Davide e Dario

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  1. gaywriter
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Capitolo 1

    Avevo conosciuto Davide tramite un annuncio, poche parole ed una foto che, però, attirarono subito la mia attenzione.
    Nell’annuncio si presentava come un uomo sposato di 43 anni, solo attivo, fisico nella norma che cercava un amico che si prendesse cura dei suoi 19 centimetri nella massima riservatezza. La foto che corredava l’annuncio, relativa proprio ai suoi 19 cm, attirava decisamente la mia attenzione. Gli scrissi subito anche se il fatto che fosse solo attivo non mi entusiasmava, nessuno avrebbe pensato al mio cazzo ma, pensai, trovare un attimo ormai è più difficile che vincere al superenalotto e non era certo un’occasione da lasciarsi sfuggire.
    Mi rispose un paio d’ore dopo ed iniziammo a chattare un po’. Non mandava foto del viso visto che era sposato ma mi mandò diverse altre foto del suo cazzo e mi convinsi ad incontrarlo sebbene non amassi vedermi con persone senza averle viste in foto.
    Fissammo per il giorno dopo, nel tardo pomeriggio. Ero libero da lavoro e lui, a quell’ora, riusciva ad assentarsi da casa senza che la moglie s’insospettisse. C’incontrammo in una piazzetta vicino a casa mia, io mi sedetti ad aspettare e fumavo una sigaretta dopo l’altra, ero un po’ in ansia, in fondo non sapevo chi mi si sarebbe presentato. Davide arrivò puntuale, mi si avvicinò con fare abbastanza spavaldo per un uomo sposato che stava andando a maschi ma, in fondo, non era nella sua città visto che è di un paese limitrofo.
    L’uomo che mi trovai davanti era ben al di sopra delle mie aspettative, un gran bel dilf, termine molto in voga oggi, alto circa 1.75, sorridente, capelli neri brizzolati ed occhi scurissimi.
    Mi porse la sua mano, grande, grossa e ruvida, come scoprii col tempo fa il venditore ambulante e coltiva un suo appezzamento di terra.
    Gli offrii di salire a casa da me pe un “caffè” e lui accettò di buon grado. Appena la porta si chiuse alle nostre spalle mi sentii palpare il sedere da quelle grosse mani.
    “Hai un bel culo, sarà un piacere sfondarlo”
    Sorrisi e lo baciai, credevo che si sarebbe tirato indietro, in genere se si sentono “etero” non cedono ai baci ma la sua lingua si fece strada nella mia bocca e si accarezzò con la mia. Mentre le nostre salive si mischiavano le sue mani stritolavano piacevolmente le mie chiappe. Sentivo già il suo cazzo duro che premeva contro il mio bacino.
    Lo portai in camera e gli sfilai la felpa, sotto era a petto nudo. Iniziai a leccargli il petto e a succhiargli i capezzoli. Pochissimi peli sui suoi pettorali e una linea che dall’ombelico si andava a perdere nei pantaloni.
    “Spogliati, voglio vedere il tuo culo”.
    Eseguii ed in pochi secondi ero completamente nudo davanti ai suoi occhi. Il suo pacco era sempre più evidente, lo accarezzai e poi armeggiai con i suoi pantaloni togliendoglieli. Indossava degli slip blu scuro, tesi al massimo dalla sua erezione. Poggiai il mio viso percependo subito il suo calore e il piacevole odore di maschio che emanava.
