Il bordello

3° episodio: La svolta

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    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ===================================================================================

    Capitolo Tre: Jury e Davide

    Una notte insonne seguì gli ultimi avvicendamenti vissuti. Accettare ciò che era successo fu impossibile. Per la prima volta, capì cosa significasse vivere un esperienza di questo tipo. Solo così, quelle vicende che spesso sentiamo fugacemente al telegiornale o leggiamo sui giornali, in cui raramente ci immedesimiamo a causa dell’overload informativo, era stata vissuta sulla mia pelle. “A me non capiterai mai” era qualcosa che non potevo più dire. Io ero una vittima. Ero stato dominato, avevo perso il controllo della mia volontà. Quello che però al momento più mi turbava era l’immediato futuro: cosa avrei dovuto fare? Come comportarmi adesso?
    Era domenica e non avevo giornata lavorativa, ma sarei potuto andare in qualsiasi momento da Massimo e confessare. Eppure non lo feci e rimasi sbalordito di me stesso. Non sapevo bene quale fosse la ragione, ma ero deciso a tornare ancora una volta. Una parte di me stesso, quella violata nel profondo e che bruciava come un ferro rovente sulla pelle, avrebbe voluto confessare e vendicarsi. L’altra però, quella che più mi caratterizzava, mi diceva che non poteva finire così, che avrei dovuto risolvere da me, fare qualcosa con le mie forze, ridestando la mia immagine negli occhi dell’orco, di colui che ormai pensava di avermi completamente addomesticato.
    Ma forse non era tutto qui. Indelebili furono le immagini del mio stupro, contrastate dalle immagini di Flavio e Marco e soprattutto del video dell’altro Marco che scopava e io che lo fissavo beatamente dalla telecamera fissa sul letto.
    Marco mi aveva colpito particolarmente e non riuscivo, o non volevo, spiegare la ragione; forse per il fatto che fosse la prima volta che vedevo una persona conosciuta avere un rapporto sessuale con un altro uomo o, forse, perché l’avevo preso in simpatia. Ma sapevo di non essere completamente sincero con me stesso. Volevo vederlo ancora, volevo potergli parlare, magari stringere amicizia. Non potevo accettare di avere però provato un debole per lui, non era possibile.
    Devo andare da Max, pensai.
    Se vado da Massimo farà chiudere il bordello…
    Bene, così mi vendicherò di quello stronzo.
    Tu non vuoi farlo chiudere.
    Che dici?
    Marco è minorenne, non lo vedresti più e tu non vuoi.
    Palle.
    Mi sembrava che all’interno della mia testa vivesse Gollum.
    Dopo mille vessazioni, alle ventidue, tornai a Quinto.
    Non volevo incontrare Alfredo e quindi cercai di sgattaiolare dentro senza che il vecchio mi vedesse.
    “Ciao Nicolò”;
    Trasalì, mi girai verso il bar e trovai Nicolò a bersi una birra.
    “Qualcosa non va?”;
    “Dov’è Alfredo?”;
    “E’ in ufficio, hai bisogno di parlargli?”;
    “No no, non voglio proprio vedere quel bastardo” e raccontai tristemente la mia storia.
    Nicolò rimase impassibile, mentre io ero enormemente imbarazzato a parlarne, ma allo stesso tempo un po’ sollevato: “Guarda, sono qui da un po’ di tempo e ormai ci ho fatto l’abitudine. Ha fatto la stessa cosa con gli altri e, sinceramente, tutto ciò che possiamo fare è dimenticarcene”;
    “Come si può lavorare per una persona del genere?”;
    “Pensa a quanto ti dà”.
    Non approvavo minimamente il ragionamento di Nicolò. Non si poteva accettare.
    Mi stupì questa conclusione, specialmente data da una persona che, anche se conoscevo appena, mi aveva fatto subito un’ ottima impressione. Oltre ad essere un ragazzo piacevole e avvenente, Nicolò è indubbiamente un ragazzo molto intelligente e dotato, neppure paragonabile a me, oltre che pieno di interessi e sempre curioso. Studiava architettura a Venezia e si era trasferito l’anno prima da Milano dove frequentava un università da design. Avrei voluto chiederli perché un ragazzo come lui si abbassasse a tal punto e condizionasse la sua vita per quello squallido lavoro, ma avevo paura di una sua reazione e non volevo per il momento affrontare quell’argomento.
    “Guarda chi sta arrivando” disse Nicolò. Mi voltai, dando l’idea che il mio sguardo fosse casuale, e vidi Thomas avvicinarsi sorridente a noi.
    “Ciao ragazzi, tutto bene?”;
    “Non c’è male” risposi. Nicolò rimase in silenzio, intuendo che fosse poco gradito nella conversazione con l’amico.
    “Nicolò sei impegnato dopo che abbiamo finito qua?”;
    Oddio, pensai: “Ultimamente sto trascurando il mio letto e vorrei farmi perdonare”;
    “Penso che può aspettare la tua brandina” rispose seccato.
    Non aveva un gran senso dell’umorismo, anzi, mi dava sempre più l’impressione di essere uno stupido e non volevo averlo intorno, specialmente al momento.
    “Non so Thomas, perché tu cosa mi proponi di più interessante della disco branda?”;
    “Innanzitutto esci con me, e questo dovrebbe orientare abbastanza la tua scelta e poi, se proprio vuoi dormire, vieni a casa mia”;
    “Non ci sono i tuoi a casa?” chiese Nicolò malizioso;
    “Saremo molto silenziosi. O ci proveremo” e rivolse uno sguardo ammiccante verso di me.
