Bisex 04

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  1. cavallino
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Questi i link degli altri tre capitoli:

    Bisex 01 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44307467

    Bisex 02 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44376791

    Bisex 03 http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=44414127


    Diana, Barbara, Maurizio e io quel giorno eravamo felicissimi e avevamo deciso di fermarci nella spiaggia dove eravamo diretti anche a mangiare. Eravamo diventati inseparabili, ma non avevamo più ripetuto l’apoteosi di sesso di qualche giorno prima, non certo per mancanza di voglia, ma semplicemente perché non si era più presentata l’occasione propizia. Barbara e Maurizio erano molto giovani e i genitori, specie quelli di Barbara, li controllavano abbastanza da vicino, così Diana e io, che godevamo di maggiore libertà, avevamo continuato a fare l’amore in ogni luogo e in ogni momento possibili; il che voleva dire quasi di continuo, visto che il Gargano è pieno di posti belli e solitari e che la mia tenda era un ottimo rifugio. Ma eravamo giovani anche noi e per di più innamorati, così due o tre orgasmi al giorno ci bastavano appena.
    Anche le scorrazzate in macchina che facevo con Maurizio si erano ridotte praticamente a zero perché Diana monopolizzava ogni minuto del mio tempo, così ci era capitata una sola occasione di trovarci da soli in una spiaggetta deserta, un paio di giorni dopo la nostra memorabile ammucchiata.
    Naturalmente avevamo fatto l'amore e il ragazzino aveva voluto che lo prendessi mentre era sdraiato sulla schiena, in una posizione tipicamente femminile.
    - È la fine del mondo...- mi aveva sussurrato all'orecchio quando era riuscito a recuperare il respiro dopo un orgasmo intensissimo. Eravamo ancora abbracciati e lui mi teneva le gambe avvinghiate alla schiena e aveva il culetto ancora occupato dal mio uccello.
    - Ci puoi scommettere,- avevo affermato con convinzione, poi ci eravamo sciolti, sistemandoci beatamente sui materassini a prendere il sole.
    - Come va con Barbara?- Gli avevo chiesto.
    - Benissimo,- aveva risposto entusiasta, - purtroppo abbiamo poche possibilità per stare insieme.
    - Avete sempre la cabina in spiaggia,- gli avevo ricordato.
    - Si e in un paio di occasioni anche la mia camera in albergo, ma abbiamo continuamente paura di essere sorpresi dai nostri genitori. Va molto meglio fra te e Diana.
    - È vero, ma forse escogiteremo qualcosa,- gli avevo promesso, accarezzandogli l'uccellotto che stava dando segni di ripresa. In quel momento però era lui che voleva escogitare qualcosa e quando si girò verso di me abbracciandomi, sentii una mano che mi cercava dietro.
    Naturalmente non mi rifiutai quando mi spinse a mettermi prono e mi venne a cavalcioni.
    - Ti desidero...- sussurrò.
    - Anch'io,- risposi e mi inarcai quando il suo uccellotto mi cercò fra le natiche e cominciò a spingere. Conobbi di nuovo la fantastica sensazione di avere qualcosa di vivo dietro, di essere riempito da un membro maschile che mi desiderava e mi abbandonai completamente, incitandolo a prendermi fino in fondo.
    Anche quello fu un orgasmo bellissimo e quando ci riprendemmo era ora di rincasare. Non ci eravamo accorti che avevamo fatto l'amore per quasi tre ore, ma era stato così.
    Spesso, mentre io e Diana ci amavamo, avevamo parlato della nostra prima volta, di quanto ci era piaciuta e di come avremmo desiderato ripetere un’esperienza del genere. Ormai fra noi si era creata un’intimità profonda e non avevamo remore nel confidarci i nostri desideri più segreti, così, quando lei confessava che avrebbe volentieri fatto di nuovo l’amore con Barbara, cosa che le era capitata una sola volta come per me e Maurizio, anche io ammettevo senza pudori che mi sarebbe piaciuto rifarlo con il ragazzino. Di una cosa però eravamo sicurissimi: che qualsiasi gioco erotico ci fosse capitato di fare lo avremmo fatto in coppia. Non riuscivamo infatti a immaginarci divisi, né intenti a fare l’amore separatamente con partner diversi.
    Il desiderio di ritrovarci insieme a Barbara e Maurizio, aveva fatto sì che intraprendessimo una massiccia opera di persuasione con i loro genitori e finalmente eravamo riusciti a convincerli ad affidarci i due ragazzini per ben ventiquattro ore. Stavamo cercando anche, con buone probabilità di successo a quanto pareva, di strappare l’autorizzazione a lasciarci andare tutti insieme in campeggio per una settimana. Con i genitori eravamo rimasti d’accordo che avremmo passato quella notte nella mia tenda, poi, se si fossero convinti che questo non comportava per i preziosi pargoletti stress psicologici esagerati, né il contagio con virus e germi di ogni sorta, avremmo potuto partire per una settimana.
    L’amicizia della mia famiglia con quelle dei ragazzi aveva giovato molto, tuttavia i genitori di Barbara e Maurizio avevano ancora qualche remora a dar loro via libera, così si era stabilito di fare quella prova prima del definitivo e sospirato nulla osta.
