A lezione di informatica

ah! il professore...

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  1. sweethole
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Quando lo vidi provai subito una strana sensazione, uno strano calore alla pancia, che partì dall’ombelico, mi attraversò il piccolo membro sotto misura ed arrivò al buchetto perennemente bagnato.
    Da quel giorno ogni volta che lo vedevo mi si stringeva lo stomaco, inoltre, quando parlavo con lui le parole mi uscivano a stento, ero sempre emozionato.
    Il problema era che si trattava del professore di informatica, che, al liceo aveva improvvisamente sostituito la titolare, incinta.
    Poco più che trentenne, di bell’aspetto, la voce calda ed i modi gentili, mi colpì immediatamente ed implacabilmente.
    Io, tra l’altro, non ero più vergine da tempo: infatti, qualche estate prima, alcuni marpioncelli dagli ormoni galoppanti, che si trovavano nel paese di campagna dove trascorrevo qualche settimana in compagnia dei nonni, constatarono che ero una troietta, peraltro piuttosto carina, con i lineamenti delicati, la pelle liscia e lo sguardo da cerbiatta (“Cazzo! Questo è una femmina sbagliata!” sentenziarono), premurandosi, contemporaneamente, di farmi conoscere i loro membri, utilizzandoli per allargarmi a dovere l’orifizio intonso e per riempirmi la boccuccia a cuore. Soddisfatta la pratica iniziale, mi usarono ogni giorno per godere, tutti quanti, nessuno escluso, soprattutto quando facevamo il bagno, inizialmente in mutande poi tutti nudi, in una vecchia vasca per l’irrigazione, nascosta in un campo abbandonato dove andavamo solo noi. Devo dire che questa cosa, nonostante il dolorino che provavo ogni volta che me lo mettevano dentro lo stretto pertugio, mi diede da subito un grande piacere.
    Ma torniamo al professorino, che avendo notato i miei rossori e le mie titubanze durante i nostri colloqui, un giorno mi domandò di fermarmi per qualche minuto dopo le lezioni, per risolvere la questione.
    Ero tutto un fremito, sarei rimasto solo con lui!
    Dopo aver avvertito casa del ritardo, mi sedetti nel corridoio davanti alla sala dei professori, attendendo.
    Arrivò quasi subito, invitandomi ad entrare.
    Fortunatamente non c’era nessuno.
    Mi chiese immediatamente quali problemi avessi con lui, ed io: “Nessuno professore, è che quando la vedo mi sale il calore, mi emoziono e non capisco più nulla”.
    Noto un certo interesse, poi: “Secondo te da dove nasce questa cosa?” domanda ancora:
    “Beh… se posso dirlo…”.
    “Dimmi, dimmi”, incalza.
    “Sa, il fatto è che… che mi piacerebbe tirarle un pompino”, ecco, l’avevo detto.
    La reazione fu piuttosto pacata: “Mhh… immaginavo qualcosa del genere, si può fare.”.
    “Però non qui, vieni con me” aggiunse.
    Ero al settimo cielo, lo seguii come un cagnolino o meglio una cagnetta in calore, fino all’aula di informatica. Questa si trovava in un’ala della scuola ufficialmente inagibile quindi nessuno ci avrebbe rotto le scatole. La Stanza era chiusa ma lui ne possedeva la chiave.
    Appena dentro richiuse subito e poi mi chiese di tirargli fuori l’uccello.
    “Vieni, occupati del tuo professore, vedrai che sorpresa”.
    Devoto mi inginocchiai davanti a lui, che si era appoggiato alla scrivania, slacciai la cintura, sbottonai il pantalone, che gli abbassai assieme alle mutande.
    Accidenti, come era grosso! Mi parve enorme, di sicuro era il più grande che avessi mai visto. Seppur moscio riuscivo a stento ad afferrarlo, mi pendeva giù dalla mano, apparendomi pesantissimo, lunghissimo e larghissimo
    Accostai timidamente le labbra, lo leccai per un attimo, poi lo succhiai in punta come avevo imparato a fare per farli venire subito duri. In un attimo mi ritrovai davanti ad un palo d'acciaio. Per farlo entrare in bocca dovevo aprirla completamente ed anche così entrava con difficoltà.
    Ci penso lui, mi mise una mano sulla testa e dopo aver afferrato i capelli cominciò a scoparmi la bocca, spingendomelo fino in gola, avanti e indietro sempre più velocemente. Respiravo dal naso, a stento, ma ero felice, li se ne accorse: “Ti piace eh! Penso che stiamo risolvendo i tuoi problemi”.
    Certo, anche se avrei preferito lavorare io di bocca invece che farmela sbattere in quel modo, ma andava bene lo stesso, stavo dando piacere al mio idolo.
    Venne improvvisamente, giù in gola, mi affrettai ad ingoiare per evitare di soffocare. Comunque, un rivoletto di sperma sbagliò strada e mi uscì dal naso. Mi liberò la bocca, respirai profondamente, non avevo neppure avvertito il sapore del suo succo.
    “Professore” dissi “veramente so fare di meglio”.
    “Non ti preoccupare, mi andava così, avrai tempo per farmi vedere cosa sai fare. Oggi non c'era molto tempo”.
    L'avremmo rifatto, dentro di me esultai come per un goal al novantesimo.
    Si affacciò sulla porta, constatò che non c'era nessuno, quindi sgattaiolammo fuori.
    Mentre scendevamo le scale che conducevano all'uscita, mi domandò a bruciapelo: “Ma il culetto come è messo?”
    “Beh... ha già visto qualcosa” borbottai, spiazzato.
    “Mi piacerebbe esplorarlo accuratamente, magari assaggiare un po' il buchino”.
    “Come vuole, professore”. Non dissi altro, però pensando immediatamente alle dimensioni del suo arnese.
    “Liberati dopodomani, il pomeriggio, ti porto in un posto” continuò lui, sussurrando.
    “Sicuramente” risposi.
     
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  2. sweethole
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    Per favore commentate, se vi è piaciuto vado avanti.
     
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    A me non è dispiaciuto affatto, se posso permettermi di dire che dai poca importanza al momento in cui entrambe capiscono/decidono di farlo o scoprono che l'altro è gay e viceversa...per il resto aspetterò il capitolo successivo
     
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  4. sweethole
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    Beh, l'io narrante è chiaramente gay da sempre, da quando da piacere ai suoi amichetti. Mentre il professore prova una certa attrazione fisica, a prescindere dall'orientamento sessuale, secondo me è uno che scopa "tutto".
     
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    stefanoroma

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    eccitante
     
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