Carlo il mio maestro

Capitolo 4

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  1. aramis1
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Succhiare o essere succhiato? Questo è il problema!
    Avevo tanto sonno! Ho sognato di Carlo e me e di quello che avevamo fatto insieme quel giorno. Eravamo ancora nel fienile e stavamo giocando a strip poker, eravamo in mutande quando Enrico entrò e chiese se poteva giocare anche lui. Carlo disse di no, ma io dissi di sì. Volevo vederlo di nuovo nudo, vedere il suo cespuglio di peli biondi intorno al suo lungo e grosso cazzo. Carlo ha accettato di malavoglia e ha detto che poteva giocare ma doveva cominciare dal punto in cui eravamo noi, dalle mutande.
    Enrico si è spogliato ammiccando ed abbiamo ripreso a giocare. Carlo ha dato le carte ed io ho fatto la prima puntata: le nostre mutande. Ci siamo spogliati e poi Carlo ha detto che avrebbe giocato la faccia, quindi se avessimo perso avremmo dovuto fare qualsiasi cosa il vincitore volesse. Ho avuto fortuna, e dato che era il mio sogno, ho vinto la mano. Carlo ed Enrico erano nudi di fronte a me, i bei cazzi semi duri e le palle pendenti... cosa potevo chiedere di fare? Non ne avevo idea.
    "Svegliati" ha detto una voce, ma non era la mia. "Svegliati, dormiglione, o farai tardi a scuola!"
    Ho aperto gli occhi e c'era mia madre ai piedi del letto. È buona cosa che le madri non possano vedere nei sogni! Ero sicuro che sarebbe rimasta scioccata di quello che avrebbe visto!
    Mi sono alzato, sono andato in bagno e poi mi sono vestito. Mio fratello stava già facendo colazione quando sono arrivato a tavola. Non sarebbe andato a scuola quella mattina perché aveva un appuntamento con il dentista, dopo di che la mamma l’avrebbe accompagnato comprarsi un vestito, si diplomava quell’anno. Tra dentista e acquisto poteva non andare a scuola, ma io no, io non volevo, io volevo vedere Carlo. Ho mangiato il più velocemente possibile, ho preso una banana e sono uscito.
    "Ciao mamma".
    "Ciao figlio, ci vediamo a pranzo."
    Che grande giorno! Giugno è sempre così bello, non troppo caldo, ma non freddo. Non era necessario portare la giacca ed in giorni come quello bastava una maglietta ed un paio di pantaloncini. Sulla strada di scuola ho sbucciato la banana e ne ho preso un morso. Improvvisamente un fiotto di ormoni mi si è infiammato dentro.
    "Questa banana ha la stessa dimensione del cazzo di Carlo" ho pensato dentro di me. Dopo avere ingoiato il boccone, ho riportato la banana alle labbra. Questa volta non l’ho morsa. L’ho spinta lentamente in bocca mentre mi chiedevo quanto avrei potuto spingerla prima di soffocare. Mi è scesa quasi in fondo alla gola prima che mi sentissi soffocare e tossendo e sputando l’ho estratta.
    "Si fa così quando si succhia un cazzo?" mi sono chiesto. Carlo l'aveva proposto quando aveva perso a poker, mi aveva detto che potevo chiedergli di succhiarmi. Non l’avevo fatto perché non sapevo precisamente cosa voleva dire ed ero riluttante a provare troppe cose in una volta. Cazzo, il giorno prima non sapevo neppure cosa volesse dire masturbarsi!
    Mi sono messo di nuovo la banana in bocca e l’ho spinta dentro il più profondamente possibile. Questa volta sono riuscito a prenderne di più prima di soffocare, dopo di che rapidamente l’ho estratta. Mi sono guardato intorno, stavo camminando in strada succhiando una banana come se fosse il cazzo di Carlo. Ho mangiato rapidamente il resto e ho gettato la buccia in un bidone. Avrei potuto chiedere a Carlo qualcosa sul succhiare la prossima volta che fossimo stati insieme.
