Luca&Francesco parte II

La vita non è tutta rose e fiori..

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  1. Jessi_
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    Beh, ecco il seguito della storia di Luca e Francesco..
    Buona lettura, spero vi piaccia. :D
    Ehm probabilmente sono stata un po' prolissa..


    Dopo quel pomeriggio stupendo Luca aveva riaccompagnato a casa Francesco prima di tornare indietro verso casa sua, quasi volesse assaporare ogni istante che poteva passare con lui. Tornato a casa si fece una doccia ristoratrice e preparò la cena per sè e sua madre con cui condivideva la villetta. Con lei c'era sempre stato un buon rapporto e sebbene egli non avesse mai sentito il bisogno di dichiarare apertamente la propria omosessualità a lei -infondo lei non gli aveva mai chiesto niente della sua vita sentimentale-, era sicuro che lei l'avrebbe accettato. E poi era quasi sicuro che lo sospettasse se non ne avesse avuta la certezza. Nonostante la sua sicurezza però mentre finiva di apparecchiare la sua mente era invasa dai dubbi, ma in qualche modo avrebbe pur dovuto giustificare come mai lui e Francesco sarebbero usciti molto spesso.
    Quando la donna suonò il campanello il biondino scattò sull'attenti ed andò ad aiutarla a portare le buste della spesa in casa: niente di inconsueto, lo faceva sempre. Dopo le solite chiacchiere di rutine i due sedettero a tavola e cominciarono a chiacchierare tra un boccone e l'altro saltando da un argomento ad un altro senza quasi farvi caso. <ma'> l'apostrofò ad un certo punto il figlio. Il cuore gli batteva in gola facendogi pulsare il sangue nelle orecchie.. <esco con Fra>.
    Tintinnio di posate.
    Silenzio.
    Poi finalmente Giovanna alzò la testa per guardare il figlio con aria pensosa.. "Esco, esco" Si ripeteva lei nella testa cercando di dare un senso alla frase domandandosi se per caso le stesse dicendo che usciva dopo cena.. Continuò a guardarlo e la trepidazione, il timore quasi che lesse sul volto del figlio le fece aprire un sorriso sul suo volto ancora giovanile. A quel sorriso Luca fu sicuro che la madre avesse capito, ma si aspettava che dicesse o facesse qualcosa, quindi rimase ancora silenzioso, le posate poggiate ancora strette nelle mani. <sei felice?> Gli chiese lei infine..

    [INTANTO A CASA DI FRANCESCO] Erano tutti e tre seduti a tavola: madre, padre e figlio con gli occhi puntati sul televisore. L'atmosfera non poteva essere pià diversa da quella che regnava in casa di Luca: nessuno badava agli altri o gli rivolgeva la parola se non per chiedere
    che venissero passati il sale, l'olio o altri alimenti. <venticinquenne in coma in seguito ad un pestaggio ad opera di una band. L'unica colpa
    essere gay.> Questa la notizia che stava ora passando al telegiornale e che fece ghiacciare il sangue nelle vede del ragazzo che si guardò bene dall'intercettare lo sguardo di uno dei due genitori. <eh beh, che c'è di male?> Chiese il padre con una domanda retorica cui però rispose la moglie <dovrebbero eliminarli tutti sti froci, nevvero Francè?> Disse infatti lei rivolgendosi al figlio che per tutta risposta stava chinato sul
    piatto e borbottò qualcosa di non meglio distinto con la bocca piena. I genitori continuarono a commentare sugli stessi toni quella storia per tutta la durata del notiziario al termine del quale il brunetto ne approfittò per tagliare la corda con la scusa di lavare i piatti.
    Finito che ebbe si ritirò in camera sua e scrisse un SMS al ragazzo che avrebbe voluto avere accanto in quel momento, ma che mai sarebbe entrato da quella porta se non come amico. <mi manchi Lu..>

