Il nuovo vicino di casa

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  1. kekko1990
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Premetto dicendo che questa storia è vera al 100% e l'ho scritta interamente io di mio pugno....era da un pò che avevo in mente di mettere nero su bianco quel magico pomeriggio di qualche anno fa e finalmente mi sono ritagliato il tempo per farlo :D
    spero non vi annoierete dato che è molto lunga, ma sapete com'è...adoro dilungarmi sui particolari XD


    Avevo quasi 16 anni quando incontrai per la prima volta il ragazzino che si era trasferito da poco nel palazzo di fronte (lo chiamerò Miki). Lo avevo già visto uscire a giocare a pallone da solo e mi aveva colpito il fatto che fosse davvero molto carino: era parecchio alto per la sua età, con un fisico giusto (né magro, né ciccio), un bel culo 1 pò a papera e un viso nel quale si riconoscevano i tratti rumeni di sua madre. Aveva un viso interessante, quasi provocante, con un naso ben proporzionato, delle labbra carnose e gli occhi color nocciola che spuntavano dal caschetto di capelli castano chiari ai quali ogni tanto piaceva dare la forma di una bella cresta. Una cosa che mi colpì subito era la sua pelle…era liscia come velluto e di un bel rosa chiaro, tendente al rosso nella zona delle guance. Io comunque ero più alto di lui, magro e con un viso tra il serio e l’ebete, perennemente incorniciato da un crestino castano scuro. Non avevo molti peli, ma già all’epoca mi depilavo quei pochi che avevo.

    Era già da un po’ che mi ero ripromesso di conoscerlo e l’occasione si presentò durante una domenica pomeriggio…lo vidi al bar che giocava da solo a biliardo e mi misi a giocare con lui. Gli chiesi come mai fosse da solo e mi rispose che era nuovo della zona ed essendo rumeno non riusciva a socializzare molto con i nuovi compagni di classe…i genitori dei suoi compagni lo guardavano sempre con sospetto e lui preferiva stare con i suoi vecchi amici che, però vedeva raramente a causa della distanza. Appresi che aveva solo 12 anni e la cosa mi stupì molto dato che sembrava avere almeno 2 o 3 anni in più.

    Da lì a poco diventammo sempre più amici, parlavamo e ridevamo un sacco durante i nostri “appuntamenti” del fine settimana al biliardo o al campetto di calcio e ogni volta mi stupivo sempre di più per quanto Miki fosse sveglio nonostante l’età.

    Quando i nostri genitori non c’erano passavamo molto tempo a casa di uno o dell’altro, giocando, facendo gli scemi e facendo la lotta. Fare la lotta ci piaceva un sacco e scoprii di provare un certo piacere nel contatto fisico con lui, ma mi tolsi subito strane idee dalla testa. Miki era mio amico, non dovevo rovinare tutto.

    Passò l’inverno e si avvicinò la bella stagione…cominciammo a uscire sempre più spesso insieme e il nostro legame si era rafforzato molto (a Natale ci eravamo anche scambiati dei regali).

    Capitò che un giorno venne giù un acquazzone incredibile mentre stavamo giocando nel campetto dell’oratorio. Non avendo nemmeno il tempo di tornare a casa, ci rifugiammo nei saloni che c’erano sotto la chiesa. Inaspettatamente il maniglione antipanico del sotterraneo era aperto e cosi ci infilammo dentro, chiudendocelo alle spalle.

    Miki: “Non si vede un cazzo! Ahhaha ma dove siamo??”
    Io: “Sono qua, non fartela sotto ora cerco l’interruttore…credo che siamo finiti sotto la chiesa! Ma almeno siamo all’asciutto!”
    Miki: “Non ho paura del buio, coglione…solo che devo asciugarmi! Sto cazzo di temporale proprio adesso doveva arrivare?? Se non torno entro l’ora di cena mia madre mi uccide!”
    Io: “Non ti preoccupare…appena finisce di piovere ce ne andiamo…guarda un po’ adesso gesù cristo che accende la luce!”

    Accesi l’interruttore e ci guardammo…eravamo bagnati come pulcini e scoppiammo a ridere.

    Io: “Tua madre ti uccide sicuro se torni a casa conciato cosi!!”
    Miki: “ahahah ma vaffanculo ti sei visto??”
    Io: “Comunque ho capito dove siamo!! Che figata qua ci sono tutte le aule dove fanno catechismo e forse si arriva pure al bar!”