    Quando sono arrivato a scuola, Carlo era già là, era vicino al campo di calcio ma diversamente dal solito non giocava. Quando mi ha visto ha agitato una mano ed io mi sono avvicinato.
    "Devo dirti una cosa" ho detto arrossendo.
    "Scommetto che lo so, ti sei fatto una sega!"
    "Come lo sai?" Ho chiesto sconcertato ed un po' seccato che lui mi avesse rubato la sorpresa, volevo essere io a dirglielo.
    "Sapevo che l’avresti fatto non appena ne avessi avuto l'opportunità. Non appena l’ho imparato lo facevo anche dieci volte al giorno! Ora sono diventato vecchio e lo faccio solamente cinque volte al giorno!"
    Carlo mi ha dato una gomitata nelle costole e ha tentato di afferrarmi, ma io sono scivolato via e mi sono tenuto fuori della sua portata. Mi si è avvicinato e mi ha bisbigliato "Così com’è stato? Dimmi. Dove l’hai fatto?"
    Io gli ho raccontato tutto quello che era accaduto dopo che ci eravamo lasciati la sera precedente.
    "Mio fratello mi ha guardato divertito quando ha sentito che avevo fatto un bagno durante la giornata" ho detto alla fine della mia storia. "Pensi che sospetti? Pensi che lo faccia? Che si faccia le seghe voglio dire."
    "Sicuro che se le fa, tutti i ragazzi lo fanno una volta che hanno imparato come. 'Noi siamo degli ormoni ambulanti', questo dice mio fratello. Lui dice che tutti lo fanno, ma a nessuno piace essere sorpreso. Ecco perché lo facciamo nel bagno o a letto. Mio fratello lo fa a letto tutte le volte che non riesce a chiavare con la sua ragazza."
    Carlo si è chinato indietro. "Qualche volta, se è davvero eccitato, fotte me!" ha bisbigliato.
    Sono rimasto di stucco, il giorno prima avevo scoperto come un ragazzo fotte una ragazza; ora Carlo stava dicendomi che un ragazzo poteva fottere un altro ragazzo, e che suo fratello maggiore fotteva lui!
    "Come?" Ho chiesto. "Come fa a fotterti? Tu non hai un buco davanti come le ragazze.
    "No, ma ne ho uno di dietro!" Ha detto ridendo. "Ricordi dove hai ficcato il dito ieri? Bene mio fratello conficca lì il suo cazzo! La prima volta mi ha fatto male e non mi è piaciuto, ma ora è splendido! È meglio di masturbarsi!"
    Non potevo crederlo. Avevo appena imparato a masturbarmi e credevo fosse la cosa migliore al mondo, sentire quel fiotto di piacere che pulsa dentro di te e sparare la tua sborra; la prima volta non avevo sparato molto, ma credevo a Carlo che mi aveva detto che le volte seguenti avrei sparato di più.
    "Tu sei ‘fottutamente’ pazzo!" Gli ho detto. Lui usava sempre quella parola e mi è sembrato naturale usarla con lui. Non l'avrei mai usata tuttavia davanti a mia madre, non se volevo continuare a vivere!
    "Io posso dirti qualsiasi cosa e tu non lo crederai fino a che non lo proverai. Perché non lo proviamo oggi? Io posso incularti se tu vuoi provarlo. Io so come farlo. Qualche volta mio fratello si fa fottere dopo che ha chiavato me. Ricordi la regola, fare a turno con lealtà? Questo è quello che dice sempre mio fratello".
    Non sapevo se volevo essere inculato o no ed il pensiero di quel suo cazzo da venti centimetri mi spaventava. Non ero sicuro di essere in grado di succhiarlo, ed ora lui voleva spingermelo nel culo! Però, il giorno precedente non avevo voluto toccare il cazzo di Carlo neppure attraverso i jeans ed ora non ne potevo più di essere solo con lui.