    Glieli feci scivolare fino alle caviglie ed il suo magnifico cazzo mi si parò davanti in tutto il suo splendore. Iniziai a leccare a partire dai testicoli, davvero grandi, che presi anche in bocca uno alla volta, poi risalii e mi dedicai al suo membro. Lo scappellai e leccai a lungo la sua cappella quasi fosse un goloso gelato.
    Succhiai a lungo, durò tantissimo. Alternava momenti in cui lasciava fare a me ad altri in cui con le sue grosse mani teneva la mia testa e in pratica mi scopava la bocca gestendo il ritmo con cui il suo cazzo affondava nella mia gola. Uscii fuori e con la mano sinistra mi afferrò il viso mentre con la destra iniziò a masturbarsi. Chiusi gli occhi ed aprii la bocca e, pochi secondi dopo, diversi schizzi raggiunsero il mio viso e la lingua che tenevo fuori pronta a riceverli.
    Mi alzai e con le sue mani Davide raccolse lo sperma dal mio viso dandomi poi le sue grosse dita da leccare.
    “Non credere che sia finita qui, non me ne vado se non ti scopo per bene quel bel culo che ti ritrovi. Distenditi sulla schiena e allarga le gambe”.
    Eseguii e lui s’inginocchiò ai piedi del letto all’altezza del mio culo. Mi allargò le natiche e col suo grosso indice accarezzò il mio buchino. Leccò, leccò a lungo e mi penetrò con la sua lingua. Il mio culo grondava della sua saliva e gemevo per il piacere che il suo trattamento mi procurava. Sentii poi entrarmi dentro un dito, poi due che, per quanto grosse erano, sembravano tre. Mi scopò con forza con le sue dita. “Ora sei pronto per il mio cazzo”.
    Posizionò un cuscino sotto la mia schiena così da alzare di più il mio sedere. Sputò sulla sua mano e si lubrificò il suo bel cazzone. Mi fece poggiare le gambe sulle sue spalle, piazzò la cappella sul mio buchino e, con un colpo secco, mi entrò dentro. I primi istanti fece malissimo ma il piacere, anche grazie al rimming ricevuto poco prima, sopravvenne subito.
    Mi scopò almeno per mezz’ora, sempre con un ritmo intenso, quasi animalesco. Era una furia ed era piacevole essere in suo “possesso”.
    Venne dentro di me e poi si stese accanto.
    “Hai un culo da favola”.
    Lo ringraziai baciandolo.
    “Scusa se non penso a te” disse indicando il mio pene che chiedeva solo di esplodere “Ma è più forte di me”.
    “Non preoccuparti, fa niente” mentii, in realtà mi pesava dover pensare da solo al mio godimento “Posso leccarti e toccarti mentre mi masturbo?” gli chiesi.
    “Fai pure” rispose “E’ tutto a tua disposizione”.
    La mia mano scivolò al mio cazzo e nel mentre mi spostavo per avvicinare la mia bocca al suo corpo. Gli leccai l’ascella destra, mordicchiai i capezzoli, scesi giù con la lingua sull’ombelico, leccai le sue grosse palle che si erano svuotate di tanto seme quel pomeriggio, le cosce possenti e arrivai fino ai piedi a cui dedicai la mia attenzione mentre la mia mano mi procurava piacere.
     
