Carlo, il mio maestro

Capitolo 1

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  1. aramis1
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Ho sentito l'alito caldo di Carlo sul retro del mio collo quando si è chinato a bisbigliarmi nell’orecchio. “Sono fottutamente eccitato” ha bisbigliato. “Mi è venuta un’erezione. Vuoi sentirlo?”
    Ho scosso la testa; mi sono chinato sui miei libri sperando che l'insegnante non avesse visto che mi aveva parlato sottovoce. Speravo non si fosse accorto che la mia faccia era diventata paonazza. Ero nuovo in quella quarta liceo, estremamente timido ed inesperto; ero alto per la mia età, solo Carlo lo era più di me. Ecco perché l’avevano fatto sedere dietro di me, eravamo ambedue in fondo all’aula, vicino alla porta del corridoio. Io ero spaventato, ma allo stesso tempo intrigato. Non sapevo esattamente cosa volesse dire eccitato e non sapevo esattamente cosa volesse dire erezione. Non avevo mai visto le parti intime di un altro ragazzo.
    Carlo si è chinato di nuovo. “Dai” mi ha bisbigliato all’orecchio. "Metti dietro la mano, io farò il resto."
    Mi sono guardato intorno; stavano tutti leggendo o copiando dalla lavagna. L'insegnante stava correggendo i compiti. Mi sono dondolato sulla sedia e ho spinto indietro il braccio.
    "Bravo ragazzo" ha bisbigliato e poi si è agitato sulla sua sedia spingendo avanti le anche il più possibile. Ha allungato una mano sotto il banco e ha trovato la mia. Quando me l’ha afferrata avrei voluto tirarla via ma lui non me l’ha permesso. La mia mano era intrappolata nella sua e la stava tirando vicino, sempre più vicino al suo corpo.
    Improvvisamente ho sentito i suoi jeans sotto le mie dita; istintivamente ho tentato ancora di ritrarmi, ma lui l’ha trattenuta con forza e le mie dita hanno sentito il suo cazzo che pulsava attraverso la stoffa. Ho sentito un lungo, grosso, carnoso tubo che sembrava di gomma dentro la gamba dei suoi jeans. Non riuscivo a credere si trattasse di quello! Era molto più lungo del mio.
    "Stringilo" mi ha comandato in un bisbiglio. Io ho stretto e l’ho sentito pulsare tra le mie dita. “Uh” si è lamentato, rumorosamente questa volta, ed io ho ritirato la mano, e quando l’insegnante ha guardato era di nuovo sul mio banco.
    "Carlo, che c’è?".
    "Uh, signore, posso andare al gabinetto?"
    L’insegnante non sembrava contento della richiesta ma ha detto "Fai in fretta, è quasi mezzogiorno."
    Carlo si è alzato lentamente e mi ha bisbigliato prima di lasciare l’aula "Aspettami quando suona la campana". Io ho finto di non sentire.
    La campana è suonata prima che Carlo tornasse. Tutti si sono diretti verso la porta ed io ho lasciato cadere la matita fingendo di non riuscire a trovarla. Quindi ho riordinato i libri; nel frattempo l'insegnante era andato via e Carlo è ritornato.
    "Vieni con me" Mi ha detto ed io l’ho seguito. Siamo usciti dalla porta principale e siamo scesi in strada. All'angolo c’era uno spazio abbandonato e vuoto ad eccezione del relitto di una macchina. ”Vieni”, ha detto e si è diretto verso il rottame.
    Siamo entrati dalle portiere posteriori ed abbiamo abbassato la testa; Carlo si è alzato per vedere se qualcuno ci aveva seguiti, ma non c’era nessuno. Si e seduto e mi ha tirato accanto a se.
    “Adesso è diventato molle” mi ha detto “Guarda”.
    Ho guardato la protuberanza nei suoi jeans, mi sembrava ancora piuttosto grossa, ma aveva ragione lui, era molle.
    “Toccalo” ha ordinato. Ho allungato una mano e l’ho messa sopra; ho sentito il calore attraverso i jeans. Ho sentito il suo uccello grosso e molle che stava aumentando di dimensione.
