Vita universitaria - Io ed Herny schiavizzati

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  1. SunFly
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    Lo trovai puntuale ad aspettarmi sul marciapiede. Notai subito nel suo modo di fare, pur pacato, quell’atteggiamento quasi divertito che aveva assunto la sera prima dopo aver introdotto quel discorso...E infatti dopo pochi secondi, fu proprio lì che lui stesso, stavolta, dirottò il discorso. Mi chiese se ricordavo quei ragazzi del giorno prima. Risposi indifferente di si. Mi disse quindi che ieri aveva dimenticato di dirmi che li aspettava a casa sua, per un appuntamento proprio per quell’ora, e che quindi dovevamo rimandare la nostra birra. A meno che non volessi andare anch’io a casa sua...Sulle prime, al ricordo di quelle bestiacce, ebbi l’impulso di salutarlo e di allontanarmi. Ma c’era qualcosa di vagamente conturbante nel modo di fare dell’uomo...quasi volesse sfidarmi. Gli dissi quindi che si, sarei andato da lui, a vedere casa sua, come aveva detto lui, anche se continuavo a chiedermi cosa potesse avere da spartire con quei tipi. Qualcosa c’era, evidentemente, se era arrivato al punto di invitarli tutti a casa propria. Prendemmo la metropolitana e, dopo il cambio di un paio di treni e un breve tragitto a piedi, fummo infine nel suo appartamento, un piccolo bilocale in una zona periferica ma dignitosa della città. Ci sedemmo nella cucina, dove lui subito mi servi una birra. “Saranno qui tra poco”, disse con un sorriso. Con un misto di angoscia e malumore mi resi conto che presto, senza motivo, mi sarei ritrovato quei tipetti attorno, magari col rischio di essere riconosciuto ed essere trattato in un modo che di certo non avrei subito come il mio amico...Sollevato, pensai che sarebbe stata una buona occasione per mostrare a Herny, questo era il suo nome, come andavano trattati i ragazzini troppo irruenti. Dopo qualche minuto squillò il campanello.
    Lui andò alla porta e, per qualche secondo, tra urla e risa, potei udire la voce bassa dell’uomo che tentava di spiegare qualcosa. Fino all’irruzione del gruppo nella cucina/soggiorno. Erano gli stessi del giorno prima. C’era il tipo più robusto, con la canotta nera, un grosso tatuaggio sul braccio e una espressione che non prometteva nulla di buono. Poi c’era il tipetto che aveva sputato nel piatto,magrolino, col berretto e un anellino sull’orecchio. E gli altri due, una specie di punk con la testa rasata, vestito in nero, il primo, e l’altro con i capelli lunghi e un perenne ghigno sul volto. Appena mi videro seduto nella cucina, parvero sorpresi e cominciarono a darsi di gomito, ridendo e sghignazzando. Rimasi impassibile, senza muovermi.
    Herny mi presentò a tutti. Il tipo muscoloso, Bob, sorrise e disse che si ricordava di me...Il ragazzino col berretto , Mark, scoppiò a ridere gettandosi sul divano. Gli altri due, Nikolas (il punk) e Paul, si guardarono sorpresi e divertiti. Io cercai di non dargli importanza, anche se notai presto quasi un tono ed un atteggiamento di trionfo dei quattro nel momento in cui guardavano nella mia direzione. Semplicemente incuriosito dalla situazione, rimasi seduto, decidendo che sarei rimasto a guardare cosa diavolo ci facessero quei tipi li finché non ne avrei avuto abbastanza. A quel punto avrei salutato tutti e sarei ripartito. I quattro si comportavano senza alcun rispetto per il padrone di casa, accesero tv e radio a tutto volume. Cominciarono a fumare, bere e urlare senza ritegno. Herny, semplicemente, si limitava a riempirgli i bicchieri di birra, che tirava fuori ogni 10 minuti dal frigo, e ad osservarli, quasi in attesa di qualcosa. Bevvi in silenzio, in quell’atmosfera surreale, un paio di birre. Finché non sentii il bisogno di andare in bagno. Qui, con mia sorpresa, trovai diversi oggetti che non si sarebbero detti appartenere a un uomo. Erano sparsi un po’ ovunque trucchi, rossetti, e abbigliamento intimo. Provai una improvvisa eccitazione nell’osservare poggiato sul bidet una micro mutandine rosa, d’istinto, l’afferrai, portandomela alla bocca. Per un attimo riaffiorarono tutte le mie fantasie feticiste. Mi immaginai vestito come avevo sempre sognato, in minigonna nera, micro slip (proprio come quelli che tenevo in mano), autoreggenti. Ma fu solo un attimo. Irruppe infatti nel bagno Bob, visibilmente su di giri. Ero praticamente certo di aver chiuso a chiave la porta. Mi guardò con le mutandine in mano e scoppiò a ridere. Uscii, deciso ad andarmene, ma la scena cui mi trovai davanti in soggiorno fu quanto di più sorprendente avessi mai immaginato di vedere.