    "Vedrò" ho risposto senza impegnarmi. "Quando? Dopo la scuola? "
    "Scuola di inculaggio" ha detto Carlo. "Potremmo andare al fiume, sotto il ponte. È abbastanza caldo per poter nuotare. Possiamo fottere e poi nuotare. Che ne dici? Andiamo!"
    Prima che avessi il tempo di pensarci due volte, stavamo correndo lungo il campo di calcio. Nel momento in cui la campana ha suonato, noi ci siamo abbassati fra i cespugli ed abbiamo percorso la strada che si allontanava dal campo sportivo. Ci siamo nascosti dietro i cespugli lungo i bordi della strada e quando siamo stati abbastanza sicuri che nessuno stesse guardando, siamo filati attraverso la strada e dietro le case. Il mio cuore batteva velocemente ed ero senza fiato, più per la paura di essere sorpreso che per la corsa. Non avevo detto di sì, mi ero limitato a seguire Carlo quando si era incamminato. Ora era tardi per cambiare idea.
    In pochi minuti eravamo al ponte, Carlo si è fatto dondolare appendendosi al bordo ed io l’ho seguito. C'era una banchina stretta sotto il ponte, e poi l'acqua. Era abbastanza alta la sponda e per nuotare era necessario saltare dentro; non era possibile guadare. Prima che lo raggiungessi Carlo si era già tolto la camicia e stava slacciando la fibbia della cintura.
    "Prima si chiava o prima si nuota? Cosa dici?" Ha chiesto calciando via le scarpe.
    Stava succedendo tutto troppo in fretta. Volevo che mi inculasse ma allo stesso tempo avevo paura.
    "Calma" ho detto ansimando. "Io non sono pronto per essere fottuto. Non possiamo limitarci a delle seghe invece? Vorrei fare questo, oppure succhiarci l'un l'altro" ho aggiunto timidamente.
    "Succhiare? Sicuro!" ha detto Carlo. Lui ora era in mutande ed io non avevo ancora cominciato a spogliarmi. "Dai, permettimi di aiutarti a toglierti i vestiti."
    Mi si è avvicinato e mi ha sbottonato i pantaloncini; ha tirato giù la chiusura lampo e li ha lasciati cadere a terra. Io ne sono uscito mentre lui mi stava tirando la maglietta oltre la testa. Ora ero là in scarpe e mutande e sentivo gli ormoni che andavano di nuovo alla carica.
    "Siiii, sei già duro!" ha detto Carlo vedendo l’erezione nelle mutande. Ha carezzato il cazzo semi duro che immediatamente si è irrigidito. L’ha afferrato attraverso la stoffa e ha cominciato a massaggiarlo. Si è strofinato alla stessa maniera ed il suo uccello ha cominciato a spingere per allontanarsi da lui, tendendo le mutande.
    "Che bello" ho detto chinandomi verso di lui; ho messo una mano sul suo cazzo. "Il tuo è così grosso" gli ho detto di nuovo, credo per la terza volta. Vi ho avvolto intorno la mano, ma diversamente da come era successo quando lo facevo col mio e riuscivo ad abbracciarne pressoché l’intera circonferenza, questa volta la mia mano ha coperto solo una parte del suo. Lui ha avvolto le sue dita sulle mie e ha schiacciato. Le mie ginocchia hanno ceduto.
    "Che si fottano le mutande" ha detto; è indietreggiato e ha spinto a terra le sue; le ha calciate via e ha afferrato le mie. In un secondo ero nudo, a parte le scarpe. Si è chinato, me le ha slacciate ed io le ho calciate via. Solo le calze e poi sarei stato nudo. Mi si è avvicinato e mi ha avvolto con le sue braccia. Io ero stato abbracciato da mia madre e mio padre, dai vari vecchi zii e zie, ma questa volta era diverso. Mi sono sciolto nelle sue braccia. Mi ha tirato a se e mi ha guardato negli occhi. Poi ha guardato la mia bocca. Io ho alzato appena la testa e lui mi ha baciato sulle labbra. Ha infilato la sua lingua calda, umida nella mia bocca e mi ha succhiato l'aria fuori dai polmoni. Anch’io ho succhiato. Ho avvolto le braccia attorno a lui e ho sentito la sua pelle calda contro la mia. Era meraviglioso.