    Il fatto che la mia tenda, accuratamente visitata dalla delegazione dei nostri genitori al completo, fosse grande, pulita, in perfetto ordine e fosse dotata di due camere "separate" (ovviamente dedicate una a me e Maurizio e l'altra alle ragazze), aveva finalmente convinto quelli di Barbara a dare il loro consenso.
    In effetti avevo superato me stesso nel fare apparire l'ampia zona letto divisa in due vani da un telo apparentemente inamovibile. In realtà era semplicissimo eliminarlo e l'occhiata maliziosa che mi rivolsero mio padre e quello di Maurizio, mi fece capire che si erano resi perfettamente conto del fatto, comunque non fecero una piega e mi chiesi cosa avrebbero detto se avessero saputo dei miei rapporti con il ragazzino e di quelli fra le due ragazze, ma tutto andò per il meglio.
    Per il momento eravamo stipati nel mio spider e ci dirigevamo verso un posticino scoglioso e isolato. Diana e Barbara si erano sedute dietro, direttamente sulla carrozzeria. Indossavamo microscopici bikini, mentre io e Maurizio agli slip avevamo abbinato una maglietta.
    Guidavo adagio, per non far prendere troppo vento alle ragazze e quando fummo su un tratto panoramico deserto e meraviglioso, Diana con un sospiro di soddisfazione portò le mani alla schiena e si sganciò il reggiseno, lasciandolo cadere fra me e Maurizio. Quello di Barbara mi cadde in grembo mezzo secondo dopo. Dallo specchietto retrovisore potevo vedere le loro tettine ergersi contro il vento, con i capezzoli dritti come spade. Una macchina ci incrociò suonando e loro salutarono allegramente gli occupanti.
    La strada si fece di nuovo deserta e le vidi avvicinarsi. Diana passò un braccio sulle spalle di Barbara e con l’altra mano le accarezzò i seni, poi accostò il viso a quello della biondina e le due ragazze si unirono in un bacio interminabile.
    - Ehi,- dissi a Maurizio, - le nostre due donnine non ce la fanno ad aspettare che si arrivi.
    Lui si volse e rimase incantato a osservarle. Barbara aveva infilato la manina nello slip di Diana e la stava accarezzando adagio, mentre la mia rossa continuava a baciarla. Il ragazzino si portò una mano all’inguine, cercando di sistemare l’uccello che cominciava a irrigidirsi e minacciava di uscire dal microscopico slip.
    - Sei già pronto anche tu?- Gli chiesi ridendo.
    - Perché tu no?- Rispose, togliendomi dalle gambe il reggiseno di Barbara e accarezzandomi leggermente.
    A quel punto cercai anch’io di sistemare meglio il mio affare che premeva dolorosamente contro il costume.
    - Tu pensa a tenere le mani sul volante,- disse Maurizio, - ti aiuto io.
    Mi infilò una manina nello slip e lo abbassò, facendolo scivolare fino alle caviglie e aiutandomi a toglierlo, poi cominciò ad accarezzarmi adagio, intrufolandosi fra le mie cosce, sfiorandomi i testicoli e cercando di raggiungere il culetto.
    Sentii un piccolo mugolio dietro e mi girai un attimo: Barbara aveva sfilato del tutto lo slippino a Diana e si era inginocchiata sui sedili, raggiungendo con la bocca l’inguine della mia rossa che stava mugolando di piacere e accarezzava la zazzera bionda dell’amica incitandola a continuare.
    - Se vai avanti di questo passo vengo,- dissi a Maurizio, contorcendomi sotto la sua mano. - Guarda le nostre fanciulle cosa combinano, se incrociamo un’altra macchina facciamo nascere i fuochi artificiali!
    Maurizio si voltò e rimase affascinato nel vedere la sua biondina che continuava a baciare Diana ormai vicinissima all’orgasmo.
    Ne approfittai per passargli un braccio sulle spalle e lui mi si strinse contro. Vidi una piazzola e fermai la macchina.
    Lasciai scivolare la mano sulla sua schiena e incontrai la curva morbida del sederino, Maurizio si spinse ancora di più verso di me, mentre continuava a massaggiarmi il pene ormai durissimo. Insinuai la mano sotto lo slip e gli accarezzai le natiche sode, scivolando nel solco fino a incontrare il buchino. Si contrasse come una bocca quando lo tentai e il ragazzino si strofinò il mio sesso contro il petto, facendolo rotolare sulle tettine e offrendo ancora di più il culetto alle mie carezze.
    - Ti desidero,- dissi.
    - Anch’io,- sussurrò, rivolgendomi uno sguardo torbido.
    - Vorrei entrare qui,- mormorai, premendo sul piccolo ano e sentendolo cedere morbidamente.
    - È bellissimo sentirti dentro di me,- confessò, sculettando piano contro il mio dito, - ma è bellissimo anche prenderti...
    Gli feci scendere gli slip lungo le cosce e seguendo il solco delle natiche incontrai i testicoli e poi la sua virilità irrigidita. Lui sollevò i fianchi, abbassandosi verso di me e il mio membro gli premette sulla gola. Gli accarezzai la testa, forzandola dolcemente verso il mio inguine, poi unii la mia mano alla sua che mi impugnava, puntandogli il pene contro la guancia. Emise un piccolo gemito cercando di allontanarsi, ma, lasciando le sue natiche, lo costrinsi a rimanere in quella posizione. Gli tenevo la testa ferma e gli facevo scorrere la verga sulla gola, sulle guance, contro il nasino. Quando sentì la punta tentargli le labbra si irrigidì.
