| Gli applausi le rimbombano nelle orecchie, tre in numero.
Uno per Reijiro-san, uno per Honami-chan e, infine, uno per lei.
Si appoggia allo schienale, le spalle rilassate e la postura molto meno rigida di quanto non fosse prima: a-allora è andato tutto bene...il suo gesto è stato apprezzato nonostante non abbia goduto appieno del frutto della vite.
Scorda persino l'apprensione per Honami, che ha svuotato l'intero calice - la soddisfazione impareggiabile almeno stavolta di non aver deluso, di aver rispettato gli ordini le risulta quasi inebriante in questo momento.
Altrettanto fortunata non è la Kunoichi di Iwa, il cui mimare è stato dal marasma di invitati al gran completo, gli sguardi vigili rivolti alla ragazzina. Avranno passato e affronteranno di nuovo la stessa sorte, quella di essere sotto gli occhi di tutti: il solo pensiero la fa avvampare e accucciare ancor più la figura minuta nella sedia.
La sua attenzione però la rivolge ancora alla giovane della roccia, tutta avvolta nelle sue bende - povera...che sia gravemente ferita?
Visto il trattamento rivolto alla giovane, non può che ringraziare nuovamente di aver anche lei bevuto quel vino: il silenzio protratto, gli sguardi di disprezzo e mormorii iniziano, a lungo andare, a rendere inquieta anche la piccola Shion.
Prende a guardarsi attorno, nella speranza di trovare qualcosa che spezzi quello strano momento: quel qualcosa - o meglio qualcuno - è il Daimyo stesso che, giustificando la giovane, decreta il vero inizio del banchetto.
Il chiacchiericcio riprendono, l'atmosfera assume nuovamente quell'aria accogliente e tranquilla, gli invitati iniziano ad attingere alle risorse apparentemente illimitate di cibo e bevande: anche lei, ci fa ora caso, ha un certo languorino.
Quel sukiyaki in fondo ha un'aria proprio appetitosa - e si sa, cosa c'è di meglio di una pietanza del genere quando fuori fa freddo e la neve, imperterrita, continua a cadere?
Ne prende una porzione e, lentamente, vuota il contenuto della propria ciotola, poi spilucca un pochetto nell'angolo dei dolciumi accompagnando il tutto con un tè caldo - di alcool lei non ne tocca più.
Neanche con gli invitati ha interagito - in fondo quelli che ha fatto è stato continuare a chiacchierare di tanto in tanto con la compagna, gentilissima già nei discorsi di prima - e ora un po', uhm...euforica.
Lo sguardo poi slitta ogni tanto su Reijiro, anche lui un po' alticcio, sulla ragazza bendata di Iwa e, infine, sul Daimyo stesso: girando tra i tavoli, parlotta con i due e quindi si avvicina a lei e Honami, proferendo le stesse parole probabilmente dette anche agli altri genin.
Una falla nella sicurezza?
Shion aggrotta la fronte, preoccupata per il possibile accaduto, poi si limita ad annuire, accompagnando il cenno alla sua vocina.
"Certo, signore. Faremo del nostro meglio per aiutarla."
Anche gli altri hanno deciso di venire?
Sì, può constatare vendendo anche loro seguire i domestici.
Per un attimo i suoi occhi incrociano quelli della ragazzina di Iwa - anche lei sta osservando i movimenti degli altri Shinobi; poi lo sguardo di quella si sposta più in basso, a guardare...
Le mani
Se Honami potrebbe non accorgersene dato lo stato di ebbrezza, lei, ancora sobria, se ne rende conto e subito distoglie lo sguardo, permettendo alle lunghe maniche del kimono di andare a coprire le dita in un gesto che, almeno spera, non dia troppo nell'occhio.
Giungono ad una porta sulla destra, vi accedono e si trovano all'interno di un piccolo studio - qui, per la prima volta, spiccicano parola.
"Buonasera, Reijiro-san. T-tutto okay?"
Avrebbe quasi preferito ostentare la precedente tranquillità, anche nei discorsi, ma il ragazzo ritira in ballo l'argomento: "cosa sta succedendo?"
"Uhm...c'è un problema con la sicurezza ma non sappiamo altro. Immagino ci stiano per dare delle direttive"
Muove poi un paio di passi incerti verso l'unica a lei sconosciuta nel gruppo, allungando timidamente una mano, l'altra ben nascosta dietro la schiena.
Il mio nome è Shion Akiyama, Shinobi di Kumo. Piacere di conoscerti.
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