Another World

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  1. WhatEverOnMy
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    Ciao a tutti ragazzi, tra i vari racconti a puntate che sto scrivendo, ho deciso di farvi leggere questo.

    Si tratta di una cosa particolare, un po' sperimentale, infatti è ambientato in un mondo uguale al nostro, ma, nel quale, i personaggi famosi che tutti conosciamo, gli attori, i cantanti, gli sportivi e altri diventano i protagonisti di questa serie di racconti erotici.

    Rispetto a quello che scrivo di solito questa serie sembrerà meno particolareggiata poiché i personaggi e le loro descrizioni sono superflue visto che sono persone che realmente esistono e che potremmo avere visto in televisione, al cinema o sui giornali.

    E' un sogno erotico ricorrente quello di potere sbirciare nella vita privata dei personaggi famosi e questi testi servono, in parte, a soddisfare quelle fantasie.

    Prima di lasciarvi al racconto vi chiedo di dirmi che ne pensiate, scusandomi preventivamente per gli errori vari, contribuendo a rendere migliore il racconto e, cosa importante, a renderlo interattivo, perché potreste suggerirmi i personaggi che vorreste vedere voi e le situazioni che vorreste leggere e in cui vorreste che le vostre scelte affrontino.

    (P.s. in fondo al racconto troverete le foto dei personaggi famosi menzionati, così, nel caso non li conosceste, potrete farci una idea di come siano fatti.)

    Buona lettura!

    ANOTHER WORLD

    1x01 – Welcome to the hottest guy capital! (Pilot)