    Alla fine abbiamo interrotto l’abbraccio; ho posato la testa contro la sua spalla e mi sono sentito come un bambino, avvolto nelle sue braccia protettive.
    Quando finalmente sono riuscito a parlare, tutto quello che sono riuscito a dire è stato "Wow!"
    "Sì" è stato tutto quello che lui ha detto. Avevo la sensazione che quella fosse la prima volta che baciava qualcun altro anche lui, io intendo baciare realmente, non roba da zio o zia... Davvero.
    Carlo è scivolato giù lungo tutta la lunghezza del mio corpo mordicchiando la mia pelle con le sue labbra. Io ho messo le mani sulla sua testa e gli ho scompigliato i capelli. Lui ha infilato la lingua nel mio ombelico. In un altro momento avrei pensato che era una cosa ‘sporca’. Ora pensavo che era la sensazione più meravigliosa. È scivolato giù ulteriormente, mordicchiando e tirando la lanugine di pesca che dal cazzo saliva al mio stomaco. Poi mi ha leccato il cazzo. Brividi mi hanno attraversato ed io ho schiacciato con più forza la sua testa contro di me.
    "Quanto liquido" Ha detto leccando ancora, ha alzato la testa per guardarmi ed un lungo filo di liquido chiaro univa l’estremità del mio pene alle sue labbra. Ha sporto la lingua e l’ha tirato in bocca. "Ummm!"
    Poi il mio cazzo era nella sua bocca e lui stava succhiandolo! Che sensazione! Io non potevo fare a meno di alzare le anche tentando di dargli ogni centimetro dei miei quindici centimetri. Lui ha leccato la testa ed è sceso sui fianchi. Ha lasciato che l’uccello gli scivolasse fuori dalla bocca e ha succhiato dentro le palle, una e poi l'altra. Ho sentito le mie ginocchia diventare di nuovo deboli e quasi sono crollato per il piacere puro e semplice che stavo provando. Ha ripreso in bocca il cazzo e ha cominciato a muovere la cappella dentro e fuori. Era come se stesse masturbandomi, ma era la sua bocca che lo faceva, non la mia mano.
    Gli ho tenuto stretta la testa, poi compreso il suo ritmo ho cominciato a muovermi con lui; spingevo dentro e fuori il mio cazzo palpitante, dentro e fuori, dentro e fuori. Quando il piacere mi ha sommerso, ho aumentato la velocità, e poi ancora più veloce. Ora stavo anelando, inspirando e sbuffando velocemente attraverso il naso. Gemevo e singhiozzavo. Volevo un orgasmo, ma volevo che durasse per sempre. Ora freneticamente gli fottevo la faccia. Lui me lo permetteva a malapena con la sua lingua e lo scivolare della sua bocca. Il mio ritmo è aumentato, ho dato un sospiro finale e poi sono venuto. Uno, due, tre sprizzi! Tre! La sera precedente avevo sprizzato solamente una volta. Ad ogni spasmo rabbrividivo e mi indebolivo. Alla fine sono crollato su di lui e lui mi ha fatto sdraiare per terra.
    Ha lasciato che il pene gli sfuggisse dalla bocca e si è sdraiato accanto a me. Io avevo gli occhi chiusi quando ha messo le sue labbra sulle mie. Poi ho sentito un sapore eccezionale, salato, il mio sperma dalla sua bocca. Ho spinto la lingua nella bocca per trovarne di più, e l’abbiamo ingoiato tutto. Il mio primo pompino, il mio primo bacio, il mio primo sperma. La vita era meravigliosa!
    Improvvisamente siamo stati consapevoli di un'altra presenza. Il primo rumore che abbiamo sentito era un applauso. Carlo è scivolato via da me mentre io giravo la testa ed aprivo gli occhi. C'era Enrico che guardava, sorrideva, applaudiva.
