Another World

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  1. WhatEverOnMy
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    Ragazzi, siamo giunti dunque al quinto episodio della serie.
    Naturalmente ringraziandovi per averla letta, per averla apprezzata o anche solo per averci dato un'occhiata, vi ricordo che il racconto vuole essere interattivo e quindi potrete propormi situazioni e personaggi che vedrò di integrare nella narrazione, come ho iniziato a fare d questo capitolo.

    (Ormai lo sapete, in fondo troverete le foto dei vari personaggi, nel caso non li conosciate!)

    Buona lettura e ancora grazie! ;) :P :D :lol: :B): :)

    1x05 – It is a party after all! (Part 1)

    Una delle proprietà che confinava con quella di Daren era composta da un grande parco, lasciato in parte alberato e in parte a prato; la villa che si trovava al suo centro era di gusto contemporaneo, con grandi pareti vetrate e nessun fronzolo. Ma la costruzione era ruotata rispetto all’asse stradale, in modo da essere orientata verso i punti cardinali, così la piscina di pertinenza e la relativa area verde confinavano integralmente sia con il davanti che con il retro della casa del ragazzo. Il proprietario di quell’appezzamento di terreno era in costume e si stava godendo gli ultimi raggi di Sole, disteso su una sedia a sdraio di legno, mascherato dagli occhiali scuri di tipo Wyfarer, marchiati Ray-Ban.
    Da quando Brando gli era passato davanti ed era entrato nella villa confinante, si era messo comodo, aveva preso una birra dal frigo-bar che si trovava li di fianco, l’aveva aperta e, grazie al caldo torrido, la finì in poche sorsate, dopodiché si era disteso per riuscire ad abbronzarsi un po’. Accese lo stereo, grazie ad un telecomando, sempre posto lì vicino, e un suono ritmico di chitarra e batteria si diffuse nell’aria, fintanto che il campanello della sua abitazione non gli ricordò che stava aspettando delle visite. Aveva deciso, in questi giorni di pausa dal lavoro, di godersi un po’ di pace e di darsi ad un po’ di sano divertimento, così aveva organizzato delle piccole feste, da lui, ogni sera con una compagnia di amici diversa ogni volta. Era anche una scusa per poter vedere tutte quelle persone che, durante il restante periodo dell’anno, gli era impossibile incontrare.
    Così Ashton Kutcher, si alzò, anche se un po’ di malavoglia e andò ad aprire la porta alla folla festante, che, in realtà, si trattava solo di un gruppetto di poche persone, ma con cui fare baldoria alla grande. La maggior parte dei ragazzi, che si erano presentati quel giorno, era inglese, la restante parte statunitense, ma la caratteristica che li contraddistingueva davvero era la loro età. Il padrone di casa era avvezzo ad avere ogni tipo di amico e, in questo caso, si era circondato di un gruppo di giovanissimi, i quali erano la miglior compagnia nel caso di serate ed eventi particolarmente scatenati e, grazie alla loro energia e vitalità, i più indicati come compagni di bevute e come personaggi con cui aspettare l’alba del giorno dopo.
    I britannici erano arrivati negli Stati Uniti e, dopo avere fatto varie tappe, in varie città, concedendosi una vacanza di gruppo, erano, finalmente, giunti lì e Ashton, con quella scusa, li aveva invitati a festeggiare a casa sua. Del resto non avrebbe potuto perdere l’occasione di ospitare dei bei ragazzi e si sarebbe fatto notare agli occhi di tutti i suoi vicini e avrebbe fatto in modo che la voce sui suoi party internazionali venisse sparsa, in modo da avere i riflettori puntati su di se. Così entrarono dentro la sua abitazione e, subito dopo, uscirono in giardino, tutti queste persone dall’accento particolare, che al possessore della villa faceva impazzire, seguiti dal gruppo di autoctoni, la cui maggior parte abitava nelle vicinanze. Lui accolse tutti con enfasi e si sbrigò a consegnare nelle mani di ogni invitato una birra, facendo notare che i vari frigo-bar, sparsi tra le sdraio, fossero colme di qualsivoglia tipo di bevanda e, specialmente, di ogni tipologia di alcolico.
