Mio fratello Matteo

La partenza

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  1. Neilcandy
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    All’epoca dei fatti avevo compiuto 18 anni da neanche un mese.
    Mio fratello, che da due anni era fuori casa per l’università, era rientrato, come di consueto, per le vacanze estive.
    Innanzitutto ci tengo a dire che sono un bel ragazzo, moro, alto un metro e ottanta e con dei profondi occhi scuri. La mia carnagione e leggermente dorata e, nel complesso, ricordo molto uno di quei modelli che il più delle volte appaiono sulle riviste patinate.
    Mi prendo molta cura di me stesso e, conseguentemente, ho un aspetto alquanto efebico, ancor oggi che ho venticinque anni.
    Comunque, tornando al nostro racconto, una sera rientrando a casa, incrociai i miei genitori che stavano uscendo nel vialetto, avevano in mano una piccola valigia e mi salutarono dicendo che Matteo, mio fratello, per l’appunto, aveva loro regalato un soggiorno di un weekend in una località montana. Mia madre mi salutò con un bacio mentre mio padre sistemava la valigia nel bagagliaio.
    Li vidi allontanarsi rimanendo inebetito.
    Ma che stronzo, pensai tra me, a loro regala il soggiorno e a me, in 18 anni, il massimo che aveva regalato era il suo walkman mezzo scassato, e solo perché lui si era finalmente comperato quello nuovo.
    Entrai in casa e lo vidi seduto sul divano, le braccia appoggiate allo schienale e la gamba destra poggiata sul ginocchio sinistro. Per la prima volta mi soffermai a guardarlo un po’ meglio.
    Era il mio contrario, biondo e con un bel paio di occhi di un blu oceano. Il suo sorriso, tra il beffardo e il divertito, mi muoveva dentro una stranissima sensazione.
    Allora pischello – mi disse con fare canzonatorio – sei pronto a farmi da schiavetto per tutto il weekend?
    Una lotta interna mi scoppiò improvvisa, da una parte il mio orgoglio mi faceva odiare quel presuntuoso che si sentiva in diritto di umiliarmi, dall’altra però cominciò a farsi avanti il desiderio di essere totalmente sottomesso a lui.
    Si alzò e si avvicinò verso di me, si sfilò la maglia in un guizzare di muscoli tonici e lavorati, me la scaglio in viso e mi disse:
    Io vado a farmi una doccia. Tu vai a mettere i vestiti a lavare.
    Si diresse lungo il corridoio, entrò nella porta del bagno e gettò fuori i pantaloni e i boxer. Rimasi incantato a guardare le natiche sode contrarsi mentre lui stirava i suoi muscoli. La schiena levigata si contraeva, ora a destra e ora a sinistra a seconda di dove fletteva il fianco Matteo. Aprì il box doccia e fece scorrere l’acqua.
    Io, in preda alla confusione più totale non riuscivo a muovermi. Guardavo mio fratello, che mai fino ad allora avevo visto così bello e desiderabile, e non capivo più nulla.
    All’improvviso la sua voce mi ridestò:
    Allora, sei ancora lì, non ti avevo detto di andare a lavarmi la maglia?
    Mi scossi dal torpore e mi avviai verso la lavanderia, mi avvicinai alla lavatrice, la aprii ma, un impulso improvviso, mi fece stringere la maglia più forte tra le mani. Uno strano odore di maschio proveniva da quel tessuto insinuandosi nelle mie narici fino a ubriacarmi il cervello. Lo avvicinai al viso e vi affondai il naso inspirando profondamente. Scariche elettriche mi arrivarono al cervello causandomi un capogiro. Mi sostenni con la mano sulla lavatrice, mi ripresi un attimo e infilai la maglia con un movimento quasi sa automa. Mi diressi nuovamente verso il corridoio.
    Matteo aveva lasciato la porta aperta e la sua figura era ben visibile attraverso i vetri trasparenti del box doccia. Un misto di acqua e schiuma scivolavano lungo il suo corpo come ad accarezzarlo. Le gambe, lunghe e sottili, erano serrate accentuando lo slanciarsi del suo corpo atletico. Mi ritrovai a sbirciare mio fratello, mezzo nascosto dallo stipite della porta, con un erezione che mi scoppiava nelle mutande.
    Matteo si giro frontale a me, le sue mani si carezzavano petto e addominali guidando il mio sguardo su quel luogo segreto e che, mai fino ad ora, sentivo di desiderare con tutto me stesso.
    Il suo pene era rilassato e cadeva lungo e corposo su due coglioni pieni, appena contornati da un fitto cespuglio di peli castani. Le sue mani presero a massaggiarlo e a sollevarlo, lo strizzavano e lo rilasciavano. Intanto il suo cazzo prendeva sempre più consistenza. Stava crescendo sotto lo stimolo delle sue mani esperte.
    Improvvisamente mi accorsi del suo sguardo su di me, mi ritrassi di scatto e feci per allontanarmi ma la sua voce mi fece bloccare all’istante.
    Invece di star li fuori a farti le seghe mentre mi spii, vieni un po’ qui che mi dai una mano a lavarmi la schiena.
    Rimasi bloccato per qualche secondo, il cuore che mi batteva talmente forte che mi sembrava si fosse spostato nella gola. Un groppo infatti me la chiudeva rendendo il mio respiro affannoso.
    Ti muovi o no – riprese Matteo perentorio.
    Non riuscii a far altro se non che entrare per avvirmi a bere nel calice della seduzione.