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  2. gaywriter
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    Capitolo 2


    Se fossi stato solo passivo, la sintonia sessuale con Davide, sarebbe stata a dir poco perfetta.
    Ci vedevamo almeno due volte a settimana, era sempre lui a venirmi a trovare e sempre nel pomeriggio, visto che fra lavoro e famiglia non era semplice ritagliarsi altro tempo.
    Davide ci sapeva fare, durava tantissimo, specialmente durante la penetrazione.
    Amavo leccare il suo corpo e, come mi confessò, lo adorava anche lui, lo riteneva rilassante specialmente dopo una giornata di lavoro.
    Appena entrava in casa ci baciavamo e, con le labbra unite, andavamo dritti in camera. Io lo aspettavo con indosso solo l’accappatoio, che mi toglieva non appena la porta si chiudeva alle nostre spalle, e così restavano solo i suoi vestiti da togliere.
    Lo mettevo subito a petto nudo e leccavo ogni centimetro di quel meraviglioso corpo con muscoli duri forgiati dal duro lavoro e una morbida pancetta. La mia lingua si soffermava sui suoi capezzoli e seguiva le linee dei pettorali e poi scendevo giù fino all’ombelico per poi risalire arrivare ad un’ascella, girare sulle sue larghe spalle fino all’altra ascella e ritornare ai capezzoli. Davide era sempre pulitissimo, non esagerava mai con profumi o deodoranti ma emanava naturalmente un piacevole ed eccitantissimo odore personale che mi eccitava alla follia.
    Gli sfilavo poi le scarpe e i pantaloni, gli restavano indosso solo gli slip e le calze. Lo facevo distendere, toglievo le calze e mi dedicavo poi ai suoi bei piedoni. Dedicavo parecchi minuti a massaggiarglieli e leccarglieli. Salivo poi sulle gambe e arrivavo al suo cazzone. Respiravo sempre l’odore del suo cazzo da sopra gli slip e iniziavo a leccarglielo così, poi li sfilavo e quel suo grosso bastone era di fronte ai miei occhi. La mia lingua assaporava ogni più piccola parte del suo cazzo e delle sue grosse palle. Dopo un po’ Davide mi faceva sedere sul letto, lui si metteva a cavalcioni su di me e mi scopava la bocca. Come la prima volta alternava violenza e dolcezza. Amava dominare e sentirsi padrone della situazione e io lo lasciavo fare, era quasi istintivo sottomettersi a lui. Poche volte veniva direttamente nella mia bocca, il suo sperma era sempre abbondante e non era semplice ingoiarlo tutto. In genere, però, preferiva venirmi sul viso e poi spalmare e raccogliere il suo sperma con le sue grandi mani che poi mi gustavo con piacere.
    Ogni volta che veniva a trovarmi aveva almeno due orgasmi, in genere uno col pompino e l’altro con la penetrazione ma al mio orgasmo dovevo sempre pensarci da solo.
    Davide amava penetrarmi in due posizioni o a pecorina dandomi anche dei grossi sculaccioni fra un affondo e l’altro o mentre ero disteso sulla schiena con le gambe sulle sue spalle. Io amavo più la seconda posizione per due motivi: poter vedere l’espressione del suo viso mentre il suo cazzo riversava in me il suo seme e perché avevo preso l’abitudine di masturbarmi mentre il suo grosso cazzone era dentro di me, e quella posizione mi agevolava il compito. Mi masturbavo mentre mi scopava perché era un po’ più piacevole che farsi una semplice sega dopo che lui era venuto ma restavo sempre un po’ insoddisfatto.
    Non so come mai ma da quando avevo iniziato ad incontrarlo si erano diradati, salvo un paio di pompini, gli incontri con altri uomini ma il mio lato attivo reclamava sempre di più la soddisfazione per cui decisi di cercare un ragazzo con cui far lavorare un po’ il mio cazzo.
    Ed è così che arrivò Dario.
    Ci siamo conosciuti una sera, ero fuori con gli amici ed avevo aperto grindr. Mi arriva un messaggio un ciao seguito, stranamente subito da un paio di foto.
    Nelle immagini vi era un bel ragazzo, ad occhio e croce sul metro e sessantacinque, né magro né in carne, morbido direi, occhi scuri ed un culo da farlo diventare duro pure alla mummia di Tutankhamon!
    Scambiamo un paio di messaggi ed il ragazzo va subito al punto dicendomi che se volevo ci saremmo potuti vedere mezz’ora dopo.
    Accetto, come punto di riferimento gli do la stessa piazzetta in cui ho incontrato Davide, così casa mia sarebbe stata lì vicino.
    Pochi minuti dopo eravamo già sul letto a baciarci. Lo spogliai e mi spogliai velocemente e, poco dopo, la bocca di Dario era già al lavoro sul mio cazzo.
    Non fottevo un culo da tanto per cui lo feci girare poco dopo a 90, gli allargai le chiappe e mi dedicai a preparare il suo buchino a ricevere il mio cazzo. La mia lingua scivolava nel suo buchino, Dario gemeva e quando capii che era pronto il mio cazzo entrò in lui. Il suo culo era caldo e morbido, stretto al punto giusto. Lo scopai con tutta la foga accumulata in settimane in cui ero stato solo passivo.
    Quando venni mi distesi accanto a lui e lo baciai. Sentii del bagnato sotto la gamba e lui si scusò, era venuto mentre lo penetravo e non era riuscito ad evitare di sporcare il letto. Lo baciai per fargli capire che non mi importava. Rimanemmo un po’ a farci le coccole ed a baciarci. Scoprii che era dello stesso paese di Davide, cosa che non gli potei ovviamente dire per discrezione, mi disse che era solo passivo e che riusciva, in genere, a venire durante la penetrazione. Ammetto che un po’ lo invidiai, quella “abilità” mi sarebbe stata comoda durante gli incontri con Davide.
     