    - No...- gemette, ma non cercò di allontanarsi
    - Si,- sussurrai, - è bello...
    Non ero mai stato baciato così da un ragazzo, anche se Paolo in una occasione me lo aveva preso in bocca, ma era stata una cosa molto breve e ora desideravo con tutto me stesso penetrare fra le labbra di quell’adolescente eccitato e coglierne una seconda verginità.
    Con gentilezza lo costrinsi ad abbassare di più la testa, premendogli il glande sulle labbra.
    - No...- mormorò ancora quasi con disperazione, ma di nuovo non si sottrasse, poi si arrese e con un sospiro aprì la bocca, circondandomi timidamente con le labbra, infine mi leccò adagio, quasi per rendersi conto di come ero lì, per sentire quale fosse il sapore di un sesso maschile, perché Maurizio così non aveva mai baciato nessuno.
    Quei piccoli contatti mi stavano facendo impazzire ed ero già prossimo a godere, ma cercai di trattenermi perché le sensazioni che la lingua del ragazzino mi regalava erano troppo belle per farle finire con un orgasmo intempestivo. Allungai una mano e gli feci scorrere le dita nel solco di pesca. Gemette con la bocca sul mio glande quando gli toccai il buchino, poi mi tolse la mano che ancora gli puntava il pene contro le labbra e la sostituì con la sua, accarezzandomi leggermente e finalmente la sua bocca si schiuse del tutto, assorbendomi.
    Fu subito bravo e non mi fece male con i denti, ma mi accarezzò con la lingua, iniziando a muovere la testa su e giù. Gemetti forte, sollevando il bacino per penetrarlo fino in fondo e gli strinsi il sesso irrigidito, masturbandolo adagio e facendolo mugolare di piacere. Una delle sue mani mi scivolò fra le cosce, spingendomi a sollevare i fianchi, poi mi cercò fra le natiche. Quando il suo ditino mi stuzzicò l’ano credo che gridai.
    Dietro di noi anche Diana gridava forte, mi girai e la vidi in preda a un lunghissimo orgasmo agitare il bacino contro la bocca di Barbara. Ci guardammo io e Diana, mentre il piacere mi ribolliva nel ventre e le labbra incredibili di Maurizio mi avvolgevano facendomi impazzire. Sospirai forte e capii che anche lui stava per godere dai movimenti frenetici del suo bacino contro la mia mano che gli impugnava il membro. Quando mi penetrò con un dito, muovendo più velocemente la testa e la lingua sul mio membro non resistetti più e cercai di sfilarmi dalla sue labbra, ma lui mugolò un diniego, succhiandomi con più intensità. Singhiozzai, lasciandomi sommergere dal piacere e mi scaricai a lungo nella sua bocca che non mi lasciò mai, continuando ad accogliermi e bevendo fino all’ultima goccia del mio seme, poi Maurizio gridò forte e godette a sua volta, tenendo ancora il mio sesso fra le labbra mentre si svuotava nella mia mano con lunghi getti, agitando le natiche rotonde al vento.
    Dopo si strinse a me, affondandomi il viso nel collo, mentre gli ultimi sussulti si quietavano.
    Sentii gridare Barbara e vidi la mia rossa che la baciava fra le cosce, portandola a un lungo orgasmo che la lasciò debole fra le sue braccia come debole era Maurizio fra le mie.

    Arrivammo alla spiaggia che avevamo scelto in silenzio, godendoci la passeggiata, il vento tiepido e il piacevole senso di spossatezza lasciato dal lungo orgasmo appena goduto.
    Eravamo ormai tutti nudi. Guardai Maurizio allungato sul sedile che si passava un dito sulle labbra, forse pensava a ciò che aveva appena fatto e si sentiva ancora la bocca piena del mio sesso. Di certo doveva sentire ancora il mio sapore. Aveva le labbra un po’ tumide e arrossate.
    Allungai una mano accarezzandogli dolcemente il pene che riposava morbido fra le cosce abbronzate, tornite come quelle di una donna, senza il minimo accenno di peluria.
    Si girò, guardandomi da sotto le ciglia socchiuse.
    - Ti è piaciuto?- Gli chiesi gentilmente.
    - Si,- rispose piano, - mi è piaciuto moltissimo, ma non avrei mai creduto che sarei arrivato a farlo.
    - Perché? In fondo non mancava che questo per aver fatto tutto fra noi.
    Volse lo sguardo verso Barbara e Diana che cercavano di montare un ombrellone fra due rocce. Erano scese subito dalla macchina, correndo verso il mare con il parasole e lasciandoci indietro a prendere i rimanenti bagagli.
    - È vero,- rispose, - non so perché, ma non credevo che l’avrei fatto. Fare l’amore con te, lasciare che tu mi prendessi, prenderti a mia volta, è stato bellissimo. Questo invece è diverso.
    - Non ti è piaciuto allora.