    Prima che potessi rispondere arrivò un altro ragazzo del bordello, Jury. Anch’esso volle parlare con me.
    Jury è un ragazzo coetaneo di Thomas e suo amico, leggermente meno alto di me, capelli ricci castani corti alla Alexandre Pato, sbarbato, sportivo, con un viso simpatico.
    “Nicolò posso parlarti in privato?” disse Jury;
    “Non vedi che sta parlando con me?” sbottò Thomas;
    “E’ per lavoro coglione” rispose seccato.
    Ci allontanammo un po’ in modo che gli altri due non ci sentissero e Jury mi spiegò qual era il piano della serata.
    “Ascolta, Alfredo mi ha incaricato per darti delle dritte”;
    “Dritte di che?”;
    “Di cosa secondo te?”;
    “Ah si? E perché ha detto questo?”
    “Ha detto che sei ancora acerbo e rigido e che bisogna insegnarti alcune cose”;
    “Non è la stessa cosa che ha detto a me ieri sera…”;
    “Come?”;
    “No, niente…”;
    “Ascolta, oggi ti è andata bene perché così non devi fare altro, quindi vai avanti a metterti il vestito e aspettami alla stanza nove che vado a parlare con Davide e arrivo”.
    Feci come mi aveva detto, tutto sommato aveva ragione: per lo meno oggi stavo tranquillo con i miei colleghi e sarei riuscito a non far nulla.
    Durante il tragitto verso lo spogliatoio, incrociai Marco (da ora, il Marco single lo chiamerò Rigo che è il soprannome-diminutivo del suo cognome). Al mio saluto cordiale, egli rispose con un cenno di circostanza. Ero dell’idea che mentre io avrei voluto creare i presupposti per un dialogo, lo stesso interesse non fosse corrisposto più di tanto, almeno al momento.
    Dopo essermi cambiato, mi diressi verso la stanza nove e aspettai per quasi dieci minuti l’arrivo di Jury. Si scusò per il ritardo ed entrammo.
    La stanza era come tutte le altre per i clienti: luci basse e soffuse, atmosfera dolce e retrò, letto a baldacchino, tavolino, due comodini, armadietto degli alcolici e televisione da quattordici pollici sopra a un comodino.
    Rimanemmo in silenzio per qualche istante; fui io a parlare per primo:
    “Insomma dovremmo farlo?” chiesi crudamente a Jury.
    Non avevo alcuna intenzione di riprovare un déjà-vu della serata precedente: niente imbarazzi, niente situazioni strane. Non mi era ancora chiara la mia presenza in quella situazione, ma l’intenzione era di mettere il bastone tra le ruote in qualsiasi caso, anche se fossi stato costretto a fare a pugni con Alfredo.
    Egli abbassò lo sguardo e disse: “Non dobbiamo per forza, Alfredo non verrebbe mai a saperlo”;
    “Bene” risposi sollevato;
    “Solo che…”, aggiunse: “Alla fine, prima o poi, dovrai imparare”.
    “Non è difficile”, prosegue: “ Ma se sei gay questo non dovrebbe essere un problema per te…”.
    “Ascolta” lo interruppi stanco di essere definito gay: “Io, io... ” poi capì che non solo non potevo smascherarmi, ma che non potevo neanche dire di non poter fare nulla.
    Jury non capì il mio problema, ma probabilmente pensò che mi trovassi in imbarazzo e che, però, fossi disponibile.
    “Non ti devi preoccupare. Forse pensi che, visto che sei più grande, è vergognoso ammettere che alcune cose non le sai o hai paura di farle”.
    Rimasi interdetto: “Non capisco… Cosa intendi scusa?”
    Jury sorrise divertito: “Non lo so, dimmelo tu. So che non l’hai mai fatto, quindi è normale essere a disagio a fare certe cose…”.
    Non ne potevo più di sentire sempre la stessa tiritera: “sei vergine”, “non sai”, “hai paura”. Che non era sbagliato, ma bizzarro se detto a uno che per avventure a letto non si poteva dire un novellino. Purtroppo, nulla potevo dire per svelare la mia identità, limitandomi solo al silenzio. Allora Jury aggiunse: “Molto spesso, pur essendo certi di provare attrazione per gli uomini, si crede che ci siano alcune cose per cui non si è capaci, o si ha paura di fare brutta figura”.
    “No, guarda Jury, non è così”
    “Per esempio, in genere è quella di non essere pronti” disse senza ascoltarmi.
    “Pronti a che?”;
    “A riceverlo”;
    “Dici ricevere…”;
    “Esatto” e sorrise divertito. Ecco dunque quello che pensava di me.
    “Nicolò ti faccio vedere come si fa. Ok?”.
    Divenni rosso dalla vergogna. Pensare che Jury credesse che il mio problema fosse una base era umiliante, eppure non volli dire di no, perché per lo meno era una scusa credibile e più confessabile della realtà.
    Quindi mi portò in bagno e mi mostrò il suo metodo. Dopotutto, mentre sfilava il dado dal tubo della doccia e mi spiegava cosa fare, mi accorsi che effettivamente non mi era sfiorata l’idea di prepararmi così bene. In quel momento provai davvero un po’ di vergogna nell’idea di non essere pronto. Quindi, dissi di aver capito e promisi di provare subito appena Jury avesse lasciato il bagno.
