Il fratello della mia migliore amica

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    SPLENDORE GAY

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    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Io e la mia migliore amica stavamo, come ogni estate, a prenderci il caffè freddo in un bar qua vicino. Lei più grande di me di qualche anno. Suo fratello, più piccolo di lei di due anni, è ballerino. Un bel ragazzo, non c’è che dire. Solo che lavora in pianta stabile fuori, ormai. Viaggia per l’Italia, a volte per l’Europa, altre volte ancora per il mondo. Un gran bel ragazzo, ma non esattamente il mio tipo. A me piacciono molto i twink, più giovani di me glabri o con appena qualche peletto.
    “Sai Lore, oggi pomeriggio in aeroporto arriva Marco”, mi disse lei. “Ma dai?” risposi io, “E quanto sta?”. “Qualche giorno. Scende con Francesco. Stasera andiamo a fare un apericena, ti andrebbe di venire?”. Ovviamente dissi di sì. Ogni tanto che si può scheccare tra amici resto a casa?

    Nel pomeriggio rimango a lavorare, pensando a tante cose. La mia testa vagava: non facevo nulla da mesi ormai, ero tornato vergine… il fratello di Anna è un bel ragazzo, ma è passiva anche lui… fosse per lo meno versatile! Mentre pensavo queste cose, andai a sbirciare il suo Instagram. Oh mio Dio! Foto da modello, quasi da pornodivo! E con un costume che mette in risalto un pacco enorme! Fui colto da una voglia tale da dovermi segare in bagno al lavoro!

    Giunse la sera. Mi lavai, mi misi in tiro ed andai in centro all’appuntamento. Già c’era Francesco, e ci mettemmo subito a chiacchierare e scheccare inter nos. “Allora, sei stato ad Amsterdam? E dimmi che hai fatto là in questa settimana?” chiesi io. “La troia” rispose lui ridendo e mostrandomi le foto delle sue conquiste notturne. “Ma beata te che trovi cazzi di bonazzi giovani anche inciampando in un ospizio! Io qua non ne trovo uno neanche a pagarlo tra un po’!”. E ci mettemmo a ridere entrambi. Parlando del più e del meno si erano fatte quasi le dieci e mezza, ed arrivò Lorenzo. Ed io là: OH MY GOSH! Se il mio cazzo avesse potuto parlare avrebbe intonato a squarcia gola l’inno alla gioia! Dovevate vederlo: un bonazzo trentenne, capello all’indietro castano, occhi da cerbiatto, viso squadrato, labbra carnose di un rosa pastello, mento squadrato, maglietta blu scura con scollatura abbastanza ampia da intravedere la muscolatura naturale sotto il corpo (e la maglietta che lasciava vedere la tartaruga non troppo pronunciata), giubbino sulle spalle e jeans neri aderentissimi. Arrivò così. Io là a fissarlo come un pesce lesso, mentre Francesco che mi disse “Guardala la diva, fa tutta Madonna ahahahah”. Appena arrivato mi salutò come sempre con un abbraccio (ragazzi, CHE PROFUMOOOOOO). “Raga c’è un problema. Anna non sta benissimo, quindi non viene stasera”. “Cazzo Lore, potevi avvisarci! A quest’ora dove lo facciamo sto apericena?”, disse Francesco. “Raga, calmi. Possiamo fare una roba molto easy”, intervenni io, “Ce ne andiamo da me, tanto sotto casa ho il Carrefour H24. Prendiamo due robe da mangiare, preparo al volo. Qualcosa da bere e si viaggia”. “Si dai, facciamo così” disse Francesco. “Si però che palle, na volta che arrivo in sta città e voglio uscire. Va beh, stavolta va bene. Tanto è colpa mia, quindi accetto”.

