"Un Natale Indimenticabile"

Racconto vincitore del concorso

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  1. _Judas
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    RACCONTO VINCITORE DEL CONCORSO, di Clod94



    Un Natale Indimenticabile



    -Mirko, è arrivato uno scatolone ci pensi tu? Io sto facendo l'inventario- fece una voce da dietro lo scaffale
    -Nessun problema, Frà-. rispose il ragazzo mentre metteva un Ipad al suo posto. Andò verso la sua scrivania, prese il taglierino e si diresse verso la porta d'ingresso. Lo scatolone era più grande del solito, dovevano essere i nuovi arrivi per Natale. Infilò la punta del taglierino nello scotch e lo taglò di netto, eccitato e curioso quasi fosse un regalo per lui, ma si trovò un'amara sorpresa. Guerra. Erano DVD sulla guerra. Non erano i nuovi arrivi, poco ma sicuro.Fece una smorfia e di malavoglia cominciò a togliere le custodie da dentro per sistemarle automaticamente negli scaffali.
    -Il capo ha detto di inserire uno di quei film sugli schermi- gli disse Francesco cercando di non incrociare i suoi occhi, come se volesse scusarsi.
    "Perfetto, la giornata è iniziata bene e continua meglio" pensò sarcastico mentre, con un cenno d'assenso verso il collega, prendeva il primo film sotto mano e inseriva il disco dentro il lettore. All'improvviso una cinquantina di schermi neri presero vita e riportarono il menù di "Salvate il soldato Ryan". Mirko schiacciò play e lasciò che il film scorresse sotto gli sguardi dei clienti che bazzicavano da un reparto all'altro. Tornò a rimettere in ordine gli Ipad. Davvero non riusciva a capire perchè le persone non rimettevano mai le cose dove le trovavano, gli ci volle più di mezz'ora per sistemare quel casino.
    -Scusa?- Mirko alzò la testa e vide una ragazzo alto, dritto e tirato a lucido. I capelli erano corti eppure alcuni ciuffi vicino alle tempie sfuggiti alla forbice lasciavano intravedere che erano più mossi che lisci. Era venuto già un paio di volte, ma sembrava sempre che girasse a vuoto. O era una persona molto indecisa o non sapeva come occupare la sua giornata
    -Ha bisogno d'aiuto?- il ragazzo era sui venticinque anni, come lui, ma un cliente è pur sempre un cliente.
    -Sto cercando un regalo per Natale, non è che può darmi qualche consiglio?- gli sorrise il ragazzo.
    -Allora è per quello che vieni qui già da un pò..- ormai gli sembrava stupido continuare a dargli del "lei".
    -Si, è notato vero? Non sono molto bravo coi regali- si passò una mano incerta tra i capelli.
    -Se mi dici per che tipo di persona è posso aiutarti-
    -E' un...- non riusciva a trovare il termine giusto -amico... una persona molto semplice, che si accontenta di poco.. spartana. Non so se i suoi gusti sono sempre gli stessi, è da un pò che non la vedo- fece un mezzo sorriso
    -Bè non ne so abbastanza per sapere cosa consigliarti tra gli articoli che ci sono quà.- rispose Mirko guardandosi intorno e allungando il collo nei reparti vicini
    -Hai ragione.- sospirò il ragazzo con aria sconsolata -Bè, visto che ci sono continuo a farmi un giro. Spero di non averti fatto perdere troppo tempo- regalando a Mirko un soriso a trentadue denti.
    -Ma figurati! Buona ricerca, e se ti serve aiuto vieni a chiedere-
    -Di sicuro- sorrire e fece un cenno con la mano mentre si allontanava. Camminava in modo strano... Zoppicava! Si notava a malapena eppure la sua gamba sinistra cedeva un pò quando la appoggiava a terra. Lo seguì con lo sguardo e lo vide avvicinarsi al reparto televisori dove i tedeschi stavano massacrando le milizie avversarie. Ordini, spari, esplosioni, urla! Mirko era a terra, l'orecchio sinistro iniziò a ronzare in modo forte e insistente. Il sangue gli colava dalle tempie, la terra gli sporcava le mani e il viso. Qualcuno lo stava chiamando da molto lontano, provò a rispondere ma il suolo soffocava i suoi miseri tentativi di parlare mentre l'odore della guerra gli entrava nelle narici qualcosa lo rivoltò sulla schiena, sentì una mano sporca sulla guancia, vide un viso... degli occhi azzurri spalancati... e poi buio... ma quella voce non si spegneva -MIRKO, MIRKOOO!!..... Mirko- uno schiaffetto sulla guancia -Mirko, svegliati...-
    Smise di mordersi le labbra e aprì piano gli occhi finchè mise a fuoco una decina di persone che gli stava intorno e lo guardava preoccupata. Chinato accanto a lui c'era Francesco, con un aspetto cadaverico. Gli chiese se stava bene e a un cenno affermativo lo aiutò a rialzarsi. Si sentiva le guance fredde, ci passò sopra le mani: lacrime. Aveva addirittura pianto. Imbarazzato tranquillizzò gli spettatori che ci misero un pò di tempo prima di disperdersi del tutto. Ancora mezzo intontito chiese il permesso per andare a prendersi qualcosa da bere al bar vicino, ma una mano gli battè sulla spalla e un bicchierone di the fumante gli arrivò sotto il naso: il ragazzo di prima, ma non sorrideva più, aveva le sopraciglia contratte.
    -Tutto bene Mirko?- che aria preoccupata aveva.
    -Sì, cioè no... non riesco a capirlo bene... Perchè sai il mio nome?-
    -Era difficile non sentirlo. Tranquillo, non preoccuparti. Siediti- gli avvicinò una sedia e accompagnò i suoi movimenti quasi fosse un bambino -Ti fa male la testa?- chiese appoggiandosi a un bancone.
    -E' da parecchio che mi fa male la testa...- un silenzio teso cominciò a pesare.
    -Scusa non mi sono presentato, io sono Simone- gli porse la mano.
    -Piacere di conoscerti, e grazie per il the- ribattè stringendola.
    -Figurati, non è certo la tua bevanda preferita ma...-
    -Come lo sai?- vide lo sguardo smarrito di Simone, due occhi nocciola sbarrati all'inverosimile.
    -La tua faccia.. Fai un viso schifato quando la bevi-
    -Oh, scusa, non volevo essere maleducato-
    -Non preoccuparti- gli sorrise in fretta e si staccò dal banco. -Non ho ancora trovato nulla, magari passo domani-
    -Sì, a domani. Buona serata- ma era già troppo lontano per averlo sentito. "Cavolo, sembrava un appuntamento".

