre e anche per me. Non lo riesco proprio a capirlo proprio quel ragazzo” proseguì, e l’amico notò che il sorriso di Kevin era sparito ed il suo sguardo si era perso in mesti ricordi “mi dispiace davvero, non ti volevo fare rattristare scusa davvero” cercò di recuperare Daniel in extremis “no, non ti devi scusare, non potevi saperlo comunque cambiamo discorso che è meglio” gli rispose Kevin con un sorriso un po’ forzato sul volto, per poi riprendere a mangiare. Il pranzo si compose da sette portate dall’antipasto al dolce di nouvelle cuisine, il tutto innaffiato da uno squisito vino rosso, il servizio fu impeccabile il loro personale cameriere era sempre pronto a riempire il bicchiere, cambiare il piatto e sempre nella più completa discrezione mentre i due conversavano amabilmente scambiandosi aneddoti e notizie su tutto quello che gli fosse accaduto durante i loro anni di lontananza. Verso la fine del pasto dopo aver ricevuto anche il dessert Kevin si rivolse all’affabile cameriere “ti devo fare i miei più sinceri complimenti, per un ragazzo giovane come te, hai dimostrato una professionalità ed un’eleganza da pochi, credimi” “merci, monsieur” si limitò a rispondere il cameriere con un leggero inchino “potrei conoscere il tuo nome?” chiese Kevin “Jean, monsieur” gli fece l’altro, il tutto sotto lo sguardo attonito e sbigottito di Daniel. “Studi recitazione, e anche danza, non e vero? …E ti dirò sei anche molto bravo” sentenziò Kevin, il ragazzo perse la sua aplomb per un momento “Grazie, monsieur, lei veramente molto gentile non so cosa altro dire, davvero” si lasciò scappare il giovane Jean. “Tu ci hai riconosciuti, fin da subito, ma hai sempre prestato più attenzioni nei confronti di Kevin, sei un artista come lui ecco perché” disse alla fine Daniel dopo aver studiato la situazione, con lieve tono di gelosia “sono solo uno studente, monsieur, non sono certo paragonabile ad un talento come il vostro” gli rispose garbatamente “…no, no, sei bravo te lo garantisco” si intromise Kevin “non esci dalla parte nemmeno un secondo, parli bene e senza accenti o cadenze marcate, e molte lingue credo per non parlare della physique du role da bravo ragazzo, mi piacerebbe averti come studente, davvero” gli ricamò come complimenti “Voi mi lusingate, se insistete così mi farete uscire dal mio ruolo, signore” gli rispose educatamente con un lieve ma crescente imbarazzo. “Caro Jean, è stato un vero piacere conoscerti, ti sei guadagnato una lauta mancia” disse Daniel alzandosi e dandogli una pacca sulla spalla, interrompendo così il discorso tra i due “il piacere è stato mio, signori” gli rispose sempre ossequioso salutandoli con un inchino. “Che forte quel ragazzo, mi piacerebbe conoscerlo al di fuori di qui” confessò Kevin a Daniel mentre i due si incamminavano verso l’uscita. Era stata una scenata di gelosia la sua, pensò Daniel, preoccupandosi di quanto stupido possa essere sembrato all’amico o a quel povero cameriere, si voleva sotterrare per l’imbarazzo. “E ora cosa hai ancora in programma per noi adesso?” gli domandò Kevin facendolo tornare alla realtà “Ohh, vedrai, dobbiamo fare ancora un piccolo giro prima di rientrare all’appartamento” gli rispose Daniel accendendo ancora di più il suo interesse.

    Daniel sapeva bene che fra tutti i luoghi da visitare a Parigi c’era un posto in cui Kevin non poteva fare a meno di vedere, ovvero il quartiere festoso ed allegro di Montmartre, il quartiere degli artisti ed era proprio lì che i due ragazzi erano diretti, un paio di fermate con la metro parigina e si ritrovarono sul posto. Le strade erano piene di locali, caffè con spettacoli dal vivo e artisti da strada che suonavano, dipingevano ritratti o si esibivano con qualche spettacolino. Come previsto Kevin ne rimase estasiato, passarono l’intero pomeriggio girare per locali e assistendo a varie esibizioni in giro per le strade, Daniel guardava l’amico divertirsi come fosse tornato bambino correre da una parte all’altra facendosi talvolta anche coinvolgersi nelle varie esibizioni. Erano passate non più di tre ore dal loro arrivo, quando verso la fine del pomeriggio dopo essersi messo a duettare con un cantante con la chitarra, Kevin venne riconosciuto a quel punto Daniel pensò al peggio, ma al contrario di quanto si fosse immaginato il ragazzo quello che ne scaturì fu un affettuoso dibattito tra artisti che sfociò in una memorabile esibizione di gruppo con canti, strumenti vari e balli. Non era proprio il genere di attività in cui si ritrovava a suo agio Daniel, tanto che si mise in disparte mentre Kevin si scatenava dando il meglio di se, il ragazzo se ne stava appoggiato ad un albero a poca distanza a braccia conserte a vedere l’amico cantare e ballare con gente appena conosciuta, lo guardava come avrebbe fatto un genitore con il proprio figlio quando gioca nel parco con gli altri bambini nel frattempo un sorriso su allargava sul suo viso. “Monsieur, mio signore è una gioia rivedervi” fece una voce famigliare alle spalle di Daniel, quando si girò vide un ragazzo sorridente alto con corti capelli biondi spettinati, occhi azzurri con addosso una blusa di cotone color panna con al posto dei bottoni sette stringhe fatte della stessa stoffa di cui solo quattro legate all’altezza dell’addome mentre le prime due lasciavano una generosa scollatura sul petto mettevano in mostra una collana in stile tribale di cuoio, le maniche arrotolate fino quasi al gomito lasciavano in mostra un bracciale di cuoio della stessa fattura della collana al polso sinistro, per il resto la blusa e sciolta era lasciata cadere fuori da un paio di pantaloni di lino marroni abbastanza larghi da sotto i quali sbucavano un paio di scarpe di tela grigie. A prima vista non lo riconobbe, ma subito dopo realizzò “Jean, cosi vestito non ti avevo proprio riconosciuto!” ed in effetti era strano come quel ragazzo impettito e a modo del ristorante ora apparisse così diverso. “Beh, è così che mi vesto di solito quando non lavoro, non giro sempre in giacca e papillon…” precisò “certo che e palese quanto Kevin si senta suo agio in questa situazione, sembra divertirsi molto” aggiunse indicando con lo sguardo il giovane che si scatenava in un ballo al ritmo di un tamburo e una chitarra. Daniel non poté che confermare “lo so, è per questo che l’ho portato qui, tu piuttosto che ci fai in zona?” gli chiese “stavo tornando verso il dormitorio dove alloggio, frequento l’accademia delle arti drammatiche qui a Montmartre, sono solo al secondo anno e mi arrangio con diversi lavori per pagarmi gli studi ma non è abbastanza per permettermi un appartamento in affitto…” rispose “non sei di Parigi?” incalzò Daniel “no, sono di Avallon una piccola cittadina della Borgogna mi sono trasferito nella grande città per proseguire gli studi” continuò Jean. “Lo sai, si vede che siete fatti l’uno per l’altro” gli confessò il ragazzo “…a cosa ti riferisci?” gli fece titubante Daniel mentre sentiva il viso in fiamme, non si sarebbe mai aspettato una tale uscita da un ragazzo appena conosciuto “senti, non so per lui, ma almeno per me i tuoi sentimenti nei suoi riguardi sono più che palesi” aggiunse, Daniel era imbarazzatissimo ma trovò il coraggio di chiedergli “e tu come fai a dire una simile, è così evidente?” il ragazzo annuì sorridendo. Questo ragazzo di venti anni lo aveva letto come un libro aperto e si erano conosciuti a malapena non più di poche ore prima, come era possibile Daniel non se ne capacitava, tuttavia questi modi gentili ma allo stesso tempo un poco invadenti gli ricordavano tantissimo una certa persona di cui era perdutamente innamorato e mentre la sua curiosità era a vertici mai arrivati prima fu lo stesso Jean a spiegarsi. “Sai, avevo anche io un ragazzo di cui ero follemente innamorato, si chiamava Gabriel ed era il mio angelo, ma ora l’ho perso…” il ragazzo si appoggio a fianco di Daniel e proseguì la sua storia “…il problema era che eravamo grandi amici fin da piccoli e quando mi accorsi dei miei sentimenti nei suoi riguardi mi venne il panico…” più sentiva la storia di Jean più si identificava nel ragazzo “…mi assalirono mille dubbi e paure e proprio per paura di perdere la sua preziosa amicizia commisi l’errore più grande della mia vita, tenei il segreto pensando che un giorno forse avrei trovato il coraggio che mi mancava.” Si fermò un momento facendo un lungo sospiro e poi proseguì “e così lui si innamorò di una ragazza e adesso sono felicemente fidanzati, così l’ho perso e non posso fare a meno di pensare a cosa fosse successo se gli avessi confessato i miei sentimenti prima” il volto di Jean si era fatto serio e con un velo di malinconia nello sguardo perso nel vuoto “forse non è troppo tardi, hai detto che al momento è fidanzato, mica sposato chissà se…” gli fece Daniel nel tentativo di rincuorare il ragazzo, ma lui lo bloccò immediatamente “non potrei mai fargli una cosa simile, io lo amo ancora ma i sentimenti che Gabriel prova per la sua ragazza sono veri e profondi, con quale faccia potrei metterlo nella difficile decisione di scegliere tra il suo migliore amico e la sua fidanzata, sarei un vero mostro” Daniel fu colpito da tanta passione e allo stesso tempo tanta saggezza da un ragazzo così giovane “lo sai, sei molto maturo per la tua età mi hai veramente colpito Jean” disse Daniel sorridendo al ragazzo. “Non commettere il mio stesso errore, tu sei ancora in tempo non farti sopraffare dalla paura” gli rispose Jean “lo farò, grazie per il prezioso consiglio” sorrise Daniel con un nuovo e rinvigorito spirito dalle parole di incoraggiamento del suo nuovo amico. Nel frattempo Kevin si era accorto di loro e lasciò il suo gruppetto per raggiungere Daniel e Jean. “Jean che bello rivederti” esordì Kevin mettendo una mano sulla spalla del ragazzo “complimenti, ora sì che hai l’aspetto di un vero bohémien” “Grazie” rispose Jean sorridendo “e tu sei eccezionale, come mi ricordavo” aggiunse. Kevin e Daniel rimasero sbigottiti per un momento, all’ultima uscita del ragazzo, poi fu Kevin per primo a prendere la parola “Ricordavo? Allora ci siamo già conosciuti prima, come posso essermelo dimenticato, quando?” a che Jean solare spiegò l’arcano “l’ultimo anno di scuola, prima della maturità poco più di paio di anni fa circa, facemmo un viaggio studio con la classe a New York, una settimana sola ma non potei fare a meno di andare vedere almeno uno spettacolo di Broadway dal vivo e lì vidi te, recitavi in Cats non potrei dimenticarlo mai, eri perfetto mi sono innamorato della tua performance…” guardò con sincera ammirazione Kevin e proseguì “…devi sapere che era, forse, il momento di tristezza più nera della mia vita, ero profondamente depresso avevo solo diciassette anni e avevo appena perso il mio primo e più grande amore, stupidamente poi…” e lanciò uno sguardo d’intesa a Daniel, che lo ricambiò incominciando realmente a capire i veri sentimenti del ragazzo “…e tu sei stato come un faro nel buio per me, ha guidato la mia scelta di andare avanti, lasciarmi il passato alle spalle e sei stato uno dei principali motivi per cui ho scelto di iscrivermi all’accademia per diventare un attore, come te …e rincontrarti un giorno, magari sullo stesso palco”. A Kevin vennero gli occhi lucidi e per poco non prese a scendere qualche lacrima, si asciugò gli occhi con la mano “non ci posso credere…” disse prendendo la parola “…mi sto commovendo come una bimbetta, non ho mai ricevuto complimento più bello.” D’istinto si butto su Jean abbracciandolo, e Jean contraccambiò la stretta “ti auguro ogni bene, anzi” aggiunse Kevin “questo è il mio numero, segnalo, voglio che tu mi chiami quando ti senti pronto. Desidero farti un provino per farti entrare nella mia scuola, sempre se tu lo voglia, ovviamente” stavolta fu Jean a non trattenere le lacrime “volerlo, scherzi sarebbe un desiderio che si realizza…” si asciugò le lacrime e proseguì “mi eserciterò giorno e notte e quando mi sentirò pronto, puoi scommetterci che ti chiamerò” e con ancora gli occhi umidi i due si strinsero la mano “allora, un in bocca al lupo anche da parte mia e a presto” disse Daniel mettendosi in mezzo e porgendo la mano anche lui a Jean, per tutta risposta il ragazzo la afferrò e tirò Daniel a se stringendolo in un abbraccio “Grazie, e tu vedi di seguire il mio consiglio, ti prego o se quando chiamerò Kevin saprò che non l’hai fatto, mi farò avanti io stanne certo” gli sussurrò all’orecchio e poi si scambiarono uno sguardo d’intenti. Dopo essersi salutati, ognuno proseguì per la sua strada, Jean mani in tasca e con la testa fra le nuvole si diresse verso il suo dormitorio mentre Kevin e Daniel mano nella mano si avviarono verso casa. “Si può sapere cosa vi siete sussurrati all’orecchio?” chiese poco dopo Kevin al suo compagno “nulla, mi ha dato un consiglio in fin dei conti e un gran bravo ragazzo lo sai” gli rispose Daniel “Sarà ma voi due non me la raccontate giusta, si può sapere che consiglio è o è un segreto” incalzò Kevin “ooh, lo saprai molto presto, te lo prometto” concluse Daniel ridendo e stringendo la mano dell’amico accelerò il passo, non vedeva l’ora di tornare al loft per proseguire con la serata che aveva programmato per loro due.

    Jean era arrivato fino davanti al portone del suo dormitorio quando si fermò e si rese conto di essere troppo turbato per andare a dormire, titubò per un po’ davanti all’uscio, poi si stropicciò ancora di più i suoi corti e biondissimi capelli per poi girare su se stesso e tornare sui suoi passi, ci aveva ripensato, la notte era ancora giovane e la sua testa era piena di pensieri confusi, Kevin e Daniel gli avevano ricordato la sua triste storia d’amore, si doveva scatenare in qualche modo, così si diresse verso il triangolo rosa di Marais dove avrebbe cominciato con un aperitivo all'Open Caffé, un bel locale con terrazza esterna, situato all'angolo tra rue des Archives e rue Sainte Crox de la Bretonnerie, e poi una volta inoltrandosi nella notte, erano tante le proposte trasgressive che conosceva e che gli venivano in mente per decide dove continuare la festa a partire dal Le Raidd Bar, un locale esplicitamente hard dove ammirare bellissimi ragazzi persino fare la doccia in speciali box collocati proprio all'interno della pista da ballo, fino al rinomato Banana Caffé, locale molto alla moda, il cui fiore all'occhiello erano gli spogliarellisti che si esibivano sopra il bancone, cimentandosi in danze sexy ed intriganti. Questi ultimi due, erano entrambi locali che lui conosceva fin troppo bene, e in cui tra l’altro aveva spesso anche lavorato, sia come cameriere che come stripper per pagarsi la retta della scuola di recitazione. Accelerò il passo e si slacciò gli ultimi legacci della blusa che indossava lasciandola così aperta rivelando un fisico da vero stripper professionale asciutto, liscio e con muscoli ben delineati e ben visibili, era deciso più che mai, stanotte avrebbe fatto piangere molti ragazzi stasera e se tutto fosse andato per il meglio avrebbe invece scaldato e condiviso il letto di qualche altro ragazzo di gran lunga molto più fortunato.
     
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  5. Sanson Kilian
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    Eccomi per il terzo capitolo del mio racconto, è ora di vedere come proseguirà la serata per i due giovani protagonisti...