    Dopo meno di cinque minuti, tornai nella stanza. Jury, che mi aspettava tranquillamente seduto, mi venne incontro.
    “Allora? Come ti senti?” chiese con un sorriso stampato in faccia.
    “Eh” risposi spostando lo sguardo verso il basso: “Un po’ sotto sopra…”.
    Rise e poi disse: “Certo è normale. Non devi farlo troppe volte mi raccomando. Ora ti senti più sicuro?”
    “Un po’”;
    “Non ti devi preoccupare Nicolò”, e nel pronunciare il mio nome si tolse il pigiama.
    “Tu hai tutto per sfondare in quest’ambiente, hai solo bisogno di credere in te stesso”.
    Completamente sorpreso, mi ritrassi, ma Jury mi seguiva. Il suo corpo era sodo e snello, leggermente definito, il suo cazzo mostrava un principio d’eccitazione.
    “Tu sei un bel ragazzo e io ho accettato volentieri la richiesta di Alfredo. Vedrai Nicolò che ti piacerà”.
    “Ascolta Jury, senza offesa… Non c’è nulla di personale. Solo che non voglio farlo”.
    Non mi ascoltò e, delicatamente, snodò il nodo del pigiama e mi levò l’indumento dalle spalle. Nel farlo mi guardò dritto negli occhi: era la prima volta che gli osservavo così intensamente e notai che erano sorprendentemente dolci. Di fronte a quello sguardo mi sciolsi; non avevo voglia, di questo ero sicuro, ma non avevo il coraggio di respingerlo, almeno non subito, e pensavo non lo meritasse.
    Jury cominciò a baciarmi dolcemente, bagnando le mie labbra con la sua saliva e punzecchiandomi lentamente con la punta della lingua dentro la bocca. Cercai di fargli pensare di essere disponibile: lo tenevo con le mani sui fianchi a un braccio di distanza e lasciavo che gradualmente entrasse nella mia bocca. Il suo bacio era dolce e decisi di premiarlo cercando timidamente di corrispondere con la lingua. Cominciai ad esplorare la sua bocca e mi piacque; prima dovetti pensare che fosse una ragazza per farmi coraggio e poi invece pensai a Jury stesso. Intanto i nostri corpi si erano notevolmente avvicinati, tanto che ogni mio muscolo era stretto con quelli suoi corrispondenti. Ci stavamo lasciando andare e i nostri baci si fecero più intensi; il silenzio della stanza era rotto solo da i suoni prodotti dalle lingue intrecciate nelle nostre bocche.
    “Bravo Nico stai migliorando a vista” disse Jury sorridendo. Effettivamente ero sciolto e non pensavo alle conseguenze di quello che stavo facendo. Jury cominciò a leccarmi il collo e io provai molto piacere al sentire la sua lingua correre sulla pelle. Cominciai a eccitarmi e ad accarezzargli il corpo a partire dalla sua schiena liscia. Poi scesi sempre più in basso, fino a tastare il suo morbido sedere. Incredibile! Stavo toccando un uomo e mi piaceva! Come la sera precedente, non ero padrone assoluto delle mie azioni e non riuscivo a capire perché stesse accadendo ciò. Con la differenza, che questa volta ero assorto anziché terrorizzato.
    A un certo punto mi ritrovai le spalle contro al gelido muro; solo allora dovetti ammettere quanto Jury era stato bravo: l’eccitazione che mi provocava non mi aveva fatto percepire che mi stesse lentamente portando li.
    Per punirlo del fatto che avessi preso un colpo quando il mio corpo caldo era venuto in contatto con il gelido muro, lo girai sbattendolo leggermente sulla parete.
    “Ah!” esclamò;
    “E’ freddo eh stronzo?” dissi sorridendo;
    Jury ricominciò a baciarmi in bocca come nulla fosse e io risposi con piacere. La nostra eccitazione aumentava. I nostri corpi si sfregavano tra di loro e le nostre mani avevano libertà assoluta di toccare ciò che desideravano. Per la prima volta presi di mia spontanea volontà un cazzo in mano e glielo segai lentamente.
    “Sei bravissimo Jury” pronunciai arrossendo;
    “Non hai ancora provato il mio pezzo forte” rispose;
    “Non vedo l’ora di conoscerlo” risposi affettuosamente.
    Presi con vigore la gamba di Jury e la piegai in modo da poter accarezzare il suo esterno coscia, agganciando la sua sola gamba sinistra alla mia gamba destra. Era una tecnica che le donne apprezzavano molto, ma Jury si mise solo a sorridere e continuammo a limonare con foga.
    Pensavo a tante cose; non sarei stato in grado di dire perché lo stessi facendo, né se mi piacesse, semplicemente Jury era riuscito a trasportarmi come una foglia al vento.
    “Che ne dici se... ” fa Jury e mi fa cenno con la testa verso il basso e con la mano mi tocca il cazzo.
    “Come no” risposi pieno di entusiasmo;
    “Allora” prosegue lui: “Devi ghiacciarti un po’ la schiena”;
    “Perché?”;
    “Consiglio mio, fidati” e mi gira sul muro. Di scatto s’inginocchia e comincia a segarmi con foga.
    Dopo poco, comincia a leccarmi l’asta e mi guarda per vedere la reazione. Io lo fissavo inebetito, in assoluta estasi. Gli accarezzai i ricciolini con le dita e allora Jury prende a succhiare voracemente. La sua lingua pizzica il glande e mi solletica piacevolmente, mente la sua bocca insalivava come un cane con l’osso.
