Quel fusto di zio Alessandro

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  1. Frank Winchester
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    Questa storia e’ assolutamente inventata non e’ vera ma neanche copiata.

    Ciao a tutti mi chiamo Vincenzo, ho 14anni, capelli neri a caschetto e occhi neri. Sono l’ unico figlio di mio padre Antonio, 41anni, medico e mia madre Linda, 45, casalinga. Quando i miei divorziarono, mio padre andò via di casa e mia madre, che non si e’ mai comportata come tale, acconsentì davanti al giudice che mio padre ottenesse il mio affidamento. Io e mio padre andammo a vivere a casa dello zio Alessandro, uno scapolo impenitente e castigatore di tante ma proprio tante fighe. Noi in famiglia lo chiamiamo “Superman” perché cambia ragazza alla velocità della luce. Zio Alessandro e’ davvero un bell’ uomo. Un aitante 36enne dai capelli castano chiaro, gli occhi verdi e dal fisico robusto, muscoloso e peloso costruito in tanti anni di palestra e giocando a rugby amatoriale. La presenza di mio zio mi inibiva un po’ sia perché l’ ho sempre trovato un bel fusto, e mi sentivo a disagio, e sia perché ogni sera sentivo i lamenti delle sue amichette che si godevano il gran bel tronco che doveva avere tra le gambe, non curandosi di tutte le volte che mio padre gli diceva che doveva portarle in un motel per non traumatizzarmi. Ma d’ altronde e’ casa sua, uno può fare quello che gli pare in casa sua, o no?
    Una sera che mio padre era impegnato a lavoro e mio zio era uscito con un’ altra sua amichetta, mi ritrovai da solo in camera a pensare ed arrivai a toccarmi l’ uccello. Lo tolsi dai pantaloni e mi segai e non so come, mi ritrovai a pensare a mio zio e al suo corpo muscoloso. Venni tantissimo così mi alzai e andai a lavarmi le mani. Uscito dal bagno sentii dei mugolii arrivare dal salotto. Raggiunto il salotto mi trovai davanti alla scena più eccitante che io abbia mai visto in quei già tre mesi di convivenza a tre: mio zio Alessandro seduto sul divano con la testa reclinata sullo schienale e una ragazza bionda in mezzo alle sue gambe che gli stava facendo un pompino (non riuscivo a vedere il cazzo, ahimè, ma in quella posizione cosa vuoi che si faccia? Si ci pulisce le scarpe?). Mentre mi guastavo quella scena arrivai a toccarmi l’ uccello che era già bello duro e mi meravigliavo di me stesso perché era appena venuto e non avevo mai avuto un’ erezione di seguito all’ altra. La ragazza succhiava come un’ ossessa e con una mossa della testa intenta ad aggiustarsi sulla porta mi vide. Gridò dalla paura e mio zio si girò. Vidi che si aggiustò i pantaloni e poi si alzò ma potevo ancora vedere la sagoma del suo cazzo che se ne stava piegato a sinistra. Mi chiese che stavo facendo e io dissi, mentendo, che volevo prendere un bicchiere di acqua ed andai in cucina. Mentre riempivo il bicchiere per fargli capire che la mia non era una bugia, potei udire la ragazza di turno di mio zio Alessandro dirgli che in quell’ attimo, mi aveva visto toccarmi il pisello ma zio non volle crederle e la licenziò con un semplice “ti chiamo io”. Io presi il mio bicchiere e passai davanti allo zio senza dire una parola e salii’ le scale.
    Il mattino dopo mi alzai e scesi le scale. Di solito c’era già profumo di caffè ma non quella mattina così mi sedetti sulle scale e da quella posizione potei ammirare il divano così mi tornarono in mente tutte le cose che stavano per consumarsi su quel tessuto. Assorto nei miei pensieri non sentii neanche lo zio che mi chiamava. Quando me ne accorsi e alzai lo sguardo mi ritrovai davanti ad un’ immagine paradisiaca: da sotto potevo ammirare il pacco di mio zio avvolto in un pantaloncino scucito di bluejeans che metteva in risalto anche le sue gambe marmoree e pelose. Mi alzai e mio zio si scusò subito per quello che era successo la notte precedenti ma io gli dissi che non mi scandalizzavo più per le imprese di “Superman”. Zio sorrise e scese le scale e in quel momento potei ammirargli il culo scolpito e adornato dai bluejeans. Mi avviai in cucina e poco dopo scese mio padre e ci mettemmo a fare colazione. Urtando con il gomito al cucchiaino, esso mi cadde a terra e mi chinai per prenderlo e in quel momento potei di nuovo ammirare il pacco di mio zio, seduto davanti a me, che sembrava ancora più gonfio.