    [CASA DI LUCA]
    Anche loro avevano finito di cenare e quando al suono del cellulare Luca scattò in piedi come se lo avesse appena punto una tarantola sua madre ridacchiò cominciando a sparecchiare.
    Poco dopo, mentre era sul divano a guardare il notiziario su un canale diverso da quello che aveva guardato la famiglia di Francesco e continuava a messaggiare con lui, udì la medesima notizia. La madre smise di asciugare i piatti ed entrò silenziosamente nel salotto baciando il figlio sulla fronte <sarai sempre il mio bambino> Mormorò con un sorrisino, sembrava più scossa ora che quando Luca le aveva detto di Francesco, ma forse era solamente perchè cominciava a ragionarci di più sopra.. <buonanotte..> <notte ma'..> Rispose lui continuando a guardare il telegiornale fino alla fine per poi andare a letto.
    I giorni passarono e Luca e Francesco continuavano a vedersi a volte soli, a volte con la comitiva. Non cera stato bisogno che si mettessero daccordo: la loro storia era privata e, anche se questo costava uno sforzo specialmente a Luca, nessuno dei due accennò a dimostrazioni d'affetto in pubblico.
    La differenza tra i due era una sola: il biondo non aveva nessun problema con la propria sessualità, non temeva di venir ancora più allontanato e, infondo, non gliene fregava nemmeno un gran che: l'unica persona a contare per lui era ed era sempre stata Francesco. Non era legato a loro, certo era sempre andato daccordo con tutti, ma ciò che loro pensavano gli scivolava addosso come acqua fresca.
    Per il brunetto invece la questione era diversa. Cresciuto in casa con due omofobici non solo temeva che questi venissero a sapere della sua
    relazione con Luca -e sarebbe stato impossibile nasconderglielo se nel paese qualcuno l'avesse saputo: tipico dei piccoli paesini dove tutti sanno tutto di tutti-, ma era terrorizzato che gli "amici" l'allontanassero come avevano fatto con Luca. Niente insulti o cose del genere, semplicemente lo trattavano come fosse uno sconosciuto.. Anche se, a pensarci bene, Luca non aveva mai realmente fatto parte del gruppo: se
    ne stava ai margini, parlava poco quando c'erano tutti e a volte Francesco aveva l'idea che non ascoltasse mennemo quel che si diceva se non era coinvolto.
    Una personalità più forte, indipendente e leggermente menefreghista quella di Luca, che pure era completamente il contrario con la persona
    che gli aveva rubato il cuore, l'unica che contasse a parte sua madre; più fragile quella di Francesco che sempre si era sentito intmamente rifiutato dalla sua famiglia e temeva di perdere anche gli "amici".
    Poche settimane più tardi tuttavia gli sguardi che i due si scambiavano anche quando erano nel gruppo, il loro modo di capirsi al volo, spesso senza nemmeno parlare rivelò agli altri quel che i loro gesti avrebbero rivelato molto prima se solo si fossero permessi di comportarsi come il cuore diceva loro.
    Un piccolo paese, una sola voce; quella sbagliata. Una sera, mentre Luca come il solito accompagnava a casa Francesco dopo che erano stati a mangiare una pizza con gli altri, tutto il paese seppe. E così erano venuti a saperlo anche i genitori di Francesco.

    [LUCA] Stavamo tornando da una cena con degli amici, avevamo mangiato una pizza e lo stavo riaccompagnando a casa quando, dopo aver parcheggiato nella via davanti a casa sua, sul marciapiede opposto, mi avvicinai a lui per baciarlo augurandogli la buona notte. Mentre mi sporgevo verso di lui per sfiorare lemie labbra sulle sue vidi qualcosa che mi ghiacci il sangue: l'auto di Francesco era stata imbrattata con una bomboletta spry e sul cofano riluceva a caratteri cubitali una sola parola "GAY". <porca puttana..> mi sfuggì dalle labbra e l'esclamazione, che non era solita uscire dalle mie labbra, attirò l'attenzione di Francesco che si voltò nella stessa direzione. Rimase immobile, congelato. Si aprì la porta di casa sua e ne vennero lanciati fuori due oggetti. Io fui più pronto di Francesco a capire di cosa si trattasse e sentii una rabbia incontenibile crescermi nel petto, bruciare ogni singola cellula del mio corpo, ma mi trattenne dal dare in escandescenza e mi voltai per vedere in viso Fra; avevo paura di ciò che avrei visto nei suoi occhi e non mi sbagliavo. La sua espressione m'agghiacciava e, senza pensarci nemmeno un'istante, l'abbracciai stretto. Lui mi respinse lasciandomi allibito, ma non protestai nemmeno quando egli aprì la portiera ed uscì dall'auto.