    Simone entrò nel negozio a passi di marcia e si diresse subito verso di lui.
    -Devo dirti una cosa- gli prese il polso e lo portò nel magazzino sotto lo sguardo attonito dei commessi. Chiuse a chiave la porta e si voltò verso Mirko. -Ti voglio. Adesso!-
    -Anche io- sussurrò Mirko e, come guidate da un'altra volontà, le sue mani cominciarono a farsi strada sotto la maglietta dell'altro, a esplorare il petto fino a scendere verso i fianchi e afferrare i bordi della maglietta. Ma Simone, impaziente, si avventò sulle sue labbra e prese ad assaporarle in modo forte, deciso, finchè queste non si dischiusero per fargli meglio sentire il loro sapore. Le mani di Mirko accarezzarono i suoi capelli e scesero fino a stringergli le natiche. Frenetiche, le dita di Simone sbottonarono i jeans del compagno e aprirono di botto la cerniera mettendo in evidenza una potente erezione. Bastò abbassare di poco l'elastico per liberarla. I due si guardarono negli occhi e con un tacito assenso, Simone si abbassò verso l'asta e lentamente prese in bocca la cappella. Mirko chiuse gli occhi e si abbandonò contro il muro alle sue spalle. Sentiva quella bocca calda, e quella lingua umida che giocava col suo fenulo per poi scendere su tutto pene e risalire. Istintivamente Mirko blocco la testa di Simone e la spinse più giù. "Oddio, sì!". Ancora, ancora, ne voleva di più. Simone aumentò il ritmo e strinse la mano destra alla base del pene di Mirko che emise un urlo soffocato e si aggrappò alla testa del ragazzo come a un'ancora di salvezza. Ancora un pò.. un'altra pompata e liberò i suoi umori nella bocca del giovane. Il ragazzo ingoiò, alzò la testa verso Mirko e sorrise. Un sottile rivoletto bianco gli scendeva dal lato della bocca.
    Bi-bi-bi-bip bi-bi-bi-bip bi-bi-bi-bip. Mirko si svegliò di colpo, sudato, con le lenzuola attaccate al corpo e le mutande bagnate. Scaraventò a terra la sveglia, che si infranse con un rumore acuto, si prese la testa fra le mani e pianse di tristezza, pianse di gioia, pianse come non era ancora riuscito a fare in quei mesi. Per la prima volta dopo quel dannato giorno non aveva sognato urla, sangue e morte. Aveva trovato una piccola ragione per alzarsi dal letto e vivere la giornata. Passare a lavoro la vigilia di Natale non è una delle migliori aspirazioni al mondo, ma Simone sarebbe venuto al negozio per cercare il regalo, l'aveva quasi promesso e Mirko si sarebbe accontentato di quel "quasi". Era incredibile come un semplice incontro gli avesse donato un barlume di felicità, forse momentanea, ma avrebbe fatto tutto il necessaria per farla durare il più a lungo possibile.
    Si alzò, rifece il letto con cura, si buttò sotto la doccia, si sbarbò e vestì in un batter d'occhio, come se questo avesse potuto diminuire l'attesa dell'incontro.