    - Si, molto. Ma è più intimo, non so come spiegarlo. Sentirti nella mia bocca, sentirti muovere, capire che stavi per venire e sentirti poi godere, è una cosa diversa che farsi fare il culetto... Si sente tutto molto di più.- Mi guardò ancora, - sai che ti ho bevuto? Sei venuto nella mia bocca e ti ho bevuto. È bellissimo e terribile insieme... Ti ho fatto un pompino,- proseguì sorridendo e sembrava che gustasse quella parola, - si chiama così, vero? Ti ho fatto un pompino e mi è piaciuto da matti.
    Non risposi e lui continuò a fissarmi per un momento, poi si chinò verso di me. Avvertii le sue labbra sul mio pene ancora tenero: lo prese tutto in bocca succhiandolo, accarezzandolo con la lingua, bagnandolo di saliva fino a quando si accorse che mi stavo ingrossando dentro di lui. Allora si staccò.
    - Si,- sussurrò, - lo rifarò ogni volta che vorrai o che me ne verrà la tentazione,- aggiunse guardandomi con occhi torbidi, - è troppo bello...
    Nemmeno io avevo mai fatto una cosa del genere e nemmeno io, fino a qualche istante prima, avrei pensato che un giorno avrei baciato il sesso di un uomo. L’innocenza di Maurizio però aveva fatto sì che sentissi il desiderio di rendergli il piacere che mi aveva donato. Volevo sentire anche io quella parte viva del suo corpo che già mi aveva frugato fra le natiche frugarmi in bocca. Vidi il suo pene inturgidirsi lentamente e mi chinai sul suo inguine. Ripetei i gesti già fatti da lui su di me: anche io non sapevo come fosse baciare un sesso maschile, così gli appoggiai la guancia sulle cosce e con la lingua lambii la radice del membro non ancora eretto, salendo adagio lungo l’asta per poi posare le labbra sul glande incappucciato.
    Lo sentii sospirare, mentre la mia lingua imparava a conoscerlo e poi gemere quando lo accolsi tutto in bocca. Il pene mi guizzò fra le labbra, sollevato da una fulminea erezione e il ragazzino sollevò i fianchi per affondare completamente in me.
    Lo succhiai un poco, ancora incredulo di quanto stavo facendo, sentendomi invadere dal suo sapore più intimo. Era un sapore dolce e salato insieme, di maschio in amore, che eccitò anche me, ma non era quello il momento per portare a termine la cosa.
    Mi staccai guardandolo maliziosamente.
    - È bello farti un pompino,- sorrisi.
    - Quello te l'ho fatto io,- ridacchiò a sua volta, puntandomi l'uccello fra le labbra, - tu hai appena cominciato...
    Lasciai che il suo pene mi scivolasse di nuovo in bocca e lo succhiai un poco, poi mi staccai da lui.
    - Raggiungiamo le ragazze,- dissi.
    - Vigliacco,- mi rispose affannato. Aveva gli occhi lucidi e le guance arrossate, - mi lasci un questo stato?
    - Abbiamo tutto il giorno e tutta la notte,- gli risposi, - ora raggiungiamo le fanciulle, se no diranno che le trascuriamo.
    Brontolando scese dalla macchina e mi aiutò a trasferire l’attrezzatura da mare.
    Quando ci presentammo alle ragazze la virilità di Maurizio era ancora in piena erezione, evidentemente il mio brevissimo bacio doveva averlo eccitato terribilmente, anche perché era certamente la prima volta che un ragazzo glielo prendeva in bocca.
    Barbara lo guardò con una lucina allegra negli occhi.
    - Cosa ti ha fatto quel cattivaccio per ridurti in questo stato?- Gli chiese, accarezzandolo leggermente sull’inguine.
    - Basta,- gemette Maurizio, - se ti ci metti anche tu finisce che vengo subito, qui, in piedi, senza nemmeno che me lo tocchi ancora.
    - Sei già a questo punto, poverino?- Rise Barbara, - be’ Marco, visto che sei stato tu a eccitarlo a questo modo, mi sembra giusto che porti l’opera a compimento. Che ne dici Diana?
    - Dico che hai perfettamente ragione,- rispose la mia rossa, - anzi,- proseguì, appoggiandosi alle spalle di Barbara e cominciando a giocare con la punta di un suo seno che subito si erse, - dico che bisogna punirlo. Propongo che diventi proprietà comune per un po’ di tempo e faccia tutto quello che gli ordineremo.
    - Ehi, dico,- protestai, - ma la mia opinione non vale proprio niente?
    - Per il momento no,- dichiarò decisa Barbara.
    - Ben detto,- ribadì Maurizio, che aveva nel frattempo terminato di gonfiare il materassone a due piazze che ci eravamo portati dietro. Quando si voltò verso di noi vidi che il suo sesso manteneva ancora una buona erezione, pur non essendo più teso fino allo spasimo come pochi istanti prima.
    - Allora è deciso,- disse Diana, - Marco, sdraiati. Da questo momento sei a nostra disposizione e farai tutto quello che ti ordineremo.
    - Quando finirà la tortura?- Chiesi, sdraiandomi beatamente sul materasso e notando che era gonfio al punto giusto.
    - Finirà quando te lo diremo noi, ma non credo che si tratterà di una tortura,- rispose Diana, guardandomi maliziosamente. - Adesso sdraiati con il sederino per aria.
