We are shameless!

Ep.2 I wanna fuck you

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  1. BigCock25
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    EPISODIO DUE

    Gale guardò fisso negli occhi di Harry; solo qualche ora prima gli aveva fatto un pompino e ora lui era lì di fronte a lui, nelle casa che credeva appartenesse a suo padre. Aveva trovato quell’indirizzo nello studio di sua madre, in mezzo ad un mucchio di scartoffie e pratiche per il divorzio. L’ex signora Harris aveva divorziato dal signor Harris quindici anni prima, probabilmente a causa di un tradimento, e da allora aveva fatto di tutto per non far più vedere suo padre a Gale: avevano cambiato casa, tagliato i contatti con lui e con la sua famiglia e, tutte le volte che Gale chiedeva di lui, la madre si rifiutava di parlare. Gale non vedeva suo padre da quindici anni e, da quel che ne sapeva, poteva essere figlio di Harry come di chiunque altro.
    - Non hai figli, vero?
    - Ti sembro uno che vuole figli? – Harry rispose in tono burbero. – Quanti anni hai? Sedici, diciassette? Beh sono arrivato in America da nemmeno cinque anni, sono originario del Galles. Stai sicuro che non sei mio figlio. – L’uomo scoppiò in una grossa risata e fece per chiudere il portone.
    - Ma… ne sono sicuro, questo è l’indirizzo giusto.- Bloccò la porta con una mano.
    - Questa non è casa mia, non conosco i vecchi proprietari.
    Gale guardò in basso, deluso. Cosa poteva fare ora? Trovare suo padre senza un indirizzo o qualche dato certo sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio. Una voce femminile interruppe i suoi pensieri; rialzò la testa e vide una ragazza bionda sulla porta.
    - Steven, chi ha suonato? – chiese la donna.
    - Steven? – le fece eco Gale.
    - Boh… il ragazzo ha sbagliato indirizzo, amore.
    Appena Harry (o Steven?) finì di parlare vide la porta chiudersi e tutte le sue speranze di trovare suo padre affievolirsi.
    ***
    Lip entrò nella stanza d’albergo insieme ad uomo. Era un albergo di lusso, al centro della città, a circa un’ora di taxi dal southside. La differenza fra il quartiere di Lip e la zona in cui l’uomo l’aveva portato erano evidenti, ma ormai lui non ci faceva più caso: erano molti gli uomini, spesso ricconi ultrasessantenni, che andavano nel southside in cerca di un bel ragazzo con cui passere delle ore.
    - Ce li hai diciott’anni?- chiese l’uomo chiudendo la porta. Era una persona bassa e in carne, vestiva con un completo elegante ma il suo alito puzzava d’alcol.
    - Certo.- mentì.
    Un ghigno apparì sul volto dell’uomo. Non disse niente ma si avvicinò al ragazzo e gli afferrò il viso con la mano destra e allungò la sua lingua cercando quella del ragazzo. Dopo qualche secondo di esitazione Lip si lasciò baciare disgustato. Il vecchio iniziò a slacciarsi la cintura e a sbottonarsi la camicia. Lip tolse maglietta, pantaloni e biancheria intima velocemente e aspettò che anche l’uomo fosse completamente nudo. La vista lo disgustava: un corpo grasso e sudato coperto di peli ed eccitato.
    - Che puoi farmi per cinquanta?
    - Pompino.
    - Vai.
    Lip si piegò in ginocchio. Senza indugiare troppo prese in bocca il pisello puzzolente dell’uomo. Non era un membro molto lungo ma abbastanza grosso da riempirgli la bocca. Chiuse gli occhi e cercò di non pensare che l’uomo a cui stata succhiando l’uccello poteva avere l’età di suo nonno, di non pensare alla puzza di alcol e piscio e alla mano che gli spingeva la testa. Pensò a ciò che avrebbe potuto fare con quei soldi e che infondo un pene valeva l’altro quando ne hai già succhiati una ventina. Immaginò che lo stesse succhiando a quel bel ragazzo che Micòl aveva portato al locale quella mattina… Gale? Gerry? E alla fine riuscì a mantenere la mente impegnata fino a quando gli schizzi di sperma dell’uomo non gli invasero la bocca e la gola.
    - Quanto per il culo?
    Lip si alzò in piedi e passò una mano sulle labbra.
    - Non lo vendo il culo, se vuoi ti scopo io, faccio solo da attivo. E viene 100
    - Vai a farti fottere- l’uomo agitò la mano – prendi i tuoi soldi e vattene.
    ***
    Com’era arrivato fin lì? I passanti a cui aveva chiesto indicazioni gli avevano detto di trovarsi nel centro della città, lontano dal Southside: in fondo aveva camminato per ben due ore dall’incontro con Harry/Steven nella casa che pensava fosse di suo padre. Si fermò davanti alla facciata di un hotel e si sedette al bordo della strada. Dopo qualche minuto sentì una voce chiamarlo.
    - Gale, giusto?
    Si voltò. Era il ragazzo che aveva visto al locale, molto più vestito del loro primo incontro.
    - Sono Lip, ricordi stamattina? Che ci fai qui?
    - Credo di essermi perso… sai come tornare al locale?
    - Chiamo un taxi, vieni.
    Gale lo seguì fino alla fermata, dove salirono sul primo taxi libero che riuscirono a trovare.
    - Puoi pagarlo?
    - Sì… ho trovato un po’ di soldi oggi.
    Gale non chiese nulla, si limitò a seguire il ragazzo dentro il taxi e a sedersi sul sedile posteriore, accanto a lui. Il tassista non si voltò nemmeno a guardarli, ascoltò l’indirizzo scelto da Lip e partì alla volta del Southside. Gale evitò di voltarsi verso Lip per gran parte del viaggio, e il ragazzo non attirò più di tanto la sua attenzione. Eppure il ragazzo dei suoi sogni era lì, a pochi centimetri di distanza; poteva sentire il suo profumo e ascoltare il respiro lento e controllato. Quando, circa dopo mezz’ora si decise a rivolgergli un’occhiata, si accorse che lui lo stava fissando. Mantenne lo sguardo senza dire niente. Uno sguardo che trasmetteva intesa, passione, e lasciava intendere quanto l’uno fosse attratto dall’altro. Poi Lip prese l’iniziativa e portò la sua mano sul ginocchio del ragazzo. Gale lo conosceva da poche ore ma sentiva di non sbagliare. Lasciò che la mano salisse lungo la parte interna della coscia e che arrivasse lentamente al pacco già duro. Il battito accelerò all’improvviso. Lip gli si avvicinò e portò la bocca all’orecchio di Gale.
    - Voglio scoparti.
    Aveva sussurrato per non farsi sentire del tassista, Gale non aveva risposto; si era morso il labbro per evitare di saltargli addosso all’improvviso e aveva allontanato la mano del ragazzo dalla su coscia. Girò la testa verso il finestrino, evitando il suo sguardo. Trascorsero il resto del viaggio in silenzio, e non parlarono più dell’accaduto. Almeno fino a quella sera…

    Edited by BigCock25 - 9/8/2015, 19:36
     
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  2. oldmanny
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    non sbagliavo, è interessante, ma apprezzo di più capitoli più lunghi; aspetto il prossimo
     
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    DOLCE GAY

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    CITAZIONE (oldmanny @ 27/4/2015, 14:55) 
    non sbagliavo, è interessante, ma apprezzo di più capitoli più lunghi; aspetto il prossimo

    AspettIAMO il prossimo ;)
     
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2 replies since 26/4/2015, 20:18   1191 views
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