    “Stringilo, come facevi a scuola."
    L’ho stretto e l’ho sentito irrigidirsi mentre lo stringevo. È sembrato crescere dal nulla; ora era lungo e rigido e spingeva in fuori contro i jeans stretti. Lui si è lamentato di nuovo. “Oooh che bello”. Ha gettato indietro la testa contro il sedile e ha spinto in avanti le anche. “Stringi di più”.
    Ho sentito la lunghezza del suo pene con le dita, sono scivolato sino alla fine e ho sentito i contorni della testa, molto più grossa della mia. Ora pulsava, al ritmo del suo cuore, e la stoffa si alzava ad ogni colpo.
    “Lo vuoi vedere?”.
    Non avevo mai visto il cazzo di un altro ragazzo, eccetto quello di mio fratello e solo quando facevamo il bagno insieme da piccoli. Dividevamo la stanza ed io l’ho visto nudo qualche volta, ma il suo cazzo non era mai rigido come era quello di Carlo, ed io non avevo mai sentito la sensazione che mi stava sommergendo in quel momento. Questo era quello che lui definiva essere eccitato? Se era così, io lo ero! "Va bene" sono riuscito a dire.
    "Apri il bottone e tira giù la cerniera. Avrai una bella sorpresa!"
    Ho fatto come mi ha detto ed improvvisamente le sue mutande bianche si sono incurvate in fuori attraverso l'apertura, forzando le falde dei jeans mentre abbassavo la chiusura lampo.
    “Striglio ancora, diventerà ancora più grosso”.
    Gli ho strofinato il grosso uccello duro ancora avvolto nelle mutande bianche e mi chiedevo come poteva diventare ancora più grosso. Non ero competente, ma doveva essere lungo diciassette o venti centimetri, ed il mio era approssimativamente di soli tredici centimetri quando era completamente in tiro! Tuttavia lui aveva ragione. Ho tenuto il cazzo tra le dita, l’ho stretto e continuava a crescere.
    "Quanto diventa lungo?" Ho chiesto stupito.
    "Ventidue centimetri" ha detto orgogliosamente. "Ho il cazzo più grosso della classe!"
    Mi sono chiesto come facesse a saperlo, ma mi dispiaceva chiederglielo, pensavo fosse scortese.
    “È ora di far uscire il cucciolo" ha detto. Ha alzato le anche e si è tirato giù i jeans alle ginocchia e poi alle caviglie. "Tirami giù le mutande" mi ha detto tornando ad alzare le anche.
    Ho fatto quello che ha detto ma la testa del cazzo si è impigliata nell’elastico delle mutande, ho continuato a tirare ed improvvisamente è saltato fuori mentre la stoffa scivolava oltre. Poi l’ho visto in tutta la sua gloria! Che cazzo enorme! Non mentiva quando diceva che era lungo ventidue centimetri! E grosso anche, mentre il mio era piuttosto sottile. Aveva un grosso cespuglio di peli scuri che crescevano intorno alla base e le palle erano due vere uova d’oca.
    "Fammi una sega" ha detto gettando ancora indietro la testa e spingendo in avanti le anche ed il cazzo.
    "Io... io... io non so cosa vuoi dire" ho balbettato.
    "Non sai fare una sega? " ha chiesto. "Non l’hai mai fatto prima di ora? "
    “Io penso di no” ho risposto.
    "Cazzo, te lo mostrerò" Ha preso la mia mano e l’ha portata al suo pene.
    "Afferralo. Avvolgici intorno le dita."
    Ho fatto quello che diceva.
    "Ora fai scivolare la pelle, non ti preoccupare è larga, scivolerà senza problemi. Stringi mentre lo fai."
    L’ho stretto e ho fatto scivolare la pelle; aveva ragione. La mia mano è scivolata indietro trascinando la pelle; sentivo le protuberanze del suo cazzo mentre scivolavo dalla punta retrocedendo con la mano al suo stomaco. Con mia grande sorpresa la pelle che copriva la testa del suo uccello si è tesa aprendosi e l'umida, luccicante cappella è scoccata fuori, scura e porpora, luccicante sotto una sostanza vischiosa ed appiccicosa.
