Quel primo vero amore

Un racconto sentimentale, spero che le emozioni riescano a trapelare attraverso lo schermo e raggiungere chi legge tutto il post...

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  1. stebest
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    Il mio primo racconto postato qui, sul forum.
    Premettendo che ne ho scritti tanti altri e che in realtà io nasco come poeta, se avrete la pazienza di leggerlo tutto e di farmi sapere cosa ne pensate, ve ne sarei veramente grato. Un abbraccio sincero.


    Ed eccomi qui a guardarti mentre riposi, stanco dalla notte di amore che abbiamo passato.
    Mi sono svegliato, ti ho visto ancora addormentato e non posso fare a meno di lasciare che il mio sguardo accarezzi ancora una volta il tuo corpo, quello stesso corpo che fino a poche ore prima fremeva sotto i movimenti delicati ma sicuri delle mie dita.
    Sei bellissimo.
    Questo è il mio unico pensiero, questa è la certezza con cui affronto il tuo viso angelico, con cui ascolto il tuo respiro leggero e con cui sfioro le tue labbra carnose.
    Ti sei addormentato sussurrandomi che mi ami e, con un sorriso, hai chiuso gli occhi, lasciandomi qui da solo ad affrontare il buio.
    Per un attimo i pensieri si fanno cupi e la paura del buio, ancestrale terrore che mi persegue fino da che ho memoria, mi attanaglia violentemente ma basta sentire casualmente la tua mano scivolare sul mio ginocchio per riprendere in mano le mie emozioni.
    Ora che dormi ho finalmente il coraggio di dirti le cose che avrei voluto urlarti ieri sera.

    Ci siamo conosciuti poco più di tredici mesi orsono, su uno di quegli squallidi siti per incontri o luoghi per single, disperati e stupratori improvvisati; mi ricordo bene la tua foto profilo e quel sorriso leggermente accennato che sembrava catturarmi attraverso lo schermo, il tuo viso imperfetto e i tuoi grandi occhi marroni.
    Si, mi ricordo tutto.
    Mi ricordo anche di aver esultato quando rispondesti alla mia prima spassionata mail piena di “se ti va” e di “mi piacerebbe”, l’avevo scritta tutta di getto sai? Avevo il terrore di ricontrollarla, di notare qualche imprecisione e di farmi assalire dai dubbi, perciò non ho nemmeno badato ai tempi verbali o alle congiunzioni errate.
    Le chat su msn le ricordi? Io si, ricordo bene il tuo modo di fare dolce e la tua celata paura che io fossi in realtà un arzillo settantenne ma, onestamente, ricordo ancora meglio il tuo modo di farmi sentire importante, unico oserei dire.
    Così unico da dirmi che i miei pregi non erano nemmeno elencabili in un messaggio, tanti ne avevo e così tanti te ne mancavano da scoprire, secondo te, almeno.
    Per la nostra prima uscita mi sono vestito in modo casual ma facendo molta attenzione ai particolari, abbinando ai jeans attillati una maglietta nera sancrata e degli occhialoni firmati, il tutto per sperare di avere qualche chance in più con te.

    Non sono patetico? Sto raccontando tutto ciò al vento, al silenzio, alle tue orecchie che per una volta non mi ascoltano, per una rarissima volta si concentrano su te stesso, cosa che non fai mai, tanto il tuo cuore è puro e la tua persona è altruista.
    Eppure questa è la mia notte, è il mio momento per prendere in mano la mia vita e chiederti di stringermi forte, svegliarti fingendo di aver avuto un incubo e farmi cullare tra le tue braccia, darti un bacio ora, si, proprio ora e scusarmi dopo per averti destato dai tuoi sogni.

    I messaggi mandati di sfuggita sul treno del ritorno, il giorno in cui tutta la nostra storia è diventata realtà, il momento magico in cui le tue labbra si sono unite per la prima volta alle mie, senza pudore o malizia, solo spinte dal desiderio comune di congiungere e legare definitivamente le nostre anime.
    Questo è uno dei momenti che conservo con maggiore cura, sai ometto?
    Ricordo benissimo il panorama davanti ai nostri occhi, un lago circondato da verdi colline, con un aeroplano che passava veloce sopra le nostre teste, ricordo benissimo il nostro filosofeggiare dell’importanza di avere una famiglia e un luogo da chiamare casa.
    Sei stato il primo a notare la piccola fossetta che mi si crea vicino alle labbra quando sorrido, dalla parte sinistra del viso, il primo a notare i miei occhi e i loro riflessi dorati, il primo a farmi dei complimenti sinceri sulle mie passioni e sui miei interessi.
    Sei stato il primo.
    Ecco, forse questo più di tutto vorrei dirti: tu sei stato il primo e sei tutt’ora il primo per tantissime cose.