    Capitolo 3: Sarà Una Notte Indimenticabile

    Era oramai sera quando Daniel e Kevin finalmente arrivarono ai Champs-Elysées, il caldo colore del sole al tramonto tingeva gli alberi lungo la strada di un rosso acceso, uno spettacolo molto romantico, i due ancora mano nella mano entrarono nel loro palazzo salendo verso l’attico. Appena entrati Kevin si buttò su primo divanetto che trovò stanco per la lunga ma bellissima giornata passata in giro per le strade di Parigi “Sei stato un cicerone formidabile, ho passato una giornata davvero memorabile” disse il ragazzo all’amico mentre si toglieva anche le scarpe, intanto Daniel si diresse verso il frigo bar e prese una bottiglia di vino rosé e due calici di cristallo “…e aspetta di vedere quello che ti ho progettato per la serata” gli rispose tornando da lui e porgendogli una coppa di vino. Kevin assaporò quel delizioso nettare e dopo averne gustato qualche sorso riprese a parlare “non hai intenzione di lasciarmi un attimo di tregua, non è vero” disse rivolgendosi all’altro “hai avuto sette anni di tregua, nei miei riguardi, preparati a fare le ore piccole non ho alcuna intenzione di perdere tempo a dormire in tua compagnia” si affrettò a precisare Daniel per tutta risposta. “E va bene, allora dove si va?” chiese Kevin alzandosi in piedi ancora senza scarpe “da nessuna parte…” incominciò a spiegare Daniel appoggiando le mani sulle spalle di Kevin ed accompagnandolo verso le scale che portavano al piano rialzato e alla camera da letto “…o meglio, tu togliti questi vestiti da dosso e vai a farti una bella doccia, mentre io preparo il tutto per la serata” “ok” fece per tutta risposta un po’ titubante Kevin e si avviò di sopra. Daniel aspettò con l’orecchio teso di sentire lo scroscio dell’acqua della doccia aprirsi per correre ad approntare tutti i preparativi necessari al suo progetto per la serata, abbassò l’intensità delle luci, accese lo stereo mettendo un soffuso sottofondo musicale, prese due secchielli per il ghiaccio ci infilò una bottiglia di champagne in ciascuno, le stappò e le portò di sopra appoggiandole a fianco della vasca idromassaggio, si tolse frettolosamente i vestiti ed indossò un pareo giallo con motivi floreali di color arancione legato sui fianchi per non rimanere soltanto in boxer, di tanto in tanto buttava uno sguardo verso la porta del bagno che Kevin tra l’altro aveva lasciato aperta, sistemò e accese in giro per la stanza delle candele profumate e trovò il tempo per profumarsi egli stesso appena in tempo per sentire l’acqua chiudersi nel bagno approfittò di quegli ultimi istanti per un rapido controllo allo specchio quando Kevin uscì dal bagno con indosso solo un asciugamano legato in vita. Il ragazzo non poté fare a meno di notare tutti gli accorgimenti approntati da Daniel durante la sua rinvigorente doccia e cercò con lo sguardo l’amico, trovandolo dall’altro capo della stanza con indosso solo un pareo di seta semi trasparente a fianco del tavolo per massaggi, come i loro sguardi si incrociarono Daniel accennò ad un inchino “monsieur, si accomodi prego” disse scimmiottando Jean con i suoi modi e indicando con le braccia il tavolo per massaggi alla sua destra. Kevin si sentì in leggero imbarazzo per tutte quelle eccessive attenzioni ed incominciava a dubitare delle reali intenzioni di Daniel, ma decise comunque di fidarsi e di stare al suo gioco, cosi seguì il gentile invito e si avvicinò al ragazzo. Era la prima volta da quando si erano rincontrati che i due si vedevano nudi, o quasi, e quindi era la prima volta che potevano ammirare personalmente e da vicino la prestanza fisica l’uno dell’altro che prima avevano potuto vedere solo su uno schermo o sulle foto di una rivista od un cartellone pubblicitario e ne furono entrambi più che soddisfatti, in particolare Daniel che non si perse neanche un singolo movimento del corpo del tanto desiderato amico dall’uscita dal bagno alla passeggiata lungo la stanza fino a lui, si perse nei suoi occhi verdi ed i capelli ancora bagnati avrebbe tanto voluto essere una di quelle gocce d’acqua che scivolando dal volto scendevano lungo il suo collo sinuoso per poi scendere lungo il suoi pettorali, lambirne i contorni per proseguire tra i suoi tortuosi addominali che si muovevano ad ogni passo e perdersi alla fine sotto l’ombelico in quel tesoro celato sotto quel piccolo pezzo di cotone, deglutì a fatica e sentì le sue viscere contorcersi a quel pensiero godurioso in cui si era inerpicato. “Devo dire che le foto e le riviste non ti rendono assolutamente giustizia, sei molto meglio dal vivo, hai davvero un fisico mozzafiato” gli sviolinò Kevin “allora mi spieghi lo scopo tutto questo mi sembra un poco eccessivo, non trovi?” trovò il coraggio di chiedere alla fine. “Assolutamente No!...” Daniel fu categorico “…Vedi, abbiamo passato molto tempo assieme oggi e abbiamo fatto un po’ di tutto, ricordato il passato, parlato degli anni trascorsi separati e della famiglia, incontrato persone piacevoli e visitato la città, abbiamo persino fatto progetti per il futuro. Mi sembra doveroso che adesso si pensi al presente, godendosi al massimo e in ogni modo possibile della presenza l’uno dell’altro, solo tra di noi e solo per noi, desidero, no, anzi, voglio che ogni singolo momento da ora in avanti sia memorabile ed indelebile nelle nostre menti e nei nostri cuori. Allora la trovi sufficientemente eloquente come risposta?” fu la spiegazione del ragazzo, tanto dolce da lasciare per una volta Kevin senza parole. I due si guardarono intensamente vagando uno negli occhi dell’altro e il biondo poggiò le mani sulle spalle dell’amico trovando a fatica le parole per rispondergli “sono rimasto senza parole, sei meraviglioso mi hai colto in contropiede e mi sono emozionato, ho ancora i brividi per tutto il corpo, fai tutto quello che vuoi…” continuò scherzando “…considerami come morbida argilla da plasmare nelle tue capaci mani”. Daniel tolse le mani delicatamente dalle sue spalle gliele baciò e gli rispose “non chiedo di meglio, ora inizia con toglierti quello…” ed indicò con lo sguardo l’asciugamano stretto intorno all’amico “…e sdraiati prono sul lettino, e lascia che cominci lo spettacolo” Kevin obbedì prontamente, si portò davanti al lettino e lasciò scivolare a terra quell’ultimo lembo di stoffa che copriva il suo corpo, così Daniel poté ammirare nella sua interezza il corpo perfetto dell’amico nudo di spalle davanti a sé, e vide per la prima volta a sua memoria il sedere più bello che avesse mai visto, sia maschile che femminile, rotondo liscio e sodo senza un pelo e dello stesso colore dorato del resto del corpo, tanto far scivolare nella mente di Daniel l’idea che l’amico prendesse il sole integralmente, era così invitante che se non si fosse controllato disperatamente ci avrebbe già tuffato a pesce, incominciò anche a sentire qualcosa ravvivarsi tra le sue gambe che iniziava a crescere e pulsare e sorrise tra se e se per aver scelto di mettere il pareo proprio per mascherare fin tanto fosse stato possibile i suoi incontrollabili movimenti nella zona pelvica. “Cazzo hai un culo da paura” gli uscì da sé dalla bocca incontrollato ed imprevisto, Daniel divenne paonazzo attendendo con timore un cenno di reazione da parte dell’altro “Sai non sei il primo che me lo dice, fa cosi effetto?” la prese sullo scherzo l’altro “credimi si! è veramente adorabile” rispose Daniel ormai a ruota libera, la lingua andava da sola totalmente sconnessa dal cervello. Kevin sculettò per gioco e si sdraiò sul lettino come ordinato, cercando di rilassarsi il più possibile, mentre Daniel raccolse l’asciugamano lì a terra per coprire, non senza una leggera ed involontaria carezza con cui poté goderne la morbidezza, quel bel culo tondo accompagnò il gesto dicendo “copriamo questa distrazione, che è meglio” “si ma intanto me lo hai toccato per bene” replicò l’amico ridendo “era solo una carezza, esagerato…” minimizzò scherzando l’altro “…andiamo ad incominciare” concluse. Daniel iniziò mettendo qualche goccia di olio profumato sulla schiena di Kevin per poi incominciare a spalmarlo lungo tutto il corpo dell’amico, la pelle di Kevin era liscia e setosa morbida al tatto di color bronzo e ora lucida per via dell’olio a lento assorbimento Daniel mise tutte le sue conoscenze e tutto il suo impegno nel fare il massaggio all’amico, ne esplorò ogni muscolo ed ogni vertebra di tanto in tanto si concedeva di chiudere gli occhi ed affidarsi solo alle sue abili mani che si muovevano su quel tanto adorato corpo e inebriandosi del profumo del sapone di Kevin che emanava effluvi di miele e legno di sandalo, la sua erezione ormai era giunta al massimo del suo vertice a stento anche il pareo non riusciva più a nasconderla e si chiedeva per quanto tempo ancora l’altro non se ne sarebbe accorto. Ma Kevin era intento a mugolare di piacere al tocco dell’altro “mhh, sei fantastico, dove diamine hai imparato a fare massaggi del genere, mhh, continua così ti prego, mhh, ancora” queste erano le sole parole si senso vagamente compiuto che uscirono dalla sua bocca, e Daniel lo accontentò in ogni modo possibile, gli massaggio il collo e le braccia, ma non riusciva a farsi uscire quell’immagine che si era focalizzato nella sua mente e, mentre proseguiva, si lasciò sfuggire qualche altro libero sfogo “sai stavo ripensando al tuo culo…” anche se non era quello che voleva dire “…non ha altro da fare…” gli fece da eco Kevin “no…” gli rispose Daniel ancora di getto, ma a questo punto vista la disponibilità dell’amico andò avanti “…non ho potuto fare a meno di notare la tua abbronzatura così uniforme, prendi per caso il sole integrale?” gli domandò temeva forse con troppa irriverenza “Si certo…” gli rispose l’altro, risposta sincera e inaspettatamente schietta “…frequento molte spiagge per nudisti, anche se a dire il vero prediligo quelle più deserte” “certo, per evitare i continui complimenti per il tuo fondoschiena perfetto scommetto” lo burlò Daniel “quelli ed i paparazzi, ci manca solo il mio culo od il mio pistolotto in giro sui giornali di mezzo mondo, ora ho soddisfatto appieno la tua curiosità riguardo al mio deretano?” concluse Kevin spazientito “si grazie, è stato molto …istruttivo” si beffo di lui Daniel, finito che ebbe anche con le braccia passò alle gambe, le percorse a lungo per tutta la lunghezza e sfiorando più di una volta quel rotondo ben di Dio nascosto sotto quel lembo di cotone grigio, alla fine gli disse di girarsi dandogli un buffetto sul sedere e tenendogli leggermente sollevato l’asciugamano per far si che l’altro ci scivolasse sotto, quando lasciò il pezzetto di cotone non poté non notare il bozzo sagomato che si era formato sotto di esso, segno di un principio di erezione anche da parte di Kevin, con difficoltà Daniel sorvolò, almeno per il momento, alla cosa e si continuò a dedicare al massaggio, si sedette di traverso sul bordo lettino e poi afferrò una gamba di Kevin portandosela delicatamente verso l’alto, fino a poggiarne la caviglia sulla sua spalla e da quella posizione incominciò un accurato e minuzioso massaggio partendo dalla pianta del piede per poi passare al polpaccio e poi alla coscia tonica e senza un filo di grasso fino a spingersi con la mano fin sotto l’asciugamano arrivando a sfiorare qualcosa, ma l’altro non disse nulla a parte i mugolii di piacere, finito ciò passò all’altra gamba seguendo lo stesso schema e finito anche con lei si spostò da quella posizione. Mentre girava intorno al lettino non poteva che tenere gli occhi fissi su quella protuberanza nascosta che lentamente si muoveva e si faceva strada piano piano verso il bordo superiore dell’asciugamano, una volta portatosi perpendicolarmente rispetto al lettino con la testa di Kevin davanti a se si concentrò su quel viso, con gli occhi chiusi e la bocca semi aperta in una eccitante espressione di puro godimento. Daniel da quella posizione incomincio a dedicarsi al petto dell’amico e ad ogni singolo muscolo che già aveva studiato con gli occhi fin da quando lo aveva visto nudo, non poté che riflettere sul fatto che se per qualche motivo Kevin avesse aperto gli occhi si sarebbe trovato la sua erezione a pochissimi centimetri dalla sua faccia, tutto ciò lo turbava ma allo stesso tempo non faceva che farlo eccitare sempre di più, finché non avvertì dei movimenti sul corpo disteso tra le sue mani che lo spinsero a togliersi da quella posizione e mettere così fine a quell’interminabile massaggio. “Mmhh, è stato fantastico, mi sento tutti i muscoli sciolti, non mi sono mai sentito meglio” mugolò Kevin mentre incominciava lentamente a riprendere il controllo del suo corpo per poi sedersi sul lettino con l’asciugamano sempre poggiato sul pube, piegò il collo prima da una parte e poi dall’altra chiudendo di nuovo gli occhi, poi mentre faceva ruotare prima un braccio e poi l’altro si rivolse a Daniel “Davvero, dove hai imparato fare massaggi così, mi sento più snodato di prima e tutti i muscoli rilassati” ma mentre stava per alzarsi in piedi “tutti tranne uno” accennò Daniel riferendosi al bozzo sotto l’asciugamano “caspita, nemmeno me ne ero conto, per quanto mi sentissi bene” gli rispose arrossendo e facendo appena in tempo ad afferrare l’asciugamano che stava scivolando via, coprendosi con le mani oltre che con il pezzetto di stoffa a penzoloni, lasciando così il sedere completamente esposto. “Ora sì che mi sento un po’ imbarazzato” confessò Kevin e per tutta risposta Daniel si girò verso la vasca ad idromassaggio già accesa e le due bottiglie nei secchielli del giaccio già disposte affianco ad essa “se vuoi ti puoi nascondere lì dentro” gli disse Daniel con sguardo di sfida ed un sorriso a trentatré denti. Kevin non si tirò indietro e a lunghi passi inarcato leggermente in avanti coprendosi il pene con le mani si tuffò con un grosso spruzzo gettando via pochi istanti prima l’asciugamano, si adagiò sul fondo della vasca e sospirando si abbandonò via via al piacere di quel tepore e delle bolle. Daniel non si perse un istante di quella corsa e si godette la vista di quel fantastico culo che ballonzolava come un pallone ai goffi gesti di Kevin per nascondere la propria erezione all’altro. Ma adesso era giunto il momento della verità, non c’era più modo per Daniel di nascondere l’evidenza e con Kevin già nella vasca non poteva più giocare d’anticipo come invece aveva fatto l’amico, si liberò dei boxer da sotto il pareo, e quando si accorse dell’evidente macchia sul davanti degli stessi li gettò lontano con un gesto del piede, dopodiché iniziò a studiare meglio la situazione. Guardò attentamente Kevin, era rilassato e distratto dall’idromassaggio forse non si sarebbe accorto di nulla con qualche accorgimento. Daniel si avvicinò alla vasca e con gesti disinvolti ci infilò il braccio quasi per testarne il calore e l’effettiva schiumosità “coraggio entra, l’acqua è magnifica e le bollicine poi solleticano ogni parte del corpo” lo incitò Kevin “non mi pare che tu ne avessi troppo bisogno” lo stuzzicò l’altro sorridendo, ricevendo per risposta da Kevin una linguaccia. Daniel stava aspettando il momento propizio che si presentò quando vide che l’altro chiuse gli occhi per godersi di più il piacere della vasca, velocemente Daniel si liberò del pareo e come il suo pene eretto e già umido svettò verso l’alto finalmente libero lo coprì con il braccio destro più grosso e largo, il tutto prima che Kevin riaprisse gli occhi, il quale si ritrovò l’amico nudo davanti ma con proprio membro turgido ed eretto perfettamente nascosto ai suoi occhi dal suo stesso braccio “ooh finalmente, era ora, entra dai, incominciavo a sentirmi solo qui” gli fece Kevin “ogni tuo desiderio è un ordine, eccomi” gli rispose Daniel calandosi finalmente nella vasca. I due rimasero per un po’ uno davanti a l’altro in silenzio godendosi il piacere di quella situazione e lasciando che i loro rispettivi membri si acquietassero un poco, dopo qualche minuto fu Kevin a prendere la parola “Ahh, mi ci voleva proprio, vieni qui, ti puoi pure avvicinare, l’emergenza è terminata” disse alludendo sicuramente all’erezione che aveva avuto poco prima “non chiedo di meglio” rispose Daniel portandosi al fianco destro dell’amico, anche se la sua “emergenza” era ben lungi da terminare, anzi al caldo contatto tra il suo braccio e quello di Kevin e quello tra le loro gambe, incominciò anche a sobbalzare crescendo ulteriormente… “è ora di aggiungere un altro tipo di bollicine” disse girandosi verso le bottiglie di champagne, cercando di distrarsi da quella eccitante situazione, “Noo…” esclamò quando si accorse di aver dimenticato i bicchieri “…che scemo i bicchieri, vado a prenderli” proseguì e d’istinto fece per alzarsi, quando ormai troppo tardi si rese conto di essersi messo in scacco matto da solo, ma fu involontariamente Kevin che salvò la situazione, “ma no dai, non c’è bisogno, facciamo così che è più divertente” disse mettendo una mano sulla spalla dell’amico, spingendolo di nuovo giù e alzandosi lui al suo posto. Per un attimo d’improvviso Daniel si trovò il pene di Kevin a pochi centimetri dal suo viso, ormai era non più eretto anche se non aveva perso tutta la sua consistenza era come si è soliti dire, barzotto, gocciolante e contornato da un ciuffetto di peli biondi bagnati, a quella vista Daniel sgranò gli occhi e sentì il suo sobbalzare i preda all’eccitazione di quel momento e Kevin neanche si accorse di nulla intento come era a prendere la bottiglia prima dell’altro, una volta presa rimase in quella posizione e si rivolse a Daniel “Ehi! Piantala di fissarmi il cazzo in quel modo, piuttosto chiudi gli occhi e piega indietro la testa” il ragazzo colto dal panico fece tutto quello che gli veniva richiesto quasi come fosse diventato un burattino “ora apri bene la bocca e fai aaah” così fece e sentì il frizzante e freddo liquido scorrergli in bocca e sul collo, riaprì gli occhi e vide Kevin ancora in piedi sopra con la testa inclinata verso l’alto e gli occhi chiusi bere dalla bottiglia, lo guardò eccitato mentre beveva e rivoli dello schiumoso liquido gli scendevano lungo il collo, il petto, l’addome ed infine sul pube e la coscia fino a mischiarsi con l’acqua nella vasca. Se mai avesse ipotizzato di fagli una statua per immortalarlo avrebbe sicuramente scelto quella posa, così naturale e sensuale allo stesso momento. Daniel ormai aveva raggiunto il suo limite di sopportazione umana e alla vista dello champagne che scivolava lungo il corpo di Kevin non resistette più qualcosa scattò e si gettò con la faccia su quella tartaruga perfetta che aveva l’amico leccando il frizzante e spumoso nettare dal suo ombelico, “che diavolo fai” esclamò Kevin arretrando leggermente per sfuggire a quell’imprevisto e improvviso contatto, “scusa … non so cosa mi è preso … troppo alcol forse …ma avevo ancora una sete pazzesca e tu stavi versando mezza bottiglia nella vasca invece di berla” cercò assurdamente di giustificarsi Daniel nel panico più totale “si, mi sa proprio che hai esagerato, ma infondo si vive una volta sola, vieni qua” gli rispose mentre inclinava la bottiglia, Daniel si mise in ginocchio davanti a lui reclinò la testa indietro e aprì la bocca, ma stavolta tenne gli occhi bene aperti su Kevin mentre lo guadava con i suoi occhi verdi con aria vagamente brilla e gli versava lo champagne in bocca, non aveva mai visto Kevin con un espressione simile, del resto non lo aveva neanche mai visto nudo in una vasca idromassaggio mezzo ubriaco, e lottava per non saltagli addosso di nuovo, quando invece fu lui a gettarsi addosso a lui, si trovarono avvinghiati per un momento per poi alla fine ritrovarsi l’uno affianco all’altro di nuovo. Kevin rideva come un pazzo era tutto un gioco per lui, mentre a Daniel era momentaneamente scomparso il sorriso, tale era il suo turbamento. “Non mi divertivo così da tantissimo tempo, Tieni!” gli disse Kevin porgendogli la bottiglia, “ora versalo tu a me, dai” continuò sempre ridendo, mentre facendosi leva con le gambe sul fondo della vasca si sdraiava supino leggermente piegato verso la testa a filo dell’acqua e apriva la bocca, Daniel prese la bottiglia, guardò l’amico disteso a fianco a lui con il bacino che puntava verso l’alto e la testa a mollo in attesa di riceve il rinfrescante nettare dalle mani dell’altro. Daniel rimando saldamente i ginocchio per evitare che l’erezione che aveva potesse venir notata si mise in posizione più eretta e di traverso rispetto a Kevin, e mentre si gustava l’amico in quella posizione così conturbante bevve un bel sorso di champagne finendo la prima bottiglia. Raccolta la seconda incominciò a versarla in bocca all’amico, il grosso spruzzava fuori schizzando sul mento e sul naso di Kevin, ormai nessuno dei due riusciva a smettere di ridere, il che rendeva il gesto ancora più impreciso, poi Daniel in preda anche lui ormai ai fumi dell’alcol e della sua libido iniziò ad innaffiare l’amico, prima sulla faccia poi sul petto e l’addome Kevin non faceva che ridere “…é freddo, piantala” continuava dire soffocato tra le risate, infine Daniel puntò diretto su quel bacino invitante che Kevin stava puntando con tutte le sue forze verso l’alto “no, lì no, è gelato” riuscì a dire prima di coprirsi prima con le mani e poi riportare quel tesoro fino a poco tempo fa nascosto sott’acqua di nuovo negli abissi. Daniel bevve un altro po’ dalla bottiglia e poi guardando il suo cazzo eretto svettare fuori dall’acqua in piena vista ci rovesciò sopra quello che rimaneva dello champagne sopra nel tentativo di raffreddarsi un po’ dai suoi bollori ma con poco successo, buttò via anche la seconda bottiglia e si tornò a sedere mentre anche Kevin riprendeva un po’ di contegno al suo fianco, senza essersi ancora miracolosamente accorto di nulla. Nessuno dei due si spiegava realmente cosa gli fosse preso, specialmente Daniel i cui minuziosi piani erano tutti saltati, ma in fin dei conti non erano così ubriachi, forse un po’ alticci ma ancora abbastanza lucidi per realizzare quello che era successo, un momento di pura goliardia eccitati da trovarsi insieme e finalmente soli, un emozione reciproca che però faceva ben sperare Daniel per il resto della nottata e dopo quel piccolo momento di silenzio uno appoggiato all’altro, si scambiarono un paio di sguardi e ripersero a ridere “è stato uno spasso, mi sento tornato un ragazzino…” disse Kevin “…ma fammi precisare una cosa…” proseguì “…che se il creare l’atmosfera, farmi il massaggio, il bagno nell’idromassaggio e tentare di farmi ubriacare, sono mezzucci al fine di portarmi a letto con te, è tutta fatica inutile…” fece una piccola pausa “…perché che io venissi a letto con te, lo avevamo già stabilito da questa mattina presto” concluse ridendo, ed incominciò a spruzzare con l’acqua l’amico. Fu allora che Kevin sfiorò il pene di Daniel e si accorse dell’erezione dell’amico, ma stavolta non si ritrasse come prima anzi approfondì il contatto accarezzandolo con la mano “sembra che a qualcuno le bollicine stiano facendo un certo effetto” scherzò “no, non sono le bollicine ma sei proprio tu, con la carezza della tua mano a farmi quell’effetto” gli rispose Daniel camuffando la verità dicendola per gioco come fosse uno scherzo e gli afferrò la mano tenendogliela sott’acqua e prolungando quel piacevole contatto, entrambi avevano un sorrisetto malizioso impresso sul volto “ah si, dunque sono io, davvero, bene vediamo allora che succede se io ti faccio questo allora” disse Kevin mentre impugnò saldamente l’asta di Daniel, per un momento sentì le vene sul pene pulsare strette nel palmo della sua mano, il ragazzo ebbe un sussulto e rimase senza respiro, lasciò andare la mano dell’altro e per un attimo e fu il vuoto nella sua testa, non riuscì più a pensare a nulla era preda delle sensazioni provate dal suo uccello e si accorse troppo tardi del reale gioco di Kevin che con l’altra mano libera aveva già impugnato velocemente uno dei secchielli pieni di ghiaccio, Daniel non poté che subire l’inevitabile. Kevin rovesciò il contenuto del secchio nella vasca dicendo “ecco, freddati un poco i bollenti spiriti con questo” ma come lo fece entrambi ebbero un sussulto visto che erano cosi attaccati che gran parte del ghiaccio finì su entrambi “cazzo!” gridò irrigidendo i muscoli per il freddo improvviso, come Daniel del resto, “fregato dal mio stesso scherzo, porca puttana che freddo” entrambi si rifugiarono sotto l’acqua riscaldata della vasca, lontano dal punto in cui era stato versato il ghiaccio. Kevin di girò e vide gli occhi azzurri di Daniel fissarlo in tono di sfida con la testa che affiorava di poco sull’acqua come un alligatore pronto a colpire “adesso me la paghi” minacciò e in attimo gli balzò addosso, i due si azzuffarono lottando nell’acqua ed in questo era Daniel il più avvantaggiato per via del fisico, ma anche Kevin riusciva a divincolarsi bene, proseguirono in questo gioco per un po’ finche alla fine Daniel riuscì ad afferrare i polsi di Kevin, era fatta, l’aveva bloccato, e con una mossa di gambe si rigirò sopra all’amico sempre serrandogli i polsi e quindi bloccandogli le braccia Kevin ancora tentò disperatamente di divincolarsi ma Daniel pose fine a quell’inutile lotta sedendosi sull’addome dell’amico poco sopra il bacino, ora con il corpo bloccato dal suo peso e le braccia bloccate dalla sua stretta era davvero inerme, lo guardò con un sorriso di soddisfazione che gli si allargava man mano sul volto “vediamo… Cosa dovrei farne di te adesso, dimmelo tu” aggiunse beffardo. Guardò il volto di Kevin contratto mentre tentava di liberarsi, ancora non si arrendeva, poi il suo sguardo scese verso il basso e vide il suo stesso bacino stretto a cavalcioni sull’addome dell’altro ed il suo pene, appena sotto il livello dell’acqua, ormai per causa della doccia gelata non più in erezione ma ancora piuttosto vivace come quello di Kevin del resto. Appoggiato sull’altro in quella maniera sentiva che lentamente stava ricominciando a crescere, Daniel sorrise “Forse, dovrei renderti pan per focaccia, eh che dici” disse muovendo il bacino con lenti e ritmici movimenti quasi stesse facendo finta di avere un rapporto sessuale, strusciano così sul corpo di Kevin bloccato sotto di lui, “hai vinto tu, dai finiscila e lasciami andare adesso” implorò il ragazzo ancora in vena di scherzi, ma Daniel lo stava fissando con uno sguardo strano mai visto prima, che bloccò per un momento Kevin. Daniel guadava quel volto dai lineamenti delicati, tali da apparire un angelo e quegli occhi verdi di cui si era profondamente innamorato, era lì nudo bloccato dal suo stesso corpo anch’esso nudo alla sua totale mercé, sottomesso, quel corpo che lo aveva ossessionato e aveva invaso la sua mente ed il suo cuore, sentiva Kevin che era tornato ad agitarsi e con le gambe tentare di liberarsi ma che avevano come unico effetto quello di far sbattere ed entrare in contatto per via del riflusso dell’acqua le parti basse di Kevin contro i sodi e muscolosi glutei di Daniel, un ulteriore stimolo al suo movimento, la testa di Daniel sembrava gli scoppiasse e non solo quella, il cuore gli stava esplodendo nel petto e anche qualcos’altro sembrava sul punto di esplodere. Kevin già temeva il peggio quando ad un certo punto Daniel si fermò di colpo, i due si guardarono di nuovo negli occhi quando il ragazzo sottomesso tentò di prendere la parola, ma il suo tentativo fu bloccato sul nascere da Daniel che si fece d’improvviso in avanti e gli diede un lungo bacio sulle labbra, Kevin cessò ogni resistenza e cedette al tenero contatto con le labbra di Daniel sulle sue per poi sentire un sapore salato tra le due labbra pigiate l’una contro l’altra, come i corpi dei due ragazzi. Ogni certezza di Kevin venne meno, trovandosi nella stessa situazione in cui era finito Daniel poco prima, il vuoto totale, era sconvolto da quel gesto, non realizzò per quanto durò quel bacio, ma quando si staccò Kevin vide il volto di Daniel rigato dalle lacrime, il ragazzo inspirò profondamente, prese coraggio e parlò “prima che tu possa dire qualsiasi cosa ti passi per la mente, ascoltami un momento ti prego…” Kevin non aprì bocca, dando così a Daniel il segnale per proseguire “…non vorrei fosse andata così, le cose mi sono sfuggite rapidamente e irreparabilmente di mano ma tutto quello che volevo era veramente renderti felice e starti accanto come un tempo, solo che non è facile per me controllare le mie emozioni, adesso, in tua presenza perché vedi la verità è che…” riprese fiato, stava per pronunciare le parole più importanti della sua vita “…mi sono pazzamente, perdutamente e follemente innamorato di te! …da quando ci siamo sentiti giorni fa non ho fatto che pensarti e desiderarti” Daniel non riusciva a credere che fosse riuscito a dichiararsi apertamente, in quella situazione poi, per un solo istante avrebbe voluto che anche Jean fosse stato presente e lo avesse sentito. Il cuore gli batteva all’impazzata ed i respiro era diventato affannoso, l’eccitazione del momento era mista a paura, la paura per la risposta di Kevin, della sua reazione, in quel momento era troppo non avrebbe potuto sopportare altro, così decise di serrare quelle labbra con le sue con un secondo lungo bacio, l’ultimo forse, questo non lo poteva sapere, ma per quella sera ormai tutto poteva finire lì. Kevin era senza parole, la dichiarazione di Daniel lo aveva spiazzato e ora lui non sapeva come reagire, cosa fare, cosa dire era nel panico più totale, voleva profondante bene a quel ragazzo in maniera viscerale ma non aveva mai pensato a lui in altro modo, fino ad ora almeno il cuore gli batteva all’impazzata, ancora un po’ e gli sarebbe saltato fuori dal petto, nella confusione più totale solo un pensiero limpido e lineare condivisero i due abbandonarsi a quel bacio e lasciare ogni altra discussione all’indomani, cosi Kevin chiuse gli occhi e cesso ogni qual si voglia resistenza si concentrò sul calore sulle sue labbra, senti la presa di Daniel venire meno, ma anche se libero rimase li disteso con il testa appoggiata sul dorso della vasca ed il viso di Daniel chino sul suo in lungo e tenero bacio e alla fine scese anche dalla sua pancia adagiandosi di fianco a lui sulla sua destra, non riaprì gli occhi nemmeno quando Daniel si staccò da quell’interminabile bacio, li limitò a godere del calore del corpo dell’amico adagiato al suo fianco, solo il suo braccio destro si mosse da solo abbracciando Daniel da dietro le spalle, gesto che imitò anche Daniel, poggiando poi la testa poco sotto il collo dell’amico, Kevin poteva sentirne il profumo dei suoi capelli castani. Si abbandonarono entrambi in quella comoda posizione per ore forse, o almeno finché il sonno non prevalse sui loro mille turbamenti.
     