    Iniziammo a curiosare in giro…era eccitante essere chiusi là sotto da soli mentre fuori diluviava. Trovammo le chiavi di tutte le aule appese ad un muro ed entrammo dentro l’aula di teatro. Era molto grande e sembrava l’aula di una scuola, con tanto di cattedra e lavagna. In futuro non mi sarei più dimenticato di quel posto.
    Giocammo un po’ con le cose che trovammo là dentro, poi Miki si sedette sulla cattedra e io su una sedia davanti a lui.

    Miki: “Tra quanto dici che smette?”
    Io: “Boh! Aspettiamo, tanto è presto ed è divertente stare qui!”
    In realtà era divertente stare lì da solo con lui, ma mi guardai bene dal dirlo. Lui inaspettatamente mi rispose:
    Miki: “Si è vero è una figata…dovremmo venirci più spesso qua a fare casino!”
    Mi guardò e sorrise.

    Io lo fissai a lungo. Era seduto su quella cattedra con le gambe a penzoloni, tutto bagnato, con i capelli umidi e i vestiti che gocciolavano ancora. La maglietta aderiva al suo corpo e ne seguiva le linee, mentre i pantaloncini, che lui aveva l’abitudine a portare cortissimi, lasciavano scoperte le cosce lisce e sode su cui erano appoggiate le sue mani, particolarmente grandi per un ragazzino di quasi 12 anni.

    Tirò su col naso e si passò la mano sopra. Era un gesto che faceva spesso e che mi era sempre piaciuto, ma in quella circostanza, in quell’aula, da soli, con il silenzio rotto soltanto dalla pioggia che cadeva fuori, mi procurò un’eccitazione che non riuscivo a spiegarmi.
    Continuai a fissarlo in silenzio, mentre mille pensieri mi assalivano. Lui mi fissò di rimando, senza mai abbassare gli occhi.

    Io: “Che cosa c’è?”
    Miki: “E? Niente, niente, stavo pensando..”
    Continuò a fissarmi, con quei suoi bellissimi occhi nocciola. Io cercai di assumere una posizione provocante sulla sedia, allargai le gambe e con una mano mi strofinai il pacco. Il suo sguardo si abbassò verso il punto dove mi stavo toccando, per poi risalire rapido.

    Io: “Pensavi alla mammina che ti farà il culo quando torni?”
    Miki: “Perché?”
    Io: “Beh sei bagnato fradicio! Dovresti asciugarti!”
    Miki: “Allora aiutami al posto di stare seduto a grattarti le palle!”
    Io: “Mi dà fastidio avercele bagnate sai com’è…ti crea problemi?”
    Miki: “No, no…fai pure..”

    Il suo sguardo continuava ad andare dai miei occhi al mio pacco e io iniziavo ad eccitarmi. Prima che l’eccitazione trasparisse dai miei pantaloncini corti mi alzai in piedi e misi le mani sulle cosce di Miki, come per appoggiarmi. Lui si appoggiò con le mani all’indietro e mi guardò in maniera strana.

    Io: “Beh non ci vuole un genio per asciugare dei vestiti..basta che te li togli e li lasci un po’ sulla sedia, vedrai che si asciugano prima”
    Miki: “ooo ma non sapevo di avere un genio per amico! Ahahha”
    Ci mettemmo a sparare un po’ di cavolate simili. Mentre parlavamo, io continuavo a toccarlo sul petto, sulle cosce, sul viso e gli stavo il più vicino possibile. Lui rideva e mi guardava in modo sempre più strano: i suoi occhi sembrava mi attirassero verso di lui e sempre più spesso, mentre lui parlava, il mio sguardo cadeva su quelle labbra carnose e morbide che aveva. Non capivo più niente…speravo solo che quel momento non finisse mai…adoravo la sensazione che provavo nel toccarlo, nello stargli vicino e nel sentire il suo profumo. In mezzo alle gambe, ormai, avevo un pezzo di legno che sembrava sul punto di esplodere.

    A un certo punto vidi la sua mano staccarsi e strofinarsi sul suo pacco.

