Proprio Io, proprio Tu

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  1. Invano
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    Avrei mentito dicendo che non mi fosse piaciuto. Che, sgusciando fuori dalla sua casa, e una volta penetrato nel conforto della mia, la mia paura (per quello che era accaduto, per quello che doveva accadere, per il fatto che Giovanni avrebbe potuto tradirmi da un momento all'altro) fosse stata maggiore rispetto alla mia eccitazione, o alla mia curiosità (anche a Giovanni piacevano gli uomini, oppure voleva solo divertirsi -sfruttandomi-?). Avrei mentito dicendo -infine- che non aspettavo altro che tornare a trovarlo.

    -Entra pure, oggi saremmo soli per tutto il pomeriggio, checca! Giovanni mi sorrideva, diabolico e rifulgente, sull'antro della porta.
    -Ciao, Giova! Dove metto le cose? M'avevo stretto la mano, e mi conduceva rapido fino alla sua stanza. Il sangue mi pulsava dentro in maniera così vigorosa da non darmi tregua.
    -Sai già le regole, non è così? M'avevo detto indicandomi il letto.
    -In realtà...
    -Avresti dovuto dedurle dalla scorsa volta, checca, ma sei perdonata!
    Si bloccò un attimo per scrutarmi.
    - Una volta qui dentro casa mia non dovrai mai portare addosso nessun genere di vestito: via tutto quindi! Siamo entrambi maggiorenni e responsabili, quindi, nessun obbligo e nessuna esitazione!
    Aveva concluso ridendo, toccandosi il cellulare nella tasca. Per un istante avevo sorriso anch'io, iniziando -senza muovere alcuna obiezione- a spogliarmi.
    - Ora che sei come mamma ti ha fatto, ti conviene assumere la tua posa!
    Compresi al volo, e mi adagiai a terra, muovendo il sedere come una coda.
    -Sei proprio una cagna, checca!


    -Il gioco che faremo oggi è assai divertente, e ti piacerà molto, checca!
    Lo guardai con occhi carichi di eccitazione. Giovanni iniziò a rovistare tra le scatole sotto il suo letto, offrendomi anche la vista mirabile delle sue natiche, e provocandomi subito un'erezione.
    -Cagna, e pure in calore! S'era tirato su, e teneva in mano un preservativo. Trasalii: fin ad allora, non avevo avuto nessun rapporto sessuale.
    -Non preoccuparti checca, non è quello che pensi. Il gioco è un altro. Infilami il preservativo!
    S'era scoperto l'uccello, duro e solo un poco sudato: odorava di maschio, e d'orgasmo.
    Glielo inserii un poco impacciato, tirandomi su a cavalcioni, e poi attesi che lui si facesse una sega, riempendolo completamente di sborra bianca, delizioso latte virile.
    -Questo è per te, checca, ma te lo devi guadagnare!
    Fremevo, annebbiato ed eccitatissimo.
    -Che devo fare?
    Giovanni prese allora un pennarello nero dalla sua scrivania, tozzo e senza etichetta, e m'ordinò di mettermi a schiena a terra e "zampe alzate":
    -Vediamo cosa c'entra in quel tuo buchetto, checca!
    E fece per invadermi; lo fermai un attimo prima:
    -Devi almeno lubrificarmi!
    Mi guardò storto, ma sempre divertito.
    -La cagna protesta pure. Rimediamo subito!
    Prese allora il preservativo pieno di sborra, me ne versò sul buchetto un poca, e iniziò a infilarmi dentro il pennarello. Urlai da prima, poi il pennarello cominciò a darmi piacere, e io incominciai a sentire lo sfintere rilassarsi.
    -La cagna abbaia, ma non morde! Tieniti il premio!
    E mi lanciò addosso il preservativo, che fini per macchiarmi tutto il corpo, e pure il viso. Leccai il più possibile, e Giovanni era così divertito che s'affannò a scattarmi una foto dietro l'altra, come di fronte a un'attrazione. Non mi interessava.
    -Ti piace così tanto che succhieresti pure il preservativo usato, cagna!
    Lo disse ridendo, ma per fu come un altro ordine. Mi piegai, e presi in bocca il preservativo.

    Quella fu il secondo pomeriggio a casa di Giovanni.
     
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22 replies since 30/11/2014, 17:14   3060 views
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