    [FRANCESCO] Avavo paura, mi tremavano le gambe e quando vidi volare fuori dalla porta il mio zaino e la valigia che la comitiva mi aveva regalato per il mio compleanno un paio d'anni prima non ce la feci più. Non incolpavo certamente Luca della situazione, ma in quel momento volevo solo stare solo così, quando lui cercò d'abbracciarmi esercitai una piccolissima pressione sul suo petto e lui mi lasciò andare come aveva sempre fatto anche questa volta rispettava quel che volevo. Arrancai verso la porta di casa e bussai una, due, tre volte finchè non sentii i passi familiari di mio padre raggiungere la porta. <chi è?> Domandò la voce dell'uomo <sono Francesco.> <francesco chi?> La voce era cattiva e il ragazzino tremò da capo a piedi <tuo-Tuo figlio..> mormorai <non ho figli.> Crollai, non fisicamente, ma i miei nervi non potevano reggere e rimasi come un cretino davanti alla porta. Cominciò a piovere, ma non mi mossi finchè non sentii un corpo caldo e asciutto stringermi a sè.

    [LUCA] Non potevo andarmene, rimasi a guardare. Rimase immobile davanti alla porta anche quando cominciò a piovere. Dopo pochi minuti non resistetti più, uscii dall'automobile e mi avvicinai a lui abbracciandolo incurante del fatto che avrebbe potuto respingermi di nuovo. <andrà tutto bene, passerà..> Sussurrai vicino al suo orecchio strinendolo di più e posando un dolce bacio sulla sua nuca. E dopo qualche istante, o qualche mituno non lo sapirei dire, anche lui m'abbracciò. Rimanemmo così, sotto la pioggia fitta per quella che parve un'eternità poi mi chinai e misi in spalle lo zaino zuppo mentre con la destra prendevo la valigia cominciando a trascinarmela dietro mentre con la mancina stretta della destra di Francesco mi avvicinavo alla mia macchina. Sistemai il tutto nel bagagliaio e ripartii verso casa mia. Quando arrivammo davanti all'abitazione la pioggia si era trasformata in grandine e corremmo velocemente al riparo nel piccolo porticato davanti alla porta d'ingresso. Aprii la porta ed entrammo, mia madre ci venne incontro, ma, viste le nostre facce si limitò ad annuire <a domani..> . Mi stupii perfino io del suo tatto. Francesco era ancora completamente scoinvolto dagli avvenimenti di poco prima e non sapevo cosa fare così me lo trascinai in bagno: io quando sono agitato, mi faccio sempre una doccia calda. Zittii le sue proteste baciando le sue labbra, carezzandole con la punta della lingua che s'insinuò tra esse cercando quella di lui. E mentre lo baciavo, le mie mani presero a percorrere il suo corpo al di sopra di quella bianca camicia oramai trasparente a causa dell'acqua che l'aveva insuppata completamente. Senza scostarmi dalla sua bocca gli sbottonai la camicia; la sua pelle era gelata a causa dell'esposizione prolungata alle intemperie della serata e le mie mani bollenti cominciarono a toccare il suo petto desiderando di sentirlo scaldarsi sotto di esse. Gli feci scivolare la camicia dalle spalle mentre le mie labbra si posavano sul suo collo, mentre lo solleticavo con la punta della lingua; poi all'improvviso sentii le sue dita gelide sotto la camicia nera che mi restava appiccicata al torace.

