Masterpiece Award Contest - Vota il racconto
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  • "Risvegliarsi con lui" - Di Thedreamer1989
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  • "La mia morte" - Di Luchettoxd
    33.33%
    5
  • "Mario, il figlio dei vicini" - Di Firescorpio
    6.67%
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This poll is closed (Voters: 15)

Masterpiece Award Contest - Vota il racconto

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    Non è importante come entri nel palcoscenico della vita degli altri, l’importante è l’uscita di scena

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    La fase n° 1 è completata. Do ufficiailmente inizio alla fase numero 2!

    Come da bando

    II Fase:

    Decretati i vincitori, si procederà con lo step successivo: il racconto a scenario stabilito. Gli utenti che passeranno la prima fase, dovranno comporre un racconto in cui lo scenario di riferimento è dato dagli ADMIN. Si tratta di una "complicazione" che mette ben in evidenza le capacità dei nostri bravi scrittori.

    Di nuovo, si procederà al voto per stabilire chi risulterà vinciore di questo girone (sempre attraverso sondaggi) e si accederà alla finale


    I nostri concorrenti dovranno, ora, affrontare una bella sfida perchè non saranno loro a decidere cosa scrivere ma verranno indirizzati, poichè dovranno cimentarsi con un contesto "artificiale", dal momento che gli viene imposto e non è di loro scelta!

    Il racconto, stavolta, non ha limitazioni di lunghezza (restano le clausole di racconto inedito e di storia chiusa e non a puntate).

    Qual è la sfida? Semplice: il racconto erotico dovrà partire da questa situazione iniziale:

    Charles dopo un lungo viaggio si fermò a dormire in un albergo. C'erano pochi ospiti, non era molto affollato perché era inverno. Charles prese le chiavi della sua stanza, entrò e si addormentò presto. Era stanco e furioso come non mai perchè la giornata era stata infruttuosa e le polemiche di Adam non erano d'aiuto. D'altra parte neanche per lui era stato piacevole dover portare con sè quell'"estraneo." Sì, era questo il nome con lui lo apostrofava, perchè non erano mai riusciti a prendersi l'un l'altro. Come pretenderlo, d'altra parte, quando ti trovi a carico un figlio non tuo e già grande abbastanza per dare i problemi degli adolescenti capicciosi? "Fortuna che stasera è andato dalle sue fottute ragazze" bofonchiò, accigliato, Charles, "Non avevo voglia di sentirmi di nuovo le sue lamentele su quanto faccia schifo la vita".
    Riuscì a prendere un faticoso sonno, driblando da un punto all'altro del cuscino, tentando di far sue quelle coperte che a stento riuscivano a coprirlo tutto. All'improvviso un urlo lo svegliò: il led fioco della sveglia segnava l'1.21. Uscì, con gli occhi mandorlati dal pesante sonno cui era stato brutalmente strappato, dalla camera, correndo più che potesse...


    E si svolgerà secondo i colori del THRILLER, quindi vogliamo vedere tutti gli ingredienti che questo genere letterario deve avere!!!!

    Avete tempo fino alle 12.00 del 31 Agosto 2014!!

    Adesso a voi, o abili scrittori, e alle vostre leggiadre penne ;)

    Nel frattempo, utilizzando il sondaggio, votatiamo il nostro racconto preferito!!!!

    Edited by Elchicoloco - 11/8/2014, 22:20
     
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    Risvegliarsi con lui [di Thedreamer1989]

    "Amore, svegliati! Forza, cucciolo, svegliati…"

    Che tenero il mio ragazzo. E' sempre così, tutte le mattine che ci svegliamo nello stesso letto, lui puntualmente si sveglia prima di me e si ferma a fissarmi in attesa che anch'io apra gli occhi. Peccato solo poterlo fare poche volte. In effetti siamo ancora molto giovani e così per avere casa libera dobbiamo attendere quando i genitori di Lorenzo, il mio ragazzo, passano la notte fuori per lavoro.

