La giornata dei miracoli

La prima volta che tutti avremmo diritto di avere.

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Quando si è dei ragazzi adolescenti, non poter fare sesso è davvero una tortura. Si è nel pieno della propria prestanza fisica, si è costantemente eccitati e pronti alla monta e si riprende l’erezione in un battibaleno: in nessun’altra età si è tanto adatti al sesso. Quant’è crudele la nostra società, che non lascia i ragazzi adolescenti assecondare i propri bisogni anche quando sono fortissimi e li costringe a fare tutto di nascosto portando a perdere la verginità molto più tardi di quando dovremmo secondo natura, ossia appena se ne sente l'istinto.
    Noi omosessuali, poi, siamo i più sfortunati di tutti a quell’età: è quasi impossibile trovare un complice con cui sfogare i propri istinti, perché quasi tutti sono etero e anche chi per sua natura sarebbe disposto a sperimentare non osa, per omofobia interiorizzata.
    Insomma, a noi gay per vivere un’adolescenza sessualmente piena serve proprio un miracolo, ma a volte i miracoli succedono: vi racconto del giorno in cui ho avuto il privilegio di poter montare un maschio e ancora di più di avere la prima volta perfetta. È stata veramente la giornata dei miracoli.

    Circa metà aprile. Piove, ma non è un problema: adoro la pioggia. Sto entrando a scuola, un liceo molto duro che però io adoravo, perché per me studiare è un gioco, e che gran gioco! Manca ancora una decina di minuti al suono della campanella e come al solito mi piazzo vicino alle scale in attesa di potermi avviare verso la mia classe al piano superiore. Mi immergo nel libro che mi sono portato.
    A uno a uno vedo entrare in classe i miei compagni. Arriva la professoressa: ho matematica e ne sono felice. Sono proprio anormale, ma non ci posso fare niente: il rigore mi piace e i problemi mi divertono.
    Poco dopo di lei arrivano i numerosissimi ritardatari: per ultimo entra Federico, arrivato quest'anno e protagonista di molti miei sogni erotici fin da subito. Non è molto alto, come me, ma è più bello di ogni bronzo greco, e ci somiglia pure: d’inverno ha un colorito normale, ma appena spuntano i primi raggi di sole primaverile si abbronza tutto in pochissimi giorni. Veste sempre da sportivo, e sportivo è: gioca a calcio in una squadra locale, e quando non ha gli allenamenti va in palestra.
    È la lussuria maschile personificata, ma a quanto pare solo io vedo la sua bellezza: non lo si vede mai con una ragazza ed è tremendamente insicuro, tanto che cammina sempre a testa bassa, come se volesse nascondersi.
    Cazzo, averlo in classe è una tentazione continua e ogni giorno tornando a casa mi sento contemporaneamente un grande stoico e un ancora più grande sfigato per non averci mai provato con lui.
    È spesso assente, però, ma non manca mai agli allenamenti di calcio, a quanto dice un suo amico di mia conoscenza.
    Le due ore di matematica passano in un attimo, e mentre io ancora rifletto sulla spiegazione mi accorgo che gli altri si stanno già preparando per scendere: abbiamo educazione fisica, la materia che odio di più. Non solo non sono bravo negli sport non avendone mai praticati, ma condividiamo gli spogliatoi con ragazzi delle classi superiori, e non ce n'è uno che non sia un atleta e un perfetto toro da monta: trattenere l’erezione è quasi impossibile, quindi mi devo muovere con la massima discrezione onde nessuno scopra che mi farei tutti i presenti seduta stante se solo potessi.
    Mentre stiamo scendendo in palestra, la mia professoressa dice a me e a Federico di restare in classe perché deve parlarci. Ci chiede se avendo fatto entrambi tanti assenze siamo sicuri di riuscire a tenere il passo: io rispondo di sì con una certa tracotanza, mentre Federico, sempre a testa bassa, mormora un “non lo so”. Mi lascia andare e trattiene ancora Federico.
    Arrivato in palestra vedo che tutti i miei compagni sono già ad allenarsi. Entro nello spogliatoio e l’odore di maschio mi entra nelle narici causando un’ovvia reazione nei miei pantaloni. Ci sono alcuni stalloni probabilmente di quinta, non uno senza un fisico bestiale quanto gli istinti che mi stimola quella vista, tutti seminudi e sudatissimi perché hanno appena finito la lezione. Porca troia, quanto invidio le ragazze che questi maschi magnifici probabilmente si scopano ogni volta che hanno voglia, solo che io non vorrei farmi scopare da loro bensì prenderli da dietro in modo animalesco. Che brutto desiderare solo l’irrealizzabile!
    Faccio un pessimo lavoro a coprire il ringonfiamento nei miei pantaloni, ma nessuno sembra fare caso a me e prima che io finisca di cambiarmi la maglietta dopo averli silenziosamente ammirati se ne sono già andati tutti.
    Sono da solo, perfetto. Senza più curarmi della mia erezione mi spoglio. Mi sto cambiando i pantaloni quando sento qualcuno entrare e d’istinto mi giro, facendo involontariamente quello che avrei dovuto fare mesi prima: mettere in bella mostra la mia virilità pulsante per Federico.
    Panico.
    Lui mi scruta per un secondo, nota il pacco rigonfio e ride.
    <<oh oh, Mirko: ma a chi stai pensando per avere il cazzo così duro?>> Dice ammiccandomi.
    Con i battiti del mio cuore che fanno il rumore di cento tamburi nelle mie orecchie, gli rispondo, ancora nel panico: <<eeeeh...ehm… a quella figa della quarta B. L’ho vista scendendo in palestra, madonna che culo, quanto me la farei!>>
    Federico ride di nuovo e mi dice con una voce che non riconosco: <<ahahah, sì, è vero, me la farei pure io, cazzo! Quanto ho voglia di scopare, ma non ci sta mai nessuna!>>
    Sconvolto dal fatto che Federico, sempre così titubante e taciturno ora stia quasi ghignando e tenga la testa ben alta ma eccitatissimo dalla situazione, gli dico: <<fossi una ragazza scoperei con te subito, guarda che muscoli che c’hai! Se solo non sembrassi sempre spaventato avresti la fila!>>
    <<oh, buono tutto ma ora cambiamoci che sennò la prof ci fa secchi>>
    <<eh hai ragione Fede>>