    Mirko sì guardò l'orologio al polso: le 19:50, fra poco avrebbero dovuto chiudere il negozio e lui non si era fatto vedere. Un'intera giornata e ancora non si era visto. "Sono un'idiota, aveva detto che 'magari' tornava quà, ed io mi sono fatto un castello in aria". Non si era mai interessato ad un ragazzo in modo così maniacale, ma sentiva che Simone era diverso, aveva qualcosa che gli ispirava fiducia, come se l'avesse già conosciuto. "Che cazzata! Non l'ho mai visto in vita mia". Le 20:00; doveva chiudere. Gli ultimi clienti rimasti uscirono senza comprare nulla e tra i suoi colleghi cominciarono i vari saluti e auguri in anticipo a cui partecipò con un finto sorriso stampato in faccia. Appena tutti uscirono prese le chiavi dal bancone e andò a chiudere la porta e la serranda.
    -MIRKOOOO!!- conosceva quella voce! Si girò di scatto e vide una figura che correva goffamente verso di lui. Il cuore gli si fermò un momento per poi battere ancora più veloce di prima e senza pensarci troppo andò incontro a Simone. Vederlo in facia gli ricordò il sogno di quella notte e per l'imbarazzo il saluto gli uscì a mezza voce. Chissà perchè era venuto proprio ora, se era per fare compere non poteva certo aprire il negozio per lui.
    -Ti va di venire a una festa con me?- questa proprio non se l'aspettava.
    -Sì- rispose d'istinto. E temendo di essersi esposto troppo lo guardò negli occhi ma non credeva che lo stesse prendendo in giro. Davvero belli quegli occhi azzurri, chissà perchè non li aveva già notati prima. -Quando?-
    -Poco prima di mezzanotte a casa di un mio amico- gli si illuminò lo sguardo -Vengo a prenderti io. Ci vedimo dopo- gli fece l'occhiolino e si girò per andarsene, quando Mirko gli fece notare che non gli aveva detto dove abitava. Simone si pietrificò per un secondo, poi si batè una mano sulla fronte e gli diede ragione. Avuto l'indirizzo i ragazzi si salutarono d'accordo per vedersi poco dopo.