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  3. Marcus64
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    Wow bel racconto mi piace. :wub:
     
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  4. gaywriter
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    CITAZIONE (Marcus64 @ 14/2/2018, 14:49) 
    Wow bel racconto mi piace. :wub:

    Grazie. Presto aggiungerò la terza parte
     
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  5. gaywriter
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    Capitolo 3

    Gli incontri con Dario Davide andarono avanti per parecchie settimane, con due uomini separati ma avevo trovato il mio uomo ideale. Con Davide ero solo passivo ed era solo sesso e, al massimo, amicizia. Con Dario la situazione era più intensa, il sesso era fantastico, anche se con lui ero solo attivo, ma eravamo sempre più vicini e in pratica ci consideravamo una coppia. Dario sapeva dei miei incontri con Davide, non insisteva per sapere chi fosse perché rispettava la mia promessa fatta al mio “amante sposato”, accettava che vedessi qualcuno che fosse attivo visto che lui non poteva venirmi incontro da quel punto di vista. Ormai con Dario ci vedevamo ogni sera, con Davide invece c’eravamo assestati su tre giorni a settimana. Ammetto che non avevo mai scopato tanto in vita mia.
    Eravamo in primavera inoltrata ormai, Dario quel giorno era arrivato a casa mia presto, di primo pomeriggio, non appena io ero rientrato dal lavoro. Quel giorno festeggiavamo due mesi da quando ci eravamo detti di stare insieme sebbene erano più di tre dal nostro primo incontro.
    Appena entrato in casa ci baciammo. Mi piaceva tutto di lui, il suo aspetto, il fatto di essere poco più basso di me, le sue maniglie dell’amore, il suo carattere ed il suo modo di fare. Dopo il bacio lo guardai negli occhi “Ti amo” gli dissi. Lui mi regalò uno dei suoi magnifici sorrisi “Ti amo anch’io” disse e ci baciammo nuovamente.
    Andammo subito in camera da letto ed in pochi istanti eravamo completamente nudi. Ci accarezzavamo e ci baciavamo dovunque. La bocca del mio Dario avvolse il mio cazzo ed iniziò a succhiarmelo con passione. Lo feci girare per un bel 69 anche se il mio obiettivo era il suo culetto. Gli allargai le chiappe e guardai la sua rosellina, la leccai e la penetrai con la lingua. Quel nostro 69 durò parecchi minuti poi Dario si alzò e si sedette sul mio cazzo che, per l’eccitazione, era di marmo. Scivolò velocemente nel suo buchino. Dario iniziò a muoversi su e giù sul mio cazzo, le mie mani accarezzavano i suoi fianchi morbidi, i nostri occhi si cercavano.
    Gli venni dentro nello stesso istante in cui dal suo cazzetto alcuni schizzi cadevano sul mio ventre. Dario si distese esausto su di me e mi baciò. La sua bocca arrivò al mio collo, sapeva che mi faceva impazzire, scese sul mio petto e mi morse i capezzoli. Ci baciammo di nuovo, i nostri corpi stretti l’uno all’altro, le mani dell’uno che accarezzavano la pelle dell’altro.
    Il mio cazzo tornò subito duro, era questo l’effetto che mi faceva Dario, spingeva contro il suo corpo, si mosse quel tanto da stringerlo con le sue mani e masturbarmi dolcemente. Avvicinò la sua bocca ed iniziò a leccarmi le palle, le prendeva una per volta in bocca. Poi con la lingua seguii le linee del mio cazzo, la cappella e stuzzicò il buchino con la punta. Prese poi il mio cazzo in bocca, il calore del suo palato era quanto di più bello esistesse al mondo. Gli tenni la testa con le mani e guidai il ritmo io, sapevo che gli piaceva sentirsi dominato da me. Ci girammo, ora era lui disteso, mi misi a cavalcioni su di lui e puntai il mio cazzo alla sua bocca che, vogliosa, si aprii subito. Ripresi a scoparlo in bocca e continuai fino a sentire che stavo per venire, in quel momento uscii e gli sborrai sul viso. Col cazzo ancora duro raccolsi il più possibile lo sperma che poi lui raccolse con la lingua.
    Quel pomeriggio fu una lunga maratona di sesso, non mi stancavo mai del suo corpo, ero sempre pronto a godere di lui ed insieme a lui.
    Quel pomeriggio mi confermò che per lui non c’era problema che mi vedessi anche con Davide. In fondo sapeva che era solo per sesso e che non sarebbe mai potuto essere altro sia perché Davide era sposato sia perché Dario era consapevole dei miei sentimenti per lui.
    Ricordo ancora quando, ridendo, quel pomeriggio mi passò il cellulare che squillava e sul quale era ben visibile sia il nome sia il numero.
    “Digli di venire, potrebbe essere divertente vedere mentre fai il passivo” diceva ridendo.
    Risposi a Davide e Dario, per distrarmi durante la telefonata, iniziò a farmi un pompino. Alla fine Davide mi chiedeva di vederci per il giorno dopo, accettai di buon grado, lo salutai e poi iniziai a fare il solletico al mio Dario per “punirlo” di quella piacevole distrazione.
    “Sicuro che non ti faccio del male facendo sesso con Davide?” gli chiesi fra un bacio e l’altro.
    “No amore, so che quella parte della tua sessualità per te è importante e so che non è qualcosa cui posso far fronte io” e mi baciò “Adesso però concentrati su di me”.
    Quella sera, per la prima volta, restò a dormire da me. Inventò una scusa a casa. Curiosamente, in tutto quel periodo non avevamo mai dormito nello stesso letto. Fu bello dormire stretto a lui, fu ancora più bello svegliarsi accanto a lui.
    Il mattino dopo gli volli portare la colazione a letto ma, al posto del latte nella tazza, preferì bere quello mio.
     