    Edited by Elchicoloco - 16/6/2014, 00:50
     
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  2. manu the beast
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    Vai continuala pure io aspetterò qui con ansia!!!
    Gulp mi è già schizzato anche a me il cuore in gola!!!
     
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  3. Doyan
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    carino.... :D continua
     
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  4. Neilcandy
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    Entrai nella sala da bagno e mi diressi verso la doccia, lo sguardo di mio fratello, beffardo e sornione, seguiva i miei movimenti. Occhiate fugaci partivano imbarazzate verso quel pezzo di carne in evidenza davanti a me. Fitte dolorose al mio pene eretto seguivano ognuno di quegli sguardi, tanto che, ad un certo punto, non potei che stringermi l’uccello attraverso la sottile stoffa dei pantaloni. Un’occhiata maligna si dipinse per un secondo nello sguardo di Matteo che prese ad incitarmi.
    -Allora, pensi di muoverti o mi lasci qui ad aspettarti con la spugna in mano?
    Mi avvicinai definitivamente, presi la spugna dalle sue mani e il contatto mi provoco una nuova ondata di brividi caldi lungo la schiena.
    Matteo si girò dandomi la schiena e per un breve secondo sospirai convinto che la mia sofferenza fosse finita, ma quando gli occhi mi si posarono su quel culo tondo e sodo, la voglia di accarezzarlo e strizzarlo con forza mi procurò una fitta simile a quella avvertita alla vista del suo uccello.
    Gli chiesi comunque, con la voce rotta dal desiderio, di passarmi il sapone.
    Fatalità il sapone, nel passaggio gli sfuggì dalle mani cadendogli ai piedi.
    -Oh, scusa – mi disse con voce da sfottò, ti spiace raccoglierlo, io intanto mi faccio lo shampoo.
    Sentivo le vampate di calore salirmi sul viso per l’umiliazione che mio fratello continuava ad infliggermi, ciò nonostante non dissi nulla e mi abbassai per raccogliere quella maledetta saponetta.
    Ora il culo di mio fratello mi stava proprio davanti, con quella fessura leggermente pelosa che sembrava chiamarmi con suadenza. Il desiderio di poco fa ripiombò in me con forza accentuata e mi ritrovai con il viso sempre più vicino al culo di Matteo, sentivo il profumo di acqua fresca e sapone. Istintivamente mi passai la lingua tra le labbra, come se stessi per gustare una prelibatezza.
    Stavo quasi per cedere all’impulso di affondare il mio viso tra quei glutei sodi quando mio fratello, per l’ennesima volta, mi richiamò all’ordine.
    -Allora, quanto ti ci vuole per raccattare una saponetta.
    La raccolsi e mi alzai. Stavo prendendo sempre più la consapevolezza che Matteo si stava prendendo gioco di me. Mi tirava fino al limite per poi lasciarmi andare. Mi chiedevo solo quanto sarei durato prima di crollare.
    Presi comunque ad insaponargli la schiena, facevo scorrere la saponetta e la mia mano su quella schiena levigata, posai poi il sapone e proseguii con la spugna, la vedevo scorrere su quei muscoli marmorei che, al mio passaggio, guizzavano di vita propria. Scesi il più possibile per avvicinarmi il più possibile al culo. Ne arrivai al limite, la dove la schiena cominciava a curvarsi formando una leggera fossetta al centro.
    -Ok, basta saponatura, sciacquami adesso.
    Come un automa, posai la spugna e presi il getto della doccia, feci scorrere l’acqua e vidi la schiuma defluire dal corpo.
    -Fai un piacere, aiuta l’acqua a togliere i rimasugli.
    Posai la mano su quel corpo fresco, la pelle era morbida e setosa.
    Scesi lungo quella schiena e giunsi alla base del sedere, vi feci scorrere sopra, rapidamente, la mano e a stento trattenni l’esplodere di un orgasmo.
    -Sai che hai delle mani da fata – mi disse con una dolcezza che non mi aspettavo, poi riprese con tono più malizioso – quasi, visto che sei così bravo, ti chiederei di lavarmi anche davanti.
    Così dicendo, si girò e mi porse nuovamente la saponetta.