    Sono Mirko, 19 anni, moro, occhi castani e un fisico un po' troppo magro per i miei gusti. Lorenzo, invece, è decisamente molto più figo di me. Ha 23 anni, studia all'università, qualche muscolo scolpito in palestra, castano e due occhi verdi da favola. Ci siamo conosciuti per caso e sempre per caso e grazie ad un po' di iniziativa da parte sua siamo finiti a farlo nella sua macchina la prima volta. Che posso dire, ci siamo innamorati e siamo felici. Per il mondo siamo due semplici amici etero. Solo noi sappiamo la verità, e pur stando attenti, riusciamo comunque a vivere la nostra vita insieme.

    "Buongiorno cucciolo!" Tutte le volte che incrocio il suo sguardo mi viene la tentazione di saltargli addosso da quanto mi eccita.

    "I miei non torneranno fino a stasera." Ecco, Lorenzo non è mai sazio. Dipendesse solo da lui, passerebbe le giornate intere a letto. "Baciami, scemo!" fu la mia risposta ammiccante.

    Amo baciarlo, le labbra che si sfiorano, le lingue che si incontrano. E' lui a tirare via il lenzuolo e a lasciarmi solo con gli slip. Mi da piccoli bacetti, si sofferma sul collo, scende fino a raggiungere l’addome e lentamente mi sfila gli slip. Si ferma, poi una veloce leccatina al mio pisello ormai durissimo. Quant'è bravo, quasi svengo dal piacere che provo nel sentire le sue labbra avvolgermi e la sua saliva che scende su di me. Alterna leccate sensuali e discese in profondità. Ormai ha fatto una certa pratica, come me del resto.

    Lo fermo, gli afferro dolcemente il viso e lo porto verso di me. Lo bacio, intensamente, lentamente. Poi mi sposto su di lui. E il mio turno. Amo leccare tutti i suoi muscoli abbastanza definiti. Mi soffermo sui pettorali, li lecco e li bacio. Poi scendo continuando a baciarlo ovunque fino a raggiungere quei boxer che a stento trattengono la sua erezione. Lui alza leggermente il ventre per permettermi di sfilarglieli più agevolmente. Finalmente posso dedicarmi alla cosa che in assoluto preferisco. Mi piace sentire il suo cazzo in bocca, mi piace il suo odore e mi piace sentirlo gemere di piacere. Sentire le sue frasi spezzate dal piacere mi eccita davvero tanto.

    "Cucciolo, sei fantastico. Wow, si…continua…" So che ama quando lo prendo fino in fondo. Anche se è piuttosto grosso, mi impegno e ci riesco. Ho i suoi peli che mi sfiorano il naso. E’ al settimo cielo. Non tarderà a venire e questo lo sa lui e lo so io. Ma non voglio che finisca tutto lì, voglio altro…

    Così mi fermo, non prima di avergli dato un'ultima leccata lenta dal basso risalendo lungo tutta l’asta. Torno a baciarlo. I nostri corpi l’uno sull'altro si cercano e combaciano alla perfezione. Ci giriamo ancora. Ora sono io quello appoggiato sulla schiena e lui è sopra di me e mi osserva. Mi piace quando mi prende guardandomi negli occhi. E anche questo, lui lo sa perfettamente.

    Così mi fa alzare lievemente le gambe, lubrifica con un po' di saliva la sua asta e dolcemente la punta verso l’obiettivo. E' da un po' che non lo facciamo, quindi io faccio una lieve e involontaria resistenza. Ma basta poco per abituarsi. La cappella entra piano. Lentamente spinge, fino a farlo entrare tutto. Intanto alterna baci sule labbra a baci sul collo. Mi lascia il tempo di abituarmi. Di assaporare il gusto e il piacere di averlo tutto dentro di me. Poi sempre molto dolcemente comincia un tenero su e giù. E’ grosso e si fa sentire al passaggio. Ma la cosa è piuttosto piacevole.