    Brando Eaton camminava lentamente lungo il marciapiede fatto di lastroni, sotto un fitto intrico di foglie di palma che schermavano i forti raggi solari del primo pomeriggio che si stagliavano contro un cielo terso, azzurrissimo e senza nemmeno l’ombra di una nuvola. Era accaldato e assetato per la lunga corsa che aveva appena fatto, così aprì la bottiglietta d’acqua che aveva appositamente portato per questa evenienza e iniziò a bere avidamente da essa. Svuotò quasi tutto il contenuto il poche sorsate e decise che il resto se lo sarebbe versato addosso per rinfrescarsi un po’, del resto era sudato e le gocce al sapore di sale gli si stavano addensando sulla fronte e stavano scendendo sul collo. Di solito manteneva un contegno, a suo dire, dignitoso, ma quel giorno faceva troppo caldo, quindi decise di togliersi la maglietta senza maniche firmata Hollister, con cui era solito fare jogging, che ormai gli si era appiccicata addosso. Constatò come il misto tra acqua e sudore gli si fosse addensato sullo sterno, tra i possenti pettorale e lungo le linee degli addominali ben definiti, così fece un sorriso di autocompiacimento e si diresse soddisfatto fino al primo bidone dove gettò l’involucro di plastica che conteneva la sua acqua, ormai ridotto ad un grumo informe. Decise di continuare il giro che si era prefissato di effettuare, che lo avrebbe ricondotto nella sua abitazione, a passo lento, inspirando ed espirando lentamente, concedendosi quei minuti di pausa solo per se stesso. Aveva dovuto spostare l’abituale corsa mattutina a causa di un piacevole impegno inaspettato, costringendolo a cambiare l’ordine degli esercizi quotidiani per rimanere in forma e a posticipare una delle cose che più amava fare durante il giorno. Correre lo faceva stare bene, era un modo per isolarsi dal mondo circostante; accompagnato solo dalla musica del suo iPod, poteva liberare la mente e concentrarsi solo su se stesso, ripercorreva le scelte fatte nella sua vita oppure pensava a cosa avrebbe dovuto fare nel futuro prossimo o lontano. Non importava quanto fossero profondi i suoi ragionamenti, l’unica cosa che contava era sentire il vento sulla faccia; lo sforzo che compiva per mantenere la concentrazione e il dolore quando si affaticava troppo erano sopportabili al confronto con la sensazione di vedere il mondo scorrere intorno a se, libero da tutto e accompagnato dalla soddisfazione di vedere il suo corpo teso al massimo e avere la consapevolezza che tutto questo sarebbe servito a renderlo perfetto.
    Amava questi momenti di forzata solitudine; la maggior parte delle persone che conosceva e frequentava tendeva ad ostentare il fatto di fare esercizio fisico, ma a lui non interessava mostrare a tutti che lo stava effettuando, preferiva godere dei risultati dei suoi sforzi. Faceva buona parte dell’allenamento nella stanza adibita a palestra del suo seminterrato e andava al club per usare gli attrezzi che lui non possedeva in orari non troppo affollati e cercava di fare si che le sue attività all’aperto si svolgessero in luoghi poco frequentati. Aveva studiato un bel percorso per le sue sedute di corsa, si dipanava attraverso alcune strade residenziali che salivano su per una collina, poi passava per un parco poco frequentato, ma da cui si poteva godere di una vista mozzafiato della città sottostante e, infine, ritornava al punto di partenza usando vie secondarie e in cui non avrebbe incontrato i suoi conoscenti e i suoi vicini.
    Quel giorno con tutto il movimento, inaspettato, e lo sforzo fisico effettuato la mattina, e avendo consumato la sua riserva d’acqua, decise che, nonostante fosse solo a metà percorso, la seduta quotidiana di jogging sarebbe anche potuta finire lì. Nonostante il caldo e il Sole battente continuò a camminare per raggiungere il parco, crogiolarsi nell’ombra degli alberi e godere della vista della metropoli frenetica. Appena raggiunse il limitare dell’oasi verde controllò il suo cellulare e constatò con soddisfazione che non vi era campo, ne riusciva a prendere il segnale internet. Non che si aspettasse di ricevere nulla, a quell’ora tutti i suoi amici erano sicuramente nella piscina del circolo oppure a fare a gara di chi riuscisse a sollevare più pesi grazie ai bilancieri della palestra. Era giunto l’agognato momento di sedersi su una panchina e di pensare ai fatti suoi prima di re-immergersi nella sua vita fitta di impegni e vita mondana. Quando fu in vista dei paletti che delimitavano il sentiero di accesso