    [FRANCESCO] <ti amo> Sussurrai mentre carezzavo il suo corpo tonico, i suoi muscoli perfetti. <ti amo Luca..> Ripetei a voce bassissima con il respiro acelerato. Sollevai il suo mento cercando nuovamente le sue labbra, avevo troppa voglia di baciarlo, troppa voglia di annegare le mie paure per il futuro in quel corpo bellissimo. Spostai entrambe le mani sulla sua cintura che aprii mentre lui apriva la mia. Io frenetico. lui invece sempre più calmo, quasi volesse frenarmi. Cominciai a massaggiargli il pacco attraverso i jeans, volevo sentirlo godere, volevo essere così concentrato su di lui da non pensare a nient'altro e, quasi Luca l'avesse capito, mi prese le mani nelle sue e se le portò alle labbra baciandone i palmi. <non oggi, non per questo motivo Fra..> Mi disse. Mi sentii rifiutato. Sì, razionalmente sapevo benissimo che lui mi voleva con ogni fibra di se stesso e che stava cercando di fare ciò che riteneva fosse più corretto, ma io mi sentii rifiutato ugualmente.

    [LUCA] Mi costava ogni bricciolo di determinazione dirgli di no perchè non desideravo altro e il mio corpo eccitato bramava le sue attenzioni. Sospirai, impacciato senza guardarlo negli occhi perchè temevo quasi di vedere quel che avevo intuito: si sentiva non voluto, non desiderato da me, da me che per tutta la mia esistenza non avevo fatto altro che volerlo e ora qualcuno insinuava che non fosse così.. Ero disperato. Lo strinsi a me, lo baciai mentre i nostri pacchi si strisciavano attraverso la patta aperta. <fra> Ansimai piano, stuzzicando delicatamente il lobo del suo orecchio, prendendolo appena tra i denti prima di baciargli il collo e continuare a parlare contro la sua pelle. <ti desidero, ti voglio da matti..> Non trovavo le parole <ma non posso fare l'amore con te oggi, non voglio che stai con me per non pensare a quel che è successo.. Non voglio che il ricordo di ciò che è successo rovini quel che può essere..> Eppure non smisi di baciarlo, avevo bisogno di sentire ogni centimetro di lui contro la mia pelle quasi mi fosse necessario per respirare. Poco dopo eravamo nudi, l'acqua bollente scorreva sui nostri corpo e non smettevo di guardare la perfezione scultorea del mio ragazzo. Dio quant'è bello.