    Mentre io mi infilo i pantaloni da ginnastica lui si sfila la maglietta, e alla vista di quel corpo paradisiaco il mio cazzo inizia a bagnarsi dalla voglia.
    Anche se ormai mi sono cambiato, la mia parte razionale sta perdendo influenza su di me e quindi resto a guardarlo mentre si spoglia: prima di mettersi la maglia da ginnastica si toglie anche le scarpe, e poi anche i pantaloni, mostrando le sue gambe da calciatore scolpite nel bronzo più puro dal migliore artista, senza un pelo, cosa che di norma non mi piace ma su di lui rende tutto ancora più conturbante.
    <<oh che fai mi guardi?>>
    <<scusa, scusa, pensavo ad altro>>
    <<ma ce l’hai duro per me?>>
    Ammutolisco.
    <<lo prendo per un sì.>>
    Inizia ad avvicinarmisi. È a pochi centimetri da me, sento il suo odore di giovane maschio pieno di testosterone e virilità adolescenziale.
    Apro la bocca per improvvisare una scusa, e mi ritrovo dentro la sua lingua.
    Non mi faccio neanche più domande, non penso più, agisco solo d’istinto, e il mio istinto mi porta ad avviluppare la mia lingua alla sua esplorando la sua bocca mentre con le mani tasto la sua corporatura perfetta e bollente come la situazione che si è appena creata nello spogliatoio. Si stacca, e io sento un vuoto immenso.
    <<se vuoi scopare scendi alla mia fermata del pullman con me, che ho la casa libera>>
    <<hai dei preservativi?>>
    <<ma a che cazzo ci servono, Mirko?! Siamo maschi e siamo vergini, almeno io lo sono, che vuoi che succeda?>>
    <<porca troia, non vedo l'ora>>
    Ho così tanto testosterone in corpo che scopro una forza animalesca che non credevo di avere e in palestra sbaraglio tutti nella gara di corsa. Le successive ore evaporano nel tempo: tutto quello che conta per me è che tra poche ore inizierò a vivere davvero, CAZZO!
    Sul pullman io e Fede quasi non ci parliamo, per non destare sospetti. Alla sua fermata lo seguo, e mi porta a casa sua. Appena arrivati posiamo gli zaini e lo seguo in camera sua, una stanza dalle pareti tempeste di poster della Juve .
    Senza mezzi termini mi dice: <<ok, bando alle ciance. Vuoi che ti scopi o mi vuoi inculare tu?>>
    Esaltato dalla sua schiettezza mi sento in dovere di rispondergli altrettanto francamente: <<ti inculo io. Poi mi faccio pure cavalcare da te, ma ora voglio la tua figa maschia..>>
    Non so se sia la foga repressa o il fatto che ho chiamato il suo culo figa maschia, ma dopo quelle parole mi placca buttandomi sul letto e baciandomi voracemente. Nel groviglio dei nostri corpi adolescenti ci sfiliamo i nostri indumenti meno le mutande, e d’istinto mimiamo entrambi il gesto di fottere strofinandoci le nostre marmoree virilità. Esploro quel corpo divino baciandogli i capezzoli duri quanto i suoi muscoli da atleta, massaggiandogli gli addominali e mordendolo sul collo, perché no?, tutto mentre continuiamo a strusciarci gli inguini godendo come mai nella nostra vita. Emettendo versi inumani veniamo entrambi nelle nostre mutande: il nostro primo orgasmo provocato dal contatto con un altro maschio.
    <<dimmi che ti rimane duro abbastanza da prendermi.>>
    Non dico nulla: mi limito a girarlo di forza e metterlo a pecora. Buttiamo via le nostre mutande. Ero già pronto a fotterlo, ma all’improvviso mi balena in mente un pensiero.
    <<oh FEDE, CAZZO, DIMMI CHE HAI UN LUBRIFICANTE>>
    <<no, ma tu ce l'hai, Mirko. Leccami la mia figa maschia, come la chiami tu, tanto so che lo vuoi. Il lubrificante non ci serve per godere, abbiamo i nostri corpi.>>
    Ho un attimo di inibizione al pensiero di leccargli l’ano, ma poi realizzo che non è un culo ma una figa maschia, che non è il posto da cui si caga ma il posto in cui si scopa. Gli apro per bene le natiche marmoree sprigionando la fragranza che solo i feromoni di un maschio eccitato hanno e mi fiondo ad assaporare la parte più eccitante del corpo più eccitante che avessi mai visto. Prima lo lecco come farebbe un cane, con la lingua piatta, poi faccio grandi leccate attorno al buco per stuzzicarlo e non perdere uno solo dei suoi aromi più intimi e sinceri, per poi iniziare a introdurre la mia lingua dentro. Godo anche io, seppur non quanto lui quando gli infilo due dita nel posto dove nessuno si sogna di infilare niente a parte me, che tra poco ci infilerò altro, e nel mentre gli sego il suo organo completamente depilato, pulsante e dalle dimensioni in realtà superiori alle mie. Dopo qualche minuto, però, non resisto più. Inizio a strofinare la punta del mio cazzo sulla sua apertura tanto desiderata, che lubrificata dalla mia saliva sembra davvero una figa ma molto più seducente, e poi lo indirizzo dentro con la mano, spingendo all’interno tutta la cappella. Il suo ano, dall’eccitazione, non oppone praticamente resistenza e lui geme senza trattenersi minimamente. Gli afferro quella zona tra le natiche e i fianchi, appoggio naturale per scopare a pecora, e lascio il posto all’animale in calore che è dentro di me. Lo scopo senza violenza ma con la forza che ogni scopata dovrebbe avere; ogni volta mi tiro quasi completamente fuori da lui per poi rientrarci tutto, con le nostre palle che sbattendo tra di loro intensificano ancora di più il nostro piacere liberatorio. Non mi importa che io quasi non conosca il ragazzo a cui sono dentro, non me ne frega nulla del fatto che lui sembra un atleta olimpionico mentre io non ho affatto un bel fisico, non penso più a nulla perché non c’è nulla di più importante è bello di quello che sto provando in questo momento. La prima volta di norma è sempre scomoda e dolorosa mentre noi sembra che scopiamo da una vita. Non mi faccio domande, ormai accetto i miracoli di questa giornata, godo e basta. Ovviamente duriamo poco: in meno di cinque minuti esplodo in un orgasmo sconquassante, ma non contento continuo ad affondare nella sua carne divina finché anche lui non viene riempiendo il letto del suo seme. Crolliamo esausti. Ci abbracciamo e ci addormentiamo crogiolandoci nel confortante odore dell’altro, obbedendo all’istinto più animale che ci sia: l’affetto.