    Simone parcheggiò l'auto davanti una casa piena di luminarie, con un albero completamente addobbato e un babbo natale in boxer attaccato a una finestra. Particolare interessante: sicuramente c'era già un bel pò di gente che stava brindando in anticipo. Scesero dalla macchina e varcarono il cancelletto del giardino. Mirko non sapeva nemmeno perchè era lì. Non conosceva questo ragazzo, cosa l'aveva portato a fidarsi di lui? Eppure si sentiva al sicuro, e il suo istinto non l'aveva mai tradito prima.
    Simone aprì la porta e lo fece entrare. "Whistle" dei Flo Rida risuonava nell'aria e molti degli invitati con alcune coppiette stavano ballicchiando qua e la al centro del salotto con i bicchieri in mano. I mobili erano stati spostati verso i muri per creare una piccola pista da ballo e un albero di natale colorava le pareti di rosso, giallo, blu, verde, arancione, viola e bianco. Soprammobili a forma di pupazzi di neve, babbi natale e renne erano sparsi in giro per casa sopra delle tovagliette rosse. L'aspetto era un pò pacchiano, eppure l'intera casa, apparte la cazone, sapeva di Natale e spensieratezza.
    Un bicchiere con dentro qualcosa di giallognolo apparve sotto al suo naso, e alzò gli occhi.
    -Tranquillo, questa volta è birra. Vieni ti presento qualcuno, sembri un pesce fuor d'acqua- e in effetti era proprio come si sentiva in quel momento. Venne portato da una parte all'altra della casa a conoscere persone di cui si scordava il nome poco dopo averlo sentito. Simone provò a portarlo in pista con lui più di una volta ma Mirko si limitava a guardarlo ballare con gli amici e ridere quando tornava per trascinarlo con lui. Ci stava provando con lui in modo plateale, ma non gli dispiaceva, era bello sentirsi desiderati.
    Qualcuno da un punto imprecisato del salotto cominciò un conto alla rovescia, la musica venne abbassata, tutti smisero di ballare e si unirono al coro: -Cinque, Quattro, Tre, Due, Uno, Auguri!!!- Iniziò un via vai di baci, casti e non, e scambi di regali e auguri in cui venne trascinato anche lui, ma non riuscì a trovare l'unico a cui davvero avrebbe voluto farli. Aguzzò la vista e intravide la sua camicia bianca, il suo braccio e si accorse che gli stava facendo cenno di avvicinarsi. Mirko si districò dalla folla di sconosciuti per raggiungerlo e lo abbracciò stretto lasciandolo spiazzato.
    -Buon Natale, e grazie mille!- Simone ricambiò il suo abbraccio.
    -Buon Natale anche a te- disse con uno dei sorrisi mozzafiato. Smise l'abbraccio e consegnò a Mirko un pacchetto blu che prima non aveva notato. -Alla fine l'ho trovato quel famoso regalo- Incredulo Mirko scartò il pacchetto e si trovò tra le mani il famoso e censurato film "I segreti di Brokeback Mountain", il suo film preferito. Non capiva bene, insomma lui non poteva sapere i suoi gusti, quindi era forse un modo simpatico per chiedergli se era gay? Se non c'era ancora arrivato il ragazzo era un pò tardo. Simone, accorgendosi del viso smarrito e dubbioso di Mirko lo prese per mano e lo porto lontano dalla folla imboccando la prima porta che incontrò. Si sedettero su un letto matrimoniale e Simone cominciò a tormentarsi le mani finchè Mirko non lo spronò a parlare.
    -Quello è uno dei tuoi film preferiti, lo so, me l'hai confessato più o meno otto mesi fa dopo che... dopo che siamo stati insieme...- Mirko strabbuzzò gli occhi, era sempre più confuso e cominciava a credere di avere a che fare con un pazzo, voleva andarsene. Si alzò di scatto dal letto e mosse i primi passi verso la porta, ma una presa decisa e delicata allo stesso tempo lo fermò all'istante e due occhi da cucciolo non gli permisero di fare resistenza.
    -Spiegati o me ne vado- e andò a risedersi sulla sponda opposta del letto.
    -Sei... Eri il caporal maggiore capo scelto quando ci siamo conosciuti, un gradino sopra di me, sono stato sotto il tuo comando per l'intera durata della missione in Israele, siamo diventati amici, poi più che amici... ed è per questo che non ti ricordi chi sono.- si asciugò con gesti rudi le lacrime -Un giorno ci fu una sparatoria e io rimasi indietro, ma nonostante l'inferno che c'era in quel momento tu decidesti di tornare indietro per aiutarmi ad andare avanti, ma la mia gamba non mi dava retta, così ora stavamo rischiando la vita in due.- si guardarono, gli occhi di Simone pieni di terrore e dispiacere, sperava che non scappasse un'altra volta. Non avrebbe sopportato di perderlo di nuovo -Ma tu non volevi mollarmi, dicevi che la mia sorte era la tua e così nessuno dei due si accorse della granata finchè non esplose. Sei rimasto in quel dannato letto per un mese, Mirko, un mese! Mi sono sentito uno schifo, era tutta colpa mia. E quando ti sei svegliato non ti ricordavi nulla del tempo trascorso i missione... niente. Ho pensato che era meglio così, non volevo farti altro male, quindi decisi di lasciarti li e me ne andai....- Un pugno gli arrivò in piena faccia.