    [FRANCESCO] Capivo e cominciavo a non sentirmi più respinto: era impossibile con la sua bocca contro la mia pelle e le sue mani che percorrevano ogni singolo centimetro del mio corpo. Sentii ad un tratto le sue mani forti sui miei glutei. Mi palpava con desiderio e mentre le sue dite scivolavano tra le mie natiche sentivo il cazzo diventare ancora più duro. Ansimavo e le mie mani percorrevano la sua schiena. Ad un tratto lasciò il mio fondoschiena per risalire lungo la colonna vertebrale, un sorriso sulle labbra, un sorriso che si estendeva a quegli occhi cerulei e magnifici. In quell'istante seppi che non avrei mai potuto amare nessun'altro. Continuando a stuzzicarci e ridacchiando complici di quei giochi c'insaponammo a vicenda e ci risciacquammo prima che egli mi facesse largo in camera sua. <voui dormire con me? Sennò.. io... beh, posso dormire sul div..> non potevo credere a quelle parole, era la primissima volta che lo vedevo così imbarazzato ed insicuro.. Lo interruppi poggiando un dito sulle sue labbra <il tuo letto è l'unico posto dove vorrei stare questa notte e tutte le notti.> Il suo sorriso si fece radioso e non potei che esserne contagiato. Indossando solamente un'asciugamano stretto in vita entrai nella sua camera passandogli davanti mentre mi tiene aperta la porta. La sua camera è grande, a destra un grande letto di legno coperto da un copriletto rosso. Non guardo altro, ci salto su e lo invito a raggiungermi. Lui chiude la porta appendendo alla maniglia l'asciugamano e rimanendo completamente nudo. Mentre si avvicina al letto io mi avvicino al margine <non dirmi di no..> sussurro solo allungando la mano verso il suo membro ancora eretto e cominciando a segarlo lentamente, senza staccare i miei occi dai suoi. Pochi istanti dopo eravamo entrambi sul letto nella posizione del 69. Luca stava sotto di me, sentivo la sua lingua divina leccarmi l'asta e prenderla in bocca mentre con le dita mi stuzzicava il buchetto eccitandomi da morire: il mio cazzo era di marmo. Io cercavo di far quello che l'istinto mi diceva e i mugolii soffocati di Lu premiavano il mio impegno. Il suo cazzo era caldo sotto la mia lingua, la cappella rossa oramai completamente bagnata della mia saliva entrava e usciva dalle mie labbra, talvolta mi soffermavo a succhiarla appena prima di riaffondare quell'arnese stupendo completamente dentro la mia bocca finch+ ci riuscivo per lo meno. Mi sentivo soffocare e, per quanto m'impegnassi non riuscivo a farmelo arrivare in gola. Intanto lui continuava pompare il mio uccello così bene da farmi sentire prossimo all'orgasmo, ma improvvisamente smise di leccarmelo abbandonandosi a qualche mugolio soffocato visto che non molto più in là dormiva sua madre. Poco dopo sentii la sua lingua sul mio buchetto e già solo l'idea delle sue intenzioni mi faceva rabbrividire: lo paventavo e lo volevo più di ogni altra cosa al mondo.

    [LUCA] Non resistevo più: volevo entrare dentro di lui, farlo mio, completamente e solamente mio. Mi rigirai mettendolo con la schiena contro il copriletto e con un sorrisino malizioso m'insinuai tra le sue gambe. Le mie mani risalivano lentamente il suo interno coscia massaggiandolo delicatamente e spingendolo ad allargar le gambe per arrivare meglio al suo inguine che presi a baciare e leccare prima di aventarmi nuovamente sul suo cazzo. Era durissimo e mi piaceva da morire; tuttavia smisi di giocare con quel ben di dio e sollevategli le gambe cominciai ad inumidire e massaggiare il suo bichino cercando di dilatarlo senza fargli male. Era strettissimo. Lo sentivo gemere, ma vidi chiaramente, quando riuscii ad insinuare l'indice nel suo ano, che non vi era piacere sul suo volto, o comunque non solo quello e quindi esitai. <non smettere..> ansimò lui con gli occhi chiusi, ed io, senza smettere di ammirare ogni dettagio del suo corpo, ripresi il mio lavoretto. Continuavo a leccare e a massaggiare finchè non riuscii a far penetrare due dita. Inizialmente piano, pianissimo e solo la prima falange muovendole lentamente di lato, poi fanendole affondare sempre di più fino ad arrivare a far entrare indice e medio del tutto muovendole sempre più rapidamente fuori e dentro. Ora godeva, lo vedevo chiaramente, lo sentivo dai suoi gemiti soffocati. Portai con le dita un po' di saliva sul mio cazzo, ancora bagnato della saliva di Fra e posizionandomi sopra di lui, appoggiai la punta del sesso contro il suo buchino stuzzicandolo appena, senza spingere. Lo muovevo in maniera circolare spalmando ancora meglio la saliva e poi, lentamente, cominciai a spingere. Era talmente stretto che infilarmici fu quasi doloroso, entravo piano pochi milliletri alla volta. Fra mi guardava, un sorriso tirato sulle labbra, il cazzo durissimo tra di noi.. Gli feci segno di stare in silenzio e poi, con un unica spinta, fui completamente dentro. rimasi immobile, sapevo che gli avevo fatto male, ma non avrei saputo che altro fare, cercai le sue labbra con le mie.. <ti amo> sussurrai piano, ebbro di piacere. Dopo alcuni istanti mi mossi piano, uscendo di pochi centimetri e tornando a riempirlo subito dopo.. <ti amo> sussurravo ad ogni andirivieni. Ogni volta uscivo un po' di più da lui finchè, dopo poco, quei mugolii di dolore che egli tentava di reprimere si trasformarono in ansiti di piacere. Presi a muovermi più veloce. Sentivo il suo membro tra i nostri corpi sfregare sulla mia pelle.. Avanti e indietro sempre più veloce.. <lu, vengo..!> gemmette Francesco mentre io me lo inculavo sempre più velocemente, con sempre più foga anch'io vicinissimo all'orgasmo. Sentii il suo sperma imbrattare entrambi i nostri corpi e fu la goccia che fece traboccare il vaso: venni come non ero mai venuto, lo riempii con cinque o sei schizzi potenti di sborra bollente finchè, esaurite le forze, mi appoggiai semplicemnete a lui, volevo restare così.. Le sue mani dolcissime mi carezzavano la schiena e sentivo il mio membro rimpicciolirsi pian piano e scivolare fuori da lui. <grazie tesoro..> mi sussurrò Francesco baciandomi mentre scivolavo di lato. Ci ripulimmo alla bell'e meglio, l'abbracciai continuando a coccolarlo finchè non si addormentò anora appoggiato a me.. <grazie a te piccolo> risposi solo in quel momento stampandogli un bacio sulla fronte e raggiungendolo nel mondo dei sogni di lì a poco.