    Herny era in ginocchio, con i pantaloni abbassati e il culo per aria. Da dietro, Mark, ubriaco, continuava a colpirlo con le mani e i piedi, accompagnando ogni colpi con insulti del tipo “tieni, brutta troia”. Davanti Nikolas, il ragazzo con la coda, quasi completamente denudato, era dritto davanti a Herny e lo incitava a succhiarglielo. Osservai rapito il suo uccello lungo e sottile, e per un incredibile attimo provai quasi invidia per il mio amico. Paul, intanto, continuava a fumare in poltrona, anche se potei notare il suo stato di eccitazione piuttosto evidente. Sentii la mano di Bob, alle mie spalle, infilarsi tra le mie cosce per poi risalire sul culo. Stranamente, non opposi resistenza, reagendo anzi con una erezione feroce al contatto. Herny intanto aveva preso a leccare i piedi di Mark mentre Nikolas, sdraiatosi anche lui in poltrona, aveva preso a menarselo poggiando le gambe sulla schiena di Herny. Bob mi chiese se mi sarebbe piaciuto partecipare, se avrei avuto piacere nel fare la puttana come Herny faceva con gli altri. Per tutta risposta, mi avvicinai al divano e, d’impulso, mi gettai con la bocca sul grosso cazzo che Paul continuava a masturbarsi. Potei udire qualche grido di sorpresa e compiacimento nel gruppetto. Fu solo l’inizio. Presto Nikolas mi fu dietro e cominciò a sfregarmi il cazzone sul culo. Cominciai a mugolare, in mezzo a quegli adolescenti arrapati. Persi ogni freno e le mie voglie a lungo represse esplosero senza timori. Herny e io, in ginocchio, subimmo di tutto. Fummo costretti a leccarli da capo a piedi mentre loro ridevano e ci insultavano. In particolare, sempre in ginocchio, io dovetti leccare i loro culi mentre Herny li pompava, per poi alternarci invertendo i ruoli. Ci camminarono addosso, ci costrinsero a indossare buona parte del ricco vestiario femminile posseduto da Herny. Fummo costretti a sfilare, sculettando, agghindati e truccati come vere puttanelle, subendo ogni tipo di insulto e forti sculacciate per ogni minima azione che, anche per capriccio, non ritenessero di loro gusto. Offrii a tutti il mio culo, la mia bocca raccolse più volte il loro sperma. In bagno, fummo costretti a sdraiarci nella vasca e prendere addosso il loro piscio. Completamente bagnate dalla loro pioggia dorata, ci incitarono a contorcerci e a strofinarci tra noi. Mi sentivo per la prima volta libero, gridai più volte che ero una troia, una schiava, cosa altre oscenità che mi avrebbe inorridito fino a qualche ora prima pensare di poter ammettere così, davanti a tante persone. Servimmo loro la cena, sempre sculettando e sorridendo licenziosamente.
    Loro se ne stavano così, mezzi nudi, pronti in ogni momento ad approfittare delle due vacche per soddisfare ogni capriccio. Si stravaccarono dopo la cena sulla poltrona e sul tappeto, ormai ubriachi, dandoci in pasto i loro avanzi e costringendoci a mangiarli come i cani direttamente per terra, con la bocca. Mentre mangiavo, Bob, ruttandomi in faccia, cominciò di nuovo a spingere da dietro col suo cazzone gonfio e io lo subii tutto, come una cagna in calore, urlando eccitata a tutti quanto fossi troia in quel momento.
    Andarono via solo a tarda ora. Per salutarci, mentre Herny ripuliva con la lingua le loro scarpe sporche di birra, mi sputarono addosso tutti e quattro, ridendo e accompagnando il loro gesto con sonore scatarrate che io ingordamente raccolsi. Io, in ginocchio e a testa bassa, subii quell’atto di estrema ingiuria rallegrandomi per quella serata straordinaria trascorsa insieme a loro.
    Dopo di allora, e fino alla mia partenza, potei ripetere quell’esperienza per un altro paio di occasioni. Finché non giunse il momento di ripartire. Fui restituito completamente diverso alla mia vita da universitario. Non mi sarei più accontentato di leccare di nascosto i capi odorosi del mio compagno di stanza. Avrei cominciato, grazie ad internet, la mia lunga ricerca per trovare nuove situazioni che, almeno lontanamente potessero darmi lo stesso piacere.
     
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0 replies since 28/1/2009, 00:09   2490 views
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