    Con le mani accarezzo la sua schiena, i suoi capelli e poi scendo fino a quel suo bel culetto sodo. Torno sui muscoli delle braccia, i bicipiti sono uno dei suoi punti migliori.

    Mi piace sentirlo dentro. E poi lui ci sa proprio fare. Tutte le volte come se fosse la prima. Andiamo avanti per un bel po'. Io non ce la faccio più. Vengo, il mio seme si sparge e sporca entrambi. Lui mi sorride e continuando a fare avanti e indietro dentro di me mi bacia ancora. Un bacio lungo e molto passionale. Con una mano sposta i miei capelli sulla mia fronte e intravedo quel braccialetto che lo contraddistingue e che non si leva mai. E’ così dolce e allo stesso tempo rassicurante stare abbracciato a lui. Mi dà sicurezza e un completo senso di appagamento.

    E' il momento, sta per venire. Lo sento pulsare e procedere con un ritmo molto più veloce. Lo cava giusto in tempo per venire su di me, sulla mia pancia. Mischia il suo seme caldo al mio. Poi si appoggia nuovamente su di me. Adoro sentire il suo corpo caldo sul mio.

    "Ti amo cucciolo. Sei sempre fantastico…" Starei abbracciato così con lui per ore. Non so cosa lo abbia fatto innamorare di me, quel che è certo però è che non me lo lascerò scappare mai. Se solo non fosse così difficile vivere questo sentimento che ci lega alla piena luce del sole…

    Mi dà un ultimo bacio. Poi si stende a fianco a me. Siamo ancora entrambi nudi ed entrambi molto felici. Appoggio la mia testa sulla sua spalla e lui mi abbraccia delicatamente accarezzandomi i capelli. Io continuo a toccarlo e a passare la mia mano sul suo petto e sulla sua pancia… E così bello toccarlo!

    Sensazione unica, bisogna provarla per capirla. Essere giovani ed innamorati, avere la persona giusta al proprio fianco, capire che è proprio quella che vorresti per sempre.

    "Amore, svegliati! Apri gli occhi cucciolo…"

    Eppure non mi sembrava di essermi riaddormentato. Mi sento così stanco. E la sua voce è così diversa. Sembra che pianga. Che sta succedendo? Non capisco…

    "Torna da me, ti prego… Guardami, svegliati… non lasciarmi!"

    Apro gli occhi e non siamo da lui. Dove mi trovo, non riconosco il posto. Muovo gli occhi, abbasso lo sguardo, riconosco Lorenzo. E’ seduto al mio fianco e ha la testa appoggiata sul letto. Alzo le dita e gli sfioro i capelli. In un attimo, sobbalza, alza la testa e mi fissa. Quegli occhi di un verde così brillante… Una lacrima solca il suo viso…

    "Lore, dove sono?" Sono le uniche parole che riesco a dirgli.

    "Tranquillo, sei in ospedale, sei al sicuro." Mi dice lui con un sorriso immenso stampato sul viso. "Hai avuto un incidente cinque mesi fa, ho avuto tanta paura, ma ora sei tornato da me! Non ho fatto altro che pensare a te…"

    Incredulo, senza parole. Ora ricordo, quella luce così intensa, qui fari, e poi il buio più assoluto. Un male tremendo alla testa. Una debolezza infinita. Lui si alza, lo seguo con lo sguardo, si dirige verso la porta. "Si è svegliato", sento che dice a qualcuno. In un attimo mi ritrovo circondato da medici in camice bianco. Mi toccano e mi parlano. Non capisco molto di quello che dicono, ho un pensiero fisso in testa. Mi volto verso di lui, accenno un sorriso e semplicemente rispondo "anch'io". Un’altra lacrima solca la sua guancia destra.

    Avevo solo immaginato di fare l'amore con lui. Eppure era sembrato tutto così reale. Così intenso e così emozionante. Furono i miei genitori a dirmi poi che da quanto ero in ospedale, non c'era stato un giorno in cui non fosse venuto a farmi visita. "Hai un ottimo amico" mi dissero "devi esserne molto fiero".