    Non trovavo molta differenza tra il suo bocchino e quello che, in passato, alcune ragazze avevano eseguito su di me, ma questo mi provocava sensazioni diverse: l’idea di fare quelle cose ai limiti della razionalità, almeno la mia, e in un ambiente proibito, ora mi creava una sensazione di eccitazione smisurata, perché io avevo sempre sognato questo genere di cose e solo ora realizzavo che mi ero liberato e che stavo facendo ciò che segretamente avevo considerato ma represso.
    Appoggiai la testa all’insù sul muro e chiusi gli occhi deciso di assaporare ogni istante di quel momento, ma, ben presto, Jury si stancò e si alzò in piedi.
    “Abbiamo già finito?” chiesi ansiosamente;
    Jury mi sorrise e rispose: “Sono stufo di stare in ginocchio. Perché non ci mettiamo là?” e indicò il letto. La domanda era puramente retorica, visto che mi prese la mano nella sua deciso di condurmi nel baldacchino. In preda all’eccitazione lo presi sui fianchi da dietro e appoggiai il mio mento sulla sua spalla sussurrandogli all’orecchio e abbracciandoli il basso ventre.
    “A me piaceva tanto stare come eravamo prima, perché cambiare?”;
    “Se ti metti disteso sul letto ti prometto che mi rimetto all’opera e in più ti faccio assaggiare qualcosa” rispose.
    Senza farmelo ripetere mi gettai sul letto a pancia in su.
    “Ruota di centottanta tesoro” m’invitò Jury.
    “Agli ordini capo” e ora mi trovavo con la faccia distesa e il suo cazzo profumato sopra di me.
    A questo punto Jury sale sul letto in piedi e poi si china sulla mia faccia.
    “Uhm, quindi è questo che dovevo assaporare... ”;
    “Non ti v…” Jury ebbe un fremito perché mi ero già messo a leccargli l’ano con la lingua.
    Era la prima volta che lo facevo e non avevo idea di cosa si provasse. In verità, leccare il suo ano contornato da una leggera e bionda peluria non mi faceva grande effetto, ma ero molto eccitato e volevo rendermi disponibile più che potevo. Inoltre, l’idea che Jury godesse mi rendeva felice.
    Che ragazzo disinteressato che sono, pensai e infilai l’indice, che avevo lubrificato, dentro a Jury che gemette dal piacere.
    Il mio lavoro consisteva nell’inserire le dita sempre più in profondità, lubrificando e leccandole volta per volta.
    Sentivo il suo cazzo in tiro sul mio petto che non poteva impedirgli di strusciarsi.
    Provai ad inserire indice e medio nell’ano a mo’ di pistola contemporaneamente e notai come esse penetravano con facilità.
    I gemiti di Jury si fecero meno rari e per ringraziarmi del lavoretto cominciò a ingoiare velocemente con movimenti della bocca mai sazia. Entrambi gemevamo assuefatti e arrivò anche il terzo dito in Jury, stavolta con meno delicatezza: notai una vibrazione di dolore che partì dal ventre, ma che un attimo dopo si traduceva in ulteriore piacere.
    Lo spessore del retto del mio amico doveva essere raddoppiato in quel quarto d’ora; per questo, Jury mi staccò il suo sodo bacino dalla faccia, si girò e mi bacia passionalmente, passandomi il sapore dei nostri corpi.
    Dopodiché, si alzò nuovamente in piedi sul letto e si posizionò perpendicolarmente al mio cazzo. Intuì facilmente cosa volesse fare e alzai il mio membro segandolo lentamente in modo che potesse facilitare l’operazione di Jury. Quest’ultimo cominciò a piegarsi, con i piedi all’esterno dei miei fianchi, fino a toccare la superficie del mio cazzo. Si apre leggermente le natiche, in modo da allargare di qualche millimetro il buco e con un colpo secco scende su tutti i miei ventitré centimetri. Entrambi gemiamo dal dolore: lui perché aveva ricevuto in un colpo solo tutto il mio cazzo che era scivolato dentro come una saponetta e io perché avevo ricevuto una frustata del suo sull’addome, lasciandomi come ricordo un segno rosso. Dopo essersi calmato qualche secondo, Jury comincia a saltare sul mio membro. Leggo nel suo sguardo contratto enorme fatica. Il suo corpo stupendo è in grande tensione fisica e suda copiosamente. Anche se per me era una cosa nuova con un ragazzo, applicai tutte le mie conoscenze e decisi di aiutarlo spingendo suoi fianchi in contemporanea ai suoi movimenti e in modo che potesse avere un appoggio, ma anche una spinta; non sapevo se godevo più per il mio piacere o per la sua sottomissione. So solo che mi piaceva da matti.