    Mi sentivo lo schiavetto di mio fratello.
    Presi ad insaponarlo, il mio sguardo era perso in quel corpo, non riuscivo quasi più a vedere dove stavo passando la mano, era tutto un muscolo, tutto scolpito, sembrava di lavare una statua.
    Scesi a pochi centimetri dal suo pene, sentivo i suoi peli tra le mie dita. Lo guardai. Non era più adagiato sui coglioni, ora era leggermente sollevato, in semi erezione. La sua lunghezza superava sicuramente i quindici centimetri.
    -Però, guarda che bravo il mio fratellino. Sei quasi riuscito a farmelo andare in tiro.
    Una fiammata di calore mi arrossò il volto. Matteo mi sollevò il viso, avvicinò il suo e mi sussurrò:
    -Ora basta, continuo io. Grazie.
    Mi girai ubriacato dalle mille sensazioni. Il cazzo, sempre più teso, mi faceva male. Avevo una gran voglia di segarmelo per finire la sofferenza.
    Sì, avrei fatto proprio quello, mi sarei chiuso in camera e mi sarei fatto una bella sega ripensando al corpo di mio fratello.
    -Ah, scusa Luca, ti spiace mettere a lavare anche i pantaloni e le mutande?
    Non ci potevo credere, l’ aveva fatto ancora.
    Mi abbassai a raccogliere gli indumenti guardando Matteo uscire dalla doccia ed asciugarsi.
    Andai in lavanderia, aprii nuovamente la lavatrice e, come poco prima, ci infilai i pantaloni.
    I boxer li trattenni ancora un attimo, li avvicinai al viso e li annusai. Mi venne un’idea.
    Chiusi la porta della lavanderia a chiave, mi spogliai e mi masturbai ripensando a mio fratello e annusando il suo odore attraverso la stoffa dei suoi boxer.
    Venni praticamente subito esplodendo un getto di calda sborra sul mio petto e più su, sul mio viso e tra i capelli. Usai i boxer di mio fratello per ripulirmi, una piccola vendetta per ciò che mi aveva costretto a fare, li misi in lavatrice e mi rivestii.
    Uscito dalla lavanderia incrociai mio fratello che, nel frattempo, aveva indossato una canotta e un paio di pantaloncini corti.
    -Ora tocca a me fare una doccia – gli dissi con aria di sfida che lui non raccolse minimamente.
    Mi avviai verso il bagno, ignaro però che il meglio doveva ancora arrivare.
     
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  5. Doyan
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    troppo divertente :D ma gli hai fatto il cazzo piccolo al fratello e sembra passivo

    ma è carina la storia spero che ci racconti il resto
     
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  6. Neilcandy
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    Sono contento che il mio racconto vi stia apassionando.
    Se avrete la pazienza e la costanza di leggerlo fino alla fine, credo non rimarrete delusi ;-)
     
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  7. simosexRE
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    Bella storia...
     
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  8. Deloris
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    Bel racconto continua! continua! continuaaaaaa!
     
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  9. jacob89
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    prende molto!!
     
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  10. manu the beast
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    Uhhhh che bun narratore!!!Pravisssimo
     
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  11. blad3runn3r
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    molto carino
     
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  12. fra30
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    Sei n frocio
     
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  13. lonitme
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    Dai continua per favore, è molto bello il racconto. Bravo. :P
     
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12 replies since 4/2/2010, 10:32   20485 views
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