    Deve essere stata la sua voce a riportarmi da lui. A guidarmi affinché potessi di nuovo aprire gli occhi per fissare ancora una volta i suoi. Come sempre, lui era lì. A fissarmi, a sorridermi e ad attendere il mio risveglio…
     
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    Mario, il figlio dei vicini[di Firescorpio]

    Quel mattino Sara, la mia vicina di casa, mi ha suonato al campanello. Cosa strana, vista e considerata l’ora “giovane” e, soprattutto, le accese discussioni che, nell’ultimo periodo, avevano caratterizzato le nostre serate, causa, a detta sua, degli schiamazzi che i miei amici facevano fino a tarda ora.
    Comunque aprii, incuriosito da questa strana circostanza. Con fare molto imbarazzato, mi disse che suo figlio, un bellissimo ragazzo di 20 anni, stava cercando di poter fare qualche lavoretto extra per potersi pagare l’università. Aggiunse, inoltre, che le aveva espressamente fatto richiesta di chiedermi se per caso io, non avessi qualche cosa da offrirgli. Un pensiero maligno mi balenò per il cervello, ma, subito, tentai di ricacciarlo. Dopotutto quel ragazzo così volenteroso e gentile, non poteva pagare le conseguenze del comportamento di sua madre.
    Le dissi, quindi, che avrei pensato a qualche cosa e che lo mandasse da me per le due di quel pomeriggio.
    Riflettei a lungo e pensai che sarebbe stata un’ottima occasione per svuotare il garage e dargli una bella sistemata.
    Alle 13:30 spaccate suonò il campanello. Mario, il figlio dei vicini, mi stava davanti. Era magnifico. Un penetrante sguardo magnetico emanava da quei meravigliosi occhi azzurri. I capelli, mori e scomposti, contornavano un viso fresco e gioviale, con una bocca rossa e carnosa e dei denti bianchissimi. Era vestito con un paio di jeans tagliati e sfilacciati sopra il ginocchio e con una canotta dalla sbracciatura vistosa, dalla quale si intravedeva una carnagione appena scurita dalla prima abbronzatura estiva. Lo feci entrare, con un senso di inquietudine e disagio che cominciavano a far breccia nel mio animo, e gli spiegai in cosa sarebbe consistito il lavoro che ci aspettava.
    Dissi inoltre che, alla fine di tutto, se fossi stato soddisfatto, gli avrei dato un bel centone.
    Mi sorrise e mi incitò a cominciare subito.
    Appena entrati nel garage, una zaffata di aria, calda e soffocante, ci investì in pieno.
    - Non si può lavorare con questo caldo – dissi mostrando un certo disappunto per non aver pensato di aprire per tempo il garage
    - E perché no – ribattè Mario con un sorriso disarmante – Però, se non ti dispiace, mi tolgo la canotta
    Assentii quasi inebetito. Come avrei potuto affrontare un pomeriggio con un marcantonio come lui, mezzo nudo, a così pochi passi da me?
    Mario mi precedette, dopo essersi sfilato la maglia in un guizzare di muscoli, scattanti e ben torniti. Cominciò a guardarsi intorno e mi chiese come avrebbe dovuto procedere. Dissi che avremmo dovuto svuotare completamente lo spazio per dividere cosa tenere e cosa buttare. Iniziammo quindi con lo spostare le bici, e tutti gli ingombri che c’erano. Vi erano secchi di vernice vecchi di anni e vecchi bidoni, ciarpame di vario genere e scatoloni pieni di roba inutile. All’improvviso, da sopra una vecchia credenza, ci rovinò addosso una latta piena di colla vinilica.
    - Cazzo – imprecai quando me ne accorsi – Non possiamo stare con questa roba addosso, se si secca altro che ceretta e depilazione….
    - Già, mi sa che sarebbe un bel casino… - aggiunse ridendo Mario
    - Vatti a lavare di corsa, il bagno è la porta di fronte a quella di ingresso. Io vado a recuperarti dei vestiti puliti e degli asciugamani, poi quando avrai finito, sperando non si asciughi subito, andrò io
    - Perché? Se per te non è un problema, ci possiamo lavare contemporaneamente. Io non mi scandalizzo di certo. Sono abituato, con la palestra.
    L’idea di infilarmi in doccia con lui e poterlo vedere nudo mi fece rizzare all’istante… E cosa sarebbe accaduto se mi avesse visto in quello stato?
    - No, ribattei, è meglio di no…
    - Insisto, non puoi assolutamente stare così.
    Di nuovo, quel sorriso disarmante, fece crollare ogni mia resistenza. Ancora una volta annuii con aria assente.