    -BASTARDO!- Mirko lo bloccò sul letto -Perchè mi hai lasciato?! Io avevo bisogno di aiuto, di qualcuno! Ho passato nottate d'inferno e giorni di merda! Non sai che significa dimenticarsi di una parte della propria vita!- un secondo pugnò venne bloccato subito dalla mano di Simone.
    -E tu non sai cosa vuol dire venire a sapere che la persona che ami non si ricorda più della tua esistenza! Come avrei potuto starti accanto se ogni volta che ti avessi visto sarebbe stato come morire?!- due sguardi di fuoco si fronteggiarono, ma non c'era solo rabbia in quegli occhi e pochi secondi bastarono per spegnere quelle fiamme e accenderle nei loro corpi -I personaggi di quel film avevano deciso di dimenticarsi l'uno dell'altro... ma tu non l'hai scelto, ed io voglio che tu ti ricordi di me. Io ti voglio- Simone alzò la testa e avvicinò la sua bocca a quella di Mirko, che titubante non si spostò. Desiserava quel bacio, sentiva di dover essere arrabbiato ma come poteva esserlo per qualcosa che nemmeno si ricordava? Le labbra si toccarono e ognuno sentì il salato delle lacrime dell'altro. Il suo pugno si aprì e si appoggiò sulla guancia del ragazzo che cominciò a passargli le mani tra i capelli castani. Il bacio si fece sempre più profondo e frenetico, disperato, come se così potessero liberarsi delle sventure subite dalla vita, sfogandosi ancora l'uno con l'altro. Si staccarono ansimanti e si specchiarono negli occhi, senza dire nulla si rinconciliarono tra loro e con uno sguardo d'intesa Simone prese Mirko per i fianchi e lo fece rotolare sotto di lui.
    -Mi farò perdonare, te lo prometto. Ogni giorno a partire da ora... se me lo permetterai.-
    -Fammi ricordare di te-
    Simone si avvicinò al collo e lo baciò delicatamente mentre le mani di Mirko iniziarono a slacciare uno a uno i bottoni della camicia finchè riuscì a fargliela scivolare di dosso. Alzò la schiena e cominciò a stuzzicare quel petto forte dando la possibilità di farsi togliere la maglietta che aveva addosso. Entrambi a petto nudo si abbracciarono e rotolarono sul letto continuando a baciarsi e accarezzarsi la schiena, finchè le dita non pretesero di più infilandosi nei jeans, stuzzicando le natiche e avventandosi sulle lampo. Impazienti si tolsero quell'ultimo impedimento insieme alla biancheria ritrovandosi inginocchiati uno di fronte all'altro con i peni in erezione che cominciarono a scappelarsi facendo avanti e indietro con la mano. Come in una replica del sogno Simone si chinò sul suo bacino e prese in bocca la sua nerchia, ma Mirko voleva anche dare oltre che ricevere: si sdraiò e prese in bocca la virilità di Simone. Quest'ultimo ebbe un fremito e per un attimo smise di pompare finchè un leggero morsetto di rimprovero gli ricordò il suo dovere. Gemevano e ansimavano come dei forsennati ma nessuno dei due voleva venire in bocca al compagno, quindi si staccarono e ripresero ad accarezzarsi le gambe, le braccia, la schiena e Simone si sedette sulla pancia di Mirko, prese la sua asta e la posizionò verso il centro delle sue natiche. Per evitare resistenze sì bagnò le dita e umettò ancora un pò la punta che penetrò in lui fino in fondo e gli fece soffocare un grido. Sotto di lui Mirko si aggrappò ai suoi fianchi e cominciò a fare movimenti circolari col bacino per far abituare Simone a lui, che poco dopo cominciò a stantuffare con le anche in modo lento e regolare, per poi andare più veloce e diminuire il ritmo mentre erano entrambi vicini all'apice del piacere. Sudati, con le bocche socchiuse e gli occhi appannati dal piacere aumentarono il ritmo. Mirko soffocò un grido, strinse forte le natiche del compagno e gli venne dentro. Portò la mano verso il pene del compagno e bastarono pochi tocchi per farlo venire sulla sua pancia. Simone si sdraiò accanto a lui e lentamente, come se l'uno temesse di far scappare l'altro, si diedero un bacio morbido, una carezza tra labbra. Simone prese un fazzoletto dal comodino e pulì la pancia di Mirko. Si abbracciarono e rimasero immobili, ognuno perso nei propri dilemmi interiori. "Ecco perchè mi fidavo di lui.... e mi fido ancora. Dovrei essere ancora arrabbiato, eppure non ci riesco... Non voglio perderlo". Preso da ciò che era successo si era scordato di non essere a casa sua, e non voleva che qualcuno li trovasse nudi
    -Non dovremmo andare via? Possiamo andare a casa mia se vuoi-
    -Perchè, la mia non ti piace?- chiese con aria assonnata e un languido sorriso.
    Mirko strabbuzzò gli occhi. Certo che Simone era un ragazzo pieno di sorprese, ma non aveva nulla in contrario a restare lì, in quel letto caldo, a fianco al ragazzo che gli piaceva. Ancora stretti l'un l'altro caddero nel sonno.