    Andammo a fare la spesa. 10 euro per il mangiare pasta e 70 euro di alcool: due bottiglie di vino, 12 birre da 66 cl e 3 bottiglie di vodka al caramello. Cazzo, pensai, vogliono ubriacarsi malissimo! Menomale che ho una stanza con due letti liberi.
    Salimmo a casa mia. Mi misi a preparare una carbonara che fece furore. Nel frattempo finimmo le due bottiglie di vino insieme alla pasta e ci mettemmo a parlare. Nel frattempo, iniziammo con la prima bottiglia di vodka al caramello. Mentre parlavamo, ed eravamo già un po’ brilli, a Lorenzo viene l’idea di vedere un film in streaming. “Va bene Lore, che vediamo?” “Vediamoci Spiderman Homecoming. L’attore è bonissimo”, disse Francesco. “No, per favore. Sto ragazzino non lo scoperei neanche con un cazzo finto”, rispose Lorenzo. “Guarda che è bono”, dissi io. “Si, e io sono Rocco Siffredi”, disse Lorenzo.
    Tira e molla, finiamo la bottiglia di vodka e scegliamo il film. Prendo il portatile e lo collego al televisore in salotto. Sullo schermo c’era aperta la sessione di Google Chrome su due pagine. Una era GDR-Italia, un gioco di ruolo meraviglioso a cui partecipo, l’altra era un film porno che avevo visto il giorno prima. “Ebbravo il porcellino! Ma che fai, fai la frocia pure nei giochi di ruolo?” disse ridacchiando Francesco. “Guarda cara che la sono la più frocia. Schecco in continuazione ed ho fatto avere al mio personaggio più ragazzi a letto di quanto non abbia fatto tu finora”, risposi fieramente. “Si, ma tu li hai immaginati. Io li ho presi, succhiati e bevuti realmente”, ribattè lui. Cazzo, m’ha fregato.

    Mettiamo su sto film, “Love, Simon”. Prendo qualche popcorn e tre birre dal freezer e premiamo play. A metà film prendo altre tre bottiglie di birra, visto che le prime le avevamo finite. Sembravamo degli amici etero davanti ad una partita di calcio, credetemi (e lasciatevelo dire da uno che ama il calcio e che spesso ha visto i posticipi serali con gli amici – etero – tracannando birra ghiacciata).
    Alla fine del film restiamo un po’ là sul divano. Pieno luglio, c’era un caldo sfibrante. Per di più, con l’alcool il caldo era insopportabile. “Marco, scusami ma devo togliermi la maglietta perché sto sudando troppo, sarà la birra”, disse Lorenzo. Non mi creai problemi a dirgli subito si. Appena se la tolse, mi venne duro: fisico perfetto, totalmente glabro a trent’anni con una muscolatura naturale non esagerata ma che era veramente uno spettacolo. Lui notò che lo fissavo e rise un po’ imbarazzato: “Ma che, per caso ti piaccio?”. “Onestamente ora mi metterei in ginocchio davanti a te” risposi in balia dell’alcool. Francesco scoppiò a ridere, io divenni rosso e Lorenzo mi disse: “Va beh, prendi l’altra bottiglia di vodka”.

    Erano le due passate. Eravamo tre ragazzi gay ubriachi che stavano spettegolando e parlando di tutto e di più. Si parlava di pratiche sessuali preferite, provate o da provare. “Qual è il tuo sogno erotico?” mi chiese Francesco. “Onesto?”, dissi io, “Ho sempre desiderato fare una threesome con tanto di pioggia dorata”. “Ma dai, sei serio? Allora passa le altre birre che ti annaffio io”, rispose Francesco ridendo in maniera molto rumorosa. “Ma dai, Franca. Sei passiva pure tu! Come mi scopi? Ma per favore”, risposi io ridendo. “Io no. Però le pompe me le faccio fare, e mi piace innaffiare i miei adoni. E poi Lore è versatile, vero Lore?” disse Francesco. “Sta’ zitta Franca, sei ubriaca e pazza”, disse Lorenzo. “Ma dai. Non scopi da due settimane, quindi sei pure bella carica…”. Nel frattempo, vedo Francesco avvicinarsi a Lorenzo e stampargli un bacio sulle labbra. Poi, con la mano, fa cenno a me di avvicinarmi. A quel punto mi misi a baciarlo pure io. Mentre baciavo Lorenzo, Francesco si mise in piedi sul tavolo ed iniziò a fare la pipì su me e Giuseppe. Non me l’aspettavo. Giuseppe mi disse di aprire la bocca, che sarebbe finito presto. Praticamente ci inzuppò, e non vi dico le condizioni del pavimento! Appena finì, scese dal tavolo e ci disse di andarci a sciacquare in bagno, che alla cucina-soggiorno ci pensava lui.

