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squaloblu87.
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Settembre. David, giovane 19enne, pensa sospirando mentre ripensa al
suo amato ragazzo…
“Lui è lontano…
Lui è di là da questo vetro appannato, gocciolante. Da due giorni il
mio cuore è a digiuno, brama carezze al suo petto, baci interminabili
che davano alle fiamme la notte. Ohimè, dov’è?
Il mio cellulare non riceve cenni di risposta, pare tutto finito.
Forse non mi vuole. O forse non ha la forza di amarmi.
Dal cielo scrosciano goccioloni, la sofferenza non trova sbocco fuori
da queste mura e la speranza non bussa alla porta… sono solo, come
solo
è questo giorno nel calendario.
Perché…perché io.
Ormai mi annoio nel sfogare la mia solitudine di fronte ad un film
porno, rivisto e stravisto giorno e notte, lasciandomi illuso, deluso
della carenza dell’uomo . La mia tentazione è impetuosa, ho bisogno
di
riempirmi di carne dura, ho bisogno di vivere…
Ma nessuno, nessuno s’appressa al mio didietro, ai miei dolci
colli…al
mio cuore almeno.
Perché, perché ancora aspettare.”
Per distogliere quest’inutile malumore, David si veste ed esce da
casa, verso una direzione nulla ma almeno consolante.
Dopo un vagabondare sotto la pioggia sferzante, rincasa. Ma prima di
aprire l’ingresso a colpi di chiave si volta all’indietro.
“Ehi Tu!”.
Il chiamante è un giovinetto di circa 20-23 anni, alto, con dei
pettorali ben visibili sotto la maglia e occhi blu oltremare
incastonati in uno sguardo oltre ogni aspettativa. David risponde.
“Se-Sei stato tu a chia-chiamarmi?” Risponde sorpreso David,
contemplante di questa bellezza.
Il ragazzo con tono deciso.
“Si, io. Scusa, potresti darmi una mano a prendere questo armadio e
portarlo al 5° piano? Te ne sarò grato.”
Dall’esclamazione, dal modo di fare, dagli occhi da cerbiatto tipici
dell’omosessualità, David comprende che il ragazzo che ha di fronte è
gay come lui, piccolezze quasi irriconoscibili dalla pupilla di un
etero.
Dopo questa analisi, durata all’incirca un secondo, David accetta.
“Va bene.”
“Ok, tu prendilo da dietro” dice il giovane.
A questa esclamazione David lancia un sorrisetto al ragazzo che anch’
esso splende di sorriso mentre cerca di nascondersi dietro all’enorme
mobile.
Dopo tre rampe di scale, scalate con affanni e batticuori per
entrambi, giungono finalmente posando l’armadio all’interno dell’
abitazione.
Mentre David si sfrega le mani irrigidite il ragazzo gli dice.
“Bene, che ne dici se ti offro una birra per ringraziarti di avermi
aiutato?”
“Bi-Birra? Beh, ne avrei proprio bisogno ora, grazie!”
Risponde David, incespicando con le parole a causa dell’emozione
riscontrata verso il ragazzo, che ancor di più gli mostra le sue
muscolose braccia sudate e splendenti al di sotto di una luce fioca.
“Ok, allora accomodati qui sul divano, mentre io vado a prendertela.”
E David si distende come se da sempre avesse conosciuto quella casa
anche se nel soggiorno non ha un nonnulla su cui impigliare la
concentrazione, quindi segue i movimenti del palestrato mentre estrae
la birra dal ripiano più basso del frigo, in modo da metter ben i
mostra la sua massiccia schiena.
Di ritorno con la birra, il ragazzo si siede alla prima sedia che gli
scorre sotto il naso ed dopo un rituale silenzio dice.
“Scusa, ti invito a casa mia e non ti ho chiesto neanche come ti
chiami.”
“Ah, fa niente” risponde l’altro “Mi chiamo David”.
“Piacere, io sono Marco” gli pone la mano per stringerla. Ma nel
lasciarla, la sua mano tende a sfiorarsi a rilento con le dita di
David…quasi a lambirle senza fine.
David allora lo attizza con un discorsetto d’iniziazione.
“Ebbene sei il nuovo inquilino di questo condomio, sei giunto qua per
lavoro o per cosa”?
“Si per lavoro, in un pub. Comunque è bella Milano, già desideravo
trasferirmi qui.” e dopo un piccolo respiro “E tu cosa fai?”