    Eseguii. Diana mi venne a cavalcioni sul dorso reggendo un foulard con il quale mi bendò gli occhi e mentre lo faceva strusciò l’inguine nudo sulla mia schiena.
    Ora non vedevo più niente.
    Due mani mi divaricarono le gambe. L’idea che potessero vedermi così aperto, mentre ero praticamente cieco, mi fece vergognare e mi eccitò e il mio sesso iniziò a inturgidirsi. Poi molte mani cominciarono ad accarezzarmi e alle mani si aggiunsero tre linguette che presero a percorrere ogni centimetro del mio corpo. Al momento non riuscii a identificarle, poi qualcuno mi gravò addosso e capii che era Maurizio che si era sdraiato sopra di me e continuava a leccarmi, scendendo adagio verso il culetto. La sua giovane verga, di nuovo durissima, mi scivolò lungo la schiena, per poi adagiarsi nel solco delle natiche. Il ragazzino si spinse ancora più giù e sentii la punta della sua asta tentarmi il buchino, mentre le due ragazze continuavano ad accarezzarmi.
    Quattro mani si posarono sul mio culetto divaricandomi ancora di più, mentre Maurizio si sollevava, rimanendo inginocchiato fra le mie cosce.
    - Guardalo Maurizio,- la voce di Diana un po’ emozionata ruppe il silenzio, - è quasi pronto per te. Faglielo sentire un poco, ma non prenderlo: non è ancora il momento.
    Maurizio appoggiò il glande contro il mio ano e istintivamente sollevai i fianchi per aiutarlo.
    - Ehi, golosone, non prendere iniziative!- Mi ammonì Diana, ma con una manina si era intrufolata svelta sotto la mia pancia e mi aveva impugnato l’uccello.
    - Mmmmmh...- approvò, - come è bello dritto! Fra poco me lo darai tesoro, me lo darai tutto.
    Maurizio intanto premeva sempre di più contro il mio forellino, adagio, per non farmi male visto che ero ancora completamente asciutto. Sentii che mi stavo dilatando sempre più e percepii il glande umido del ragazzino farsi strada dentro di me.
    - Dio, che bello...- gemette Barbara, - guarda come sta entrando bene. Marco ha un culetto divino, meglio di quello di una donna e si sta facendo prendere in modo meraviglioso. Quelle parole dette dalla ragazzina ebbero, come sempre, il potere di eccitarmi ancora di più, ma Diana fermò Maurizio e mi impose di girarmi sulla schiena.
    Immediatamente una bocca iniziò a lambirmi il sesso, mentre qualcuno si metteva a cavalcioni sul mio petto. Capii che era Maurizio quando sentii i suoi testicoli poggiarsi sul torace.
    Alla prima bocca se ne aggiunse un’altra che prese a leccarmi lo scroto, poi mi fecero sollevare le ginocchia e divaricare al massimo le cosce. Ero completamente aperto di fronte alle due ragazze e un brivido mi serpeggiò addosso quando sentii una linguetta scivolarmi fra le natiche, mentre l’altra continuava a baciarmi davanti. Lo faceva in modo divino e fui sicuro era Diana. Le sentivo ansimare e gemere a tratti, evidentemente stavano anche toccandosi fra loro.
    Il glande di Maurizio mi tentò la gola e lui me lo strusciò lentamente sulle guance, sul labbro inferiore, sulla bocca. Il giovane pene vibrava contro le mie labbra e allungai la lingua leccandolo piano. Si lasciò sfuggire un lamento e lo imitai quando sentii un ditino cercarmi fra le natiche e penetrarmi adagio. Gli misi le mani sul culetto e lo attirai verso di me, accogliendolo tutto in bocca, lui gridò forte e continuò a singhiozzare come non lo avevo mai sentito mentre lo succhiavo facendolo ondeggiare avanti e indietro fra mie labbra. Lo cercai dietro, nel solco e incontrai il suo ano che palpitava, spinsi e lo penetrai facilmente prendendolo fino in fondo e lui sculettò contro il mio dito che lo scavava. Anch’io ero scavato da un ditino terribile sul quale ondulavo i fianchi i fianchi, dando il ritmo alla bocca che mi accoglieva.
    Maurizio mi abbandonò un momento, girandosi in senso inverso al mio e offrendomi nuovamente l'uccello da baciare e gemendo quando gli feci scivolare di nuovo un dito nel culetto. Un gridolino di Diana mi fece capire che la stava leccando e un piccolo singhiozzo di Barbara mi disse che la mia rossa la stava accarezzando senza smettere di succhiarmi.
    Ci fu ancora del movimento e la bocca di Diana mi abbandonò, subito sostituita da quella di Barbara il cui lungo gemito mi fece capire che l'amica le stava baciando la passerina. Dovevamo avere fatto un groviglio fantastico e mi spiacque non poterlo vedere, ma anche l'oscurità che mi avvolgeva era piacevole e acuiva ogni singola sensazione che provavo.
    “Ho un cazzo in bocca,” pensai, annegando in un mare di libidine, “sto facendo il mio primo pompino e mi piace da morire succhiare questo ragazzino in amore e sentirlo godere di quanto gli faccio. Aveva ragione dicendo che è più intimo e coinvolgente che fare o farsi fare il culo. Fra poco godrà, sentirò il sapore del suo seme e lo berrò come lui ha fatto con me... Oddio, non resisto più... sto venendo nella bocca di Barbara e anche Maurizio sta per svuotarsi nella mia...”