    Io: “Ora sei tu che ti gratti le palle, eh?”
    Miki arrossii: “Eh oh..mi dà fastidio anche a me”
    Io: “Ma smettila!” e, scherzosamente, tirai una specie di schiaffo in direzione del suo pacco.
    Lui si mise a ridere e mi guardò. Avevo sentito fin troppo bene il gonfiore duro come il marmo, anche se l’avevo solo sfiorato con quello schiaffetto.
    Io: “Comunque mi sembra che ti stai asciugando..fà sentire” e gli sollevai la maglietta mettendogli la mano sotto, toccando ovunque quel petto e quella schiena lisci e glabri.
    Miki stette al gioco. Si mise a ridere e si sdraiò sulla cattedra, con le gambe ancora a penzoloni e la pancia all’aria, incrociando le mani dietro alla testa
    “Beh, intanto che tu controlli io schiaccio un pisolino”

    Io ormai avevo il cavallo delle mie gambe sopra la sua coscia e, nel momento stesso in cui Miki si sdraiò, il gonfiore del suo pacco si fece inconfondibile. Continuai a toccargli il petto in modo sempre più convinto e sollevandogli la maglietta fino a scoprire i capezzoli. Erano belli grossi e i suoi pettorali un po’ robusti…toccarli era bellissimo.

    Cominciai a toccarlo ovunque: le cosce, le gambe, la pancia, il petto, le braccia…all’inizio evitai accuratamente la zona del pacco, passandoci solo intorno. Avevo paura che lui reagisse male. Miki teneva gli occhi chiusi, fingendo di dormire, ma i suoi respiri profondi e quasi affannosi lo tradivano. Allungai la mia mano sul viso, sul naso, sulle orecchie, sulle guance…quando arrivai alle labbra mi sembrò di avvertire un piccolo bacio.
    La mia eccitazione era alle stelle. Strusciavo il mio pacco sulla coscia di Miki intanto che lo palpavo con entrambe le mani sui capezzoli che erano diventati duri dall’eccitazione. A un certo punto Miki mi prese un braccio con la mano e, sempre con gli occhi chiusi, me lo spinse inequivocabilmente verso il basso.
    Non aspettavo altro.
    Andai diretto al gonfiore ormai più che evidente e spinsi il suo pisello verso il basso, iniziando a massaggiarglielo da sopra i pantaloncini. Lui continuava a tenere la mano sul mio braccio e mi spingeva a massaggiare più forte. Il suo respiro si fece ancora più profondo e i suoi fianchi iniziarono a spingere verso l’alto, mentre la mia mano spingeva verso il basso. Con l’altra mano, Miki mi afferrò anche l’altro braccio, ancora intento a stringere i capezzoli.
    Mentre il mio massaggio al suo cazzo si faceva sempre più forte, continuavo a toccargli con foga i capezzoli e ad un certo punto lui si afferrò a entrambe le mie braccia, ansimando dal piacere

    “Dai….si….è bellissimo….”
    I suoi ormoni erano alle stelle e, nonostante i 12 anni, il suo desiderio era incontenibile ormai.

    Tirò su col naso. Io, d’istinto, gli misi la mano che stringeva il capezzolo davanti al naso e alla bocca, come se volessi pulirglieli. Lui lasciò il mio braccio e con la mano si strinse da solo il capezzolo, mentre l’altra mano era ancora avvinghiata al mio braccio che massaggiava il suo cazzo. Con la lingua iniziò a leccarmi con foga la mano che avevo messo davanti alla sua bocca e io gli spargevo la saliva su tutta la faccia. Dopo un attimo, Miki iniziò a gemere più forte, fino a non sapersi più controllare:
    “Ah…ah…..ah…..mmmm….ah ….ah….nnngh…..”
    Gli spasmi arrivarono al culmine e quasi urlò nel corso dell’ultimo. I movimenti del corpo si indebolirono e il respiro di Miki si fece più profondo e meno affannoso. Lo vidi aprire gli occhi e fissare il soffitto. Mi prese la mano e sussurrò: “Wow…”