“Io lavoro presso una boutique d’abbigliamento nel centro” e subito
dopo “ma spero di aprirmela anch’io una, ma ohimè, quando sarà…?”
David
volge le pupille all’insù, nutrendo la speranza.
“Ah, non ti preoccupare.” Con espressione soffocata dice “Scusa
David,
ma ho caldo, sono sudato marcio dopo che abbiamo trasportato quel
mobile” e mentre si sfila la maglia aderente senza badare all’
espressione accigliata di David prosegue “pur piovendo, tra queste
mura
è rimasta l’umidità dei giorni scorsi, che caldo ”
David è paralizzato, i suoi occhi rimangono fissi alle prominenze del
suo petto. Brillante, senza un fil di pelo, rigato soltanto dall’
ombelico in giù da una colonnina di peli neri che lasciano immaginare
di tutto al di sotto.
Marco, avvistando David elettrizzato dice:
“Ti piacciono i miei tatuaggi tribali sui bicipiti? Li ho fatti
quando
ero in vacanza ad Ibiza, su consiglio di un amico…”.
David, sempre più stravolto “Oh… splendidi“ prosegue “Si si, me ne
vorrei far anche io uno così, ma non ho dei bicipiti come i tuoi dove
possono mostrar tutto il loro splendore…”
E Marco, pronuncia inutili frasi visto che ha già compreso l’
intenzione sessuale di David…
“ Ma no, fammi vedere i tuoi bicipiti, te li giudico io”
E allora David, ostacolato dall’imbarazzo ma vincente di coraggio, si
toglie la maglia mostrando un fisico snello a dispetto del sua scarsa
autostima.
“ Ma dai, vedi che anche tu hai un bel fisichetto!”
Con mano azzardata, Marco sfiora il petto umido di David, ispido da
qualche peletto intirizzito.
Così fatto David prende per il mento di Marco e lo bacia a fondo con
labbra arroventate e vogliose di sostanza.
Dopo un attorcersi di lingue lavate di calda saliva, Marco pone a
David una domanda tanto semplice quanto rituale, due paroline che
valgono una intera nottata: il fatidico “Ti Va?”
A quest’affermazione prevista e desiderata, David risponde piano “S-
Si, facciamolo.” con un brivido emozionante che percorse lungo tutto
l’
asse del suo corpo accaldato.
Marco replicò soltanto con un “Ok”, perché d’ora in poi non sarebbero
più bastate le parole…
E così Marco inizia a sfilarsi le sue scarpe da ginnastica, assieme
segue anche David che per lui sembra quasi un conto alla rovescia
vedersi liberare da ogni singolo indumento.
Quando arriva sul punto di sfilarsi i boxer, David è più fisso che
mai
verso le zone basse di Marco, poiché già si può scrutare la grossezza
dell’arnese abbracciato dall’aderenza dei boxer neri.
Appena Marco lentamente li abbassa, sbalza di colpo il suo cazzone,
lungo all’incirca 23-25 cm, piattamente spesso e venoso, innalzato in
modo da rivolgere la grossa e rossa cappella in direzione di David.
È un manifestazione divina, la sua spranga si accorda benissimo con l’
addome scolpito e modellato alla perfezione, le sue cosce sormontano
un
culetto massiccio e sodo e le sue palle gonfie e pensati oscillano ad
ogni suo movimento.
“beh? Non ti spogli anche tu?” domanda con sorriso Marco.
“Si-Si…ora” dà risposta David, riprendendo i sensi.
Giunto anch’esso sul punto di sfilarsi i boxer, prende per le mani
Marco e lo invita a tirar fuori il suo cazzo duro: con una mano gli
massaggia pian piano la scorrevolezza del bastone, mentre con l’altra
lascia scorrere giù i boxer , lasciando entrambi nella più totale
nudità.
Tra di loro scorrono rapide occhiatine sui particolari del corpo, per
poi passare davvero ai fatti…
Marco oscilla con i fianchi in modo da far ciondolare da una parte e
l’
altra il suo membro, ansima sottovoce “ Dai, prendimelo in
bocca…succhiamelo”. David accetta senza esitazioni, s’inginocchia
spalancando del tutto la bocca ed inizia a sfiorare con la cima della
lingua la cappella ingrossata, d’un rosso carnoso e lucente.