    “Che cosa stai facendo, Vincenzo?”, mi chiese mio zio
    “Niente” risposi io e mi sedetti di nuovo. Finito di fare colazione, andai in camera mia dove mi sparai una sega, poi fece il bagno e uscii.
    Di rientro per l’ ora di pranzo, trovai zio Alessandro seduto su una poltrona con un piatto di pasta asciutta poggiato su un tavolino. Era pensieroso.
    “A cosa stai pensando zio?”, gli chiesi.
    “A una persona”, rispose lui.
    Io pensai che stesse pensando alla ragazza che aveva scaricato la sera prima ma dovetti ricredermi.
    “Vi, puoi sederti un attimo?”, disse zio
    “Ma certo? Cosa c’e’?”
    “Silvia (la ragazza della sera prima) mi ha detto che quando ci hai beccato ieri sera, ti stavi toccando il cazzo, e’ vero?”
    “No, ma che cosa dici?” risposi repentinamente io
    “Dimmi la verità”, disse lui
    “Che c’e’? Non credi a tuo nipote ma ad una sgualdrina che pensa soltanto a farti fottere, si?”
    “D’ accordo, d’ accordo! Scusami!”
    Mente si scusava, si alzò e mi abbracciò. Potei sentire il suo cazzo duro poggiarsi sulla mia coscia.
    “Aah...zio...ora mi stai soffocando” dissi io imbarazzato
    “Oh scusami”, rispose zio Ale allontanandosi da me “E’ che hai un profumo che ricorda un po’ quello di Silvia e come vedi...”
    Mi mostrò un’ enorme deformità sul pantalone.
    “Zio ma come e’ possibile? Il mio non e’ così.”
    “Sai a volte e’ una benedizione perché ne vanno matti tutti ma si rivela anche una maledizione perché a volte e’ difficile farlo entrare nel culo”
    “Scusa hai detto “tutti” e “culo”?”, chiesi
    “Ho detto così? Beh lo sai no?!”
    No, non lo so pensai. Subito mi venne in mente una scena che mi procurò un’ enorme eccitazione. Mio zio che con quel “tutti” indicava sia ragazze che ragazzi e che se li scopava con il suo grosso bestione.
    “Vuoi vederlo?”, mi chiese
    “Non...so...”
    “Dai, tanto siamo tra uomini e per di più in famiglia”
    Si sbottonò i pantaloncini colti di bluejeans e si abbassò le mutande. La sua bestia balzò fuori in un istante e io non credetti ai miei occhi. A occhio e croce dovevano essere 26cm di lunghezza per 19di circonferenza.
    “Vedi”, mi disse “a volte qualcuno si lamenta. Avvicinati. Non ne avevi mai visto uno così?”
    “Oltre al mio? Mai!”
    “Ma certo” disse zio, “Sei ancora giovane. Su avvicinati”
    Mi avvicinai a zio Alessandro e con le mani che poco prima si eri toccato il cazzo, mi prese per le guance, me le preme in modo da farmi aprire la bocca e poi mi spinge per il basso.
    “Dai, dagli un bacino”
    “Zio ma sei pazzo?”, dissi io cercando di alzarmi
    “Tanto lo so che ti piace”, mi disse spingendomi di nuovo verso il basso, “Ho capito che questa mattina, quando ti e’ caduto il cucchiaino, me lo guardavi. Bacialo”
    Dicendomi ciò mi spinse in faccia il cazzo che urtò contro le mie labbra. Io istintivamente gli leccai il glande e poi, piano piano, me lo misi tutto in bocca. Lui gemette come un maiale e mi prese per la testa conficcandomelo ancora più dentro. Iniziò a scoparmi la bocca e sudare come se fosse appena uscito dalla doccia. Emetteva dei grugniti di piacere che mi eccitarono all’ inverosimile. Poi mi fece alzare e mi baciò in bocca con la lingua.
    “Avevi capito bene”, disse “quei “tutti” sono sia ragazzi che ragazze.”
    “E adesso che vuoi fare?”
    “Voglio farti diventare uomo, anzi...donna” e rise sogghignando.
    Mi prese per un braccio e andammo in camera sua dove mi buttò sul letto e iniziò a baciarmi in bocca. Poi si tolse la maglietta e potei ammirare il suo corpo muscoloso e peloso adornato da due tatuaggi alle braccia e uno sull’ addome. Iniziai a leccare avidamente quel torace ma mi fermò subito. Si alzò dal letto, frugò in un cassetto e prese un lubrificante e una scatola di preservativi.
