Proprio Io, proprio Tu

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  1. Invano
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    -C'avrei scommesso che eri frocio!

    La vista e l'odore stordente del suo fallo m'avevano assalito senza preavviso. Tentati di balbettare:
    -Io non so cosa mi sia...
    Lui fu più rapido, e mi zittì.
    -Non voglio delle scuse, e non voglio nemmeno farti del male. Questo qua sarà il nostro segreto, il segreto di due persone che si divertono un poco e null'altro, checca!
    L'ultima parole mi finì addosso prima come un ceffone, poi come una primordiale sicurezza: c'era della complicità vera in quella espressione.
    -Allora non lo dirai a nessuno?
    -Promesso, checca.
    Se la rideva, puntandomi addosso due occhi che somigliavano a due profondi abissi turchese.
    -Hai fame?
    Annui, deglutendo, più per cortesia che per altro. Ero tutto un unico nervo teso.
    Mi fece oscillare di fronte il cazzo flaccido:
    -So che ti vorresti pappar questo, ma ho altro per te.
    Sparì in cucina, lasciandosi dietro il rumore del chiavistello e l'odore forte della sua virilità. Avrei desiderato rivestirmi, ma non riuscivo a muovermi.
    -Ti piacciano le fragole, Marchetto? Urlava la sua voce dalla cucina.

    Se ne tornò poco dopo, tenendo in mano una ciotola ricolma di fragole.
    -Ecco qua, checca!
    Feci per allungare la mano e ringraziare, ma lui mi zittì. Ancora.
    -Manca l'ingrediente numero uno...la panna! Si esibì allora in una risata grassa, facendosi di nuovo cadere i pantaloni.
    -Panna di primissima qualità! Continuava a ridere, e intanto aveva cominciato a menarsi l'uccello, che mi pulsava davanti come l'inferno. Nonostante la tensione, il mio pene reagì con vita propria. Lui se ne accorse.
    -E ti piacerà di più fra poco! Mi sussurrò, roteando gli occhi all'indietro e scaricando con un gemito la sua sborra sopra le fragole.
    -A te, checca! E non fare complimenti.
    Ero come paralizzato. Da una parte un terrore primitivo mi consumava, dall'altra un'eccitazione mai provata fino ad allora mi premeva sul costato.
    -Allora, checca?
    -Ti prego, Giovanni, lo scherzo...
    -Te lo ripeto, Marco, non voglio farti del male, solo giocare...
    Mi si avvicinò, e, inaspettatamente, m'accarezzo la guancia. Un sussulto mi sconvolse totalmente il corpo.
    -Ci vogliamo divertire? Mi chiese di nuovo.
    Ci pensai ancora un attimo: avevo 18 anni, era un pomeriggio qualunque e avevo davanti una ciotola di fragole e sborra del più figo della scuola. Decisi.
    Feci per prendere la ciotola:
    -Non qui, altrimenti che gioco è?! E la gettò a terra.
    Mi piegai, in posizione canina, e avvicinai il naso alle fragole. L'odore intensissimo dello sperma mi fece ancora traballare e -insieme- me lo fece rizzare ancora di più.
    Aprii la bocca e addentai il primo -squisito- boccone.
    Alzai gli occhi, e m'accorsi che Giovanni mi stava riprendendo. Se ne accorse,e mi sorrise, complice:
    -Non preoccuparti, è una sicurezza per la prossima volta!
    -Ci sarà un prossima volta?

    La mia eccitazione continuava ad aumentare.

    Edited by Invano - 1/12/2014, 17:57
     
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