    Man mano che la coda di persone si disperdeva nel giardino l’atmosfera cominciò a surriscaldarsi, bottiglie vennero stappate, la musica si confuse con i discorsi e le risate e quasi tutti i partecipanti si tolsero magliette e pantaloni, rimanendo solo con il costume addosso. Del resto la temperatura era gradevole e quella era una festa in piscina, senza scordarsi che anche il proprietario di casa non aveva imposto un codice di abbigliamento e girava tra la folla, parlando e bevendo con tutti, lasciando in bella vista il suo corpo tonico. Tra i nuovi arrivati si potevano scorgere abbronzature e pelli bianche, ma non mancavano pettorali e bicipiti ben sviluppati, così come addominali scolpiti e fisici atletici.
    Un gruppetto di giovani inglesi si era accomodato su due sedie a sdraio e tutti i componenti erano intenti a guardare le abili mosse che le mani di quel ragazzo, con una croce tatuata sul fianco e due maschere sulla spalla, stavano eseguendo nel tritare dell’erba presa da un sacchettino di plastica, mescolarla con del tabacco di una sigaretta mezza aperta, lasciata sopra il pacchetto lì di fianco, e, infine, nel inserire il tutto dentro una cartina lunga, farsi passare un filtro, fatto con del cartone arrotolato, da un suo amico, e arrotolarla, chiudendola, in modo che fosse pronta per essere fumata. Quando ebbe terminato il suo compito Jack O’Connell si mise la canna tra le labbra e chiese ad una delle persone sedute intorno a lui di passargli un accendino; in quel momento si stava avvicinando a loro Ashton, con un bicchiere di plastica rossa in mano, e venne salutato convivialmente dal ragazzo con un: “Hey mate!” Alchè egli si accomodò tra di loro mentre lo spinello veniva passato di mano in mano e si fece preparare un drink da uno dei britannici, quando venne il suo turno di fumare fece qualche tiro e lo passò al suo vicino con cui stava amabilmente chiacchierando.
    Tom Daley accettò la canna che il padrone di casa gli stava porgendo e fumò un po’ senza distogliere gli occhi da lui, evidentemente preso dal discorso, ma ancora più preso dalla persona che aveva davanti. Era nota a tutti i suoi amici e compagni di viaggio la cotta che il giovane tuffatore aveva nei confronti dell’attore e quando gli venne proposta quella serata non si fece ripetere l’invito più di una volta e accettò senza esitazione di recarsi nella sua villa. Nonostante tutta la sua timidezza, data dal trovarsi davanti Ashton e nel potergli parlare, riuscì a racimolare tutto il suo coraggio e tentò di flirtare con lui, senza sapere, per altro, di averlo già conquistato; del resto la sua tenerezza era disarmante. Così, quando ebbe passato lo spinello al suo vicino, si sentì la voce di quest’ultimo, resa acuta dall’alcool che cominciava a fare effetto, che apostrofò i due, sempre con i modi bruschi, ma divertenti che solo Jack riusciva a fare con un: “E dai! Prendetevi una stanza!” La battuta provocò l’ilarità generale e fece comparire un sorriso sghembo sulla faccia del ragazzo più vecchio, ma provocò un forte imbarazzo in quello più giovane, che arrossì all’istante e cercò di nascondere lo sguardo.
    Alchè Ashton prese la sua mano e gli propose di fare una passeggiata lì intorno, contemporaneamente si alzò e accentuò la proposta con un gesto del capo. Tom si alzò a sua volta e si lasciò guidare da quella stretta fuori dal gruppetto di ragazzi, i quali accompagnarono la partenza dei due con un’ultima risata. Il proprietario della tenuta, condusse l’altro fino ai confini di questa, accompagnati dai colori caldi del Sole al tramonto, finché non raggiunsero il boschetto di siepi che rappresentava il limite estremo dei suoi possedimenti e il confine con quello dei vicini. Senza dire nulla si girò verso il giovane ragazzo e, guardandolo fisso negli occhi, con la leggera brezza estiva che turbinava intorno a loro, che acuiva i sensi e i profumi, lo baciò teneramente.