    Io mi sdraiai quasi su di lui, in modo da poterlo guardare negli occhi.
    Io: “Ti è piaciuto?”
    Miki: “tantissimo…è stato bellissimo non mi ero mai eccitato cosi tanto”
    Io: “Non te le sei mai fatte le seghe?”
    Miki: “Si…ogni tanto…ma questo è molto meglio…”
    Io: “Già…sai, Miki…mi piaci un casino”
    Miki: “Anche tu…”
    Mi avvicinai alle sue labbra carnose e al suo viso ancora bagnato di saliva e ci baciammo…lui all’inizio non sapeva come muovere le labbra, ma dopo un attimo si fece trasportare dall’eccitazione e iniziò a leccarmi
    Miki: “Hai un buon sapore….”
    Io di risposta gli leccai il naso. Lui ebbe un brivido.
    “Mi eccita tantissimo quello che hai appena fatto…”
    Lo rifeci un po’ di volte e ci baciammo con sempre maggiore passione. La mia eccitazione non era diminuita e la sua si stava svegliando di nuovo. Lo feci alzare seduto sulla cattedra mentre lo baciavo e gli tolsi la maglietta.
    “Ecco, cosi si asciuga”
    Ricominciai a stringergli i capezzoli mentre lo baciavo e lui per tutta risposta mi mise una mano sul pacco.
    Miki: “wow…è grossissimo…”
    Io: “Lo vuoi vedere?”
    Miki: “Si…”
    Senza farselo ripetere mi mise la mano dentro le mutande e strinse il mio cazzo. Era una sensazione stupenda. Io continuai a baciare quel viso glabro e misi a mia volta una mano sul suo pacco: era di nuovo duro.
    Le nostre salive si mischiavano e cominciammo a leccarci ovunque. Il suo odore e il suo sapore mi facevano impazzire. Lui mi abbassò mutande e pantaloncini e si mise a guardare il mio cazzo duro e depilato, mentre lo stringeva con la mano e lo segava.

    Mike scese dalla cattedra e continuammo a baciarci in piedi mentre lui mi segava.
    Finalmente ebbi l’opportunità di toccare quel culo sodo. Più lo toccavo e più lo desideravo: gli stringevo le natiche, gliele allargavo e lo toccavo intorno al suo buco. Miki riprese ad ansimare.
    Io: “vediamo un po’ com’è il tuo”
    Gli abbassai pantaloncini e mutande e lui se li tolse del tutto: era completamente nudo, apparte calzini e scarpe. Presi in mano il suo pisello duro come il marmo che, nonostante l’età, era abbastanza largo e dritto, seppur totalmente glabro. Era una sensazione bellissima poter violare quel corpo che finora nessuno aveva mai toccato: Miki si era concesso totalmente a me e ogni parte intima del suo corpo ora mi apparteneva. Lui probabilmente comprese il mio stato d’animo, perché appena gli presi in mano il cazzo, gemette e sussurrò: “Sono….. tutto…. tuo…..”