    Entarmmo in casa e lo vidi sparire dentro il bagno, vidi i jean volare appena dentro la porta, seguiti, quasi immediatamente, da un paio di boxer. Poi sentti lo scrosciare della doccia. La porta era stata lasciata aperta.
    Presi degli asciugamani, ma dimenticai completamente il cambio.
    Entrai nel bagno e vidi la figura slanciata di Mario. Era di spalle e si stava frizionando i capelli. Le spalle larghe e muscolose, erano tutto un guizzare di energia, mentre i fianchi, sottili e sinuosi, scendevano fino ad arrivare a due natiche piene e sode, invitanti e … semplicemente perfetette. Le gambe, dritte e magre, chiudevano una visione da sogno.
    Mario si girò verso di me…
    - Allora, ti muovi, o ti si asciugherà tutto addosso.
    Il suo uccello, penzolante ma vistoso, ipnotizzò il mio sguardo. La mia espressione da ebete, credo, fece il resto, perché sentii Mario ridere divertito. Sollevai lo sguardo e vidi la sua espressione farsi tenera e comprensiva
    - Allora è come pensavo… Ti piaccio, vero Aldo?
    - Non hai idea di quanto – Affermai quasi senza rendermene conto.
    - Su, spogliati e raggiungimi, credo che ne varrà la pena – così dicendo mi fece l’occhiolino.
    Tanto mi bastò per risvegliare l’animale passionale che sopiva in me. Mi strappai i vestiti di dosso e lo raggiunsi spingendomi in avanti per baciarlo. Mario mi posò un bacio delicato sulle labbra e, ridendo, mi disse di lavarmi via, prima, la colla, o avremmo rischiato di rovinare il divertimento.
    Imbarazzato, diedi un colpo di accelerata lavando per bene ogni centimetro del mio corpo, eccitato come non mai per la situazione. Guardavo estasiato Mario far scorrere le sue mani su quell’addome e quei pettorali scolpiti. Lo osservai lavarsi i pesanti genitali e, inconsapevolmente, mi ritrovai a mungere il mio uccello, già potentemente teso.
    Vinto dal desiderio, crollai sulle ginocchia e mi fiondai su quel pezzo di carne. Lo volevo sentire, quanto prima, dentro di me. Lo presi, avidamente, tra le mie labbra e comincia a spompinare con foga crescente. Il sapore giovane e intenso del suo membro lanciò messaggi lussuriosi al mio cervello infoiandomi ancora di più. La mia lingua titillava la sua cappella turgida per poi scorrere, volitiva, lungo tutta la lunghezza di quell’asta, seguendo,c on cura ed attenzione, il corso della vena principale. Sentivo il corpo statuario di Mario fremere per il piacere che gli stavo procurando e, per un attimo, mi chiesi se non fossi il primo ad avere il privilegio di dargli piacere.
    Nel frattempo il suo membro era cresciuto in modo pauroso. Superava sicuramente i venti centimetri di lunghezza, ed anche la grossezza era impressionante. Decisi che era il momento di averlo dentro di me, quindi mi girai, offrendogli il mio culo voglioso.
    Mario non si fece pregare un gran che e, dopo averlo ben inumidito e preparato, puntò il suo uccello contro il mio buco palpitante. Piano piano lo sentii farsi strada nelle mie viscere e, per quanto fossi ben allenato a riceverne di varie misure, un leggero bruciore accompagnava il suo incedere. Assaporai, comunque, ogni istante di quell’avanzare, non badando a quel piccolo fastidio dovuto alla dimensione.
    Durò, comunque, molto poco, perché, di lì a poco, mi ritrovai gemente e ansimante, a ricevere i vigorosi affondi di Mario. Sentivo il suo enorme palo ben piantato in me danzare con un ritmo ben controllato e deciso. Compresi che non ero il primo uomo che faceva godere così. Ad ogni colpo, brividi di profondo piacere correvano lungo la schiena , procurandomi intensi momenti di piacere e goduria. Non ebbi nemmeno bisogno di toccarmi l’uccello che cinque potenti fiotti di calda crema si unirono all’acqua che defluiva dal piatto doccia.
    Dopo qualche minuto, in cui lo stantuffare di Mario divenne meno regolare e controllato, lo sentii annunciare l’imminente sborrata. Immediata la mia reazione. Mi girai e imboccai quell’asta di ferro accogliendo nella mia bocca tutta quella gustosa e calda crema.
    Quando fui certo di averlo ripulito a dovere, ci lavammo a vicenda ed uscimmo dalla doccia. Ci baciammo e ci accordammo affinchè potessi avere, il più spesso possibile, un aiuto, da parte sua, nelle faccende domestiche
     