    "Cosa cazzo...? " ha esclamato Carlo.
    "Vorrai dire ‘cosa succhi’" ha detto Enrico. "Lo sapevo che eravate dei culi, l’ho capito quando vi ho sorpreso a guardarmi nella doccia ieri. Quindi, cosa farete per farmi tacere?" Si è preso i genitali e ha stretto la stoffa intorno al cazzo e le palle. Non c'era dubbio che era duro. Il cazzo era ritto contro il suo addome, coperto dai pantaloncini. "Bene chi vuole essere il primo?"
    Carlo ed io eravamo là sdraiati, sbalorditi.
    Carlo è stato il primo a reagire, prima che potessi battere le palpebre era balzato in piedi ed aveva afferrato Enrico. I due ragazzi sono caduti a pochi centimetri dall’acqua. Enrico si è ripreso rapidamente dall’attacco di sorpresa e ha gettato Carlo sulla schiena, gli è salito sul torace e gli ha bloccato le braccia con le ginocchia. Carlo si dimenava ma non riusciva a sloggiarlo. Sebbene un po' più basso, Enrico era più forte, forse anche più forte ed un po' più pesante. Carlo era bloccato.
    Enrico è risalito verso la testa del mio amico, attento a non permettere alle braccia dell’altro di liberarsi; si è fermato non appena il suo inguine è stato vicino alla sua faccia.
    "Senti l’odore di un vero cazzo" ha detto chinandosi un po’ e spingendo la sua area genitale contro il viso di Carlo.
    Lui ha mollato, battuto, sapeva che non avrebbe avuto la forza di scrollare via il ragazzo, ma fissava il suo inguine.
    "Cedi?" Ha detto Enrico rimbalzando un po’ sul torace di Carlo.
    "Si...i...i" ha ansato Carlo.
    "Starai fermo se mi tolgo?"
    "Sì, ma alzami, mi stai schiacciando!"
    Enrico ha aspettato ancora un momento, come se stesse pensando se dargli o no fiducia, poi si è alzato. Carlo si è alzato a sedere in un silenzio che si è protratto per molti secondi; poi Enrico ha parlato.
    "Allora, posso unirmi al vostro divertimento?" Il tono beffardo stava lasciando la sua voce. "Mi dispiace di avervi chiamati culi. Prometto che non lo dirò a nessuno, ma voi mi farete partecipare. OK?"
    Carlo ha aspettato un momento, poi mi ha guardato. Io ho accennato col capo.
    "Va bene" ha detto. "Se due cazzi si divertono, tre cazzi si divertono ancora di più. Benvenuto nel club!"
    Sono strisciato fino a dove erano i due ragazzi uno di fronte all’altro. Enrico ha guardato il mio cazzo flaccido, poi mi ha guardato in viso.
    "Carino il tuo uccellino" ha detto sorridendo.
    Io ho appoggiato la mano al suo inguine e gli ho sentito il cazzo e le palle. "Penso che tu mi batti come taglia, da come sento, ma scommetto che non è grosso come quello di Carlo. Mostracelo."
    Enrico ha slacciato la fibbia della cintura, ma Carlo gli ha schiaffeggiato via la mano.
    "Fallo fare a noi."
    Enrico si è appoggiato sui gomiti e ha guardato Carlo che gli slacciava la cintura. Io gli ho slacciato le scarpe poi gliele ho tolte con le calze e le ho gettate via. Enrico ha alzato le anche e Carlo gli ha fatto scivolare i pantaloni alle ginocchia, poi Enrico ha appoggiato il culo sulla ghiaia ed io gli ho sfilato i pantaloni, a questi sono seguite le mutande. Ora eravamo tre ragazzi tutti nudi.
    Nessuno di noi aveva una vera erezione, ma Carlo ed io abbiamo cominciato a lavorarci Enrico e non ci è voluto molto perché il suo cazzo sorgesse e puntasse verso il cielo. Che bell’uccello era! Era più lungo del mio, e più grosso, ma non come quello di Carlo. Doveva essere di diciotto o diciannove centimetri! Il mio piccolo pezzo di carne sembrava un po' insignificante vicino a quei due uccelli massicci. Mi sono avvicinato, gliel’ho preso in pugno e l’ho stretto.