La rovente lingua di David passa oltre, s’insinua nella fessura
viscida della cappella e assorbe quel sapor di cazzo virile emerso; e
per percepirlo ancor di più, gli strizza il cazzo chiudendogli la
cappella e introducendo la lingua dentro, roteandola intorno al
prepuzio bagnato.
“Su…dai…Oh…ohhhhh si succhiamelo.” “Mhmmmm, ohhhh, come sai farci con
quella lingua… sii, oh siii, suga dai…” dice Marco esaltandosi
“succhia
succhia… mmm…”
David si lecca le labbra, prosegue a prenderselo tutto, fino alle
pareti della gola: un’operazione assai ardua considerate le
dimensioni
dell’arnese di Marco.
“Ohhh sii… dentro… tutto dentro…siii…riesci a leccarmi anche le
palle?
Dai…” prosegue Marco con i suoi sospiri impazienti.
David tenta invano. Avendo tutto il cazzone che gli preme alla gola
non riesce proprio a far arrivare la punta della lingua ai palloni di
Marco. Per rimediare, glieli regge.
Continuando, ora con vigore, lo sbocchina a colpi di lingua
alternando
con ogni sorte di posa orale; d’ogni tanto lo imbocca di traverso
sbattendo sulle labbra interne, altre invece lo lascia sfregare
velocemente sul palato. La sua lingua slitta lungo le nervature e la
struscia verso il pube, e serpeggiando avanza lungo il liscio torace,
arrivando fino al collo per poi sbaciucchiarsi e condividere ciò che
si
è appena goduto; riscende verso i capezzoli, per schioccarli a colpi
di
baci e ruotandoci la lingua attorno.
Dopo quest’introduzione, Marco agguanta la mano di David per
invitarlo
ad entrare nella camera da letto. David lo osserva scodinzolare nudo
con il suo ciondolo sballottato, ripensando all‘eccezionalità di
questo
giorno con il cuore all’impazzata che quasi gli esplode, già
presagisce
nel sentirselo tutto dentro in culo.
Si mostra una camera spaziosa, addobbata dai poster di Madonna, dei
Green Day, di Che Ghevara e da uno stendardo dell‘orgoglio gay; una
scrivania dal design fantascientifico ed un letto a due piazze
avvolto
da un lenzuolo che sembra quasi un vera bandiera americana.
Marco, lambendolo le dita sul corpo di David, gli dice “Su, sdraiati
sul letto, facciamoci un bel 69”.
David si adagia ardentemente a cosce aperte, con una mano si manipola
il cazzo ritto, chiudendo e schiudendo la cappella in maniera
lentissima e pressoché eccitante, mentre con l’altra carezza i
coglioni
e con un gesto invita Marco a succhiarlo. Marco sale sul letto,
entrambi si posizionano nella fatale posizione del ‘69, ognuno con
davanti il cazzo dell’altro. Tra di loro niente parole, solo gemiti
vogliosi e schiocchi di labbra sui glandi bagnati dalla saliva oleosa.
“Mmmmhhh… Siii….Ohhhh siii….” pronunciano entrambi boccheggiando tra
gli imbocchi e gli sbocchi dei cazzi.
Poi Marco dice “Ora voltati di spalle e aggrappati alla spalliera del
letto, così da sfondarti il culetto”.
David si volta come detto, e attende che il cazzone di Marco entri. D’
un tratto avverte la grossa cappella premergli fortemente sul buco,
sembra quasi non voler entrare, ma poi di colpo, come un siluro,
slitta
dentro al culo, in fondo, dove certo David non era per niente
abituato.
“Ohhh siiiiiiiii”.
“Oh mio Dio… mhmmm” spasima David storcendo la bocca.
Marco continua insistentemente, come uno stantuffo. In tutta la
stanza
si sente lo sbattere delle cosce sulle chiappe a ritmo veloce, Marco
glielo sbatte palle e tutto, s’aggrappa con le mani alle schiena e
gliela accarezza dicendo “godi…godi troietta… ti abbasta questo a
farti
bruciare il buco? Mmmmhmmm…”. Sbatte, sbatte quel cazzone dentro,
David
a bocca aperta gode ad alta voce, senza fregarsene del vicinato.
“Ohh….Dai voltiti, sdraiati di schiena e poniti il cuscino sotto di
te, sul tuo fondoschiena, così da trombarti di nuovo” dice Marco.