    Sentii l’onda dell’orgasmo sommergermi e mugolai forte, mentre percepivo dalle contrazioni del culetto di Maurizio che anche lui stava per godere. Il ragazzino singhiozzò e il suo membro si tese e ingrossò nella mia bocca, poi esplose in lunghi schizzi che mi colpirono il palato e la lingua.
    Lo bevvi tutto, come lui aveva fatto con me e godetti fra le labbra della ninfetta, contorcendomi sul dito che mi aveva affondato nel culo. Venni con getti violenti, mi svuotai fino all’esaurimento nella sua bocca come Maurizio si era svuotato nella mia, poi giacqui completamente senza forze, mentre il ditino di Barbara si sfilava adagio dal mio corpo e il mio scivolava fuori da quello di Maurizio che si era abbandonato sopra di me, con il sesso schiacciato sul mio petto, le cosce che mi inquadravano il viso e il sederino sollevato che ancora palpitava.

    Non so quanto tempo giacemmo sotto il sole caldo, ma quando tentai di sfilarmi la benda che mi copriva gli occhi, una manina mi fermò.
    - No,- disse Diana, - non è ancora ora.
    - Come, non siete ancora soddisfatti?- Chiesi stupito.
    - Non del tutto. Eri stato avvertito che ti avremmo detto noi quando sarebbe stato il momento di riprendere la tua autonomia.
    - Ma ho sete!- Protestai.
    - Eppure qualcosa hai bevuto,- rise Barbara, ma dopo un attimo sentii che mi veniva messa in mano una bottiglietta e, bevendo, mi accorsi che era aranciata. Era buona e fresca e la trangugiai d’un fiato. Dai rumori che facevano capii che anche gli altri si stavano dissetando, evidentemente anche loro erano a corto di fiato e saliva. Rimasi del tutto immobile, crogiolandomi al sole in attesa che la fertile mente della mia rossa escogitasse qualche nuova diavoleria.
    - Maurizio,- la voce di Diana ruppe il silenzio che si era instaurato da qualche minuto, - ti piace quel brutto ragazzo bendato?
    - Non è brutto,- disse Maurizio, facendomi sorridere.
    - Be’, forse è vero,- concesse Diana, - però non mi hai risposto.
    - Si.- La sua voce non era molto ferma. Come sempre il ragazzino era imbarazzato di fronte a certe domande dirette.
    - Vieni qui,- disse Diana e due mani mi sollevarono di nuovo le ginocchia portandomele quasi sulle spalle.
    - È tutto aperto ora e non può vedere,- continuò Diana, - guarda,- proseguì e sentii un ditino che mi accarezzava fra le natiche tentandomi l’ano, - è ancora umido. La linguetta di Barbara lo ha lubrificato. Ti piacerebbe prenderlo?
    - Si,- rispose Maurizio, - ma per il momento sono Ko.
    - Questo è un problema che Barbara sarà felice di risolvere, vero tesoro? Io nel frattempo mi occuperò del mio ragazzone.
    - Vediamo un po’,- era la voce di Barbara questa, - mmmmmh... è piccolino, ma penso che si possa fare qualcosa.
    - Ehi, cannibale, vacci piano!- Il tono di Maurizio era allarmato, segno che la ragazzina si era gettata con un po’ troppa foga sul suo uccellotto.
    - Non ho tempo,- Barbara aveva la voce impastata come se avesse qualcosa in bocca e qualcosa la doveva avere senz’altro. - Ho voglia di vederlo bello duro.
    Diana si comportava in maniera diversa.
    I tre anni di differenza dalla ninfetta che si affaccendava su Maurizio l’avevano resa più esperta, più maliziosa e senza dubbio più puttana. Era lei infatti che aveva preso saldamente in mano le redini del gioco, mi riservavo però di prendermi una bella rivincita durante la notte che avremmo trascorso insieme in tenda.
    Si sdraiò accanto a me e mi si strinse contro. Sentivo i suoi seni sodi schiacciarsi contro il mio petto, mentre con l’inguine si strofinava lentamente sulla mia coscia. Mi baciò adagio, le sue labbra erano morbide e fresche, le sue mani leggere mi accarezzavano pigramente la pancia, scendendo a volte fino a toccarmi il sesso, stringendolo nel palmo, intrufolandosi fra i testicoli, scendendo adagio fra le cosce ancora aperte. La sua lingua giocava con la mia forzandomi le labbra e ritraendosi, perché potessi essere io a forzare le sue. Le toccai un seno, stuzzicando adagio il capezzolo sentendolo ergersi fra le dita e pensai che la linguetta di Maurizio non le era evidentemente bastata e ora era pronta per qualcosa di più profondo e consistente.
    Diana strisciò sul mio corpo dandomi piccoli baci fino a fermarsi sull’inguine, dove avvertivo di nuovo brividi di eccitazione. Vicino sentivo i due ragazzini sospirare. Le labbra morbide di Diana mi circondarono cominciando a succhiare adagio e le mani mi accarezzarono i testicoli, spingendosi sempre più in basso, fino a sfiorarmi il buchino, a titillarlo, mentre la lingua continuava il suo meraviglioso frullare su tutta la mia asta ormai completamente eretta. Nel buio cercai il suo corpo incontrando una natica rotonda e presi ad accarezzarla seguendone la linea morbida e spingendomi sempre più verso la passerina. La trovai e ci andai dentro con un dito: era già bagnata la mia rossa e pronta per me.