    “Vuoi usarli tutti?”, dissi io scherzando
    “Si, voglio scoparmi per tutto il giorno”
    Quell’ affermazione mi eccitò e mi terrorizzò allo stesso tempo. Si avvicinò di nuovo a me, mi disse di girarmi e mi abbassò pantaloni e mutandine. Mi leccò immediatamente il buco del culo e mi ficcò una, due e poi tre dite dentro. Morivo dal dolore ma volevo che la sensazione di vuoto lasciata dalle dite che svuotavano il mio buchetto, fosse colmata immediatamente e così fu. Lo sentii armeggiare dietro di me e poi sentii una cosa liquida scivolarmi sul buchetto. Poco dopo, sentivo la cappella del suo enorme cazzone frizionarmi l’ ano. Cercava di penetrarmi ma non ci riusciva. Io gli dissi di smetterla e che mi faceva male ma lui rispose che ormai era una questione di orgoglio e che doveva andare fino in fondo. IN TUTTI I SENSI!!!
    Mi disse di rilassare lo sfintere e io iniziai a farlo e finalmente, tra dolore e lacrime, la cappella era entrata tutta. Zio Alessandro cercava adesso di fare entrare il suo cazzo nel mio culo ma io morivo dal dolore e gli dicevo di toglierlo ma più gli dicevo questo, più lui spingeva fino a quando sentii i suoi peli pubici sul mio culo e lui mi disse “E’ tutto dentro. Sei sverginato”
    La parola “sverginato” mi eccitò un casino e, incurante del dolore, lo incitai a iniziare a spingere. Zio salì sul letto, si tolse il preservativo perché disse che non serviva più e iniziò a penetrarmi il culo dall’ alto. Ficca il suo cazzo con una precisione controllarmi e mi fa godere. Mi prende per i fianchi con le sue mani grosse e spinge, spinge, spinge. Poi ti tocca la schiena mi fa girare la testa verso di lui e mi ficca la lingua in bocca mentre ogni tanto, ormai passato il dolore, ansima di piacere sentendo quel pezzo di carne che continua a sfondarmi il culetto impetuosamente.
    Zio ha quell’espressione porca e io lo incito a spaccarmi di più “dai zio aprimi il culo, ficcamelo bene dentro fammelo sentire tutto per quanto e’ lungo” e lui “ora ti sfondo questo culo bellissimo da troia che hai. Sei un porco nipotino ora ti sborro in culo”.
    Detto questo presi il mio cazzo in mano ed eccitato com’ero ci mise ben poco per sborrare sulle lenzuola.
    Lui è infoiatissimo e comincia ad emettere suoni cavernicoli fino a quando mi prende per le spalle e ficcandomi tutto il cazzo nel culo, sento una sensazione di caldo e i suoi schizzi quasi forarmi l’ intestino. Esce fuori dal mio culetto e ci mette dentro due dita portandomeli poi vicino alla bocca. “Lecca. Ti farà bene”. Non me lo feci ripetere due volte e iniziai a leccargli avidamente quelle dita. Poi prese il suo cazzo e mi fece ripetere la stessa cosa. La sua sborra non era molto dolce ma neanche amara ma la assaporai come se fosse il latte del mamma che esce dalla tetta mentre era il latte dello zio che usciva dal suo cazzo. Mi disse di rivestirmi e andò in bagno a farsi una doccia. Aspettai il mio turno e poi fece la doccia anch’ io. Quando mio padre rientrò in casa, cenammo come se nulla fosse e mio zio mi faceva dei segni inequivocabili facendomi capire che tutto questo non sarebbe finito, anzi, e io non vedevo l’ ora di rimanere ancora da solo con lui.
     
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  2. Jordano
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    Mi piace ha la giusta quantità di pepe :D Complimenti !!
     
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  3. Frank Winchester
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    Grazie
     
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  4. CihbiZexion
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    quanto vorrei uno zio così
    A quando il seguito?
     
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3 replies since 6/4/2012, 13:01   8841 views
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