    L’unione delle loro labbra fu intensa e sembrò interminabile, così gli occhi di entrambi si chiusero e le loro lingue si intrecciarono. Il loro volere entrare in contatto l’uno con l’altro si tramutò in un caldo abbraccio che comprendeva i loro fisici a contatto l’uno con l’altro e che si esplicava nelle mani di Ashton che cinsero la vita dell’altro e in quelle di Tom che erano poggiate sul petto possente del primo. Si staccarono per un attimo, i loro sguardi che si incrociarono un’altra volta, con il ragazzo più vecchio che torreggiava su quello più giovane e lo superava in altezza, ma con tutta la tenerezza negli occhi, rivolta a quelli di lui.
    La seconda volte che i loro visi si avvicinarono, facendo in modo di unire le rispettive bocche, la tensione che si percepì nell’aria fu più intensa e la passione dilagò tra i due che ebbero, quasi all’unisono, una forte reazione nel basso ventre. Visti i pochi strati di costume che separavano i loro membri, la loro erezione fu percepibile da entrambi che, mentre si scambiavano umori con le rispettive lingue e labbra, provvidero a strusciarseli per bene, uno contro l’altro. Ma questo sembrava non bastare, infatti Tom, rinvigorito da quel caldo scambio erotico, scacciò tutte le sue remore e inibizioni e scese con una mano a massaggiare, da sopra il tessuto, il pene dell’altro. Così Ashton imitò le mosse dell’altro e portò anche le sue dita verso il basso, ma non si limitò al contatto con il costume bermuda del ragazzo, ma lo sollevò leggermente fino ad infilarci il polso e strinse la sua erezione palpitante.
    Alchè i due si staccarono una seconda volta e respirarono una boccata d’aria fresca, sempre guardandosi vicendevolmente, anche se questa volta Tom poté percepire un lampo di eccitazione negli occhi dell’altro e la cosa non poté che fargli piacere. Sentì il contatto della sua mano sul suo membro che con gesti precisi stava smorzando la sua erezione, così decise di imitarlo a sua volta, infilando anche le sue dita dentro il costume dell’altro. Ashton, dunque, decise di baciarlo sul collo, cominciando con dei leggeri schiocchi di labbra sulle sue guancie, poi passò al collo, leccando i suoi lineamenti e soffermandosi un po’ troppo sull’attaccatura alla spalla, procurandogli un succhiotto, anche se non troppo esteso o duraturo.
    Erano così avvinghiati, persi nella loro estasi personale, quando sentirono, o almeno si accorsero, dei rumori provenienti dall’altro lato della siepe. Potevano esserci sempre stati tutti quei gemiti e quei mugolii che provenivano dalla piscina di Daren Kagasoff, ma loro se ne accorsero solo in quel momento e come svegliati da una trance ipnotica, si voltarono all’unisono verso quella direzione, sbirciando nell’altra proprietà. Quello che si trovarono davanti lì stupì, così come uno spettacolo magnifico tonifichi la vista di chiunque lo guardi, loro rimasero affascinati dallo scorgere quell’incastro di corpi composti dal padrone di casa, da Brando Eaton, nonché da Zac Efron e Sean Faris.
    La loro eccitazione nel vedere gli altri quattro si fece più forte e continuarono a smorzarsela a vicenda, ma i loro occhi non erano più concentrati verso loro stessi ben si verso il gruppetto di bellissimi ragazzi nudi dall’altro lato della siepe. Così il loro sguardo si posò su una delle sedie a sdraio che circondavano la piscina, in cui Brando era disteso, il viso leggermente alzato, rivolto dinnanzi a se, con le gambe appoggiate sul lettino, piegate e aperte, mentre Sean aveva affondato la testa tra di esse e con rapidi movimenti della lingua stava esplorando il suo buco. Sull’altra seduta si era accomodato Daren, il quale stava tenendo con la mano destra il pene eretto di Zac, che si trovava in piedi davanti a lui, mentre tentava di ingoiarlo tutto e, dal momento in cui non ci riuscì, continuò ritmicamente a far avanzare e arretrare la proprio testa per riuscire a dare il massimo piacere orale al suo amico…

    Ashton Kutcher:

    Ashton Kutcher 24

    Jack O'Connell:

    Jack O'Connell 06

    Tom Daley:

    Tom Daley 16

    Brando Eaton:

    Brando Eaton 65

    Daren Kagasoff:

    Daren Kagasoff 66

    Sean Faris:

    Sean Faris 76

    Zac Efron:

    Zac Efron 120
     
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11 replies since 24/7/2013, 21:53   2888 views
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