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  6. Sanson Kilian
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    Buongiorno a Tutti eccomi con il quarto capitolo del mio racconto... Quali saranno le reazioni di Kevin alla dichiarazione fatta dal suo caro amico la notte precedente? Ecco la risposta in questo nuovo piccante capitolo:

    Capitolo 4: Un Turbine Crescente Di Passioni

    La Rosea luce soffusa dei primi raggi del sole mattutino filtrava attraverso la veranda dell’attico ed illuminava teneramente i corpi dei due ragazzi addormentati l’uno accanto all’altro ancora nudi nella vasca dell’idromassaggio ormai spenta, mentre una calda brezza estiva soffiava timidamente dalla vetrata aperta accarezzandoli con il suo tepore. Kevin era sdraiato a pancia in su appoggiato lungo il bordo della vasca con la testa rivolta all’indietro con i biondi capelli a far da cornice e con il braccio sinistro disteso lungo il bordo, mentre con il destro ancora abbracciava Daniel, anche se la sua mano dalla sua spalla era scivolata fino a cingergli il fianco. Il livello dell’acqua oramai senza le bolle dell’idromassaggio era sceso fino all’altezza del bacino lasciando all’aria aperta il busto del ragazzo ancora imperlato di gocce che luccicavano alla luce dell’alba. Alla sua destra invece Daniel si era stretto al corpo dell’amico abbracciandolo all’altezza del bacino e avvinghiando tra le sue gambe la gamba destra di Kevin, mentre la sua testa era scesa sul suo petto trovando come soffice cuscino i suoi pettorali. Fu proprio Daniel a svegliarsi per primo, coccolato dal calore del corpo del compagno e inebriato dall’odore della pelle di Kevin che emanava ancora il profumo di miele e sandalo del suo bagno schiuma, intontito dal risveglio si strinse ancora di più all’amico abbandonandosi per un momento al lento e ritmico battito del suo cuore che sentiva con l’orecchio destro poggiato sul suo petto. L’attimo ebbe durata breve, il momento esatto in cui i pensieri ed i ricordi della notte prima incominciarono a fluire nella mente di Daniel e solo a quel punto si rese immediatamente conto dell’imbarazzante posizione in cui si trovava, prima cercò di divincolarsi senza che Kevin si svegliasse ma si accorse che il suo braccio sinistro era bloccato sotto la schiena dell’amico e che liberarsi lo avrebbe senza alcun dubbio svegliato, e lo stesso risultato lo avrebbe ottenuto nello staccarsi dalla sua gamba. Si guardò intorno per trovare un modo di liberarsi, quando il suo sguardo si bloccò di colpo e notò quello che prima era nascosto dal suo stesso braccio mentre cingeva i fianchi del compagno, Kevin infatti aveva una potente erezione ed il suo pene troneggiava poggiato delicatamente sui suoi addominali appena sopra il livello dell’acqua con la cappella quasi completamente scoperta ed con un denso liquido trasparente colava dalla sua punta scivolando sul suo ventre scolpito. Dapprima Daniel si bloccò meravigliato e quasi intimorito da quel gran bel pezzo di carne che gli puntava dritto verso il suo viso, lo rimirò osservandolo attentamente, l’oggetto dei suoi desideri, certo ne aveva visti altri prima d’ora, negli spogliatoi della sua squadra, e di tanto in tanto qualcuno aveva avuto un’erezione, ci si scherzava su e via, ma a suo modesto avviso il pene di Kevin li batteva tutti, non tanto per la grandezza, comunque ragguardevole, ma per la forma e le dimensioni, lungo, affusolato e dritto come una lancia, arrivava fino all’ombelico del ragazzo con la cappella ben definita ed un ciuffetto di peli biondo rossicci che ne incoronava la radice, era persino meglio di come se lo fosse sognato giorni prima. Dopo averlo osservato per qualche minuto ipnotizzato, si sentì pervadere da mille pensieri contrastanti ma soprattutto terrorizzato all’idea di cosa avesse pensato l’amico di lui se si fosse svegliato in quel momento, specialmente dopo le sue ultime parole di ieri. Tornò a cercare di liberarsi quando una voce si fece strada nella sua mente, la stessa voce che lo aveva spinto a farsi prestare il loft da Derek ed organizzare tutto e la stessa voce che gli aveva dato il coraggio di dichiarare i suoi più intimi sentimenti verso il suo migliore amico la sera prima, la stessa voce che ora gli sussurrava “assapora il momento, fallo durare, tutto cambierà da adesso in poi, ma ora… non avrai più forse un’occasione simile, forse perderai anche la sua amicizia, forse non lo vedrai mai più. Non farti sfuggire questo momento!” e mentre nella sua mente queste parole si ripetevano all’infinito, la mano sinistra si mosse da sola, toccò gentilmente il membro dell’amico quasi sfiorandolo soltanto, con tocco gentile per paura di svegliarlo. Il tocco divenne presto una carezza che percorse l’asta per tutta la sua lunghezza, la pelle era tesa, liscia e setosa al tatto, ne esplorò ogni centimetro ogni vena pulsante che batteva al ritmo unisono del suo petto, era la prima volta che toccava un pene al di fuori del suo, era curioso, imbarazzato e mentre dedicava tutte queste attenzioni al cazzo di Kevin sentiva il suo pulsare e crescere ed in quella posizione, più cresceva più strusciava e premeva sulla coscia destra dell’amico addormentato stretta tra le sue gambe. L’eccitazione era palpabile, così come la paura di essere sorpreso, Daniel aveva il respiro affannato ed il cuore in gola, ma non riusciva a staccarsi da quel ben di Dio era più forte di lui. Cinse il pene tra il pollice e l’indice, per misurarne lo spessore e la consistenza, poi con l’indice prese a percorrere la circonferenza del glande raccogliendo una parte del liquido pre-spermatico che colava copiosamente dalla sua punta e spalmandolo lungo la cappella, a questo punto Kevin ebbe un sussulto, chiaro segno che la zona era altamente sensibile, che fece ritrarre la mano di Daniel, avrebbe dovuto fare più attenzione o lo avrebbe svegliato. Il pene di Kevin fece un paio balzelli verso l’alto, dovuti alla recente stimolazione, Daniel lo fissava come una mangusta fissa un serpente, ne era affascinato. Il desiderio e la lussuria ebbero il sopravvento, lo aveva osservato, toccato ora Daniel voleva di più, voleva sentirne il sapore, l’odore, non avrebbe più avuto altre occasioni. Era la prima volta forse l’unica, mai avrebbe pensato di trovarsi in una situazione simile pensava, mentre con la testa lentamente scivolava dal petto verso gli addominali di Kevin mentre con la mano gli accarezzava la coscia, involontariamente anche le gambe si premevano sempre più strette intorno alla gamba dell’amico, ed il cazzo di Daniel strusciava ritmicamente sul fianco dell’amico ora oggetto dei suoi desideri, ancora poco e forse avrebbe raggiunto, seppur involontariamente, l’orgasmo. Era quasi arrivato a sfiorare il glande con la punta del suo naso, ispirando nel tentativo di assaporarne gli effluvi ed aveva appena dischiuso la bocca umettandosi le labbra, pronto a ricevere il suo primo vero assaggio di un altro uomo, quado Kevin ebbe un altro sussulto stavolta seguito da un irrigidimento dei muscoli, un chiaro segno che si stesse svegliando. Daniel ebbe un momento di panico, poi optò per la situazione che credeva migliore, chiuse gli occhi, abbandonò la mano sulla gamba dell’amico e fece finta di dormire ancora, con gli occhi chiusi ma del tutto vigile a tutto quello che gli succedeva intorno. Kevin si stirò i muscoli irrigiditi, mentre si svegliava e si accorse subito di un peso caldo e morbido avvinghiato a lui, abbassò i suoi splendidi occhi verdi verso l’amico addormentato, mentre con la mano con cui lo abbracciava, gli accarezzo delicatamente la schiena. Sorrise, era felice, Daniel non se lo poteva di certo ricordare, ma Kevin invece aveva vissuto spesso, questa situazione in passato, ogni volta dividessero una tenda in campeggio od un letto in una gita scolastica, Daniel nel sonno era solito stringerlo in quella stessa maniera, come se fosse un orsetto gigante di peluche. Kevin ricordò con nostalgia quei momenti lontani della sua infanzia felice, e si rese solo allora conto quanto tutto questo gli mancasse, quanto Daniel gli mancasse. Si sentiva bene, coccolato dal calore del corpo del suo amico stretto a lui e felice, sarebbe rimasto in quella posizione in eterno, pensò quasi di rimanere così fino a che Daniel si fosse svegliato così da raccontargli qualche retroscena che anche lui ignorava della sua stessa infanzia, e si trovò a ripensare alla sera prima alle parole di Daniel, alla sua confessione, al sapore delle sue lacrime e mentre si accarezzava le labbra con la mano libera per ricordare meglio quelle sensazioni si chiese se forse, in fondo, anche per lui non valesse la stessa cosa, che forse anche per lui da quella amicizia così preziosa, così genuina fosse scaturito qualcosa di più profondo. I suoi pensieri, si interruppero immediatamente appena si rese conto della situazione, era eccitato, e pure parecchio a giudicare dalla quantità di liquido pre-sperma che aveva prodotto e come se non bastasse aveva il pene puntato dritto in faccia di Daniel, ancora poco e se fosse stato attento glielo avrebbe ficcato in bocca. Si sentì in fiamme per l’imbarazzo, immaginò che il suo viso fosse diventato di una miriade di sfumature di rosso. Cercò anche lui di liberarsi da quella stretta, e lui sapeva bene come fare, lo aveva fatto spesso da ragazzo e Daniel non si sarebbe accorto di nulla, ma si rese subito conto di un paio di imprevisti, ed il primo fu, con sorpresa del ragazzo il cazzo in tiro dell’amico che gli premeva sulla coscia, non riusciva a vederlo, perché ancora sott’acqua ma ne sentiva di certo la non discreta presenza, la seconda consisteva nel fatto che la stretta di Daniel si era fatta più forte di quando fosse solo ragazzo e per scivolare verso l’alto come sapeva fare avrebbe dovuto faticare non poco e gli avrebbe letteralmente sbattuto il cazzo diverse volte in faccia per riuscirci, imbrattandolo tra l’atro con tutto quel liquido che stava continuando a produrre tra l’altro. Ci pensò un po’ su ed alla fine decise per l’unica soluzione che trovò possibile, svegliarlo e cercare di buttare tutto sullo scherzo come sempre, Daniel, probabilmente, ci avrebbe riso su pensò. Fece un respiro profondo, cercando di recuperare la calma ed il colorito normale e poi gli accarezzò dolcemente i capelli castani ormai asciutti e prese delicatamente la spalla tirandolo a se verso l’alto, chiamandolo con voce dolce “Andiamo, svegliati forza, dai, che siamo in pieno codice rosso” gli sussurrò. Daniel, che era ben cosciente di quello che stava succedendo assecondò i suoi movimenti, seppur concedendosi un ultimo capriccio dando “involontariamente” un’altra carezza al membro dell’amico con la mano destra, nel tirarsi su. Kevin fece finta di nulla, già in imbarazzo per qualsiasi cosa gli avesse detto l’amico appena realizzato cosa era successo e cercò di mantenere il suo self control. “Che c’è, che succede mi devo essere appisolato, scusami” disse con voce impastata Daniel, mentre fingeva di essersi appena svegliato per le attenzioni dell’amico. Di risposta, Kevin non disse nulla si limitò a guardarlo con i suoi occhi di smeraldo e poi abbassò lo sguardo verso il basso verso quello che fino a pochi istanti prima era nascosto sott’acqua e che gli premeva contro la gamba, il pene di Daniel, di invidiabili dimensioni più grosso di quello dell’amico se ne stava dritto, svettante verso l’alto, ancora gocciolante mentre rivoli d’acqua gli scorrevano intorno ai peli del pube scuri e bagnati, a furia di muoverlo era completamente scappellato e con il glande paonazzo, turgido, gonfio e pulsante, Daniel aveva acquisito quella stessa colorazione anche in faccia che sentiva in fiamme, sarebbe voluto sprofondare ed il silenzio di Kevin che ancora non aveva proferito parola non faceva che aumentare il suo turbamento, avrebbe voluto coprirsi e correre via ma ogni muscolo del suo corpo sembrava paralizzato, era nel più totale panico. Contrariamente a quanto potesse immaginare Daniel, Kevin era ancora più in imbarazzo di lui, non parlava perché anche lui non sapeva che dire, la situazione era molto imbarazzante per lui e le parole di Daniel ancora echeggiavano nella sua mente, avrebbe voluto scherzare e buttarla sul ridere, ma adesso aveva paura di ferire in qualche modo i sentimenti di Daniel e si bloccò anche lui. Rimasero fermi uno davanti all’altro nudi in piedi con i loro corpi statuari ancora bagnati e le loro mazze che sembravano stessero per scoppiare per quanto fossero gonfie, a guardarsi a vicenda in silenzio per un tempo imprecisato, un eternità per loro, ma poco meno di un minuto in realtà. Per Kevin era troppo, non ce la faceva più, la situazione era insostenibile decise di rompere quel silenzio ammorbante “Caspita, è imbarazzante, sembra che siamo entrambi in codice rosso…” esordì cercando di essere più delicato ed allo stesso tempo più scherzoso possibile “…ed è da un po’ che mi spingi quel coso sul fianco, anche se, credo che i complimenti siano d’obbligo!” proseguì, nonostante l’imbarazzo in cui versava. Daniel non sapeva che fare, ma di certo non voleva fare scena muta, così aprì la bocca e lasciò che le parole uscissero da sole “Beh, sembra che in fondo la cosa non dispiacesse più di tanto a quanto vedo… e anche tu non scherzi, complimenti anche a te” non poteva credere di averlo detto, ma ormai la bocca andava da sola, il suo cervello pregava solo che tutto fosse andato per il meglio “Ah-ah, molto divertente, ora smettiamola di fissarci i rispettivi cazzi e andiamo a farci una bella doccia fredda” concluse Kevin accennando un sorriso forzato e coprendosi con una mano, in un crescente imbarazzo generale, mentre si tirava fuori dalla vasca volse le spalle a Daniel che si trovò davanti quel bellissimo culo, perfettamente rotondo, liscio e sodo da farlo andare fuori di testa e l’unica cosa che passò per la testa a Daniel fu che non voleva che Kevin se andasse, lo voleva trattenere lì ma le parole che uscirono dalla sua bocca furono altre: “Ahhh, beh, certo che dopo quello che ti detto ieri sera e nella situazione in cui mi trovo al momento, ti ringrazio di porgermi così tanto ben di Dio e poi te lo avevo già detto quanto adorassi quel tuo bel culetto” fu terrorizzato di ciò che gli era appena uscito di bocca, voleva fare qualcosa, scurarsi, nascondersi o addirittura picchiarsi da solo per quello che aveva detto, ma l’unica cosa che riusciva a fare era stare li bloccato con gli occhi fissi su quella pesca polposa che era il culo di Kevin. “Dai, piantala non lo vedi che la cosa mi imbarazza, davvero, per poco non ti sbattevo il mio cazzo in faccia, te ne rendi conto o no?” fece Kevin improvvisamente serio, turbato dalla insistenza dell’amico, ma ormai Daniel andava a ruota libera “non che la cosa mi sarebbe dispiaciuta, anzi… e poi tu mi avevi già avvisato che sarebbe potuto succedere ieri mattina o sbaglio?” continuò “Adesso basta scemate, lasciami andare a fare una doccia in santa pace e dopo continuiamo se proprio ci tieni…” disse Kevin alzando i toni e dirigendosi verso il bagno a passo più svelto. Allora per un attimo Daniel si sbloccò “Aspetta, ti prego” urlò Daniel correndogli dietro e afferrandogli la mano con cui si copriva, lasciandolo così esposto. “Ti chiedo scusa, se ho urtato i tuoi sentimenti od offeso in qualsiasi modo, stavolta sono io ad aver esagerato, non volevo davvero, scusami, non mi abbandonare, so che è tardi, ma prova a dimenticare quello che ti ho detto, ma non lasciarmi, ti prego” aggiunse con gli occhi lucidi bagnati dalle lacrime. Kevin lo guardò nei suoi profondi occhi azzurri gonfi di pianto eppure bellissimi e rivide davanti a se quel bimbo di nove anni abbandonato a se stesso che piangeva a dirotto nel buio della sua cameretta, e si rese finalmente conto che quel bimbo ormai era cresciuto era diventato quel bellissimo uomo che aveva davanti a sé ma che dentro di se aveva mantenuto quella purezza di un tempo e aveva fatto in modo che anche la sua rimanesse viva, ormai per lui fu lampante, non avrebbe mai più potuto vivere senza di lui, non poteva vivere senza Daniel al suo fianco allora Kevin gli cinse il volto ancora in lacrime tra le mani, gli sorrise e gli diede un profondo bacio appassionato sulle labbra, “Non ti azzardare a rimangiarti nemmeno una parola, non me ne vado da nessuna parte, siamo un cosa sola noi due, ricordi, me lo hai detto anche tu” rassicurando Daniel, il quale non poté resistere ulteriormente a quel viso d’angelo e quel suo sguardo lucido che aveva davanti e di cui si era perdutamente innamorato e si buttò in avanti abbracciandolo “Dio, quanto ti amo” gli sussurrò dolcemente all’orecchio mentre lo stringeva, per tutta risposta Kevin gli appoggiò le mani sulle spalle e lo scostò delicatamente indietro per vedergli bene il viso e guardarlo negli occhi e accarezzandogli la guancia gli disse “Ti amo anch’io, Daniel, solo ora me ne sto rendendo conto e poco alla volta mi è sempre più chiaro, ma ancora non so come bene comportarmi, magari facendo un passo per volta, non corriamo troppo, ti prego, non voglio bloccarti… e solo che non voglio che nessuno di noi due.. ” ma mentre cercava ancora le parole, sentì le mani di Daniel sulle sue “Piccoli passi, uno alla volta e senza correre, ho capito, guidami tu, io seguirò ogni tua decisione” gli rispose, non distogliendo mai lo sguardo dal suo. Il volto di Daniel era rigato dalle lacrime, l’emozione aveva avuto il sopravvento, quelle parole “Ti amo anch’io, Daniel” continuavano a ripetersi nella sua mente, quasi non si rendeva conto che fossero ancora nudi, eccitati e i loro corpi stretti insieme in un romantico abbraccio mentre i loro membri strusciavano uno contro la pancia dell’altro per poi intrecciarsi fra di loro, quando finalmente se ne rese conto “credo che, alla fine, sia davvero il caso di fare quella famosa doccia fredda” disse imbarazzato. Ma Kevin oramai uscito all’impasse di poco prima aveva ben altre idee per la testa, “certo che sarebbe un vero peccato…” iniziò “Un vero peccato cosa?” lo interruppe Daniel, non capendo dove l’altro volesse andare a parare “…dicevo, sarebbe un vero peccato, una doccia servirebbe solo a reprimerci e poi rimani represso tutta la giornata, che visto che ho tutta l’intenzione di passarla insieme a te non mi piacerebbe essere un vulcano pronto ad eruttare o peggio essere di pessimo umore…” “…Cosa consiglierebbe, l’esperto allora?” lo incalzò Daniel con un sorriso “…la soluzione più ragionevole sarebbe quella di liberarci e non reprimerci, sai cosa intendo non è vero?” concluse Kevin lanciando uno sguardo d’intesa a Daniel che prontamente gli rispose “Certo che lo so, non è la prima volta che mi sveglio con l’alzabandiera mattutina e normalmente per ammainare la bandiera mi ci vuole qualche bella sega, altro che doccia.” “Mi fa piacere che la pensiamo allo stesso modo” gli confermò Kevin “ok, va bene, vado prima io che sto proprio per scoppiare” disse Daniel dirigendosi verso il bagno, ma Kevin gli serrò con la mano il braccio “aspetta…” gli fece, “…non hai sentito parlare di una tipica pratica sessuale, diffusa specialmente tra i giovani dello stesso sesso, ancora digiuni di esperienze sessuali complete, ma con il testosterone a mille, che si chiama masturbazione di gruppo?” “Vuoi davvero che lo facciamo assieme, l’uno davanti all’altro? …e la storia dei piccoli passi?” ribadì il concetto Daniel ancora incredulo per la proposta dell’amico e rosso in volto, per risposta Kevin un sorriso malizioso sul viso disse “Beh, che c’è ora ti tiri indietro? Sarò più esplicito, sto scoppiando, mi sono svegliato che per poco non te lo sbattevo in faccia, ora il mio testosterone non è a mille ma a cinquemila ancora un po’ ed erutterà senza nemmeno che lo tocchi. Quindi, si voglio farmi un sega il prima possibile e si, voglio farmela assieme a te perché solo l’idea mi sta eccitando da morire, ultima cosa non fare il santarellino adesso, so che tu lo vuoi anche più di me, sono stato sufficiente chiaro!” a Daniel piaceva che a Kevin fosse tornata la voglia di scherzare e l’idea di giocare con il loro corpi lo eccitava da morire “cristallino, ai tuoi ordini” fece solo in tempo a dire mentre venne strattonato dentro il bagno dall’amico in preda all’eccitazione frenetica generale che si era venuta a creare. Poco dopo i due erano con le natiche appoggiate alla vasca da bagno un a fianco all’altro a guardarsi i rispettivi cazzi vogliosi di attenzioni, i paragoni erano d’obbligo, quello di Daniel era più grosso e tozzo con una cappella violacea sporgente rispetto l’asta, mentre quello di Kevin era più sottile ma più affusolato leggermente più corto di quello dell’altro con un glande rosso di poco più largo entrambi producevano una quantità spropositata di denso liquido trasparente segno dello stato di eccitazione in cui si trovavano. Dopo essersi studiati per bene i due impugnarono ciascuno il proprio membro e iniziarono muovere la mano prima con lenti movimenti poi via via più veloci, ognuno non aveva che occhio per il pene dell’altro, i loro respiri si fecero affannati e ben presto si trasformarono in gemiti di godimento, le mani libere dei due ragazzi scivolarono piano piano l’una verso l’altra fino a che non si intrecciarono stringendosi fra di loro, tanto più la loro eccitazione cresceva tanto più le mani si stringevano, non c’era più spazio per le parole o altri pensieri solo mugolii e gemiti uscivano dalle bocche dei due smisero di guardarsi i reciproci cazzi per osservarsi l’uno negli occhi dell’altro un una intensa espressione di godimento che gli provocò finalmente l’orgasmo, mentre continuavo a fissarsi l’un l’altro i loro corpi sussultavano e densi fiotti di bianco sperma eruttarono dai loro cazzi cinque, sei, sette potenti schizzi imbrattarono il pavimento del bagno, le gambe, l’addome ed il braccio dei rispettivi ragazzi, una quantità di sborra impressionante, continuarono a massaggiarselo per un po’ dopo l’orgasmo sempre guardandosi reciprocamente in faccia godendo l’uno dell’immagine ansimante di pura estasi dell’altro e mentre Kevin ancora si godeva quello spettacolo, Daniel vedendo il cazzo del compagno ancora duro sporco di sperma che ancora continuava a fuoriuscire senza ormai l’impeto dei primi schizzi, non resistette, allungò la mano e scansando quella dell’amico gli afferrò il cazzo, Kevin emise un forte gemito a quell’inaspettato contatto era la prima volta che qualcuno gli impugnava il cazzo in quel modo e la cosa gli scaturì un brivido come una scossa elettrica che partì dal pene fino ad arrivare ad ogni estremità del suo corpo fremente, sentì i suoi muscoli irrigidirsi e il suo cazzo riprendere velocemente vigore stava ansimando vigorosamente “scusa, ma non potevo più resistere…”disse con un filo di voce Daniel ansimando, per tutta risposta Kevin gli strinse con una mano la spalla del braccio con cui il ragazzo lo stava masturbando e mise l’altra mano dietro il collo di Daniel stringendogli i soffici capelli corti mentre con il corpo si avvicinò più possibile all’altro cercando più contatto possibile, la gamba destra dell’uno era un tutt’uno con la sinistra dell’altro i loro corpi si stavano progressivamente fondendo fra di loro, Kevin poggiò la testa sotto il mento di Daniel e tra un gemito e l’altro riuscì a malapena a formulare un “Continua, mmmh, ti prego, mmmmh, è troppo bello, mmmh, non ti fermare, ancora” poi aprendo gli occhi vide sotto di se il pene ancora eretto di Daniel, abbandonato a se stesso, così decise di rendere il favore all’amico e gli impugnò il cazzo a sua volta, Daniel per un attimo ebbe il respiro spezzato non aveva mai provato un’eccitazione simile, subito dopo riprese il veloce e ansimante respiro di prima il tutto senza mai abbandonare la presa si Kevin ne rallentarne i movimenti. Il loro corpi si contorcevano e si muovevano sempre di più finché non si ritrovarono l’uno a pochi centimetri davanti all’altro le teste poggiate fronte a fronte che guardavo verso il basso i loro cazzi che si masturbavano a vicenda che si incrociavano e si sfioravano fino a toccare con la punta l’addome dell’altro, il massimo della stimolazione. Finché i due non sentirono i reciproci cazzi fremere e sussultare mentre le vene improvvisamente si gonfiavano, per istinto e per lussuria entrambi inarcarono schiena e bacino per affondare il più possibile nella mano fremente dell’altro arrivando a schiacciarsi fra di loro, un forte gemito liberatorio si librò nel bagno all’unisono riversando una nuova bianca ondata stavolta diretta verso il compagno i due si goderono di nuovo le loro espressioni reciproche e Daniel si accorse di come uno schizzo, impossibile sapere di chi, aveva persino imbrattato la guancia di Kevin, sorridendo e ancora senza fiato gli pulì il viso con una gentile carezza e come anche Kevin riprese fiato disse ancora ansimando “la masturbazione di gruppo e stata una ficata ma la masturbazione reciproca è stata…il massimo” dopodiché riprese fiato. “Concordo pienamente…” gli fece Daniel “…ma credo che l’idea della doccia non sia così male adesso” continuò guardando lo stato in cui erano ridotti entrambi, coperti letteralmente di sperma. “Coraggio vai prima tu, io aspetto dopo, in fin dei conti è principalmente colpa mia se sei ridotto così” disse Daniel “ma sei scemo, non puoi rimanere in quello stato, coraggio, ‘sta doccia è omologata per quattro persone come minimo, i due staremo belli larghi…” gli rispose Kevin “…e poi ho bisogno che qualcuno mi lavi la schiena, perché non so come, ma della sborra anche la dietro” concluse prendendo per le mani Daniel e trascinandolo con se dentro l’enorme box doccia e Daniel notò gli schizzi di sborra sulla schiena di Kevin e poco sopra il suo culo “Hai ragione…” gli fece “…ma come cazzo ci sono arrivati laggiù?” ebbe appena il tempo di finire mentre il box della doccia si chiuse dietro di lui. Kevin aprì l’acqua e caldi getti piovvero dall’alto sui loro corpi provati dalle peripezie sessuali mattutine i due si passarono reciprocamente il sapone, pulendosi via lo sprema di dosso, erano meravigliati di dove fosse arrivato, dalla schiena di Kevin fin sui capelli di Daniel, dopo tutto quel frenetico toccarsi fu piacevole per i due accarezzarsi delicatamente i reciproci corpi “sai…” fece Daniel “…ho adorato questo tuo corpo fin da quando ci siamo rincontrati, la pelle liscia senza un pelo i tuoi muscoli tonici e persino il colore dorato…” continuò mentre dalle spalle di Kevin gli accarezzava il corpo “…ho ardentemente desiderato toccarlo, esplorarlo insomma inebriarmi di lui…” si fermò solo per baciargli il collo, mentre con le mani scese sulle cosce “…non avrei mai immaginato di poterlo fare così apertamente, senza paura ne timori di alcuna natura…” Daniel lo abbracciò teneramente da dietro e Kevin gli accarezzò le braccia, cullato in quella stretta godendosi quel corpo caldo appoggiato sulla sua schiena, aveva anche sentito movimenti strani dietro le sue natiche di un qualcosa che si stava risvegliando, ma Kevin non ne aveva timore si fidava di Daniel non aveva nulla da temere da lui, mai. “Tu si che sai muovere quelle mani sul mio corpo, in me sono ancora vivide le sensazioni che mi hai donato con il tuo massaggio di ieri ed il tuo “massaggio” di poco fa…” gli fece Kevin, girandosi nel suo abbraccio così averlo davanti a se faccia a faccia “…fino ieri non mai immaginato uno scenario simile nemmeno io, ma adesso non vorrei essere da nessuna altra parte e con nessun altro…” sussurrò mentre i loro volti si avvicinavano ed i loro nasi sfioravano “…voglio stare con te sempre…” “…e per sempre” completò la frase Daniel con un filo di voce, i due si abbandonarono in bacio passionale che non si fermò alle le labbra stavolta, le bocche si dischiusero e le loro lingue incominciarono ad intrecciarsi e ad esplorare l’incavo della bocca dell’altro, chiusero gli occhi godendo di quel bacio passionale, mentre Kevin con braccio scompigliava i capelli bagnati di Daniel con l’altro gli cingeva stretta la schiena, le mani di Daniel invece ormai prive di inibizioni o barriere si strinsero finalmente sul tanto agognato culo di Kevin era sodo e liscio al tatto e gli riempiva le mani per quanto era polposo, intanto il suo pene era tornato in pieno vigore schiacciato tra i loro due corpi, Kevin si era accorto di quel corpo turgido sul suo addome, ne sentiva il lento pulsare mentre ancora se ne stava avvinghiato bocca a bocca con Daniel. Lentamente e quasi autonomamente il corpo di Daniel incominciò a muoversi con lenti movimenti di bacino, strusciando il pene tra i due corpi perfettamente attaccati, più andava avanti più i suoi movimenti ricordavano quelli di una chiavata arrivò a stringersi alle chiappe di Kevin e tirarle a se ad ogni spinta, accentuando l’attrito tra i due, mentre il continuava il loro eterno bacio, finche un gemito soffocato uscì dalla bocca di Daniel ed un rumore come di uno strappo si sentì tra i due corpi, di nuovo e per la terza volta in una sola mattina imbrattati di sperma. Daniel staccò la sua bocca da quella di Kevin riprendendo fiato, se pur rimanendo abbracciato a lui “certo che se tutti i miei baci ti fanno questo effetto dovrò andarci cauto d’ora in avanti” gli disse maliziosamente Kevin. Daniel accarezzò i capelli del suo amato e gli sorrise, senza fiato, provato per i numerosi sforzi sostenuti nella mattinata. E mentre i loro sogni più segreti lentamente si fondevano sempre di più con la realtà l’acqua tiepida continuava a scendere sui loro corpi abbracciati che si dondolavano lentamente quasi stessero ballando un lento…
     