    Andammo in bagno io e Lorenzo. Ci svestimmo fino agli slippini e mettemmo tutto in lavatrice. Il tempo di sciacquarci la faccia e tornammo in cucina. Ma Francesco non c’era! C’era un biglietto sul tavolo: ME NE SONO ANDATO DAL TUO VICINO, VOI DUE CONTINUATE SENZA DI ME. LE BIRRE FINITEVELE. MARCO, HO PRESO LE CHIAVI, COSI’ RIENTRO DOPO “Che stronzo, mi ha incastrato” disse Lorenzo, “Ora sono eccitato”. “Se vuoi mi occupo io di te”, dissi io.

    Mentre glie lo dissi, mi avvicinai al suo viso, gli diedi una carezza e lo baciai. Continuammo in quel bacio per un paio di minuti. Le nostre labbra prima e le nostre lingue poi si avvinghiarono. Appena ci staccammo, lo fissai in quegli occhi da cerbiatto spettacolari. Ero in totale balìa sua. Abbassando un attimo lo sguardo, vidi che il suo cazzo già faceva capolino dal suo slip nero. Mi inginocchiai dinnanzi a lui, baciandogli pian piano il petto, poi la tartaruga, l’ombelico fino ad arrivare alla cappella. Sapeva tutto il suo corpo ancora dell’urina di Francesco. Me ne fregai. Ero là, ormai tanto valeva cercare di fare bingo!

    Gli massaggiai il pacco da sopra gli slip neri con la mano, mentre la mia lingua leccava la cappella leggermente sporgente dallo slip. Iniziò a mugolare, ma dopo un po’ mi disse di fermarmi. Mi fermai di scatto e lo fissai. Mi fece gesto di no, col dito. Capii che non ne sarei uscito facilmente. Andammo in bagno, nella vasca. Mi fece mettere dentro in ginocchio. Entrò anche lui, dopo aver chiuso il tappo della vasca, ma rimase in piedi. Si abbassò leggermente lo slippino e mi puntò il cazzo in faccia. “Apri la bocca”, mi disse, “che ti faccio un po’ di sciacqui”. Iniziò con un getto fortissimo. Il gusto era meno acre di quella di Francesco. Ero là, a farmi docciare integralmente da lui. Qualche getto mi ordinò di berlo, ed io ubbidii. Appena ebbe finito lui, si mise in ginocchio lui e mi disse di alzarmi e fare la stessa cosa a lui. Lo feci senza mezzi termini. In due scaricammo poco più di due litri di pipì l’uno sull’altro. Appena ebbi finito, mi prese di peso e mi portò di nuovo sul divano, baciandoci. I nostri intimi li avevamo lasciati in vasca ormai. A quel punto mi puntò il cazzo in faccia. Per lo meno 21 centimetri di scettro di carne. Non aspettai altro. Iniziai una pompa con vigore e voglia (dopo che uno non vede un cazzo vero per mesi, direi che è il minimo!), e i suoi mugolii erano profondi e sonori.

    E più pompavo, più quel cazzo sembrava ingigantirsi. Almeno dieci-quindici minuti di pompino. Mi godevo quel cazzo come se fosse uno scettro. Ad un certo punto, senza avviso, Lorenzo mi scaricò una dozzina di fiotti di sborra in bocca. Un bel po’ la ingoiai, ma parte mi colò dalla bocca. A quel punto, estratto il cazzo dalla mia bocca, lo usò per spalmarmi nel resto del viso la sborra residua. A quel punto mi si avvicinò e schioccò un bacio dolcissimo. Poco dopo si chinò lui ed iniziò a stantuffarmi con la bocca il cazzo. Venni in neanche cinque minuti ma parecchio. Lorenzo bevve tutto.

    Finita la pompa, si alzò, prese due birre dal freezer, me ne passò una, si risedette accanto a me e mi abbracciò. Tra un bacio e l’altro bevevamo sorsi di birra gelata. Nel frattempo, nudi entrambi, sentimmo scoccare la serratura. Era Francesco. “Beh? Ancora così state? Ho preso altre sei birre e i cornetti per la colazione!” disse Francesco entrando. “Stronza appoggiali sul tavolo e passa il mocio sul pavimento”, disse Lore. “Franca, già che ci sei, spogliati pure tu che facciamo quella cosa dopo”, aggiunsi io.
    Finimmo le nostre due birre ghiacchiate, ed a quel punto ci raggiunse Francesco che si era nel frattempo spogliato tutto, con la bottiglia della vodka ed altre tre bottiglie di birra. Finimmo la vodka in pochi minuti, poi fu il turno delle altre birre gelate. Erano quasi le quattro del mattino. Eravamo là, ubriachi e nudi. Ad un certo punto, Francesco si alza e dice “Ragazzi, ora voglio anche il mio round!”.