    Le lenzuola ti avvolgono la gamba sinistra, lasciando intravedere una parte del boxer nero che avvolge il tuo pube e cinge quelle gambe perfettamente glabre che tanto mi piacciono.
    Il tuo addome, scoperto, è tonico, piatto ma non esageratamente allenato, si nota a malapena la linea che divide gli addominali e porta fino ai pettorali che hai sviluppati di natura.
    Appoggio la schiena alla testiera del letto e ti passo la mano tra i capelli corvini, accarezzando dolcemente quella testa che partorisce pensieri sconclusionati quanto dolci, mentre lascio che i miei pensieri prendano ancora il sopravvento.
    Pensieri, o forse dovrei chiamarli ricordi?

    Nessun uomo mi aveva mai trattato con tanta cortesia e con così tanto rispetto, quasi con il timore che io potessi emanare una sentenza di rigetto nei confronti del tuo oramai esternato affetto.
    Una sera mi hai chiesto di farmi trovare pronto sotto casa alle otto, così da potermi portare in un posto “speciale”. Non so se ti sei accorto del mio stupore quando ho capito che il ragazzo davanti al quale hai accostato era il parcheggiatore del “Paradise”, locale dove le prenotazioni avevano tempo d’attesa di settimane e dove il ceto sociale dei frequentanti era decisamente alto.
    Ci siamo seduti in un tavolo rettangolare vicino alla grande vetrata che dava sulla strada adiacente, sulla tovaglia bianca era adagiata una candela accesa e una composizione floreale di rose blu con un biglietto appoggiatogli che recava semplicemente la scritta: “al mio piccolo principe”.
    Dopo i veloci ma intensi cambiamenti di colore della mia pelle che credo abbia assunto sfumature pomodorine, ci siamo finalmente decisi a ordinare da un menù dove non erano nemmeno scritti i prezzi vicino ai corrispondenti piatti.
    Ricordo le vongole, il riso al tartufo, il filetto di tonno e dei dolci dal sapore unico e dal nome impronunciabile che tu, dopo una mia iniziale titubanza, hai ordinato per ambedue (accompagnando l’ordinazione peraltro con vini del quale ho scoperto essere tu un degustatore).
    Abbiamo parlato per almeno tre ore del mondo, delle città che avresti voluto vedere e delle mie prospettive più o meno rosee per il futuro poi, quando l’ora si stava facendo tarda, hai pagato il conto invitandomi ad uscire poco prima che il cameriere portasse lo scontrino e mi hai fatto risalire sulla tua Ford Fiesta.
    Mi sono sentito così.. importante.

    Ho deciso di portarti la colazione a letto, te la meriti, dopotutto è il minimo che io possa fare viziarti con queste piccole cose che sono alla mia portata.
    Perciò, forte di questa decisione, mi alzo e vado nella mia piccola cucina dove so di trovare delle buone arance fresche per la spremuta e del latte da scaldare al microonde, ti preparo alcune fette biscottate impiastricciate di marmellata alle pesche (la tua preferita) e aggiungo un paio di croissant caldi.
    Metto il tutto sul vassoio e, mentre preparo i fiori per abbellire la colazione, ricordo il profumo delle rose che mi regalasti quella sera e dell’amore che rilasciavano nell’aria.
    Come se ognuna di quelle rose fosse una parte di te.
    Sorridendo inebetito mi sbrigo a portarti il vassoio fatto con tanto affetto.

    La sera del nostro appuntamento speciale, (come lo avevi definito tu) è continuata in modo tutt’altro che prevedibile visto che dopo un’ora di macchina sulla statale hai deciso di immetterti in una strada secondaria che portava a un paesino sperduto del Monferrato.
    Giunti a ### sei sceso dalla macchina e mi hai aperto la portiera, chiedendomi di chiudere gli occhi.
    Sento ancora le tue mani sui miei fianchi che mi guidano e la tua voce che mi avvisa di alzare talvolta i piedi per alcuni piccoli gradini sui quali io sarei goffamente inciampato fino a che, soddisfatto, mi dicesti di aprire gli occhi.
    In quel momento ho capito che avevo trovato un angelo caduto dal cielo.