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  7. Sanson Kilian
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    ...ed ecco il quinto capitolo, riprende i nostri protagonisti esattamente dove li avevamo lasciati:

    Capitolo 5: L’Idillio Di Un Amore Crescente

    Kevin se ne stava seduto al bancone della cucina con il sole alle spalle che faceva brillare in controluce i suoi biondi capelli come fosse una corona d’oro aveva addosso soltanto l’accappatoio, voleva ancora godersi un po’ di libertà prima di vestirsi, sorseggiava un succo d’arancia mentre osservava trasognante Daniel, anche lui solo con i boxer addosso, intento a preparare la colazione, adorava quel ragazzo e quel suo corpo d’atleta che sfoggiava con eleganza “non riesco a togliermi dalla testa l’immagine di te nudo e con addosso solo grembiule da cucina, saresti davvero sexy secondo me” si fece sfuggire Kevin, seguendo le sue linee di pensiero “Beh sembra che anche così io faccia la mia porca figura, ma accetto lo spunto per il futuro” gli rispose Daniel senza neanche girarsi, sentiva quello sguardo su di se, gli piaceva da morire, e percepiva il palpabile desiderio che pervadeva l’aria. “Et voilà, le crepes sono servite” disse girandosi con piatto in mano con sopra quattro belle crepes calde fumanti, si soffermò un momento ad ammirare quell’angelica figura che lo stava trepidamente aspettando davanti a se, ripresosi dopo quel momento d’estasi poggiò il piatto sul ripiano del bancone dove aveva già precedentemente apparecchiato con due brocche una con il latte e una con il succo d’arancia, un’altra con del caffè e per le crepes ben quattro bottigliette contenenti rispettivamente cioccolato liquido, sciroppo di fragole, sciroppo d’acero e miele. Kevin già stava con la forchetta in mano mentre aspettava che Daniel si sedesse al suo fianco per iniziare. “Aggiungiamo anche cuoco provetto alla tua già lunga lista di pregi” si complimentò Kevin dopo il primo assaggio e si sporse verso Daniel per poi baciarlo sulle labbra, l’altro rispose al bacio e gli sorrise compiaciuto, per poi imboccarlo amorevolmente. Entrambi si comportavano da sempre come una coppietta sposata e la nuova consapevolezza del loro rapporto non fece che aumentare l’intesa anche nei piccoli gesti quotidiani, adesso ridevano, scherzavano e si scambiavano effusioni amabilmente come dei veri fidanzatini mentre neanche un’ora prima erano preda di un vero turbine ardente di passioni e di desiderio travolgente. Daniel fu il primo a finire di mangiare, mise educatamente i piatti sporchi nel tinello dopodiché si rivolse a Kevin “io mi vado a vestire che devo allenarmi almeno un paio d’ore” esordì “davvero? perché ancora non ti è bastato tutto l’allenamento che abbiamo fatto stamattina assieme?” gli fece l’altro per tutta risposta “tu non mi basti mai…” approfittò di ricordare Daniel allungandosi su di lui per un secondo “…ma devo fare almeno un po’ di jogging o il mio mister quando torno mi ammazza” concluse ritraendosi lentamente dal delicato tocco con le labbra di Kevin e salendo le scale. Kevin lo guardò allontanarsi da lui e gli tenne gli occhi addosso finché non scomparì al piano di sopra, subito dopo si girò di nuovo verso il bancone per continuare a mangiare. “Sentiti libero di venire con me, se vuoi oppure puoi sempre aspettarmi qui, c’è ancora un bel casino da pulire in bagno” urlò Daniel dal piano di sopra mentre si vestiva, e un pensiero sorvolò Kevin in quel momento “ma ti immagini che faccia farebbe Derek se trovasse il suo loft in questo stato?” gli rispose dabbasso il biondino, al che Daniel non resistette, si affacciò dalla balconata per guardare l’amico di sotto e scoppiarono a ridere in una fragorosa risata “tu va pure, io intanto pulisco sto’ bordello che forse è meglio” concluse Kevin e Daniel tornò a vestirsi. Daniel si vestì con una maglietta di cotone bianca e grigia senza maniche, un paio di pantaloncini elastici in vita della stessa stoffa e colori della T-shirt che gli arrivano a poco dopo la metà del polpaccio ed un paio di scarpe da Jogging alte di colore bianco appese al collo il suo cronometro e appese alla cintura il suo lettore mp3 una volta vestito scese di sotto trovando Kevin ancora seduto sul suo sgabello, ma stavolta rivolto verso la veranda con i gomiti appoggiati sul bancone della cucina e leggermente reclinato indietro stava con gli occhi chiusi godendosi il sole mattutino direttamente sul suo volto l’accappatoio nel suo rilassamento più totale si era quasi del tutto aperto lasciando esposta un’abbondante parte del corpo del ragazzo che andava dal collo fino al pube i cui peletti affioravano da sopra il lembo di cotone sui suoi fianchi era una visione bellissima, e a Daniel tornò in mente la sera prima “davvero, ancora non ci credo che prendi il sole integralmente, quando andavamo al mare non ti cambiavi nemmeno se non c’era una cabina perché ti vergognavi a farlo in pubblico” gli disse Daniel con quella visione conturbante ancora impressa nei suoi occhi “eravamo bambini, ora sono un attore di teatro e un ballerino per lo più mi esibisco mezzo nudo, credi ancora che mi scandalizzi nello spogliarmi in pubblico” gli rispose aprendo gli occhi e fissandolo con i suoi occhi verdi e con un sorriso molto eloquente che si allargava sul volto, intanto con un leggero movimento del tutto volontario l’accappatoio finì di aprirsi pendendo dritto giù dietro le spalle di Kevin, coprendo ormai solo le braccia e lasciando nudo il resto del corpo, Daniel lo squadrò, quel perfetto corpo che volutamente l’amico gli stava mettendo in mostra, e il suo sguardo si soffermò sul pene di Kevin ancora addormentato sul suo piccolo cuscino di peli dorati, come avrebbe voluto tuffarsi anche lui su quel cuscino così invitante, ma resistette “hai tutto l’aspetto di un angelo ma in realtà non sei altro che un diavolo tentatore, devo comunque andare” completò la frase ma senza troppa convinzione “vabbè ci ho provato, non biasimarmi per averlo fatto…” “…posso avere ancora un po’ di zucchero prima che te ne vada?” gli fece continuando a guardarlo in quella posa invitante, Daniel scosse la testa e si avvicinò a lui sporgendo la testa sulla sua e dandogli un lungo bacio mentre sentiva la gamba ed il piede nudo di Kevin accarezzargli il polpaccio scoperto “ti amo, demonio che non sei altro” gli sussurrò Daniel dimostrando un notevole self-control e con gesto goliardico gli diede una leggerissima schicchera sull’uccello “io vado, ci vediamo tra un paio d’ore” disse allontanandosi e completando il suo equipaggiamento con un paio di occhiali da sole sportivi con montatura di gomma allacciata dietro la nuca ed un cappellino bianco con visiera per non farsi riconoscere lanciò un ultimo sguardo al suo amato e scomparì oltre l’uscio. Kevin si sentiva un po’ affranto, non era riuscito nonostante gli sforzi a trattenere a se Daniel, la sua dedizione alla squadra e forte quanto la mia per il teatro pensò con sempre più crescente stima nei confronti del suo ragazzo, rimase lì seduto ancora per qualche minuto, godendosi quel piacevole tepore e poi si fece coraggio e si alzò per lavare i piatti e sistemare il bagno come aveva promesso a Daniel.

