Caught Into The Sea

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  1. Jack930
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Estate 2014, non proprio una delle più belle, ma ammettiamolo qualche giornata interessante l'ha fatta passare.
    Ero con altri due miei amici in una casa al mare, verso Marina di Massa, avevamo preso un appartamento con altri due ragazzi, uno amico di un mio amico, e l'altro amico dell'altro, praticamente per me erano due estranei.
    Il primo giorno arrivati li eravamo io il mio amico Gabriel ed il suo amico Nicolas, detto Nick. Gli altri due ci avrebbero raggiunto due giorni dopo.
    La prima giornata la passiamo a fare battute conoscerci meglio, cazzeggiare e be' eravamo in vacanza, a bere.
    Credo di aver bevuto due o tre mojito nel giro di un ora e mezzo, ma cazzo mi fregava ero in vacanza.
    Erano tipo l'una del pomeriggio, e decidiamo di alzare il culo e andare in spiaggia, si dopo aver bevuto, sotto il sole che l'estate ci aveva regalato.
    Arrivati in spiaggia troviamo la desolazione più assoluta, nessuno, forse erano ancora tutti a pranzo, ma boh strano.
    Avevamo preso due ombrelloni per quella settimana, in fondo saremmo stati in cinque, e un ombrellone non bastava per tutti.
    Ci buttiamo sui lettini e anche li ordiniamo da bere. Io optai per un ennesimo mojito, Gabriel ordinò un long island e Nick una birra.
    Dopo poco Gabriel ci abbandonò cadendo in un coma profondo come era suo solito fare in spiaggia, così rimanemmo solo io ed il poco conosciuto Nick.
    “Insomma studi Medicina mi ha detto Gabriel”. Dissi per rompere un po' il ghiaccio.
    “Si sono al primo anno, non ci capisco un cazzo”. Disse asciugandosi dalla fronte delle gocce di sudore.
    “Te che fai invece? Gabriel non mi ha raccontato molto di te”.
    Ecco, in quel momento avrei potuto essere chi volevo se solo fossimo stati due sconosciuti incontrati in un bar senza nessun amico in comune.
    “Studio Lingue e lavoro in un locale in centro”. Dissi abbassandomi gli occhiali da sole per guardarlo meglio.
    “Ah wow bello e quante lingue hai già provato?”. Rimasi un po' stranito dalla domanda.
    “Come quante ne ho provate?..”. Dissi.
    “Cazzo ho fatto un mega doppio senso”. Disse per poi ridere, mi unì a lui, fortuna se n'era accorto.
    “Per ora ho studiato l'inglese, il francese, lo spagnolo e se passo l'esame comincio seriamente il russo”.
    “Приходите со мной в постель!”. Disse sorridendo guardandomi.
    Rimasi un po' colpito, primo perché si ok, lo stavo studiando, ma non conoscevo tutto il russo.
    “Mi hai chiesto di dormire con te o qualcosa del genere?”. Dissi per poi ridere in modo un po' nervoso.
    “No, ho detto che bella giornata di sole”. Ripose mettendosi a sedere.
    “Ehm no, что прекрасный солнечный день, questo è che bella giornata di sole, quello che hai detto te sembrava più un invito a letto”. Ripetei.
    Con gli occhiali da sole vedevo più scuro, e non sapevo se arrossì perché aveva fatto la seconda gaff o per via del sole.
    “Cristo devo spaccare il culo a Andrea”. Disse ridendo. “Questo mio amico ha la mamma russa e mi ha detto un paio di frasi, e quella mi era rimasta impressa, e lui mi aveva detto che significava che bella giornata di sole”.
    Questa volta risi io. “Mi sa che ti ha preso un po' per il culo”.
    “Credo che l'abbia preso in pieno è diverso”. Disse lui ridendo.
    Era un terzo doppio senso, ma questa volta lasciai correre, già era in imbarazzo, e riprendemmo a parlare.
    “Quindi fidanzato?”. Mi chiese. Tasto dolente, avevo amato una volta, e la seconda volevo molto bene alla persona che avevo accanto, ma il destino aveva voluto dividerci.
    “I'm a single boy! Come direbbe Beyoncé se avesse le palle”. Dissi.
    “Quella donna ha più palle di molti più ragazzi che conosco fidati”. Disse lui prima di bere la birra.
    “Te?”. Chiesi curioso.
    “Per ora mi diverto nelle splendide giornate di sole”. Disse per poi ridere riferendosi alla figura di merda di poco prima.
    “Ah quindi un libertino”. Dissi.
    “Libertino era Johnny, io sono più uno che se c'è da prendere l'occasione, la prendo”. Continuò sorridendo.
    Cominciava ad essere caldo, e non solo per gli argomenti che stavamo trattando, o i mojito che mi ero scolato, ma per il caro amico sole.
    Mi tolsi gli occhiali e guardai Nicolas.
    “Tuffetto?”.
    Buttò giù la birra in due sorsate e la poggiò sul tavolino accanto all'ombrellone.
    “Perché no”. Disse alzandosi.
    Dai nostri ombrelloni al mare c'erano si e no un cinque sei metri.
    Ci incamminammo verso il mare.
    “Gabriel fa sempre così?”. Mi chiese.
    “Così come?”.
    “Lascia due sconosciuti a conoscersi mentre se la dorme”.
    Sorrisi.
    “Solitamente no, sono io quello che va dagli sconosciuti e lascia i propri amici in balia di tali persone”. Dissi ridendo.
    “In che senso?”. Continuò lui.