    Ho appoggiato il vassoio con la colazione sul bordo del letto e sono venuto dalla tua parte, costeggiando il nostro nido d’amore, e mi sono messo in ginocchio in modo da avere il tuo viso davanti al mio.
    Per svegliarti ho deciso di baciarti, così come fa il principe per destare la bella addormentata nel bosco, uno dei tuoi cartoni animati preferiti.
    Tremo, e non so perché.
    E se tu in realtà non fossi certo di voler stare con me? Svegliarti vorrebbe dire chiederti di ragionare su questa eventualità e su mille altri problemi che potrebbero nascere.
    Corro in bagno e mi metto davanti al lavandino, sciacquo la faccia e mi pettino i capelli in modo da avere quella frangia rivolta a sinistra che tanto ti piace, provo qualche sorriso da sfoderare in caso di bisogno e una volta fattomi coraggio torno da te, esattamente nella posizione dalla quale ero scappato poco prima.
    Ti guardo, ricomincio a tremare ma questa volta sono deciso a non lasciare che le paure prendano il sopravvento, dopotutto sono mesi che vedi il mio viso no? Se dovevi scappare potevi farlo prima di finire a letto con me non trovi?
    Mentre i pensieri si accavallano nella mia mente le mie labbra si congiungono alle tue e la felicità sembra sgombrare ogni anfratto del mio Io.
    Lascio aderire le labbra alle tue, mordicchio leggermente il labbro inferiore e lascio che la tua bocca mi riconosca, così da spingerti a reagire.
    La tua mano dietro la testa mi conferma che ho organizzato un dolce e gradito risveglio.

    Ti stiri e mi doni uno dei tuoi meravigliosi sorrisi, ti salgo a cavalcioni facendo tremare pericolosamente il bicchiere contenente l’aranciata e mi lascio andare a un impeto di passione per tentare di dimostrarti quanto questi minuti senza poter vedere il colore dei tuoi occhi siano stati lunghi e dolorosi.
    Tu di riposta mi baci lasciandoti trasportare e le tue mani si adagiano sulla mia schiena portandomi a te e stringendomi forte: mi sento un tutt’uno con la tua anima.

    Quel che ho visto dopo aver riaperto gli occhi è stato semplicemente meraviglioso, davanti a me si è aperto uno scenario fiabesco a trecentosessanta gradi: ero su una terrazza in pietra che da su una piccola vallata dove la luna viene a specchiarsi in un piccolo stagno di acqua limpida.
    Gli alberi alti e i campi arati sono bellissimi anche di notte, illuminati dalla luce gentile della notte che li avvolge dando loro un’aura quasi magica.
    Ho sorriso perché il mio cuore ha provato un tuffo e un emozione unici nel loro genere, ho sentito il respiro mancarmi e le lacrime incominciare a scendere sul mio viso senza pietà.
    Nel cielo splendono alte centinaia di stelle che, vicine alla luna, la proteggono e le tengono compagnia mentre lei si specchia vanitosa, tu mi hai stretto al tuo petto e hai fatto incominciare dalla stereo la nostra canzone: Halo, della bellissima Beyoncé.
    Abbiamo ballato insieme, stretti e tu mi hai fatto volteggiare con lo sguardo rivolto verso l’alto, così da vedere le stelle danzare con noi e la luna commuoversi dalla gioia di vedere due anime finalmente unite da quel sentimento che trascende sesso o religione.
    Abbiamo ballato per quelli che sono sembrate essere ore, invece che pochi minuti, e alla fine del nostro singolare rito di unione tu mi hai fatto la domanda che sognavo di sentire uscire dalle tue labbra:
    “Ecco che mi trovo qui, innamorato di te, su una terrazza a rimirare il paesaggio e a ballare sotto le stelle. Io ti chiedo, piccolo uomo, ti andrebbe di diventare il mio compagno? Vorrei che vedessi questa notte come la conferma della nostra relazione e, per far si che ciò avvenga anche in modo formale, ti prego di accettare questo mio piccolo regalo..”
    Con queste parole mi hai messo al collo una splendida “S” argentata con sottili strisce diagonali in oro bianco e con inciso, sul retro, la mia frase preferita, quella che io ti dissi la prima volta che ci siamo sentiti: “non cancellate il mio mondo”.
    Io con un filo di voce non ho potuto che sussurrare al vento, alle stelle e alla luna, nostri testimoni, che io sarei stato tuo fino a che non mi avessi ripudiato e anche allora, comunque, una parte di me avrebbe vissuto per sempre nel tuo cuore.