    Appena varcata la soglia del portone giù in strada, Daniel si infilò gli auricolari e accese il suo lettore mp3 con la compilation di Robbie Williams e incominciò il suo allenamento mattutino, dirigendosi verso la Senna correre sul lungofiume che fiancheggiava il grande corso d’acqua era bello oltre che rilassante, guardare le imbarcazioni muoversi lente lungo il fiume e gli uccelli volteggiare sopra di esso inoltre le strade erano costellati di grandi platani che portavano un po’ di ristoro dal caldo sole estivo, ogni tanto lo sguardo finiva su qualche coppietta, spesso impegnate in tenere effusioni e ogni volta il pensiero volava al suo Kevin, se lo immaginava nudo con la sua pelle di bronzo a prendere il sole sul terrazzo e immaginava anche il modo in cui l’avrebbe svegliato e ciò che ne avesse seguito, dopo poco tempo appena vide una fontanella decise di freddare i suoi bollori, si accertò prima che non ci fosse nessuno dei dintorni poi si tolse occhiali e berretto e letteralmente infilò la testa sotto il getto d’acqua gelato, incredibilmente sortì gli effetti desiderati e per un po’ riuscì a riconcentrarsi sul suo programma di allenamenti mattutino e riprese a correre. Guardò il suo cronometro era soddisfatto per il percorso fatto nel tempo impiegato e decise di prendersi una pausa, entrò in un bar e comprò il primo integratore salino che trovò e mentre sorseggiava quella bibita rinvigorente leggermente al sapore del lime realizzo di essere arrivato vicino al ristorante dove aveva mangiato con Kevin il giorno prima, vide l’orologio e notò che la porta d’ingresso era aperta e pensò di fare una visita inaspettata. Si diede un’asciugata ed entrò nel locale anche se le luci erano ancora spente, due ragazzi stavano sistemando dei tavoli e una ragazza lucidava l’argenteria non riuscì a fare un passo che un ometto non più alto di un metro e sessanta si fece avanti “Excusez-moi monsieur, siamo ancora chiusi ma se deve prenotare, mi dica pure” gli fece con modi impeccabili “veramente io ed il mio ragazzo siamo venuti a mangiare qui ieri, vorrei se possibile parlare con il cameriere che ci ha servito ieri mi pare si chiamasse Jean” Daniel fece un po’ il vago non voleva lasciare intendere che conoscesse il ragazzo “uoi, Jean ma certo, lo trova fuori dietro il locale in questo momento è in pausa” gli suggerì il capo cameriere sorridendo, Daniel lo ringraziò e si precipitò sul retro, lo notò subito, se ne stava in piedi con la divisa e papillon appoggiato al muro di fianco alla porta del retro del locale, aveva lo sguardo perso nel vuoto pensando e chi sa cosa, ad un primo momento Daniel era quasi tentato di andarsene e di non disturbarlo, ma poi quando vide i suoi occhi azzurri percepì una profonda tristezza in loro tanto che gli diede il coraggio di farsi avanti “Ehi, Jean come va, mi fa piacere rivederti” esordì Daniel entrando nella stradina e avvicinandosi a lui, Jean lo guardò e gli chiese “ciao Daniel perché mi sei venuto a cercare?” il ragazzo cercò di fare il vago “ma no che dici passavo qui per caso, sto facendo jogging non si vede…” ma senza successo “questa stradina è privata e senza uscita e non credo che l’odore dei rifiuti ti abbia attirato qui, piuttosto hai chiesto di me al locale e ti hanno detto che ero qui” lo smascherò Jean, ma un luminoso sorriso comparve su quel volto poco fa triste e serio e questo fece felice anche Daniel che gli rispose “ok beccato” sorridente. “Ero passato per salutarti, piuttosto cos’era quell’espressione triste, posso fare qualcosa? Ti fa piacere un po’ di compagnia se no io vado” chiese gentilmente Daniel, “sei molto caro, ti ringrazio stavo solo pensando al passato, i ricordi a volte fanno ancora male, sorvoliamo e parliamo d’altro e comunque la tua compagnia è sempre gradita, vieni” e fece gesto a Daniel di mettersi a fianco a lui “dove lo hai lasciato Kevin, vi facevo inseparabili” gli fece sorridendo “è stata dura separarsi…” rispose scherzando Daniel “…mentre io mi alleno lui ripulisce casa, scelta sua, ma invece credo che sia tornato a dormire” “notte brava?” lo stuzzicò Jean e per tutta risposta sul viso dell’altro ragazzo si allargò un sorriso da orecchio a orecchio “ma non mi dire…” fece il giovane cameriere intuendo qualcosa “anche per questo ti cercavo, ho seguito il tuo consiglio e ti volevo ringraziare di cuore” gli confermò Daniel, al che Jean si concesse una gentile carezza con il dorso della mano sulla guancia sorridente del suo nuovo amico “figurati sono davvero felice per voi” si complimentò sinceramente. “E dimmi, l’avete fatto? Com’è stato? Raccontami…” domandò maliziosamente Jean, a quella domanda Daniel arrossì, non se la aspettava minimamente ma anche se con un po’ di imbarazzo decise di rispondergli “Beh, non l’abbiamo proprio fatto, insomma, qualcosa abbiamo fatto …ma non proprio tutto tutto, non so se riesco a spiegarmi…” farfugliò in maniera sconnessa “…ma comunque è stato bellissimo” snocciolò alla fine con un’espressione beata. Jean era profondamente contento per i suoi due nuovi amici e si divertì talmente tanto vedendo Daniel così in imbarazzo che volle aggiungere legna sul fuoco “ma almeno hai capito se è attivo o passivo? …Tu come sei ad esempio?” nel frattempo rideva sotto i baffi mentre Daniel si faceva sempre più paonazzo “onestamente non saprei, non ci avevo mai pensato, fino ad ora almeno, ecco io…” le sue frasi erano sempre più sconnesse “dai, è facile capirlo ti piace fare questo o quest’altro oppure entrambe le cose…” incalzò Jean mimando eloquentemente con le mani i due tipi di atti sessuali, “…dovete assolutamente chiarire o potrebbero insorgere dei problemi, anche gravi…” continuò “…nel caso, se aveste bisogno di una mano fatemi una voce io sono sia attivo che passivo e sarei ben felice di aiutarvi, non fatevi problemi a chiedere, capito” arrivò a proporsi. Daniel era talmente in imbarazzo che distolse lo sguardo come se l’altro gli stesse mostrando davvero il suo sesso invece che solo le dita, Jean invece si stava trattenendo per non scoppiare a ridergli in faccia. “Insomma dai, ti prego, in fondo ti conosco da meno di due giorni cavolo, invitami a cena almeno prima di chiedermi i miei gusti sessuali. Ti facevo molto più educato” cercò di recuperare Daniel a quell’impasse in cui era finito, “ha ragione, monsieur, mi sembra corretto, Excusez-moi, s’il vous plait, e mi lasci cogliere l’occasione per invitarla a cena uno di questi giorni, si vous etes d'accord” gli fece Jean con tutto il suo aplomb francese, i due si abbracciarono come fossero amici da una vita anche se in realtà si erano conosciuti da pochissimo tempo “…e non vi azzardate a partire senza salutarmi tutti e due vous avez bien compris” lo salutò Jean con un bacio sulle labbra. Dopo i saluti Daniel si rimise gli auricolari, occhiali e cappello, lanciò un ultima occhiata al bel biondino mentre spariva dietro la porta di servizio del ristorante, in cuor suo era convinto oramai che quel ragazzo fosse diventato parte importante della sua vita che in quella di Kevin. Acceso di nuovo il lettore mp3 riprese la sua corsa con maggiore e rinnovato vigore verso l’appartamento, non vedeva l’ora di rivedere Kevin aveva un bel po’ di cose da chiedergli che gli aveva messo nell’orecchio Jean e che ora gli ronzavano in testa eccitandolo da morire.

    Kevin si diede davvero un gran da fare per pulire e rassettare al meglio la casa, voleva che il suo ospite fosse orgoglioso di lui, aveva lasciato l’accappatoio piegato sul bancone della cucina mentre andava su e giù per la casa completamente nudo, adorava stare in libertà quando era solo in casa o appartato in spiaggia, lo aveva anche confessato anche a Daniel poco prima e poi quel giorno c’era un sole che sembrava accarezzarlo che era una vera e propria goduria. Aveva acceso lo stereo così da avere un sottofondo musicale al suo lavoro e approfittava ad ogni canzone per eseguire qualche aggraziato passo di danza, volava con il suo corpo dalla cucina al salone, su per la camera da letto e per la veranda, l’ambiente poi era ricco di specchi, altra cosa per cui andava letteralmente pazzo, con cui poteva osservarsi per controllare il corretto eseguimento dei movimenti del suo sinuoso corpo. Si sentiva felice e leggero come non mai e non poteva fare a meno di chiedersi se fosse tutto dovuto al suo recente idillio con Daniel, al cui pensiero sentiva il petto in fiamme, se Daniel era una persona romantica e sentimentale lui invece era focoso e passionale, nel guardarsi allo specchio nudo e danzante sognava il suo amore a farli da partner in un conturbante ballo a due, cosa aimè impossibile nella realtà per la più completa inattitudine dell’altro ragazzo nella danza e nel ballo, l’unico suo vero difetto a detta di Kevin. La leggiadria di Kevin venne meno quando finita di sistemare la casa entrò nel bagno, alla vista di quello che avevano combinato, sospirò rassegnato e si mise straccio alla mano a pulire quel vero e proprio bordello che avevo fatto solo poche ore prima e chiedendosi mentre strofinava con vigore come ci fossero riusciti, alla fine, dopo aver pulito tutto, era esausto, in fin dei conti aveva dormito si e no un paio d’ore in tutto da ieri sera, si fece un’ultima doccia e si mise un accappatoio nuovo di bucato e si gettò sdraiato supino sul lettone con copri lenzuola di seta color grigio fumé, era comodissimo e soffice ed in effetti non era stato ancora usato fino ad ora, quando riaprì gli occhi si rivide lì sdraiato sul letto con l’accappatoio aperto riflesso su di uno specchio grosso quanto il letto stesso, mai notato prima, “nooo, non ci credo, quel Derek è proprio un pervertito” si ripeté da solo ridendo, rimase lì godendosi quella comodità a guardarsi sorridente allo specchio mentre gli occhi gli si facevano sempre più pesanti e poi complice una lenta melodia proveniente dallo stereo ancora acceso si chiusero definitivamente sprofondando in un profondo sonno rigenerante.

    Daniel impiegò meno della metà del tempo che aveva impiegato all’andata per tornare al loft, tanto era su di giri, come entrò chiamo Kevin ma nessuno rispose alla sua chiamata, spense lo stereo ancora acceso e protese l’orecchio per farsi sentire meglio e ripeté il saluto ma ancora nulla, notò subito mentre si toglieva cappello, occhiali e gli auricolari che il suo coinquilino aveva rispettato la sua parte di accordo, anzi la casa era ancora più pulita di quando l’aveva preparata ieri prima dell’arrivo dell’altro. Si concesse una bottiglietta d’acqua fresca dal frigo e salì al piano di sopra e lì si trovò davanti la paradisiaca visione di Kevin sdraiato sul letto praticamente nudo con le braccia larghe distese verso il lato del letto e le gambe leggermente divaricate era calato in un sonno profondo, tanto che Daniel decise di non svegliarlo per il momento e sfruttare l’occasione per farsi una bella doccia e mettersi in piena libertà. Fatta la sua doccia profumata, Daniel non perse troppo tempo ad asciugarsi, si legò un asciugamano in vita e ritornò a quel superbo spettacolo e si sedette sul fianco del letto alla sinistra del bell’addormentato, in effetti gli ricordava il suo primo sogno erotico ma a parti invertite, il corpo vero di Kevin comunque era meraviglioso e di gran lunga superiore ai suoi sogni più piccanti, la sua pelle di bronzo era messa in risalto dal bianco dell’accappatoio che gli avvolgeva le braccia e per il resto era steso sotto il corpo stesso aperto sopra il letto, sfiorò con delicatezza quella perfezione non voleva ancora svegliarlo, la sua lenta carezza scivolò dalla coscia, passando per il bacino poi il fianco, gli addominali e i pettorali perfetti fino al collo liscio e levigato, distolse la mano per un delicato bacio sulla spalla prima poi sul collo, Kevin aveva iniziato ad agitarsi al caldo e umido tocco delle sue labbra, ma ancora dormiva i suoi erano inconsapevoli gesti i risposta al piacere provato, Daniel continuò con le sue effusioni e si sporse sopra al ragazzo, con il braccio destro a sostenerlo poco sopra la spalla di Kevin e con l’altro braccio gli cingeva delicatamente il fianco destro dell’amato quando si ritenne adeguatamente soddisfatto delle sue attenzioni verso quell’angelo addormentato si chinò ancora di più su di lui e lentamente iniziò a baciarlo sulla bocca, un bacio caldo e romantico che via via si faceva strada tra quelle labbra che velocemente si stavano schiudendo al suo contatto, una carezza sulla sua schiena e l’improvviso rinvigorirsi dei movimenti della lingua di Kevin indicarono il risveglio dell’amato e poteva essere che il più bello dei risvegli pensò Kevin da par suo, si lasciarono a quel bacio da favola non per molto anche perché Daniel aveva ben altre intenzioni che gli frullavano per la testa. Daniel cambiò di nuovo posizione, abbandonato per terra il suo asciugamano si era disteso al fianco di Kevin con il braccio sinistro piegato sul gomito come sostegno per stare più sollevato rispetto all’altro ancora disteso poi si protese su di lui coprendolo parzialmente la sua bocca era affamata dal corpo di Kevin quando si staccò da quel bacio continuò bramosamente ad assaporare il corpo oggetto del suo desiderio, tornò sul collo e poi sulla spalla per poi leccare il petto di Kevin fino ad arrivare sul capezzolo che incominciò a succhiare avidamente e mordicchiandolo leggermente tra i denti per poi continuare a titillarlo con la sua lingua, mentre con la sua mano destra oramai libera continuava ad accarezzarlo sempre più in basso verso l’addome e verso il bacino. Kevin era un fremito di goduria, aveva iniziato a lasciarsi sfuggire qualche gemito di piacere mentre ansimava, in preda ai suoi ardori si agitava convulso sotto le abili mani ed il sapiente tocco della bocca di Daniel con gli occhi al soffitto si rivedeva specchiato con una espressione lasciva sul volto e sopra di lui la possente e larga schiena del suo focoso compagno che muoveva sinuosa, ed il suo culo muscoloso muoversi ritmicamente come aveva fatto quella stessa mattina nella doccia, solamente che ora poteva vedere quei muscoli in movimento su di lui, mentre sentiva sulla sua coscia tutta la mascolinità di Daniel premergli contro già in pieno vigore, con le sue mani entrambe lasciate libere dal suo amante prese ad accarezzagli smaniosamente la schiena con vigore stringendolo ad ogni sussulto di intenso piacere. Daniel ormai era in piena frenesia continuava a muovere il bacino in maniera del tutto autonoma mentre con la bocca e la mano seguitava la sua lenta e lasciva discesa, la prima a calare fu la mano che dopo le interminabili carezze agli addominali di Kevin aveva finalmente raggiunto il pube dove tra i riccioluti peletti biondi trovò un’umida ma durissima asta di carne fremente ormai al culmine della sua crescita, la sfiorò, la accarezzò e delicato la scappellò completamente mente con le dita spargeva il denso liquido che ne fuoriusciva per tutto il glande provocando gemiti e sussulti da parte dell’amante, impugnò quel bastone di carne e iniziò lentamente a masturbarlo mentre con la bocca si staccò dal capezzolo ormai duro e sporgente per l’eccitazione e scese a leccare la zona addominale di Kevin soffermandosi a giocare con il suo ombelico, ci tamburellò sopra con la lingua per poi infilarla al suo interno come aveva fatto nel bacio di prima. Kevin era ormai era allo stremo, si chiedeva quanto ancora avesse potuto aspettare prima di esplodere ma soprattutto fin dove Daniel volesse spingersi, le sue sensazioni stavano raggiungendo vette iperboliche che mai avrebbe potuto immaginare di provare, sospirava e gemeva ora senza più alcun controllo, con la mano sinistra prese a scompigliare i soffici e corti capelli castani di Daniel sulla nuca e poi sulla testa, con l’atra mano continuava le sue carezze a quel corpo con i muscoli in tensione che tanto gli stava donando piacere e infine con il bacino incominciò incapace di frenarsi a spingere verso l’alto ed assecondare i movimenti della mano che lo stringeva. Daniel d’altro canto non accennava ne a fermarsi ne a diminuire il suo ardore più continuava a muoversi su quel corpo più cresceva in lui la ferma decisione di provare per la prima volta nella sua vita quelle sensazioni che aveva provato ad assaporare al suo risveglio quella stessa mattina nella vasca dell’idromassaggio, oramai c’era quasi, Kevin non dava cenni di respingerlo o fermarlo semmai il contrario con quella sua mano dietro la testa e l’altra sulla sua schiena, liberò l’asta dall’ingombro della sua mano e la guardò intensamente a pochissimi centimetri di distanza, ne sentì l’odore che lo inebriò e mentre Kevin lo guardava con aria interrogativa, aprì la bocca e diede una lunga leccata dalla base dei testicoli fino al glande come se fosse un ghiacciolo, per la prima volta nella sua vita, si prese un secondo per meglio gustare quei nuovi sapori, quel liquido era viscoso lievemente dolce all’inizio ma lasciando un retrogusto amarognolo mentre scendeva lentamente in gola, tempo di deglutire e tornò a baciare quel tanto bramato cazzo, prima sulla cappella poi l’asta ripeté il rituale prima fatto con la mano ora con la sua lingua in un tripudio di odori e di sapori. Kevin non riusciva a credere a quello che stava succedendo, un altro ragazzo, anche per lui fatto inedito, gli stava baciando il cazzo e leccandolo come fosse un cono gelato e cosa più incredibile quel ragazzo era proprio Daniel, quel Daniel che troneggiava nei poster pubblicitari in giro per la città, lo stesso Daniel con cui faceva il bagnetto da bambino e giocava a calcio da ragazzino più guardava quella scena più era incredulo ma soprattutto in preda ad un lussurioso incontenibile piacere che lo stava rapidamente all’orgasmo. Daniel era sorpreso di se, di quel coraggio che aveva trovato e a quel piacere così intenso che stava donando a Kevin, e agendo d’istinto senza sapere nulla di quello che stava facendo se non sulle basi del desiderio e della sua immaginazione, decise di osare di più approfittando del bacino alzato di Kevin vi infilò sotto la mano e ne tastò il già agognato culo, con il palmo della mano aperta iniziò ad accarezzarlo cingendo con il dito medio lo stretto varco tra le due sode chiappe, già bagnato dal liquido pre-spermatico dello stesso Kevin il dito scivolava in quel solco e dopo un primo passaggio trovò lo stretto buco dell’ano del ragazzo, subito Daniel incominciò a stimolarlo accarezzandone il bordo con l’indice e l’anulare mentre infilò lentamente il medio al suo interno, ci fu uno spasmo inatteso e Kevin urlò il suo nome tra un gemito e l’altro lampante segno che la cosa era gradita, così Daniel proseguì nel suo esplorare in breve il dito era dentro quasi per intero e mentre con la bocca continuava a trovare nuovi modi per giocare con il cazzo di Kevin con il suo dito medio gli stimolava la prostata e alla fine dopo un profondo respiro cercò di ingoiare la cappella di Kevin, impresa ardua e difficoltosa era gonfia e grossa ma si rese conto come potesse conformarsi alla forma del suo palato, in pratica ci riuscì al secondo tentativo, era dentro riusciva a malapena a muovere la bocca con quel succoso boccone che gli arrivava quasi in gola, la mano di Kevin in questo lo aiutò anche in maniera del tutto involontaria a cui si andò ad aggiungere anche l’altra nel più totale abbandono ai sensi del biondo ragazzo, che oramai ripeteva in continuazione il suo nome gemendo “…Daniel…mmmh…”. L’immagine parlava da se Daniel era carponi con il cazzo duro a penzoloni tra le gambe di Kevin con la testa affondata sul suo cazzo e la mano tra le sue chiappe e Kevin era steso con le braccia tese sulla testa di Daniel che lo spingevano verso il basso, le gambe semi divaricate e piegate e il bacino rialzato che spingeva con ogni suo muscolo verso l’alto cercando di spingere il proprio cazzo sempre più in fondo alla bocca dell’altro. Kevin ebbe appena il tempo di vedere il proprio corpo con ogni muscolo in tensione e la propria espressione di goduria riflessa nello specchio che ebbe un sussulto, un forte brivido che partì dal pene per diffondersi per tutto il corpo fino alle dita piedi da una parte e fino alla punta dei capelli dall’altra, un urlo gli uscì incontrollato di bocca e ogni muscolo del suo corpo si contrasse in uno spasmo di piacere. Daniel sentì i muscoli del culo di Kevin stringersi stretti intorno al suo dito e in un attimo la carne che aveva in bocca prese ad irrigidirsi e gonfiarsi per poi sentire un fiotto caldo e denso schizzargli in gola, si ritrasse per non soffocare mentre nuovi schizzi gli inondavano prima il palato e subito dopo sulla sua faccia era un vero e proprio vulcano in eruzione con calda e densa lava bianca che colava giù dalla sua punta dopo tutta quella agitazione il corpo di Kevin cadde sul letto abbandonato dalle sue forze ansimante. Daniel ingoiò quel che aveva in bocca e guardò il suo adorato con profonda soddisfazione, aveva fatto il primo pompino della sua vita e quanto vedeva era stato un grande successo. Lo sperma continuava lentamente ad uscire dalla sua asta quando Kevin riaprì gli occhi, con una mano si accarezzò il ventre imbrattandosi con il suo stesso liquido seminale mentre con l’altra cercò la mano di Daniel che trovò e strinse alla sua, poi guardo il suo amore con il bellissimo viso ancora imbrattato dal suo bianco seme e allargando un sorriso gli disse “scusami, guarda come ti ho ridotto” Daniel si alzò dal letto e si spostò al suo fianco “io non mi preoccuperei di questo…” gli rispose, mettendo chiaramente in mostra la sua scoppiante erezione di cui ora qualcuno avrebbe dovuto occuparsi…
    Solo poche ore prima Kevin era scioccato ed imbarazzato per aver quasi sfiorato con il suo cazzo in erezione il volto del suo amico, mentre adesso Daniel portava ancora sul suo viso i segni del suo ultimo orgasmo e lui se ne stava seduto nudo sul fianco del letto con in piedi tra le sue gambe lo stesso Daniel nudo e a sua volta con il cazzo in tiro a pochi centimetri dal suo di volto. Come prima cosa gli accarezzo entrambe le cosce con le mani mentre cercava di capire che approccio prendere, il pene di Daniel era grosso, più grosso del suo e in effetti lo metteva un po’ in soggezione, non aveva mai maneggiato o fatto altro con un cazzo diverso dal suo fino a questa mattina e quello che aveva davanti non era un cazzo qualunque, ne aveva visti anche lui, alla spiaggia nudista e in qualche altra occasione, ma mai neanche in un filmino porno ne aveva visto uno simile ne tantomeno immaginato di maneggiarlo e si fece prendere dall’agitazione del momento. Daniel, che si rese conto dello stato in cui versava il compagno tornò sui suoi passi “Ehi, non devi fare nulla se non te la senti, non ti voglio costringere a fare nulla in alcun modo” gli disse con dolcezza, poggiandogli le mani sulle spalle confortandolo. Kevin si sentì profondamente in colpa per non dire di peggio, quel ragazzo davanti a lui si era sforzato a soddisfarlo sessualmente in ogni modo possibile e immaginabile, ed era nella sua stessa identica situazione per quanto riguardava esperienze pregresse, e ora si stava anche tirando indietro nonostante il ben visibile stato emotivo tutto per accondiscendere e rassicurare lui, “non è giusto, sei troppo buono nei miei confronti, se fossi nella tua situazione non riuscirei a fare altrettanto”, Daniel gli accarezzò il volto e lo tirò verso l’alto per incrociare il suo sguardo, aveva ancora il viso tutto sporco, e gli sorrise “io ti amo ed il sentimento è reciproco, mi basta, è questo quello che conta, se è di tempo che hai bisogno a me non manca...” proseguì Daniel “…procedere un passo alla volta, mi avevo detto e io avevo accettato, sono io doverti delle scuse semmai, ti ho trovato disteso su quel letto e non ho trovato di meglio che saltarti addosso, senza dirti nulla, quindi sono io nel torto” concluse. Kevin era commosso e le lacrime gli rigavano il volto, era sconvolto dalla gentilezza e dalla purezza dell’anima che aveva davanti e da una dimostrazione così immensa d’amore, il cuore gli sussultava nel petto che sembrava gli stesse per scoppiare non resistette scattò in piedi per stringersi forte a Daniel strizzandolo in un abbraccio mentre scoppiò in un dirompente pianto “scusami…scusami…scusami…” singhiozzava tra una lacrima e l’altra in continuazione, Daniel chiuse gli occhi e si strinse a Kevin mentre con una mano gli accarezzava i biondi capelli. Quasi fosse segno del destino o forse un innato potere nascosto dei due ragazzi, un violento acquazzone estivo si riversò quella mattina sulla città di Parigi nonostante dall’alba e fino a poco prima di quell’altrimenti assolato e afoso giorno ci non fosse stata nel cielo nemmeno l’ombra di una nuvola. Dopo essersi stretti in quel lungo abbraccio, Daniel lasciò Kevin lì vicino al letto per andare in bagno e lavarsi di nuovo …e magari sfogarsi un poco, anche se da solo, il ragazzo biondo invece si ributtò seduto sul letto ad autocommiserarsi per il suo comportamento di poco prima, si sentiva malissimo nonostante il costante e continuo supporto di Daniel e stava male proprio per lui, non meritava l’amore di quello splendido ragazzo, arrivò a pensare nel gorgo della sua depressione. Aveva bisogno di schiarirsi le idee, e trovare il modo per superare i suoi limiti sia mentali che fisici altrimenti non avrebbe potuto continuare quel sogno d’amore, non sarebbe stato giusto per Daniel, si pulì con l’asciugamano lasciato a terra da Daniel e si mise i primi abiti che trovò nel suo trolley e si incammino verso la porta. Quando Daniel uscì dal bagno dopo “essersi sfogato” e aver fatto l’ennesima doccia della giornata, non trovò più nessuno fuori ad aspettarlo e dopo aver girato per tutta casa con l’asciugamano sulle spalle con lieve turbamento crescente trovò solo un biglietto lascatogli da Kevin che recitava: MIO ADORATO DANIEL TI AMO MOLTISSIMO MA NON POSSO APPROFITTARE DEL TUO IMMENSO AMORE SENZA SAPERTI O POTERTI RIPAGARE IN EGUALE MISURA HO BISOGNO DI UN MOMENTO DI SOLITUDINE PER PENSARE E TROVARE UNA SOLUZIONE AL PROBLEMA ASPETTAMI E NON PREOCCUPARTI TROVERO’ UN MODO L’OPZIONE DI PERDERTI NON E’ MINIMAMENTE PRESA IN CONSIDERAZIONE TORNO PRESTO DISPERATAMENTE E PERDUTAMENTE TUO SEMPRE E PER SEMPRE KEVIN. Dopo aver letto il biglietto sorrise e sospirò, si portò verso la finestra e guardando il cielo con i raggi di sole che tornavano a filtrare tra del nubi accumulatesi in un batter d’occhio “sei proprio uno scemo Kevin, non ci sono parole” sussurrò sorridendo e scuotendo la testa.