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    La mia morte [di Luchettoxd]

    Era lì, nudo che mi aspettava, il suo pene era già in tiro. Io invece ero chiuso in bagno, avevo paura, non volevo dargli la mia verginità; ma lui era lì per prendersela. Mi lavo il viso e dopo essermi asciugato riaprendo gli occhi lo vedo dietro di me. Mi fissava, la paura mi prese e mi irrigidì, il mio pene si indurì di scatto; il suo sguardo mi penetrava e mi uccideva l’anima, sentivo il suo fiato sul mio collo e la sua mano scivolarmi sulla schiena fino alle mutande. Sentii l’elastico scendere e le mie mutande cadere per terra mentre lui mi iniziava a baciare il collo; volevo scappare ma non potevo, ero immobilizzato, ormai ero suo. Mi comandò di andare in camera, ma io continuavo a rimanere pietrificato e a guardare nel vuoto, volevo che se ne andasse; ma mi prese in braccio e mi portò sul letto. Ero lì a pancia in giù, disteso sul letto dove ero cresciuto e sentivo la mia infanzia rompersi mentre lui mi divaricava le gambe e iniziava a massaggiarmi lo sfintere. Sentii il suo fiato salire dalle gambe fino ai glutei e la sua lingua calda e ruvida scorrere sul mio buchetto. Un brivido mi percorse la schiena. Quando staccò la lingua, il mio corpo si rilassò nonostante fosse consapevole che era solo l’inizio, che si avvicinava il momento in cui tutto sarebbe cambiato. Il rilassamento durò poco più di due secondi. Un grande dolore mi percorse tutta la schiena e sentii il caldo invadere il mio sedere. La prima botta fu tale da farmi scendere un rivolo di sangue fin sotto lo scroto, sentivo il suo percorso mentre lui entrava e usciva preso dalla troppa libidine accumulata. Ogni botta era più forte e alla quinta urlai perdendo i sensi, ma lui non si fermò; mi risvegliai mentre lui mi teneva abbracciato e scorreva su e giù su di me. Guardai in basso e vidi sangue e quello che doveva essere il mio sperma cosparso su tutte le lenzuola. Annaspava, sapevo che mi avrebbe baciato prima di venirmi dentro, quindi tentavo di girare la faccia, ma mi strinse la mascella con la sua mano possente e mi mise la lingua in bocca passandola su tutti i denti e allungandosi fino l’inizio della gola. Quando cacciò la lingua sentì il caldo sperma scorrermi per il retto e uscire un po’ dallo sfintere. Ma non aveva finito, voleva di più. Iniziai a piangere, ma lui rideva mentre iniziava a masturbarsi facendo ritornare duro ciò che poco prima era sgonfio e vuoto. Prese con il dito un po’ di sperma e iniziò a giocarci con la mano. Lo passo sul pollice e me lo mise in bocca. Mi comandava di assaporarlo, di gustarlo e di farmelo piacere, perché sarebbe stata la mia cena. Piangere non aveva più senso, almeno per lui, infatti mi diede uno schiaffo e mi disse di tacere. Sentivo la guancia rossa e bagnata e in bocca avevo un gusto amarognolo e allo stesso tempo dolciastro. Mi volle punire perché avevo pianto. Mi penetrò nuovamente e sentii il suo pene contrarsi dentro di me e poco dopo sentì la sua pipì salirmi nello stomaco, quando finì rimase dentro di me per non far uscire il suo lavoro. Mi mise a candela e mi comandò di non dilatare neppure un muscolo, altrimenti mi avrebbe punito di nuovo. Sentivo il sangue alla testa e vedevo