    "Ti ho fatto male?" Ho chiesto quando ha emesso un gemito.
    "Cazzo no", ha detto, ha messo la sua mano sulla mia e mi ha fatto stringere con maggior forza. Mi ha mosso la mano su e giù per tutta la lunghezza del cazzo, dapprima lentamente e poi sempre più velocemente.
    "Lo stai facendo" ha detto. "Mi stai masturbando. Ora devi fare così, strigi di più ed aumenta la velocità."
    Io ho stretto e sono andato più veloce. Lui ha abbandonato la mia mano ed ancora una volta ha gettato indietro la testa, si è lamentato un po’ e poi ha detto "Veloce! Più veloce!"
    L’ho masturbato più velocemente che potevo; il mio braccio era stanco, ma continuavo nella sega. Lui ora si agitava un po’, la sua gola emetteva dei rumori e sbuffava per le narici spalancate. Improvvisamente ha cominciato a gridare "Vengo! Vengo!" Poi una doccia di liquido bianco latte è sprizzata dalla piccola fessura sulla cima del cazzo. Mi sono fermato immediatamente credendo di avergli fatto male, ma lui ha afferrato la mia mano e mi ha costretto a continuare. Ha alzato ed abbassato le anche molte volte, costringendo il cazzo a muoversi nel mio pugno, come se volesse trapassarlo. Poi il suo corpo ha cominciato a rabbrividire e lentamente si è calmato. Dopo molte convulsioni brevi e rapide si è fermato ed è ritornato al suo posto.
    "Cazzo che bello!" Ha detto; si è seduto ed io ho guardato il liquido bianco che si era posato sulla mia mano e sul suo stomaco. Solo in quel momento mi sono accorto che si era alzato la camicia fino ai capezzoli. La sua pelle era calda al tocco ed io non potevo fare a meno di sfregare il liquido bianco sui suoi muscoli.
    "Questo è quello che si chiama una sega" ha detto "Non mi dirai che non lo hai mai fatto? Neanche a te stesso?"
    "No" ho balbettato. "No... non sapevo neanche che si potesse fare qualche cosa del genere. Fa male?"
    "Cazzo no" ha riso Carlo. "È la più bella sensazione del mondo. Vuoi che te lo faccia?"
    Io volevo disperatamente che me lo facesse, ma avevo troppa paura. "Non ora" sono riuscito a dire. "Devo andare, la mamma si chiederà dove sono finito".
    Carlo ha cominciato a sistemarsi mutande e jeans. Mentre si abbottonava il bottone e si tirava su la chiusura lampo, ha detto "OK, ma mi permetterai di farlo domani. 'Una volta per uno' Questa è la regola. OK?"
    "OK" ho detto mentre uscivamo dalla macchina e ci avviavamo verso casa. Questa era una lezione di cui non avrei parlato con la mamma!

    Edited by Elchicoloco - 16/6/2014, 19:48
     
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  2. orunda
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    Bello e scritto molto bene.
     
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  3. Filipp83
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    Complimenti, molto eccitante! Che bello sentirselo indurire tra le mani. A quando il secondo capitolo?
     
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    Bellissimo tenero e sensuale aspettiamo presto il continuo coraggio scrivi da dio demplice ma esplicito coraggio !!!!!!
     
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    anche se suona strano che alla sua età non sappia cos'è una sega e tutto il resto
     
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  6. aramis1
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    Tieni presente che potrebbe essere successo negli anni '50 e lui veniva da un piccolo paese sperduto.
     
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5 replies since 8/10/2013, 09:49   2858 views
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