    “Sono proprio uno scemo, non ho parole” si ripeteva Kevin mentre correva sotto la pioggia, rifugiandosi sotto il portico di un portone ormai completamente zuppo fradicio “cosa diavolo pensavo di fare” continuò a parlare a se stesso, aveva imbucato la porta senza avere una reale idea in mente, ma la verità e che in quel momento non voleva incrociare lo sguardo trasognante di Daniel non avrebbe potuto sostenerlo dato quello che era successo, quindi era stupidamente fuggito senza realmente pensare. Ora non sapeva nemmeno dove si trovava, non conosceva assolutamente Parigi, non sapeva come muoversi e non conosceva nessuno, in più pioveva a dirotto, non saprebbe neppure tornare verso casa in quel momento si era perso, e che figura avrebbe fatto con Daniel, no, l’idea di tornare era assolutamente fuori questione, ma che cosa poteva fare allora, si chiedeva. “Ma che mi venga un colpo, oggi è proprio giornata…” gli fece una voce che gli sembrò fin troppo famigliare, alzò lo sguardo e si trovò davanti un egualmente zuppo Jean “…anche se tutto mi sarei aspettato se non trovarti da solo e sotto un portico bagnato come un pulcino” continuò il ragazzo mentre rivoli d’acqua scendevano dai suoi corti biondi capelli sotto la pioggia battente, poi si bloccò “non sono lacrime quelle che vedo, non è vero?” gli fece diventato improvvisamente serio, non fece in tempo a ricevere una risposta che Kevin gli saltò addosso abbracciandolo e riprendendo a piangere, ma stavolta era un pianto misto tra tristezza e sollievo. Jean lo rassicurò “sshhh, tranquillo ci sono io ora, va tutto bene, calmati…” contraccambiò l’abbraccio e gli accarezzò la schiena, poi allontanandolo delicatamente da se continuò “…ora smetti di piangere e vieni con me, abbiamo tutti e due bisogno di levarci da sotto questa pioggia, toglierci i vestiti zuppi di dosso, e soprattutto di mangiare qualcosa così poi mi racconterai tutto con calma…” e lo guardò negli occhi arrossati dal pianto “…allora, che ne dici?” finì di chiedergli protendendo la mano aperta verso di lui, Kevin non riuscì a resistere a quei bellissimi occhi azzurri che lo guardavano con tanta dolcezza, annuì con la testa e gli afferrò la mano e seguendolo senza proferire parola.
     
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  8. Sanson Kilian
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    Ecco un nuovo capitolo:

    Capitolo 6: Un Anima Gentile


    I due si incamminarono mano nella mano mentre il sole faceva capolino tra le nubi, si fermarono appena il tempo di comprare dei panini ad un chioschetto di ambulanti li vicino e proseguirono, Kevin guardò le spalle del ragazzo che teneva per mano e che lo guidava tra i vicoli di Montmartre “…ma non dovresti essere al lavoro, al ristorante a quest’ora?” gli domandò, “…è da lì che venivo, avevo appena fatto cambio di turno con un amico che voleva la giornata libera domani…” rispose, poi si scrollò i capelli bagnati “…giusto in tempo per beccarmi sto’ cavolo di temporale estivo, se l’avessi saputo…” si girò verso di lui “…ma in fondo sono contento, perché sennò non ti avrei incontrato” e gli sorrise, Kevin contraccambiò e gli chiese di nuovo “senti, scusa, ma dove mi stai portando? Manca molto? Perché sono bagnato fradicio…” “pochissimo, siamo quasi arrivati” gli rispose gentilmente, ma mantenendo ancora un certo alone di mistero, limitandosi a sorridergli, continuarono a camminare per un’altra decina di minuti tra i vicoletti, finché non giunsero ad cortiletto pieno di erbacce e fiori da campo con un paio di alberelli con dei fiori gialli e arancioni il tutto circondato da un muretto diroccato aveva tutta l’aria di un posto abbandonato da tempo, Jean si avvicinò ad un palazzetto antico di tre o forse quattro piani oltre il cortile e si infilò tra un paio di travi di legno, scomparendo alla sua vista. Per un attimo Kevin ebbe non pochi dubbi, poteva aver giudicato male quel ragazzo, in fin dei conti si erano conosciuti solo ieri e ora lo aveva trascinato in un posto isolato e abbandonato, si sentiva sempre più stupido, come diavolo gli era venuta in mente l’idea di seguirlo, sarebbe voluto tornare indietro, solo che già non sapeva prima come fare, ora non aveva lontanamente idea di dove si trovasse e per finire come un idiota non aveva preso nemmeno il cellulare uscendo. Mentre stava lì fermo e titubante, Jean tornò sui suoi passi affacciandosi di nuovo dalle travi dissestate “Allora vieni, cosa aspetti coraggio non aver paura, non ti voglio mica fare del male” gli disse nel modo più rassicurante possibile, e di nuovo Kevin cedette al suo dolce sguardo e lo seguì. Rimase sbalordito quando entrò all’interno del palazzo, “è bellissimo…” disse Kevin meravigliato, Jean lo aveva portato in quello che aveva tutta l’aria di essere un vecchio teatro in stato di abbandono, le assi del pavimento della platea erano dissestate e persino un albero era cresciuto a destra del palco, le radici spuntavano dal suolo e una chioma verdeggiante si estendeva sul salone anche il palco era in parte coperto da una grande pianta d’edera, qua e là spuntavano fiori di campo e pianticelle selvatiche, la luce filtrava tra numerose assi sconnesse che sbarravano porte e finestre, ancora erano presenti i sedili in platea e varie decorazioni in marmo, seppure molto rovinate, tra cui una serie di statue lungo i bordi della sala rimandanti a varie figure del teatro classico. Tutto aveva un’aria surreale quasi magica, al centro del palco Jean aveva allestito un vero proprio rifugio di emergenza con una lampada elettrica, una stufetta ora spenta, un sacco a pelo, un grosso borsone, uno zainetto e persino uno stereo portatile. “Non dirmi che vivi qui, sei un senzatetto, allora” fece innocentemente Kevin con un poco di commozione per il povero ragazzo, per tutta risposta Jean si mise a ridere “no,no, sto davvero al dormitorio, questo è il mio rifugio segreto…” disse aprendo le braccia e indicando il grande salone “…Le Theatre Des Pas Perdus, letteralmente il Teatro Dei Passi Perduti, costruito nel 1834, abbandonato all’inizio del secolo dopo la Prima Guerra Mondiale ma mai dimenticato” disse Jean con una mano sul cuore, Kevin restò sbigottito “è un posto magico, mi sembra di essere in una fiaba, ma perché mia portato qui e non al tuo dormitorio” e la risposta di Jean fu ulteriormente spiazzante “da piccoli quando un amichetto era triste e non sapevi che fare per tirargli su il morale, gli facevi vedere il tuo rifugio segreto, ed eccoci qui nel mio personalissimo rifugio segreto … e in più ero sicuro che ti sarebbe piaciuto questo posto” disse con un sorriso. Era una cosa dolcissima, non aveva affatto giudicato male il ragazzo era davvero dolce e premuroso, gli ricordava una persona che conosceva fin troppo bene. Buttata a terra la busta con i panini Jean si inginocchiò davanti al borsone ne tirò fuori due asciugamani e si incominciò a spogliare, Kevin si sentì in leggero imbarazzo quando il giovane rimase in mutande davanti a lui con tanta disinvoltura e sfoggiando anche un fisico niente male, “purtroppo non ho dietro dei vestiti di riserva ma se ci spogliamo e stendiamo i vestiti al sole con il caldo che fa si asciugheranno subito, tieni, per asciugarti” e gli lanciò il secondo asciugamano che aveva premurosamente preso prima. I due rimasero imbambolati a guardarsi a vicenda e poi Jean incalzò “coraggio forza, via i vestiti o mi sentirò in imbarazzo ad essere il solo mezzo nudo qui dentro, e poi non capita di vedere tutti giorni di vedere una celebrità nuda, beh, non dal vivo almeno” scherzò e rimase in attesa di una reazione da parte di Kevin “vedi ho un problema…” gli fece in risposta l’amico “…sono uscito di fretta e furia e … non ho neanche la biancheria addosso”. Jean si bloccò un attimo, ma la buttò subito sul ridere “allora questa si che sarebbe una cosa memorabile da raccontare…” mandando in agitazione Kevin “…tranquillo manterrò il segreto ma a patto che tu mantenga il mio di segreto” lo rassicurò, alla fine Kevin cedette alle lusinghe del ragazzino e si spogliò legandosi l’asciugamano i vita per coprirsi le parti intime, “hai un bellissimo corpo…” si complimentò Jean “…anche se lo sapevo già”. Il ragazzo in mutande si avvicinò alla busta presa al chiosco e porse gentilmente a Kevin un panino, e si sedette al suo fianco “mangia dai, ne hai bisogno e raccontami cosa ti fa stare male se vuoi…” disse addentando anche lui un panino. Kevin se ne stava lì a fissare quel grosso panino indeciso sul da farsi, i suoi problemi erano molto personali e intimi non voleva parlarne ad altri anche se Jean si era dimostrato fino a quel momento gentile e disponibile nei suoi riguardi, all’inizio provò a cambiare discorso “scusa, ma non hai mai qualche lezione tu, stai sempre in giro…” Jean sorrise “è agosto, corsi sono fermi fino a settembre almeno, comunque bel tentativo, allora mi vuoi dire che ti è successo oppure no?” insistette il ragazzo e alla fine Kevin si decise di parlarne rimanendosi però sul vago “ho avuto una discussione con Daniel, unicamente per colpa mia, e ora non so come farmi perdonare” spiegò al ragazzo senza aggiungere altro, “io credo che Daniel ti abbia già perdonato, anzi ne sono sicuro, è un ragazzo eccezionale e stravede per te” Kevin sorrise, “si questo lo so anch’io, ma la verità è che sono io che non riesco a perdonarmi per quello che ho fatto o che non sono riuscito a fare, piuttosto” aggiunse, “ma cosa avrai fatto di così grave, a tutto c’è rimedio, e spesso le cose si risolvono da sole basta non fissarcisi sopra e col tempo…chissà” gli rispose dolcemente Jean “ora come ora, per come la vedo io, la cosa peggiore che hai fatto è stato scappare…” aggiunse, ma venne fermato da Kevin “tu non puoi capire, sono cose da grandi, tu sei ancora troppo giovane…” sentenziò, “perché? Forse perché si parla di sesso? Non ti offendere ma credo di avere più esperienza di te in quel campo…” gli rispose piccantemente Jean, tanto da far arrossire Kevin “…che foste dei novellini, si capiva da subito, se è qui tutto il tuo problema e facile da risolvere, pazienza, fantasia e pratica, tantissima pratica” adesso si che Kevin era imbarazzato da morire, si sentiva bruciare “cosa-cosa, io non capisco bene, Daniel, io-io…” balbettava Kevin “…tu come fai a dire una cosa simile, hai a malapena vent’anni” riuscì a dire con una frase di senso compiuto "questo non vuol dire nulla, io ho incominciato a capire di essere gay a quattordici anni e diciassette ero già innamorato di un ragazzo, senza essere ricambiato però, e sono circa tre anni ormai che ho potuto fare esperienza…” disse candidamente Jean “…voi invece, lo avete realizzato da meno di un giorno, come pretendi già di conoscere tutto è un po’ precoce e anche presuntuoso non credi?” concluse come un uomo maturo e di grande esperienza. Kevin era spiazzato, quel ragazzino più giovane di lui di sette anni lo aveva azzittito con valide motivazioni, ma un dubbio gli rimase e in uno sprazzo di estroversione verso il ragazzo confessò “eppure Daniel, lui…” lo interruppe Jean “ci sono sempre i talenti naturali, devi esserne felice, credimi è la verità” “…si ma io, mi sento male, come se lo stessi usando e basta” ormai Kevin era partito e non si fermava più. “Pazienza e pratica…” gli ripeté il più giovane “…sai, anche io il mio primo rapporto sessuale con un ragazzo lo subì e basta, e mi ricordo ancora la prima volta che mi trovai un cazzo grosso e duro davanti alla faccia, lo avevo desiderato da così tanto tempo e pensavo di essere pronto, invece, non sapevo più cosa fare, il vuoto più totale … ora invece sono un vero mago nel maneggiarli, per non parlare del resto” più esplicito di così non poteva essere, Kevin tornò a bloccarsi per l’imbarazzo era esterrefatto, ma stavolta Jean sbottò a ridere, una risata contagiosa a cui Kevin non resistette scoppiando a ridere a sua volta. Non c’era che dire, si sentiva meglio e doveva ringraziare quel diavoletto maniaco e perverso di Jean per questo, quel ragazzino biondo sembrava avere molte più esperienze di vita di quante se ne potesse immaginare. “Adesso se permetti è venuto il mio momento…” disse di colpo Jean alzandosi e dirigendosi sul palco, “cosa intendi, che vorresti fare?” lo interrogò Kevin “…il mio provino, se permetti” gli rispose prendendo un rotolo di tappeto gommato di colore rosso e srotolandolo sul palco e sistemando lo stereo dietro di esso, Kevin non parlò più, anzi si sistemò sul sedile prestando la massima attenzione. Jean ancora in mutande, gettò via l’asciugamano e si posizionò al centro del palco “Madame et Monsieur, chiedo gentilmente la vostra cortese attenzione, state per assistere al prima esibizione di ballo acrobatico del sottoscritto” fece un leggero inchino e accese lo stereo. Partì una canzone di Mika mentre il ragazzo incominciò ad esibirsi in un ballo acrobatico moderno al ritmo della musica, Kevin notò subito la grazia e la pulizia dei movimenti, inoltre il ragazzo aveva un vero talento era fluido e sinuoso come un felino, snodato e flessibile, la conoscenza e la tecnica non erano perfetti ma le capacità c’erano e come, vide davanti a se un diamante grezzo e in cuor suo bramava, trasformare quel gioiello di ragazzo in una vera e propria stella di prima grandezza. Jean ci mise l’anima e sfoderò ogni passo che conoscesse soprattutto i più spericolati e difficili, davanti a lui c’era un vero e proprio maestro a giudicarlo, lui aveva dedicato tutti gli ultimi anni della sua vita per questo momento, il suo futuro poteva dipendere da questa sua esibizione. Kevin aspettò pazientemente che la prova di Jean finisse per esprimere il suo giudizio, come la canzone finì ed il ragazzo concluse il numero con il respiro affannato più per l’emozione che per la fatica, a quel punto prese la parola “Allora, come sono andato? Sto fremendo dimmi che ne pensi…” Kevin non lo fece aspettare ulteriormente “C’è ancora molto da lavorare…” iniziò severo “…ma il punto di partenza è senza alcun dubbio promettente…” continuò sorridendo “…ai un grande talento, quindi se hai famiglia e amici faresti bene a festeggiare e salutarli, perché ti voglio prima possibile nella mia scuola di recitazione a New York!” Jean rimase a bocca aperta per un momento, non credeva alle proprie orecchie, era al settimo cielo, poi improvvisamente tornò alla realtà “Fantastico, davvero ma non so se posso permettermi di…” lo fermò subito Kevin “…non provare a dire che ti mancano i fondi, che ti finanzio se necessario, ti voglio come mio studente a tutti i costi” come finì la frase il ragazzo gli saltò letteralmente addosso prendendo la rincorsa dal palco, quasi lo buttò a terra con il suo impeto “sono così felice, grazie, grazie, grazie” sembrava un disco rotto che non faceva che ripetersi. Kevin aveva dimenticato per un momento i dubbi atroci e la tristezza di poco prima, il calore e la gentilezza di quella candida anima ora stretta a lui in un abbraccio di pura gioia, nel contatto pelle e pelle dei due corpi sentiva chiaramente il battito forte del suo cuore e il respiro ancora affannato, il momento durò poco perché un rumore improvviso, alle loro spalle, li bloccò per un momento…

    Daniel si era rivestito dopo la doccia e con il biglietto di Kevin in mano stava tentando di chiamarlo, mentre andava avanti ed indietro freneticamente per la casa, ma per tutta risposta sentì l’inconfondibile suoneria del cellulare di Kevin squillare provenire da un tavolinetto del salotto, quello scemo aveva anche dimenticato lì il cellulare, “idiota”, pensò Daniel “che cavolo gli frulla per la testa” e si buttò a sedere sul bianco divano di pelle, Daniel sapeva bene, fin dai campeggi estivi da ragazzi, che l’amico non aveva il ben che minimo senso dell’orientamento e come se non bastasse non conosceva la città, non c’era mai stato prima. Cercò di essere razionale, Kevin non era un bambino e parlava francese, anche se pessimo, gli Champs-Elysées sono rinomati e facili da trovare, gli sarebbe bastato chiedere informazioni a qualcuno, non c’era da preoccuparsi troppo, poi però ripensò alla pioggia ed al biglietto che teneva stretto nella sua mano e l’angoscia lo assalì di nuovo. Possibile che la loro storia appena iniziata fosse già ad un punto critico? Daniel si sentiva in colpa, ripensava ai suoi gesti dettati più dalla lussuria e dal desiderio carnale di quella mattina che avevano portato a questo punto si mise le mani nei capelli, se solo avesse dato ascolto a Kevin fin dall’inizio, procedendo con più cautela tutto ciò non sarebbe accaduto si arrovellava la mente con dubbi ed incertezze sul loro futuro insieme. Ogni tanto guadava l’ora, il tempo passava, ma di Kevin non c’erano notizie, nonostante tutto sarebbe dovuto tornare aveva lascato lì tutto, il bagaglio e persino il telefono, su questo Daniel era sicuro, così cercava di organizzare un discorso di senso compiuto da fargli per cercare di porre rimedio alla situazione di blocco che si era creata, ma più il tempo passava più la sua ansia e la sua preoccupazione crescevano con un nodo allo stomaco e più quelle sensazioni crescevano più la logicità dei suoi pensieri veniva meno, alla fine riusciva a pensare solo “Kevin amore mio, dove sei, torna ti prego….” si ripeteva da solo in continuazione. Daniel stava letteralmente uscendo di testa, quando improvvisamente il cellulare di Kevin inizio prima a vibrare e poi squillò, all’inizio il ragazzo lo lasciò stare, la chiamata era per Kevin non per lui, ma la curiosità ebbe il sopravvento e decise di guardare il display, non c’era un nome, solo un numero, qualcuno non nella rubrica del suo amico, nessuno di importate pensò ma il telefono continuava a squillare, chiunque fosse era dannatamente insistente e alla fine anche solo per porre fine a quello stillicidio decise di rispondere “pronto chi è…” fece il ragazzo cercando di mantenere un tono tranquillo, “Daniel, finalmente…” lo chiamò per nome una voce che gli apparve stranamente molto famigliare e mentre si chiedeva come fosse possibile dall’atro capo del telefono proseguirono a parlare “…stai calmo e ascoltami bene e fai attenzione a tutto quello che ti dico…” e così lui fece ancora basito…