    Io: “Voglio fare una cosa….”
    Mi misi in ginocchio fino ad avere il suo cazzo duro davanti alla bocca. Lo segai per un po’, mentre con l’altra mano stringevo il mio cazzo. Lui mi prese la testa con le mani e iniziò ad accarezzarla. Il suo pisello odorava di sborra e quella rimasta dall’orgasmo di prima colava ancora lungo l’asta. Cominciai a baciarlo e, piano piano, a succhiarlo. In breve tempo avevo la bocca piena del cazzo di Miki che, non essendo ancora molto sviluppato, mi stava tutto dentro senza problemi. Lui mi prese le orecchie con le mani e iniziò a scoparmi la bocca con foga mentre muoveva il bacino avanti e indietro. Io gli afferrai le chiappe e cominciai a massaggiarle e a stringere. Gli leccavo il cazzo, la cappella, le palle, l’interno delle cosce…ogni tanto guardavo in su per vedere la sua espressione: l’eccitazione era dipinta sul suo viso, i capelli ancora bagnati e scombinati, la bocca spalancata e il respiro affannoso interrotto da gemiti di piacere.
    Lasciai il suo cazzo, risalendo verso le labbra di Miki leccandolo dappertutto.
    Miki: “Ora tocca a me….”
    Scese verso il mio cazzo grosso e venoso, lo segò piano per studiarlo, lo annusò…poi mi guardò e cominciò a leccare la grossa cappella. Con lo sguardo sempre fisso su di me leccò per bene tutta l’asta su e giù, la riempì della sua saliva e poi cercò di fare stare quel bestione nella sua bocca. Si concentrò sul mio cazzo per un tempo che a me parve infinito, leccandolo, succhiandolo, menandoselo in faccia. Dall’alto potevo vedere il suo cazzo che fremeva, durissimo e che Miki si toccava ogni tanto.
    Mi fece sedere su una sedia e mi tolse del tutto pantaloncini e mutande, senza staccarsi un attimo dal mio cazzo; sembrava come ipnotizzato, non riusciva a fermarsi.
    Finalmente si staccò e risalì sulle mie labbra baciandole con foga, tra gemiti e gridolini. La sua bocca aveva il sapore forte del mio cazzo.
    Miki: “hai un cazzo bellissimo….”
    Continuammo a baciarci e lui si sedette a cavalcioni sulle mie gambe, rivolto verso di me. I nostri cazzi si toccavano e questo lo eccitò ulteriormente. Miki cominciò a frizionare il suo pisello contro il mio, prendendo in mano entrambi. Nel frattempo io toccavo con sempre maggiore insistenza il suo culetto che si dimenava e, dopo aver messo in bocca a Miki il mio dito medio, gli bagnai bene il buco
    Io: “Rilassati…ora ti faccio godere…”
    Gli infilai il dito tutto di un colpo dentro il suo bel culetto sodo. Miki sobbalzò e cacciò un gridolino che si trasformò subito in un gemito di piacere quando cominciai a mandare il mio dito su e giù per il suo culo lindo e pulito.
    Miki aveva la lingua di fuori dal piacere. Si mise a cavallo della mia gamba e tornò a succhiarmi il cazzo, come se fosse ormai imbambolato.
    Io: “E bravo Miki…altro che 12 anni, sei proprio un bel porcellino”
    Gli spinsi la testa sul mio cazzo mentre lo fottevo da dietro con due dita nel culo. Ad un certo punto si fermò e gli tolsi le dita dal didietro, si alzò in piedi e mi mise il suo pisello in faccia
    Miki: “Ciuccialo un po’”
    Io obbedii con piacere e gli succhiai ancora un po’ quel pisello che scoprivo di adorare sempre di più. Mentre lo ciucciavo, Miki mi spingeva con forza la testa contro il suo cazzo e ogni tanto lo tirava fuori per menarmelo in tutta la faccia. Poco dopo si staccò, mi diede un bacio e si sedette con le gambe aperte verso di me, sopra il mio cazzo. Appena sentii la cappella che si infilava dentro il suo buco, la faccia di Miki si contorse in una smorfia di dolore. Io lo tenevo per la vita e cercavo di farlo stare calmo. Appena l’asta del mio cazzo si infilò dentro il suo culo, Miki spalancò gli occhi e la bocca e si fece scappare un grido di puro godimento.
    Il suo cazzo era durissimo e premeva contro la mia pancia. Il suo culo ormai aveva accolto tutto il mio cazzo e, quando cominciai lentamente a spingere, con le mani che stringevano quelle chiappe bellissime e glabre, la bocca di Miki si spalancò nuovamente di piacere, disegnandogli un’espressione sul viso inconfondibile. I suoi gemiti cominciarono ad andare a tempo con il movimento dei miei fianchi e il suo corpo da bimbo sobbalzava ad ogni spinta. Iniziai a baciarlo e leccarlo ovunque, mentre il suo viso da preadolescente mi guardava sempre più eccitato. Dopo poco tempo si rilassò del tutto e smise di partecipare alla spinta del mio cazzo, sedendosi sul mio cazzo e facendosi scopare il culetto in modo sempre più passivo. Ormai era diventato schiavo del mio cazzo.
    Il suo psello premeva sempre di più sulla mia pancia e cominciava a bagnarsi, mentre Miki mi abbracciò mettendomi le mani dietro la schiena, per prendere le spalle, e appoggiando la testa a lato del mio collo. Sentivo il suo dolce ansimare vicino alle orecchie interrotto ogni tanto da qualche “si…si….dai….” e sentivo di essere vicino all’orgasmo. Il culo perfetto di Miki era ormai sfondato dal mio bastone e la mia scopata si fece sempre più energica: vedevo il suo culo, ormai del tutto posseduto dal mio cazzo, che si alzava e si abbassava e la sua schiena che si contorceva dai gemiti.
    Io: “Ti piace…. il mio…. cazzo, Miki?”
    Miki: “Sii…..minchia….”
    Io: “Dillo…..che ti piace…voglio….che lo dici…”
    Miki: “si….mi piace….il tuo aaaahhh cazzo nel culo…”
    Miki si mise ad ansimare ancora più forte. Sembrava una femminuccia, era irriconoscibile. Quella femminuccia che ansimava e che si stava facendo scopare come una troietta, era cosi diversa dal Miki che avevo conosciuto fino a quel momento. L’idea di averlo posseduto fino a quel punto mi diede un’eccitazione enorme. Spinsi il mio cazzo sempre più forte e Miki si mise a spingere insieme a me per strusciare il suo cazzo contro la mia pancia.
    “Sto…per….sborrare..”
    Miki quasi mi morse il collo e affondò le unghie sulla mia schiena, mentre la mia sborra calda gli inondava il culo. Nello stesso momento la mia pancia venne bagnata dalle gocce della sua sborra, procurando a Miki ulteriori spasmi. Io gli presi la testa con le mani e la avvicinai al mio viso. Ci baciammo a lungo, mentre l’eccitazione in noi si spegneva e io liberavo il suo culetto dal mio cazzo; appena tolsi il mio pisello, Miki si infilò due dita nel culo e assaggiò la sborra che colava dal suo buco. Ne fece assaggiare un po’ anche a me. Poi si chinò a ripulire la mia pancia e il mio cazzo della sborra che era ancora rimasta, leccandosi le labbra.
    Io: “E’ stato bellissimo….”
    Miki: “Si…ti voglio bene…”
    Io: “Non dobbiamo dirlo a nessuno però…lo prometti?”
    Miki: “Certo, ti pare? Se qualcuno lo venisse a sapere saremmo rovinati!””
    Io: “già…cazzo ma è tardissimo!! Presto , rivestiamoci e andiamo via prima che tua madre ti uccida sul serio!!”
    Miki: “ahahah si hai ragione…credo mi serva anche una bella doccia!!”
    Mi avvicinai a lui e lo annusai
    Io: “Eh si…puzzi di sborra e di cazzo!! Ahaha”
    Miki: “Vaffanculo, tutta colpa tua! Ahaha”
    Ci rivestimmo in fretta, toccandoci, scherzando e dandoci qualche bacio ancora. Prima di uscire, lo presi da dietro con i vestiti addosso e gli appoggiai il pacco al suo sedere. Lui si fece fare e cacciò qualche gridolino mentre gli mettevo nuovamente la mano sul pacco.
    Miki: “mmm basta sennò mi torna la voglia…”
    Mi baciò e ci staccammo. Aveva smesso di piovere. Arrivammo a casa e ci salutammo. Lui , arrossendo, mi disse:
    “Beh, allora ci vediamo la prossima volta che piove hehe”
    Io arrossii: “Certo…”
    Ci misi parecchio tempo a capire che quello che era successo era tutto reale.

