L' AMORE AI TEMPI DEI PUB

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  1. Albert De Klerc
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Che cosa mi aveva spinto in quel locale dall’ aria chiaramente equivoca, non seppi dirlo. Sapevo, o meglio, ero stato informato, che li dentro era possibile trovare un po’ di compagnia gratuita e qualche buon bicchiere di Gin Fizz.
    All’ epoca in cui comincia questa storia io ero un ragazzo normalissimo, senza grilli per la testa, abbastanza intelligente da non aspettarmi nulla da nessuno, tanto meno dalla vita.
    Ero giovane ma non stupido, molto meno di quanto credevano che fossi per lo meno, e avevo già sperimentato sulla mia pelle parecchie delusioni, in numero sufficiente per disilludermi sulla bontà della gente.
    Ero stato ingannato, abbandonato e umiliato da vari ragazzi che pensavo sinceramente amici e il dolore che il loro tradimento mi aveva causato era stato tale da far sparire dalla mia mente il desiderio di vendetta. Non valeva la pena di scendere al loro stesso livello.
    Avevo passato brutti mesi a piangermi addosso e a chiedermi perché proprio a me stava accadendo tutto ciò; solo ora mi rendo conto di aver perduto tempo prezioso per la mia vita.
    Comunque, superato il momento difficile, ero anche riuscito a trovare un lavoro come cameriere in un bar e anche se lo stipendio non era precisamente elettrizzante, mi permetteva di mantenere un tenore di vita modesto, ma dignitoso.
    Le mie ferie erano iniziate proprio quel giorno e per festeggiare mi ero deciso a fare un salto in quel locale che da tempo stuzzicava la mia fantasia. Non fu difficile trovare un parcheggio e neppure localizzare il posto, quello che mi creò qualche problema fu compiere il passo necessario per mettervi piede.
    Il mio carattere timido e solitario mi creava serie difficoltà frequentare discoteche, grandi ristoranti, centri commerciali e anche i bar. E dire che col mio lavoro ero costretto a parlare con parecchi sconosciuti …
    Comunque, entrato nel locale, mi guardai attorno e capiì di essere nel posto giusto, esattamente come mi avevano predetto i miei amici parlandomi della sua atmosfera rilassata e dall’ ambiente raccolto e quasi famigliare.
    Non era molto frequentato, non ancora per lo meno, ma sapevo che di li ad un’ora sarebbe stato molto difficile raggiungere il bagno situato sul lato opposto all’ ingresso.
    Ma i pochi avventori seduti al bancone del bar e sui divanetti attorno alla pista circolare mi lasciavano intendere che forse li avrei davvero trovato ciò che ero venuto a cercare.
    Un paio di ragazzi, forse sui venti anni che doveva essere i camerieri, mi guardarono da una porta accanto al bancone del bar, con aria apparentemente indifferente. Ero un cliente come tanti altri.
    Ma io li osservai molto bene mentre mi avvicinavo lentamente verso il guardaroba e ne trassi un’ ottima impressione.
    Il primo sembrava alto, più di me, biondo, occhi chiari e viso allungato e ben definito. Il fisico, nascosto dalla divisa, doveva essere longilineo e scattante, così come le gambe.
    Il secondo invece era molto più appariscente, e decisamente più intrigante. Castano, poco più basso dell’ altro, gli occhi verdi vivaci e dallo sguardo profondo e un fisico più tornito, come di chi pratica molto sport.
    Depositai il borsello sul banco del guardaroba affidandolo alle mani del guardarobiere e decisi di inaugurare la serata con un bel drink di benvenuto. Premetto che non sono mai stato un gran bevitore, ma di tanto in tanto mi concedo il lusso di farmi un paio di cocktail. Quella sera scelsi un classico Cuba Libre con molta cola, e una volta che ebbi preso il capace tumbler colmo di liquido mi avviai con prudenza verso uno dei divanetti disposti attorno alla pista, puntando all’ unico totalmente vuoto.
    Mi sedetti con buona grazia e bevvi il primo sorso del cocktail, assaporando il gusto intenso del rum scuro mischiato a quello dolciastro della Coca-Cola e a quello aspro del limone mentre mi davo un’ occhiata intorno.
    Fui molto felice di scoprire che l’ età media degli altri clienti si aggirava intorno ai 25 anni e notai che quasi tutti erano ragazzi assai carini e spigliati. Decisamente un buon segno.
    Non mi sono ancora descritto e credo sia il momento di farlo.
    Partiamo dal fatto che ero tutt’altro che sensuale e intrigante, al contrario mi consideravo piuttosto normale, ne bello ne brutto, non altissimo ma neppure piccolo, castano di capelli e bruno di occhi. Portavo gli occhiali da vista pur detestandoli e cercavo di curare al meglio la barbetta e i baffi che mi incorniciavano il mento e il sottonaso. Non ho mai avuto un gran fisico e nemmeno allora lo avevo, ero magro ma non scheletrico, non troppo muscoloso e abbastanza peloso, soprattutto sulle gambe.
    Il mio pezzo forte era, a detta di molti ragazzi che avevo conosciuto, il sedere. Io non ero così convinto che fosse realmente così, ho sempre pensato di avere un fondoschiena troppo poco sodo per essere interessante, eppure quasi tutti quelli che avevano avuto modo di lavorarci erano concordi nel dire che era perfetto. E alla fine a me bastava.
    In definitiva si poteva affermare, al mio riguardo, che ero un ragazzo come tanti senza troppi pregi e senza eccessivi difetti. Uno qualunque insomma.
    Comunque, quella sera ero deciso a divertirmi, anche a costo di sembrare avventato e rischiando qualche rifiuto netto.
    Il posto mi sembrava adatto, dovevo solo aspettare il momento giusto per passare all’ azione, e soprattutto individuare il giusto bersaglio.
    Nell’ attesa mi gustai il mio cocktail ascoltando la musica ad occhi chiusi, ignaro di ciò che sarebbe accaduto.
     
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13 replies since 18/11/2014, 23:21   1497 views
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