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  6. Marcus64
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    fruits_cherry
     
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  7. gaywriter
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    Capitolo 4 - Fine
    Il giorno dopo, puntuale come sempre, Davide arrivò a casa mia. Non appena chiusi la porta le sue grosse mani già mi palpavano lascivamente e le nostre lingue provvedevano con passione a scambiarci saliva.
    Con la mano andai subito ad accarezzare il suo cazzo da sopra la patta era già al massimo dell’erezione.
    Lo misi subito a petto nudo e, mentre con una mano gli massaggiavo la pancetta, iniziai con la lingua a leccargli il petto. Seguivo le forme dei suoi pettorali, mordicchiavo i suoi capezzoli, facevo correre la lingua lungo l’incavo delle ascelle e lungo i grossi bicipiti. La lingua sul mio corpo, ogni tanto, prendeva la strada della sua bocca.
    Andammo subito in camera da letto, i restanti vestiti volarono via subito. Lui era disteso sul letto, il suo cazzo torreggiava voglioso. Iniziai ad esplorare il suo corpo partendo dai piedi, sapevo dal nostro primo incontro che gradiva quel trattamento. La mia lingua scorreva sulle piante e sui dorsi, la mia bocca succhiava i grossi alluci. Poi iniziai a salire lungo le gambe e le cosce, volevo arrivare al suo cazzo, immaginavo che avesse voglia di sborrare ed anch’io avevo voglia di quel grosso bastone e del suo dolce nettare.
    Leccai i grossi testicoli e poi infilai il suo cazzo nella mia gola più in fondo che potevo, la mia mano raggiunse la mia testa, mi accarezzava dolcemente e, ogni tanto, mi teneva in modo che mantenessi più a lungo il suo cazzo nel fondo della mia gola.
    Durò poco, aveva troppa voglia, il suo seme inondò la mia bocca e lo ingoiai.
    Mi distesi accanto a lui, mi abbracciò e mi baciò a lungo.
    Dopo diversi minuti mi fece distendere a gambe larghe verso il bordo del letto. Lui scese e s’inginocchiò, mi allargò le chiappe e guardava il mio buchino che, ormai, conosceva bene. Lo accarezzò col suo indice, sentivo la sua pelle ruvida e mi dava un piacevole brivido.
    La sua lingua iniziò a massaggiare il mio buchino, prima piano e poi sempre più velocemente, si fAlaceva strada dentro di me. Furono poi le sue dita a massaggiare il mio sfintere, prima una, poi due arrivando a tre.
    Fummo interrotti dal suono del campanello, non sapevo chi potesse essere, indossai meglio che potevo i boxer ma l’erezione era ben visibile.
    “Arrivo” risposi ed andai ad aprire.
    Appena aprii la porta mi trovai davanti il mio Dario. Era visibilmente nervoso. “Amore, che succede?” gli chiesi.
    Dario iniziò a piangere, lo feci entrare, lo abbracciai e lo baciai.
    Lo feci sedere ed andai a prendergli un bicchiere d’acqua. Non appena girai le spalle, in un attimo lui si precipitò ad aprire la porta della camera da letto.
    “Avevo visto bene il numero, sei davvero tu!” disse
    “Dario!” rispose la voce tremante di Davide “Lascia che ti spieghi”.
    Corsi in camera e vidi Davide sconvolto e Dario furioso.
    “Qualcuno mi spiega cosa sta accadendo?” chiesi.
    “Lui è mio padre, stai scopando con mio padre” rispose Dario.
    “Co-cosa” risposi “Amore ti giuro che non lo sapevo”.