    Edited by Elchicoloco - 20/6/2014, 18:07
     
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  2. Medi@
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    bellissimo!!!
     
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  3. kekko1990
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    Grazie!! :) :)
     
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  4. xxy
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    Bellissimo, complimenti!
     
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  5. Brandon95
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    Fantastico :D
     
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  6. marneros87
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    Complimenti stupendo!
     
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  7. Mr. Smith
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    Che bello :)
     
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  8. kekko1990
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    Grazie a tutti :)
     
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    DOLCE GAY

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    Ma siete tutti così bravi a scrivere? :D Complimenti, bella storia, ben raccontata e molto eccitante! Solo non riuscirai mai a convincermi che è successa realmente ;)
     
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  10. Albert De Klerc
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    Nemmeno a me ... 12 anni è un pò prestino non credi?
     
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  11. 19mark95
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    se è successo veramente, ti invidio. spettacolo
     
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  12. SBIGU' S CHANNEL
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    Successo o meno i miei complimenti per il testo hai usato i giusti particolari e tempistiche cazzo me l hai fatto diventare duro!!!!
    Ben per te che ti sia successa una cosa del genere!

    Inviato tramite ForumFree Mobile

     
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  13. kekko1990
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    Grazie mille per i complimenti! Sono contento che vi sia piaciuto :)

    CITAZIONE (Albert De Klerc @ 7/1/2015, 00:45) 
    Nemmeno a me ... 12 anni è un pò prestino non credi?

    Magari sono io che ho avuto un'infanzia da pervertito, ma a 12 anni ne avevo già combinate parecchie ahahahah
    La storia è vera...credo non sarei riuscito ad essere così preciso nei dettagli altrimenti :) sta a voi crederci o meno ;)
     
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  14. Bluelion
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    Uno dei migliori racconti erotici che abbia mai letto.
    Romantico e porco al contempo.
    Scritto bene.
    Complimenti! :-)
     
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  15. kekko1990
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    Grazie!
     
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14 replies since 15/10/2012, 18:09   9875 views
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