    Quando presi confidenza con la posizione cominciai anch’io a batterlo e ora Jury aveva doppio lavoro per non far uscire il mio cazzo dal suo splendido culo. A un certo punto, cominciò a segarsi e io non ci vidi più tentai un movimento dolorosissimo: volevo baciarlo da quella posizione. Cercai di alzarmi sfruttando la forza della schiena e dell’addome, ma invano. Allora presi le sue gambe piegate per tenersi in ginocchio e le spinsi facendolo cadere. Jury scivolò e il mio cazzo penetrò ancora più in profondità. Jury urlò dal dolore e sentì che dovevo essere praticamente nel suo intestino. Non mi persi d’animo e portai le gambe del mio compagno esausto dietro di me. A questo punto presi il suo fianco con la mano sinistra e la sua schiena con la destra e lo avvicinai a me. Ora che era seduto su di me ma con il cazzo al suo interno, sentì che, se pur ero molto più vicino alla sua bocca, il mio lungo cazzo per poter eseguire quell’ulteriore movimento doveva flettersi quasi in maniera innaturale. Mi bruciava perché lo sentivo tirare moltissimo, le mie vene pulsavano tanto da pensare che sarebbero esplose. Resistetti e mi scaraventai Jury addosso e lo limonai intensamente per qualche secondo per poi mollare la presa. Lo tenni sui fianchi e la sua posizione era cascante verso all’indietro. Poverino, pensai, non ne poteva più, era ora di arrivare. Cominciai a spingere violentemente con il bacino e lo tenni saldamente sui fianchi anche a costo di fargli male, sempre più veloce. Poi le mie ultime battute furono lunghe e in profondità fino a che alcuni copiosi spruzzi di sperma lo inondarono. I nostri gemiti si confondevano all’unisono, poi mi gettai sul letto con la schiena e lui su di me. Ansimavamo per la stanchezza, ma sorridevamo soddisfatti. Ero ancora dentro a Jury, ma sentivo il mio cazzo ammorbidirsi lentamente.
    Era stato bellissimo, non potevo negarlo, però, in fondo al mio cuore, non pensavo che sarebbe potuto succedere ancora. Figurarsi cosa pensai quando Jury mi disse: “Adesso tocca a me sfondarti il culo”.
    Aprì gli occhi meravigliato e lo guardai in volto: sorrideva, ma non scherzava. Mi ritrassi di scatto, uscendo dal culo che provocò un rumore da tappo e divenni bianco. Ripensai alla sera precedente e mi toccai il culo sbucciato. Ricordai le fitte e il dolore, la tristezza e il disgusto, tanto che mi sembrava che avesse ricominciato a sanguinare.
    Impallidì e cominciai a sudare freddo, ma Jury, che non era ancora soddisfatto, non si accorse e cominciò a piagnucolare: “Eh no che cazzo, non puoi fare così. Anche tu devi fare il passivo, non puoi approfittartene così”. Continuò a lungo in questo modo e io lo rifiutati categoricamente. Mi dispiaceva molto per lui, perché capivo che era quasi umiliante dover subire pensando che poi anche lui avrebbe avuto la sua parte, ma poi negargliela. Inoltre, era stato veramente bravo, ma io avevo una paura ancestrale e non riuscivo a liberarmene, sommata al mio principio maschilista di chi non deve essere sottomesso.
    A salvarmi dall’impasse fu Davide, l’amico coetaneo di Jury e nostro compagno di squadra.
    Davide era sicuramente uno dei ragazzi della compagnia che più avevo esteticamente apprezzato: aveva un viso da cucciolo, occhi marrone chiaro, capelli crespi di media lunghezza e di un biondo scuro, i tratti del viso delicati, fisico atletico e leggero, con degli addominali perfettamente segnati e delle gambe lunghe e perfette. Anche lui aveva il vestito conforme al nostro, ma non gli rimase per molto addosso perché Jury balzò famelico, e, lasciandolo di stucco, glielo aprì subito per infilarci le sue mani.
    “Per fortuna che sei arrivato, ma perché ci hai messo tanto?” domando dolcemente Jury sferrandogli un veloce bacio sulle labbra.
    “Scusate ero impegnato con un cliente che amava molto i ditalini, poi ho dovuto farmi la doccia, mettermi il…”;
    “Ok ok, ho capito” interruppe Jury baciandolo nuovamente;
    “Qui il nostro nuovo compagno non vuole prenderlo in culo dopo che io gliel’ho dato” piagnucolò Jury;
    Davide mi guardò per cercare la mia reazione. Io, seduto sul letto, feci una smorfia imitando Jury e Davide sorrise; la luce del suo sguardo mite mi suscitava una malsana eccitazione.
    “Dai Davide prendi il posto di Nicolò!” fece Jury con aria insistente;
    “Ma non dovremmo concentrarci su di lui come ci ha ordinato Alfredo?”;
    “Fate pure, non verrà a saperlo” feci io.
    Davide mi guardò serio e poi rispose: “Va bene Jury, come vuoi” e sorrise.
    Era evidente che tra i due c’era un rapporto speciale. Jury e Davide, insieme a Thomas, si conoscevano da quando erano bambini, ma mentre con Thomas i rapporti si raffreddarono presto quando smisero di andare a calcio insieme, Jury e Davide, anch’essi di squadra diversa, continuavano a essere ottimi amici.
    Il giorno in cui Davide e Thomas scoprirono la sessualità di Jury fu molto particolare, quanto estremamente eccitante. Entrati un paio di anni prima in casa di quest’ultimo con l’intento di fare uno scherzo e fargli prendere un bello spavento, a sobbalzare furono propri loro. Jury si stava infatti masturbando davanti a un video porno omosessuale e si accorse degli amici troppo tardi. Ancora più incredibile fu la reazione. Quella giornata avrebbe dato inizio a un amicizia speciale tra i tre, che si sarebbero trovati da allora spesso a fare l’amore insieme.
    Sta di fatto che entrambi erano ora bisex, Davide era pure fidanzato con una ragazza, oltre ad essere diventato un giocatore talentuoso, tanto da essere spesso assente per le partite. Eppure, non perdevano occasione di rinnovare questo nuovo rapporto d’amicizia quando potevano.