    “Eh, come faccio a spiegare... hai mai visto How I Met Your Mother?”. Lui annui. “Ecco quando Barney abbandona Ted con le ragazze dicendo 'Hei tu lo conosci Ted?' ecco io faccio uguale con loro quando non li sopporto ad una serata”.
    Nick scoppiò a ridere.
    “Però capito”. Disse.
    La sabbia cominciava a bruciare sotto i piedi e così aumentai la velocità. Dopo poco incominciò anche Nick.
    Mi buttai in mare e l'acqua ghiaccia mi avvolse.
    Dopo poco sentì un peso sopra di me. Ero sott'acqua e una mano mi afferrò al fianco tirandomi su. Non volevo, a me piace stare sott'acqua!
    Emersi dall'acqua marina e mi trovai a pochi centimetri dal volto di Nick, il quale mi aveva stretto con il braccio abbracciandomi dal fianco.
    Vidi chiaramente da quando l'avevo conosciuto i suoi occhi scuri, che con il riflesso del sole nell'acqua, sembravano circondati da un alone d'oro.
    Ero così vicino al suo petto che sentivo il suo cuore accelerare.
    “Ti ho fatto male?”. Chiese con voce tremante.
    “No, tranquillo”. Risposi mettendogli una mano sul petto.
    “Non ho preso bene la traiettoria e ti ho colpito scusami”. Disse ancora, il suo cuore batteva sempre più veloce.
    Sentivo che anche il mio aumentava di velocità.
    “Tranquillo sto bene”. Gli dissi sorridendo.
    “Hai un bel sorriso”. Ripose.
    “Grazie, tu hai un bellissimo colore degli occhi”.
    Eravamo ancora li, con lui che mi teneva a se ed io con la mia mano sul petto.
    L'acqua oramai non era più tanto gelida come prima, o forse ero io che ero caldo.
    “Be' perdonami”. Continuò senza lasciare la presa.
    Ne approfittai, lui non mi lasciava ed io potevo toccare quel suo bel corpo.
    Feci scivolare la mano dal petto all'addome sotto l'acqua e sentì quei lievi addominali che aveva.
    “Non preoccuparti, fino a che non mi spacchi qualche osso va tutto bene”. Continuai ridendo.
    In quel momento lasciò un po' la presa senza però lasciarmi andare.
    Con quel movimento la mia mano scivolò giù velocemente, fino a colpire il bambino nel suo costume.
    Ci guardammo per un istante.
    “Scusa, ora io non volevo”. Dissi in tono mortificato.
    “Peccato”. Disse ridendo.
    “Ah peccato? Menomale non eri libertino”. Dissi mettendomi a ridere anche io.
    “Non ho detto questo, però se lo avevi fatto apposta non mi sarebbe dispiaciuto ecco”.
    “Quindi fammi capire, vuoi che te lo tocchi?”. Dissi ridendo.
    La sua mano libera, quella che non mi reggeva ancora a lui, scivolò sul mio costume e strinse forte il mio membro.
    Un brivido mi percorse lungo la schiena.
    “Tu vuoi che te lo tocchi?”. Chiese massaggiandomelo.
    “Meglio di no o ti dovrei chiedere di farmi un lavoretto”. Dissi ridendo.
    Non finì neanche la frase che lo aveva preso in mano e aveva cominciato a lavorare.
    Mi venne d'istinto prenderlo dietro la nuca e portarlo alla mia bocca.
    Fu un bacio breve ma pieno, sentì le sue labbra carnose scontrarsi con le mia. Sentì il sapore della birra sulla sua lingua confondersi con il sapore del rum sulla mia. Sentì la freschezza della sua bocca quando la mia lingua la ispezionò, sentì la sua voglia quando mi attirò a se.
    Aprì gli occhi da quel bacio e vidi che Gabriel si stava alzando dalla sdraio e sicuramente ci avrebbe raggiunti.
    Quel meraviglioso momento doveva interrompersi li.
    “Arriva Gabriel fermati”. Gli dissi scostandolo dal mio corpo.
    Aveva ancora il mio membro in mano e continuava a darsi da fare.
    “Smetti, sta arrivando!”. Dissi togliendogli la mano e rimettendolo a posto.
    “Ehi, potevate svegliarmi per una nuotata!”. Disse Gabriel.
    “Eri così beato che ti abbiamo lasciato fare”.
    Gabriel si buttò in acqua con noi e da quel momento non ci lasciò soli un attimo..

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    FIGO GAY

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    Eccitante continua
     
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  3. Jack930
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    Secondo pezzo
     
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  4. bi0nd0
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    Scrivi sempre benissimo....
    Bellissimo racconto!
     
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  5. Hothot95
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    Mi sono iscritto al blog per leggere i racconti erot. e i tuoi sono davvero belli :woot: :woot: :woot: :woot: :P
     
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  6. oldmanny
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    Promette bene, continua presto
     
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  7. aramis1
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    Attendo il seguito!
     
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6 replies since 10/3/2015, 02:58   3623 views
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