    Il sole iniziò a battere insistente sul suo viso e non ebbe altra scelta che aprire gli occhi. La sua schiena era appoggiata al petto di Mirko e un suo braccio gli cingeva il busto mentre l'altro si trovava sotto il suo collo. Un bacio sul collo gli fece capire che si era svegliato per ultimo: chissà per quanto tempo aveva dormito.
    -Buongiorno, Mo Cuishle- gli sussurrò all'orecchio quella voce bassa e dolce. Una scarica elettrica gli attraversò il corpo e si girò tra le braccia del compagno.
    -Come fai a ricordarti.... Perchè hai detto... Come....- stavano per scoppiargli la testa e il cuore.
    -E così che ti chiamavo, vero?- sorrise euforico.
    -Sì, mi chiamavi così. Ti sei ricordato... di noi?- non poteva essere vero, era troppo presto, sarebbe stato troppo anche per un giorno così magico.
    -Non proprio. Ti ho sognato, ma è stato come quando sogno la guerra: non era un sogno, era qualcosa di vero.- avvicinò il pollice verso la guancia di Simone e asciugò una lacrima solitaria - Voglio ricordarti, Simone. Ti prego, aiutami.- Si strinse a lui e lo abbracciò: era la sua ancora in mezzo a un uragano di emozioni che voleva imparare ad affrontare, ma non ce la poteva fare da solo.
    -E' quello che volevo fare da quando sono entrato in quel negozio. Ti farò tornare ogni ricordo, te lo prometto. Ma intanto- le sue dita andarono e sfiorare i fianchi e le natiche di Mirko -potremo costruircene qualcuno di nuovo- gli baciò il petto -che ne dici?-
    -Che è il più bel Natale della mia vita-
     
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    SinnoH

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    Già fatti i complimenti nell'altro topic, ma mi diffondo ulteriormente anche qua! Grande Clod, bravissima! :D
     
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  3. Clod94
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    Questo è il mio racconto :cry: ciao piccolo mio

    Grazie ancoraaaaaa!!!! XD
     
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    CITAZIONE (Clod94 @ 30/1/2013, 22:58)
    Questo è il mio racconto :cry: ciao piccolo mio

    Grazie ancoraaaaaa!!!! XD

    visto clod te l'avevo detto che vincevi! :lol: bravissima...chissà se qualche giorno diventerai una scrittrice famosa...verrò a farmi fare l'autografo sul tuo libro! :P
     
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3 replies since 30/1/2013, 21:37   131 views
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