    "Oh, sì" si è lamentato Enrico. Ha gettato indietro la testa e ha spinto in alto le anche costringendo ulteriormente il suo cazzo nel mio pugno. Ho cominciato quel meraviglioso movimento, su e giù, su e giù. Ho appoggiato il pollice al prepuzio e ho spinto; il pollice è penetrato. Ho sentito la testa umida e quando l’ho ritratto il dito era bagnato del suo liquido pre seminale.
    "Dammelo" ha detto Carlo e si è chinato a leccare la pre eiaculazione sul mio pollice, dopo di che ha ficcato la lingua nel prepuzio di Enrico per cercarne dell’altra. Non è rimasto deluso, ha mosso la lingua facendo rumori di risucchio. Mi sono spostato sotto di lui e ho preso in bocca una delle palle di Enrico. Le ho strette tra le labbra e le ho prima leccate e poi morsicate delicatamente, ho fatto roteare la palla mentre la succhiavo e quindi ho leccato il sacco che la conteneva. Aveva un sapore salato, come di sudato, ma mi piaceva. A quel punto ho cominciato a fare lo stesso con l'altra palla.
    Enrico si è lamentato di nuovo e Carlo ha aumentato il ritmo. Io ho alzato la mano e gli ho carezzato il torace, sentivo i suoi peli biondi, più lunghi in mezzo al torace tra i due capezzoli. Mi sono ricordato di quello che avevo sentito quando Carlo mi aveva succhiato un capezzolo, così ho lasciato andare le sue palle e mi sono spostato sul torace. Gli ho solleticato un capezzolo con la lingua e ho strofinato l'altro con la mano libera, poi ho cominciato a succhiargliene uno. Ho succhiato e leccato, succhiato e leccato. Enrico ha risposto chinandosi verso di in me e lamentandosi di nuovo.
    "Cazzo, dove hai imparato?" ha chiesto. "Fallo! Fallo! Succhiami le tette!"
    Io ho succhiato e leccato e succhiato per un po’, prima un capezzolo, poi l'altro. Sono diventati duri sotto le mie carezze ed ad Enrico piaceva. Nel frattempo Carlo era occupato col cazzo e dal respiro di Enrico che aumentava di velocità e dai brividi che attraversavano il suo corpo, si poteva dire che stava avvicinandosi all’orgasmo. Ho abbandonato i capezzoli e ho girato la testa per guardare.
    "Voglio vederlo venire" ho detto a Carlo. Carlo ha lasciato che il cazzo scivolasse fuori dalla sua bocca e ha cominciato a masturbarlo. Faceva scivolare la mano spostando su e giù la pelle molle del pene. Enrico si è appoggiato ai gomiti, la testa gettata indietro, si è inarcato e ha spinto in avanti le anche. "Uuunnnggghhh!" Si è lamentato. "Uuunnnggghhhh!"
    Uno spruzzo enorme di bianco sperma caldo è stato sparato fuori dal suo cazzo. Come al rallentatore l’ho visto descrivere un arco nell’aria e cadere sul suo stomaco, a meno di tre centimetri dalla mia faccia. Senza pensarci un secondo ho spinto fuori la lingua e attirato la sborra nella mia bocca mentre un secondo spruzzo ancora più grande seguiva il primo, e poi un terzo, ed un quarto. Ne ho perso il conto mentre cercavo velocemente di leccarli mentre precipitavano sul suo stomaco.
    Alla fine la fontana bianca si è fermata. Enrico si è rilassato, i gomiti hanno ceduto e si è sdraiato a terra ad occhi serrati emettendo un lungo sospiro.
    "Cazzo!" ha detto. "Cazzo! Ragazzi voi sapete quello che bisogna fare! Non mi hanno mai fatto un pompino così prima d’ora!"