    Quando rinvenni dalle mie seghe mentali, notai che Davide era stato fatto posizionare a novanta in appoggio coi gomiti al tavolo e mi dava le spalle. In questo modo potevo fissare il suo sedere sodo e invitante e vedere il suo viso adorabile dallo specchio che si trovava tre metri avanti, da cui osservare e ammirare anche il resto del panorama. Jury invece si trovava alla sua destra ed era in piedi e s’insaponava dita e mani con una sostanza che doveva essere vasellina. Notai con eccitazione che le sue cosce e la parte inferiore del suo sedere erano impregnate di un liquido oleoso che non era altro che il mio sperma.
    “Pronto troietta?” disse provocatoriamente Jury a Davide.
    “Vai...” disse sottovoce e divarico maggiormente le gambe e sollevando il sedere.
    Ecco che Jury infila due dita e comincia a muoversi.
    “Senti niente?” chiese Jury;
    “No” rispose Davide.
    “Ti ha fatto davvero fare un bel lavoretto il signore di prima eh? Ne varrà la pena”.
    In effetti, la reazione di Davide alle dita di Jury fu quasi neutra: si limitava a fissarsi le braccia piegate sul tavolino, senza dimenticarsi di sollevare il sedere, movimento che mi faceva impazzire, così come quando per togliersi i ciuffi di capelli dal viso scuoteva delicatamente il capo. Le mie mani palpavano involontariamente i testicoli mentre Jury affondava tre dita in Davide. Solo al quarto dito Davide cominciò a dimostrare fastidio in quanto si muoveva leggermente per poter trovare la posizione ideale.
    “Penso sia il momento, posso Davide?” chiese Jury eccitato.
    “Si dai” sorrise Davide. Attraverso lo specchio notai dell’imbarazzo nella sua espressione e conclusi che, anche alcune persone che lo fanno frequentemente, possono trovare disagio in alcune operazioni.
    Jury non se lo fece ripetere due volte e si posizionò dietro a Davide tenendosi il cazzo con la mano destra e abbracciando il ventre di Davide con la sinistra. Lentamente si apprestò a entrare: senza difficoltà Jury era completamente dentro. Subito cominciò a batterlo forte e senza particolare rispetto; il corpo di Davide era mosso dai contraccolpi, ma lui si teneva schiacciato coi gomiti sul tavolino e l’equilibrio era stabile. Il tamburo provocato da quei sederi invitanti risvegliarono il mio cazzo e non potei fare a meno di accarezzarlo. Ciò che più mi eccitava era il viso contratto dal piacere di Davide. Quest’ultimo riusciva a mantenere una certa nonchalance anche in quel momento, ma non poteva nascondere completamente le sue sensazioni miste tra dolore e piacere.
    Jury gemeva tantissimo, molto più di come faceva con me.
    Cominciai a segarmi con intensità quando anche Davide emise alcuni gemiti convinti. Jury ora gli stava segando il cazzo, mentre lo batteva sempre più violentemente. M alzai in piedi: volevo Davide, lo volevo a tutti i costi e subito. Dimenticai ogni scrupolo e mi avvicinai ai due che presto si accorsero della mia presenza.
    “Cosa vuoi adesso? Non vedi che sono impegnato?” mi fece Jury seccamente;
    “I-Io, i-io...” balbettai;
    “Si?” fece Jury ma non risposi;
    “Dicci Nicolò non ti vergognare” riuscì a pronunciare Davide cercando di non far trasparire l’eccitazione. Infatti, i due non smettevano di scoparsi e la mia presenza sembrava solo d’intralcio.
    Alle parole di Davide mi sciolsi: “Ti voglio Davide, voglio scoparti!”. Davide mi sorrise imbarazzato e io mi sentì sempre più ridicolo, ma anche sempre più eccitato. Mi vergognavo di trattare così Davide, come un semplice bellissimo oggetto, ma non avevo avuto l’occasione di conoscerlo se non in quella circostanza. Jury, invece, rise di gusto, in un misto di goliardia che mi fece comprendere di come tutto era stato pianificato da lui. A darmi la certezza fu questa frase: “Se vuoi Davide dopo però devi farti inculare da me”.
    “Si!” pronunciai senza pensarci; avrei fatto qualsiasi cosa per scoparmi subito Davide.
    Successivamente, a causa della mia estrema eccitazione, fui molto rude, perché non appena Jury uscì dal suo culo, entrai senza esitazioni, cominciando subito a batterlo. Il cambio repentino fece sgranare i suoi occhi per un istante, per poi tornare nel suo mite profilo. Speravo che apprezzasse almeno il fatto che lo desideravo ardentemente e che non potevo aspettare un attimo in più. Intanto tenevo le mani sui suoi fianchi perfetti e delicati e lo battei in profondità con foga.