    …Il tenero abbraccio tra Kevin e Jean fu bruscamente interrotto, da un improvviso rumore che Kevin sentì provenire dalle sue spalle, istintivamente si girò, il primo pensiero fu che alcune assi avessero ceduto dopo la pioggia battente di prima, ma quando si voltò rimase paralizzato dallo sconcerto, in fondo alla sala vide chiaramente Daniel in piedi, fermo e con le braccia conserte che lo fissava con uno sguardo accigliato e solo allora realizzò che nella foga del suo gesto, Jean , gli aveva fatto cadere l’asciugamano per terra, era completamente nudo e per di più fino a pochi secondi prima era avvinghiato con un altro ragazzo con addosso solo le mutande e tutto ciò sotto gli occhi del suo amato Daniel, rimase bloccato dall’imbarazzo e dalla paura, riuscì solo a coprirsi davanti con una mano e mentre apriva la bocca per cercare di dare all’amico un qualche genere di spiegazione razionale ma dalla sua bocca non uscì un fiato. Daniel continuava a fissarlo immobile, mentre lui non riusciva a spiccicare una singola parola, fu Jean il primo a parlare e rompere quel silenzio imbarazzante “Mon Dieu! Daniel hai tutta la mia comprensione, amico! Come si fa a non diventare pazzi per un culo così, le magnifique, abbronzatura integrale poi, veramente di gran classe, mi dannerei l’anima pur di fott…” si bloccò da solo prima di andare troppo oltre con un malizioso sorriso stampato sul volto e grattandosi il mento in gesto di approvazione, Kevin avrebbe voluto sparire, cosa avrebbe pensato di loro Daniel, invece il ragazzo sbottò in una fragorosa risata “finalmente! Qualcuno che mi capisce! Non è una favola?” disse mentre si asciugava le lacrime, Jean per tutta risposta annuì continuando a fissare quei glutei di bronzo. A quel punto Kevin non ci capì più nulla “Io, non… ma come diavolo ci sei arrivato tu qui?” domandò all’amico che continuava a ridere, “ma che domande fai, l’ho chiamato io…” gli fece candidamente Jean alle sue spalle, accarezzandogli una spalla “…mentre te ne stavi bloccato ed impaurito fuori in cortile, gli ho telefonato o meglio, ho telefonato a te e mi ha risposto lui, come immaginavo…” “ma perché lo hai fatto?” lo interruppe Kevin, “…perché? Lui ti ama e questo è chiaro, immaginavo fosse preoccupato per te e infatti era letteralmente terrorizzato e l’ho tranquillizzato, era il minimo che potessi fare, quindi ora fai un favore a tutti e due e porta quelle tue chiappe da favola tra le sue forti braccia, avanti!” lo spronò dandogli una pacca sul suo bel culo rotondo e Kevin non se lo fece ripetere di nuovo corse tra le braccia del suo amore che lo strinsero e lo sollevarono da terra facendo una piroetta “non è come poteva sembrare, stavamo solo…” iniziò a spiegarsi Kevin con il viso rigato da lacrime di gioia, ma Daniel lo zittì subito “shhh, tranquillo sono qui fin dall’esibizione di Jean, so già tutto…” gli fece, mentre ancora lo teneva stretto a se, Kevin era talmente preso nel guardare la danza del suo nuovo pupillo che non si era accorto della presenza di Daniel dietro di lui “…piuttosto, non farmi mai più uno scherzo del genere, qualsiasi dubbio, qualsiasi problema, lo risolveremo insieme, intesi” lo redarguì Daniel mentre gli accarezzava i biondi riccioli, Kevin si limitò ad annuire e poggiò la sua testa sulla possente spalla del suo amore, abbandonandosi a quell’abbraccio. Jean si godette quella scena ed il corpo conturbante di Kevin “che gran bel culo” si ripeté ammirandolo per un altro po’ e poi andò a rivestirsi, era pomeriggio inoltrato ormai e gli abiti ormai erano completamente asciutti “è ora di andare, la mia buona azione quotidiana l’ho fatta…” pensò “…e tra non molto partirò anche per New York” non riusciva a crederci neanche ripetendoselo, si era quasi finito di vestire che venne placcato di nuovo da Kevin “dove pensi di andartene tu…” gli fece il biondo ragazzo “Già…” gli fece da coro Daniel avvicinandosi “…non penserai mica di andartene così, tu hai tutta la mia, anzi la nostra gratitudine e se credi che ti lasci andare via così facilmente sei proprio in errore, tu sarai ospite da noi per la serata, è il minimo che possiamo fare e prima che tu dica la qualsiasi cosa sappi che non accetterò un no come risposta” terminò Daniel mettendogli una mano sulla spalla. Jean guardò prima l’uno e poi l’altro con gli occhi lucidi per la commozione, il loro affetto nei suoi riguardi era reale e sincero, in quel momento si sentiva amato come solo con un’altra persona gli era mai capitato fino ad ora e li strinse entrambi stretti in un abbraccio mentre sentiva la mano di Daniel scompigliargli i corti capelli “grazie, vi voglio bene ragazzi” gli rispose di cuore, quel posto era davvero magico, pensò Jean, gli sarebbe davvero mancato. Mentre i due ragazzi biondi si finirono di vestire, Daniel si finì di mangiare i panini rimasti, gli era tornato l’appetito e in fin dei conti, per colpa di Kevin, non aveva nemmeno pranzato, come ebbero finito i tre salutarono il teatro e si avviarono con Daniel in mezzo che cingeva i fianchi del suo amore da una parte e del loro nuovo inseparabile amico dall’altra, arrivarono all’Arc de Triomphe e si diressero stretti fra di loro e sorridenti verso gli Champs-Elysées, verso casa, mentre lentamente i toni del sole si facevano più caldi e le poche nuvolette rimaste si coloravano di un rosa pastello, la magia di un fine settimana estivo a Parigi tra amici ritrovati e nuove passioni sbocciate stava per finire in quel romantico tramonto, ma non prima di una lunga e interminabile serata prima e nottata poi piena di giochi e frivolezze, il tutto nell’intimità del loft che in quei giorni era divenuto il loro splendido nido d’amore.
     
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    Caro Crazyswimmer93 sto cercando di buttare giù una conclusione a quanto fino ad ora raccontato, ma non è facile, grazie del tuo immancabile supporto. Mi piacerebbe anche sapere se qualcun altro apprezza il mio racconto, come ero solito dire anche una critica costruttiva è sempre bene accetta.

    Ecco il nuovo capitolo:

    Capitolo 7: Festeggiare Fino Al Mattino

    “Oh Mio Dio! Questo posto è un locale da abbordaggio da paura, ogni dettaglio trasuda sesso, quel tuo amico Derek è un tipetto davvero perverso, niente male, mi piacerebbe conoscerlo…” fu il primo commento di Jean appena arrivò al loft, gli altri risero sotto i baffi e Daniel gli mise le mani sulle spalle e gli rispose “sono felice che ti piaccia, ma ne ero sicuro” disse scherzando, ma mai un commento fu più veritiero di quello. “Voi mettetevi pure comodi io intanto vi preparo un cocktail, avete preferenze?” domandò Daniel dando un bacetto a Kevin mentre il ragazzo andava di sopra a cambiarsi “fai tu, conosci bene i miei gusti” gli fece il biondino salendo le scale, “per me invece un mojito, se non è un problema” gli rispose Jean, Daniel si limitò a tirarne fuori gli ingredienti e scosse la testa “tu lascia fare a me” concluse con una vena di sfida nel tono della sua voce. Jean, si mise in ginocchio davanti allo stereo guardando i vari autori e i brani memorizzati sulla memoria dell’apparecchio, e Daniel dal fondo della sala da dietro il bancone del bar gli disse “Ah, bravo, scegli quello che vuoi e accendilo, metti un po’ di musica” il ragazzino non se lo fece ripetere due volte e mandò in riproduzione Otherside dei Red Hot Chili Peppers, si girò verso Daniel “adoro questa canzone” confessò a Daniel “buongustaio…” non poté che commentare l’altro “…e ora gusta anche questo, e dimmi che ne pensi” aggiunse poggiando sul bancone il suo mojito. Nel frattempo anche Kevin si era riaffacciato con addosso una camicia azzurra di seta semi trasparente da cui si intravedevano le sinuose forme del suo bronzeo corpo ed un paio di pantaloncini di cotone bianchi e senza scarpe, “wow sei un incanto” gli fece al suo arrivo Daniel e gli porse il margarita che gli aveva preparato mentre per sé si era preparato un gin lemon, “mhh, squisito è più buono di quello che servono all'Open Caffè o al Banana Caffè, sei bravissimo” si complimentò Jean sorseggiando il suo drink, “vedo che qui la festa è già iniziata” costatò Kevin, mentre Daniel apparecchiò una serie di stuzzichini limitandosi a sorridere da dietro il bancone, mentre la musica continuava a pervadere l’aria i tre con i rispettivi bicchieri si spostarono sul salottino e lì Daniel prese la parola “Prima che inizi la serata vorrei proporre un brindisi alla salute del nostro personalissimo cupido, grazie al quale questa serata neanche sarebbe potuta esistere a quell’angelo biondo che a reso possibile tutto questo, a Jean…” “…A Jean” si unì al brindisi Kevin, il ragazzo oggetto di tutte queste attenzioni si sentì arrossire, cosa insolita per lui “Grazie, troppo gentili, vi voglio bene ragazzi!” ringraziò semplicemente e seguito di quel brindisi fu Jean a volerne fare uno, per festeggiare il suo ingresso alla scuola di Kevin, proseguirono così finché i bicchieri non furono vuoti e si scatenarono nelle danze. Jean aveva preso esempio da Kevin e si era tolto le scarpe e con l’amico si stava scatenando in un conturbante e sfrenato ballo, mentre Daniel approfittando del momento andò in cucina a preparare quello che avrebbe servito per cena, e dopo non molto chiamò i suoi ospiti per la cena, Kevin e Jean ne rimasero meravigliati “monsieur, la cena è servita, bon appétit” fece il ragazzo imitando un certo cameriere di sua conoscenza, la tavola era imbandita da una vasta serie di piatti freddi di pesce molto elaborati e ben presentati, a partire da tartine a base di caviale per passare a ostriche e gamberetti, innaffiato tutto da un ottimo vino rosé “non te lo fare sfuggire uno così…” fece Jean a Kevin “…e se sarai tanto stupido, sappi che è già prenotato” concluse assaggiando una tartina e mugolando di piacere. Si sedettero tutti e tre e intavolarono una piacevole discussione durante il pasto, per lo più scambiandosi reciproche curiosità l’uno dell’altro, al centro dei discorsi il giovanissimo Jean il nuovo arrivato del gruppo a proposito dei suoi interessi, i suoi lavori, gli studi, gli amici e la famiglia tutto sempre attenti a non sviscerare argomenti tristi o scomodi, avevano tutti concordato che la serata sarebbe stata frivola e di puro piacere per festeggiare l’ultima notte di Kevin e Daniel a Parigi. “Davvero ancora non riesco a crederci, che lavori anche come stripper nei locali gay di Marais e che hai una vita sessuale così frenetica per un ventenne, molto più della mia d’altro canto” se ne uscì alla fine Daniel dopo tutti i racconti piccanti del ragazzo, bevendo un sorso di vino, “se non ne approfitto ora che ho venti anni, quando sennò…” gli fece per riposta Jean “…e comunque nemmeno io avrei mai pensato di condividere i particolari della mia vita sessuale con un famosissimo campione di calcio e l’idolo della mia vita, fatico un poco per non imbarazzarmi” aggiunse “imbarazzarsi, tu” gli fece sarcasticamente Kevin scuotendo la testa, continuarono a ridere e scherzare per tutta la cena per poi scatenarsi di nuovo con balli sfrenati e giochi vari, in cui anche il bel ragazzino biondo diede spettacolo di sé improvvisando persino uno scatenato ed erotico striptease a unico beneficio e piacere degli occhi dei due suoi nuovi, intimi, amici. La notte era scesa su quella piacevole serata Kevin e Daniel si concedevano un ballo lento, avvinghiati l’uno all’altro scambiandosi umidi bacetti, mentre Jean se ne stava sdraiato abbandonato sul divanetto di pelle bianca nuovamente in mutande, stanco e sudato con due bottiglie di vino vuote davanti a se e i suoi vestiti buttati in giro per tutta la stanza, e alla fine la stanchezza prese il sopravvento sul ragazzo. I due si staccarono dal loro abbraccio, la serata era stata un grande successo pensarono entrambi, poi si girarono verso quel bel corpo addormentato mezzo nudo, gli si avvicinarono e mettendosi un braccio sulle spalle ammirarono quel ragazzo sorridenti, con dolcezza, come una madre guarderebbe il proprio figlio addormentato, era evidente ormai ad entrambi che provassero un profondo affetto per quel irrequieto ragazzino che però aveva tutti i meriti per averli spinti uno nelle braccia dell’altro, a vederlo ora sembrava davvero un bellissimo angelo sprofondato in un dolce sonno. Kevin baciò Daniel sulla guancia e il suo compagno per risposta gli prese il mento con la mano e dirottò la sua bocca sulle sue labbra, dal quel tenero bacio i due tornarono a baciarsi, via via sempre più appassionatamente ma stavolta Daniel, non volendo incorrere in fraintendimenti, attese uno sguardo di approvazione da parte di Kevin prima di andare oltre. Ben presto il bacio divenne un frenetico sbaciucchiamento mentre le loro mani si esploravano avidamente, il tutto mentre i due si portavano sempre più vicino alle scale per poi salirle in un turbinio crescente di torbide sensazioni, Daniel spinse Kevin fin davanti al letto continuando a baciarlo ed accarezzarlo, arrivato davanti al quale gli tolse la camicia per poi baciargli il petto e giocare con un suo capezzolo “non so, se dovremmo, c’è Jean di sotto addormentato sul divano” disse ansimando Kevin “non credo che la cosa lo metterebbe in imbarazzo, anzi arriverebbe a unirsi a noi se non stessimo troppo attenti” lo rassicurò l’altro continuando poi a giocare con la sua lingua e il capezzolo di Kevin, poi si fermò guardo quei bellissimi occhi verdi che tanto amava e disse “certo che se il problema non fosse Jean in realtà io…” ma il ragazzo lo bloccò prima che finisse la frase tappandoli la bocca con la sua e infilandogli la lingua fino quasi in gola, in Daniel sparì ogni remora e freno inibitorio, gli afferrò la cinta dei pantaloni e glieli sfilò di colpo con tutte le mutande e senti il membro già duro e con la punta bagnata di Kevin di colpo libero sbattergli sulla pancia e lo spinse ormai nudo sul letto davanti a lui era uno spettacolo eccezionale, Kevin si sentiva un pupazzo nelle mani del suo amante e gli piaceva essere spogliato da lui e tutta quella frenesia tanto che già esibiva un’erezione notevole steso nudo sul letto, bramante in attesa del suo uomo. Daniel senza proferire parola si sfilò velocemente la maglietta buttandola via e si slacciò i jeans, lasciandoli scivolare a terra, anche lui sfoderava una mazza di marmo pronta a colpire, rimase un momento a guardare Kevin sdraiato scomposto davanti lui in preda all’eccitazione, guardò il suo sguardo supplicante e avanzò sul letto mettendosi in ginocchio su di esso tra le gambe del biondo ragazzo. Kevin ammirava quella montagna di carne e muscoli di sublime bellezza avanzare silenziosamente verso di lui ne poteva percepire il lento e ritmico respiro dai movimenti del suo petto liscio e la lussuria nei suoi occhi blu come il cielo ma soprattutto il poderoso membro, dritto come un fuso, che a ogni movimento gli sbatteva sugli addominali, era in trepidante attesa al solo pensiero del piacere che quel ragazzone moro gli aveva fatto assaggiare quella stessa mattina con le sue “doti naturali” si sentiva pervadere dal fuoco. Daniel gli accarezzò le gambe salendo velocemente verso le cosce abbronzate e le afferrò strette, tirò il ragazzo prima verso di se poi verso l’alto, Kevin si ritrovò ben presto come se stesse facendo la verticale, solo con le gambe divaricate, Daniel ammirò di nuovo quel culo ossessivo oggetto dei suoi desideri davanti alla sua faccia e tra le sue braccia, all’inizio si protese verso l’altro ragazzo e ne assaporò i testicoli e la base dell’asta, leccando, baciando e succhiando. Kevin poteva vedere dal basso da dove si trovava la sua testa, quella dell’amico agitarsi tra le sue gambe dietro il suo cazzo e provocagli un intenso piacere poi ebbe un sussulto quando quella lingua esploratrice scese verso l’interno coscia e si avventurò tra le sue natiche. Daniel non si dava pace affondava il suo viso tra i glutei di Kevin come avrebbe voluto fare fin dalla sera prima quando il ragazzo gli mostrò il suo tondo sedere, era come un bambino con il viso immerso in un dolce così lui si infilò con tutto il volto in quel tenero cuscino di carne, con la sua lingua cercò di ripetere i sinuosi e ritmici movimenti che aveva fatto quella mattina stessa con il suo dito per poi concentrarsi su quel perfetto e tondo buchetto segnandone prima la circonferenza e poi incominciando a picchiettarlo con la punta della lingua nello strenuo tentativo di insinuarsi il più possibile al suo interno, Kevin era al limite del piacere finché sotto la costante e in continuo aumento spinta delle braccia di Daniel sul suo bacino si inarcò a tal punto, che il suo stesso pene, bagnato e gocciolante, gli sbatté in faccia imbrattandogli il viso, per un momento Kevin assaporò quei sapori e quelle sensazioni che Daniel aveva già vissuto nel fargli il suo primo pompino. Kevin non sapeva cosa fare ma ormai il suo corpo si muoveva da solo e mentre ancora cercava di metabolizzare quella situazione, sotto l’amplesso che gli stava provocando la lingua di Daniel nel suo culo, aprì la sua bocca accogliendo il suo stesso membro tra le sue labbra. Era incredibile, il primo pene che avesse mai preso in bocca, il suo primo pompino fu a se stesso, la cosa lo eccitò a tal punto che con solo altre due spinte sentì il corpo irrigidirsi e la sua stessa carne nella sua bocca ingrandirsi ed indursi per poi eruttare come un vulcano nella sua bocca e sulla sua faccia, solo allora Daniel si accorse di quello che stava succedendo, la scena lo lasciò basito ed esterrefatto, aveva aiutato involontariamente il proprio amato a farsi quello che in gergo veniva chiamato un self-sucking, ne era in parte invidioso, lui non ci sarebbe mai riuscito, guardò ancora Kevin, stavolta era lui quello con la faccia coperta del suo stesso seme, con un eloquente espressione che indicava chiaramente che il ragazzone non si sarebbe più fermato, Kevin ancora ansimante con la bocca socchiusa e con rivoli di sperma che ne uscivano dai lati, complice anche il suo orgasmo ancora in corso, fece cenno a Daniel di procedere e così lui fece, allargò leggermente le gambe e si piegò per mettere il suo svettante cazzo più orizzontale possibile e abbassò lentamente il bacino dell’altro, finché il culo di Kevin di appoggiò delicatamente sul suo bastone. Kevin sentiva distintamente il caldo membro dell’amico per tutta la sua lunghezza, il ragazzo sempre tenendogli le gambe gli baciò il polpaccio sinistro per poi poggiarlo sulla sua spalla mentre con l’atra mano continuava a stringere la sua coscia, con la mano appena liberata si afferro il pene per meglio manovrarlo in quel delicato momento, Kevin fremeva sia per l’eccitazione che per la paura, amava con tutto se stesso quel ragazzo e non voleva più tirarsi indietro ma temeva quello che quel suo grosso cazzo gli avrebbe potuto fare e del resto era ancora vergine là dietro. Daniel procedette più lentamente e delicatamente possibile, non voleva fare alcun male al suo innamorato, e nonostante stesse per scoppiare da un momento all’atro incominciò con un lento massaggio, passando la sua cappella bagnata su e giù lungo il solco tra le natiche di Kevin per poi soffermarsi sul suo sfintere, ci girò intorno, tamburellò su di esso e incominciò una lenta pressione con la punta del suo pene. Il ragazzo biondo si morse il labbro, ancora sporco, per le sensazioni intense che stava provando, cercò lo sguardo di Daniel che però in quel momento era troppo assorto in quello che stava facendo, era bellissimo con quell’aria contrita e con il respiro via via più affannoso, Kevin si accorse che anche il suo membro stava reagendo a quegli stimoli crescendo di nuovo, nonostante il recente svuotamento. Daniel era allo stremo sentiva di stare per cedere in ogni momento, ma la sua priorità era il piacere di Kevin e evitargli più dolore possibile, una volta che la posizione del suo pene era ideale per l’ingresso, lo lasciò e afferrò anche l’altra coscia del suo amante, mentre lo guardava nuovamente eccitato e gemente per i suoi sforzi lo guardò dritto negli occhi e iniziò lentamente e progressivamente a spingere verso l’ano. Kevin sentiva la cappella di Daniel premergli contro sempre più prepotentemente, voleva cedere a quegli sforzi ma il suo corpo era rigido e in maniera del tutto naturale si stringeva bloccando quella lenta penetrazione ma quando i suoi occhi incrociarono quelli blu di Daniel ricambiò quello sguardo capace di scioglierlo come neve al sole e fu così che sentì quel corpo estraneo pian piano farsi strada dentro di se. Daniel stava cercando di far entrare la sua cappella interamente tra le gambe di Kevin, ma quando ormai il più era fatto il biondo ragazzo si sentì di nuovo fremere per un orgasmo dovuto alla stimolazione di Daniel e mente nuovi fiotti di bianca crema stavolta gli imbiancarono l’addome ed il bacino di riflesso strinse i muscoli delle sue natiche con ancora stretto in mezzo il pene di Daniel, che non resse ulteriormente a quella stretta, l’eccitazione era troppo forte, reclinò indietro la testa e chiuse gli occhi mentre un urlo sommesso gli uscì di bocca. Kevin si sentì le viscere pervadere di un calore intenso e il pene al suo interno battere come un cuore pulsante, Daniel si ritrasse mentre rivoli di sperma accompagnavo il suo pene fuori dall’ano di Kevin, un paio di altri schizzi ancora in carica gli imbrattarono le chiappe ed il letto, per un attimo tutti i muscoli fino a prima in tensione del ragazzo si rilassarono e Daniel finì di buttarsi a peso morto sul letto prono a fianco dell’amato, lo guardò di nuovo, distrutto “stavolta ti è andata bene, bello mio” gli fece, con un mezzo sorriso. Kevin lo guardò un momento “Eh, no…” gli rispose “…stavolta non mi tiro indietro, e voglio arrivare fino in fondo” finì la frase e prendendo Daniel lo girò supino sul materasso e si mise cavalcioni su di lui, e mentre con una mano gli accarezzava i bei pettorali sviluppati con l’altra incominciava a giocherellare dietro di se con il cazzo coperto di sperma di Daniel ancora barzotto “quanto ti ci vuole per riprenderti” gli fece appena in tempo a dire che lo sentiva rapidamente crescere nella sua mano quindi non perse tempo, appena con la mano sentì la consistenza sufficiente si alzò sulle ginocchia e indietreggiò fino a portarsi il pene direttamente pigiato contro il suo culo. Daniel era senza parole per l’iniziativa sfrontata di Kevin e mentre lo guardava lentamente agitarsi sopra di lui sentiva di desideralo ogni momento di più, il suo membro non ancora in completa erezione per il recente amplesso riuscì a farsi lentamente strada dentro il corpo di Kevin grazie alle sue amorevoli cure, ma mentre la sua consistenza si faceva pian piano più grande e dura a Kevin sembrò chiaro che non sarebbe riuscito a trattenerlo tutto dentro di se, così puntò le sue gambe come leva lasciando leggermente alzato il bacino e muovendolo ritmicamente per assecondare il piacere di Daniel, che rimase sdraiato felice e incredulo mentre Kevin faceva tutto, si limitò ad accarezzagli prima le cosce poi gli addominali ancora imbrattati. I movimenti sinuosi incominciarono a fare effetto ed il dolore dapprima provato si andava via via lenendo sempre di più e le carezze di Daniel gli davano sempre più piacere, arrivò ad inclinare la testa verso il soffitto per guadarsi sullo specchio sopra di loro, cavalcare imbizzarrito il suo amato Daniel, i due si videro e si guardarono negli occhi attraverso i loro stessi riflessi godendo di uno dell’espressione di piacere dell’altro, i respiri si fecero affanni e i mugolii, urla gementi di piacere mentre entrambi scoppiarono in un contemporaneo orgasmo, Daniel dentro di Kevin e lui, venne per la terza volta nella stessa sera inondando l’altro sul petto fino ad arrivare con un paio di schizzi sul volto. Kevin rimase impalato sul pene di Daniel finché la sua rigidezza venne meno ed allora si buttò al suo fianco stremato e dolorante, provato dai tre ripetuti orgasmi quanto dall’essere stato sverginato dal suo amato, prima guardò quel palo ancora semi rigido incredulo che anche solo in parte lo avesse avuto dentro di lui e poi si lasciò coccolare da un adorante e appagato Daniel che lo abbracciò e lo baciò teneramente “allora, e tu che credevi che non ne saresti mai stato capace…” gli sorrise “…mi sento l’uomo più felice e fortunato del pianeta in questo momento, sei stato il massimo” e tornò a baciarlo “ancora non riesco a credere di esserci riuscito…” gli rispose Kevin “…Ahio…” si lascò sfuggire, e si continuarono a sbaciucchiare nudi sul letto uno abbracciato all’altro per il resto della restante nottata, godendo del calore dei loro corpi teneramente uniti.