    Edited by Jessi_ - 3/2/2011, 23:20
     
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  2. max_96
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    *_____* che belloooooooooooooooooooooooooooooooooo....quanto mi piacciono i racconti romantici......c'è il seguito???
     
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  3. xxxilnascostoxxx
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    complimenti molto bello... mi sono ancora commosso
     
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  4. Jessi_
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    Un po' classica e prevedibile, ma contenta che sia piaciuta :D

    Mmmm.. non so, potrei pensarci, ma mi serve tempo: sono lentissima ad elaborare eheheheh..
    Cosa sarebbe successo dopo la prima parte lo sapevo già.. E' inevitabile, la mente è più veloce della mano, ma la seconda parte mi ha occupato pure il cervello mentre scrivevo quindi nun me la sono potuta immaginare xD
    Vedrò che posso fare :P
     
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  5. max_96
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    CITAZIONE (Jessi_ @ 3/2/2011, 23:09) 
    Un po' classica e prevedibile, ma contenta che sia piaciuta :D

    Mmmm.. non so, potrei pensarci, ma mi serve tempo: sono lentissima ad elaborare eheheheh..
    Cosa sarebbe successo dopo la prima parte lo sapevo già.. E' inevitabile, la mente è più veloce della mano, ma la seconda parte mi ha occupato pure il cervello mentre scrivevo quindi nun me la sono potuta immaginare xD
    Vedrò che posso fare :P

    Aspetto con ansia!!! È fantastico...adoro questo tipo di racconti!!!!!!!!!!!!
     
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    FIGO GAY

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    E' un racconto bellissimo spero con gioia che tu abbia voglia di mettere giù la terza parte perchè credo che sia l'epilogo e la storia di ogni coppia di adolescenti gay che provano le stesse sensazioni e vivono quasi o meno le stesse esperienze circondati dalle stesse persone di chi accetta e di chi no d'avere un figlio gay
     
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  7. Jessi_
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    Grazie Roby. E' il mio modo di cercade di capire meglio gli altri, scrivere intendo.. Essendo io una ragazza etero devo dire che non sono così vicina alla tematica, e l'entrare nella psicologia degli altri mi aiuta un po' a vedere le cose dal loro punto di vista..

    Appena il lavoro molla un po' e non torno a casa stanchissima vedo cosa posso fare per un proseguo.. :)
     
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  8. Andrybsx1994
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    Oh meglio ancora questa della prima! complimenti
     
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  9. cmn92
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    Fantastica! sei davvero brava complimenti!! spero vivamente in un continuo... :)
     
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8 replies since 3/2/2011, 00:43   903 views
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