    Jury guardava la scena e si menava l’uccello; tanti pensieri balenavano in quel momento. Stavo scopando un ragazzo che ritenevo ancora più bello di me e ne avrei potuti scopare altri così, ragazzi che erano molto più sexy di tante tipe che mi correvano dietro. Se invece non lo fossero stati, mi eccitava ora l’idea di concedermi ed essere posseduto da qualcuno più grande e anziano di me. Compresi quanto ero stato stupido nei miei pregiudizi e quanto tempo avevo gettato alle ortiche. Decisi che era il momento di recuperare: dopo aver accarezzato per bene le sue sode natiche, le strinsi fortemente e lo feci urlare di dolore per poi batterlo con enorme violenza. Mi lasciai andare in gemiti sguaiati di passione viscerale e anche Davide gradiva enormemente: avrei voluto continuare per ore, ma soprattutto volevo tutto Davide per sempre. Per questo uscì da lui, lo girai di violenza e lo presi in braccio per farlo sedere sul tavolo. Cominciai a baciarlo con foga, senza indulgenze e lui si fece fare. Non solo era molto perspicace a comprendere quali fossero i miei voleri, ma inoltre compresi che lui non possedeva la foga per poter condurre una scopata e questo mi eccitava di più. Non potevo sapere se era il mio ragazzo ideale caratterialmente parlando, non so se ci sarei uscito insieme la sera, ma sono sicuro che si avvicinava molto a ciò che avrei potuto cercare nel fisico di un uomo, ovvero, un atleta con un fisico leggero, non pompato ma solo segnato. Mi mise le braccia attorno al collo e cominciammo a baciarci, lingua su lingua, come se ci conoscessimo da anni, poi entrai nuovamente dentro di lui, alzandoli il sedere e aprendoli quel che bastava le gambe per poterlo mantenere seduto e continuare a leccargli collo, capezzoli e pettorali. Gemeva leggermente e m’invitava a continuare, il suo cazzo era dritto appoggiato sulla mia pancia e non potevo fare a meno di approvare nel vederlo sfregarsi sui miei addominali. Lo scopavo ora molto lentamente e senza cercare di fargli male, cercando una sorta di romanticismo nell’atto. Avrei voluto continuare per ore così, ma Jury accarezzandomi le natiche con la mano e poi con il membro, non era più disposto a limitarsi a guardare, ma voleva avvisarmi che presto sarebbe intervenuto.
    Allora, decisi di godermi ogni istante e ricominciai a scambiare la mia saliva con quella di Davide. Non potete immaginare la mia gioia quando il fino allora silenzioso compagno di scopata mi disse a voce bassa ed eccitata: “Sei fantastico”. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, perché Jury, sempre più indispettito, mi ordinò di lasciare Davide e mettermi a novanta, come Davide stesso in precedenza.
    Vidi dallo specchio che Jury era divenuto più serio e appena fui posizionato e coi gomiti appoggiati sul tavolo, violentemente mi penetrò. Avrei pensato di urlare dal dolore, invece, se pur i primi colpi mi fecero male, alle successive battute non provai che una sensazione strana, un mix godurioso.
    Ciò non toglie che mi sentivo in enorme imbarazzo e non riuscivo nemmeno a guardarmi allo specchio. In silenzio subivo quella che per me era ancora una violenza e non sopportavo di avere Jury dentro di me, ne che Davide mi vedesse in quello stato. Ma fu proprio quest’ultimo ad allontanare le mie ultime nubi che separavano il nuovo Nicolò dal vecchio. Di sua iniziativa, sale sul tavolo, s’inginocchia sopra di esso e apre le gambe, infine, prende i miei gomiti e intreccia le mie mani dietro il suo coccige, in modo che potessi avere il suo cazzo barzotto davanti al viso.
    Anche Jury assistette a tutto ciò stupefatto, sorpreso dall’inusuale disponibilità e avventatezza di Davide. Quest’ultimo, rosso in viso, non ebbe coraggio di guardarmi per paura di essere rifiutato.
    Ma come si può pensare che possa rinunciare a tanta bellezza? Questo mio pensiero fu la causa scatenante della gelosia di Jury che mi batté più forte, tanto da entrare completamente e farmi gemere senza più ritegno.
    Cominciai a succhiare voracemente il suo cazzo profumato di sesso e assaporare il suo dolce pre-sperma. Avere un bel ragazzo che mi scopava e mi sottometteva e uno ancora più bello in bocca che si esponeva tanto da farmi suo espressamente. Era per me il colmo della felicità e pensai a quanto fossi fortunato e quanto avrei potuto esserlo in futuro.
    Mentre segavo Davide, quest’ultimo molto emozionato mi domandò se poteva anche lui assaggiare il mio.
    “Mi sarei offeso se non me l’avessi chiesto” risposi. Davide allora si alza dal tavolo e si posiziona sotto di me in ginocchio ingoiando dolcemente. Sentivo i suoni provocati dal contatto del mio scroto con la sua lingua e non potevo non gemere dal piacere.
    Ti amo Davide, pensavo, ma pensavo anche a Marco, bello quanto Davide, che però era rimasto impresso nel mio subconscio, che amavo ancora di più. Fantasticare su due ragazzi, tra cui un minorenne, e parlare di amore mi fece sentire poca cosa, ma ero talmente eccitato che avrei potuto chiamarli a gran voce. Jury, che non sopportava troppo la situazione, anche se era visibilmente eccitato, uscì da me e chiese a Davide di dargli il cambio.
    Io non volevo che Davide entrasse perché avrebbe rotto la magia: la mia adorazione si sarebbe infranta e Davide sarebbe stato inesorabilmente sconfitto da Marco. Solo io potevo entrare in Davide e non viceversa. Ma, è questo che vuole quello stronzo di Jury! Pensai a ciò, mai poi mi bacchettai per aver potuto credere che Jury sapesse così tante cose e fosse tanto malizioso. Non era giusto. Era soprattutto grazie a lui che ero finalmente cambiato e sarei dovuto essergli sempre riconoscente.