    "Pompino" era un altro termine nuovo per me e l’ho immagazzinato nella mia mente per usarlo più tardi.
    "Ora è il mio turno" ha detto Carlo. "Io sono l’unico che non ha sborrato! Chi si fa avanti?"
    La risposta era semplice. Enrico ed io ci siamo messi al lavoro. Questa volta però volevo il cazzo, quella sarebbe stata la mia prima succhiata ed io non ne potevo più! Enrico gli ha preso le palle ed abbiamo iniziato. Il cazzo di Carlo era così lungo che non c'era possibilità di prenderlo tutto in bocca, potevo prenderne solo metà. Ne ho afferrato il resto con una mano e l’ho masturbato mentre succhiavo la parte superiore. Carlo non era completamente duro quando ho cominciato, ma ben presto ha cominciato ad indurirsi. Quando si è gonfiato mi ha riempito la bocca, ma io ho resistito succhiando e leccando.
    Nel frattempo Enrico aveva fatto scivolare una mano sotto Carlo e gli stava strofinando l’indice su e giù sulla fessura. Carlo ha cominciato a muovere il culo spingendo per scendere sul dito di Enrico, tentando di prenderlo nel buco. Enrico ha capito il suggerimento e ha tentato di spingerlo dentro, ma non c’è riuscito.
    "Bagnalo" ha detto Carlo. "Poi entrerà."
    Enrico si è bagnato il dito e l’ha spinto nel culo; una volta passato lo stretto muscolo, è scivolato dentro e Carlo ha dato un improvviso scossone spingendo il suo cazzo ulteriormente nella mia bocca. Ne ho sentito la fine scivolare giù nella mia gola ma non mi ha soffocato. Sono rimasto sorpreso ed emozionato per questo fatto e così sono riuscito a lavorargliene di più con la bocca e meno con la mano. Enrico ha fatto scivolare un altro dito accanto all’indice ed il buco di Carlo si è allargato di più.
    Deve essergli successo qualche cosa di meraviglioso dentro perché gli occhi gli si sono rivoltati indietro e si è inarcato indietro spingendo il cazzo nella mia bocca. Enrico faceva scivolare le dita dentro e fuori mentre io succhiavo. Dopo solo un paio di minuti Carlo ha gridato "Vengo!"
    Volevo vedere, ma volevo anche avere l'esperienza del suo sperma che colpiva il fondo della mia gola. Ho optato per la seconda soluzione e ho succhiato. Senza preavviso il primo spruzzo caldo è arrivato e la mia bocca e la mia gola sono state riempite improvvisamente della sua sborra. Questa volta sono rimasto soffocato. Tossendo e sputando mi sono tirato via ansante. Il secondo spruzzo mi ha colpito in pieno sulla faccia, e poi un altro ed un altro ancora, finché non sono stato coperto della sua sborra.
    Quando sono riuscito a smettere di tossire e la passione di Carlo è diminuita, lui si è avvicinato alla mia testa e l’ha tirata al suo viso. Ha cominciato a leccare la sua sborra; Enrico si è unito a lui nel leccare. Sono riuscito a prenderne un po’ in bocca quando Carlo ha pigiato le sue labbra sulle mie ed abbiamo condiviso il tesoro che lui aveva depositato sulla mia faccia. Ci siamo baciati a lungo e profondamente e la mia lingua ha tirato il nettare nella mia bocca. Enrico si è tirato indietro e ha guardato senza dire niente. Quando Carlo finalmente ha abbandonato la mia faccia, Enrico si è avvicinato e l’ha baciato sulle labbra. Si sono abbracciati e ci siamo sdraiati braccia, gambe, cazzi e palle attorcigliati. Siamo rimasti così, i nostri esercizi per ora erano finiti.

    Edited by Elchicoloco - 16/6/2014, 19:36
     
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    FIGO GAY

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    ahahhaaha la parte del sogno mi fa morire xd
     
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  5. Riuk
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    il finale però è ancora meglio *_______*
     
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