lui che sputava sul pene, mi disse di aprire la bocca, ci sputò dentro e subito la penetrò con tutta la verga ormai di nuovo dura e pulsante. Lo sentivo in gola, avevo i conati, avevo paura, lo sentivo ansimare. Mi toccava le gambe, i tronco, iniziò a baciarmi le palle e a succhiarle. Mi mise un dito in culo, poi due e dilatava, poi tre, quattro, infilò la mano. Svenni nuovamente. Quando mi svegliai ero legato e avevo un dilatatore in bocca, suppongo che svenendo gli abbia morso il pene, non appena aprii gli occhi mi diede un calcio e mi mise in bocca la sua mutanda. Mi fece alzare e sputare la mutanda per mettermela come maschera, mi comandò di bacargli i piedi e nel piegarmi sentì una fitta allo sfintere, avevo un dilatatore anche lì. Dopo avergli baciato i piedi mi fece girare e mi urinò nuovamente nel retto, poi tappò il dilatatore e ritornò al suo pompino. Non riuscivo a respirare, la bocca era contratta in una smorfia innaturale ed era riempita da quel pene umido da mille sapori orribili ma irresistibili. Chiusi gli occhi e iniziai ad assecondare i suoi movimenti. Sentivo la sua pipì mista a sperma girarmi nello stomaco. Volevo vomitare ma il pene mi riempiva tutta la gola. Finalmente venne, più di dodici schizzi densi e caldi, ormai non avevo più saliva in bocca, lo sperma l’aveva invasa. Sentivo il suo pene decontrarsi ma non uscire, volevo sputare tutto e vomitare per un’ora, ma lui non voleva questo. Sfilò contemporaneamente dilatatore e cazzo dalla bocca e la chiuse con talmente tanta forza e rabbia da scheggiarmi due denti. Mi ordinò di ingoiare, io non volevo, ma lui lo voleva, sentivo il suo peso sulle gambe dove si era seduto e la sua mano tenermi il viso contratto. Sentivo il suo alito sussurrarmi nell’orecchi: “ingoia se non vuoi che continui, e goditi tutto”. Le lacrime scendevano sulle guance. Il mio pene era di nuovo gonfio; vedendo che non seguivo i suoi ordini me lo strinse e mi ordinava di ingoiare se non volevo che lo staccasse con un colpo secco. Ingoiai e i conati vennero automatici. Un “ntz no, no, no, no, non puoi vomitare” mi invase il cervello. Mi prese di nuovo in braccio, e mi portò in bagno. Mi buttò nella vasca, mi baciò sulla fronte e mi disse: “Sei stata una brava puttanella, amore”, quella parola mi uccise e mi bruciò per tutto il corpo. Ero pietrificato, rimasi lì immobile mentre lui se ne usciva ridendo. Mi tolsi il dilatatore anale e cacciai tutto ciò era dentro di me, vomitai. Feci scorrere l’acqua bollente tentando di pulirmi di dosso tutto, anche se mi sembrava di non riuscirci. Mi rimisi le mutande che stavano a terra e ritornai in camera. Era lì che mi aspettava. Mi disse di salire sul letto. Mi abbracciò e si addormentò. Io rimasi sveglio tutta la notte. Il suo respiro mi soffocava e il suo pacco spingeva sulle mie mutande. Dentro di me urlavo ma fuori stavo in silenzio. Feci pipì a letto e piansi un po’. Alle sei si svegliò e mi baciò spalle e collo, mi tastò il sedere, e fece scorrere di nuovo l’elastico. Ormai non avevo più un anima e le sue botte ben assestate e secche, non mi aveva lubrificato in nessun modo, non mi facevano più male. Eseguivo i suoi ordini e stavo in silenzio. Solo dopo tre giorni ebbi il coraggio di uccidermi.