    Jean si stiracchiò appena svegliato dal suo pisolino sul divano, si guardò mezzo nudo con solo addosso un paio di slip e gli ci volle un po’ prima di ricordare dove era e come fosse finito in quella situazione, ma quando se ne rese conto un sorriso si allargò sul suo volto, aveva conseguito il più grande passo della sua vita e aveva stretto amicizia, anzi un’intima amicizia con uno dei suoi più grandi idoli. Alzandosi da quel comodissimo divano in pelle, si guardò intorno alla ricerca dei suoi ospiti ma nessun segno e nessun rumore intorno a lui, così si diresse verso il grande terrazzo al piano sottostante e guardò il nuovo giorno albeggiare, la luce del sole nascente era ancora debole e l’ultima stella del mattino era ancora visibile nel cielo colorato con toni che andavano dal blu scuro al rosa pallido, abbassò lo sguardo verso la sagoma della Tour Eiffel ben visibile in lontananza “Ah, c'est magnifique, non finirò mai di abituarmi a te mon bien-aimé Paris” raccolse in giro i suoi vestiti e si mise a cercare Kevin e Daniel in giro per la casa, rimase incantato ed esterrefatto quando li trovò al piano di sopra, nudi sul letto ancora bracciati l’uno all’altro in una tenera posizione, Kevin se ne stava steso supino con le braccia intono all’amato mentre Daniel prono abbracciava l’altro come stesse stringendo un grosso peluche, erano tenerissimi ed i loro perfetti corpi erano bellissimi, Jean per un momento lottò contro l’irrefrenabile impulso di liberarsi anche delle sue mutande e buttarsi nel lettone tra i due, ma la ragione per una volta la ebbe vinta sui suoi più bassi istinti e distogliendo lo sguardo si diresse cercando di non fare rumore verso il bagno per darsi una rinfrescata e rivestirsi a modo. Uscito dal bagno visto che i due ancora dormivano gli si avvicinò e gli diede un tenero bacio sulla guancia di ciascuno, accarezzò i riccioli d’oro del suo idolo adorato, senza svegliarli per poi scendere silenziosamente al piano di sotto e sparire dalla loro vista…

    …Kevin si svegliò ebbe un déjà vu vedendo Daniel abbracciato a lui in quel modo, ma stavolta non ebbe ragione ne remora alcuna a rimanere a riposare in quella tenera e piacevole posizione finché il suo amore non si fosse svegliato, un’attesa che gli sembrò fin troppo breve, quando fu Daniel a svegliarsi la prima cosa che vide fu lo sguardo amorevole del suo adorato Kevin che lo cullava, alla tenera luce dell’alba era ancora più bello, se mai potesse essere stato possibile, i suoi capelli rilucevano quasi fossero una corona d’oro al suo angelico volto, sorrise beandosi di quel risveglio e in cuor suo pregava che a ogni suo mattino potesse trovare al suo fianco quel tenero viso e quel corpo rovente a riportarlo dal suo mondo dei sogni al mondo reale “ti amo” gli sussurrò “anch’io amore” gli rispose l’altro dandogli un bacetto sulle labbra. Poi la mente di Daniel purtroppo ormai fin troppo vigile, si ricordò del fatto che oggi il loro perfetto e romantico week-end era terminato e che già nel primo pomeriggio si sarebbero di nuovo separati, ma anche quel momento di tristezza ebbe poca durata quando Daniel esclamò “Cazzo, Jean!” si ricordò improvvisamente del ragazzo lasciato dormiente la notte prima sul divano. Tutto di un tratto entrambi provarono tutto l’imbarazzo e i timori che la notte prima in preda al desiderio erano svaniti, si fecero entrambi rossi come dei peperoni e dividendosi le lenzuola del letto per coprirsi in qualche modo e si misero a cercare il ragazzo, timorosi di quello che avesse potuto pensare del loro comportamento. Ma di lui nemmeno l’ombra, fu Kevin a trovare il tenero bigliettino piegato che gli aveva lasciato scritto Jean sul tavolino vicino all’ingresso: BUONGIORNO RAGAZZI E BEN SVEGLIATI SONO STATO BENISSIMO IERI SERA E GRAZIE DI TUTTO, NON VOLEVO FUGGIRE MA NON VOLEVO NEANCHE DISTURBARE IL VOSTRO PIU’ CHE MERITATO RIPOSO E COMUNQUE ERAVATE BELLISSIMI PER UNA VOLTA NELLA MIA VITA VORREI ESSERE STATO ANCHE UN BRAVO PITTORE PERCHE’ MERITAVATE DI ESSERE IMMORTALATI, PAZIENZA HO COMUNQUE LE FOTO, AD MIO STRETTAMENTE USO PERSONALE TRANQUILLI E COMUNQUE NON CI PENSO NEMMENO LONTANAMENTE A LASCIARVI ANDARE SENZA SALUTARVI, IO VADO A PREPARARE I MIEI BAGAGLI E A TROVARE UNA PERSONA, VOI PRENDETEVI TUTTO IL TEMPO CHE VOLETE E POI CHIAMATEMI,TROVATE QUI SOTTO IL NUMERO. MI RACCOMANDO CHIAMATEMI! I due sorrisero e si abbracciarono quel ragazzo era davvero eccezionale, non se lo sarebbero di certo fatto sfuggire…

    Appena lasciò l’appartamento Jean si mise a correre a perdifiato, aveva mille cose da fare e pochissimo tempo e la prima in assoluto fra tutte era salutare una persona, la più importante a Parigi e nella sua vita, saltò le barriere di passaggio della metro e si tuffò sul treno in partenza per Mountparnasse, la sua destinazione. Coprì quel tragitto nel minor tempo che avesse mai ricordato fino ad allora, entrò in un grosso palazzone di case popolari e salì freneticamente le scale, quando arrivò era senza più fiato, bussò alla porta e cercò di recuperare un po’ le forze nell’attesa. Un ragazzo suo coetaneo gli aprì la porta in boxer, biondo con i capelli scompigliati e un pizzetto dello stesso colore, sarebbe stato di bell’aspetto se non per l’aria vagamente assente e gli occhi gonfi e rossi, segno di una notte non proprio delle migliori, teneva in bocca un Chupa Chups per lenire il suo senso di fame. “Ah sei tu, Jean ma che cavolo di ore sono…” disse con voce impastata con ancora il lecca-lecca in bocca, “Garth, dovresti andarci più piano, te l’ho detto molte volte lo sai” lo salutò Jean entrando da solo nell’appartamento visto che l’antro non l’aveva invitato “si, si, sembri un disco rotto ma perché poi dovrei darti retta, non sei mica mia madre” tentò di controbattere il ragazzotto “…Perché mio cugino vive qui con te, non te lo dimenticare mai, e se mai venissi a sapere che…” Jean non dovette nemmeno finire la frase, che Garth alzò le mani in segno di resa “ok ,ok bello, stai tranquillo Pete sa quello che fa” “non direi, dov’è?” fece Jean per risposta guardandosi attorno, in quel letamaio di casa con aria quasi nauseata “è di là in camera sua, sta ancora dormendo e tornato tardi ieri sera ha staccato dal lavoro dopo le due del mattino” Jean si limitò ad annuire al ragazzo e si diresse verso la stanza di Pete. Aprì delicatamente la porta, non voleva svegliare il ragazzo, Pete stava lì rannicchiato su se stesso, come era solito dormire, sopra le coperte, nudo, Jean socchiuse la porta e si sedette sul letto a fianco di Pete, se lo guardò, adorava vederlo dormire, quello scricciolo, anche se in fondo doveva ammettere che tutti gli sforzi fatti per migliorare il suo corpo stavano dando ottimi e insperati risultati, gli accarezzò delicatamente i lunghi e setosi capelli castani e la pelle della spalla nuda, molto lentamente leggero come una piuma. Pete si svegliò a quel tocco gentile e prima ancora di aprire gli occhi sorrise, c’era solo una persona che lo avrebbe sfiorato in quella maniera “Cuginone” fece Pete stiracchiandosi, si girò a guardarlo con i suoi occhioni marroni “ciao, mi sei mancato, dove sei stato ieri notte ero un filino preoccupato” lo salutò il ragazzo, con un sorriso. “Sono qui appunto per raccontartelo per filo e per segno, stenterai a crederlo…” così iniziò Jean raccontagli, tutto di un fiato, tutto quello che gli era capitato in quella straordinaria giornata e lui stesso era incredulo mentre ricordava alcuni dei passaggi più strani, alla fine del racconto Pete gli saltò al collo “ma è fantastico” si congratulò il giovane ragazzo e gli diede un bacio sulla bocca “era ora… Te lo meritavi davvero, sono felicissimo per te!” Jean aveva un volto raggiante che da molto il cuginetto non vedeva, e se pur non volendo minare alla gioia di quel momento Pete domandò al ragazzo “ma, allora partirai per New York, fichissimo , ma quando?” a quella domanda Jean si fece serio e rispose “il prima possibile, i corsi iniziano a settembre e lì non aspettano nessuno, in più devo pensare ad una sistemazione ed a un lavoro, ma prima devo fare visita ai miei, non posso sparire in questo modo, non è giusto!” disse in un fiume di parole il ragazzo con mille pensieri che gli ronzavano in testa. Pete gli strinse le mani, e lo guardò con il suo sguardo più intenso “Tranquillizzati, non farti prendere dal panico adesso, se ce uno che sa gestire queste situazioni, quello sei tu!” gli disse infondendogli una carica di fiducia, gli diede un bacio sulla guancia e mentre si infilava una camicia ed un paio di boxer, continuò “ora facciamo, il punto e facciamoci una scaletta e poi ti do una mano io…” Jean sorrise, quel ragazzino di diciotto anni appena compiuti, ma che fisicamente ne dimostrava tre o quattro di meno, era la persona più saggia, tenera e premurosa che conoscesse, lo avrebbe voluto con se anche a New York se solo fosse stato possibile. Intanto il bel moretto continuava senza sosta a programmare la giornata del cugino per filo e per segno. “Pete…” lo fermò un momento “…cerca di non metterti nei guai mentre sono via, e se tu avessi il ben che minimo problema, con i tuoi, gli amici o di cuore, esigo che tu mi chiami, categorico, intesi, me lo prometti?” si fermò finché il ragazzo non si decise di rispondere “scemo di un cuginone” gli fece e lo abbracciò stretto, affondando il viso nella maglietta di Jean, così che non lo potesse vedere piangere, riacquisito un minimo di contegno si staccò da lui. “Allora che prevede al primo punto il tuo infallibile programma?” domandò Jean riportando un tono scherzoso al dialogo, “allora… come prima cosa, festeggiamo è il minimo, fammi fare solo uno stretto giro di telefonate e via…” gli rispose Pete mentre si finiva di vestire infilandosi un paio di bermuda con motivi tropicali, e afferrò il telefono, uscirono dalla camera di Pete e si avviarono all’ingresso dove il coinquilino del ragazzo versava ancora nella stessa situazione di prima, sdraiato sul divano “Garth, ce ne andiamo, tu vestiti e cerca di farti una doccia, per Dio puzzi come un caprone” gli fece Pete passandogli vicino e prendendo le chiavi della macchina “ma levatevi dai coglioni tutti e due” rispose educatamente ai due cugini, accennando anche ad un gestaccio con la mano, che per tutta risposta si misero a ridere uscendo dalla porta. “Allora dove mi porti di bello?” fece Jean al cugino “…e lo chiedi pure, facciamo colazione e poi di corsa dai tuoi nuovi amici” “ma io pensavo…” fece spiazzato il biondino “che pensavi, per festeggiare abbiamo tutto il tempo, loro invece partono oggi nel primo pomeriggio, te lo sei dimenticato forse? Andiamo”.
     
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  11. Sanson Kilian
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    Ecco l'ultima parte che chiude il primo ciclo del mio racconto, un breve epilogo. Ho scritto anche altre avventure e storie su questi miei personaggi che se vorrete vi riproporrò come ho fatto con questa storia. Per il momento mi fermo e aspetto di sapere se vi possano interessare anche gli altri miei racconti, datemi il vostro parere. Buona lettura a tutti.

    Capitolo 8: La Separazione

    I tre amici si ritrovarono di nuovo tutti insieme un’ultima volta nel primo pomeriggio dello stesso giorno all’aeroporto internazionale di Parigi dove Kevin e Daniel si accingevano a partire ognuno verso mete differenti, il primo sarebbe tornato a Ginevra per iniziare le prove per il suo prossimo spettacolo teatrale, mentre il secondo si preparava a tornare in Inghilterra dove in una località ancora sconosciuta avrebbe iniziato i suoi allenamenti a porte chiuse con la sua squadra prima dell’inizio del nuovo campionato di calcio autunnale. Jean invece era lì solo per salutare i suoi due nuovi amici, poiché prima di partire per l’America e lasciare il continente sarebbe tornato dai genitori ad Avallon in Borgogna per stare con loro circa una decina di giorni, sarebbe partito con il treno la sera stessa. Entrambi salutarono il giovane ragazzo con un lungo abbraccio e non senza qualche momento di sincera commozione, Daniel lo ringraziò di nuovo per averlo convinto a fare il grande passo e di essergli stato così vicino in quei due soli giorni che bastarono però a fargli capire quanto fosse speciale gli diede un bacio sulla fronte augurandogli buona fortuna per la carriera e per l’amore che sicuramente sarebbe arrivato presto anche per lui. Kevin, lo rassicurò, gli disse di aver contattato già chi di dovere alla sua scuola così da sbrigare tutte le pratiche per il suo arrivo e che all’aeroporto La Guardia di New York avrebbe trovato sua sorella Anna che suo preciso invito si sarebbe occupata della sua sistemazione e di ogni altra sua necessità, fino a che non fosse tornato anche lui in America dopodiché se ne sarebbe occupato personalmente. Tutti e tre si promisero di rivedersi al più presto e quando i due fidanzatini si diressero verso il gate interno il giovane Jean non ce la fece più a trattenere le lacrime e pianse mentre li vedeva allontanarsi oltre il metal detector dove ormai non poteva più raggiungerli, loro d’altra parte cercarono di rimanere forti e di non lasciarsi a troppi pianti davanti al ragazzo, che comunque già sapevano che gli sarebbe mancato moltissimo, Jean aspettò di vederli sparire del tutto per tornare sui suoi passi asciugandosi le lacrime e rincuorandosi vedendo Pete che lo aspettava appoggiato fuori dalla sua macchina, una Chevrolet Camaro di colore rosso, parcheggiata davanti l’ingresso dell’aeroporto, Jean accelerò il passo e arrivato davanti all’auto strinse a se Pete senza troppe spiegazioni, del resto il cuginetto conosceva bene i sentimenti che provava Jean e contraccambiò l’abbraccio “coraggio cugino, sono sicuro che li rincontrerai molto presto”, “questo abbraccio non è per loro…” gli rispose il ragazzo ancora attaccato a lui, “…mi mancherai moltissimo, piccoletto” continuò “quante storie, lo sai che ti verrò cercare a New York uno di questi giorni, e farai meglio a presentarmi un bel ragazzotto americano o non te la farò passare liscia stavolta!” lo rincuorò il ragazzino “ora andiamo però, dobbiamo ancora festeggiare e preparare la tua valigia, il treno parte dalla Stazione Centrale alle 19.30 e se non ci sbrighiamo va a finire che lo perderai” lo incitò Pete, Jean gli sorrise e annuì, i due salirono in macchina allontanandosi dall’aeroporto, Jean guardò un ultima volta verso la pista di atterraggio dove scorse un aereo che era in procinto di decollare e ripensò di nuovo a Kevin e a Daniel “arrivederci ragazzi e buona fortuna…” sussurrò con un filo di nostalgia nella voce da dietro il finestrino della Chevrolet.

    Lasciando il suo tormentato passato oramai alle spalle e con il futuro radioso davanti a se, Jean si sentiva pronto, carico e desideroso di iniziare la sua nuova grande avventura in America, in un nuovo paese talmente lontano da sembrare quasi un altro pianeta, dove avrebbe trovato ad attenderlo delle nuove difficili sfide da superare ma anche nuovi amici meravigliosi da incontrare e sicuramente anche una nuova travolgente e passionale grande storia d’amore…

    All’interno dello scalo interno dell’aeroporto Daniel e Kevin smisero di trattenersi e si strinsero in un lunghissimo abbraccio e scoppiarono in uno struggente pianto, indifferenti alle altre persone presenti intorno a loro, si lasciarono andare in un bacio appassionato dove il sapore salato delle lacrime che si mischiava a quello della loro saliva, era il momento più triste della loro vita, rivissero nuovamente quello straziante ricordo di quando si separarono anni fa la prima volta, solo che tutto adesso era amplificato perché ora erano adulti e pienamente consapevoli dei loro sentimenti reciproci e della sofferenza che la distanza tra i due avrebbe realmente comportato per ciascuno di loro, Daniel cinse il viso di Kevin tra le sue mani in una tenera carezza e guardandolo profondamente nei suoi bellissimi occhi verdi gli ripeté “Ti amo, più di ogni altra cosa Kevin, mi mancherai terribilmente ogni singolo momento a partire da ora e finché non ci rivedremo” con le lacrime che ormai non si fermavano più. “Amore mio, anche tu mi mancherai tantissimo, ma non dovrai aspettarmi a lungo, tornerò da te il prima possibile, aspettami prima che tu possa crederlo saremo di nuovo insieme. Ti amo, Daniel sei la persona più importante della mia vita tutti gli altri non contano nulla paragonati a te” gli promise Kevin trattenendogli le mani sul suo viso con le sue. Rimasero così abbracciati e in silenzio per tutto il tempo, fino a quando un’odiosa voce femminile con raschio metallico richiamò tutti passeggeri per l’imbarco del volo per Londra allontanando così definitivamente i due innamorati, “Ciao, a presto” furono le uniche parole che riuscì a proferire Daniel prima di staccarsi dall’amato, mentre Kevin non riuscì nemmeno a dire nulla se non continuare a piangere per l’imminente separazione, dopo un’attesa che al ragazzo sembrò veramente interminabile la stessa voce metallica lo richiamò per il suo volo per Ginevra, Kevin raccolse il suo trolley e facendo un profondo respiro, si diresse verso il gate dell’imbarco.

    Così si concluse l’avventura parigina di Daniel e di Kevin, due amici inseparabili fin dall’infanzia, che per inseguire ciascuno i propri sogni si persero di vista per anni soltanto per poi ritrovarsi e scoprirsi perdutamente innamorati l’uno dell’altro in turbine di amore e di passione, ma questo fu solo il principio, molte altre avventure attendevano i due ragazzi adesso uniti in un sentimento eterno…
     
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  12. ragazzino92
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    Ma perchè non apri più discussioni dividendole in parti come hanno fatto gli altri utenti di questo sito? E' molto più comodo così
     
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11 replies since 22/11/2015, 18:20   1629 views
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