Troppi Paradisi

Walter Siti

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  1. carpstar10
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    Walter Siti, Troppi paradisi, Einaudi 2006

    Walter Siti è oggi uno dei maggiori scrittori italiani. Di mestiere, però, non era partito col fare lo scrittore. Ha insegnato letteratura italiana all’università ed è stato uno dei maggiori studiosi dell’opera di Pier Paolo Pasolini. Come scrittore ha pubblicato il suo primo romanzo a 47 anni. Da allora l’omosessualità è la materia centrale, debordante e ossessiva, della sua scrittura. Ha pubblicato finora otto volumi. Troppi paradisi è il quarto, quello centrale. Se ipotizziamo che per scrivere il suo primo romanzo abbia impiegato circa un decennio (probabilmente ci ha messo di più), dobbiamo dedurre che lo scrittore ha cominciato a fare i conti esplicitamente con la propria omosessualità tra la fine dei trenta e i quarant’anni. Prima come si è regolato? Probabilmente considerandola una questione privata, uno spazio distinto dalla vita ufficiale, forse un fardello da affidare allo psicologo e allo psicanalista, allo stesso modo di come hanno fatto migliaia di italiani che hanno cominciato come lui negli stessi anni e continuato sulla stessa strada. Il fatto significativo è che però, a un certo punto, Siti ha cambiato ed è diventato uno dei pochi italiani della classe affluente non solo ad aver dichiarato la propria omosessualità, ma ad aver cominciato a confrontarla con le regole e le convenzioni sociali.
    Gli dobbiamo gratitudine. Se un po’ di cultura omosessuale cresce nella società italiana di questi anni, qualcosa la dobbiamo anche a lui. Ma a passare dalla filologia letteraria alla letteratura militante il guadagno più grande l’ha fatto lo scrittore stesso, migliorando incomparabilmente e rivoluzionando la sua vita. Abbandonando l’abito del professore universitario è diventato un uomo consapevole di aspetti ancora latenti non solo nella sua vita, ma nel nostro presente collettivo. Quindi l’uscita ritardata di Walter Siti ha molto da insegnare a tutti.
    In Troppi paradisi il 95% e oltre dei fatti riguarda un protagonista di nome Walter Siti che evidentemente è l’autore della scrittura, ma le poche falsificazioni che si incontrano sono così smaccate da trasformare tutto in finzione romanzesca. Il libro è uscito nel 2006, quando il Siti reale aveva 59 anni. Il Siti del romanzo va dai 60 ai 65 anni, abita a Roma, fa il professore universitario e sta in coppia con Sergio Serenelli, un giovane uomo che ha la metà dei suoi anni e lavora in televisione. La narrazione intreccia le vicende di una coppia gay formata da un trentenne e un sessantenne con gli sforzi del più giovane di imporsi nel mondo della televisione. Questo ci porta dentro al principale catalizzatore di realtà nella società contemporanea. Durante il giorno il compagno dello scrittore cerca di affermarsi come conduttore televisivo (aiutato da indispensabili appoggi) e di notte trova supporto nel suo amante, un maturo e stimato intellettuale. In questo modo la coppia disegna una combinazione perfetta per il tempo presente e il primo paradiso indicato dal titolo del romanzo. Senonché l’ascesa professionale di Sergio si interrompe bruscamente quando la sua protettrice in Rai se ne va. Di riflesso, si incrina anche la vita della coppia formata da Sergio e Walter. Sergio cade in depressione, si fa mantenere da Walter e cerca sollievo in relazioni con ragazzi più giovani di lui. Tuttavia il legame tra i due non si spezza e si trasforma in una relazione solo affettiva, mentre i fatti paralleli continuano a rivelarci aspetti dei personaggi e dei meccanismi della televisione e delle modalità con cui essa trasforma la vita della gente comune in rappresentazione. Con i nomi veri dei protagonisti, veniamo introdotti nei retroscena delle trasmissioni della Carrà, di Alba D’Eusanio, nei paraggi di Costanzo e Maria De Filippi.
    Nel romanzo il mondo della televisione viene analizzato come paradigma della realtà contemporanea come l’amore omosessuale, che non dipende dalla procreazione ma viene giocato solo sullo scambio di fantasmi, a sua volta diventa il paradigma universale dell’erotismo presente.
    Mentre Sergio si inoltra nella depressione e nel sesso con i suoi giovani amanti, Walter osserva sul proprio corpo che invecchia il progredire dell’impotenza sessuale e della solitudine. E’ in questo scivolare che si riaffaccia l’attrazione per la bellezza dei corpi dei culturisti. Sono da sempre l’oggetto del desiderio di Walter Siti, ma adesso tornano nelle figure degli escort, i professionisti del sesso a pagamento. Ben presto compare Marcello, un quarantenne dal corpo ancora bellissimo, con un passato di campione di culturismo e un presente sgangherato di prostituto di lusso. Marcello è impregnato di valori fascisti ma con gli uomini pratica solo ruoli passivi. E’ un groppo di contraddizioni che tiene incollate con un candido fatalismo e una completa dipendenza dalla cocaina. Avvolto nella malia del corpo e dell’alterità spiazzante di Marcello, Walter accede a un mondo nuovo. A contatto col dialetto romanesco, candido e scaltro insieme, di Marcello, il suo italiano colto per salti e rimbalzi tra alto e basso illumina zone opache e sconosciute di realtà. Attratto dalla promessa ideale di un corpo perfetto Walter si inoltra, per rimbalzi successivi, nell’inferno di Marcello. Il rapporto tra i due si tempra attraversando ogni genere di nefandezze, fino a imporsi come necessario a entrambi. Il protagonista approda a un inatteso paradiso quando riesce a coronare il sogno di possedere sessualmente il suo nuovo amante, vincendo l’impotenza senile. La cosa si realizza grazie a una pompa artificiale (identica a quella inserita nel sesso di Berlusconi, precisa puntigliosamente il romanzo) impiantata nel suo pene. Così due patologie, l’omosessuale in decadenza e l’escort culturista cocainomane, producono una inattesa felicità. Se il primo paradiso di Walter si era aperto tra gli specchi deformati della televisione, il secondo si cristallizza nel mondo postumano degradato. Da una parte Siti scrittore spalanca la porta su una trasformazione che abbiamo imparato a capire anche attraverso la cronaca parallela e successiva al romanzo. Dall’altra ci ricorda che alla degradazione che rappresenta non possiamo ritenerci estranei. Questa è la dura lezione di Troppi paradisi: il romanzo resta indispensabile per capire la trasformazione avvenuta in Italia a cavallo del nuovo millennio e ciò che, in seguito ad essa, tutti siamo diventati.

    Edited by EricNorth - 4/11/2015, 22:31
     
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