    (non ha nulla di autobiografico, tutto completamente inventato)
     
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    Questi racconti hanno tutti un qualcosa di particolare, di originale... Devo dire che sono felice di quel che è venuto fuori perchè non sono i soliti raccontini (sempre belli) ma più scontati e mi fa piacere sapere che abbiamo artisti di questo calibro tra noi!! Ancora complimenti ;)
     
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    E' stato abbastanza difficile scegliere (soprattutto fra 2), mi sono dovuto fare addirittura una scaletta con dei punteggi.. :lol:
    Quello che trovo strano è che il racconto di Firescorpio sia ultimo.. ma vabbè.. i gusti sono gusti.. :)
     
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    MEMBRO GAY

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    Nonostante siano tutti e tre racconti scritti in maniera impeccabile ho votato quello che più rispecchia i miei gusti :) Ma complimenti a tutti e tre! :)
     
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    L'Amore con la A maiuscola, non guarda al sesso dell'amato, ma negli occhi per perdersi nella sua anima, fondendosi in un universo perfetto ed armonico, attraverso la donazione di sè

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    CITAZIONE (ben_neb @ 4/8/2014, 20:11) 
    E' stato abbastanza difficile scegliere (soprattutto fra 2), mi sono dovuto fare addirittura una scaletta con dei punteggi.. :lol:
    Quello che trovo strano è che il racconto di Firescorpio sia ultimo.. ma vabbè.. i gusti sono gusti.. :)

    Beh, non lo trovo affatto strano. Gli altri due racconti sono più carichi di sentimenti (sia positivi che negativi).
    Il mio racconto è rimasto sul generico racconto erotico, senza esplorare altre dimensioni. Quindi, un applauso ed un inchino agli altri due racconti.
    Tra l'altro, io stesso ho contribuito, con il mio voto, a farmi restare in coda ;)
     
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  9. CipAndCiop
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    Personalmente a me è risultata abbastanza semplice la scelta; sono indubbiamente dei bei racconti, forse uno leggermente un po' acerbo, un altro forse un po' troppo lineare e l'altro ancora lievemente confusionario; tutte e tre le storie, a mio parere, hanno sicuramente un buonissimo potenziale per essere sviluppate meglio.
    Io ho scelto il racconto che ho reputato meno prevedibile e che più mi ha fatto percepire le sensazioni del protagonista

    -Ciop
     
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    Non è importante come entri nel palcoscenico della vita degli altri, l’importante è l’uscita di scena

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    RICORDO AGLI SCRITTORI CHE SI STA AVVICINANDO IL TERMINE PER PRESENTARE IL SECONDO RACCONTO!!! AFFRETTATEVI ;)
     
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    Dichiaro la votazione per la prima fase del "Masterpiece Award Contest" ufficialmente chiusa. Dai dati emersi, con rispettivamente 9 e 5 voti, passano alla seconda fase TheDreamer1989 e Luchettoxd . Chiudo la discussione e, per motivi tecnici, il racconto per la seconda fase verrà pubblicato e sottoposto a votazione a data da destinarsi ;) Stay tuned!
     
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10 replies since 1/8/2014, 14:05   678 views
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