alla selva, corredati dal cartello che descriveva i vari obblighi e divieti a cui bisognava attenersi nel rispetto della comunità locale e non, notò in lontananza una sagoma che si avviava a passo spedito nella sua direzione. Pensò subito che si trattasse di un altro corridore e dall’andamento sicuro e veloce dell’altro non si sbagliò, ma non riconobbe subito chi fosse, poiché era sicuro del fatto che nessuno venisse li, per lo meno a quell’ora. Man mano che la figura si avvicinava riuscì a distinguere i particolari di quel uomo dalla carnagione molto abbronzata, dal fisico ben tornito e tonico e dalle gambe atletiche e scattanti. Notò che anch’egli non portava la maglietta, ma non per una questione relativa al sudore, doveva essere uscito di casa con solo dei pantaloncini blu e delle Nike Shox NZ di una sfumatura azzurra in tinta con il resto dell’abbigliamento sportivo. Non appena capì chi fosse cercò di distogliere lo sguardo e di cambiare direzione, ma era troppo tardi, ormai anche l’altro l’aveva visto e, a quest’ora doveva avere capito di chi si trattasse a sua volta.
    Cristiano Ronaldo gli si avvicinò sempre a passo sostenuto, era davvero bello, quasi scintillante sotto la luce diurna, anch’egli andava in giro con gli auricolari alle orecchie e non appena fu a portata di saluto gli fece un cenno con la testa e gli rivolse un sorriso ammiccante, seducente e a tratti malizioso. Uno di quelli che solo chi è così bello è in grado di fare, capace di fare innamorare, ma anche ammutolire le persone, proprio come accadde a Brando che non fu in grado di dire nulla se non fare un segno con la mano, mentre l’altro, girando il capo, tornava alla sua corsa e si allontanava nella direzione da cui era venuto lui. Così come era arrivata quell’apparizione celestiale era svanita, allontanandosi a passo di corsa, sostenuta da quelle bellissime gambe allenate dal calcio.
    Non poté smettere di guardarlo sparire dietro la curva della strada in discesa e pensò a quanto dovesse essere sembrato stupido, imbambolato a guardarlo con la bava alla bocca. Decise di non pensarci più e di rimettersi in modo, ma non riuscì a scacciare quel pensiero e quando fu arrivato al panorama che tanto desiderava vedere non lo ammirò tanto era preso dalle sue elucubrazioni mentali. Il bel portoghese si era trasferito da poco nel quartiere, in una villa non lontano dalla sua, ma si era fatto vedere poco in giro, così Brando aveva pensato che fosse costantemente a feste e chissà in quale parte del mondo. Era uno molto famoso, nessuno avrebbe potuto immaginare che facesse la sua corsetta quotidiana seguendo il percorso di Brando, quello creato apposta per non essere disturbato, quello che faceva scivolare via i pensieri. Egli aveva sempre creduto che un ragazzo come quello sarebbe stato la star del club, che uno come quello avrebbe amato avere tutti gli occhi puntati su di lui. Del resto era in quel modo che funzionavano le cose in quel posto, non c’era spazio per la solitudine, ma ogni cosa doveva essere esposta, in modo che tutti sapessero che la si stava effettivamente facendo, altrimenti non valeva la pena di farla.
    Quando tornò a casa sua vide che qualcuno aveva provato a contattarlo sul cellulare, ma lui non ci aveva fatto caso fino a che non ebbe varcato il portone di casa sua. Controllò chi fosse e seppe che aveva mancato una chiamata di Daren, così si affrettò a chiamarlo a sua volta. Era da quando avevano lavorato assieme che tra i due era nata una certa sintonia e, dopo che le riprese furono terminate, decisero di sentirsi e vedersi anche al di fuori del set. Così si erano fatti vedere al club, secondo la tradizione consolidata, erano andati insieme a ballare e si erano ubriacati pesantemente da farsi cacciare fuori dal locale. Erano una coppia rodata, stavano bene in compagnia uno dell’altro o insieme ad altri amici, anche se ultimamente non erano così affiatati come all’inizio, ma una chiamata da parte di uno o dell’altro voleva dire che il divertimento era a portata di mano, così, senza complicazioni, senza inibizioni e senza complimenti.