    Me la tirai addosso facendola mettere a cavalcioni sul mio viso, poi la cercai con la lingua. Mi inebriai del suo sapore leccandola adagio, come faceva con me, insinuandomi in profondità nel suo corpo, godendo dei sospiri che riuscivo a strapparle. La cercai fra le natiche, tentando il piccolo ano e vi scivolai dentro facendola gemere. Anche le sue dita divennero più insistenti e ci penetrammo insieme, godendo del piacere che le nostre bocche e le nostre mani sapevano darci.
    - Basta!- Esclamò a un tratto, stringendomi il membro quasi con disperazione, - non farmi venire, non ancora. Ti voglio sentire tutto dentro di me.
    Cessò di succhiarmi e scivolò in avanti fino a che i nostri inguini si incontrarono, poi si sollevò, sempre volgendomi le spalle e si introdusse gemendo il mio pene fra le cosce spalancate. Il suo sederino cominciò a schioccare sulla mia pancia, ritmando la danza che faceva impalandosi sempre più velocemente. Le accarezzai le natiche cercandole di nuovo il forellino e lo penetrai con il pollice. Lei singhiozzò e spinse i fianchi verso di me, poi venne gridando che era bellissimo, che stava godendo come una matta e che voleva il mio cazzo dentro di lei per sempre. Godette a lungo, in ondate successive che la fecero sobbalzare sul mio sesso saldamente piantato in lei e sul mio dito che la prendeva dietro, infine si placò con un sospiro, continuando a ondulare il bacino.
    - Dio, che bello!- Mugolò soddisfatta, sculettando dolcemente, - tu non sei venuto, vero? Dopo due volte puoi resistere molto a lungo, ma io non ce la facevo più, ne avevo troppa voglia. Adesso però ti sistemo io, ragazzaccio: voglio sentirti gridare e venire ancora insieme a te.
    Sentii gli altri avvicinarsi mentre Diana continuava la sua danza sul mio inguine. Sapevo di potermi trattenere a lungo prima di venire e ne ero contento perché quello che stavamo facendo era troppo bello per porvi fine con un orgasmo intempestivo.
    Ancora una volta Diana mi sollevò le ginocchia, divaricandomi le cosce ed esponendomi completamente.
    - Guarda, Maurizio,- la sua voce era roca e piena di libidine, - guarda com’è aperto. Ora puoi prenderlo, è quasi pronto per te.
    Mi vergognavo della posizione oscena che mi aveva fatto assumere e sentivo quasi fisicamente gli occhi dei due adolescenti frugarmi, puntandosi sul mio buchino che le natiche aperte facevano schiudere. Non mi ero mai trovato in una situazione del genere, ma ero ancora molto giovane e quel fantastico gruppo che avevamo creato costituiva una continua novità. La vergogna però non faceva che rinfocolare la mia eccitazione e anche non poter vedere gli amici che invece potevano osservarmi così intimamente mi eccitava.
    Una manina mi accarezzò l’ano e mi agitai quando lo ammorbidì con una crema fresca, introdotta in profondità da un dito che mi penetrò fino in fondo.
    - Brava Barbara,- era sempre Diana che impartiva ordini, continuando a impalarsi su di me, - ora ungi anche Maurizio, ce l’ha bello duro e penso che non veda l’ora di farsi Marco.
    - Oh si!- Gemette il ragazzino, cui Barbara stava evidentemente cospargendo l'uccellotto di crema, facendolo godere.
    Sentii le sue mani che mi sollevavano le gambe appoggiandosele sulle spalle, mentre Diana si sdraiava all’indietro sopra di me per lasciargli spazio.
    - Aiutalo Barbara,- rantolò Diana, girandosi per baciarmi.
    Le mani della ragazzina mi divaricarono ancora di più le natiche mentre la verga di Maurizio si puntava contro il mio buchino.
    - Ecco, prendilo...- ansimò Barbara. Il pensiero che stava osservando così da vicino la mia penetrazione diede un’ulteriore frustata ai miei sensi e mugolai sentendo il glande di Maurizio che si faceva strada, dilatandomi l’ano senza procurarmi dolore.
    - Dio mio com’è bello,- gemette Barbara, - ti sta entrando tutto dentro...- e mentre ascoltavo quella ragazzina terribile parlare, il mio ano si arrese e il membro di Maurizio mi scivolò dentro fino in fondo.
    - Oooooh...- Mi accorsi che ero stato io a gridare, mentre affondava nella parte più segreta del mio corpo fino a incollare la pancia contro li mio sederino, poi cominciò a muoversi, a scoparmi come io scopavo Diana, dando lui il ritmo ai nostri movimenti.
    - Dio come sei diventato grosso,- gemette la mia rossa, - quando te lo ha messo dentro mi hai riempita tutta.
    Si era rialzata e immaginai che stesse baciando Maurizio. Anche questo mi eccitò. Pensare che mentre facevamo l'amore stava baciando chi a sua volta mi scopava mi riempiva di libidine.