    Ci alzammo, andammo verso la mia vasca da bagno. Ci mettemmo dentro, e stavolta avevo due cazzi puntati in faccia: partirono entrambi insieme, con Lorenzo che, ad un certo punto, fece il giro e continuò contro il mio sedere. A quel punto, senza dir niente, finito lo scarico, entrò di botto. Mi mancò l’aria: non me l’aspettavo, inizialmente provai un male cane ma mentre avevo questo dolore Francesco continuava a scaricarmi pipì sul viso ed in bocca, con la conseguenza che bevvi anche un po’. “Tranquilla, la pipì è sterile”, disse.
    Mentre Lorenzo iniziò a cavalcarmi col suo cazzo, Francesco mi infilò il suo in bocca. Mi ritrovai così come quasi un pollo allo spiedo, infilzato da una parte all’altra. Lorenzo stantuffava, ed il dolore divenne presto piacere. Francesco mi faceva mancare l’ossigeno per come mi scopava la bocca. Non l’aveva enorme, circa 16-17 centimetri, ma lo usava con molta foga.
    Dopo poco, Francesco estrasse il suo cazzo. Pensai che volesse venire o volesse darsi il cambio con Lorenzo. Lore mi fece sdraiare su un fianco e lui si girò, rimanendo su un fianco, guardandomi viso a viso ma rimanendomi dentro. Una volta passato così, mi disse “Baciami e continua a baciarmi per un po’”. Non capii, ma a un certo punto prese di forza la mia testa, la avvicinò alla sua e mi baciò. In quel preciso momento, Francesco entrò di forza col suo cazzo nel mio culo ed iniziò a stantuffare in sincrono con Lorenzo. “Bella la passiva che ti scopa eh?” disse ridendo Francesco. Io provavo un misto di dolore lancinante e piacere unico. Ne avevo due dentro. Due ballerini fighissimi, con il più porco dei due che mi baciava e fissava negli occhi.
    Cavalcavano tutto il tempo. Sentivo anche delle scossette quando una delle due cappelle arrivava a toccare infondo. Ero in loro balìa.
    Quindici, forse venti minuti anche così. Dopo questi venti minuti passati su un fianco, entrambi uscirono e mi sentii immediatamente vuoto. Dopo essere usciti, si misero davanti a me e mi scaricarono in faccia ed in bocca un’infinità di fiotti. Altri otto-dieci Lorenzo, sei-sette invece quelli di Francesco ma molto più pieni. Mi sentivo un muro al cospetto di un imbianchino. A quel punto, si inginocchiarono loro e mi baciarono. “Ora tocca a te”, disse Lorenzo. Cercai di mettermi in piedi, e da lì venni subito sulle loro splendide facce. Pochi fiotti, onestamente. Ma fortissimi. Scaricatomi, iniziarono i due a leccarmi il cazzo ed a leccarsi in volto per cercare di racimolare un po’ di miei umori. Quel “lecca-lecca”, però, mi stimolò e mi scappò anche la pipì, che scaricai addosso a loro. Lorenzo si fece solo la doccia, Francesco invece bevve. Appena finito, i due si misero in piedi, mi fecero distendere nella vasca e scaricarono ancora anche loro tutta la birra filtrata dai reni che avevano in corpo. Finito ciò, si distesero accanto a me e, mentre Lorenzo mi baciava, Francesco aprì l’acqua ed azionò l’idromassaggio.

    Rimanemmo lì un’altra mezz’ora abbondante. Verso le sei guardammo l’alba insieme. A quel punto facemmo colazione e, ben asciutti, ci rivestimmo. Quando ci salutammo, Lorenzo mi disse “Non credere che questa sia l’ultima volta. Anzi è la prima di tante. Ma mi raccomando, con mia sorella: sborra in bocca!”. Ci mettemmo a ridere entrambi, ci baciammo io e lui, poi io e Francesco e ci salutammo, dandoci appuntamento per un’altra sera. Fu così che il fratello della mia migliore amica divenne il mio più grande scopamico-scopatore, prima di sposarci.

     
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