    Ci svegliamo che è già sera, e io sono costretto a tornare di fretta a casa e a rimandare la promessa fatta a Federico di farmi montare da lui, promessa che manterrò pochi giorni dopo. Di lì a breve avrò anche occasione di farmi scopare assieme a Federico da uno stallone nato solo per la monta di due anni più grande, ma quella è una storia da raccontare in un altro momento.

    Edited by mirq - 6/2/2018, 23:37
     
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    Meraviglioso continua scusa se ti chiedo una precisazione adolescenti si diplomandi si ma di che anno scusa la domanda,Continua
     
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    Non eravamo ancora diplomandi; non posso dirti l'anno, perché Federico (che non si chiama davvero così e che è ancora un mio grande amico) tiene molto che di noi non si sappia nessun dato, nomi inclusi: non ho neanche specificato il tipo di liceo e nei prossimi racconti non potrò dire la facoltà universitaria esatta.
    Siamo anche d'accordo sul fatto che questo racconto, scritto di getto dopo una giornata molto stancante, non è davvero rappresentativo di quella che è stata la nostra prima volta, quindi probabilmente lo riscriverò. Se le mie storie ti interessano, a breve arriverà la prossima, molto diversa e scritta con l'aiuto di "Federico" (del quale, a livello narrativo e letterario, mi fido più di me stesso). Un saluto.
     
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    A dir poco eccezionale...adoro come scrivi
     
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    Grazie mille. A breve potrebbe arrivare il seguito, storia piuttosto diversa.
     
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    aspetto il seguito
     
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