    Brando arrivò davanti al cancello della proprietà di Daren Kagasoff e, alla vista, da parte delle telecamere di sorveglianza, della sua BMW decapottabile, questo si spalancò con la velocità data dai martinetti idraulici che lo muovevano. Parcheggiò davanti all’ingresso dell’abitazione, a lato della rotonda con al centro una fontana di dubbio gusto, in modo da essere visibile dal giardino confinante con il prato all’inglese del suo amico. Infatti proprio in quel momento Ashton Kutcher, il vicino di casa di Daren, era uscito dall’edificio realizzato in chiave minimal nel quale viveva e aveva rivolto uno sguardo all’auto sportiva nera, così Brando lo salutò con un cenno della mano e del capo e l’altro rispose in egual modo. I due si conoscevano perché frequentavano gli stessi posti, ma non le stesse persone, per cui avevano scambiato solo poche parole. Prima di varcare la soglia dell’abitazione, da sotto il portico di questa, egli non resistette e guardò un’altra volta in direzione dell’altra proprietà, giusto in tempo per vedere il vicino che si toglieva la maglietta, pronto per distendersi su una sdraio a prendere il sole. Si appagò della vista di quel corpo atletico e fantasticò su cosa avrebbe potuto farne se si fosse trovato da solo con lui.
    Dopo aver attraversato la villa in direzione della piscina, ecco che si trovò davanti un altro corpo niente male, anche questo disteso al sole, sul bordo della vasca d’acqua. Lo osservò un attimo da lontano, gli occhi che seguivano le linee sinuose dei suoi addominali e dei tatuaggi posti subito sopra di essi e poco prima del petto, così raggiunse il proprietario di quel corpo in maniera silenziosa, i suoi passi attutiti dal suono scrosciante della cascata artificiale. Quatto, in modo da non farsi scoprire, andò dietro la sdraio e, notando che egli aveva gli occhi chiusi, controllò che avesse riposto ogni suo oggetto sul tavolino di vimini li a fianco, così, in un unico gesto, veloce e preciso, sollevò la sedia a sdraio e gettò Daren in acqua.
    Brando tese una mano verso di egli in modo da aiutarlo a tirarsi su, tutto questo mentre, con ancora un ghigno divertito dipinto sul volto, rimasuglio della sonora risata che si era fatto a sue spese, con l’altra si teneva alla scaletta di bordo, per evitare di essere trascinato a sua volta nell’acqua per ripicca. Dopo il primo attimo di spaesamento dovuto al colpo, Daren si era ritrovato in acqua e ne fu totalmente circondato, così si riprese e, uscendo dal liquido trasparente, nuotò fino al limitare della vasca, quando vide il suo amico e gli urlò una serie di improperi, ma dopo essere uscito fuori, si calmò e decise di prenderla sul ridere, del resto lo scherzo era stato divertente e lui era effettivamente accaldato, un bagno l’avrebbe fatto volentieri, ad ogni modo, dietro la maschera dalla faccia allegra covava vendetta. Infatti avanzò verso l’altro, che si era appena tolto le scarpe, dopo aver lasciato i suoi averi sul suo stesso tavolino, e lo abbracciò ancora fradicio d’acqua, in modo da bagnargli tutti i vestiti. Brando non si accorse dell’agguato, convinto che Daren l’avesse presa sul ridere e che, per una volta, non avesse fatto storie sul fatto di avergli scompigliato i capelli, così si ritrovò stretto nella morsa del suo amico e, in men che non si dica, si trovò inzuppato, facendo fatica a divincolarsi. Così, circondato dalle braccia dell’altro a sua volta lo circondò con le sue, in modo che i suoi poderosi bicipiti non lo lasciassero scappare da se e quando si ritrovò faccia a faccia con questo lo baciò.
    Daren non se l’aspettava, ma non rifiutò le labbra dell’altro, ma, anzi, intrecciò la sua lingua con quella di Brando, senza mollare la presa che aveva su di lui. Continuarono a baciarsi, guardandosi negli occhi, oppure, chiudendo le palpebre e lasciando che le rispettive lingue strisciassero nella bocca dell’altro per scambiare saliva e creare un legame erotico. Così, senza staccarsi, il primo, che non aveva finito di vendicarsi e che conosceva molto bene la sua abitazione, fece un passo di lato, trascinando anche l’altro ragazzo, in modo che entrambi cadessero in piscina. Quando emersero Daren guardò con aria di sfida il suo amico biondo e decretò la parità tra di loro in quanto a scherzi, questo, con sguardo malizioso e con una punta di eccitazione nella voce disse: “Ora basta scherzare!” E, in men che non si dica, prese la sua testa con una mano e la spinse verso la sua prima di baciarlo, lasciandolo senza fiato.

    Brando Eaton:

    Brando Eaton 58

    Daren Kagasoff:

    Daren Kagasoff 64

    Cristiano Ronaldo:

    Cristiano Ronaldo 09

    Ashton Kutcher:

    Ashton Kutcher 21

    Edited by Elchicoloco - 16/6/2014, 19:43
     
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11 replies since 24/7/2013, 21:53   2888 views
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