    Due cosce morbide mi circondarono il collo, allungai le mani incontrando il culetto di Barbara che spingeva l'inguine contro la mia bocca. Iniziai a leccare la ragazzina pensando che quello era il massimo, che più di così non avrei potuto sopportare. Sentivo l’orgasmo salire violento e affondai la bocca nella fighetta giovane che mi si offriva. Barbara gemette forte quando le succhiai il clitoride e si agitò contro il mio viso.
    Diana cominciò a godere sopra di me, agitandosi freneticamente, implorando Maurizio di accarezzarle ancora i capezzoli, poi gridò forte, sempre più forte, mentre si scioglieva in lunghi sussulti. Anche Barbara venne sulla mia bocca, gemendo con voce da bambina che fare l’amore così era fantastico e che eravamo le coppie più belle che avesse mai visto. Stavo per godere anch’io e gridai a Maurizio a darmelo forte. Il suo membro mi scavava con colpi sempre più frequenti, poi lo sentii ingrossare ancora e impennarsi e capii che anche lui stava per venire, mentre Diana passava ormai da un orgasmo all’altro senza interruzione.
    - Aaaaah!!!- Gridò il biondino, - godo, Marco, ti vengo dentro e vorrei sentirti anche dentro di me...
    Gli cinsi con le gambe la schiena, stringendomelo contro e finalmente lo sentii venire. Quando il suo giovane seme mi allagò il culetto l’onda dell’orgasmo salì irrefrenabile e mi svuotai gemendo nella mia rossa che rantolava di piacere, ormai quasi priva di voce.
    Ci accasciammo sul materasso senza più un briciolo di energia, con il respiro roco e ansante. Diana era scivolata via, ma Maurizio era ancora dentro di me: l’orgasmo violentissimo che aveva appena goduto gli aveva mantenuto il sesso in erezione e mi teneva ancora saldamente impalato.
    Mi tolsi la benda, ammiccando alla forte luce e sorrisi al ragazzino che mi si sdraiò addosso.
    - È stato bellissimo,- disse.
    - Si,- risposi baciandolo. Sentii la sua lingua giocare con la mia mentre muoveva il bacino.
    - Ne hai ancora voglia?- Gli chiesi.
    - Non lo so,- rispose affannato, - non lo so. So solo che vorrei starti ancora dentro. Ti faccio male?
    - No. Non mi fai male.
    - Ti piace?
    - Si, è bello sentirti.
    - Toccami,- gemette, iniziando di nuovo a scoparmi, - toccami anche tu...
    - Dove?- Lo provocai.
    - Lo sai...
    - Dimmelo,- insistetti.
    - Sul sedere. Ti prego, toccami dietro.
    - Qui?- Gli chiesi accarezzandolo fra le natiche.
    - Si... Toccami tutto, entrami dentro con le dita. Oh, ti prego, ti prego, inculami anche tu... infilami dentro le dita... Siiiii... così, anche l’altro... mettimene due... Oooooh... vengo ancora... vengo ancora...
    Gli avevo messo due dita nel sederino e lui sculettava cercando una penetrazione più profonda mentre il suo giovane pene mi scavava sempre più velocemente. Non me lo aspettavo, visto il recente orgasmo, ma iniziai a irrigidirmi contro la pancia dell'adolescente che seguitava a scoparmi gridando forte. Godette di nuovo. Il suo membro si gonfiò, il suo culetto si contrasse spasmodicamente sulle mie dita e Maurizio si aggrappò alle mie spalle scaricandosi dentro di me.
    Lo tenni stretto ancora un poco, poi fu lui a sciogliersi dall’abbraccio. Si accorse che avevo l’uccello semieretto e si sdraiò con la guancia appoggiata contro la mia coscia. Me lo prese in mano e se lo diresse verso le labbra, iniziando a leccarlo piano sul glande. Sembrava che gustasse un gelato e il piacere che provavo era forte, ma la vera eccitazione sessuale era ancora lontana. Sospirai quando se lo fece scivolare profondamente in bocca, ma quando cominciò a muovere su e giù il capo lo fermai.
    - Non vuoi che ti faccia un... pompino?- Mi chiese con voce improvvisamente roca.
    - Ti piace prenderlo in bocca, vero?- Lo provocai.
    - Tu cosa ne dici?- Sospirò arrossendo, poi mi fissò con occhi torbidi e mi assorbì di nuovo, abbassando la testa fino a che con le labbra incontrò il mio pube.
    Era bellissimo sentire la sua lingua avvolgersi come un serpentello sul mio pene sempre più rigido, ma di nuovo lo fermai.
    - Basta,- gemetti, - cerchiamo di riposare un poco, o questa sera non avremo più nemmeno la forza di mangiare...
    Lui mi guardo con gli occhi socchiusi e mi rivolse un sorriso malizioso, infine si rilassò, abbassando le palpebre e tenendomi ancora il sesso fra le labbra. Anch’io chiusi gli occhi e sprofondai in un sonno di piombo.
    Le ultime immagini che vidi furono quelle di Diana e Barbara abbracciate e anche loro addormentate.

    Edited by Elchicoloco - 20/6/2014, 23:27
     
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    Bellissimo anche questo proseguo spero che ci sia un seguito scrivi divinamente
     
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