    Davide mi chiese quel permesso che avrei voluto rifiutare, ma non potevo manifestare i miei sentimenti, avendo paura di essere considerato superficiale, o peggio, uno stupido ingenuo.
    Ecco che Davide cominciò a scoparmi con intensità. Non era bravo come Jury, ma se la cavava comunque; la magia, però, era scomparsa.
    Jury, nel frattempo, ingoiava: guardai i due compagni possedermi dallo specchio e provai enorme piacere a sentirmi li, tra l’uno e l’altro, pur non essendo attivo.
    Jury succhiava molto velocemente, quasi quanto Alfredo la sera prima, e anche Davide aveva preso gusto nel suo ruolo insolito.
    “Szrei pvonto Dvde?" Domandò Jury al compagno senza togliersi il mio membro dalla bocca; proprio in quel momento venni e non potei che ridere di gusto quando Jury bestemmiò dalla sorpresa mentre riceveva il mio sperma caldo.
    “Mmm Nico che gnammi gnammi” fece Jury dopo avermi leccato anche l’interno della cappella per non perdere neanche una mia goccia. Sia io che Davide non potemmo che metterci a ridere.
    “Ora assaggerai la nostra prelibatezza, vero Davide?” aggiunse Jury.
    Mi inginocchiai famelico davanti ai due che continuarono a segarsi velocemente davanti a me. Fremevo come un cagnolino. Li volevo subito, anche ora che ero venuto. Perché la mia eccitazione non era sopita per nulla.
    Il cazzo di Davide sulla mia sinistra e quello di Jury sulla destra: “Fate fare a me!” esclamai con incredibile intraprendenza e prima che potessero venire. Presi un cazzo per mano e gli segai contemporaneamente. Misi il cazzo di Davide in bocca: era ancora caldo e umido dopo essere stato dentro di me, ma sapeva ancora di pulito. Passai a quello di Jury che invece odorava fortemente di sperma e sudore. Alternando i due, potei inebriarmi dei loro sapori contrastanti.
    “Dai insieme!” proposi speranzoso e i due. Dopo alcune autonome pompe vennero quasi in sincronia nella mia bocca: non riuscì a tenere il conto di schizzi che entrarono, ma il liquido era talmente vasto da non poter essere trattenuto interamente dalla nella mia bocca e alcune gocce mi colarono sul mento come bava. Tra gemiti e fremiti smisero di venire; purtroppo dovetti desistere dal desiderio di leccargli il cazzo perché non volevo ingoiare subito i loro prodotti che avevo in bocca.
    Guardai i visi affaticati dei miei due amici e, quando ebbi la loro totale attenzione, aprì la bocca e gli feci vedere il contenuto che avevano riversato.
    “Sembra già una veterana eh?” disse Jury rivolto a Davide.
    Io sorrisi alla battuta e deglutisco ingoiando a bocca aperta una porzione di sborra, in modo che guardassero che l’avessi fatto davvero. Sentì il denso liquido caldo scendere lentamente dalla gola alla mia faringe. Lo sentì come sfiorare il cuore e scaldarlo, fino a scendere nello stomaco. I due inebetiti esclamarono dallo stupore per aver visto sprofondare il liquido bianco dal pozzo della mia gola.
    Mi alzai in piedi e con le mani strinsi i loro cazzi dalla base verso la punta, raccogliendo il restante sperma rimasto. Sempre a bocca aperta davanti a loro, infilai le dita nelle loro bocche. Leccarono divertiti il loro sperma dalle mie dita zozze. Poi puntai a Davide e lo baciai lasciando scivolare dalla mia bocca lo sperma che in parte entrava nella sua e in parte colava sul mento gocciolante. Le nostre lingue ora smistavano lo sperma di Davide e Jury. “E io niente?!” piagnucolò Jury leccando il mento gocciolante di Davide. Baciai anche Jury e lo limonai per donarli ciò che rimaneva del loro nettare.
    E cosi, per alcuni istanti, continuammo a scambiarci diversi baci insaponato di sperma, fermati sono dall’esaurimento di esso.
    “Non si butta via mai niente” dice sempre la mamma.

    Edited by ancient lover91 - 21/12/2016, 13:47
     
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    Bellissima la terza parte complimenti,mi hai quasi commosso nel portare Nicolò l'etero impertinente a trasformarsi in bsx grazie agli altri due protagonisti del racconto Davide e Jury.Mi sto quasi immedesimando in Nicolò quando avevo la sua età ora ne ho 46 come avrei voluto essere iniziato così,lo sò non mi voglio contraddire l'esperienza avuta da Nicolò nel secondo episodio mi avrebbe portato in esaurimento fosse successo a me ma non tutti i mali vengono per nuocere .Complimenti non vedo l'ora di leggere gli altri 5 episodi del racconto.
     
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    Ti ringrazio Robyswich65. Comunque sono altre 6 parti e spero di pubblicare il quarto tra stanotte e domani
     
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    Ancient lover91 scrivi da dio credimi!!!!!Continua continua e scusa na non sono mai stato forte in matematica.
     
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  5. XxdanigagaxXx
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    ero rimasto ancora al secondo... questo è meravilgioso!!!
    complimenti... continua così ;)
     
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  6. oldmanny
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    sei fantastico, lettura sempre più piacevole ed eccitante
     
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  7. hot91
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    10 e lode!
     
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    Capitolo 3 aggiornato
     
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