    “Ieri quando ti è arrivata la sua chiamata ho letto il numero sul display, speravo di sbagliarmi, speravo di averlo visto male. Lui così sta rovinando la mia famiglia, sta tradendo mia madre”
    “Dario, tesoro” intervenne Davide “Ti prego dammi modo di spiegarti”.
    “Sentiamo, cosa vorresti dire per scusarti”
    “Io amo tua madre ma so di essere bisex e ho cercato sempre di porre un freno a questa parte di me, avevo avuto qualche esperienza solo prima di conoscere tua madre e poi niente ma, dentro me, qualcosa era rimasta. Un desiderio inespresso. Qualche anno fa ne ho parlato con tua madre, lei sapeva che ero bisessuale e sapeva che le ero stato sempre fedele. Mi ha capito, mi sono sorpreso anch’io ma l’ha capito, ha compreso che era un qualcosa che non mi poteva dare e mi ha dato il permesso di avere qualche avventura. Massimo, che ora ho scoperto essere il tuo ragazzo, è stato il secondo uomo con cui sono stato da quando ho ripreso. Se avessi saputo che stavate insieme ti giuro che avrei smesso di vederlo. Figlio mio ti chiedo di perdonarmi”. Davide era visibilmente imbarazzato e piangeva. Anche Dario era in lacrime, probabilmente non aveva mai pensato che suo padre potesse essere così fragile, probabilmente non l’aveva mai visto piangere. Dario abbracciò suo padre.
    “Papà, non devi chiedermi scusa, non ne hai motivo. Se con la mamma la situazione è chiara e a lei va bene così, non devi rendere conto a nessun altro. Riguardo a Massimo non lo sapevi e non hai voluto farmi del male. Anzi, ti voglio dire che, se anche a Massimo va bene potete continuare a vedervi. Lui in qualche modo è nella tua stessa situazione, io sono solo passivo, immagino che ne avrete parlato pur non sapendo che fossi io il soggetto, e anch’io, come la mamma, non sono in grado di soddisfare alcune esigenze del mio uomo. Se per voi va bene a me farebbe piacere se continuaste ad avere rapporti, in fondo possiamo dire che resta tutto in famiglia”.
    Guardai il mio ragazzo e lo baciai. Dario mi fece distendere sulla schiena, mi sfilò i boxer e si fiondò sul mio cazzo che, quasi istantaneamente prese vigore. Si staccò solo un attimo “Papà fatti fare un pompino da Massimo mentre io lo faccio a lui” e riprese a succhiare il mio cazzo. Massimo era sorpreso ma eccitato dalla situazione visto che il suo cazzo era già in tiro. Si mise in ginocchio, avevo una sua gamba per lato del busto e il suo cazzo davanti al mio viso, lo presi in bocca. Era bellissimo ricevere un pompino mentre succhiavo un bel cazzo e, lo ammetto, era ancora più eccitante la situazione conoscendo la parentela che legava i due uomini nel mio letto.
    Dopo alcuni minuti feci mettere Dario a pecorina e iniziai a leccargli il culo e Davide iniziò a leccare il mio. Poco dopo il mio cazzo si fece strada nella morbida carne del mio ragazzo e nello stesso momento suo padre entrò in me. Ero in mezzo fra padre e figlio, Dario gemeva per il mio cazzo dentro di lui ed io godevo per quello di suo padre in me. Venimmo quasi in contemporanea e ci distendemmo sul letto, stanchi ma soddisfatti.
    Io ero ancora in mezzo fra di loro, baciavo prima l’uno e poi l’altro, finalmente era tutto perfetto.
     
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    stefanoroma

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