David come detto si mette in posizione, Marco gli prende le gambe all’
aria, e vi introduce di nuovo il suo cazzo nel buchetto allargato:
ora
entra speditamente. Spinge lentamente dentro, ma con un sinuoso
movimento del bacino che dà più risalto alla sua muscolatura, infila
le
dita dentro la bocca di David bagnandole e poi le fa strisciare lungo
il torace, fino al cazzo, dove lo maneggia.
“ Oh siiii…mhhmm oh si tieni tieni…prendilo siii…oh sii…iiii…iiii”.
Marco trapana come un forsennato David, così come lo masturba allo
stesso tempo. I loro corpi grondanti di sudore, lucenti alla luce,
sprigionano passione.
David non resiste, si prende il cazzo e se lo mena. “Ohhhhhhh…“.
Viene.
Gli partono delle schizzate di sborra su tutto il petto, fino sul
collo, ma Marco procede a farglielo sentire ancora dentro.
“Ohhhh…tieni…tieni…”
Poi dice “Alzati ora, fammi sdraiare a me adesso, fammi un bel
pompino”.
Così Marco si posa sul letto, sospinge David sul suo cazzo
rosseggiante e se lo fa smanettare a tutta carica.
“Ohhhh…Siiii….siii…sii…ohhhhhhh”, David pompeggiando scruta l’
espressione pre-orgasmo di Marco “Ecco… siii… vengooooo…”.
David spalanca come non mai la sua bocca, il manganello di Marco
inizia a palpitare sotto il tatto, e poi subito schizza dei zampilli
di
goccioloni bianchi. “Ohhhhhhh….“.
David tenta di acciuffare con le labbra qualche spruzzo mentre
masturba ancora, Marco sembra entrato in trance.
E mentre la cappella sgocciola ancora, David assaggia le patacche di
sborra sparse sui pettorali di Marco, muove la lingua tutta
impiastricciata sulle labbra, si vedono dentro la sua bocca fili
bianchi come quando si mangiano delle sottilette fuse.
E’ terminata questa trombata, David si avvicina alle labbra di Marco
e
gliele morde impercettibilmente, poi lo bacia a fondo massaggiandogli
i
capelli.
“Che ne diresti se la prossima volta lo facciamo a tre? Conosco da
poco un ragazzo, e se vuoi possiamo organizzarlo…” Domanda Marco,
coccolando affettuosamente David.
“Ok, mi piacerebbe, e quando sarebbe?” sorpreso risponde.
“Quando vuoi tu, basta che mi avvisi prima, in modo da poter avvisare
lui…”
DIN DON - D’un tratto suonano alla porta di casa.
“Forse dev’essere lui, rimani a letto, vado ad aprire io, è meglio
che
ne parlate da vicino”. Si alza Marco dal letto, vestendosi con
soltanto
il boxer. David attende sotto le lenzuola volgendo gli occhi attorno
alla stanza.
Marco apre la porta e scopre che in effetti era proprio quel ragazzo,
lo fa entrare in casa. Poi ritorna subito da David.
“E’ arrivato il ragazzo che ti ho detto, non ti disturba se lo faccio
entrare qui così potete discutere meglio…?” Chiede Marco.
“No, anzi…” replica David preso da una tremarella emozionale. Marco
lo
chiama “Giovanni ! Vieni qui”
Giovanni a passi lenti si avvia verso la camera da letto, si accosta
alla porta ed entra.
David dilata le ciglia, tramortito, lo guarda fisso negli suoi occhi
come due coltellacci scagliati su due olive nere. “Tu…Tu…Tu…”.
Giovanni
è il ragazzo di David, il ragazzo che ha fatto perdere le tracce.
Giovanni non risponde, perché anche lui, come David, si trova per
metà
nel torto e per metà nella ragione.
David allora dice esprimendosi con azzardata ironia “Vorrei
conoscerti…ancora”.
E Giovanni “Anch’io, ancora”.
Marco non comprende nulla, esamina entrambi a sbirciate, e non
trovandone una spiegazione ripete “Io vorrei conoscervi per altre
mille
notti, a partire da ora”…
Di colpo a tutti e tre si risvegliano le protuberanze sotto le
stoffe,
sembrano piccole tende da campeggio.. -
giaky95.
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mooolto eccitanteeee!!!!!!!!!!!! . -
ShReK93.
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wow molto eccitante... ci sarà un continuo?!?! . -
danny57.
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Perfetto nella sua essenzialità, descrive compiutamente il ritmo della passione e del calore che solo il sesso può dare!!! . -
laro94.
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bello,bravo! .