    Quella è stata la prima sera dove ho concesso il mio corpo ad un uomo, ho lasciato che le nostre anime danzassero anche carnalmente e che il mio piacere coincidesse con il tuo.
    Ecco che così facendo sei stato il primo anche in questo.
    A te ho regalato, quella notte, il mio primo fiore, il sentimento per il quale avrei ucciso e sarei morto, il mio cuore e i miei sogni.

    Ed eccoci qui, ora, dopo tutti questi mesi da quella data.
    Tu che consumi la colazione da me preparata e io con la testa appoggiata alla tua spalla.
    Posso dirti una cosa, ometto mio?
    Non so se ti dirò tutti i miei pensieri, magari un giorno troverò la forza per farlo, ma per ora, sappi che posso giurare davanti a Dio che finalmente sono felice.
    Perché io..
    .. io non ho più paura di dire che ti amo.
     
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  2. cris88
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    complimenti è davvero un racconto stupendo
    io adoro le storie romantiche... e quella che hai raccontato è fantastica.... complimenti, continua così !!!
     
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  3. Jessi_
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    Mamma che bello *_*
    E' davvero dolcissimo. Mi piace come scrivi, quasi non ho respirato durante tutta la lettura.. Bellissimo
     
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  4. stebest
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    mando un abbraccio a tutti e due, soprattutto per essere arrivati fino in fondo. Grazie ragazzi :) se vi piacciono continuerò a postare i miei racconti..
     
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  5. cris88
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    Posta posta.... non vedo l'ora di leggere i prossimi ^^
     
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  6. Jessi_
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    Idem, posta :)
     
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  7. JessyJames
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    davvero stupendo......scrivi ancora per favore!!!!
     
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  8. max_96
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    Mamma mia....bellissimo!! Ne vogliamo altriiiii!!!!
     
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  9. ~ Chimera ~
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    Terribilmente romantico!
    Mi ha ammantato della carezzevole seta dei sogni...

    Complimenti, scrivi molto bene! ^^

    CITAZIONE (stebest @ 14/2/2011, 12:51) 
    Eppure questa è la mia notte, è il mio momento per prendere in mano la mia vita e chiederti di stringermi forte, svegliarti fingendo di aver avuto un incubo e farmi cullare tra le tue braccia, darti un bacio ora, si, proprio ora e scusarmi dopo per averti destato dai tuoi sogni.

    Questa è la mia frase preferita.

    Waiting for the next! ^_^
     
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  10. rainbowboy
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    Molto bella, sei davvero bravo e scrivi molto bene!
    Aspettiamo tutti il continuo!
     
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  11. stebest
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    ok ragazzi, a parte il fatto che mi avete fatto sorridere, vi vorrei chiedere: preferite un seguito? se si ne scrivo uno, altrimenti posto un altro brano da me scritto. Inoltre: vi piacerebbe una maggiore digressione sull'aspetto sessuale oppure può andare bene che rimanga sullo stile di questo racconto?
     
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  12. MrCorwin
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    Ste, personalmente vorrei leggere qualcos'altro sulla falsariga di questo.
    Magari posteriore.
     
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  13. ~ Chimera ~
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    :huh: Uhm, non so se preferirei leggere un seguito o direttamente un altro brano... Forse un altro, perché penso che questo racconto abbia un valore di per sé, proprio, che forse verrebbe intaccato accostandogli qualcos'altro.

    Of course, il prossimo per me dev'essere sullo stesso stile! ^_^ Ho bisogno di viaggiare con la fantasia...
     
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  14. JessyJames
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    un po' di disgressione sessuale non sarebbe male..... :P
     
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  15. Jessi_
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    CITAZIONE (~ Chimera ~ @ 15/2/2011, 17:57) 
    :huh: Uhm, non so se preferirei leggere un seguito o direttamente un altro brano... Forse un altro, perché penso che questo racconto abbia un valore di per sé, proprio, che forse verrebbe intaccato accostandogli qualcos'altro.

    Of course, il prossimo per me dev'essere sullo stesso stile! ^_^ Ho bisogno di viaggiare con la fantasia...

    Idem
     
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14 replies since 14/2/2011, 12:51   1047 views
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